“Se gli
Americani consentiranno mai a banche private di emettere il proprio denaro,
prima con l’inflazione e poi con la deflazione, le banche e le grandi imprese
che ne cresceranno attorno, priveranno la gente delle loro proprietà finché i
loro figli si sveglieranno senza tetto nel continente conquistato dai loro
padri. Il potere di emissione va tolto via dalle banche e restituito al popolo,
al quale esso appartiene propriamente.” Vi ricorda niente questa
celebre frase di Thomas Jefferson? Ebbene sì, la profezia di Jefferson dal 1776
ad oggi è divenuta realtà non solo in America ma anche in Europa. Questa frase
profetica oggi diventata una vera e propria strategia capitalistica è ben conosciuta tra i nostri uomini di spicco, massivamente
impegnati nel costituire un imperialismo del Capitale che governi il mondo.
Essi hanno capito bene che il capitale deve proteggersi in ogni modo possibile
con alleanze e legislazione. I debiti devono essere riscossi, le obbligazioni e
i contratti ipotecari devono esser conclusi in anticipo e il più rapidamente
possibile. E quando, mediante processi giuridici, le persone comuni perderanno
le proprie case, diventeranno sempre più docili e saranno tenute a freno con
più facilità attraverso il braccio forte del governo al potere, azionato da una
forza centrale di ricchezza sotto il controllo di finanzieri di primo piano.
Nel 1815 anche Napoleone Bonaparte dimostrava di aver ben chiara la situazione
nel pronunciare questa fatidica frase: “Quando
un governo dipende dai banchieri per il denaro, questi ultimi e non i capi del
governo controllano la situazione, dato che la mano che dà è al di sopra della
mano che riceve…Il denaro non ha madrepatria e i finanzieri non hanno
patriottismo né decenza; il loro unico obiettivo è il profitto.” In
sostanza, un Paese che consegna le proprie risorse e il proprio destino nelle
mani di abili banchieri perde ogni diritto a dettare legge e a stabilire
l’agenda di governo. Questo comporta la completa sottomissione di uno Stato al
potere finanziario, con la conseguente perdita di ogni diritto alla sovranità e
all’autodeterminazione. Questa condizione in cui versano molti paesi europei
tra cui l’Italia, è ben nota, e non ci differenzia affatto dalle condizioni di
schiavitù e servilismo in cui si trovano anche molti stati africani ai quali ci
accomuna il servire lo stesso padrone. Dobbiamo ammettere che, a 30 anni
dall’uccisione del leader africano Thomas Sankara, le
sue parole che denunciavano lo strapotere criminale della grande finanza ancora
risuonano in tutta la loro tragicità e attualità.
Il Trattato che ci fa tutti più poveri e indebitati
Forse non
tutti sanno che l’Unione europea ha istituito un Trattato, il MES (Meccanismo Europeo di Stabilità)
in ben diciassette paesi europei. Ma quello che non ci hanno detto i media
tradizionali è che questo artificio burocratico usato per definire l’ennesima
fregatura calata dall’alto, sta portando solo altra miseria e disperazione. Il
motivo è presto detto. Lo scopo della crisi finanziaria, artificialmente
prodotta dall'élite, è quello di imporre agli stati europei qualsiasi
condizione venga decisa dagli oligarchi del grande capitale. E' un'istituzione
finanziaria internazionale con sede in Lussemburgo, che ufficialmente avrebbe
lo scopo di prestare aiuto economico agli stati membri in difficoltà, ma che di fatto costituisce la fine della
sovranità nazionale e dell'autodeterminazione dei popoli. Si tratta infatti
di un patto che, secondo quanto stabilito dal Consiglio Europeo, obbliga gli
stati a sottomettersi all'autorità dispotica di un nuovo super organismo
europeo a cui viene conferita un'indipendenza e un'impunità tale, che lo
pongono al di sopra della legge. Gli stati non hanno più neppure la possibilità
di trattare e di discutere democraticamente con la popolazione le misure
economiche da attuare e si devono limitare ad eseguire le riforme strutturali
(tagli drastici nel settore sociale, svendita dei beni pubblici e
liberalizzazioni selvagge) imposte dal fondo. Il Trattato del MES conferisce
inoltre ai dirigenti dell'ente sovrannazionale il potere di richiedere in
qualsiasi momento un aumento del capitale, senza che i governi o i parlamenti
nazionali possano opporsi. Dall'art. 32 del Trattato i beni, le sedi e i membri
del MES godono di privilegi e immunità da ogni forma di giurisdizione. I beni,
le disponibilità e le proprietà del MES non possono essere oggetto di
perquisizione, sequestro, confisca, esproprio o qualsiasi altra forma di
sequestro o pignoramento derivanti da azioni esecutive, giudiziarie,
amministrative o normative. I locali del MES vengono letteralmente definiti
''inviolabili''. Tutti i beni, le disponibilità e le proprietà del MES sono
esenti da restrizioni, regolamentazioni, controlli e moratorie di ogni genere.
Le decisioni del MES inoltre vengono assunte al di fuori di qualsiasi controllo
democratico: ''I membri o gli ex membri
del Consiglio dei Governatori e del Consiglio di Amministrazione e il personale
che lavora, o ha lavorato per, o in rapporto con il MES, sono tenuti a non
rivelare informazioni protette dal segreto professionale. Essi sono tenuti,
anche dopo la cessazione delle loro funzioni, a non divulgare informazioni che
per loro natura sono protette dal segreto professionale''. L'art 35
conferisce l'immunità di giurisdizione del personale per gli atti da loro
compiuti nell'esercizio ufficiale delle loro funzioni e dell'inviolabilità per
tutti gli atti scritti e i documenti ufficiali redatti. Qualsiasi questione
inerente all'interpretazione o alle disposizioni di applicazione delle norme
del trattato è sottoposta alla decisione degli stessi organi dell'ente. Il MES è
diretto da un consiglio di governatori, da un consiglio di amministrazione e da
un direttore generale. Gli stati membri si impegnano incondizionatamente e
irrevocabilmente a versare al MES qualsiasi somma venga loro richiesta e ad
adottare le misure economiche da esso stabilite. Tale obbligo è irrevocabile
poiché, anche nel caso in cui ci fossero le elezioni nello stato interessato
dal provvedimento, e si formasse un nuovo parlamento contrario agli accordi del
MES, il trattato dovrà comunque rimanere in vigore. Con il MES è come se
qualcuno ci avesse detto: ''Voi mi affidate i vostri soldi e poi li gestisco
alle seguenti condizioni:
1- non avete diritto di
chiedermi delucidazioni su come li spendo e non potete effettuare nessun tipo
di controllo sulla mia gestione. Decido io quali informazioni darvi e con quali
modalità;
2-oltre all'importo iniziale,
siete obbligati a versarmi anche tutte le successive somme aggiuntive che vi
richiederò;
3-se avrete bisogno di un
prestito, deciderò io se concedervelo e a quali condizioni;
4-nel caso emergano degli
illeciti finanziari, delle irregolarità o anche dei crimini gravissimi non
potrete denunciarmi a meno che non sia io stesso ad autorizzarvi. Accettate?
Nessuna persona lucida di mente potrebbe mai tollerare condizioni simili,
eppure lo stato d'ipnosi collettiva creato dall'élite, attraverso il monopolio
dell'informazione, consente che ad accettarle siano interi stati sovrani. E
l'aspetto più inquietante della vicenda è che il controllo mentale sulle masse è
talmente evidente, che le clausole del Trattato invece di essere tenute segrete
possono essere pubblicate online nella massima indifferenza generale. La
popolazione confida così ciecamente nella trasparenza degli organi
d'informazione istituzionali, da arrivare a ritenere che, se ci fosse qualche
pericolo reale, i mass media se ne occuperebbero. Invece sono tutti complici
nel mantenere la gente nello stordimento generale di questa Matrix, che ci
impedisce di scorgere la verità oltre la cortina di fumo creata dai poteri
forti.
CINZIA PALMACCI
Nessun commento:
Posta un commento