giovedì 17 ottobre 2019

PER RISOLVERE IL PROBLEMA DELL'IMMONDIZIA A ROMA CI VOGLIONO LE MANIERE FORTI

Risultati immagini per immigrati che puliscono

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C'è solo un modo per risolvere i problemi quando sono questi che ci espongono al rischio di venirne sommersi, e il verbo "sommergere" nel caso della spazzatura a Roma è proprio il termine giusto. A Roma ormai è emergenza rifiuti. E di vera emergenza si tratta perché il cattivo odore, i percolati e miasmi vari rappresentano una vera allerta sanitaria. Il sindaco Raggi sembra letteralmente annaspare in un oceano di spazzatura, indifferenza e negligenza grave della sua amministrazione e dell'AMA, l'azienda che da anni si occupa della raccolta dei rifiuti a Roma e provincia. A questo punto al sindaco di Roma non basta più l'atteggiamento vittimista e rassegnato tenuto finora. Una famosa frase dice: "Quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare", quindi è arrivato il momento di dimostrare sul campo se si è capaci di tenere il punto della situazione o sarebbe meglio cedere il passo. E' necessario uno scatto in avanti per prendere la situazione in mano e farsi sentire. Insomma, è arrivato il momento delle maniere forti. 

Il servizio giornalistico delle Iene di Italia uno che mostra alcuni netturbini che se ne vanno in giro con il badge a far finta di fare il proprio dovere, è qualcosa che grida vendetta al cospetto di migliaia di cittadini onesti che svolgono diligentemente il proprio lavoro in maniera seria e responsabile, e in Italia ce ne sono ancora molti, per fortuna. Sono questi gli atteggiamenti che fanno storcere il naso all'estero quando si nomina l'Italia nei consessi che contano. Ma i netturbini dell'AMA non ci stanno, e propongono una trovata geniale: multare i cittadini di Roma troppo sporcaccioni! Ammesso che, in effetti, girando Roma tra i rifiuti si trova di tutto. Più che una discarica a cielo aperto, un mercatino dell'usato come nuovo. Frigoriferi, materassi, assi da stiro, computer, componentistica varia ecc....Di tutto, di più. Indubbiamente si tratta di un comportamento scorretto oltre che incivile, perché alcuni rifiuti ingombranti e "speciali" non andrebbero gettati tra i cassonetti, ma esistono ditte specializzate che raccolgono questi materiali in apposite "isole ecologiche" cittadine. L'ignoranza non è ammessa quando si tratta della salute e della pubblica incolumità. Ma è anche vero che quando i cassonetti sono già sommersi da pattume vario, un rifiuto in più o in meno non fa troppa differenza. Allora le soluzioni per cominciare a spargere un po' di sano terrore in giro sono essenzialmente: l'inasprimento delle ammende per chi viene sorpreso a gettare rifiuti ingombranti che non rispettano gli standard, la pronta denuncia alle autorità preposte di cittadini indisciplinati anche con l'ausilio di video e foto che accertano la flagranza del reiterato comportamento errato (il sentirsi "spiati" e il timore del vicino antipatico che gioca a James Bond quando ci si avvicina furtivi al cassonetto, funzionano sempre). Oltre all'inasprimento delle ammende e alle "spie" con licenza di denunciare e filmare, un altro forte deterrente riguarda proprio i dipendenti dell'AMA. In Italia i dipendenti pubblici si sentono spalleggiati da un sistema criminal politico che conosciamo ormai come un fatto di costume tutto italico: il "voto di scambio". Carriere assicurate, posti di lavoro che fioccano solo se dentro i seggi si "vota bene" e ci si dimostra "riconoscenti". Anche questo deve cambiare: i netturbini dell'AMA devono sapere che con le migliaia di immigrati che sbarcano ogni giorno in Italia, la concorrenza si fa sempre più insidiosa. Molti sono i migranti che farebbero carte false per essere assunti a stipendio mensile fisso, tredicesime e quattordicesime comprese. E sono anche molto diligenti e onesti, perché capiscono l'importanza di integrarsi onestamente. Un esempio? Un cartello scritto a Roma da alcuni immigrati: “Gentili signore e signori, desidero integrarmi onestamente nella vostra città senza chiedere l’elemosina! Da oggi terrò pulite le vostre strade. Vi chiedo soltanto un contributo di 50 centesimi per il mio lavoro. Buste, scope, palette e altro materiale per la pulizia sono ben accetti. Grazie”. Segue foto, con i mucchietti di spazzatura raccolti e ordinati. Si tratta di un ragazzo, straniero, che tiene pulite le strade del Fleming, uno dei quartieri più snob di Roma (Nord). Anzi, in realtà non è un ragazzo, sono quattro. A via Nitti i netturbini modello sono: Abbas, ha 21 anni, e viene dalla Sierra Leone, Benjamin di 19 anni, e arriva dalla Nigeria. Tutti e due sono venuti in Italia su un barcone e vivono nel campo di Castelnuovo di Porto. Si sono inventati questa cosa perché si vogliono rendere utili, non chiedere soldi e basta. Accanto a loro, una scuola. Di fronte ci sono una sartoria, un bar, un negozio di vendita e assistenza computer. Tutto ordinatissimo, asettico. Qualche romano ha commentato: “Sono bravi, non disturbano, tengono pulito. Dovrebbero mandare sempre loro! Sono utili!”. 
Direi che per i "fanatici" del posto fisso tutti sindacato e ferie pagate c'è di che cominciare a preoccuparsi. Le frontiere dei lavoratori "di domani" sono sempre più aperte e "accoglienti", anche grazie a quella stessa politica che li faceva sentire sicuri, anche troppo....

CINZIA PALMACCI


LITURGIA DEL GIORNO

La Liturgia di Giovedi 17 Ottobre 2019
Sant'Ignazio di Antiochia


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Grado della Celebrazione: Memoria
Colore liturgico: Rosso 

Antifona d'ingresso
Sono stato crocifisso con Cristo: 
non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me; 
io vivo nella fede del Figlio di Dio, 
che mi ha amato e ha dato se stesso per me. (Gal 2,19-20) 

Colletta
Dio onnipotente ed eterno, 
che nel sacrificio dei martiri 
edifichi la tua Chiesa, mistico corpo del Cristo, 
fa’ che la gloriosa passione 
che meritò a sant’Ignazio una corona immortale, 
ci renda sempre forti nella fede. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo... 

PRIMA LETTURA (Rm 3,21-30)
L’uomo è giustificato per la fede, indipendentemente dalle opere della Legge. 

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Fratelli, ora, indipendentemente dalla Legge, si è manifestata la giustizia di Dio, testimoniata dalla Legge e dai Profeti: giustizia di Dio per mezzo della fede in Gesù Cristo, per tutti quelli che credono. Infatti non c’è differenza, perché tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, per mezzo della redenzione che è in Cristo Gesù. 
È lui che Dio ha stabilito apertamente come strumento di espiazione, per mezzo della fede, nel suo sangue, a manifestazione della sua giustizia per la remissione dei peccati passati mediante la clemenza di Dio, al fine di manifestare la sua giustizia nel tempo presente, così da risultare lui giusto e rendere giusto colui che si basa sulla fede in Gesù.
Dove dunque sta il vanto? È stato escluso! Da quale legge? Da quella delle opere? No, ma dalla legge della fede. Noi riteniamo infatti che l’uomo è giustificato per la fede, indipendentemente dalle opere della Legge. 
Forse Dio è Dio soltanto dei Giudei? Non lo è anche delle genti? Certo, anche delle genti! Poiché unico è Dio.

Parola di Dio 

SALMO RESPONSORIALE (Sal 129)
Rit: Con il Signore è la misericordia e grande è con lui la redenzione. 

Dal profondo a te grido, o Signore;
Signore, ascolta la mia voce.
Siano i tuoi orecchi attenti
alla voce della mia supplica.

Se consideri le colpe, Signore,
Signore, chi ti può resistere?
Ma con te è il perdono:
così avremo il tuo timore.

Io spero, Signore.
Spera l’anima mia,
attendo la sua parola.
L’anima mia è rivolta al Signore
più che le sentinelle all’aurora. 

Canto al Vangelo (Gv 14,6) 
Alleluia, alleluia.
Io sono la via, la verità e la vita, dice il Signore.
Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.
Alleluia. 

VANGELO (Lc 11,47-54
Sarà chiesto conto del sangue di tutti i profeti: dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccarìa. 

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. Così voi testimoniate e approvate le opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite. 
Per questo la sapienza di Dio ha detto: “Manderò loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno”, perché a questa generazione sia chiesto conto del sangue di tutti i profeti, versato fin dall’inizio del mondo: dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccarìa, che fu ucciso tra l’altare e il santuario. Sì, io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione. 
Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito».
Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo in modo ostile e a farlo parlare su molti argomenti, tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca.

Parola del Signore 

Preghiera dei fedeli
Di fronte alla pesantezza della morte e del peccato, oggi la parola di Dio pone la croce di Cristo, riconciliazione e salvezza per tutti gli uomini. A Dio Padre che manda l'Agnello a togliere il peccato del mondo, rivolgiamo la nostra preghiera:
Liberaci, o Signore, da tutti i mali.

Signore, tu mandi sempre nuovi profeti alla tua Chiesa: aiutala a riconoscere il cammino che tu le indichi e a percorrerlo con fiducia e serenità. Preghiamo:
O Padre, hai fatto della croce di Cristo il cuore del mondo: riunisci in quel legno benedetto la sofferenza e le prove di chi, anche oggi, dà la vita per il tuo nome. Preghiamo:
O Dio, sei sempre stato accanto al cammino e alla ricerca dell'uomo: rafforza l'impegno di chi si prodiga nel combattere i mali del nostro tempo. Preghiamo:
O Signore, il nostro orgoglio spesso ci impedisce di vedere il male dentro di noi: purifica il nostro cuore perché confessiamo il nostro peccato e ci riconciliamo con te. Preghiamo:
Signore, il tuo volto è misericordioso e pieno di amore: lava le mani dei violenti e dona loro un cuore di carne. Preghiamo:
Per chi, nella nostra comunità, esercita il ministero della parola.
Perché gli organi di partecipazione della nostra comunità ricerchino il contributo di tutti.

O Dio, che ci hai benedetti in Cristo e in lui ci hai scelti per essere santi nella carità, aiutaci a riconoscere questa elezione, per esservi coerenti con la nostra vita. Per Cristo nostro Signore. Amen. 

Preghiera sulle offerte
Accogli, Signore, 
l’offerta del nostro servizio sacerdotale, 
come hai gradito il sacrificio di sant’Ignazio, 
frumento del Cristo macinato nel martirio, 
per formare il pane a te consacrato. 
Per Cristo nostro Signore. 


Antifona di comunione
Sono frumento del Cristo: 
ch’io sia macinato dai denti delle belve 
per diventare pane puro e santo. 

Preghiera dopo la comunione
Ci sostenga e ci rinnovi, Signore, 
il pane che abbiamo spezzato alla tua mensa 
nella nascita al cielo 
del martire sant’Ignazio, 
perché con le parole e con le opere 
ci dimostriamo autentici cristiani. 
Per Cristo nostro Signore. 

Commento
Nelle tre virtù teologali la speranza si trova tra la fede e la carità: si appoggia alla fede e dà slancio alla carità. Avere molta speranza è come orientarsi verso la cima di una montagna: chi vuoi raggiungerla desidera superare tutti gli ostacoli per poter contemplare il meraviglioso panorama che si gode dall'alto. 
Sant'Ignazio d'Antiochia era colmo di un'immensa speranza; non assomigliava a quelli che san Paolo descrive nella lettera ai Filippesi, privi di speranza perché sono "tutti intenti alle cose della terra". Nella lettera agli Efesini san Paolo attribuisce alla mancanza di speranza tutta l'immoralità del mondo pagano: non avendo speranza, si sono abbandonati ai loro desideri impuri, che li trascinano in basso. I cristiani invece sono uomini e donne ricchi di una grande speranza, sanno di essere cittadini del cielo "e di là aspettano come Salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso". 
Anche il Signore, nel Vangelo di oggi, ci anima a una grande speranza: la speranza di conservare la nostra vita per la vita eterna, di essere con lui dove egli e, cioè nella gloria del Padre, di essere onorati dal Padre: "Se uno mi serve, il Padre lo onorerà". "Chi ha questa speranza dice san Giovanni si conserva puro". E la speranza a dare la forza di resistere alle tentazioni, a dare il coraggio di resistere nelle difficoltà. Nella Colletta della messa di oggi chiediamo a Dio che la passione di sant'Ignazio di Antiochia sia per noi fonte di fortezza nella fede. Perché possiamo pregare cosi? Perché essa è una manifestazione di grande speranza. Sant'Ignazio ha avuto il coraggio di perdere la vita per guadagnarla. Scrivendo ai Romani egli dice: 
"C'è in me un'acqua viva che mi sussurra: Vieni al Padre!". E l'espressione della sua speranza: la parola di Cristo è diventata in lui come una sorgente che vuol zampillare fino al Padre. Egli ardeva dal desiderio di guadagnare Cristo e per questo vedeva la necessità di essere simile a lui nella passione, di essere macinato dai denti delle belve per diventare frumento di Cristo. "Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto", leggiamo nel Vangelo. Nella sua grande speranza egli corre incontro al martirio, con un coraggio intrepido; scrive ai Romani di non intervenire per allontanare da lui quelle sofferenze che sono la ragione della sua speranza, perché grazie ad esse potrà ricevere la più grande grazia di Dio, la vittoria del martirio e infine la gloria di essere accanto a Cristo. 
Ed ora Ignazio splende ai nostri occhi come un santo ardente di fervore e di amore, che ci fa vergognare dei nostri atteggiamenti di fronte alle piccole difficoltà della nostra vita. Come san Paolo scrive ripetutamente, dovremmo poter dire: "Noi ci vantiamo anche nelle tribolazioni, ben sapendo che la tribolazione produce la pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza". Ed è una speranza che non delude.