giovedì 18 luglio 2019

Eugenetica nazista

LA PAROLA EUTANASIA SIGNIFICA "DOLCE MORTE", MA E' UN PURO EUFEMISMO QUANDO UN MALATO VIENE CRUDELMENTE PRIVATO DI ACQUA E CIBO. IL MONDO E' PREDA DI UNA DIABOLICA E DISUMANA CORRENTE CHIAMATA "MALTHUSIANESIMO" O EUGENETICA 


Eugenetica: disciplina che si prefigge di favorire e sviluppare le qualità innate di una razza, giovandosi delle leggi dell’ereditarietà genetica. Il termine fu coniato nel 1883 da Galton, il quale credeva necessario un intervento delle istituzioni per questo fine. Sostenuta da correnti di ispirazione darwinistica e malthusiana, l’eugenetica si diffuse inizialmente nei paesi anglosassoni, grazie anche alla forte impostazione positivista della scienza e all’ideale imperante diprogresso della civiltà.

I programmi eugenetici più efferati sono stati applicati dalla Germania nazista con il progetto “Aktion T4”, il cui obiettivo era l’eliminazione di persone affette da malformazioni genetiche. Iniziato nel 1939, il drammatico provvedimento ha mietuto oltre 70 mila vittime, considerate “indegne di vivere”, anche se la maggioranza degli storici del nazismo è concorde nel valutare questa cifra inferiore ai dati reali. Inoltre l’eliminazione dei disabili andò avanti anche dopo l’annuncio ufficiale di sospensione del criminale progetto. La politica eugenetica nazista è riassunta chiaramente nelle parole di Heinrich Wilhelm Kranz (1897-1945), allora direttore dell’Istituto di Eugenetica dell’Università di Giessen:

“Esiste un numero assai elevato di persone che, pur non essendo passibili di pena, sono da considerarsi veri e propri parassiti, scorie dell’umanità. Si tratta di una moltitudine di disadattati che può raggiungere il milione, la cui predisposizione ereditaria può essere debellata solo attraverso la loro eliminazione dal processo riproduttivo”.

In sintonia con questa visione il regime nazista implementò subito dopo l’ascesa al potere di Hitler le prime politiche di igiene razziale. Il 14 luglio 1933 venne discussa dal parlamento tedesco la Gesetz zur Verhütung erbkranken Nachwuchses («Legge sulla prevenzione della nascita di persone affette da malattie ereditarie»). Questa legge stabiliva la sterilizzazione forzata di persone affette da una serie di malattie ereditarie – o supposte tali – tra le quali schizofrenia, epilessia, cecità, sordità, corea di Huntington e deficienza mentale. Inoltre la legge prevedeva la sterilizzazione degli alcoolisti cronici.

Un ulteriore campo di intervento a favore dell’eugenetica fu rappresentato dalle scuole dove gli studenti si trovarono a risolvere problemi di aritmetica di questo tipo: “Un malato di mente costa circa 4 marchi al giorno, un invalido 5,5 marchi, un delinquente 3,5 marchi. In molti casi un funzionario pubblico guadagna al giorno 4 marchi, un impiegato appena 3,5 marchi, un operaio […] a) rappresenta graficamente queste cifre […]”.


Nonostante le numerose proteste popolari ed i ricorsi fatti dai parenti dei pazienti si stima che tra il 1933 ed il 1939 siano state sterilizzate 200.000 – 350.000 persone.

Successivamente in data 1° settembre 1939 Adolf Hitler scrisse questo ordine:

“Il Reichsleiter Bouhler e il dottor Brandt sono incaricati, sotto la propria responsabilità, di estendere le competenze di alcuni medici da loro nominati, autorizzandoli a concedere la morte per grazia ai malati considerati incurabili secondo l’umano giudizio, previa valutazione critica del loro stato di malattia”.

Il 18 agosto 1939 la Direzione Sanitaria del Reich emanò un provvedimento segreto noto con la sigla IV-B 3088/39-1079 Mi. Grazie a questa disposizione i medici dei “Centri di consulenza” dovevano essere obbligatoriamente informati dagli ospedali e dalle levatrici della nascita di bambini affetti da gravi tare fisiche o psichiche. Ottenuto il consenso dei genitori i bambini venivano ricoverati in cinque centri: Brandenburg, Eichberg, Eglfing, Kalmenhof e Steinhof. Qui giunti i bambini venivano solitamente uccisi con un’iniezione di scopolamina o lasciati progressivamente morire di fame. A decesso avvenuto i bambini venivano sezionati, ai medici interessava soprattutto studiarne il cervello.

Fu il dottor Viktor Brack a creare una Direzione della “Aktion T4”: il cosiddetto “Comitato dei Periti”. Esso era, di fatto, il vertice dell’operazione ed era costituito da tre persone: il professor Werner Heyde, il professor Paul Nitsche e il professor Maximilian de Crinis. I tre, psichiatri e nazisti fidati, crearono la struttura amministrativa e idearono i successivi passaggi esecutivi per lo sterminio dei disabili fisici e psichici. 

All’inizio dell’ottobre 1939 tutti gli ospedali, case d’infanzia, case di riposo per anziani e sanatori ebbero l’obbligo di riportare su di un apposito modulo tutti i pazienti istituzionalizzati da cinque o più anni, i «pazzi criminali», i «non-ariani» e coloro ai quali era stata diagnosticata una qualsiasi malattia riportata in un’apposita lista. Inizialmente i pazienti vennero uccisi, come già accadeva nel programma per i bambini, con iniezioni letali. Il metodo era però lento ed inefficace e con il prosieguo della guerra, quando i farmaci utilizzati nelle iniezioni divennero sempre più scarsi, divenne chiaro che sarebbe stato necessario trovare un nuovo metodo. Hitler stesso, basandosi sul consiglio del professor Heyde, propose a Brandt l’utilizzo di monossido di carbonio, dopo che una serie di esperimenti effettuati nel gennaio 1940 a Brandeburgo con diversi tipi di iniezioni letali raffrontate con l’impiego del gas avevano dimostrato la superiore efficienza di quest’ultimo.

Si stima che l’attuazione del programma T4 abbia portato all’uccisione di un totale di persone compreso tra le 60.000 e le 100.000. Per quanto concerne la sola terza fase dell’aktion T4, i medici incaricati di portare avanti l’operazione decisero di uccidere il 20% dei disabili presenti negli istituti di cura, per un totale di circa 70.000 vittime. Ad ogni modo l’uccisione di disabili proseguì anche oltre la fine ufficiale dell’operazione, portando quindi il totale delle vittime ad una cifra che si stima intorno ai 200.000 individui.


  

Abusi sui minori strappati alle famiglie. Non crederete a questi video!



Il giudice Morcavallo nel 2013 denunciava già lo scandalo delle false adozioni



Giudice Francesco Morcavallo intervento convegno la tutela del minore in ambito protetto


Nel 2013 il Giudice del Tribunale dei minorenni di Bologna già denunciava pubblicamente il sistema degli affidi in TV definendolo un vero e proprio "mercato di bambini tolti alle famiglie senza alcun motivo reale." Oggi nel 2019 nulla è cambiato e la storia si ripete.


CERCANO DI SDOGANARE LA PEDOFILIA ATTRAVERSO IL DISCREDITO DELLA FAMIGLIA NATURALE PER STRAPPARE I BAMBINI AI GENITORI E AVVIARLI AI TRAFFICI PIU' TRUCI!!!

IL TRADIMENTO DELL'ITALIA DEI 5 STELLE CHE HANNO VOTATO IL SUO PEGGIOR AGUZZINO EUROPEO: URSULA VON DER LEYEN

IL VOLTAFACCIA DEL MOVIMENTO 5 STELLE CHE TRADISCE I SUOI ELETTORI PER CERCARE CONSENSI IN EUROPA, PERFINO TRA LE FILA DI FORZE POLITICHE EUROPEE CHE PRIMA VEDEVANO COME IL MALE ASSOLUTO, TRA CUI PROPRIO LA VON DER LEYEN. "ONESTA'! ONESTA'! ONESTA'!" UN'IPOCRITA FURBATA CHE GLI COSTERA' CARA....
RICORDIAMO CHE LA VON DER LEYEN E' PRO LGBT ED ERA QUELLA CHE DURANTE LA CRISI GRECA VOLEVA IPOTECARE LE RISERVE AUREE DELLA GRECIA!!!!

Von der Leyen, Fusaro la impallina: ‘Voleva ipotecare le riserve auree della Grecia’

La notizia che la politica tedesca, Ursula von der Leyen, è stata eletta nuova Presidente della Commissione Europea, in sostituzione del lussemburghese Jean Claude Juncker, ha fatto il giro del mondo in pochi minuti. Il Ministro della Difesa del governo di Angela Merkel ce l’ha fatta per un soffio, ottenendo 383 voti a favore dal Parlamento di Strasburgo contro 327 contrari. Il nome della von der Leyen è risultato divisivo anche per il governo italiano formato da M5S e Lega che non è riuscito ad esprimere un voto compatto ma si è spaccato.

I 28 deputati leghisti hanno votato no, mentre i 14 del M5S si, risultando praticamente decisivi per l’elezione del ‘falco’ di Berlino (in materia economica) alla massima carica dell’Unione. Chi, invece, dimostra di non aver mai avuto dubbi circa il giudizio da dare alla nuova Presidente della Commissione è Diego Fusaro. Il filosofo sovranista avverte tutti sulla vera natura della politica tedesca, che non si sarebbe fatta scrupoli contro la Grecia, al tempo della drammatica crisi finanziaria che aveva colpito il Paese ellenico.

L’attacco di Diego Fusaro a Ursula von der Leyen

Se la grande maggioranza della diplomazia europea esulta per l’elezione della fedelissima della Merkel alla presidenza della Commissione Europea e per quella di Christine Lagarde a quella della Banca Centrale Europea (BCE), chi risulta come sempre fuori dal coro neoliberista e atlantista è Diego Fusaro. Il filosofo seguace di Gramsci e Marx, dimostra di avere le idee chiare sulla donna politica tedesca, da molto tempo vicina alle posizioni della Cancelliera teutonica Angela Merkel.



“Incredibile! Ecco chi è realmente Ursula von der Leyen”, titola Fusaro un post apparso sul suo sito internet ufficiale. “Vi svelo chi è realmente – scrive rivolto direttamente ai suoi lettori - al tempo della crisi finanziaria greca, propose apertamente di ipotecare le riserve auree del Paese ellenico come garanzia del prestito concesso dai creditori internazionali”. Una proposta talmente “radicale”, spiega il filosofo gramsciano, da essere addirittura bocciata con una netta “presa di distanze” persino dal governo tedesco “capitanato dalla Merkel”. Il post si chiude con una domanda retorica: “Avete capito quale sarà il futuro dei popoli europei?”.

Lo scontro tra Lega e M5S

Il giudizio di Diego Fusaro su Ursula von der Leyen va quasi a braccetto con quello espresso dalla Lega poco prima del voto che ha portato la tedesca a succedere a Juncker. “Ci ha schifato, preso in giro chiedendoci il sostegno di nascosto e per di più i nostri voti non sarebbero determinanti. A questo punto votiamo no, non barattiamo le nostre idee per una poltrona”, hanno fatto sapere i leghisti facendo infuriare gli alleati pentastellati.

Il Premier Giuseppe Conte ha commentato dichiarando che Salvini e i suoi si assumeranno la responsabilità della loro decisione. Ma i leghisti non si sono tirati indietro, additando a loro volta il capo politico del M5S Luigi Di Maio come facente parte di un “asse” con Angela Merkel, Emmanuel Macron e Matteo Renzi.








La volta che l’Italia fece un “blocco navale”




QUANDO A FARE IL BLOCCO NAVALE FU PRODI NEL 1997 CONTRO GLI SBARCHI DEGLI ALBANESI NON ERA UN ATTO DI GUERRA?! O FORSE PERCHE' ANCORA NON C'ERANO LE ONG DI SOROS A LUCRARE SULLE VITE UMANE, E IL PIANO D'INVASIONE DELL'ITALIA NON ERA ANCORA AI LIVELLI RAGGIUNTI OGGI, CON MACRON A FARE LA PARTE DEL LEONE IN LIBIA. DEL RESTO, L'ALBANIA NON HA IL PETROLIO DELLA LIBIA, PERCIO' LE SUE VITE UMANE PERSE CONTAVANO MENO....


Era il 1997, lo scopo era fermare i migranti che arrivavano dall'Albania: non andò benissimo

Dopo il naufragio avvenuto nella notte tra sabato e domenica nel Canale di Sicilia, nel quale si teme siano morte circa 850 persone su una barca di migranti, diversi politici hanno suggerito di iniziare un “blocco navale”: cioè un’azione militare con l’obiettivo di impedire l’accesso e l’uscita di navi dai porti di un certo territorio. Nella recente storia dell’Italia c’è un precedente, anche se formalmente non fu chiamato così: quello del “blocco navale” sulle coste dell’Adriatico per fermare i migranti provenienti dall’Albania, negli anni Novanta.




L’Albania negli anni Novanta
Dopo la caduta del regime comunista, all’inizio degli anni Novanta l’Albania si ritrovò in una situazione molto complicata e difficile. Il paese era politicamente isolato, con un livello di criminalità molto elevato, povero e arretrato da un punto di vista economico. Il governo albanese cercò di porre rimedio con una serie di riforme, tra cui quella delle cosiddette “imprese piramidali” che funzionavano come delle banche ma con un tasso di interesse molto alto. Nel gennaio del 1997 la maggior parte di queste imprese fallì e un terzo delle famiglie albanesi perse i propri risparmi. La storia l’ha raccontata bene, tra gli altri, lo scrittore Vincenzo Latronico in un suo libro.


A Tirana cominciarono proteste che poi si estesero anche in altre città, durarono mesi e diventarono sempre più violente fino a quando l’allora presidente della Repubblica, Sali Berisha, dichiarò lo stato d’emergenza: solo una piccola parte del territorio albanese era rimasto sotto il controllo dello governo, mentre la maggior parte del sud e delle zone centrali (Tirana, Durazzo, Valona) erano gestite da bande armate. Fu in questa situazione – che viene storicamente ricordata come “anarchia albanese” – che cominciò a aumentare l’emigrazione verso l’Italia.

Il “blocco navale” del 1997
In quell’anno di grave crisi e disordine per l’Albania, in Italia al governo c’era il centrosinistra e il presidente del Consiglio era Romano Prodi. Il ministro degli Esteri era Lamberto Dini; alla Difesa c’era Beniamino Andreatta e agli Interni Giorgio Napolitano. Il governo italiano decise di adottare una duplice strategia: da una parte offrire accoglienza temporanea nei casi di bisogno effettivo, con l’immediato ri-accompagnamento di coloro a cui non era riconosciuto quel bisogno, dall’altra parte evitare un afflusso massiccio di migranti verso l’Italia tramite un accordo con l’Albania.

Il 19 marzo del 1997 venne adottato un decreto legge che regolamentava i respingimenti; il 25 marzo venne firmato un accordo con l’Albania per il contenimento del traffico clandestino di profughi. L’accordo parlava ufficialmente di un «efficace pattugliamento» delle coste dell’Adriatico e dava alla Marina disposizioni per fare «opera di convincimento» nei confronti delle barche di migranti provenienti dall’Albania: in pratica però fu un vero e proprio “blocco navale”, criticato apertamente dall’ONU.

L’accordo prevedeva un controllo nelle acque territoriali albanesi affidato al 28° Gruppo Navale italiano, che operava regolarmente armato e pronto a rispondere al fuoco se provocato (aveva a disposizione anche un contingente di terra per il controllo dell’area portuale, del porto e del lungomare sul quale si trovavano le aree di partenza dei cosiddetti “scafisti”); una seconda fascia, costituita da navi d’altura, aveva il compito di sorvegliare lo spazio marittimo tra Albania e Italia per intercettare le barche con i migranti; la terza fascia doveva recepire la situazione trasmessa dalle unità d’altura e agire per contenere l’entrata nelle acque territoriali italiane.

Cosa avvenne il 28 marzo del 1997
Pochi giorni dopo la promulgazione degli accordi una motovedetta albanese carica di donne e bambini, la Katër i Radës, fu speronata nel canale d’Otranto dalla Sibilla, una corvetta della Marina militare italiana che ne contrastava il tentativo di approdo sulla costa italiana. Si rovesciò in pochi minuti: morirono 81 persone, ne sopravvissero 32.

Quel giorno a svolgere le operazioni di pattugliamento nel canale d’Otranto c’erano cinque navi della marina Italiana: le fregate Zeffiro, Aliseo, Sagittario, il pattugliatore Artigliere e la corvetta Sibilla. Le prime quattro avevano il compito di perlustrare le acque internazionali vicino alle coste albanesi. La corvetta Sibilla, invece, aveva compiti e funzioni difensive diverse: collocarsi al confine tra le acque italiane e quelle internazionali, controllando la seconda linea.

La Katër i Radës era stata rubata al porto di Saranda da un gruppo che gestiva il traffico di migranti. Nel pomeriggio del 28 marzo, intorno alle 15, partì da Valona carica di circa 120 persone, tra uomini, donne e anche molti bambini, molte più di quante ne potesse contenere. Alle 17.15 fu avvistata dalla fregata Zeffiro impegnata nell’operazione del blocco navale. La Zeffiro intimò alla Katër i Radës di invertire la rotta ma la nave albanese proseguì. Quindici minuti più tardi della nave iniziò a occuparsi la corvetta Sibilla, più piccola ed agile, che iniziò a effettuare le manovre di allontanamento, avvicinandosi in cerchi sempre più stretti alla Katër i Radës. Alle 18.57 avvenne l’urto. La Sibilla colpì la piccola nave (il ponte era lungo circa 20 metri) due volte: una prima, sbalzando molte persone in acqua e una seconda capovolgendola. Alle 19.03 la nave affondò. Alessandro Leograndeha raccontato la storia della Katër i Radës in un libro intitolato Il naufragio.

La sentenza di primo grado, che risale al 2005, ma anche quella di secondo grado, del 2011, stabilirono che la colpa era condivisa tra i comandanti delle due imbarcazioni: il comandante della Katër i Radës venne condannato a quattro anni di carcere, poi ridotti in appello a tre anni e dieci mesi; Fabrizio Laudadio, comandante della Sibilla, venne condannato a tre anni, poi ridotti a due anni e quattro mesi. Il relitto della nave albanese, recuperato, è diventato un monumento a Otranto.

La situazione in Albania non migliorò, il governo locale chiese l’intervento di una forza militare internazionale: arrivò con l’operazione Alba, promossa dall’Italia e autorizzata dall’ONU. Il blocco navale permise di intercettare decine di imbarcazioni, ma non fermò i viaggi dei migranti: soltanto il 5 maggio a Bari sbarcarono 1.500 migranti. In Albania si tennero delle nuove elezioni a giugno; l’Italia in agosto ritirò il suo contingente militare e si impegnò poi ad addestrare le forze militari e la polizia albanese, mentre la situazione tornò molto lentamente a una specie di normalità.



5G? Qui, non passa! Cresce l’Italia tecnoribelle: 2 Sindaci emanano ordinanze Stop 5G, approvate 16 delibere e mozioni. Ecco numeri e atti ufficiali (che la Tv censura) – NOTIZIA ESCLUSIVA



L'Internet delle cose è una battaglia del M5stelle (altro nome del PD), insieme alla vaccinazione obbligatoria a tappeto che li porterà dritti verso l'autodistruzione.... 


di Maurizio Martucci

“Ordina la sospensione della immediata sperimentazione o diffusione del 5G sul territorio del Comune in attesa della nuova classificazione della cancerogenesi annunciata dall’International Agency for Resarch on Cancer, applicando il principio precauzionale sancito dall’Unione Europea”. Spedita a mezzo PEC al Presidente della Repubblica, ai ministri del Governo, all’AgCom e alle compagnie telefoniche, l’ultima ordinanza sindacale urgente e contingibile emessa da un Sindaco italiano è del 16 Luglio 2019 e porta la firma di Massimo Carazzana, primo cittadino del Comune di Tribano (Padova).
 


Dopo Marsaglia (Cuneo) si tratta della seconda ordinanza Stop 5G d’Italia, ma soprattutto del diciottesimo atto ufficiale per la moratoria sul territorio, sommato ai 16 già approvati tra delibere di giunta e mozioni di consiglio comunale che hanno sposato la tutela della salute dei propri concittadini, impedendo l’avanzata indiscriminata dell’Internet delle cose. Insomma, nonostante il Governo abbia previsto la copertura del 5G sul 98% del territorio nazionale, è in atto una spaccatura, una secessione dall’ultima rivoluzione digitale, pericolosa per umanità ed ecosistema.



Il dato emerge dalla lista pubblicata oggi sul sito ufficiale dell’Alleanza Italiana Stop 5G che riporta i numeri della tecnoribellione, un fenomeno in rapida crescita dal nord al sud, isole comprese e in ogni sede istituzionale: 7 interrogazioni parlamentari sinora presentate e discusse tra Camera dei Deputati e Senato, 1 mozione firmata da 5 deputati che impegna il Governo Conte alla moratoria nazionale, 1 ordine del giorno approvato dal Governo, 8 Regioni in cui devono essere discusse in aula mozioni Stop 5G esattamente come in 1 Provincia autonoma e 33 comuni, oltre le 16 già approvate e le 2 ordinanze del Sindaco emanate.



Innumeri della rivolta democratica a cui si devono per forza includere anche i 5 esposti Stop 5G già depositati in 4 diverse Procure della Repubblica, le 35.000 firme già raccolte nelle due petizioni on-line e le migliaia di altre firme contenute nei documenti delle diffide locali inoltrate ai sindaci (692 Bologna, 300 Perugia e 280 Prato). Insomma, l’Italia Stop 5G esiste nonostante i grandi mezzi d’informazioni (soprattutto il mainstream delle TV) fatichi a darne notizia, censurando una sacrosanta rivendicazione costituzionale. Un’Italia contraria allo tsunami elettromagnetico e per la prevenzione del danno c’è e cresce ogni girono sempre di più. Continuare a fra finta di nulla è ingannevole oltre che dannoso.




Scrive sulla pagina Facebook istituzionale il Comune di Avolasca (Alessandria), nel novero dei precauzionisti: “la Giunta Comunale si è riunita il 12 Giugno 2019 deliberando che IL COMUNE ESPRIME PARERE NEGATIVO RIGUARDO L’ESTENSIONE SUL TERRITORIO COMUNALE DELLA NUOVA TECNOLOGIA 5G, ADERENDO ALLA RICHIESTA DI MORATORIA, PROMUOVENDO ALLO STESSO TEMPO SOLUZIONI TECNOLOGICHE SICURE E A BASSO IMPATTO AMBIENTALE”.


In esclusiva su OASI SANA riportiamo alcuni dei documenti ufficialmente esposti all’Albo Pretorio, firmati dagli organi d’indirizzo delle pubbliche amministrazioni Stop 5G.





L’omicidio di Vincent Lambert e le responsabilità della comunità scientifica internazionale



(Alfredo De Matteo) Il quarantaduenne francese Vincent Lambert è morto la mattina dell'11 luglio scorso nell’ospedale di Reims dove era ricoverato; o meglio, è stato ucciso tramite privazione prolungata di acqua e cibo da medici e giudici che hanno rinnegato i principi basilari della deontologia medica e del diritto. Ma Vincent Lambert è una vittima della spietatezza dell’odierna società relativista e del nuovo criterio di definizione della morte che ha completamente stravolto i parametri di accertamento della morte stessa nonché la concezione filosofica che ne è alla base. Se prima infatti l’uomo era considerato un insieme integrato, cioè il risultato della fusione armonica dei diversi elementi di cui è composto (corporei e spirituali) nel quadro di un’organizzazione unificata, con l’introduzione del criterio della morte encefalica l’uomo non è più considerato tale, ma un insieme le cui funzioni vitali di base sono in un certo qual modo disgiunte dalla sua essenza. Per meglio dire, se il cervello, l’organo che svolgerebbe la funzione di integratore somatico centrale secondo il rapporto di Harvard del 1968, risulta compromesso l’uomo seppur vivo sarebbe in realtà morto, ossia un mero agglomerato di organi, tessuti e funzioni fisiologiche. Si tratta dunque di una concezione medica e filosofica contraria alla ragione e al buon senso a cui tuttavia è stata assegnata del tutto arbitrariamente piena dignità scientifica. Nella dicitura medica si distinguono diversi stati di coscienza che vanno dal coma alla morte cerebrale passando per lo stato vegetativo a quello di minima coscienza; i parametri clinici dei diversi stati sono spesso sovrapponibili tra loro con alcune minime differenze che risultano essere il frutto di una mera distinzione semantica piuttosto che il risultato di una classificazione oggettiva.Inoltre, la scienza ha ormai ampiamente dimostrato che la parola irreversibile non è più applicabile agli stati di coscienza; ciò significa ad esempio che un paziente in cosiddetto stato vegetativo può evolvere in una condizione di minima coscienza. 



Vincent Lambert era considerato un paziente in stato vegetativo permanente a seguito dell’incidente stradale cui era rimasto vittima nel 2008, ma secondo molti, tra cui il direttore del centro ricerche sul coma dell’Istituto neurologico Besta di Milano, egli si trovava in stato di minima coscienza in quanto era in grado di girare la testa, muovere qualche parte del corpo in risposta ad una domanda e financo piangere. Eppure, secondo diverse sentenze e perizie medico legali Vincent Lambert era praticamente un vegetale. Si è dunque trattato di un utile escamotage per giustificare la soppressione di un innocente? Certamente, ma anche la conseguenza logica dello stravolgimento dei criteri di accertamento della morte, della riduzione dell’essere umano allaf unzionalità di un singolo organo, il cervello. Del resto, se l’essenza vitale dell’uomo risiede nell’intelletto le labili distinzioni tra i diversi stati di coscienza finiscono per passare in second’ordine, primo perché risulta difficile se non impossibile accertarli con esattezza (in quanto arbitrarie e legate a complessi test diagnostici), in secondo luogo perché un cervello gravemente danneggiato comporta necessariamente un altrettanto grave compromissione dell’essenza stessa della persona umana. Pertanto, ciò che veramente conta non è determinare il grado di coscienza di sé di un malato bensì l’assunto filosofico sotteso al nuovo criterio di accertamento della morte, che porta a discriminare tra vite degne e indegne di essere vissute. Il tetraplegico Vincent Lambert dal giorno del suo incidente ha perso assieme ad alcune funzioni del suo cervello la dignità di essere umano; così come la perdono le migliaia di persone che ogni anno vengono dichiarate cerebralmente morte e depredate dei loro organi vitali allo scopodi ingrossare la fiorente macchina dei trapianti. 
(Alfredo De Matteo)

PREGHIERE E LITURGIA DEL GIORNO


PREGHIERE DEL GIORNO
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Giovedì 18 Luglio 2019
   


LITURGIA DEL GIORNO
- Rito Romano -



  PRIMA LETTURA 

Es 3,13-20
Dal libro dell’Èsodo

In quei giorni, [udendo la voce del Signore dal mezzo del roveto,] Mosè disse a Dio: «Ecco, io vado dagli Israeliti e dico loro: “Il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi”. Mi diranno: “Qual è il suo nome?”. E io che cosa risponderò loro?». Dio disse a Mosè: «Io sono colui che sono!». E aggiunse: «Così dirai agli Israeliti: “Io-Sono mi ha mandato a voi”».
Dio disse ancora a Mosè: «Dirai agli Israeliti: “Il Signore, Dio dei vostri padri, Dio di Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe, mi ha mandato a voi”. Questo è il mio nome per sempre; questo è il titolo con cui sarò ricordato di generazione in generazione.
Va’! Riunisci gli anziani d’Israele e di’ loro: “Il Signore, Dio dei vostri padri, Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, mi è apparso per dirmi: Sono venuto a visitarvi e vedere ciò che viene fatto a voi in Egitto. E ho detto: Vi farò salire dalla umiliazione dell’Egitto verso la terra del Cananeo, dell’Ittita, dell’Amorreo, del Perizzita, dell’Eveo e del Gebuseo, verso una terra dove scorrono latte e miele”.
Essi ascolteranno la tua voce, e tu e gli anziani d’Israele andrete dal re d’Egitto e gli direte: “Il Signore, Dio degli Ebrei, si è presentato a noi. Ci sia permesso di andare nel deserto, a tre giorni di cammino, per fare un sacrificio al Signore, nostro Dio”.
Io so che il re d’Egitto non vi permetterà di partire, se non con l’intervento di una mano forte. Stenderò dunque la mano e colpirò l’Egitto con tutti i prodigi che opererò in mezzo ad esso, dopo di che egli vi lascerà andare».


  SALMO  

Sal 104
Il Signore si è sempre ricordato della sua alleanza.

Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome,
proclamate fra i popoli le sue opere.
Ricordate le meraviglie che ha compiuto,
i suoi prodigi e i giudizi della sua bocca.

Si è sempre ricordato della sua alleanza,
parola data per mille generazioni,
dell’alleanza stabilita con Abramo
e del suo giuramento a Isacco.

Dio rese molto fecondo il suo popolo,
lo rese più forte dei suoi oppressori.
Cambiò il loro cuore perché odiassero il suo popolo
e agissero con inganno contro i suoi servi.

Mandò Mosè, suo servo,
e Aronne, che si era scelto:
misero in atto contro di loro i suoi segni
e i suoi prodigi nella terra di Cam.


 VANGELO 

Mt 11,28-30
Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse:
«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro.
Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».