giovedì 1 agosto 2019

La giusta risposta cattolica ai “gay pride”



Esclusivo: riportiamo un appello di Sua Eccellenza mons. Athanasius Schneider, Vescovo Ausiliare dell’Arcidiocesi di Maria Santissima in Astana.

Nei decenni passati hanno iniziato a diffondersi nelle città del mondo occidentale manifestazioni pubbliche, dette “gay pride” (orgoglio gay). Questo fenomeno in costante crescita ha il chiaro obiettivo di conquistare la piazza pubblica di tutte le città del mondo occidentale e, a lungo termine, le città del mondo intero, fatta eccezione per i paesi islamici a causa del timore di prevedibili violente controreazioni.

Tali manifestazioni sono effettuate con enormi impegni finanziari e logistici, accompagnate da una pubblicità propagandistica sostenuta all’unisono dai poteri più influenti della vita pubblica, cioè dalla nomenclatura politica, dai social media, da potenti enti economici e finanziari. Un tale unanime sostegno da parte delle suddette istanze pubbliche era tipico dei sistemi storici totalitari al fine di imporre alla società una determinata ideologia. Le manifestazioni dette “gay pride” assomigliano inconfondibilmente alle marce propagandistiche di diversi regimi politici totalitari del passato.

Resta però un’istanza importantissima della vita pubblica che non è ancora entrata ufficialmente o in larga misura in questo coro unanime di sostegno alle marce dette “gay pride”. Questa voce è quella della Chiesa Cattolica. Il totalitarismo dell’ideologia omosessualista ossia del gender, persegue il suo obiettivo più ambizioso, cioè conquistare l’ultimo bastione di resistenza che è la Chiesa Cattolica. Nel frattempo questo obiettivo ha purtroppo conseguito alcuni successi, giacché si constata che un numero crescente di sacerdoti e persino alcuni vescovi e cardinali esprimono pubblicamente e in diversi modi il loro sostegno a tali marce totalitarie, dette “gay pride”. Con ciò tali sacerdoti, vescovi e cardinali diventano agenti e promotori di una ideologia che rappresenta un’offesa diretta a Dio e alla dignità dell’essere umano, creato maschio e femmina, creato a immagine e a somiglianza di Dio.

L’ideologia del gender ossia l’ideologia dell’omosessualità rappresenta una rivolta contro l’opera creatrice di Dio ammirevolmente saggia e amorevole. Si tratta di una rivolta contro la creazione dell’essere umano nei due sessi necessariamente e mirabilmente complementari del maschile e del femminile. Gli atti omosessuali o lesbici profanano il corpo maschile o femminile, il quale è tempio di Dio. Di fatti, lo Spirito Santo dice: «Se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui. Perché santo è il tempio di Dio, che siete voi» (1 Cor 3, 17). Lo Spirito Santo dichiara nella Sacra Scrittura che gli atti omosessuali sono un’ignominia, poiché sono contrari alla natura tale come fu creata da Dio: «Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; infatti, le loro femmine hanno cambiato i rapporti naturali in quelli contro natura. Similmente anche i maschi, lasciando il rapporto naturale con la femmina, si sono accesi di desiderio gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi maschi con maschi, ricevendo così in se stessi la retribuzione dovuta al loro traviamento. E poiché non ritennero di dover conoscere Dio adeguatamente, Dio li ha abbandonati alla loro intelligenza depravata ed essi hanno commesso azioni indegne» (Rom 1, 26 – 28). Lo Spirito Santo dichiara poi che persone che commettono atti gravemente peccaminosi, tra i quali anche gli atti omosessuali, non erediteranno la vita eterna: «Non illudetevi: né immorali, né idolatri, né adùlteri, né depravati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né calunniatori, né rapinatori erediteranno il regno di Dio» (1 Cor 6, 9-10). 

Tuttavia, la grazia di Cristo ha tale potere da trasformare un idolatra, un adultero, un omosessuale praticante in un uomo nuovo. Il testo citato della Parola di Dio continua dicendo: «E tali eravate alcuni di voi [idolatri, adùlteri, sodomiti]! Ma siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e nello Spirito del nostro Dio» (1 Cor 6, 11). Davanti a questa verità e realtà della grazia, risplende nello scenario anti-Divino e anti-umano dell’ideologia e della pratica dell’omosessualità la luce della speranza e del vero progresso, cioè la speranza e la possibilità reale della trasformazione di una persona, che compie atti omosessuali, in un uomo nuovo, creato nella verità della santità: «Ma voi non così avete imparato a conoscere Cristo, se proprio gli avete dato ascolto e in lui siete stati istruiti, secondo la verità che è in Gesù, per la quale dovete deporre l’uomo vecchio con la condotta di prima, l’uomo che si corrompe dietro le passioni ingannatrici e dovete rinnovarvi nello spirito della vostra mente e rivestire l’uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella santità vera» (Ef 4, 20 – 24). Queste parole di Dio sono l’unico messaggio degno di speranza e di liberazione che un cristiano, e a maggior ragione un sacerdote e un vescovo, dovrebbero offrire alle persone che compiono atti omosessuali o che propagano l’ideologia del gender.

Il totalitarismo e l’intolleranza dell’ideologia del gender richiede secondo la sua logica anche una adesione totalitaria. Tutti i componenti della società, inclusa la Chiesa Cattolica, devono quindi essere obbligati ad esprimere in qualche modo la loro accettazione di questa ideologia. Uno dei mezzi pubblici più diffusi e concreti di tale imposizione ideologica è rappresentato dalle marce dette “gay pride”.

Non si può escludere che la Chiesa Cattolica si troverà in un futuro non lontano davanti ad una situazione simile alla situazione della persecuzione da parte dell’Impero Romano nei primi tre secoli, quando l’adesione alla ideologia totalitaria dell’idolatria era obbligatoria anche per i cristiani. In quei tempi il test o la verifica di tale adesione consisteva nell’atto civilmente e politicamente corretto del bruciare alcuni grani d’incenso davanti alla statua di un idolo e dell’imperatore.

Oggi, al posto del bruciare alcuni grani d’incenso, è entrato il gesto di solidarietà con le marce dette “gay pride” tramite i saluti di benvenuto da parte dei chierici e persino tramite un apposito servizio di preghiera in sostegno dei presunti diritti alle attività omosessuali e alla diffusione della loro ideologia. Siamo testimoni dell’incredibile scenario in cui alcuni sacerdoti e persino vescovi e cardinali, senza arrossire, stanno già offrendo i grani d’incenso all’idolo dell’ideologia dell’omosessualità ossia del gender sotto l’applauso dei potenti di questo mondo, cioè, sotto l’applauso dei politici, dei social media e delle potenti organizzazioni internazionali.

Quale dovrebbe essere la risposta giusta di un cristiano, di un cattolico, di un sacerdote e di un vescovo di fronte al fenomeno così detto “gay pride”?

In primo luogo si deve proclamare con carità la verità Divina sulla creazione dell’essere umano, proclamare la verità dell’oggettivo disordine psicologico e sessuale della tendenza omosessuale, quindi parlare sulla verità del necessario e discreto aiuto per le persone di tendenza omosessuale perché ricevano cura e liberazione dalla loro disabilità psicologica.

Poi si deve proclamare la verità Divina sul carattere gravemente peccaminoso degli atti omosessuali e dello stile di vita omosessuale, poiché sono offensivi della volontà di Dio. Si deve proclamare con preoccupazione veramente fraterna la verità Divina sul pericolo della perdita eterna dell’anima dei omosessuali praticanti ed impenitenti.

In oltre si deve con coraggio civile, ed impiegando tutti i mezzi pacifici e democratici, protestare contro il vilipendio delle convinzioni cristiane, contro l’esibizione pubblica di oscenità degradanti. Si deve protestare contro l’imposizione di marce con carattere di militanza politico-ideologica alla popolazione di intere città e paesi.

La cosa più importante, tuttavia, si trova nei mezzi spirituali. La risposta più potente e più preziosa si esprime negli atti pubblici e privati di riparazione alla santità e maestà Divina, così gravemente e pubblicamente offesa con le marce dette “gay pride”.

Inseparabile agli atti di riparazione è la preghiera fervida per la conversione e per la salvezza eterna delle anime dei promotori e degli attivisti dell’ideologia dell’omosessualità e soprattutto delle anime delle persone commiserevoli che praticano l’omosessualità.

Che le seguenti parole dei Sommi Pontefici rafforzino la giusta risposta cattolica al fenomeno cosiddetto “gay pride”.

Papa Giovanni Paolo II protestava contro il “gay pride” di Roma nell’anno 2000 dicendo: «Un accenno ritengo, poi, doveroso fare alle ben note manifestazioni [gay pride] che a Roma si sono svolte nei giorni scorsi. A nome della Chiesa di Roma non posso non esprimere amarezza… per l’offesa ai valori cristiani di una Città che è tanto cara al cuore dei cattolici di tutto il mondo. La Chiesa non può tacere la verità, perché verrebbe meno alla fedeltà verso Dio Creatore e non aiuterebbe a discernere ciò che è bene da ciò che è male» (Parole prima della preghiera dell’Angelus, 9 luglio 2000).

Il Pontefice regnante Papa Francesco in varie occasioni ha messo in guardia sul pericolo dell’ideologia del gender, quando p.e. diceva: «Tu, Irina, hai menzionato un grande nemico del matrimonio, oggi: la teoria del gender. Oggi si assiste a una guerra mondiale per distruggere il matrimonio che non si distrugge con le armi, ma si distrugge con le idee. Ci sono colonizzazioni ideologiche che distruggono» (Discorso durante l’incontro con sacerdoti, religiosi, religiose, seminaristi e agenti di pastorale, Tbilisi, 1 ottobre 2016).

“Noi stiamo vivendo un momento di annientamento dell’uomo come immagine di Dio. In Europa, in America, in America Latina, in Africa, in alcuni Paesi dell’Asia, ci sono vere colonizzazioni ideologiche. E una di queste – lo dico chiaramente con “nome e cognome” – è il gender! Oggi ai bambini – ai bambini! – a scuola si insegna questo: che il sesso ognuno lo può scegliere. E perché insegnano questo? Perché i libri sono quelli delle persone e delle istituzioni che ti danno i soldi. Sono le colonizzazioni ideologiche, sostenute anche da Paesi molto influenti. E questo è terribile. Parlando con Papa Benedetto, che sta bene e ha un pensiero chiaro, mi diceva: “Santità, questa è l’epoca del peccato contro Dio Creatore!”. E’ intelligente! Dio ha creato l’uomo e la donna; Dio ha creato il mondo così, così, così…, e noi stiamo facendo il contrario. Dio ci ha dato uno stato “incolto”, perché noi lo facessimo diventare cultura; e poi, con questa cultura, facciamo cose che ci riportano allo stato “incolto”! Quello che ha detto Papa Benedetto dobbiamo pensarlo: “E’ l’epoca del peccato contro Dio Creatore!» (Discorso duranti l’incontro con i Vescovi Polacchi in occasione della Giornata della Gioventù a Cracovia, 27 luglio 2016).

I veri amici delle persone che promuovono e compiono degradanti azioni durante le cosiddette marce “gay pride”, sono i cristiani che dicono:

“Non brucerò nemmeno un grano d’incenso davanti all’idolo dell’omosessualità e della teoria del gender, anche se – Dio non voglia! – il mio parroco o il mio vescovo lo facesse.

Farò atti privati e pubblici di riparazione e di preghiere d’intercessione per la salvezza eterna dell’anima di tutti coloro che promuovono e praticano l’omosessualità.

Non avrò paura del nuovo totalitarismo politico-ideologico del gender, poiché Cristo è con me. E giacché Cristo ha vinto tutti i sistemi totalitari del passato, Egli vincerà anche il totalitarismo dell’ideologia del gender ai nostri giorni”.

Christus vincit, Christus regnat, Christus imperat! (Astana, 28 luglio 2018)

Ambiente: account cancellato per chi critica Greta Thunberg


SCHERZA CON I FANTI MA LASCIA STARE I SANTI (QUELLI VERI).... AVEVANO CANONIZZATO GRETA THUNBERG E NON CE NE ERAVAMO ACCORTI!

Vietato criticare Greta Thunberg o Twitter vi cancella l’account. A scoprirlo a proprie spese, è stata l’on. Emmanuelle Duverger in Ménard, eletta deputata alle legislative del 2017. Lei non ha mai avuto problemi a dire quello che pensa, né si è mai sottratta alla battaglia politica: cattolica praticante, pro-family convinta, militante di Manif pour tous, si è più volte dichiarata contraria alle “coppie gay” ed al fatto che possano adottare bambini o averne tramite la fecondazione in vitro. Per questo, si è sentita già etichettare in molti modi: nel migliore dei casi «conservatrice» oppure «integralista», «omofoba» e via elencando, seguendo alla lettera il dizionario del politically correct.


Nei giorni scorsi però è stata censurata anche da Twitter, per aver commesso – si fa per dire – il “crimine” di lesa maestà nei confronti di Greta Thunberg, la ragazzina divenuta ormai a livello planetario l’icona dell’ambientalismo spinto.

Greta Thunberg è stata invitata lo scorso 23 luglio a tenere un discorso presso l’Assemblea Nazionale francese. L’on. Ménard, come molti altri deputati, ha trovato sconcertante che in tale prestigiosa sede istituzionale venissero imposte le elucubrazioni ideologiche della giovane e la sua lezioncina moraleggiante; ma ancor più ha lasciato di stucco il fatto che, interpellata a proposito del voto sul Ceta-Accordo economico e commerciale globale, Thunberg abbia dichiarato di «non aver opinioni» in merito. Da tener presente che solo due giorni prima la ragazzina aveva ricevuto il «Premio per la Libertà» in Normandia, assegnatole a scapito di altre candidature ben più forti quali quelle di giornalisti, attivisti e politici torturati ed imprigionati nei propri Paesi a causa delle loro idee… Ma tant’è.

A bilancio della giornata, l’on. Ménard ha quindi postato il suo commento su Twitter: «Peccato che la sculacciata sia proibita, Greta Thunberg ne meriterebbe una sonora», ha scritto. Commento, cui han fatto seguito migliaia di reazioni, favorevoli e contrarie, anche violentemente contrarie, per non dire vere e proprie delazioni. La parlamentare francese è stata accusata di «molestie», d’«incitare alla violenza contro una minorenne», c’è chi l’ha minacciata online di volerle «rompere il muso», senza che nessun organismo per questo si sia mosso in sua tutela; ha ricevuto persino una minaccia di morte telefonica, incredibile!

«È vero che ho “osato” toccare un’icona, un’adolescente, un’ecologista – ha dichiarato la deputata d’Oltralpe in un proprio comunicato – La nostra epoca ha i santi, che si merita…». Ed, osserva, per qualcuno il cosiddetto «riscaldamento climatico globale» è divenuto una sorta di «nuova religione, un dogma che rifiuta qualsiasi dibattito». Ma da qui a cancellare il suo tweet ed a bloccare il suo account, ce ne passa! Senza peraltro alcuna forma di garanzia a fronte delle pesanti minacce ricevute.

Qui ad esser schiacciata, umiliata, mortificata è stata la libertà d’opinione, sacrosanta in un Paese che voglia dirsi democratico; qui si è di fronte ad una censura di regime, imposta dalla dittatura del «pensiero unico», grazie anche alla recentissima legge Avia, difesa dal governo francese e votata dal Parlamento per porre il bavaglio sul web a tutte le voci sgradite: «In tale occasione – ha dichiarato l’on. Ménard – Twitter è stato molto più veloce di quando ho sporto denuncia al commissariato di Béziers l’8 luglio del 2018 (Procedura 2018/6218), in quanto il mio account personale era stato piratato. Più di un anno dopo, sto ancora aspettando la risposta di Twitter in merito!». All’epoca la parlamentare francese dovette crearsi un nuovo account, perdendo però nell’operazione oltre 10 mila contatti; ed ora dovrà rifare la stessa cosa, «poiché quello che Twitter mi propone è un autentico ricatto – afferma – o cancello definitivamente quel mio tweet su Greta Thunberg ed accetto di riconoscere, sul mio stesso profilo, di “aver infranto le regole della comunità” oppure faccio ricorso, ma il mio account resta bloccato durante l’intero esame della questione, il che potrebbe richiedere anche molto tempo! Io non intendo cedere. Non possiamo retrocedere di un solo millimetro, altrimenti verremo presto letteralmente cancellati con la stessa facilità con cui si elimina un’opinione non conforme sui social». Cancellati così. Con un click.

Il comitato di bioetica si divide sul suicidio assistito



Con 13 voti favorevoli e 11 contrari il Comitato nazionale di bioetica ha approvato il 18 luglio scorso un documento che connota positivamente la pratica del suicidio assistito, distinguendola nettamente dall’eutanasia. Il documento, pubblicato ufficialmente il 30 luglio, arriva a meno di due mesi dalla scadenza della richiesta fatta al Parlamento dalla Corte Costituzionale di riempiere “quel vuoto normativo illegittimo”. 

Secondo il segretario dell’Associazione “Luca Coscioni” si tratta di una scadenza di fondamentale importanza: «Il 24 settembre è la data fissata per la nuova udienza della Consulta sul caso Cappato. In assenza, per quella data, di una legge del Parlamento in materia di suicidio assistito e fine vita, la Corte potrebbe dunque decidere di intervenire in linea con l’ordinanza già emanata ed in cui è già evidenziata l’incostituzionalità dell’articolo 580 del Codice penale nella parte in cui prevede e classifica come ‘reato’ anche il solo aiuto al suicidio. Tra due mesi ci troveremo nella situazione in cui saranno di nuovo i giudici a decidere sui temi che riguardano la vita delle persone». 

Il Cnb delinea sei raccomandazioni che dovranno servire da linee guida per il legislatore e che hanno lo scopo, sottolinea il presidente del Comitato Lorenzo D’Avack, «di dare informazioni chiare sui pro e i contro un’eventuale legislazione sul suicidio assistito. Non dunque un’apertura alla legalizzazione del suicidio assistito, ma piuttosto un valido strumento per indicare nodi, criticità e ed elementi positivi al legislatore, che potrebbe avere un approccio favorevole ma anche contrario al tema». 

Il testo è stato approvato con una maggioranza tanto esigua da mettere in luce una profonda spaccatura all’interno del Comitato stesso. Infatti, diversi membri si sono detti contrari alla legittimazione sia etica che giuridica del suicidio medicalmente assistito, concordi «nel ritenere che la difesa della vita umana debba essere affermata come un principio essenziale in bioetica, quale che sia la fondazione filosofica e/o religiosa di tale valore, che il compito inderogabile del medico sia l’assoluto rispetto della vita dei pazienti e che l’agevolare la morte segni una trasformazione inaccettabile del paradigma del curare e prendersi cura». Dall’altra parte, le ragioni del sì al suicidio assistito convergono essenzialmente sul fatto che il valore della tutela della vita va bilanciato con altri beni costituzionalmente rilevanti, come l’autodeterminazione del paziente. 

Tuttavia, ciò su cui i contrapposti schieramenti convergono è la necessità di legiferare e, al di là delle divisioni, apparenti o reali, all’interno del Cnb, il vero pericolo è rappresentato proprio dalla possibilità che il Parlamento, sollecitato dalla Corte Costituzionale, da chi ha interesse affinché si legiferi ed ora dallo stesso Comitato nazionale di bioetica, partorisca una qualunque legge in materia. La politica, infatti, invece del vero bene comune persegue il compromesso, ossia la sintesi tra le diverse “sensibilità” rappresentate in Parlamento. Per cui, arrivare ad una legge sull’eutanasia ed il suicidio assistito potrebbe equivalere ad aprire dei varchi sufficientemente ampi da far passare, in un modo o nell’altro, l’omicidio pietoso del malato. 

Del resto, il contesto attuale, compreso quello ecclesiastico, non da alcun valore alla legge naturale, ossia a quell’insieme di norme etiche e morali inscritte nel cuore di ogni uomo a cui ogni ordinamento giuridico dovrebbe sottomettersi. Pertanto, la sintesi, il nuovo paradigma dell’odierna società relativista, è nemica giurata del bene, a prescindere dal fatto che si tratti di una sintesi più o meno alta di valori che però non sono negoziabili. L’esca è stata gettata, staremo a vedere se i pesci abboccheranno …

2 AGOSTO 2019: PERDONO DI ASSISI. Ecco come si ottiene - LO SPECIALE


Una notte dell’anno del Signore 1216, Francesco era immerso nella preghiera e nella contemplazione nella chiesetta della Porziuncola, quando improvvisamente dilagò nella chiesina una vivissima luce e Francesco vide sopra l’altare il Cristo rivestito di luce e alla sua destra la sua Madre Santissima, circondati da una moltitudine di Angeli. Francesco adorò in silenzio con la faccia a terra il suo Signore!

Gli chiesero allora che cosa desiderasse per la salvezza delle anime. La risposta di Francesco fu immediata: “Santissimo Padre, benché io sia misero e peccatore, ti prego che a tutti quanti, pentiti e confessati, verranno a visitare questa chiesa, conceda ampio e generoso perdono, con una completa remissione di tutte le colpe”.

“Quello che tu chiedi, o frate Francesco, è grande - gli disse il Signore -, ma di maggiori cose sei degno e di maggiori ne avrai. Accolgo quindi la tua preghiera, ma a patto che tu domandi al mio vicario in terra, da parte mia, questa indulgenza”.

E Francesco si presentò subito al Pontefice Onorio III che in quei giorni si trovava a Perugia e con candore gli raccontò la visione avuta. Il Papa lo ascoltò con attenzione e dopo qualche difficoltà dette la sua approvazione. Poi disse: “Per quanti anni vuoi questa indulgenza?”. Francesco scattando rispose: “Padre Santo, non domando anni, ma anime”. E felice si avviò verso la porta, ma il Pontefice lo chiamò: “Come, non vuoi nessun documento?”. E Francesco: “Santo Padre, a me basta la vostra parola! Se questa indulgenza è opera di Dio, Egli penserà a manifestare l’opera sua; io non ho bisogno di alcun documento, questa carta deve essere la Santissima Vergine Maria, Cristo il notaio e gli Angeli i testimoni”. E qualche giorno più tardi insieme ai Vescovi dell’Umbria, al popolo convenuto alla Porziuncola, disse tra le lacrime: “Fratelli miei, voglio mandarvi tutti in Paradiso!”.

(Da “Il Diploma di Teobaldo”, FF 3391-3397)




Il pellegrino che varca la soglia della grande basilica di Santa Maria degli Angeli, si sente subito attratto dalla piccola chiesa romanica, centro fisico ma soprattutto cuore spirituale dell’intero santuario. È la Porziuncola, un luogo dell’anima, che viene da molto lontano, dove Francesco ha risvegliato la nostalgia del Paradiso, quello vero, che comincia in terra con una straordinaria tensione, cioè la santità. (...) Chi si inginocchia sulla soglia della Porziuncola vi può leggere parole straordinarie per una “piccola porzione di mondo” quale essa è: “hic locus sanctus est”, questo luogo è santo, perché Dio vi è sceso e vi si è intrattenuto in colloquio con Francesco ... Ma se l’emozione vi prende e vi fa alzare lo sguardo, allora potrete leggere parole altrettanto gravi sul colmo della porta: “haec est porta vitae aeternae”, per qui si accede alla vita eterna. (...) Francesco proprio di questa sua chiesina ha fatto l’eco al perdono di Dio per i pentiti di tutti i tempi.




Francesco ha proclamato quel giorno di agosto alle genti riparate all’ombra delle querce: “Fratelli, io vi voglio mandare tutti in Paradiso e vi annuncio una grazia che ho ottenuto dalla bocca del Sommo Pontefice”. È l’Indulgenza della Porziuncola, il Perdono di Assisi, il tesoro della Porziuncola. Qui Francesco ci dice che non si può vivere della vana superficie delle cose ma che solo i significati nuovi, scritti nel cuore di Dio e nel Vangelo, orientano l’uomo. E ci dice ancora che il male è mistero duro e ha bisogno di pentimento e di perdono per essere vinto. (...) Che se tu preghi con fede e con cuore puro, allora dal Cielo c’è risposta. (...) È forse già Paradiso, questo? Sì, la Porziuncola ne è un lampeggiamento, un anticipo, perché essa è la “Porta Santa sempre aperta” in perenne Giubileo di perdono e di grazia, che ci conduce “ad Jesum per Mariam”, come narra il retablo dell’altare in alto nell’apertura a mandorla della trascendenza.




Fr. Giancarlo Rosati ofm Estratto da “Speciale Porziuncola”, maggio 2003

Condizioni per ricevere l’Indulgenza della Porziuncola (per sé o per i defunti) 

• Confessione sacramentale per essere in grazia di Dio (negli otto giorni precedenti o seguenti);
• Partecipazione alla Messa e Comunione eucaristica;
• Visita alla chiesa della Porziuncola, dove si rinnova la professione di fede, mediante la recita del CREDO, per riaffermare la propria identità cristiana;
• La recita del PADRE NOSTRO, per riaffermare la propria dignità di figli di Dio, ricevuta nel Battesimo;
• Una preghiera secondo le intenzioni del Papa, per riaffermare la propria appartenenza alla Chiesa, il cui fondamento e centro visibile di unità è il Romano Pontefice.
• Una preghiera per il Papa.



La Porziuncola è una “porta sempre aperta” per tutti quelli – pellegrini e gente del luogo – che vogliono attingere alla grazia di Dio attraverso l’esperienza della riconciliazione.



Nei giorni del Perdono, tale grazia è vissuta assieme alle migliaia di pellegrini, giovani e meno giovani, ma tutti desiderosi di percorrere il proprio pellegrinaggio, anche solo di pochi metri, per varcare la “porta della vita eterna” e ricevere il dono dell’Indulgenza plenaria. Anche quest’anno sono tanti gli eventi che aiuteranno ad entrare e vivere in pienezza questo tempo di grazia che segna, per tantissimi fedeli, l'inizio di una vita nuova.



Il 29 luglio alle ore 19 inizierà il Triduo in preparazione al Perdono: saranno le meditazioni di p. Giuseppe Renda, Custode della Porziuncola, ad introdurre i pellegrini alla celebrazione della misericordia lucrata da san Francesco nella chiesetta di Santa Maria degli Angeli.



Giovedì 1 agosto sarà il giorno dell’apertura della Solennità del Perdono. Alle ore 11, come di consueto, il M. R. P. Michael Perry, Ministro generale dell’Ordine dei Frati Minori, presiederà la Solenne Celebrazione Eucaristica che terminerà con la Processione di “Apertura del Perdono”: così detta perché da quel momento, cioè dalle ore 12 del 1° agosto, fino alle ore 24 del 2 agosto l’Indulgenza plenaria concessa alla Porziuncola quotidianamente si estende a tutte le chiese parrocchiali sparse nel mondo, e anche a tutte le chiese francescane.



Alle ore 19, i Primi Vespri saranno presieduti da S. E. Mons. Domenico Sorrentino Vescovo di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino. Seguirà l’offerta dell’incenso da parte del Sindaco di Assisi Stefania Proietti.



La tradizionale Veglia di preghiera serale alle 21.15, con processione aux flambeaux, sarà guidata da p. Simone Ceccobao.



Il 2 agosto sarà possibile partecipare alle numerose Celebrazioni Eucaristiche (ore 7-8-9-11-17-18), quella solenne delle ore 11 sarà presieduta da S. E. Mons. Domenico Sorrentino.



A partire dalle ore 14.30 del 2 agosto i giovani della XXXIX Marcia Francescana, provenienti da tutte le regioni d’Italia e da alcune nazioni estere, varcheranno la porta della Porziuncola dopo aver camminato, per oltre una settimana, guidati dal tema “Al posto tuo”.



Il Ministro Provinciale dei Frati Minori di Umbria e Sardegna p. Claudio Durighetto, presiederà alle ore 19 i Vespri Solenni del Perdono.



Durante i due giorni di festa la Basilica rimarrà aperta l’intera giornata per permettere ai pellegrini di accostarsi al Sacramento della riconciliazione. La Piazza della Basilica, invece, sarà la location di alcuni eventi/spettacoli che faranno da cornice alle Celebrazioni liturgiche della Basilica.



Il programma dettagliato:



Triduo di preparazione
29-31 luglio 2019, alle ore 19
Presiede: p. Giuseppe Renda, Custode della Porziuncola



Apertura della Solennità del Perdono
Giovedì 1 agosto 2019
ore 7 - 8 - 9 - 11 - 17 - 18: Celebrazione Eucaristica



ore 11.00: Solenne Celebrazione Eucaristica
Presiede il M. R. P. Michael Perry, Ministro generale dell’Ordine dei Frati Minori
Al termine: Processione di “Apertura del Perdono”



ore 14.30: Liturgia Penitenziale dei Pellegrini d’Abruzzo
Presiede P. Alfonso di Francesco, OFM Conv Assistente Regionale OFS Abruzzo



ore 15.30: Celebrazione Eucaristica
Presiede il M. R. P. Franco Rapacchiale, OFM Conv Ministro Provinciale OFM Conventuali d’Abruzzo



ore 19.00: Primi Vespri della Solennità
Presiede S. E. Mons. Domenico Sorrentino, Vescovo di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino
Offerta dell’incenso da parte del Sindaco di Assisi, Stefania Proietti



ore 21.30: Veglia di preghiera e Processione aux flambeaux
Presiede P. Simone Ceccobao



Dedicazione della Porziuncola e Solennità del Perdono
Venerdì 2 agosto 2019
ore 7 - 8 - 9 - 11 - 17 - 18: Celebrazione Eucaristica



ore 11.00: Solenne Celebrazione Eucaristica
Presiede S. E. Mons. Domenico Sorrentino Vescovo di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino



ore 19.00: Secondi Vespri della Solennità
Presiede il M. R. P. Claudio Durighetto, Ministro provinciale dei Frati Minori dell’Umbria



BASILICA APERTA fino alle ore 23.00



Oltre alle celebrazioni in Basilica, sono previste anche le seguenti iniziative:


Martedì 30 luglio 2019 - piazza Porziuncola - ore 21.00
IO, CATERINA, VI SCRIVO Con Paola Lambardi e “Ensemble Orientis Partibus”
Mercoledì 31 luglio 2019 - piazza Porziuncola - ore 21.00
SAN FRANCESCO E IL SULTANO - “DIALOGOS” Con Rodolfo Mantovani e l’Ensemble “Assisi suono sacro”
Mercoledì 31 ore 16.40 su Radio Maria
ORA DI SPIRITUALITÀ in diretta dal Santuario della Porziuncola
Venerdì 2 agosto 2019 - ore 14.30
ARRIVO DELLA XXXVIII MARCIA FRANCESCANA “Al posto tuo”
Venerdì 2 agosto 2019 - ore 21.00 piazza Porziuncola
“IL SEME” – Concerto del “Kantiere Kairos” – Tour 2019
Domenica 4 agosto 2019 - ore 21.00 piazza Porziuncola
CONCERTO DEL PERDONO. Quartetto Pro Art
a cura del “Festival internazionale Green music” (musiche di Pachelbel e Mozart)



Info e contatti: SEGRETERIA DELLA BASILICA
Tel. 075.8051430 - www.porziuncola.org

PREGHIERE, DEVOZIONI DEL MESE E LITURGIA DEL GIORNO



 


PREGHIERE DEL GIORNO
.
Giovedì 01 Agosto 2019



DEVOZIONI DEL GIORNO





 Mese di Agosto dedicato a DIO PADRE

  SANTO ROSARIO  da recitare on-line 


  VANGELI 




LITURGIA DEL GIORNO
- Rito Romano -






 PRIMA LETTURA 

Es 40,16-21.34-38
Dal libro dell’Èsodo

In quei giorni, Mosè eseguì ogni cosa come il Signore gli aveva ordinato: così fece.
Nel secondo anno, nel primo giorno del primo mese fu eretta la Dimora. Mosè eresse la Dimora: pose le sue basi, dispose le assi, vi fissò le traverse e rizzò le colonne; poi stese la tenda sopra la Dimora e dispose al di sopra la copertura della tenda, come il Signore gli aveva ordinato.
Prese la Testimonianza, la pose dentro l’arca, mise le stanghe all’arca e pose il propiziatorio sull’arca; poi introdusse l’arca nella Dimora, collocò il velo che doveva far da cortina e lo tese davanti all’arca della Testimonianza, come il Signore aveva ordinato a Mosè.
Allora la nube coprì la tenda del convegno e la gloria del Signore riempì la Dimora. Mosè non poté entrare nella tenda del convegno, perché la nube sostava su di essa e la gloria del Signore riempiva la Dimora.
Per tutto il tempo del loro viaggio, quando la nube s’innalzava e lasciava la Dimora, gli Israeliti levavano le tende. Se la nube non si innalzava, essi non partivano, finché non si fosse innalzata. Perché la nube del Signore, durante il giorno, rimaneva sulla Dimora e, durante la notte, vi era in essa un fuoco, visibile a tutta la casa d’Israele, per tutto il tempo del loro viaggio.


  SALMO  

Sal 83
Quanto sono amabili le tue dimore, Signore degli eserciti!

L’anima mia anela
e desidera gli atri del Signore.
Il mio cuore e la mia carne
esultano nel Dio vivente.

Anche il passero trova una casa
e la rondine il nido
dove porre i suoi piccoli,
presso i tuoi altari,
Signore degli eserciti,
mio re e mio Dio.

Beato chi abita nella tua casa:
senza fine canta le tue lodi.
Beato l’uomo che trova in te il suo rifugio,
cresce lungo il cammino il suo vigore.

Sì, è meglio un giorno nei tuoi atri
che mille nella mia casa;
stare sulla soglia della casa del mio Dio
è meglio che abitare nelle tende dei malvagi.


 VANGELO 

Mt 13,47-53
Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
«Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.
Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».
Terminate queste parabole, Gesù partì di là.