sabato 2 febbraio 2019

BUONANOTTE BIMBI

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BUONANOTTE

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LITURGIA E PROPONIMENTO DI DOMENICA 3 FEBBRAIO


LITURGIA DEL GIORNO
- Rito Romano -







 PRIMA LETTURA 

Ger 1,4-5.17-19
Dal libro del profeta Geremìa

Nei giorni del re Giosìa, mi fu rivolta questa parola del Signore:
«Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto,
prima che tu uscissi alla luce, ti ho consacrato;
ti ho stabilito profeta delle nazioni.
Tu, dunque, stringi la veste ai fianchi,
àlzati e di’ loro tutto ciò che ti ordinerò;
non spaventarti di fronte a loro,
altrimenti sarò io a farti paura davanti a loro.
Ed ecco, oggi io faccio di te
come una città fortificata,
una colonna di ferro
e un muro di bronzo
contro tutto il paese,
contro i re di Giuda e i suoi capi,
contro i suoi sacerdoti e il popolo del paese.
Ti faranno guerra, ma non ti vinceranno,
perché io sono con te per salvarti».

 SALMO 

Sal 70
La mia bocca, Signore, racconterà la tua salvezza.

In te, Signore, mi sono rifugiato,
mai sarò deluso.
Per la tua giustizia, liberami e difendimi,
tendi a me il tuo orecchio e salvami.

Sii tu la mia roccia,
una dimora sempre accessibile;
hai deciso di darmi salvezza:
davvero mia rupe e mia fortezza tu sei!
Mio Dio, liberami dalle mani del malvagio.

Sei tu, mio Signore, la mia speranza,
la mia fiducia, Signore, fin dalla mia giovinezza.
Su di te mi appoggiai fin dal grembo materno,
dal seno di mia madre sei tu il mio sostegno.

La mia bocca racconterà la tua giustizia,
ogni giorno la tua salvezza.
Fin dalla giovinezza, o Dio, mi hai istruito
e oggi ancora proclamo le tue meraviglie.


 SECONDA LETTURA 

1Cor 12,31-13,13
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Fratelli, desiderate intensamente i carismi più grandi. E allora, vi mostro la via più sublime.
Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sarei come bronzo che rimbomba o come cimbalo che strepita.
E se avessi il dono della profezia, se conoscessi tutti i misteri e avessi tutta la conoscenza, se possedessi tanta fede da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sarei nulla.
E se anche dessi in cibo tutti i miei beni e consegnassi il mio corpo, per averne vanto, ma non avessi la carità, a nulla mi servirebbe.
La carità è magnanima, benevola è la carità; non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d’orgoglio, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia ma si rallegra della verità. Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.
La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno, il dono delle lingue cesserà e la conoscenza svanirà. Infatti, in modo imperfetto noi conosciamo e in modo imperfetto profetizziamo. Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà. Quand’ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Divenuto uomo, ho eliminato ciò che è da bambino.
Adesso noi vediamo in modo confuso, come in uno specchio; allora invece vedremo faccia a faccia. Adesso conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch’io sono conosciuto. Ora dunque rimangono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità. Ma la più grande di tutte è la carità!


 VANGELO 

Lc 4,21-30
Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù cominciò a dire nella sinagoga: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».
Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».
All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.


Persecuzione «marchio» di garanzia dei profeti

La sinagoga è rimasta incantata davanti al sogno di un mondo nuovo che Gesù ha evocato: tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati! Poi, quasi senza spiegazione: pieni di sdegno, lo condussero sul ciglio del monte per gettarlo giù. Dalla meraviglia alla furia. Nazaret passa in fretta dalla fierezza e dalla festa per questo figlio che torna circondato di fama, potente in parole ed opere, ad una sorta di furore omicida.


Come la folla di Gerusalemme quando, negli ultimi giorni, passa rapidamente dall'entusiasmo all'odio: crocifiggilo! Perché? Difficile dirlo. In ogni caso, tutta la storia biblica mostra che la persecuzione è la prova dell'autenticità del profeta. Fai anche da noi i miracoli di Cafarnao! Non cercano Dio, cercano un taumaturgo a disposizione, pronto ad intervenire nei loro piccoli o grandi naufragi: uno che ci stupisca con effetti speciali, che risolva i problemi e non uno che ci cambi il cuore. Vorrebbero dirottare la forza di Dio fra i vicoli del loro paese.


Ma questo non è il Dio dei profeti. Gesù, che aveva parlato di una bella notizia per i poveri, di sguardo profondo per i ciechi, di libertà, viene dai compaesani ricondotto dalla misura del mondo al piccolo recinto di Nazaret, dalla storia profonda a ciò che è solo spettacolare. E quante volte accadrà! Assicuraci pane e miracoli e saremo dalla tua parte! Moltiplica il pane e ti faremo re (Gv 6,15). Ma Gesù sa che con il pane e i miracoli non si liberano le persone, piuttosto ci si impossessa di loro e Dio non si impossessa, Dio non invade. E risponde quasi provocando i suoi compaesani, collocandosi nella scia della più grande profezia biblica, raccontando di un Dio che ha come casa ogni terra straniera, protettore a Zarepta di Sidone di vedove forestiere, guaritore di generali nemici d'Israele.


Un Dio di sconfinamenti, la cui patria è il mondo intero, la cui casa è il dolore e il bisogno di ogni uomo. Gesù rivela il loro errore più drammatico: si sono sbagliati su Dio. «Sbagliarci su Dio è il peggio che ci possa capitare. Perché poi ti sbagli su tutto, sulla storia e sul mondo, sul bene e sul male, sulla vita e sulla morte» (D.M. Turoldo).


Allora lo condussero sul ciglio del monte per gettarlo giù. Ma come sempre negli interventi di Dio, improvvisamente si verifica uno strappo nel racconto, un buco bianco, un ma. Ma Gesù passando in mezzo a loro si mise in cammino. Un finale a sorpresa. Non fugge, non si nasconde, passa in mezzo a loro, aprendosi un solco come di seminatore, mostrando che si può ostacolare la profezia, ma non bloccarla. «Non puoi fermare il vento, gli fai solo perdere tempo» (G. Gaber). Non puoi fermare il vento di Dio.

Padre Ermes Maria Ronchi




Mi fermerò alcuni istanti a pensare al frutto ricavato dalle confessioni passate, di poi farò un atto di contrizione.

 



L'Arte della Guerra - Venezuela, golpe dello Stato profondo

LO STATO PROFONDO CI PROVA ANCHE CON IL VENEZUELA. "LA PATRIA NON SI VENDE! LA PATRIA SI DIFENDE!", GRIDANO I VENEZUELANI DURANTE IL DISCORSO DI MADURO CHE RINGRAZIA IL MONDO INTERO PER IL SOSTEGNO AL VENEZUELA NELLA LOTTA CONTRO L'IMPERIALISMO USA








Lo scandalo che ispirò il sionismo

Lo scandalo che ispirò il sionismo
Il 22 dicembre 1894 Alfred Dreyfus, capo dello Stato Maggiore Francese di origini ebraiche veniva condannato dal tribunale militare con l’accusa di alto tradimento (poi rivelatasi falsa) e conseguente deportazione all’ Isola del Diavolo (Guyana Francese).
Lo scandalo ebbe una forte risonanza nella Francia di fine Ottocento, lacerata dalla sconfitta inferta dalla Prussia a cui fece seguito la proclamazione dell’Impero tedesco a Versailles, e dalla sollevazione della Comune di Parigi culminata nella guerra civile. Il caso in seguito venne riaperto da forze politiche socialiste fino ad assolvere definitivamente l’imputato nel 1906.
Nel corso di questi 12 anni l’opinione pubblica francese si divise in dreyfusards ed antidreyfusards. I primi, intellettuali e politici considerarono l’affaire Dreyfus come un caso di antisemitismo. Al processo fu presente un dreyfusards ebreo molto particolare: Theodor Herzl. Il futuro fondatore del sionismo non poteva credere nel persistere di un pregiudizio così diffuso nel Vecchio Continente, dopo che la rivoluzione francese aveva concesso eguaglianza giuridica ai cittadini ebrei.
Infatti, scrisse Bernard Lazard, nel libro “Storia dell’antisemitismo e le sue cause”, ” una delle cose che più dovette sorprendere fu certamente la posizione dell’ebreo. Ieri l’ebreo non era niente, non aveva alcun diritto, alcun potere ed oggi era lui che il cambiamento sociale aveva favorito più di ogni altro. Agli occhi dei rappresentanti della tradizione parve che un trono fosse stato rovesciato e delle guerre scatenate unicamente affinché l’ebreo potesse raggiungere il rango di cittadino e la dichiarazione dei diritti dell’uomo, sembró non essere altro che la dichiarazione dei diritti dell’ebreo“.
Divenne necessaria la creazione di uno Stato rifugio per sfuggire alle reiterate persecuzioni. Due anni dopo il processo Herzl scrisse “Lo stato degli ebrei”. Quell’episodio di 123 anni fa fu una tappa fondamentale dalla quale prese il via l’avventura del sionismo, per arrivare dopo 54 anni ed un conflitto mondiale, alla costruzione dello Stato Ebraico.

TRA I GILET GIALLI ANCHE I NO VAX CONTRO LA VACCINAZIONE DI MASSA




GILET GIALLI LIVE STREAM: ATTO XII IN OMAGGIO AI FERITI E ALLE VITTIME








LIVE DA PARIGI LE PROTESTE DEI GILET GIALLI. FORZA AMICI!

TUTTI I POPOLI OPPRESSI E SOTTOMESSI AL GIOGO DEI POTERI SIONISTI/SATANISTI AUSPICANO IL BENEDETTO GIORNO IN CUI ANCHE I POLIZIOTTI DI PARIGI ABBASSERANNO GLI SCUDI E TOGLIERANNO I CASCHI PER PASSARE DALLA PARTE DI ALTRI PADRI DI FAMIGLIA SOTTOPAGATI COME LORO. FORZA GILET GIALLI SIAMO CON VOI! DIO ASCOLTA LA VOCE DEGLI OPPRESSI!

I SATANISTI CHE GOVERNANO NEL MONDO AVRANNO QUESTO IN SORTE, PERCHE' SONO MALEDETTI DA DIO:

L’uomo che disobbedisce a Dio è a sua volta trascinato nella sua maledizione: invece della presenza divina, ecco l’esilio lontano da Dio (Genesi 3:23-24), invece della vita, ecco la morte (Genesi 3:19). La maledizione si riverbera anche sul suolo (Genesi 3:17). 






Diciotti, il processo a Salvini sarebbe un atto eversivo: lo Stato è in pericolo

E' ARRIVATO IL MOMENTO DI UNIRE LE FORZE CON I GILET GIALLI?....



di Gianmarco Landi

Un mio amico, un avvocato nigeriano, mi ha insegnato un proverbio africano che mi ha molto colpito: il mais non può aspettarsi giustizia da un tribunale composto da polli. Per il saggio motivo esplicitato in questo proverbio, non possiamo permettere che il Ministro degli Interni sia sottoposto al potere di semplici magistrati che non rappresentano assolutamente nessuno, tantomeno il Popolo o le Leggi rispetto a cui dimostrano di non avere reali vincoli. Nel seguito spiegherò il perché e cosa debba succedere per passare da una II° Repubblica, viziata da fremiti di libido giacobina su cui giganteggia l’ombra della longa manus della grande finanza straniera, ad una III° Repubblica nuovamente riequilibrata.

La cosa che i prepotenti d’animo del Partito Democratico e della Magistratura deviatafanno finta di non sapere, è che a confidare nei processi strampalati della politica per sopraffare gli avversari della Sinistra, così come hanno fatto con Berlusconi, si coltiva un proposito eversivo. In passato sia alla corrente di Magistratura Democratica sia al Partito Democratico è andata di lusso, ma prima o poi in Italia credo che qualche gruppetto di questi magistrati e dei politicanti a loro sodali, si debba fare molto male. Nei prossimi anni i cittadini esprimeranno il consenso in massa non più verso il buon Berlusconi, un finto satrapo incompiuto nelle realizzazioni politiche come incompiuta è stata la Rivoluzione Liberale, ma a ben altri profili di rappresentanza politica. Il consenso del Popolo è oggi massivamente diretto in favore di due esponenti sovranisti come Salvini e Di Maio, forti di due organizzazioni politiche radicate nel Paese con tanto di popolo alle spalle e obiettivi in rispondenza diretta al corpo elettorale. La Politica prima di essere cultura, visione, pragmatismo, ideale, capacità di saper comunicare e convincere, è un’arte a cui possono accedere con successo solo gli uomini in tal senso vocati per intelligenza, e a me sembra che Salvini e Di Maio lo siano. Questo fa sperare qualcosa di buono nel cuore di ogni italiano che tenga alla Patria.

Ogni politico che non riesce a farsi rispettare con le buone ha nel suo Dna impresso le sequenze chimiche ad idrogeno per farsi temere e farsi rispettare anche obtorto collo, perciò le paure confessate dai media mainstream che agitano il fantasma del fascismo, un esercizio ad evidente tutela di quegli interessi prevaricanti per 25 anni il Popolo italiano, sono anche fondate ma non nel senso del pericolo del Fascismo, ma dalla possibilità che dei leader politici della Nazione rimettano le esondazioni di alcuni poteri privati e pubblici, nazionali ma soprattutto esteri, al loro posto. Qualora ciò avvenisse come io credo possa accadere molto presto, ci sarebbe un esteso godimento popolare in tutta quella maggioranza di italiani con la Patria scolpita nel cuore, mentre lacrime ghiacciate per chi invece la Patria l’ha tradita più volte con parole e azioni.

Il mio riferimento sulle lacrime ghiacciate trae ispirazione dalla Divina Commedia, in cui la seconda categoria di dannati che Dante con Virgilio incontrò nel IX cerchio degli Inferi (canti XXXII e XXXIII), erano collocate nella zona dedicata ad Antenore. Chi era costui? Essenzialmente è una sorta di antenato dei No Border (i senza Amor di Patria), cioè un personaggio dell’Iliade reo secondo il racconto di Omero di aver tradito Troia, nel senso di aver perseguito l’interesse personale di far espugnare i confini murari della sua città Stato ai suoi nemici, gli Achei. Dante si racconta come molto incattivito verso i dannati del girone dei traditori della Patria che li vede immersi nel lago ghiacciato Cocito con le gambe e parte del busto bloccato, in modo da non potersi muovere ma in modo da potersi contorcere dal dolore perpetuo all’atto di espellere dagli occhi insanguinati lacrime solide perché congelate all’istante della lacrimazione. Bellissime e dai larghi tratti attuali, sono le terzine attraverso cui il Sommo contrappone alla freddezza con cui i traditori della Patria hanno agito, la perdita di ogni suo aplomb tanto da scendere lui stesso sul lago ghiacciato per prendere per la collottola un traditore della patria di sua conoscenza, a cui il poeta strattonandolo con furia strappò ciocche di capelli con furibonda violenza. Il dannato contro cui Dante si scagliò rabbiosamente è Bocca degli Abati, un fiorentino reo di aver tagliato nel corso di una battaglia la mano dell’illustre Guelfo Jacopo dei Pazzi, che portava il vessillo comunale contro le truppe tedesche di Manfredi Hohenstaufen, il quale prevalse in battaglia contro Firenze proprio per la confusione arrecata nei fiorentini ammainando un vessillo della Patria. I canti di cui parlo dovrebbero costituire la premessa di nuove Leggi e iniziative atte a tutelare la Repubblica dai suoi traditori, i fanatici portatori di tante ipocrite istanze della globalizzazione che in realtà hanno sostanziato ambiziose prevaricazioni dalla Mitteleuropa.

L’auspicato passaggio dalla II° alla III° Repubblica abbisognerebbe di una punizione con legge del contrappasso che investa prima di tutto tutti quei magistrati deviati, poi quei giornalisti distolti, continuando con quei politici smidollati ed infine quegli alti dirigenti statali che hanno tutti insieme bellamente tradito la Patria, predicando pure che il loro comportamento fosse giusto, moderno, colto e inevitabile. Bisognerà iniziare da una casta di impuniti, i Magistrati manifestamente politicizzati che sono stati grandi portatori impliciti di istanze internazionali eversive. Essi sono colpevoli della barbarie di Tangentopoli dal 1992 in poi, quando una II° Repubblica è nata assai infruttuosa, litigiosa e decadente e ha lentamente desovranizzato lo Stato e il Popolo della Repubblica, portando la Nazione lungo un sentiero di decadenza.

Il caso Diciotti è un continuo del 1992, perché nella pretesa che i confini Nazionali fossero abbattuti sulla base di una Legislazione che non esiste e che non ha alcun senso, vi è la radice storica dell’attacco alla lira e dei governi tecnici imposti da interessi oltre confine grazie al concorso di magistrature apicali profondamente depravate. Se è vero che la Diciotti è una nave con bandiera italiana, spetterebbe solo al Ministro derogare dalla Legge per far sbarcare sul suolo italiano persone che, essendo senza passaporto, nessun magistrato sa chi siano, da dove vengano e cosa ci portino, e non occorre essere uno scienziato per capire che solo così deve essere. Non si capisce quindi la legittimità con cui qualcuno che ha vinto solo un concorso del CSM possa invertire il normale senso delle cose, e perciò il caso può essere il casus belli di qualcosa di molto pregnante in senso politico. Sappiamo, infatti, che l’azione di presunto sequestro di Salvini (e Toninelli) ha una natura di atto ministeriale indi per cui non solo la responsabilità è collegiale di tutto il Governo, ma la sua sindacabilità è permessa solo ed esclusivamente al Parlamento. Facciamo attenzione.

Ogni membro del Governo può essere processato dalla Magistratura Ordinaria ma previa autorizzazione dell’Organo Sovrano, ciò significa che se essa fosse concessa, il Parlamento avrebbe sfiduciato il ministro e perciò sortito una implicita sfiducia e un nuovo indirizzo politico della Nazione. In altre parole se si concedesse l’autorizzazione al processo, come si era ventilato all’inizio senza riflettere bene sulla situazione, il potere di indirizzo politico della Nazione sarebbe strappato agli organi competenti ed esercitato su impulso dei Magistrati. Il Ministro risulterebbe infatti o sfiduciato, a seguito di accoglimento di richiesta dei Magistrati e sue doverose dimissioni, oppure sarebbe sottoposto da Ministro imputato al giudizio dei suoi atti da parte dei Magistrati inquirenti e giudicanti, e quindi in entrambi i casi si profilerebbero i contorni di un colpo di Stato.

Faccio notare che i Padri della Costituente hanno previsto un equilibrio di poteri che non vuole un Ministro, ancorché consenziente, costretto a sottoporre i suoi atti ai Magistrati, i quali possono certamente processare una qualsiasi persona che ha commesso reati, ma se ipotizzassero un qualche reato a carico di un Ministro richiedendolo in veste di imputato ai loro piedi, devono affrontare tutto il limite e le conseguenze che avrebbe avuto il pessimo esercizio della loro funzione offensiva e lesiva della volontà popolare nella eventualità, che in realtà è certezza, la loro fosse stata una iniziativa destituita di fondamento, di legittimità e di buon merito.

I Magistrati partendo solo con una mera ipotesi di reato del tutto soggettiva, in Italia hanno ambito di mettere sotto scacco il Governo e il Parlamento, ma quando alla fine avranno torto, come sempre costantemente avviene, cosa succede loro? Nulla, perché sarebbero altri loro colleghi a giudicarli e come sappiamo un cane non morde un altro cane ! In un Paese normale, peraltro, nessuno che abbia il senno potrebbe pretendere che solo il Ministro sia processato per i suoi atti ministeriali partoriti di per sé in conformità alla Legge, cioè senza coinvolgere il capo di gabinetto, le gerarchie della polizia etc… In un Paese normale anche quanto accaduto in passato con il Presidente Berlusconi, sottoposto a oneri di procedure processuali per imputazioni folli e destituite di fondamento, non sarebbe mai accaduto, ma per l’unicum Berlusconi si poteva ledere l’agenda di governo e l’immagine della Nazione, nonché usurpare la volontà Popolare e Parlamentare. Adesso basta ! Questo aspetto degenerato pure con Salvini è assurto a patologia endemica, ed è un grave vulnus alla Democrazia. Molto male, anzi malissimo, ha fatto Berlusconi e tutto il Centrodestra a lagnarsene nel tempo ma a tollerarlo, invece di reagire con forza rimettendo la Magistratura nei suoi binari costituzionali, così come era prima del 1992 quando l’Italia aveva una forza politica ed economica da potenza Mondiale anche perché i Magistrati facevano il loro lavoro in silenzio senza protagonismi da Salute pubblica giacobina.

Il Senato a mio giudizio non autorizzerà proprio nulla ma faccio notare un aspetto per chiarire l’assurdità e la violenza insita nella richiesta. Se il Senato autorizzasse il processo al Ministro Salvini in carica, a prescindere o meno che si arrivi a sentenza in primo grado tra 7/8 anni, si profilerebbe la situazione eversiva di un magistrato che avrebbe il legittimo potere di arrestare Salvini con il fondato pretesto del potenziale rischio del reitero del presunto reato. In effetti se fosse plausibile un reato di sequestro compiuto dal Ministro all’atto di bloccare i flussi di deportati in Italia attraverso il collaudato sistema sinergico trafficanti-ONG-Cooperative sociali di sinistra, Salvini sicuramente starebbe reiterando questo reato anche adesso, in questo momento, e lo farebbe pure in futuro e perciò a quel punto, cioè se si riconoscesse una valenza di legalità alla richiesta dei Magistrati cedendo a loro un potere, essi potrebbero anche arrestare il Ministro artefice di atti ministeriali da loro ipotizzati come reati. Ovviamente è del tutto irrilevante che tra sette-otto anni ci sia una sentenza che dica che l’atto a firma di Salvini non costituiva alcun reato, poiché il fine della sortita in toga rossa non è quello di perseguire chi commette reati ma bloccare gli indirizzi politici di Salvini. Un equilibrio di poteri in cui un qualsiasi magistrato che non concordasse con gli atti del Ministro potrebbe arrestarlo, sarebbe una tirannide, porterebbe ancora più caos e continuerebbe il cammino di distruzione dello Stato nella dissoluzione fisica e valoriale del Popolo italiano, un tema evidentemente caro a chi promuove queste deportazioni ai fini di sostituzione etnico culturale.

Il Senato a maggioranza gialloverde e con un Centrodestra molto forte, non potrebbe mai concedere l’autorizzazione al processo di Salvini senza semmai dimissionarlo o sfiduciarlo allo stesso tempo, una cosa illogica oltre che impossibile da attuarsi. Anche chi ha fiducia nei Magistrati non può spingersi fino al punto di riconoscergli il potere in potenza di destrutturare lo Stato sindacando atti ministeriali di mero potere politico, perché ricordo che al Ministro degli Interni fanno capo tutti i prefetti e tutte le questure, e delegittimandone gli atti, si porterebbe deterioramento all’articolazione stessa dello Stato. Fortunatamente il Presidente del Consiglio, un professore costituzionalista, questi concetti li ha più chiari di quanto li abbia io, tanto da sbaragliare la sortita offensiva dei Magistrati e dare una ‘svegliata’ a tutti i grillini. Conte dicendo apertis verbis che nel caso di autorizzazione a procedere, sarebbe investito anche lui, poiché tutti gli atti ministeriali a firma Salvini, condivisi o meno che siano stati, sono atti del Governo Conte, ha spiegato a tutti gli attori della Repubblica che nessun magistrato può allestire processi di alcun tipo sull’azione di governo, senza farlo cascare qualora il Parlamento desse minimamente retta a queste incursioni togate sugli affari del Viminale.

Ciò detto rimane l’aspetto per me più importante, e cioè la sortita golpista di questi magistrati con il suo esplicito carattere eversivo che io vedo configurare come un tentativo ambizioso di sovvertire l’ordine democratico costituito e le istituzioni che ne sono l’espressione da rispettare. Questi Magistrati hanno commesso un abuso enorme pretendendo di calamitare nella loro funzione giudiziaria un potere illegittimo, dando ad intendere che gli atti del Ministro Salvini possano avere una valenza personale a loro sottoponibile dal Parlamento. Questo tentativo si configura secondo me come un reato contro la personalità dello Stato perché costoro hanno tentato di processare un Ministro della Repubblica per i suoi atti ministeriali, e questo non solo non lo possono fare, ma non possono neanche tentare di farlo, perché è già un grave reato il solo tentativo.

Ad aggravare il quadro si arriva pensando che gli stessi magistrati, né altri di qualche sperduta procura d’Italia, hanno mai sollevato casi giudiziari di qualche tipo quando negli ultimi anni i ministri degli interni del PD hanno favorito l’immigrazione di masse enormi di clandestini forzando chiaramente le Leggi, così dando luogo ad un plausibile concorso esterno in innumerevoli reati commessi a 4 mani con gli scafisti e gli affogamenti a mare, con la mafia nigeriana e i suoi squartamenti di corpi umani a scopi commerciali e sado-ludico sessuali oppure con la moltitudine di cooperative avidamente corrotte da sprechi di denaro pubblico di cui tutti sappiamo.

Perciò questi casi della Diciotti o della Seawatch 3 sono vessilli assolutamente emblematici, come il vessillo di Firenze caro a Dante nella battaglia contro la tirannide straniera di Manfredi. Il coraggio di affrontare di petto questi fenomeni potrebbe stagliare la fine della II° Repubblica aperta proprio con le esondazioni sanguinarie della magistratura ‘assassina’ di deputati e manager nazionali oltre che del consenso di tre leader politici nazionali, come Craxi, Andreotti e Forlani, al fine concreto non certo di pulire le mani a qualcuno ma di aprire la strada alle invasioni straniere e alle razzie susseguite in questi anni. L’ingiustizia enorme insita in Tangentopoli è nei traditori della Patria conclamati, come ad esempio Giorgio Napolitano con tanto di valigette sovietiche, messi sul piedistallo ed elevati a monarchi della Repubblica, mentre i politici e i partiti artefici del miracolo economico italiani buttati nel fango giudiziario. Oggi come allora la Magistratura protagonista in politica ha la stessa vocazione alla ingiustizia e alla prevaricazione della Democrazia e delle Leggi, infatti pretende che ex ministri del PD non debbano rispondere di una sfilza chilometrica di reati esplicitamente codificati nel codice penale e bellamente commessi ventilando emergenze e sentimentalismi indotti, mentre chi ha solo applicato la Legge, peraltro in ossequio alla forza parlamentare ed elettorale conferitagli dall’esito del suffragio democratico, dovrebbe essere processato e finire in carcere per un sequestro di persona del tutto campato in aria.

Perciò si arriva al punto veramente importante : cui prodest questo tentativo di certi magistrati per mettere sotto il Governo e il Parlamento?

Dobbiamo individuare gli artefici di questa alzata di testa dei Magistrati eversivi nei disegni di globalizzazione delle elite più radicali della sinistra, cervelli e rispettivi conti correnti bancari asserviti dall’Alta finanza straniera. Costoro sono essenzialmente volti a distruggere la Nostra Storia, il Nostro Stato e la Nostra Democrazia, e perciò sono loro quelli da processare. Il rispetto dei nostri confini nazionali e delle nostre Leggi per l’ingresso in Italia hanno il senso di assicurare quell’ordine e quella sicurezza che si deve riconoscere come un diritto del popolo italiano, costituendo peraltro la ragione filosofica e storica della nascita dello Stato, e chiunque non rispettasse tutto ciò attentando alla personalità dello Stato è un pericoloso criminale da abbattere.

Non occorre nessun parere del Parlamento per sapere se il Ministro degli Interni può avere interessi personali o meno a chiudere i porti opponendo diniego di accesso verso la punta di un iceberg minaccioso fatto da 1 miliardo e mezzo di deportabili potenziali dall’Africa. La richiesta di processo è quindi un tentativo di per sé offensivo ed eversivo. Il Ministro non ha il diritto bensì il dovere di fare quello che ha fatto, anche usando la forza per colpire chiunque si adoperi in senso contrario al suo agire che è ancorato alle Leggi e alla supremazia insindacabile dello Stato italiano sul suolo italiano. Semmai, ribadisco, bisognerebbe processare i Ministri del recente passato che invece hanno derogato alle Leggi perseguendo astrattezze radical chic di impeti esterofili i cui benefici in realtà li hanno avuti solo in pochissimi, e non certo la collettività.

Tutto ciò tenuto ben presente, si scorge nel carattere giudiziario di questa sortita dei magistrati, un carattere ovviamente avallato dai Media principali e dai politici del PD asserviti notoriamente a interessi stranieri, che si profila una minaccia contro lo Stato. E’ noto come nel Mondo, e non solo in Italia, vi siano elite che perseguono di distruggere il popolo italiano sul suolo italiano promuovendo che altri popoli si mescolino forzatamente a loro per dissolvere identità e caratteri culturali, obiettivo a cui pervenire proprio abbattendo i confini nazionali e desovranizzando le Istituzioni. Perciò lo Stato è sotto attacco e deve reagire al grave pericolo indirizzato dalle forze della globalizzazione, anche attraverso certi magistrati giacobini, che occorre punire arrestandoli e processarli, suscitando un grande clamore mediatico internazionale assolutamente necessario per fare da modello di best practice. E’ infatti necessario istituire una Commissione di inchiesta Parlamentare che tiri fuori dai cassetti tutte le magagne cominciate dalla speculazione sulla lira di Soros del 1992, Tangentopoli, la Magistratura politicizzata, e la collusione tra certi gangli di Giustizia, i media e l’Alta finanza, fino a indagare sui soldi che arrivano a queste ONG e alle loro navette. Ovviamente tutto ciò avendo premura di avvisare Antenore agli Inferi di fare una grande spazio nel lago ghiacciato per offrire posto a dei suoi colleghi, i traditori della Repubblica italiana, che il Sommo Poeta accoglierebbe da par suo scendendo apposta dal Paradiso per prenderli per collottola e strattonarli strappandogli ciocche di capelli con Somma soddisfazione.

Sea watch, Procura Catania: aperta inchiesta per associazione a delinquere

LA PARTE SANA DELLA MAGISTRATURA CHE LOTTA QUOTIDIANAMENTE CONTRO QUELLA CORROTTA. AL PM ZUCCARO CHE FA IL SUO DOVERE NEL PIENO RISPETTO DELLA SUA FUNZIONE VANNO TUTTA LA STIMA E IL SOSTEGNO DEGLI ITALIANI!



Lo sbarco dei 47 migranti dalla nave Sea watch finisce sul tavolo della Procura di Catania, guidata da Carmelo Zuccaro, che ha aperto un’inchiesta. Al momento il fascicolo è a carico di ignoti. La Procura ipotizza il reato di associazione a delinquere finalizzata all’agevolazione dell’immigrazione clandestina.

Come si apprende, la Procura ha proceduto all’iscrizione di un procedimento penale nei confronti di ignoti per i delitti di associazione a delinquere finalizzata all’agevolazione dell’immigrazione clandestina e di agevolazione dell’immigrazione clandestina per “individuare da una parte i trafficanti libici che hanno organizzato la partenza dei migranti dalla costa libica, dall’altra gli scafisti che hanno condotto il gommone poi soccorso dalla Sea watch 3”. I magistrati vogliono anche “accertare infine la liceità della condotta tenuta dai responsabili di quest’ultima motonave”.

Gli inquirenti puntano soprattutto su “alcuni aspetti critici ritenuti meritevoli di approfondimento, costituiti da un lato dalla scelta della motonave di non dirigersi verso le coste tunisine, come fatto da alcuni pescherecci che in condizioni di mare critiche si erano rifugiati presso quelle coste, dall’altro dalle dichiarazioni rese dal comandante della motonave e dal coordinatore del team della stessa Sea Warch che si occupa della ricerca e dei recuperi in mare, circa il non funzionamento del motore e la mancanza di una persona che fosse alla guida del gommone”. Dichiarazioni che, come fanno sapere dalla Procura di Catania “appaiono contraddette da quelle rese da alcuni migranti che hanno invece asserito che il motore del gommone era funzionante al momento del soccorso e che il natante era guidato da uno di loro”. Già ieri il Procuratore Carmelo Zuccaro aveva chiesto al collega di Siracusa, Fabio Scavone, la trasmissione delle carte sullo sbarco. ADNKRONOS


Generale americano definisce la Polonia la "chiave" per contenere la Russia

Flag of Poland

Usare la posizione geografica della Polonia per aumentare la mobilità delle truppe NATO è cruciale per mantenere la stabilità e la sicurezza in Europa e per "contenere" la Russia, ha affermato il colonnello statunitense Ben Hodges durante un incontro con rappresentanti degli ambienti polacchi.
Le rotte di trasporto che attraversano il territorio della repubblica servono per il movimento dei soldati della NATO e contribuiranno a migliorare la manovrabilità delle truppe dell'Alleanza in caso di un possibile conflitto con Mosca, ha detto il comandante. Pertanto, sono necessari per la corretta attuazione della politica di "contenimento".
"La Polonia intende fare un grande passo avanti verso il rafforzamento della sicurezza della regione: la costruzione dell'hub di trasporto centrale tra Varsavia e di Lodz contribuirà a garantire la sicurezza in questa regione europea, specialmente se coordinata con investimenti in progetti dei paesi dei tre mari, ad esempio come il percorso della Via Carpatia e delle ferrovie Baltiche, oltre a compiti logistici e di difesa nel quadro del programma di cooperazione strutturata permanente sulle questioni di sicurezza e di difesa dei paesi dell'UE",  cita Biznes Alert il colonnello.
Hodges ha osservato che l'efficacia della strategia di deterrenza dipende anche da "un esercito polacco forte e modernizzato a terra, sull'acqua e in aria", la sua integrazione sotto il comando della NATO e la cooperazione con la Germania e i paesi baltici.

Messaggio di Maduro al popolo USA

GLI STATI UNITI TELECOMANDATI DALLO STATO PROFONDO SIONISTA SI STANNO CACCIANDO IN PESSIME ACQUE....DIFENDERE LE DEMOCRAZIE DEGLI ALTRI PAESI DIVENTA UN AFFARE PLANETARIO, AL CONTRARIO, SIAMO TUTTI CONDANNATI ALLA SCHIAVITU' DELL'IMPOSIZIONE DEL NUOVO ORDINE MONDIALE SATANISTA/SIONISTA CHE VUOLE PORRE LE SUE BASI IN EUROPA!  





La Polonia rifiuta di dispiegare missili nucleari USA sul suo territorio

Il ministro degli Esteri polacco Jacek Czaputowicz

ASSURDO PENSARE E DICHIARARE CHE LE ARMI POSSANO GARANTIRE LA PACE. E' UNA PURA CONTRADDIZIONE IN TERMINI!! 

Il ministero degli esteri polacco smentisce l’intenzione di voler dispiegare i missili nucleari statunitensi sul proprio territorio, come in precedenza affermato dalla rivista tedesca Der Spiegel.

Lo Spiegel ha pubblicato un articolo titolato: "Il ministro degli esteri polacco chiede il dispiegamento dei missili nucleari americani in Europa".

"Il ministero degli esteri smentisce con decisione il fatto che in un'intervista allo Spiegel il ministro Jacek Czaputowicz ha chiesto il piegamento di missili nucleari americani in Europa", si legge nella nota del ministero polacco.
La nota afferma che, il ministero degli esteri ha spiegato che, riferendosi a un'intervista sul trattato INF, Czaputowicz ha affermato che "l'Europa ora si basa sulla deterrenza nucleare garantita dall'Alleanza del Nord Atlantico". Ma alla domanda sulla possibilità di schierare armi nucleari sul territorio polacco, il ministro ha risposto che "non lo vogliamo assolutamente".
Il ministro, spiega la nota, non ha escluso che in futuro le armi nucleari possano garantire la pace in Europa, e ha aggiunto che il dispiegamento di queste armi è "competenza esclusiva della NATO".  

Il Presidente del Senato Elisabetta Casellati: ” la Russia, ha un ruolo essenziale per la stabilizzazione delle varie aree di conflitto”

L'OTTIMO DISCORSO IN RUSSIA DEL PRESIDENTE DEL SENATO CASELLATI CHE PONE L'ITALIA IN UN'OTTICA DI DIALOGO E CONDIVISIONE DELLA LINEA DI POLITICA ESTERA CON LA RUSSIA. PURTROPPO, I RAPPORTI TRA USA E RUSSIA VANNO DETERIORANDOSI RENDENDO VANI GLI SFORZI DI AMICIZIA E DIALOGO DELLA DIPLOMAZIA ITALIANA CON LA RUSSIA. A COMPLICARE IL TUTTO, ANCHE LA PRESENZA DELLE BASI NATO SUL TERRITORIO ITALIANO CHE FANNO DELL'ITALIA, VOLENTE O NOLENTE, UN PAESE BELLIGERANTE....


Il Presidente del Senato, Elisabetta Casellati è intervenuta lo scorso mercoledì 30 gennaio nella seduta plenaria del Consiglio della Federazione Russa, la Camera alta del sistema parlamentare russo formata da rappresentanti delle entità territoriali che compongono la Federazione, presieduta da Valentina Matvienko. È stata la prima volta che a un Presidente del Senato della Repubblica italiana è stata riservata la possibilità di prendere la parola nell’aula del Consiglio. Qui di seguito, riportiamo il testo del discorso.



“Signora Presidente, signori membri del Consiglio della Federazione, è con particolare emozione che prendo la parola oggi in quest’aula così illustre e autorevole, per portare il saluto del mio Paese e dell’istituzione che ho l’onore di presiedere. Il Senato della Repubblica nell’ordinamento italiano è un’assemblea rappresentativa che svolge una funzione in qualche modo analoga alla vostra, specialmente per quanto riguarda la specifica vocazione alla rappresentanza dei territori, pur nelle profonde differenze fra gli ordinamenti costituzionali e i meccanismi elettorali dei due paesi.

La mia presenza qui oggi si inserisce nel quadro degli eccellenti rapporti che legano il vostro paese al mio: politici economici, culturali ai quali ritengo che la diplomazia parlamentare possa dare un utile contributo.



Sono relazioni che affondano le loro radici nella storia: non solo nei frequentissimi scambi fra letterati, pensatori, artisti dei due paesi, ma anche sul piano dei rapporti strettamente politici.


Se mi consentite una notazione di carattere personale, a tali rapporti sono in qualche modo costretta a pensare ogni mattina quando vado nel mio ufficio a Palazzo Giustiniani. È un palazzo storico di Roma nel quale furono scritte pagine importanti della storia italiana, nel quale fu promulgata la Costituzione della Repubblica, e che oggi ospita la Presidenza del Senato. Ebbene, salendo le scale del palazzo ogni giorno mi accoglie una lapide, scritta in russo e in latino, che ricorda che in quel palazzo soggiornò lo Zar Nicola I, in visita a Roma nel 1845, dal papa Gregorio XVI; due anni dopo, nel 1847, lo Zar sottoscrisse un concordato con lo Stato Pontificio, uno fra i primi nella storia per un paese non cattolico.

La tradizione di visite e incontri al più alto livello è dunque antica, precedente addirittura all’Unità nazionale italiana, e deve le sue origini alla comune appartenenza a una cultura, una civiltà, un sistema di valori che vorrei definire semplicemente europeo.
Mi permetto di dirlo proprio da rappresentante istituzionale di uno Stato membro dell’Unione Europea, un paese nel quale, voglio sottolinearlo con soddisfazione, è praticamente unanime fra le forze politiche la convinzione della necessità di un rapporto più costruttivo fra l’UE e l’Alleanza Atlantica da un lato e la Federazione Russa dall’altro, del ripristino delle condizioni che consentano il superamento di un sistema sanzionatorio dannoso per entrambe le parti, in nome di un dialogo basato sul tanto che ci unisce e non su ciò che ci divide.

Ne sono convinta per due ragioni profonde, che illustrerò rapidamente.

La prima ragione sta nel fatto che la Russia è parte integrante dell’identità europea. Certo, il vostro è un grande paese, il più grande del mondo, si estende in due continenti ed è profondamente integrato nella realtà di entrambi.

Non vi è dubbio però che esiste non un semplice legame, ma un insieme di tratti d’identità comune fra la Russia e l’Europa: non si può davvero parlare di civiltà europea, di cultura europea, senza la Russia.

Che cosa sarebbe la letteratura europea senza Puskin, Tolstòj, Bulgàkov, che cosa sarebbe la musica senza Cajkovskij, Rachmaninov, che cosa sarebbe la pittura senza le memorabili icone di Andrej Rublév, senza Siskin, senza Brjullov che tanto visse e lavorò anche nel nostro paese?


C’è di più: che cosa sarebbe l’Europa senza il decisivo contributo della Russia alla sconfitta della Germania nazista nella seconda guerra mondiale? Il tanto sangue versato e le innumerevoli sofferenze del popolo russo nella “Grande Guerra Patriottica” sono stati decisivi per liberare l’Europa dal totalitarismo nazista.

Per questo voglio rendere omaggio commossa ai milioni di russi, in particolare ai ragazzi e alle donne in divisa, che hanno dato la vita per la loro patria e per la vittoria degli alleati.

Mi consentirete, signori senatori, di rendere nel contempo omaggio – da Presidente del Senato – ai tanti soldati italiani caduti, feriti, prigionieri in quella guerra sul fronte russo. Combattevano una guerra ingiusta, che non avevano deciso loro, ma seppero battersi con valore e con onore, spesso scrivendo pagine di autentico eroismo con profondo amor di patria e commovente spirito di sacrificio.

Ai caduti dell’una e dell’altra parte dobbiamo una promessa e un impegno: mai più la guerra. Mai più conflitti fra popoli che possono essere fratelli, che in larga parte sono uniti dalle comuni radici cristiane, che nel rispetto delle diversità delle proprie variegate componenti sono chiamati dalla storia a un destino di amicizia e non di conflitti.

La seconda ragione per la quale consideriamo fondamentale una stretta collaborazione fra Russia e Italia, fra Russia ed Europa, fra Russia ed occidente è la consapevolezza del ruolo fondamentale che il Vostro paese svolge nei delicati equilibri mondiali, un ruolo che può essere decisivo di fronte ai grandi pericoli per la pace mondiale.


In tutte queste realtà la Russia, ha un ruolo essenziale per la stabilizzazione delle varie aree di conflitto così come nella lotta al terrorismo in tutte le sue molteplici manifestazioni.

Ritengo fondamentale che grandi potenze mondiali come la Russia e gli Stati Uniti – insieme con altri grandi soggetti politici mondiali come l’Unione Europea – sappiano collaborare in modo costruttivo e cordiale per la stabilità e la sicurezza planetaria e per contrastare i pericoli vecchi e nuovi che possono insidiare la pace e la libertà dei popoli, per garantire lo sviluppo delle aree più deboli del pianeta, disinnescando problemi drammatici e complessi come quelli legati ai flussi migratori in fuga dall’Africa e dal Vicino Oriente.

Il mio paese, lo rivendico con orgoglio, ha svolto in diversi momenti una funzione importante in questo senso: voglio ricordare l’accordo di Pratica di Mare, quando nel 2002, venne sottoscritto uno storico accordo di collaborazione rafforzata tra la Federazione Russa e l’Alleanza Atlantica con la creazione del Consiglio Nato-Russia che suggellava simbolicamente la fine di mezzo secolo di guerra fredda. Lo spirito di Pratica di Mare sfortunatamente negli anni successivi è in buona parte venuto meno, io però ritengo che a quello spirito si debba tornare nell’interesse dei nostri popoli e del mondo intero.


Signora Presidente, signori membri del Consiglio,

il dialogo fra le nostre assemblee non è solo una utile occasione di conoscenza reciproca, è uno strumento efficace per compiere progressi sulla strada di un rapporto sempre più stretto e sempre più cordiale fra le nostre nazioni e i nostri popoli.

Ogni passo in questa direzione è un passo verso la pace, verso la sicurezza e la prosperità in Europa e nel mondo.


Sono certa che questa sia la volontà del Parlamento e del Popolo russo come lo è di quello italiano.

Due grandi Popoli, due grandi civiltà con tanti aspetti in comune, hanno nel loro destino di incontrarsi, come è avvenuto tante volte nella storia, di conoscersi sempre meglio, di collaborare in modo costruttivo.

Oggi io spero e credo che abbiamo compiuto un altro passo in questa direzione. Vi ringrazio”.

RED

Sea Watch: da quando le cazzate degli avvoltoi di mare superano il diritto internazionale?

UN APPELLO AGLI AFRICANI SFRUTTATI E USATI PER LOSCHI GUADAGNI DALLE ONG. RIBELLATEVI A TUTTO QUESTO! VI STANNO SOLO USANDO!!! ORGANIZZATE RIVOLTE SULLE NAVI ONG CHE VI MENTONO E POI VI ABBANDONANO IN PAESI CHE NON POSSONO PIU' ACCOGLIERVI!!! RIBELLATEVI CONTRO I VOSTRI AGUZZINI SCAFISTI!!! LE ONG FANNO SOLO FINTA DI TRATTARVI BENE A BORDO, MA POI VI LASCIANO AD UN TRISTE DESTINO DI SFRUTTAMENTO E PERICOLOSI TRAFFICI DAI QUALI RICAVANO LAUTI GUADAGNI!!!
È storia di questi giorni in cui la Nave Tedesca battente bandiera olandese, non solo non si è attenuta alle direttive Europee riguardanti il carico dei migranti nel mare antistante la Libia, dove il porto ritenuto sicuro per sbarcare i migranti è neanche a dire un altro porto qualsiasi Libico, ma molto probabilmente inebriati dal business che l’immigrazione comporta, una volta avuto accesso al porto di Siracusa dove gli è stato dato accesso per sbarcare gli assegni… ehmm immigrati, e questi poi destinati alle varie Nazioni Europee che se ne sono fatte carico di prenderseli, per bocca della portavoce di Sea Watch in Italia Giorgia Linardi, ci fa sapere che per quanto li riguarda «Nessun blocco, per noi valgono le leggi olandesi» peccato che le leggi Olandesi abbiano valore in mare olandese e decadono quando si è in acque internazionali, pur rimanendo la nave una giurisdizione Olandese a tutti gli effetti, in quanto se un marinaio dovesse compiere un furto questi sarebbe giudicato con leggi ovviamente olandesi, altra cosa invece è, se si da uno sguardo alle giurisdizioni in acque internazionali, dove poi tale nave opera.
A seguire sono gli accordi internazionali firmati, che valgono per tutti nessuno escluso
Sea Watch
IL MARE TERRITORIALE: è, secondo il diritto consuetudinario, sottoposto alla sovranità dello Stato così come i territori di terra ferma. L’acquisto della sovranità è automatico: la sovranità esercitata sulla costa implica la sovranità sul mare territoriale.
L’art 2 della Convenzione di Montego Bay stabilisce che: “La sovranità dello Stato si estende, al di là del suo territorio e delle sue acque interne…a una zona di mare adiacente alle coste denominata mare territoriale”.
Esso, ai sensi dell’art 3 della stessa Convenzione, può estendersi fino ad un massimo di 12 miglia marine dalla costa.
Secondo una dottrina formatasi nel periodo tra le due guerre, lo Stato costiero avrebbe il diritto di esercitare poteri di vigilanza doganale in una zona contigua al mare territoriale. Tale dottrina venne recepita dall’art 24 della Convenzione di Ginevra del 1958 e poi trasferita nell’art 33 della Convenzione di Montego Bay il quale recita: in una zona d’alto mare contigua al suo mare territoriale, lo Stato costiero può esercitare il controllo necessario, in vista
  1. di prevenire la violazione delle proprie leggi di polizia doganale, fiscale, sanitaria e di immigrazione
  2. di reprimere le violazioni alle stesse leggi, qualora siano commesse sul suo territorio o nel suo mare territoriale.
Lo stesso art. 33 fissa a 24 miglia marine la larghezza massima della zona contigua.
Per quel che riguarda l’Italia, la legge 24.08.1974 n. 359, articolo unico ha modificato l’art 2 del codice della navigazione estendendo il nostro mare territoriale a 12 miglia.
Ovviamente il diritto internazionale sul mare indica anche dell’altro…
LA NAVIGAZIONE MARITTIMA
Il principio generale è che ogni nave è sottoposta esclusivamente al potere dello Stato di cui ha nazionalità: lo Stato di bandiera o Stato nazionale ha diritto all’esercizio esclusivo del potere di governo sulla comunità navale e esercita siffatto potere attraverso il comandante (considerato come organo dello Stato).
Vediamo ora le eccezioni che tale principio incontra allorché una nave si avvicini alle coste di un altro Stato:
  1. Acque internazionali. La nave pirata può essere catturata da qualsiasi Stato e sottoposta a misure repressive. Lo Stato nel cui territorio è in corso una guerra civile può visitare e catturare qualsiasi nave che si proponga di recare aiuto (in armi o armati) agli insorti.
  2. Zona economica esclusiva. Lo Stato costiero può visitare e catturare navi e relativo carico per infrazioni alle proprie leggi sulla pesca o allo sfruttamento delle risorse sottomarine.
  3. Mare territoriale. Rilevano i principi già analizzati del diritto di passaggio inoffensivo e della sottrazione alla giurisdizione penale dello Stato costiero dei fatti puramente interni alla nave
Le navi da guerra o comunque destinate a servizi pubblici possono inseguire una nave straniera che abbia violato le loro leggi purché l’inseguimento sia continuo e abbia avuto inizio almeno nelle acque contigue al mare territoriale. Se la nave inseguita entra nelle acque territoriali di un altro Stato l’inseguimento cessa.
Diventa cosi altresì evidente che la Nave Sea Watch ha stracciato non uno ma più articoli inerenti la Legge Internazionale sul mare e ci aspettiamo che la Magistratura faccia il suo dovere cosi come è richiesto di farlo ad ogni cittadino italiano, che non adeguandosi alla Legge dello Stato o internazionali che siano, questi in caso di insubordinazione viene poi giustamente punito, quindi la Magistratura, essendo una componente dello Stato faccia altrettanto col natante Sea Watch, dando dignità e imperio alla Nazione come ci si aspetta che sia.
Domenico Proietti