venerdì 3 aprile 2020

CEROTTI VACCINALI E "NANO INSIDIE"

NON CI FACCIAMO PRENDERE DA FACILI ENTUSIASMI E NEMMENO PER IL NASO....IL CEROTTO VACCINALE CONTIENE NANOTECNOLOGIE MINUSCOLE E IMPERCETTIBILI PER TRASFORMARE LE PERSONE IN CYBORG CONTROLLABILI....  

Il nome del ricercatore italiano è Andrea Gambotto e lavora nel team dell'Università di Pittsburgh. Si tratta dello stesso gruppo che ha messo a punto il vaccino per la Sars. Il test effettuato sui topi funziona

VOGLIONO CONTROLLARCI APPROFITTANDO DELLA SITUAZIONE CON IL MICROCHIP CUTANEO?

IL VACCINO CEROTTO - Si tratta di una piccola puntura - per la precisione, 400 micropunture erogate da sottilissimi aghetti disposti su un cerotto largo 1,5 centimetri - sul braccio o sulla spalla, e l'immunità al virus SARS-CoV-2 può svilupparsi entro due settimane, per raggiungere entro altre 3-4 settimane un livello di anticorpi sufficiente a contrastare in modo decisivo il virus. È questo il principio del vaccino sperimentale "PittCoVacc", sperimentato a Pittsburgh. Secondo quanto scoperto dal team di ricercatori, il "vaccino-cerotto", ha consentito sui topi analizzati e vaccinati, di produrre degli anticorpi specifici contro il Covid 19 che sta martoriando il mondo in questo momento storico. Secondo Gambotto, se la Fda autorizzasse il passaggio del test direttamente sull'uomo, in 5 mesi si potrebbe cominciare la produzione del vaccino su larga scala.
Dall'altra parte del mondo, in Australia, è stato realizzato qualcosa di molto simile. Si tratta di un cerotto costituito da nanoparticelle che richiede soltanto due minuti per l'applicazione. È stato messo a punto da un'équipe dell'Istituto di Bioingegneria e Nanotecnologia dell'Università del Queensland, in Australia, guidata dal dott. Mark Kendle.

MICROCHIP E NANOCHIP NEI FARMACI


FDA approva il primo medicinale con un sistema di tracciamento digitale
Pillole dal Mondo n. 1324


23/11/2017
La statunitense Food and Drug Administration (FDA) ha approvato Abilify MyCite, il primo medicinale con un sistema di tracciamento digitale di ingestione autorizzato negli Stati Uniti. Si tratta di aripiprazolo - approvato dall’FDA nel 2002 per il trattamento della schizofrenia, di episodi maniacali acuti e misti associati a disturbo bipolare e come trattamento aggiuntivo per la depressione negli adulti - con un sensore ingeribile incorporato nelle pillole che registra se il medicinale è stato assunto.

fonte:


Il sistema funziona inviando un messaggio dal sensore nel medicinale ad un wereable patch, un cerotto che trasmette le informazioni ad un’applicazione mobile in modo che i pazienti possano monitorare sul proprio smartphone l’ingestione. I pazienti possono consentire anche ai medici e a quanti li assistono di accedere alle informazioni attraverso un portale web.

“Essere in grado di tracciare l’assunzione dei medicinali prescritti per le malattie mentali può essere utile per alcuni pazienti”, ha dichiarato Mitchell Mathis, Direttore della Divisione di Prodotti di Psichiatria del Centro per la ricerca e la valutazione dei farmaci dell’FDA. “L’FDA supporta lo sviluppo e l’uso di nuove tecnologie nei medicinali e si impegna a collaborare con le aziende per comprendere come pazienti e prescrittori possano beneficiare della tecnologia”.
Gli effetti collaterali più comuni di Abilify sono nausea, vomito, costipazione, mal di testa, vertigini, acatisia, ansia, insonnia e irrequietezza. In alcuni pazienti possono verificarsi irritazioni cutanee nel sito del posizionamento del patch di Abilify MyCite.

Abilify MyCite è stato approvato con un “Boxed Warning” che avvisa i professionisti sanitari che nei pazienti anziani con psicosi correlata alla demenza trattati con antipsicotici il rischio di morte è maggiore. Il “Boxed Warning” avverte inoltre dell’aumento del rischio di pensieri e comportamenti suicidari nei bambini, negli adolescenti e nei giovani adulti che assumono antidepressivi. Il medicinale deve essere dispensato con una “Medication Guide” che contiene importanti informazioni sugli usi e sui rischi. Nell’etichettatura si precisa che la capacità del prodotto di migliorare l’aderenza terapeutica da parte del paziente non è stata dimostrata.

La sicurezza e l’efficacia di Abilify MyCite, che non è indicato per il trattamento di pazienti con psicosi associata alla demenza, non sono state dimostrate nei pazienti pediatrici.


La storia segreta di Fort Detrick, la base della CIA per gli esperimenti di controllo mentale

Nel 1954, un medico della prigione nel Kentucky isolò sette detenuti neri e diede loro dosi “doppie, triple e quadruple” di LSD per 77 giorni consecutivi. Nessuno sa che fine abbiano fatto le vittime. Potrebbero essere morti senza sapere che di essere stati arruolati nel programma altamente segreto della CIA per sviluppare modi per controllare le menti - un programma appoggiato in una base dell'esercito poco conosciuta e con un passato oscuro, Fort Detrick.



L’espansione suburbana ha ormai inghiottito Fort Detrick, una base dell’esercito a 50 miglia da Washington, nella città di Frederick, nel Maryland. Settantasei anni fa, tuttavia, quando l’esercito scelse Detrick come luogo per sviluppare i suoi piani super segreti per combattere la guerra biologica, l’area intorno alla base appariva molto diversa.In effetti, fu scelto per il suo isolamento. Questo perché Fort Detrick, ancora oggi fiorente come principale base dell’esercito per la ricerca biologica e che ora comprende quasi 600 edifici su 13.000 acri, è stato per anni il centro nevralgico segreto dell’impero chimico e della mente della CIA.Fort Detrick è oggi uno dei laboratori all’avanguardia nel mondo per la ricerca di tossine e antitossine, il luogo in cui si sviluppano le difese contro ogni peste, dai funghi delle colture all’Ebola.Il suo ruolo di leader nel settore è ampiamente riconosciuto. Per decenni, tuttavia, gran parte di ciò che accadeva in quella base era un segreto strettamente custodito. I direttori del programma di controllo mentale della CIA MK-ULTRA, che utilizzava Fort Detrick come base chiave, distrussero la maggior parte dei loro archivi nel 1973.Alcuni dei suoi segreti sono stati rivelati in documenti declassificati, attraverso interviste e come risultato di indagini del Congresso. Insieme, queste fonti rivelano il ruolo centrale di Detrick in MK-ULTRA e nella produzione di veleni destinati a uccidere leader stranieri.Nel 1942, allarmato dai rapporti secondo cui le forze giapponesi stavano conducendo una guerra batteriologica in Cina, l’esercito decise di lanciare un programma segreto per sviluppare armi biologiche. Assunse una biochimica dell’Università del Wisconsin, Ira Baldwin, per eseguire il programma chiedendogli di trovare un sito per un nuovo complesso di bio-ricerca.Baldwin scelse una base della Guardia Nazionale per lo più abbandonata sotto la montagna di Catoctin chiamata Detrick Field. Il 9 marzo 1943, l’esercito annunciò di aver ribattezzato la base Camp Detrick, lo designò come quartier generale dei laboratori di guerra biologica dell’esercito e acquistò diverse fattorie adiacenti per ottenere spazio e privacy extra.Dopo la seconda guerra mondiale, Detrick scemò di importanza. Il motivo era semplice: gli Stati Uniti avevano armi nucleari, quindi lo sviluppo di quelle biologiche non sembrava più urgente. All’inizio della Guerra Fredda, tuttavia, due sviluppi apparentemente non collegati da parti opposte del mondo sbalordirono l’appena fondata Central Intelligence Agency e dato a Detrick una nuova missione.Il primo fu, nel 1949, il processo per tradimento del primate cattolico romano d’Ungheria Cardinale Joseph Mindszenty. Al processo, il cardinale sembrò disorientato, parlò in tono monotono e confessò crimini che evidentemente non aveva commesso. Poi, dopo la fine della guerra di Corea, si scoprì che molti prigionieri americani avevano firmato dichiarazioni che criticavano gli Stati Uniti e, in alcuni casi, confessavano crimini di guerra.La CIA spiegò entrambi i fatti nello stesso modo: il lavaggio del cervello. I comunisti, concluse la CIA, dovevano aver sviluppato una droga o una tecnica che permetteva loro di controllare le menti umane. Nessuna prova di ciò è mai emersa, ma la CIA si innamorò della sua fantasia.Nella primavera del 1949 l’esercito formò una piccola squadra super segreta di chimici a Camp Detrick chiamata divisione delle operazioni speciali. Il suo compito era trovare usi militari per batteri tossici. L’uso coatto delle tossine era un nuovo campo e i chimici della divisione Operazioni speciali dovevano decidere come iniziare la loro ricerca.Allo stesso tempo, la CIA aveva appena creato il proprio corpo di maghi chimici. Gli ufficiali della CIA in Europa e in Asia stavano regolarmente catturando sospetti agenti nemici e volevano sviluppare nuovi modi per allontanare i prigionieri dalle loro identità, indurli a rivelare segreti e forse persino programmarli per commettere atti contro la loro volontà.Allen Dulles, che gestiva la direzione delle operazioni segrete della CIA e che presto sarebbe stato promosso a dirigere l’agenzia, considerava il suo progetto di controllo mentale – prima chiamato Bluebird, poi Artichoke, poi MK-ULTRA – di suprema importanza, la differenza tra la sopravvivenza ed l’estinzione degli Stati Uniti.

Nel 1951, Dulles assunse un chimico per progettare e supervisionare una ricerca sistematica della chiave per il controllo mentale.

L’uomo che scelse, Sidney Gottlieb, non faceva parte dell’aristocrazia del cucchiaio d’argento da cui venivano reclutati la maggior parte degli ufficiali della prima CIA, ma un ebreo di 33 anni, proveniente da una famiglia immigrata, che zoppicava e balbettava. Ha anche meditato, vissuto in una cabina isolata senza acqua corrente e si è alzato prima dell’alba per mungere le sue capre.

Gottlieb voleva usare le risorse di Detrick per spingere il suo progetto di controllo mentale a nuovi livelli. Chiese a Dulles di negoziare un accordo che formalizzasse la connessione tra i militari e la CIA in questa ricerca. Secondo le disposizioni dell’accordo, secondo un rapporto successivo, “la CIA ha acquisito le conoscenze, le abilità e le strutture dell’esercito per sviluppare armi biologiche adatte all’uso della CIA“.




Approfittando di questo accordo, Gottlieb creò un’enclave segreta della CIA all’interno di Camp Detrick. La sua manciata di chimici lavorò così a stretto contatto con i loro colleghi della divisione Operazioni speciali che divennero una singola unità.


Alcuni scienziati al di fuori del gruppo sospettavano cosa stesse succedendo. “Sai cosa significa un’operazione autonoma e pronta all’uso“? Uno di loro chiese anni dopo. “La CIA ne gestiva una nel mio laboratorio. Stavano testando sostanze psicochimiche e facendo esperimenti nei miei laboratori e non me lo dicevano“.

Gottlieb cercava incessantemente un modo per spazzare via le menti umane in modo da poter impiantare nuove menti al loro posto. Testò una sorprendente varietà di combinazioni di farmaci, spesso in combinazione con altri tormenti come l’elettroshock o la deprivazione sensoriale. Negli Stati Uniti, le sue vittime erano soggetti inconsapevoli nelle carceri e negli ospedali, tra cui una prigione federale ad Atlanta e un centro di ricerca sulla dipendenza a Lexington, Kentucky.

In Europa e in Asia orientale, le vittime di Gottlieb erano prigioniere in centri di detenzione segreti. Uno di quei centri, costruito nel seminterrato di un’antica villa nella città tedesca di Kronberg, potrebbe essere stata la prima prigione segreta della CIA.


Mentre gli scienziati della CIA e i loro ex compagni nazisti sedevano davanti a un camino in pietra per discutere delle tecniche di controllo mentale, i prigionieri nelle celle del seminterrato venivano preparati come soggetti in esperimenti brutali e talvolta fatali.


Questi furono gli esperimenti più raccapriccianti che il governo degli Stati Uniti abbia mai condotto sugli esseri umani. In uno di essi, a sette prigionieri di Lexington, nel Kentucky, furono somministrate dosi multiple di LSD per 77 giorni di fila. In un altro, ai nordcoreani catturati venivano somministrati farmaci depressivi, quindi dosati con potenti stimolanti ed esposti a calore intenso ed elettroshock mentre si trovavano in uno stato di transizione indebolito. Questi esperimenti hanno distrutto molte menti e causato un numero sconosciuto di morti. Molte delle pozioni, pillole e aerosol somministrati alle vittime furono create a Detrick.

Una delle vittime più note degli esperimenti MK-ULTRA fu Frank Olson.

Olson era un ufficiale della CIA che aveva trascorso tutta la sua carriera a Fort Detrick e conosceva i suoi segreti più profondi. Quando iniziò a meditare sull’abbandono della CIA, i suoi compagni temettero una minaccia alla sicurezza. Gottlieb convocò la squadra in un ritiro e fece in modo che Olson venisse drogato con l’LSD. Una settimana dopo, Olson morì volando dalla finestra di un hotel a New York. La CIA lo definì suicidio. La famiglia di Olson crede che sia stato gettato dalla finestra per impedirgli di rivelare cosa stava succedendo all’interno di Camp Detrick.


Un decennio di intensi esperimenti aveva insegnato a Gottlieb che ci sono davvero modi per distruggere una mente umana. Tuttavia, non trovò mai il modo di impiantare una nuova mente nel vuoto risultante. Il graal che cercava gli sfuggiva. MK-ULTRA si concluse con un fallimento all’inizio degli anni ’60. “La conclusione di tutte queste attività“, ha ammesso in seguito, “fu che è molto difficile manipolare il comportamento umano in questo modo“.


Tuttavia, Fort Detrick, come fu ribattezzato nel 1956, rimase la base chimica di Gottlieb. Dopo la fine di MK-ULTRA, lo usò per sviluppare e conservare l’arsenale di veleni della CIA. Nei suoi congelatori, manteneva agenti biologici che potevano causare malattie tra cui il vaiolo, la tubercolosi e l’antrace, nonché una serie di tossine organiche, tra cui veleno di serpente e veleno paralizzante di crostacei. Sviluppò veleni destinati a uccidere il leader cubano Fidel Castro e il leader congolese Patrice Lumumba.

Durante questo periodo, il profilo pubblico di Fort Detrick divenne sempre più sinistro. Nessuno sapeva che la CIA vi stava producendo veleni, ma il suo ruolo di principale centro del paese per la ricerca sulla guerra biologica e contro le colture divenne chiaro. Dalla metà del 1959 alla metà del 1960, gruppi di manifestanti si riunivano una volta alla settimana al cancello. “Nessuna razionalizzazione della difesa può giustificare il male della distruzione di massa e delle malattie“, sostenevano.

Nel 1970, il presidente Richard Nixon ordinò a tutte le agenzie governative di distruggere le loro scorte di tossine biologiche. Gli scienziati dell’esercito rispettavano l’ordine. Gottlieb esitò. Aveva trascorso anni a radunare questa mortale farmacopea e non voleva distruggerla. Dopo l’incontro con il direttore della CIA Richard Helms, accettò con riluttanza di non avere scelta.

Tuttavia, un lotto, un veleno ricavato da molluschi estremamente potente noto come sassitossina, sfuggì alla distruzione. Due contenitori contenenti quasi 11 grammi di sassitossina – abbastanza per uccidere 55.000 persone – rimasero nel deposito di Gottlieb a Fort Detrick. Prima che i tecnici dell’Esercito potessero rimuoverli, due ufficiali della Divisione Operazioni Speciali li misero nel bagagliaio di un’auto e li portarono al Navy Bureau of Medicine and Surgery di Washington, dove la CIA manteneva un piccolo deposito chimico. Uno degli aiutanti di Gottlieb in seguito testimoniò di aver ordinato questa operazione senza informare il suo capo. Quando la sassitossina fu scoperta e distrutta nel 1975, Gottlieb si era ritirato.
Gottlieb fu il più potente e controverso cittadino americano sconosciuto del 20° secolo, a meno che non ci sia stato qualcun altro con il potere di condurre esperimenti brutali in tre continenti provvisto di una licenza per uccidere rilasciata dal governo degli Stati Uniti.

Fort Detrick, la sua base operativa, contiene ancora storie non raccontate sulla crudeltà che vi si svolsero o che da lì vennero ordinate, a sole 50 miglia dal centro del governo che ha tenuto sigillati i suoi segreti per decenni.

COVID 19 / DENTRO I MISTERI DEL LABORATORIO SEGRETO USA, FORT DETRICK

Cosa sta succedendo nel laboratorio super segreto degli americani di Fort Detrick, nel Maryland?

Improvvisamente chiuso dopo 60 anni di attività ad agosto 2019, vale dire pochi mesi prima dello scoppio della pandemia da coronavirus, a quanto pare ora ha ripreso la sua operatività.


Ma a cosa stanno lavorando i suoi oltre 750 addetti civili e militari? Un mistero.

Partiamo dalle news.

I CINESI ACCUSANO

22 marzo. Il quotidiano cinese People’s Daily denuncia: “C’è una grande incertezza sulle attività dell’US Microbial Laboratory di Fort Detrick, riguardo la diffusione del coronavirus, che ha spinto le persone a chiedere chiarimenti”.

Un modo come un altro per allontanare i sospetti dal famigerato super laboratorio di Wuhan dal quale – secondo non pochi – sarebbe “uscito” il maledetto virus?


ll quotidiano cinese sottolinea che il 10 marzo è stata lanciata una petizione, sullo stesso sito web della Casa Bianca, chiedendo al governo degli Stati Uniti di rivelare “il vero motivo dietro la chiusura di Fort Detrick e di chiarire se il laboratorio in questione era l’unità di indagine sul nuovo coronavirus”.

Il laboratorio – precisa il People’s Daily – è stato fino a poco tempo fa il principale centro del “programma di armi biologiche del comando medico dell’esercito americano. Materiale infettivo mortale, come il virus Ebola e la malattia del vaiolo, veniva studiato presso la struttura, ma è stato bruscamente chiuso nell’agosto del 2019”.

Gli stessi media a stelle e strisce, del resto, hanno indicato che la sua chiusura ha risposto a problemi di sicurezza dopo che i Centers for Desease and Prevention (CDC) hanno scoperto che l’organizzazione non aveva istituito sistemi in grado di decontaminare le acque reflue per la sicurezza dei lavoratori del mega laboratorio.

Un po’ quanto viene descritto dal recente film – “Dirty Waters” – sulla tragedia del Teflon e le pesantissime colpe (solo nel 2018 venute a galla sotto il profilo giudiziario) del colosso americano DuPont-Dow Chemical.

LA MISTERIOSA CHIUSURA

Lo stesso New York Times ha riferito che il CDC non era in grado di fornire ulteriori dettagli sulla sospensione delle attività di Fort Detrick per “motivi di sicurezza nazionale”; oltre ad indicare che numerosi siti e portali web in inglese, che facevano eco alla notizia, erano stati rimossi.

Una serie di misteri, dunque, che più fitti non si può, sulle ragioni che hanno portato alla improvvisa chiusura, ad agosto scorso, del maxi centro di Fort Detrick.

Solo per via delle acque reflue?

O di cosa altro?

Qui e in apertura i laboratori di Fort Detrick

Un altro dato. A luglio 2019, cioè poco prima della misteriosa chiusura di Fort Detrick, la Camera degli Stati Uniti aveva chiesto formalmente al Pentagono se avesse testato e usato armi chimiche tra gli anni ’50 e ’70. Una richiesta insolita – secondo gli esperti – e non motivata da problematiche d’attualità. La cui spiegazione potrebbe essere proprio la contaminazione causata dall’attività di quel super laboratorio, notizia che presumibilmente circolava in alcuni ambienti. Un modo per far pressione, in maniera indiretta, perché si chiudesse la vicenda, senza sollevare polveroni sulle attività svolte dalla US Army.

Ma passiamo ad un altro fresco reportage, di appena qualche giorno fa, 20 marzo, firmato da due cronisti statunitensi di ABC News, Luis Martinez e Rachel Scott.

Tutto rose e fiori sulle attività di Fort Detrick, evidentemente appena ricominciate; forse mandato in onda proprio per festeggiare la ripresa delle attività dopo il misterioso stop.

Un vero inno alle capacità, tutte americane, di lottare contro i mali del secolo e in questo caso nella crociata anti coronavirus.

IL REPORTAGE DI ABC NEWS TUTTO ROSE & FIORI

Così esordiscono i due cronisti del colosso televisivo Usa: “Alcuni dei migliori scienziati dell’esercito americano sono in prima linea nella battaglia contro la nuova pandemia di coronavirus. Mentre il resto del mondo segue le linee guida ufficiali sulla salute, i ricercatori dell’US Army Medical Institute of Infectious Diseases (USAMRIID) di Fort Detrick sono letteralmente alle prese con il coronavirus, su base giornaliera”.

Come in un film epico planetario descrivono: “Vestiti con strati di equipaggiamento protettivo, lavorano con campioni vivi del virus SARS-COV2 per produrre versioni purificate che possono essere utilizzate dai ricercatori per sviluppare un vaccino e calibrare anche i milioni di test diagnostici ora disponibili che determinano se qualcuno è stato infettato con Covid-19 o no”.

Continua il reportage: “ABC News ha avuto un raro accesso al laboratorio di Fort Detrick, per vedere il ruolo chiave che gli scienziati dell’esercito stanno giocando nella battaglia contro il virus. Conosciuti come leader mondiali nella ricerca di malattie infettive, questi scienziati – che in passato hanno lavorato sui virus mortali di Ebola, SARS e Zika – si stanno ora concentrando esclusivamente sul coronavirus”.

LE MERAVIGLIE DEL SUPER COMANDANTE

Rayan McCarthy

Raccolgono il parere del “segretario dell’esercito”, Rayan McCarthy, che conduce i reporter ad una accurata visita delle varie sezioni militari e strutture del mega centro: “Non abbiamo molto tempo, perché siamo in questa lotta, la gente sta morendo. Queste persone lavorano ogni giorno e lo batteranno. Lo so nel mio cuore perché l’hanno già fatto. Basta passeggiare per questo edificio. Vedi i piccoli segni sui muri: Zika, Sars. Hanno battuto quello. Hanno battuto l’Ebola. E stanno lavorando – gonfia il petto McCarthy – con tutto il governo. Con tutta l’industria. Qui”.

Sottolineano gli inviati di ABC News: “Cinque diversi vaccini sono attualmente in fase di elaborazione da parte dei ricercatori a livello nazionale e richiederanno l’approvazione della Food and Drug Administration per dimostrare che sono sicuri. Come nello sviluppo di altri vaccini, i ricercatori di USAMRIID svolgeranno un ruolo chiave nella prossima fase di test quando i vaccini vengono provati su animali”.

Quindi, abbiamo la prova che i lavori sono ripresi col turbo nel mega centro di Fort Detrick.

Tutti finiti i problemi precedenti?

Come mai i così solerti reporter di ABC News non forniscono alcun ragguaglio sotto quell’aspetto?

E, soprattutto, come mai non fanno un minimo di chiarezza sul quel fosco passato, da incubo, che ha sempre caratterizzato la story di Fort Detrick?

Un altro mistero.

Quello dell’USAMRIID nel Maryland è il principale centro statunitense per la “ricerca delle misure da adottare in caso di guerra biologica”. Fa direttamente capo all’U.S. Army Medical Command ed è sotto il controllo della U.S. Army. E’ l’unico laboratorio del Dipartimento della Difesa a stelle e strisce attrezzato per un livello di biosicurezza 4, il top.


SPORCA STORY DI ARMI PSICOLOGICHE & CHIMICHE

La sua storia ha inizio negli anni ’50, quando il tenente colonnello Abram Benenson fu nominato ufficiale di collegamento medico presso l’US Army Biological Warfare Laboratories a Fort Detrick per supervisionare i problemi difensivi biomedici.

Venne poi firmato un accordo per istituire gli “Studi sulla Difesa Medica Contro le Armi Biologiche”, inizialmente condotti con il Corpo chimico dell’esercito degli USA e con il Dipartimento medico dell’esercito. Così nacque il precursore di USAMRIID, vale a dire “l’Unità Medica dell’esercito” sotto il comando del colonnello William Tigertt.


Una storia lunga fino ai giorni nostri, quella di Fort Detrick. Popolata di episodi ai confini della realtà e che fanno correre brividi lungo la schiena.

Tra l’altro si è scoperto, solo dopo anni, che le famose missive all’antrace che terrorizzarono all’epoca mezzo mondo erano state preparate proprio a Fort Detrick.

Per rendersi conto di tutta la sporca story vi invitiamo a scorrere un altro reportage, stavolta di vera (contro) informazione.

Lo ha scritto Stephen Kinzer il 15 settembre 2019 e si intitola, in modo significativo: “La storia segreta di Fort Detrick, la base della CIA per gli esperimenti di controllo mentale”.

Leggere per credere.

LA CINA SCARICA SULL'ITALIA LE COLPE DEL DISASTRO CORONAVIRUS



LA CINA NON GUARDA IN FACCIA A NESSUNO, PROPRIO COME IL CORONAVIRUS. CARI POLITICI ITALIANI AVETE ANCORA VOGLIA DI ABBRACCIARE UN CINESE?

La Cina nasconde i nuovi casi di coronavirus (che ci sono: altro che zero nuovi contagi!) e incolpa l'Italia (eppure ci si ostina a considerare amico il regime comunista cinese)

di Leone Grotti

Ora che il governo italiano, fustigato anche dal New York Times, ha mostrato non poche falle nella gestione dell'epidemia di coronavirus, si rinnovano gli appelli al modello cinese e gli elogi per l'efficienza del governo comunista. Ma come spesso accade, e come già spiegato, Pechino mostra al mondo solo una parte della verità.

QUELLO CHE PECHINO NON DICE
Dopo una settimana in cui si è registrato appena un contagio a Wuhan, epicentro mondiale dell'epidemia, le autorità hanno dichiarato che a partire da oggi saranno tolte alcune restrizioni ai viaggi nella provincia dell'Hubei. Allo stesso modo Wuhan, la capitale provinciale, comincerà a uscire dalla quarantena l'8 aprile dopo oltre due mesi.
I numeri ufficiali, però, non raccontano tutta la verità. A partire da febbraio, infatti, la Commissione nazionale della sanità cinese ha dichiarato che i casi di individui contagiati, ma asintomatici, non sarebbero stati inclusi nelle statistiche ufficiali. Secondo un documento governativo interno consultato dal South China Morning Post, gli asintomatici accertati a fine febbraio erano 43 mila, mentre quelli comunicati ufficialmente al mondo in uno studio pubblicato su Jama il 24 febbraio dal Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie erano appena 889.

OGNI GIORNO REGISTRIAMO DECINE DI CASI
Poiché gli asintomatici - secondo uno studio cinese, americano e inglese - potrebbero avere infettato oltre il 70 per cento dei contagiati a Wuhan, la loro presenza non è certo trascurabile. Mentre però il governo cinese continua a sostenere che l'infezione a Wuhan è stata bloccata e che ora la Cina soffre per i contagi di importazione da parte di stranieri arrivati nel Dragone dall'estero, un membro del Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie di Wuhan ha dichiarato a Caixin che «ogni giorno la città continua a registrare decine di casi, anche se si tratta di persone asintomatiche». Ecco perché «non è possibile affermare al momento che la trasmissione del contagio si è fermata».
La presenza accertata di centinaia di asintomatici è anche il motivo per cui la task force provinciale contro il Covid-19 ha chiesto alla squadra di medici incaricata di monitorare il contagio di restare a Wuhan. Eppure questo non è quello che che il governo cinese comunica al mondo, impegnato com'è a diffondere attraverso la propaganda una nuova immagine della Cina.

IL VIRUS È ITALIANO, NON CINESE
Parte di questa propaganda, e gli italiani che inneggiano alla Cina dovrebbero segnarselo, consiste nel far credere a tutto il mondo che il nuovo coronavirus non sia in realtà cinese, bensì italiano. Cornuti e mazziati dal governo cinese nostro "amico", dunque. Attraverso i suoi giornali e i suoi ambasciatori, Pechino ha infatti trasformato una dichiarazione ai media americani del direttore dell'Istituto Mario Negri, Giuseppe Remuzzi, in una ammissione di colpevolezza.
Remuzzi ha dichiarato alla National Public Radio americana che alcuni medici di Bergamo notarono «strane polmoniti, molto gravi, a dicembre e persino a novembre. Significa che il virus circolava almeno in Lombardia prima che venissimo a conoscenza» del focolaio di Wuhan, reso noto a gennaio, nonostante le autorità cinesi sapessero del virus già a dicembre.
I media di regime in Cina hanno avuto buon gioco a stravolgere queste parole, tanto che al Foglio Remuzzi ha dovuto rettificare: «Non c'è alcun dubbio che il virus sia cinese in base alla genetica. Le prime infezioni sono avvenute in Cina a novembre, forse anche prima, e se la Cina l'avesse detto prima... Questo è un esempio da manuale, da insegnare nelle Università, su come si possa manipolare l'informazione scientifica per ragioni di propaganda».

REPRESSIONE TRAMITE APP
Il Partito comunista purtroppo non è cambiato e non ha imparato niente dalle vicende di Li Wenliang e Ai Fen, i medici che per primi hanno avvisato la comunità del virus e che per questo sono stati redarguiti e minacciati dal regime. Se li avessero ascoltati, avrebbero forse potuto evitare la pandemia. Invece li hanno messi a tacere, così come oggi nascondono i nuovi contagi, dimostrando efficienza solo nell'applicare la tecnologia alla sorveglianza di massa della popolazione.
Se nei prossimi giorni le restrizioni ai viaggi in tutta la provincia dell'Hubei saranno gradualmente tolte, non tutti potranno muoversi liberamente. A ogni cittadino, infatti, attraverso le app di Alibaba e WeChat è stato o verrà assegnato un Qr code che ne certifica la condizione sanitaria, riporta Bloomberg. Solo chi ha il disco verde può entrare in ristoranti, bar, supermercati o comprare biglietti del treno.

È L'APP A DECIDERE CHI VA A SCUOLA
Il sistema è già in uso in oltre 200 città, spiega Reuters. Nell'app bisogna inserire i propri dati personali, la carta di identità, la propria posizione, i viaggi effettuati negli ultimi mesi, la propria storia clinica e dichiarare se si è stati in contatto con chiunque abbia avuto problemi di Covid-19 negli ultimi 14 giorni. Nessuno sa in base a quali criteri l'app fornisca alla fine un codice verde (libertà di movimento), arancione o rosso (obbligo di quarantena). Diversi utenti hanno lamentato su Weibo errori clamorosi del sistema: ma fino a quando non verranno risolti, non potranno uscire di casa.
Allo stesso modo, potranno rientrare a scuola e avranno accesso all'educazione in ben 300 città solo quegli studenti che l'app di Tencent giudicherà come «sani» e liberi dal rischio di contagio, informa Caixin. Dei lettori di codici a barre saranno posti all'ingresso degli istituti, anche delle scuole elementari: chi avrà luce verde potrà studiare, gli altri no. È il modello cinese.

TUTTO QUELLO CHE NON VI HANNO DETTO SULL'AIDS

... E TUTTO QUELLO CHE NON CI HANNO DETTO SUI VIRUS. LE BASI USA IN ITALIA POSSIEDONO ANCHE LABORATORI DI BIOSICUREZZA DOVE SI "TRAFFICA" CON I VIRUS QUINDI VIA LE BASI DALL'ITALIA VIA IL PERICOLO EPIDEMICO IN CASA NOSTRA



Amato Popolo Mio, questo è il tempo che non è più tempo, il grande patimento di tutta l’umanità si sta avvicinando e vi troverete davanti a malattie ancora peggiori di questa, a calamità naturali e a momenti di paura e, a causa delle minacce provenienti dallo spazio, vivrete nel terrore, CHE È IL FRUTTO DEL RIFIUTO DI OBBEDIRE DELL’UMANITÀ.


(MESSAGGIO DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO ALLA SUA AMATA FIGLIA LUZ DE MARIA
27 MARZO 2020)



Dopo che per anni siamo stati terrorizzati dallo spettro terrificante dell’AIDS, oggi non se ne parla quasi. Forse per questo è venuto il momento di riscrivere la storia di questa misteriosa sindrome, che colpisce selettivamente omosessuali e drogati. C’è chi sostiene che questa terribile malattia è stata creata in laboratorio come arma di sterminio controllato (1).


In vero, assistiamo al propagarsi di nuovi razzismi, culminanti in "programmi di controllo" che celano genocidi e stermini accuratamente programmati in ambienti militari e asettici laboratori, dove si studiano nuovi tipi di morte. In certi ambienti scientifici, si svolgono esperimenti, capaci di suscitare veri e propri flagelli. La nostra, in fondo, è un’Era di pericolosi angeli sterminatori o, se preferite, anticristi. 

Un documento del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, gli Atti del 91° Congresso – Sottocomitato del Dipartimento della Difesa, 1 Luglio 1969, dice testualmente: "Gli studi sulla biologia molecolare progrediscono con straordinaria velocità. (…). Entro cinque o dieci anni sarebbe possibile produrre un nuovo agente biologico che non esiste in natura, e contro cui non è stata acquisita nessuna immunizzazione naturale". Nel periodo di tempo previsto, "cinque o dieci anni", scoppia l’epidemia denominata AIDS. 

La storia dell’AIDS, dunque, sarebbe molto diversa da come fino ad ora è stata raccontata. La verità sarebbe ben altra e nel mio libro (2) documento cosa si nasconderebbe dietro la cosiddetta "peste del XX secolo". 
Nel 1981, presso il "Centers for Disease Control" di Atlanta, in Georgia, si cominciò a parlare di una nuova malattia molto contagiosa denominata: "Sindrome di immunodeficienza acquisita" provocata, a quanto dicevano e dicono, da un virus. Robert C. Gallo e Luc Montagnier, gli scopritori spiegarono che l’AIDS è: "...una malattia devastante causata da una classe di agenti infettivi - i retrovirus - che erano stati individuati per la prima volta in esseri umani solo qualche anno prima. ...fu isolato un nuovo virus - il virus dell'immunodeficienza acquisita dell'uomo (HIV, da human immunodeficiency virus) - e si dimostrò che esso era la causa della malattia..." (3). E solo nel 1984, l’allora Ministro della Sanità statunitense Margaret Heckler ed il virologo Robert Gallo, dell’Istituto Superiore di Sanità, annunciarono al mondo, nel corso di una conferenza stampa, che era stata individuata una nuova malattia virale, trasmessa attraverso il sangue o i rapporti sessuali.

Si disse e ancora si dice che esso opera sulla cellula a livello genetico in maniera tale che il DNA delle cellule infettate riceve "comandi" direttamente dall’RNA virale, differentemente di come solitamente avviene nelle cellule, dove i "comandi" sono trasmessi dal DNA, mentre l’RNA si comporta soltanto da messaggero. Questo modus operandi gli deriva da un particolare enzima, la trascrittasi inversa, che costruisce una coppia di DNA a partire dall’RNA virale, che poi va ad integrarsi nel patrimonio genetico (DNA) della cellula ospite. Il "virus dell’immunodeficienza acquisita" infetterebbe i linfociti T (helper), adibiti alla produzione di anticorpi da parte del sistema immunitario.

Diversi scienziati sono convinti che non sia, com’è sancito dall’ortodossia medica, il virus HIV a causare l’AIDS e, tra questi, il famoso scienziato Peter Duesberg (http://www.duesberg.com/), esperto, a livello mondiale, di retrovirus e professore di biologia molecolare alla University of California di Berkeley, scopritore, nel 1970, del primo gene collegato al cancro, che, tra l’altro, afferma: "Il virus di Gallo non è la causa dell’AIDS perché non rispetta i postulati di Koch e Henle di malattia contagiosa e perché non rispetta sei regole cardinali della virologia" (4). In sostanza Koch ha affermato che si può parlare di malattia contagiosa solo quando l’agente infettante, oltre a causare la stessa affezione in tutti quegli individui coi quali viene a contatto, è anche sempre presente in ogni stadio della malattia.

Con l’AIDS tutto ciò non avviene, infatti, "ci sono molti casi di persone con tutti i sintomi dell’AIDS ma che non presentano alcuna infezione da Hiv, così come ci sono soggetti che sono stati infettati dall’Hiv da oltre 10 anni e che non mostrano alcun segno di malattia" (5).

E’ da sottolineare, invece, che il modello dell’HIV (nome attuale del virus di Robert Gallo deciso da un apposito comitato scientifico al posto dei nomi LAV e HTLV-III) sta miseramente fallendo ad ogni test scientifico. La ricerca basata su di esso non è stata in grado di fornire non soltanto una cura efficace o un vaccino, ma neanche una spiegazione teorica per il meccanismo che causa lo stato patologico. Che l’HIV non sia la causa dell’AIDS sono ormai diversi scienziati a crederlo, tra i quali, oltre al prof. Duesberg, i premi Nobel Walter Gilbert e Kary B. Mullis, ecc.. Quest’ultimo è stato insignito del prestigioso riconoscimento per la Chimica nel 1993, per aver scoperto la Polimerase Chain Reaction (PCR), metodo per amplificare il DNA applicato pure nello studio dell’HIV. Neppure Eleni Papadopulos-Eleopulos ci crede.

Gli scienziati, sulla causa dell’Immunodeficenza acquisita (AIDS), propendono per spiegazioni diverse, che possono essere suddivise in due correnti: la prima attesta che l’HIV è necessario ma insufficiente, perché asserisce che devono essere presenti altri cofattori per far esplodere la malattia. La seconda corrente, invece, attesta che questo virus sarebbe niente più che il segno di una immunodeficienza già preesistente, provocata da agenti non per forza di cose infettivi, che potrebbero essere anche chimici, comportamentali e/o ambientali. Il prof. Duesberg ha precisato inoltre: "promuovo le mie idee per integrità scientifica, perché quando scopri che una strada non funziona è giusto cercarne altre", aggiungendo che "chi sostiene che l’Aids è provocato dal virus Hiv spinge migliaia di persone a prendere una medicina dannosa come l’Azt e convince i sieropositivi che la loro vita è di fatto finita, terrorizza il mondo intero riguardo ai rapporti sessuali, e specula sull’esistenza di persone malate".

Ci stanno ancora altre teorie, molto inquietanti, sull’Aids e chi le diffonde viene tacciato di cospirazionismo, di paranoia e ridicolizzato. Alcune di queste gravi accuse meritano, per lo meno, di essere conosciute dall’opinione pubblica, visto che non trovano spazi sui mass media che diffondono soltanto le teorie "ufficiali". Ecco di seguito un breve sunto di queste gravissime accuse. Taluni studiosi hanno sostenuto che questa terribile malattia è stata creata in laboratorio come arma di sterminio controllato. 

Sorprende, inoltre, sapere che il virus responsabile dell’immunodeficienza acquisita è stato scoperto da Gallo, addirittura, un anno prima che si manifestasse la malattia! "Nessun altro ricercatore, mai, nella storia della medicina, è riuscito a scoprire l’agente patogeno di una epidemia l’anno prima che l’epidemia scoppiasse. Solo Robert C. Gallo c’è riuscito"(6), hanno denunciato i giornalisti Francesco Romano e Elizabeth Vogel. Come si spiega questo anacronismo? La storia "ufficiale" dell’AIDS racconta che il dott. Robert Gallo ipotizzò un virus come causa dell’Immunodeficienza acquisita, a febbraio 1983, tuttavia, Jerome Groopman, sulla rivista "Nature", già cinque mesi prima, a settembre dell’82, aveva scritto: "Robert Gallo del National Cancer Institute sta studiando i pazienti di AIDS in funzione del virus HTLV perché il virus HTLV ha una simpatia per i T-linfociti, e perché è endemico dei Caraibi" ("Nature", 9 settembre 1982).

La storia della "sindrome di immunodeficienza acquisita" è del resto un vero e proprio maledetto puzzle con risvolti e sorprese, così inquietanti, da sembrare incredibili e guai a chi denuncia il misfatto. Ci ha provato il professor Duesberg pubblicando assieme a Bryan Ellison il libro: "Why We Will Never Win the war on AIDS", ebbene, una Corte Federale Di New York, il 29 dicembre del 1995, ha ordinato che tutte le copie del libro venissero ritirate e distrutte. Una precedente ordinanza dello stesso giudice vietava la distribuzione del libro ovunque in America, anche gratuitamente (7). Come interpretare questa congiura del silenzio?

E se davvero Duesberg avesse ragione a sostenere che l’Hiv non è la causa dell’AIDS? Allora sarebbe davvero tremendo per l’ortodossia sull’AIDS, perché: "dal 1987 sta prescrivendo a più di 200.000 sieropositivi, non importa se colpiti o meno dall’AIDS, una micidiale accozzaglia di farmaci venefici, come la pentamidina e i chemioterapici (tipo l’AZT, il ddl e il ddc); ...sta infliggendo mortifere prognosi di AIDS a centinaia di migliaia di persone risultate sieropositive al test dell’HIV" (8).

Ma, se non è l’HIV, cos’è?

Il "Sunday Express" (26 ottobre 1986), scrisse che, secondo tre studiosi, "l’AIDS, la patologia mortale apparsa nel 1979 negli USA e che miete vittime in tutti i continenti, è stata ‘inventata’ in laboratorio". Nel frattempo si levano, da più parti, accuse gravissime mentre le bugie dette sull’AIDS "...ancora oggi si ripetono per coprire lo sterminio dei negri, dei drogati e degli omosessuali..." (9).

E’, infatti, ormai evidente che ben lontana "dal minacciare la popolazione eterosessuale in generale, l’AIDS resta confinato, principalmente, ai tossicodipendenti ed agli omosessuali maschi di particolari zone urbane" (10).

Cosa si cela dietro l’AIDS?

C’è chi ha parlato di sterminio, di congiura contro una parte dell’umanità. La popolazione nera degli Stati Uniti crede che "l’unico dato in comune tra le vittime dell’AIDS... non è né il sesso né la droga, ma sono le manipolazioni dell’uomo bianco. Secondo queste storie ai drogati viene fornita eroina opportunamente tagliata con sostanze che danneggiano il sistema immunitario, mentre gli omosessuali e gli africani vengono infettati mediante vaccinazioni di massa, col pretesto di proteggerli da altre malattie. Oppure accusano il governo di praticare la guerra batteriologica contro i propri cittadini omosessuali mettendo in giro un virus (!) che contagia a preferenza gli omosessuali" (11).

Leggiamo ancora, nel dossier inchiesta di Romano e Vogel, che "la rivista gay New York Native, nell’83 pubblicò la lettera di un dipendente del laboratorio di guerra biologica di Fort Detrick il quale assicurava di aver partecipato all’operazione, che era iniziata nel ‘78. La lettera era anonima ma è stata pubblicata anche in Unione Sovietica dalla Literaturnaya Gazeta (il 30.10.85 secondo Covert Action)... Secondo un articolo apparso con rilievo nel Times di Londra l’epidemia di AIDS in Africa ed in Sud America segue la vaccinazione in massa contro il vaiolo, effettuata nei primi anni ‘80. Per estirpare il vaiolo dalla faccia della terra l’OMS avrebbe vaccinato almeno 70 milioni di negri dell’Africa Centrale" (12).

La gravissima accusa fu pubblicata prima da un giornale di New Delhi "The Patriot" (ottobre 1985), e poi ripresa e stigmatizzata dalla sovietica "Literaturnaya Gazeta" il 30 ottobre dello stesso anno. In Brasile, la notizia che il virus dell’AIDS era un prodotto dell’ingegneria genetica, messo appunto come terribile arma biologica, fu pubblicata dal giornale "L’Estado de Sao Paulo". In Inghilterra, il 26 ottobre 1986, il quotidiano londinese "Sunday Express" ripubblicò la terribile accusa.

La "Pravda", nell’ex Unione Sovietica, il 31 ottobre 1986, corredò una vignetta, che raffigurava un militare che dava un pacchetto di dollari ad un medico che aveva una provetta con dentro il mortale virus con una didascalia che ribadiva l’accusa della creazione del virus nei laboratori del Pentagono. La rivista francese "Eléments" (n. 63, 1988) rilanciò l’accusa con un articolo titolato "AIDS, il Pentagono sotto accusa". Tutto ciò sembra essere però passato sotto silenzio.

E se l’AIDS fosse, davvero, una vera e propria strage programmata di omosessuali, drogati, gente di colore e poveri del mondo?

Proviamo a prendere sul serio queste gravissime accuse. Non c’è dubbio che un certo razzismo considera i gay e i drogati delle minoranze moleste, di cui se ne potrebbe benissimo fare a meno. Quanto alle sterminate masse di poveri del Terzo Mondo, che non producono e coi loro bisogni pongono problemi alle nazioni più ricche, un loro sterminio si concilierebbe molto bene con il modello di una società basata sul mercato, la produzione e il consumo. Secondo una filosofia alquanto cinica, occorre qualcosa che sostituisca le guerre e le grandi epidemie che in passato avevano la funzione di calmierare e selezionare la popolazione del pianeta.

E’ atroce pensare che scienziati e studiosi possano mettersi al servizio di un tale disegno, ma d’altra parte non si può negare che in certi santuari della scienza medica si agisca contravvenendo al giuramento di Ippocrate e, invece, si sacrifichino vittime umane per teoremi di morte. Lo ha denunciato il dott. Robert Newman, presidente di un grande ospedale di New York, il "Beth Israel Medical Center". Parlando dei tossicodipendenti ha dichiarato: "Nessuno lo ha ancora detto apertamente, ma sono sicuro che molti sono d’accordo che dovremmo lasciarli morire tutti" (13). Questa logica di morte è confermata anche dalle parole di Julian Huxley, fondatore della Società Eugenetica Britannica, il quale ha asserito che: "L’intelligenza di un nero è differente da quella di un bianco, come lo è il corpo (...). Del resto è sufficiente vedere il comportamento religioso dei negri per comprendere le differenze: urlano, danzano, si abbandonano alle emozioni più violente (...). Negri e bianchi presentano differenze organiche inarmonizzabili". E’ in base a queste convinzioni che l’uomo arriva a sterminare i propri simili. Ma poi, dovremmo forse stupirci che si possano organizzare simili crudeli stermini al termine di un secolo segnato dal nazismo e dallo stalinismo? Questo abominio, d’altronde, è stato denunciato, soprattutto nei primi anni ’80, da alcuni studiosi e ricercatori che la pensano proprio cosi e, a supporto delle loro gravissime accuse, indicano alcuni documenti del governo degli Stati Uniti.

Tra questi, il Memorandum 200 per la Sicurezza nazionale è uno dei primi e forse il più importante. Fu "redatto nell’aprile del 1974 dall’allora Consigliere americano per la Sicurezza nazionale, Henry Kissinger. Il documento, a lungo tenuto segreto, fu reso di dominio pubblico nel 1990 grazie alla legge per la libertà d’informazione, e collocato negli Archivi nazionali americani. Si tratta di un documento agghiacciante, che denota il cinismo di un governo quando afferma: "Lo spopolamento, dovrebbe essere la principale priorità della politica estera americana verso i Paesi del Terzo mondo" (14).

Un altro documento terribile è il "Global 2000 Report to the President" presentato dal Dipartimento di Stato americano. Il giornalista Rogelio Maduro nel suo libro "The Ozone Scare" scrive: "Questo dossier fu elaborato dal Consiglio della Casa Bianca per l’Ambiente e dal Dipartimento di Stato a partire dai primi giorni della presidenza Carter. Decine di alti funzionari e centinaia di consulenti hanno lavorato a questo rapporto che proponeva di fare del ‘controllo demografico’ la pietra angolare delle politiche di tutti i futuri presidenti americani. Nel rapporto e nei documenti che lo accompagnano, si trovano tutta una serie di profezie terrorizzanti: crisi delle risorse idriche, penuria di energia, carenza di materie prime strategiche. La causa di tutto ciò? La crescita demografica. (...). E’ dunque necessario, concludeva il documento, che il governo faccia convergere politica estera ed interna con l’obiettivo di eliminare questi uomini di troppo. (...). Dal momento in cui questo documento è stato reso di pubblico dominio, sezioni intere del governo americano non lavorano che per mettere in pratica le sue raccomandazioni: il genocidio" (15).

Questo programma non è condiviso solo dagli americani. Il celebre documentarista Jacques Cousteau, che fu un accanito propugnatore del programma xenofobo in Francia, scrisse: "Noi vogliamo eliminare le sofferenze, le malattie? L’idea è bella ma non può rivelarsi positiva nel lungo termine. C’è da temere di compromettere così l’avvenire della nostra specie. E’ terribile da dirsi. E’ necessario che la popolazione mondiale si stabilizzi e perciò è necessario eliminare 350 mila uomini al giorno" (16). E Filippo duca di Edimburgo, marito della Regina Elisabetta II presidente del WWF internazionale, affermò: "Nel caso che io rinasca, mi piacerebbe essere un virus letale così da contribuire a risolvere il problema della sovrappopolazione". (Deutsche Press Agentur, DPA, 8 agosto 1988). 

Ecco un altro esempio del disprezzo verso le popolazioni del Terzo mondo. Il patologo dr. Cornelius Rhoades, che qualche anno dopo avrebbe diretto il reparto di patologia del Rockefeller Institute, nel 1932, diede inizio ad una vasta ricerca sul cancro. In definitiva effettuava orribili esperimenti, tra cui far insorgere deliberatamente delle infezioni sui malati. Trenta portoricani, morirono a causa di questi orribili esperimenti.


Rhoades come giustificazione sostenne che: "I portoricani sono la più sporca, la più fannullona, degenerata e ladra razza sulla faccia della terra... e che perciò tutti i medici potevano deliziarsi nell’abuso e nella tortura di questi sciagurati".

Alla luce di considerazioni così sinistre non è più fantascienza credere a quanto sostengono alcuni scienziati, e cioè che "l’AIDS fu in effetti il risultato di un programma di ricerca a lungo termine". Qualcuno afferma addirittura di averne le prove, come il russo Jakob Segal, docente di biologia all’Università di Humboldt, nella ex Germania orientale. Il professor Segal è certo che l’AIDS è stato messo a punto nel laboratorio di Fort Detrick, nel Maryland, un centro di ricerca su armi chimiche e biologiche. Segal per dimostrare la gravissima accusa pubblicò tutti i dati, che aveva raccolto nel 1986, in un libro dal titolo: "AIDS: una malattia prodotta in America".

In esso lo studioso sostiene che: "il virus della immunodeficienza (Hiv), che molti scienziati ritengono evolva in AIDS, è quasi identico ad altri due virus: il Visna, una malattia mortale che colpisce le pecore, il BVL (Bovine Leukemia Virus), ma non l’uomo, e il virus della leucemia delle cellule T: Htlv-1 (Human T Cell Leukemia Virus). Il Laboratorio di alta sicurezza di Fort Detrick realizzò l’unione dei virus Visna e Htlv-1. Il risultato fu l’Hiv messo a punto tra la fine del 1977 e la primavera del 1978. Il ‘cocktail’ di Fort Detrick venne testato su carcerati che decidevano volontariamente di partecipare all’esperimento in cambio della libertà anticipata. Siccome i sintomi non si manifestano prima di 6 mesi, i test furono giudicati fallimentari e i carcerati vennero rilasciati". 

"Alcuni di loro erano omosessuali, - continua Segal - e una volta arrivati a New York, ignari delle loro condizioni, cominciarono a trasmettere il contagio a persone del giro dei gay newyorckesi. E qui, nel 1979, si manifestò il primo caso conclamato di AIDS, e la malattia cominciò a diffondersi rapidamente". 

Un altro ricercatore Robert Strecker, confermò le accuse fatte da Segal. Egli affermò: "Quando si studia la natura del virus dell’AIDS si scopre qualcosa di estremamente interessante. I geni del virus dell’AIDS non esistono nei primati o nell’uomo. Se si prende il materiale genetico di primati, scimpanzé, esseri umani e lo si riordina, non si può ottenere l’AIDS". Per Segal l’AIDS si sarebbe diffuso a causa di un incidente; per Strecker, invece, sarebbe stato iniettato volutamente ai membri della comunità omosessuale americana durante il programma per la vaccinazione contro l’epatite B.

Nel frattempo si continua a morire di AIDS specialmente tra le categorie a rischio (omosessuali e drogati) e nel Terzo mondo. Tra i Paesi dove vi sono più persone colpite dall’AIDS vi è l’India "che conta già quattro milioni di abitanti sieropositivi e rischia di diventare il Paese più colpito dall’epidemia dell’AIDS. Lo ha denunciato a Manila il ministro della sanità indiano, signora Renu Ka Chowdury..."(Rai-Televideo del 26 ottobre 1997). Dopo quanto esposto il fatto che segue fa venire la pelle d’oca. Il 19 gennaio 1989 "‘Nature’ esce con una serie di articoli sconcertanti sull’India. "Saranno sterilizzate tutte le mucche improduttive" scrive ‘Nature’. Poi c’è la notizia che riguarda direttamente la nostra storia: "entro il ‘92, dice ‘Nature’, tutti i bambini indiani saranno vaccinati contro una serie di malattie". (...). Tutti i bambini indiani dovranno essere immunizzati entro il 1992.

"Chiaramente qualcosa non funziona nella redazione di ‘Nature’. In India ci sono più di 200.000.000 di bambini, e il 92 inteso come anno non è una scadenza realistica. (...). Alla fine del 1988 in India si contavano 9 casi di AIDS"(17). Traete da soli le conclusioni. Sulla base di questi fatti esposti c’è da chiedersi con inquietudine che cosa ci riserva il futuro. Che sia davvero in atto una mortale congiura? Come si è visto non sono in pochi a crederlo. Alcune delle tesi riportate in questo studio ricevono, oggi, numerose conferme, anche molto autorevoli.

Un altro fatto, alquanto enigmatico, fa notare "Nexus. New Time" (edizione italiana, anno IV, n. 29, 2000) è quanto scrisse, il 30 aprile scorso, il Washington Post che, tra l’altro: annunciava un’iniziativa della National Security Agency (NSA) volta a collocare lo studio dell’Aids e tutti gli istituti pubblici della sanità, che lo stanno conducendo, sotto il controllo della Central Intelligence Agency (CIA)… Il Presidente Clinton, consigliato dal National Intelligence Council (NIC) di dichiare formalmente l’epidemia globale di AidS una ‘minaccia alla sicurezza nazionale’ degli Stati Uniti, ha trasformato questa politica in legge. L’azione prefigura la probabile persecuzione, se non l’incarcerazione o l’assassinio, degli scienziati ‘dissidenti’ che si occupano dell’AIDS… (Fonte: dr. Leonard Horowitz, Idaho Observer, USA, luglio 2000)".

Curiosità. Il Ministro della salute del Burkina Faso, ha diffuso una teoria - da alcuni ricercatori già portata avanti - sull'origine dell' HIV. Manto Tshabalala-Msimang afferma che il virus fu introdotto in Africa da una cospirazione mondiale, in particolare da un gruppo occulto denominato ILLUMINATI che avrebbe introdotto l'AIDS attraverso il vaccino per il vaiolo nel 1978. Malgrado se ne conosca la cura, questa verrebbe tenuta segreta per un oscuro programma finalizzato alla riduzione della popolazione africana. La teoria è riportata nel libro "Behold, a pale horse", scritto da William Cooper (www.stargatemagazine.com)

di Giuseppe Cosco

Note bibliografiche:

1 G. Cosco, "Storia segreta dell’AIDS", Ediz. Segno, Udine 1996.

2 Ibid.

3 R. C. Gallo e L. Montagnier, L’AIDS nel 1998, in "Le Scienze", n. 44, dicembre 1988, pag. 19.

4 "Science", 29 luglio 1988.

5 C. Thomas Jr., Kary B. Mullis e Philip E. Johnson, What cause AIDS?. L’articolo pubblicato sulla rivista "Reason" (giugno 1994) è riportato in "AIDS una questione aperta", a cura di Raul Vergini, GUIDE ALLA SALUTE di CARTAduemila, Andromeda, Bologna 1995, pag. 10.

6 Francesco Romano e Elizabeth Vogel, Le carte dell’AIDS, Cesco Editore, Roma, marzo 1989, pag. 118.

7 "Nexus New Time", Edizione italiana, n. 6, luglio-agosto 1996, pag. 7.

8 Dalla lettera di Peter Duesberg pubblicata in "La rivista dei libri", novembre 1996, pag. 42.

9 Francesco Romano e Elizabeth Vogel, Le carte dell’AIDS, cit., pag. 134.

10 C. Thomas Jr., Kary B. Mullis e Philip E. Johnson, What cause AIDS?, cit., pag. 12.

11 Francesco Romano e Elizabeth Vogel, Le carte dell’AIDS, cit., pagg. 96-97.

12 Ibid., pag. 97.

13 "Science", 12 febbraio 1988.

14 "XFACTOR", pubblicazione edita dall’Istituto Geografico De Agostini, n. 14, 1997, pagg. 16-17.

15 "L’Italia", settimanale, 22 marzo 1995.

16 "Corriere dell’Unesco", novembre 1991.


17 Francesco Romano e Elizabeth Vogel, Le carte dell’AIDS, cit., pag. 153.

VACCINO COVID-19. LA CINA È PIÙ VICINA?


La corsa per il vaccino contro il morbo causato dal coronavirus Sars-Cov-2 è già iniziata, coinvolgendo diversi centri di ricerca in Europa, USA e CINA.

Quella in atto tra i due maggiori competitor globali promette di aggiungere un ulteriore terreno di scontro ai tanti che già dividono Pechino da Washington.

Da settimane Trump e Pompeo non perdono occasione per addossare la responsabilità del “virus cinese” (o “di Wuhan”) ai silenzi di Xi Jinping nelle fasi iniziali dell’epidemia e alla sua incapacità di contenere la diffusione del virus fuori dal paese.

Accuse dure, alle quali la Cina ha risposto di tutto punto incolpando gli USA per aver loro prodotto in casa la pandemia e averla poi esportata in Cina con alcuni atleti nel corso dei giochi mondiali militari tenutisi lo scorso ottobre proprio a Wuhan.

In gioco, da una parte e dall’altra, c’è la necessità di capitalizzare l’emergenza.

Una esigenza, questa, che da parte americana risponde a logiche esterna e interna.

Da un lato, Trump intravede una finestra di opportunità per sferrare un colpo letale alla credibilità internazionale del Dragone, anche allo scopo di bloccare le numerose collaborazioni commerciali con paesi amici e alleati (come nel caso del 5G).

Sul fronte interno, invece, ha il fine di preparare la nazione alle ingenti perdite che dovrà ben presto sopportare per l’assenza di un sistema sanitario in grado di gestire la pandemia.

La sanità USA è infatti l’insieme di singoli pacchetti di assistenza individuale forniti su base contrattuale dalle compagnie assicurative.

La riforma di Obama, lontanamente assimilabile a quelle pubbliche del vecchio continente, copre, e in maniera parziale, solo una piccola fetta di popolazione.

Spostare l’attenzione dal fronte interno alla responsabilità tutta cinese del contagio permette all’amministrazione di rafforzarsi in maniera significativa, in questo agevolata dal tradizionale stringersi del suo popolo, nei periodi di emergenza, attorno al Commander in Chief.

Un vantaggio non da poco, considerata l’imminenza delle prossime elezioni presidenziali.

Dovremo pertanto abituarci nei prossimi mesi a un’inasprimento del confronto sino-americano, come riflesso degli alti e bassi delle curve del contagio e delle difficoltà incontrate dalla Casa Bianca per far fronte all’emergenza.

La strategia di Trump si propone inoltre di impedire la propaganda di Pechino, condotta anche con la “diplomazia delle mascherine” per capitalizzare a livello internazionale il contenimento del contagio.

È chiaro al presidente americano il pericolo che essa si traduca nel consolidamento della strategia della “collana di perle” che da tempo caratterizza la politica estera di Xi Jinping per avviluppare il globo.

Ecco allora che il terreno di scontro tra Washington e Pechino si allarga sino a coinvolgere le ricerche per la messa a punto di un vaccino, l’unico strumento in grado di assicurare l’immunità di gregge.

Il presidente lo ha ben chiaro, a giudicare dal tono con cui ha annunciato lo scorso 16 marzo che ,“I’m pleased1 to report that vaccine candidate has begun the phase 1 clinical trial. This is one of the fastest vaccine development launches in history. We are racing to develop anti viral therapies and the treatments. And we had some promising results, early results, but promising, to reduce the severity and duration of the symptoms. I have to say that our government is prepared to do whatever it takes, whatever it takes we are doing”.

Una strada in salita, che non consentirà nel breve risultati immediati. Anche per questo, il presidente ha cercato di assicurarsi con un miliardo di dollari l’esclusiva2 del prodotto che la tedesca CureVac sta mettendo a punto, al momento il più promettente.

Lo sforzo americano, come ha dichiarato il segretario alla difesa americano, Mark Esper, coinvolge anche lo U.S. Army Medical Command di Camp Detrick e il laboratorio militare americano, Walter Reed Army Institute of Research3.

Dalla Associated Press4 si apprende inoltre che a Seattle, il National Institutes of Health ha avviato, in coordinazione con la società di biotecnologia Moderna con sede nel Massachusetts, una prima fase sperimentale per testare un vaccino che coinvolge 45 volontari adulti sani, dai 18 ai 55 anni.

Un primo inizio che lascia ben sperare, anche se, stando alle dichiarazioni di Anthony Fauci, direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases, dovranno passare almeno 18 mesi per avere un siero efficace.

Molti meno di quelli che Xi Jinping promette dovranno passare per ottenere un prodotto made in China, la cui realizzazione è stata affidata all’Accademia delle Scienze mediche militari (AMMS) diretta dal generale Chen Wei5.

Il ruolo che l’esercito di liberazione popolare (PLA), le forze armate di Pechino, ha giocato sin dall’inizio dell’emergenza è stato cruciale; si pensi solo ai 10mila medici e paramedici inviati a Wuhan in concorso agli ospedali locali.

La città, tra l’altro, da settembre 2016, è sede del quartier generale di supporto logistico congiunto, che ha soprasseduto alla distribuzione di forniture mediche per il personale medico militare oltre che del trasporto dei generi necessari agli 11 milioni di abitanti del capoluogo.

Il generale Chen, 54 anni, è una scienziata, epidemiologo e virologo molto esperta nello sviluppo di vaccini ricombinanti, quelli cioè che usano un virus o un batterio innocuo per introdurre il materiale genetico del patogeno nel corpo e così costruire l’immunità.

Il suo ruolo è stato riconosciuto anche nelle operazioni di soccorso durante il terremoto del Sichuan del 2008 e in quelle legate allo sviluppo di un vaccino durante l'epidemia di Ebola del 2014-16 in Africa occidentale.

La scienziata, nel corso della precedente emergenza SARS del 2002-2003 (per la quale - ricordiamo - non fu mai prodotto un vaccino), si distinse con la realizzazione di uno spray nasale per proteggere gli operatori sanitari, che si rivelò all’epoca molto utile, così come lo è stato ultimamente a Wuhan, dove nessuno dei militari è stato infettato (notizia però non confermata).

Ora - annuncia CCTV, il più grande network televisivo della Cina - l’AMMS è stata autorizzata ad avviare una sperimentazione clinica, e c’è già chi giura che i risultati siano molto vicini.

Sulla principale piattaforma di social media cinese, WeChat, circolano immagini che mostrano la scienziata nell’atto di iniettarsi un possibile vaccino.

Segno che la determinazione è tanta, ma anche che la pressione con cui la Commissione Militare Centrale, guidata da Xi Jinping in persona, guarda con viva attenzione il lavoro dell'Accademia delle Scienze mediche militari e non accetterebbe un fallimento.













Jared Kushner, 666 di Fifth Avenue a Manhattan

SONO IN MOLTI AD AVER SOSPETTATO CHE GLI USA NON SIANO PROPRIAMENTE ESTRANEI ALLA PANDEMIA DI COVID 19 SCOPPIATA IN CINA, SOPRATTUTTO DOPO LA PRESENZA DI MILITARI USA A WUHAN PER I GIOCHI MILITARI. NEL 2017, SFUMA UN FINANZIAMENTO MILIONARIO TRA IL GENERO DI TRUMP KUSHNER E IL COLOSSO CINESE ANBANG CON STRETTI LEGAMI CON IL PRESIDENTE XI JINPING. VENDETTA, TREMENDA VENDETTA? QUESTO RAGAZZOTTO DALL'ARIA DIAFANA E INNOCUA NON SEMBRA QUELLO CHE APPARE. E TRUMP? E' IN BALIA DELLE STRAVAGANZE DEL GENERO SIONISTA?....





New York, 14 apr. – La Fifth Avenue, la famosissima Quinta strada di Manhattan, è a pochi passi dalla Trump Tower. Qui, al numero 666, Jared Kushner, l’ultraortodosso genero ebreo di Donald Trump, possiede un grattacielo. E lo possiede da 10 anni. Era il gennaio 2007 quando la sua azienda di famiglia, la Kushner Companies, lo acquistò pagandolo la cifra record di 1,8 miliardi di dollari. Mai era stato pagato un prezzo così alto per un singolo edificio a Manhattan. “In questa particolare transazione, abbiamo comprato davvero il centro del mondo”, disse Kushner pochi mesi dopo l’acquisto “Non c’è niente di meglio di così.”

Jared negli anni ha conservato il controllo di diversi beni immobiliari della sua famiglia, tra cui il grattacielo al 66 di Fifth Avenue, di cui pare abbia ancora partecipazioni azionarie nel fondo proprietario dell’immobile. Il che ha fatto gridare al conflitto di interessi per il genero di Trump nominato consigliere del Presidente. Inoltre qualche giorno prima dell’attacco di Trump in Siria Jared ha negoziato un accordo, poi sfumato, per ottenere un finanziamento milionario per ristrutturare il grattacielo. Gli interlocutori erano i cinesi del gruppo Anbang, un colosso nel campo delle assicurazioni che sembrerebbe avere legami con il governo di Pechino. Di lì a pochi giorni a Mar -a- Lago, il presidente cinese era ospite del suocero di Jared nella sua visita ufficiale negli Stati Uniti.

Recentemente la famiglia Kushner ha rivelato il progetto di riqualificazione del grattacielo al 666 Fifth Avenue, che è stato costruito 60 anni fa, a pochi passi dal Rockefeller Center, dal Museum of Modern Art e dalla Cattedrale di St. Patrick. Il progetto è stato affidato all’archistar di origini irachene Zaha Hadid che ci lavorò poco prima della sua morte. In rete circolano già i rendering di come dovrebbe essere il nuovo grattacielo. E sono in molti ad aver notato la forma fallica. Inoltre la famiglia vuole cambiare il numero civico e passare dal 666 al meno luciferino 660. Quando si dice “the devil’s in the details”…

LITURGIA DEL GIORNO

La Liturgia di Venerdi 3 Aprile 2020
Venerdì della V settimana di Quaresima
Riflessione sul vangelo del giorno
Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Viola

Antifona d'ingresso
Abbi pietà di me, Signore,
perché sono in angustia;
strappami dalla mano dei miei nemici
e salvami dai miei persecutori:
Signore, che io non resti confuso. (Sal 31,10.16.18)

Colletta
Perdona, Signore, i nostri peccati,
e nella tua misericordia
spezza le catene che ci tengono prigionieri
a causa delle nostre colpe,
e guidaci alla libertà che Cristo ci ha conquistata.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Ger 20,10-13)
Il Signore è al mio fianco come un prode valoroso.


Dal libro del profeta Geremìa

Sentivo la calunnia di molti:
«Terrore all’intorno!
Denunciàtelo! Sì, lo denunceremo».
Tutti i miei amici aspettavano la mia caduta:
«Forse si lascerà trarre in inganno,
così noi prevarremo su di lui,
ci prenderemo la nostra vendetta».
Ma il Signore è al mio fianco come un prode valoroso,
per questo i miei persecutori vacilleranno
e non potranno prevalere;
arrossiranno perché non avranno successo,
sarà una vergogna eterna e incancellabile.
Signore degli eserciti, che provi il giusto,
che vedi il cuore e la mente,
possa io vedere la tua vendetta su di loro,
poiché a te ho affidato la mia causa!
Cantate inni al Signore,
lodate il Signore,
perché ha liberato la vita del povero
dalle mani dei malfattori.

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 17)
Rit: Nell’angoscia t’invoco: salvami, Signore.

Ti amo, Signore, mia forza,
Signore, mia roccia,
mia fortezza, mio liberatore.

Mio Dio, mia rupe, in cui mi rifugio;
mio scudo, mia potente salvezza e mio baluardo.
Invoco il Signore, degno di lode,
e sarò salvato dai miei nemici.

Mi circondavano flutti di morte,
mi travolgevano torrenti infernali;
già mi avvolgevano i lacci degli ínferi,
già mi stringevano agguati mortali.

Nell’angoscia invocai il Signore,
nell’angoscia gridai al mio Dio:
dal suo tempio ascoltò la mia voce,
a lui, ai suoi orecchi, giunse il mio grido.

Canto al Vangelo (Gv 6,63.68)
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Le tue parole, Signore, sono spirito e vita;
tu hai parole di vita eterna.
Lode e onore a te, Signore Gesù!

VANGELO (Gv 10,31-42)
Cercavano di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani.


+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, i Giudei raccolsero delle pietre per lapidare Gesù. Gesù disse loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per quale di esse volete lapidarmi?». Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio».
Disse loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: “Io ho detto: voi siete dèi”? Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio – e la Scrittura non può essere annullata –, a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo voi dite: “Tu bestemmi”, perché ho detto: “Sono Figlio di Dio”? Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre». Allora cercarono nuovamente di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani.
Ritornò quindi nuovamente al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui rimase. Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha compiuto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero». E in quel luogo molti credettero in lui.

Parola del Signore

Preghiera dei fedeli
A Dio, roccia e liberatore del suo popolo, Padre di provvidenza e amico degli uomini, ricorriamo con fede, e insieme diciamo:
Ricolmaci, o Dio, della tua speranza!

Signore, al compiersi del secondo millennio, la vita nuova di Cristo non ha ancora pervaso le culture e conquistato tutti i cuori. Perciò ti preghiamo:
Signore, i cristiani si mostrano, a volte, tiepidi testimoni del vangelo e la meta del regno appare ancora molto lontana. Perciò ti preghiamo:
Signore, molte ingiustizie e violenze rendono inquieta la famiglia umana e sembra che gli sforzi di pacificarla non diano frutti duraturi. Perciò ti preghiamo:
Signore, spesso ci manca il coraggio di prendere le difese di chi è perseguitato, stimato un niente e messo a tacere con la violenza. Perciò ti preghiamo:
Signore, a volte ci sembra che le prove della vita siano superiori alle nostre forze e perdiamo il contatto con te. Perciò ti preghiamo:
Per i messaggeri di Dio e i profeti del nostro tempo.
Per chi ha la pretesa di credersi un dio.

O Dio, che sei nostro scudo e nostra salvezza, e in Gesù Cristo ci liberi per sempre dal peccato e dalla morte, rendici confidenti e saldi nella prova, perchè rendiamo testimonianza al mondo della tua bontà e misericordia. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Preghiera sulle offerte
Il tuo aiuto, Dio misericordioso,
ci renda degni di accostarci al santo altare,
perché l’assidua partecipazione al divino sacrificio
ci ottenga la salvezza.
Per Cristo nostro Signore.

PREFAZIO DELLA PASSIONE DEL SIGNORE I
La potenza misteriosa della Croce

È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.
Nella passione redentrice del tuo Figlio
tu rinnovi l’universo
e doni all’uomo il vero senso della tua gloria;
nella potenza misteriosa della croce tu giudichi il mondo
e fai risplendere il potere regale di Cristo crocifisso.
Per questo mistero di salvezza,
uniti agli angeli e ai santi, eleviamo a te un inno di lode
ed esultanti cantiamo: Santo...


Antifona di comunione
Gesù portò nel suo corpo i nostri peccati
sul legno della croce,
perché, morti ai peccati,
vivessimo per la giustizia;
le sue piaghe ci hanno risanati. (1Pt 2,24)


Preghiera dopo la comunione
Non ci abbandoni, Signore,
la forza di questo sacramento che ci unisce a te,
e allontani sempre da noi ogni male.
Per Cristo nostro Signore.



Commento
Una volta ancora Gesù sta per essere lapidato, e le parole che scambia con i suoi persecutori mettono in rilievo il vero motivo del suo martirio ormai prossimo. Gesù non è stato condannato a morte, come Giovanni Battista, perché predicava la giustizia e nemmeno perché i suoi miracoli preoccupavano i potenti, ma piuttosto perché si dichiarava Figlio di Dio e, per la legge di Mosè, una simile affermazione meritava la morte. Durante tutta la vita, egli ha voluto conoscere nella sua sensibilità ardente questa sofferenza di essere rifiutato perché era Figlio del Padre, mentre il suo solo desiderio era di donarci suo Padre.
Alcuni l’hanno riconosciuto e sono venuti a lui. Sono quelli che, attraverso la sua parola dolce e pacata, ma affilata come una spada, attraverso le sue opere di misericordia, i miracoli, le risurrezioni che manifestavano la gloria di Dio, oppure attraverso la testimonianza del suo precursore, hanno percepito lo Spirito del Padre che li toccava nel più profondo del loro cuore e sono stati abbastanza umili, abbastanza poveri per aprirsi all’adorazione. Allora costoro sono stati rinsaldati nella fede e hanno riconosciuto che Gesù è nel Padre e che il Padre è in lui.
In questi ultimi giorni prima della Passione, la Chiesa ci spinge ad attaccarci, con una fede amorosa e piena, a “colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo”.