giovedì 21 maggio 2020

Sulla comunione eucaristica in tempi di Coronavirus





SAPEVATE CHE LE DISPOSIZIONI GOVERNATIVE SONO NULLE IN MATERIA DI CULTO RELIGIOSO?.... 

Ogni singolo vescovo, purché sia in comunione con il Papa, è sovrano nella sua diocesi per ciò che compete alla sua autorità; in essa non rientra tuttavia quanto stabilito dalle rubriche del Messale, che sono legge per tutta la Chiesa e possono essere modificate solo dalla Santa Sede, o di sua iniziativa o in risposta ad eventuali richieste dei vescovi (rescriptive).



Il recente protocollo d’intesa sulla ripresa delle celebrazioni liturgiche con concorso di popolo ha provocato, con le sue disposizioni, disagio e disorientamento in molti fedeli. Sono in tanti, perciò, a chiedere lumi sul comportamento da tenere nell’inedita situazione che si è venuta a creare a partire dal 18 maggio 2020. Dato che la questione tocca molteplici ambiti (teologico, giuridico, liturgico, morale), non è possibile fornire un’unica indicazione da applicare obbligatoriamente in tutti i casi. Partendo da una costatazione incontestabile (l’illegittimità del protocollo), si cerca qui di fissare alcuni punti fermi che consentano di orientarsi in questa spinosa circostanza. L’autore è un distinto teologo.



Occorre anzitutto osservare che le disposizioni governative sulla ripresa delle celebrazioni con il popolo sono assolutamente nulle: le autorità civili non hanno alcuna competenza in materia di culto religioso; i rappresentanti della conferenza episcopale, dal canto loro, non hanno giurisdizione né sui vescovi, né sui sacerdoti, né sui fedeli. Ogni singolo vescovo, purché sia in comunione con il Papa, è sovrano nella sua diocesi per ciò che compete alla sua autorità; in essa non rientra tuttavia quanto stabilito dalle rubriche del Messale, che sono legge per tutta la Chiesa e possono essere modificate solo dalla Santa Sede, o di sua iniziativa o in risposta ad eventuali richieste dei vescovi (rescriptive). La Santa Sede, poi, ha facoltà solo sugli elementi non essenziali dei riti, non sulla loro sostanza immutabile. Le rubriche del Messale non dicono nulla circa l’uso di guanti nella celebrazione della Messa. Nel rito tradizionale il vescovo, nella prima parte della Messa pontificale, indossa le chiroteche, ma le ritira prima di accedere all’altare per la parte sacrificale. Da ciò si deduce che secondo la Tradizione ecclesiastica, di cui la liturgia è testimonianza qualificata, l’Ostia consacrata può essere toccata solo con mani nude: la ragione è che dei frammenti possono rimanere attaccati alle dita che la tengono, motivo per cui, dopo la consacrazione del Pane, il sacerdote tiene uniti i polpastrelli del pollice e dell’indice fino a quando, terminata la comunione, non li purifica nel calice, assumendo poi il vino e l’acqua con cui li ha purificati. L’uso di guanti di lattice, alla luce di quanto appena esposto, è assolutamente da escludere, salvo ammettere l’aberrante idea di purificarli nel calice, che ha contenuto il Sangue di Cristo. Oltretutto il Corpo sacramentale del Signore, essendo quanto di più prezioso la Chiesa possieda in assoluto, non può certo essere toccato con materiale spregevole che sarà gettato nella spazzatura, ma soltanto dalle mani consacrate del sacerdote, il quale, proprio per questo, se le lava immediatamente prima della Messa e non può usarle se non per atti buoni o indifferenti. Inoltre tutti i vasi sacri, per rispetto di ciò che devono contenere, sono obbligatoriamente dorati; anche da ciò si deduce che il mettere volontariamente le Sacre Specie a contatto con materiali vili è un attentato alla loro sacralità, cioè un atto sacrilego in senso lato.


La distinzione tra la sostanza (il Corpo di Cristo) e gli accidenti (le specie consacrate) non risolve il problema. Nell’Eucaristia, per un miracolo permanente dell’onnipotenza divina, persistono sì le apparenze del pane e del vino, ma esse non sussistono più nelle rispettive sostanze del pane e del vino, bensì in quella del Corpo e Sangue del Figlio di Dio fatto uomo e morto sulla croce; il sostrato ontologico (subiectum) cui ineriscono non è più quello proprio, bensì un altro, dal quale sono a tal punto inseparabili che, una volta distrutte le specie, non c’è più il Sacramento. Pertanto il toccare le specie non significa toccare solo gli accidenti, ma toccare la sostanza, benché quest’ultima non sia visibile in se stessa. In alcuni miracoli eucaristici, anche recenti, la specie del pane ha mostrato la realtà: tessuto miocardico di un uomo sottoposto a grave violenza. Ora, il fedele che si trovi ad assistere ad una Messa in cui il sacerdote indossi guanti di lattice per tenere e distribuire il Corpo di Cristo non ne porta la minima responsabilità, in quanto non ha alcuna facoltà di impedirlo e non coopera positivamente a quell’azione intrinsecamente cattiva; qualora però possa agevolmente partecipare a una Messa in cui ciò non avvenga, ha il diritto di manifestare così la propria disapprovazione, evitando di assistere a un atto che scandalizza la sua coscienza. Anche la sofferenza di vedere il Signore trattato in modo quantomeno irriverente è una ragione più che valida per andare altrove, potendolo fare, almeno dopo aver tentato di persuadere il sacerdote ad evitare l’uso dei guanti. La carità può suggerire svariati modi di aiutare i ministri sacri, con rispetto e delicatezza, a prendere coscienza della responsabilità che grava su di loro, non solo verso Dio, ma anche verso i fedeli.

Né il vescovo né, a maggior ragione, il sacerdote può imporre la comunione sulla mano. La legge universale della Chiesa stabilisce la comunione sulla lingua come la forma ordinaria, alla quale si può derogare solo qualora la conferenza episcopale ne abbia chiesto e ottenuto licenza dalla Santa Sede. Un vescovo o un sacerdote che imponga la comunione sulla mano può essere denunciato alla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, che ha il compito di intervenire per richiamare l’interessato all’osservanza delle norme vigenti. Nessuno deve sentirsi forzato nella coscienza a subire tale grave abuso; se non ottiene nulla né con la persuasione né con la denuncia, il fedele si astenga dal comunicarsi e ricorra a un sacerdote fidato che lo comunichi nella bocca fuori della Messa.

Non è necessario comunicarsi per adempiere il precetto festivo, né la partecipazione alla Messa è imperfetta senza la comunione; solo una volta all’anno i cattolici hanno l’obbligo di comunicarsi, cioè a Pasqua (intendendo con ciò tutto il tempo pasquale, fino alla Pentecoste). Nell’impossibilità di ricevere l’Eucaristia in una modalità adeguata al mistero, i fedeli possono praticare la comunione spirituale. Astenersi dalla comunione per non riceverla sulla mano non è peccato, dato che non si sta respingendo il Signore, bensì rifiutando un modo di porgerlo che ripugna alla fede ed espone il Santissimo Sacramento a una profanazione involontaria consistente nella dispersione accidentale di frammenti. Essendo tale eventualità altamente probabile, è peraltro difficile considerarla del tutto involontaria.

In sintesi, le norme emanate circa la ripresa delle celebrazioni con il popolo non obbligano in nulla nessuno, né sul piano civile, né su quello morale, né su quello canonico. La loro inosservanza, da parte del sacerdote o del fedele, non costituisce peccato, nemmeno veniale, dato che non sussiste alcuna ragionevole ipotesi di un rischio maggiore di contagio se l’Eucaristia è amministrata in modo corretto; la ricezione sulla lingua, anzi, rimane il metodo più sicuro anche dal punto di vista sanitario, dato che il sacerdote è tenuto a lavarsi le mani prima della Messa e deve comunque evitare di toccare la lingua dei comunicandi. Pertanto nessuno deve sentirsi obbligato a comunicarsi in una modalità che la sua coscienza non può accettare; viceversa, chi accetta di farlo perché non può altrimenti accedere al Sacramento non commette peccato, purché abbia la massima cura di evitare la dispersione di frammenti dell’Ostia consacrata. A questo proposito, l’uso di un fazzoletto di lino o di un piattino dorato non è risolutivo, dato che il fedele è tenuto a purificarli subito dagli eventuali frammenti, ma non ne ha né la facoltà né i mezzi, mentre il sacerdote purifica subito, nel calice, patena e piattello. Fin qui la prospettiva si è limitata agli obblighi morali in senso stretto; ciò non esclude tuttavia che lo zelo della fede e l’ardore della carità possano spingersi oltre ciò che è strettamente dovuto e richiedano da alcuni una risposta più radicale: non solo il rigetto assoluto, ma anche l’attiva lotta contro norme totalmente irrazionali e illegali che oltraggiano il Santissimo Sacramento, umiliano la Chiesa e calpestano i diritti dei fedeli. Le conseguenze giudiziarie e canoniche che tale scelta può comportare sono mezzi atti al conseguimento della virtù eroica; in ogni caso, le sanzioni civili o ecclesiastiche in cui si può incorrere non valgono minimamente la tremenda posta in gioco, cioè il rispetto della Presenza Reale e la fede dei cattolici.

Lo zelo autentico non è disgiunto da quella prudenza soprannaturale che fa tener conto del fatto che molti sacerdoti possono essere soggettivamente in buona fede, convinti di compiere la volontà di Dio obbedendo a disposizioni superiori che suppongono, benché erroneamente, miranti al bene comune; perciò nessuno deve sentirsi autorizzato a comportamenti ispirati da aggressività o disprezzo. Non dimentichiamo che il giudizio sulle coscienze spetta unicamente a Dio e che le svolte interiori sono sempre possibili, ma richiedono l’aiuto della Sua grazia; è per questo che non si pregherà mai abbastanza per i ministri sacri e per i loro superiori.

MESSAGGIO DI SAN MICHELE ARCANGELO A LUZ DE MARIA 18 maggio 2020





Amato Popolo di Dio:


SIATE UNA COSA SOLA NELL’UNITÀ E NELLA FRATERNITÀ DEI FIGLI DI DIO.
POPOLO DI DIO, DOVETE ESSERE SANTI, COME CRISTO È SANTO. 

La benedizione rimane sui figli di Dio e sui figli della Nostra Regina e Madre, tuttavia per meritare questa benedizione, ogni persona deve comportarsi ed agire a somiglianza del Nostro Signore e Re, Gesù Cristo.

La Misericordia Divina si riversa su tutta l’umanità e fiorisce nelle persone che si sforzano e che lottano per la conversione, che si pentono e riparano le offese che hanno commesso contro la Trinità Sacrosanta, contro la Nostra Regina e Madre, contro i loro simili e pertanto si rendono degne della Misericordia Divina. (Cfr. Mc 11,25; Sal 32,5).



In questo momento in cui la confusione sta circolando in modo vertiginoso tra il Corpo Mistico del Nostro Re, devo chiamarvi all’OBBEDENZA A CIÒ CHE È ESPRESSO NELLA LEGGE DI DIO E CHE NON PUÒ ESSERE TRASFORMATO. (Cfr. Sal 19,8-10).



Il Popolo di Dio, per poter fare fronte a quello che si sta avvicinando alla Chiesa e quindi al Corpo Mistico del Nostro Re, deve farsi trovare fortificato nella Fede.



Le persone di questo tempo non conoscono la sofferenza e per questo non la riconoscono come parte dell’espiazione e di fronte al dolore danno la colpa a Dio.



L’UMANITÀ PRIVA DI INDIRIZZO HA PROFANATO IL MISTERO DELL’AMORE DIVINO, DONATO DA DIO ALL’UOMO NEL SANTISSIMO SACRAMENTO E NOI DEI CORI CELESTI ABBIAMO PIANTO LACRIME DI DOLORE PER UN TALE GRAVISSIMO ATTO DA PARTE DELL’UOMO.



Questi sono atti che danno forza al demonio e che lo esaltano, perché poi si scagli con forza contro i figli della Nostra Regina e Madre, colpendoli ripetutamente, adesso con la malattia ed in seguito aumentando ancora questo stesso flagello delle malattie, per portare gli uomini alla disperazione, facendo in modo che andando di sofferenza in sofferenza ed essendo in costante angoscia, l’essere umano giunga a sentirsi incapace di sopravvivere.



PER AMORE PER IL DIO UNO E TRINO, PER AMORE PER LA NOSTRA REGINA E PER AMORE PER VOI, IN QUANTO FIGLI DI DIO, VI AVEVO GIÀ ALLERTATO CHE LA BATTAGLIA INCOMBE SULL’UMANITÀ, la battaglia tra il bene ed il male (Cfr. Gen 3,15) che è diventata adesso guerra di potere ed arriverà a deflagrare nell’uso di armi belliche e successivamente nel deplorevole impiego di armi di distruzione di massa.



Dovete rendervi conto della situazione cruciale in cui vi trovate e che andrà aumentando sempre di più, livello dopo livello, istituzione dopo istituzione, coinvolgendo la società in tutte le sue funzioni e soprattutto lo spirito dell’uomo, per minare la sua Fede in Dio.



POPOLO DI DIO, LA BATTAGLIA CESSERÀ DI ESSERE BATTAGLIA, PER TRASFORMARSI NELL’ATTESA E TEMUTA GUERRA MONDIALE. (*)



Le ideologie sono in lotta per le anime. Discernete figli di Dio, discernete, non lasciate spegnere la Fede, mantenetevi svegli e vigilanti, perché è proprio in questo momento che i lupi in pelle di pecora sovrabbondano. (Cfr. Mt 7,15)



DOVETE DISCERNERE, PER NON DARE LE PERLE AI PORCI.


ORA BASTA CON LA STOLTEZZA UMANA, CON LA CECITÀ SPIRITUALE, CHE PORTERÀ UNICAMENTE AL TRADIMENTO E ALLA PERSECUZIONE ANTICIPATA DEL POPOLO DI DIO.



Dovete tenere presente quello che accadde nel corso della storia della salvezza a coloro che disobbedirono a Dio e si ribellarono contro di Lui.



QUESTA GENERAZIONE NON SARÀ DISPENSATA PER LE SUE ERESIE E PER LE SUE PROFANAZIONI. 


DOVETE UMILIARVI E RICONOSCERVI PECCATORI DAVANTI A DIO. 


In questo momento chi anela e si dispone alla conversione, troverà un cammino più libero nel silenzio che sta predominando nell’umanità.



La forza esercitata su tutta l’umanità per zittirla viene mascherata, sì, la forza, senza che l’uomo lo percepisca!


L’umanità è prigioniera anche se non si rende conto di essere stata privata della sua libertà.



LA NUOVA RELIGIONE STA AVANZANDO SENZA CHE IL POPOLO DI DIO SE NE RENDA CONTO, UNA RELIGIONE SENZA ALIMENTO SPIRITUALE, DOVE IL POPOLO DI DIO VIVE COME SE PRATICASSE UN’ALTRA RELIGIONE.


Stanno spianando la strada alla “RELIGIONE UNICA”, stanno usurpando a Nostro Signore Gesù Cristo il Suo Scettro.



La follia dell’uomo si sta manifestando e con il peggiorare dell’economia vi soggiogheranno ALLA MONETA UNICA.



SENZA MORALE NÈ VERITÀ… COSA SI ASPETTA L’UOMO?



Popolo di Dio, i segnali ed i segni sono visibili, voi dovete scegliere.



Le placche che formano la crosta terrestre si stanno muovendo in modo insolito e provocheranno terremoti di grande magnitudine.


L’acqua dei mari si solleverà, attenti, Popolo di Dio!



Il comunismo si è addentrato nei paesi dell’America e sta per arrivare il dolore, che già comincia a manifestarsi in questo momento.



PIEGATE LE GINOCCHIA, “PREGATE IN OGNI MOMENTO” NON SOCCOMBETE, MANTENETE UNA FEDE VIVA E PALPITANTE, L’AUSILIO DI DIO DISCENDERÀ DAL CIELO.


Chi non ha creduto, creda…

Chi non ha camminato, cammini…

Chi si è fermato lungo la strada, prosegua con forza…


Questo è il momento, questo e non un altro, questo è il momento di riconciliarvi con la Trinità Sacrosanta.



Questo è il momento di prendere la Mano tesa davanti a ciascuno di voi, la Mano della Regina e Madre di tutto il creato,


CON FEDE, CON SPERANZA, SENZA VENIRE MENO, CON LA PREGHIERA E CON LA PRATICA DELLA PREGHIERA, CON I FATTI, CON IL PERDONO E CON LA CERTEZZA. 


San Michele Arcangelo


AVE MARIA PURISSIMA, CONCEPITA SENZA PECCATO


AVE MARIA PURISSIMA, CONCEPITA SENZA PECCATO 


AVE MARIA PURISSIMA, CONCEPITA SENZA PECCATO 







LITURGIA DEL GIORNO

La Liturgia di Giovedi 21 Maggio 2020
Giovedì della VI settimana di Pasqua

Pin su Vangelo del giorno


Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Bianco

Antifona d'ingresso
Quando avanzavi, o Dio, davanti al tuo popolo,
e ad essi aprivi la via e abitavi con loro,
la terra tremò e stillarono i cieli. Alleluia. (cf. Sal 68,8-9.20)

Colletta
O Dio, nostro Padre,
che ci hai reso partecipi dei doni della salvezza,
fa’ che professiamo con la fede
e testimoniamo con le opere
la gioia della risurrezione.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (At 18,1-8)
Paolo si stabilì in casa loro e lavorava, e discuteva nella sinagoga.


Dagli Atti degli Apostoli

In quei giorni, Paolo lasciò Atene e si recò a Corìnto. Qui trovò un Giudeo di nome Aquila, nativo del Ponto, arrivato poco prima dall’Italia, con la moglie Priscilla, in seguito all’ordine di Claudio che allontanava da Roma tutti i Giudei.
Paolo si recò da loro e, poiché erano del medesimo mestiere, si stabilì in casa loro e lavorava. Di mestiere, infatti, erano fabbricanti di tende. Ogni sabato poi discuteva nella sinagoga e cercava di persuadere Giudei e Greci.
Quando Sila e Timòteo giunsero dalla Macedònia, Paolo cominciò a dedicarsi tutto alla Parola, testimoniando davanti ai Giudei che Gesù è il Cristo. Ma, poiché essi si opponevano e lanciavano ingiurie, egli, scuotendosi le vesti, disse: «Il vostro sangue ricada sul vostro capo: io sono innocente. D’ora in poi me ne andrò dai pagani».
Se ne andò di là ed entrò nella casa di un tale, di nome Tizio Giusto, uno che venerava Dio, la cui abitazione era accanto alla sinagoga. Crispo, capo della sinagoga, credette nel Signore insieme a tutta la sua famiglia; e molti dei Corìnzi, ascoltando Paolo, credevano e si facevano battezzare.

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 97)
Rit: Il Signore ha rivelato ai popoli la sua giustizia.

Oppure:
La tua salvezza, Signore, è per tutti i popoli.

Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele.

Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni!

Canto al Vangelo (Gv 14,18)
Alleluia, alleluia.
Non vi lascerò orfani, dice il Signore;
vado e ritorno a voi, e il vostro cuore sarà nella gioia.
Alleluia.

VANGELO (Gv 16,16-20)
Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia.


+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete».
Allora alcuni dei suoi discepoli dissero tra loro: «Che cos’è questo che ci dice: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”, e: “Io me ne vado al Padre”?». Dicevano perciò: «Che cos’è questo “un poco”, di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire».
Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «State indagando tra voi perché ho detto: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”? In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia».

Parola del Signore

Preghiera dei fedeli
Il Signore Gesù è l'oggetto della nostra speranza, durante quel tempo in cui è sottratto alla nostra visione. Invochiamo Dio, nostro Padre, dicendo:
Rafforza la nostra speranza, Signore.

- Perchè la Chiesa, madre di tutti gli uomini, annunci sempre con coraggio e chiarezza che Gesù è il Cristo e che solo in lui c'è la salvezza. Preghiamo.
- Perchè la fede dei cristiani, specialmente giovani, sia sostenuta dalla testimonianza e dalla preghiera delle comunità credenti nelle quali è nata e si sviluppa. Preghiamo.
- Perchè i genitori di coloro che si preparano al battesimo, siano veramente partecipi dell'itinerario catecumenale e di formazione che la Chiesa oggi loro richiede. Preghiamo.
- Perchè la speranza cristiana, che sostiene i credenti nelle loro prove, sia sempre più pura e alimentata dall'amore. Preghiamo.
- Perchè, nel moderno processo di secolarizzazione del nostro mondo, noi sappiamo purificare la nostra gioiosa certezza nella riscoperta della presenza di Dio. Preghiamo.
- Per i neo-battezzati adulti. Preghiamo.
- Per i catechisti della parrocchia. Preghiamo.

O Dio, che hai promesso di essere sempre presente in mezzo a noi ma in modo misterioso e non sensibile, Fa' che la nostra tristezza per l'oscurità del nostro spirito sia sempre sostenuta dalla gioia di chi attende con certezza di vederti. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Preghiera sulle offerte
Accogli, Signore,
l’offerta del nostro sacrificio,
perché, rinnovati nello spirito,
possiamo rispondere sempre meglio
all’opera della tua redenzione.
Per Cristo nostro Signore.

Oppure:
Guarda con bontà, Signore,
le preghiere e le offerte del tuo popolo
e rendilo perseverante nel tuo servizio.
Per Cristo nostro Signore.

PREFAZIO PASQUALE I, II, III, IV, V


Antifona di comunione
“Ecco, io sono con voi tutti i giorni
sino alla fine del mondo”. Alleluia. (Mt 28,20)

Oppure:
“Voi sarete afflitti e il mondo si rallegrerà,
ma la vostra afflizione si cambierà in gioia”.
Alleluia. (Gv 16,20)


Preghiera dopo la comunione
O Dio grande e misericordioso,
che nel Signore risorto
riporti l’umanità alla speranza eterna,
accresci in noi l’efficacia del mistero pasquale,
con la forza di questo sacramento di salvezza.
Per Cristo nostro Signore.

Oppure:
O Padre, questa comunione eucaristica,
segno della nostra fraternità in Cristo,
santifichi nel vincolo dell’amore la tua Chiesa.
Per Cristo nostro Signore.



Commento
(Dove l’Ascensione si celebra in domenica)

A volte si parla di secoli bui della storia, di oscurantismo. Si definiscono scristianizzati certi paesi e si afferma che ci troviamo ormai in una civiltà postcristiana. Altre volte, invece, lasciandosi guidare da maggiore ottimismo, si enumerano i segni di una rinascita dei valori spirituali nel nostro tempo e si parla di un ritorno della fede. Quello che si dice della storia delle nazioni, si può dire anche della storia personale di ognuno. Ci sono momenti di entusiasmo e momenti di oscurità. Momenti in cui si sente palese la presenza di Dio e momenti nei quali ci si lamenta del silenzio di Dio.
Eppure Dio è sempre stato presente in ogni momento della storia, ed è presente in ogni attimo della nostra vita. Gesù ci ha assicurati che sarebbe sempre rimasto con i suoi. Lo Spirito Paraclito è sceso sulla comunità dei credenti e abita in essa. Perciò nei momenti oscuri della giornata, nei momenti di difficoltà e di tristezza, nei momenti di smarrimento e di oscuramento dei valori cristiani, non serve interrogare Dio o indagare, come fecero gli apostoli, se per caso Gesù se n’è andato e ci ha abbandonati.
È il momento, invece, di esercitare la fede, di ritrovare la gioia nella sicurezza che il Paraclito ci assiste in continuazione, di prestare maggiore attenzione al Consolatore che dimora in noi. Egli ci illuminerà perché sappiamo riconoscere le opere meravigliose che Dio compie e che con le nostre sole forze non siamo capaci di vedere.
È il momento anche di invocare con insistenza lo Spirito Santo, perché ci faccia conoscere tutta la verità e cambi la nostra afflizione in gioia.