venerdì 30 ottobre 2020

John Coleman: il Comitato dei 300 dietro le guerre e le crisi mondiali



IL COMITATO DEI 300 DIETRO LA PANDEMIA DI CORONAVIRUS....


Nel saggio dell’ex agente segreto inglese John Coleman l’incredibile strategia di un oscuro e potentissimo Nuovo Ordine Mondiale per deindustrializzare e impoverire il nostro Paese – La morte di Aldo Moro voluta e pianificata per destabilizzare il Medio Oriente – Il ruolo della nobiltà nera di Venezia e Genova nella finanza del pianeta. 


L’Italia è sotto il tiro di grandi poteri finanziari mondiali, che hanno deciso di ridurne drasticamente il comparto industriale per trasformarla in un Paese arretrato di tipo feudale. 


A rivelare questa congiura, che casualmente coincide con l’attuale recessione, è il libro “The Conspirator’s Hierarchy: The Committee of 300” del dottor John Coleman (“La gerarchia del cospiratore: Il Comitato dei 300”), pubblicato in inglese dalla World Int. Review di Las Vegas, negli Stati Uniti. Questo libro, giunto ormai alla quarta edizione mondiale, non è mai stato tradotto in italiano. E, se lo si legge, se ne capisce anche il perché. 




Infatti, in questo volume di 465 pagine viene spiegata la strategia che sarebbe stata adottata dal club dei potenti più forte al mondo, appunto il Comitato dei 300 fondato dall’aristocrazia inglese nel 1727, ( una dei più importanti centri di cordinamento dell'elite ebraica NDR) per ridurre drasticamente il numero di quelli che vengono definiti “useless eaters” (letteralmente “mangiatori inutili”), riportando le economie nazionali a un livello pre-industriale. In altre parole, secondo loro, sarebbe necessario riportare la popolazione mondiale a livelli precedenti il Novecento. 


Il potere, sempre secondo questi signori, deve essere concentrato nelle mani di pochi, ricchissimi e potentissimi finanzieri (si fanno chiamare The Olympians, considerandosi simili ai mitici dei greci dell’Olimpo), i quali decideranno che cosa sia meglio per tutti, Paese per Paese. I primi tre a essere presi di mira, cioè quelli dove dovrebbe essere adottata questa strategia di impoverimento della popolazione, sarebbero Italia, Argentina e Pakistan.


Ma prima di entrare nel merito della questione, ampiamente e dettagliatamente spiegata nel libro, vediamo di conoscere un po’ meglio l’autore. John Coleman, Ph.D. (cioè titolare di quello che in Italia chiamiamo un dottorato di ricerca), classe 1935, è un ex agente del servizio di spionaggio britannico M16, successivamente trasferitosi negli Stati Uniti. 


Qui, dopo aver acquisito la residenza, ha scelto di diventare cittadino americano. Studioso di fama mondiale, considerato uno scienziato della politica ed un economista, autore di decine di libri pubblicati in otto diverse lingue, Coleman è arrivato alla conclusione che la finanza e la politica dell’intero globo siano realmente nelle mani di un Comitato di 300 notabili che decidono le sorti del pianeta. 


Non si tratta di una scoperta del tutto nuova. Già nel 1909 era uscito un articolo in tedesco (“Geschàftlicher Nachwucs” di Walter Rathenau), nel quale veniva spiegato per la prima volta che ciò che accadeva nel mondo era opera di un gruppo ristretto di individui che agiva secondo una precisa e meditata strategia. 


La Rivoluzione Russa, la Prima Guerra Mondiale, l’ascesa di Hitler e la Seconda Guerra Mondiale, non sarebbero affatto casuali. Tutto sarebbe stato ordito e organizzato da potenti finanzieri che agivano secondo uno schema preordinato. 
Coleman ci avrebbe messo 35 anni per verificare questo assunto. E dopo una miriade di interviste ad ammiragli, capi dei Servizi Segreti, ufficiali di alto rango, politici, banchieri ed economisti, è giunto alla conclusione che quel Comitato dei 300 esiste davvero. 
E in fondo al suo libro riporta i nomi dei passati e dei presenti membri di quel sodalizio. Compresi quelli degli italiani che ne facevano, e ne fanno, parte.


E’ curioso notare che tra gli antichi fondatori del Comitato dei 300, ispirato alla The East India Company britannica, si trovassero diversi rappresentanti della nobiltà nera veneziana e genovese ( che fanno parte della casta reale dell'elite ebraica che si sono insediati e preso il potere in Europa dopo la caduta dell'impero romano NDR). Aristocratici, questi ultimi, che avrebbero ancora oggi “scanni” tra le fila dei 300.


Del resto, non tutti sanno che la casata di Windsor ( di origine ebraica NDR) degli attuali regnanti britannici, venne così definita dal re Giorgio V nel 1917, ma avrebbe dovuto chiamarsi più propriamente casata dei Guelfi, una delle più antiche famiglie della nobiltà nera di Venezia, dalla quale discendeva la regina Vittoria.


Vediamo dunque un po’ più da vicino che cosa scrive Coleman. Prima di tutto, l’attuale Comitato dei 300 sarebbe presieduto da Etienne Davignon, diplomatico, politico e dirigente d’azienda belga, più volte Commissario europeo, proveniente da una delle più blasonate famiglie dell’aristocrazia del vecchio mondo. 


Davignon, infatti, è anche visconte, nonché presidente del Gruppo Bilderberg, l’altro sodalizio esclusivo degli industriali e dei magnati della finanza internazionale. Il Bilderberg sarebbe una delle organizzazioni controllate direttamente dal Comitato dei 300. Per la cronaca, ne fa parte anche l’attuale Presidente del Consiglio, professor Mario Monti (“Il Club Bilderberg” di Daniel Estulin, Arianna Editrice, pag. 273). 


Secondo Coleman, Davignon sarebbe uno strenuo difensore della teoria della deindustrializzazione, con crescita zero. Una prova sarebbe il Piano Davignon del 1981 che promosse la riduzione della produzione siderurgica, la fine dei sussidi pubblici al settore e 
un drastico ridimensionamento del numero degli addetti. 
Una strategia, questa, che venne poi sposata anche dal presidente Reagan, con disastrose conseguenze per l’industria americana, a tutti i livelli e fino ai giorni nostri.


Ebbene, ad un certo punto il Comitato dei 300 avrebbe deciso di mettere in pratica la propria politica di contenimento industriale per ridurre la “surplus population” (cioè la “popolazione in eccesso”) in Italia, Argentina e Pakistan. “Attualmente l’Italia è di fatto sotto il controllo di segreti governanti designati dalla loggia P2 della Massoneria – scrive Coleman – . Le corporazioni dirigono l’Italia. I partiti dell’opposizione italiana definiscono lo status quo corporativismo fascista”.


La cosa più singolare riguarda il metodo adottato dai 300. Coleman sostiene che la loro politica sia quella di sostenere in tutto il globo una diffusione della sinistra politica, sull’esempio dei Socialisti Fabiani. Stiamo parlando di un movimento politico e sociale istituito nel 1884 a Londra col nome di Fabian Society. Si ispirava a Quinto Fabio Massimo, detto “il temporeggiatore”, che contro Annibale aveva usato una strategia attendista di lento logoramento. Il fabianesimo credeva, appunto, ad una graduale evoluzione della società attraverso riforme che portino passo dopo passo verso il socialismo. Il marxismo, invece, crede in un cambiamento repentino e rivoluzionario.




Una volta imposto il modello socialista, i 300 lo controllerebbero dall’alto, impedendo che vi siano contestazioni o rivolte (sottoliniamo che il socialismo che intendono loro è un collettivismo di tipo comunista con unico scopo la schiavitù lo sfruttamento e il controllo totale delle masse, spiegato bene nel romanzo 1984 di George Orwell, la parola socialismo serve solo ad ingannare, la realtà del loro progetto è spiegata perfettamente nei protocolli dei savi di sion NDR). Dunque, una sinistra che verrebbe controllata da una dittatura occulta e potentissima a livello planetario. 


Ovviamente, nessuno dei sudditi dei regimi socialisti potrebbe mai immaginare che quei governi siano stati voluti da una ristrettissima cerchia di super miliardari che, di fatto, avrebbero costituito un Nuovo Ordine Mondiale.


Per quanto ci riguarda, la notizia più clamorosa che ci dà Coleman la si legge a pagina 47, dove viene raccontata la tragedia di Aldo Moro. Secondo quanto riporta il libro, l’attentato di via Fani, il rapimento e l’uccisione dello statista furono progettati e portati a termine dal Comitato dei 300. 


Immagini dell'assassinio di Aldo Moro


Altro che Brigate Rosse. I terroristi ci misero la faccia e l’organizzazione, ma l’operazione sarebbe stata manovrata interamente dai 300. Moro, infatti, si opponeva alla “crescita zero” e alla riduzione della popolazione italiana che sarebbe stata commissionata dai 300 al Club di Roma. “Il 10 novembre 1982, in un tribunale di Roma, un buon amico di Moro (si trattava di Corrado Guerzoni n.d.r.) testimoniò che l’ex primo ministro venne minacciato da un agente del Royal Institute for International Affairs (RIIA) che era anche un membro del Comitato dei 300 e Segretario di Stato. 


Il testimone disse che quell’uomo era Henry Kissinger – scrive Coleman – L’ex primo ministro Moro venne rapito dalle Brigate Rosse nel 1978 e successivamente brutalmente ucciso a colpi di pistola. Fu al processo dei membri delle Brigate Rosse che diversi di loro testimoniarono di essere a conoscenza del coinvolgimento ad alto livello degli Stati Uniti nel complotto per uccidere Moro. E uno di essi coinvolse Henry Kissinger in questo complotto omicida. Quando Moro venne minacciato, ovviamente Kissinger non era più al servizio della diplomazia americana, ma piuttosto agiva secondo le istruzioni ricevute dal Club di Roma, il braccio politico estero del Comitato dei 300. Questa notizia non venne mai diffusa da nessuno dei media o delle stazioni televisive”.




Da sinistra verso destra l'ebreo Henry Kissinger e l'ebreo Gianni Agnelli


Ma anche negli Stati Uniti, continua Coleman, nessuno arrivò mai ad accusare formalmente Kissinger. Perché, allora, tutto questo sarebbe accaduto?


“Nel mio resoconto del 1982 su questo crimine – spiega Coleman – abbiamo esposto che Aldo Moro, un leale membro del Partito Democristiano, venne ucciso da assassini controllati dalla loggia P2 che avevano come scopo quello di portare l’Italia entro i confini del progetto del Club di Roma per deindustrializzare il Paese e ridurne considerevolmente la popolazione. Il progetto di Moro di stabilizzare l’Italia attraverso la piena occupazione e una pace industriale e politica, avrebbe rafforzato l’opposizione cattolica al comunismo, e reso la destabilizzazione del Medio Oriente (che era l’obiettivo primario) molto più difficile da ottenere per il Comitato”.



Aldo Moro con Henry Kissinger


I 300, insiste Coleman, non si pongono piani a breve scadenza. Anzi, è vero il contrario. Lo proverebbe l’omicidio di Moro.


“La sua morte – si legge nel libro – rimosse i posti di blocco al progetto di destabilizzare l’Italia, e, sulla base di quanto noi sappiamo adesso, ha permesso i piani della cospirazione per il Medio Oriente, portati a termine nella Guerra del Golfo, 14 anni più tardi. L’Italia venne scelta come bersaglio tipo dal Comitato dei 300 a causa della sua importanza per i cospiratori. Un’importanza dovuta al fatto che fosse il Paese europeo più vicino al Medio Oriente e con più stretti rapporti alla politica e all’economia del Medio Oriente. Inoltre è anche sede della Chiesa cattolica, che Rothschild aveva ordinato a Weishaupt di distruggere”.


Il riferimento sarebbe ad un antico progetto dei banchieri Rothschilds, potenti membri del Comitato, di affidare ad un loro addetto, Adam Weishaupt, il piano per distruggere la cristianità (Le religioni devono essere distrutte dall'interno per fare posto ad una nuova religione che unifichi l'umanità in un nuovo ordine mondiale,quindi le vecchie religioni devono essere deposte per poi crearne una nuova a livello globale NDR).


Sempre secondo Coleman, l’Italia è importante anche per un’altra ragione del panorama mondiale. Il nostro Paese, infatti, viene considerato la porta di accesso dell’Europa per la droga proveniente dall’Iran e dal Libano.
Ma l’aspetto più inquietante di questo interesse della finanza mondiale verso l’Italia, resta quello della copertura che sarebbe stata esercitata da non meglio precisati ricchi italiani, nei confronti dei brigatisti e della Massoneria deviata.


“Sin dal 1968, quando venne istituito il Club di Roma – scrive Coleman – numerosi gruppi si sono associati sotto l’ombrello del Socialismo allo scopo di far cadere diversi governi italiani, per destabilizzare il Paese. Tra questi, la nobiltà nera di Venezia e Genova, la Loggia P2 e le Brigate Rosse, tutti quanti operavano con lo stesso obiettivo. Investigatori della polizia che lavoravano al caso Brigate Rosse-Moro, sono venuti a conoscenza dei nomi di diverse importanti famiglie italiane che controllavano da vicino i leader di questi gruppi terroristici. La polizia scoprì inoltre le prove che, in almeno una dozzina di casi, queste potenti e importanti famiglie avevano messo a disposizione le loro case e proprietà per essere utilizzate come basi sicure per le cellule delle Brigate Rosse.

La ‘nobiltà’ americana – continua Coleman – ha fatto la sua parte per distruggere la Repubblica Italiana. Un notevole contributo in questo senso è venuto da Richard Gardner, allora Ambasciatore a Roma per conto del presidente Carter. A quel tempo, Gardner operava sotto il diretto controllo di Bettino Craxi, un membro importante del Club di Roma e uomo chiave della NATO”.

Secondo Coleman, Craxi sarebbe stato il primo referente dei cospiratori per distruggere la Repubblica Italiana. E, a supporto di questa dichiarazione, gli addebita anche la responsabilità di aver introdotto nella legislazione italiana divorzio e aborto, creando una ferita non rimarginabile nella società italiana. A onor del vero, però, queste accuse non vengono poi dimostrate con prove evidenti e incontestabili. E per quanto riguarda divorzio e aborto, le affermazioni di Coleman sono per lo meno discutibili.


Ben più documentata è invece la parte che riguarda Giovanni Agnelli (Torino 12/3/1921 – Torino 24/1/2003), definito “uno dei membri più importanti del Comitato dei 300”, e il suo amico Aurelio Peccei (Torino 4/7/1908 – Torino 13/3/1984). Peccei, la cui figura non tutti conoscono, fu il fondatore del Club di Roma che Coleman definisce “un ombrello dietro cui si cela un’organizzazione cospiratoria, un matrimonio tra finanzieri anglo-americani e le famiglie della nobiltà nera d’Europa, particolarmente della cosiddetta ‘nobiltà’ di Londra, Venezia e Genova”.


Peccei, comunque, era tutt’altro che uno sconosciuto. Durante la Resistenza aveva militato nelle fila di “Giustizia e Libertà” ed era stato anche arrestato, incarcerato e torturato. Nel 1949 si trasferì per conto della Fiat in America Latina, dove in Argentina fondò la Fiat-Concord, succursale dell’industria italiana. 


Nel 1958 tornò in patria dove fondò la Italconsult, una joint-venture che comprendeva marchi italiani come Innocenti, Montecatini e Fiat. Nel 1964 venne nominato amministratore delegato della Olivetti e quattro anni dopo, nell’aprile del 1968, fondò il Club di Roma insieme allo scienziato scozzese Alexander King.


Aurelio Peccei

L’atto di accusa di Coleman verso Peccei è pesantissimo, in quanto lo scrittore sostiene che l’imprenditore italiano abbia avallato nel suo libro “Limits of Growth” (“Limiti della crescita”) un progetto che portò le popolazioni di diverse nazioni africane alla morte per fame. Questo “piano” venne poi formalizzato nel “Global 2000 Report”.

Il libro continua la sua lunga esposizione trattando di un’infinità di altri argomenti. Si parla anche dei Beatles, il cui successo sarebbe stato guidato da Theodor Adorno; dei miliardari inglesi che finanziarono prima Lenin e poi Hitler; della morte di Grace di Monaco, che sarebbe stata provocata come presunta ritorsione contro il principe Ranieri; del vastissimo mercato della droga che da secoli finanzia le famiglie più in vista del pianeta; dell’incredibile influenza che l’aristocrazia britannica avrebbe ancora oggi sulla Casa Bianca di Washington; della carriera di Henry Kissinger all’ombra del discusso docente di Harvard William Yandall Elliot; del presunto assassinio di Papa Giovanni Paolo I; del complicato e multi sfaccettato complotto che ha portato all’uccisione del presidente John Kennedy, che osò opporsi ai piani del Comitato dei 300, con un incredibile elenco di morti misteriose che vennero subito dopo. Infine, per chiudere tornando all’Italia, del “Permindex affair”, cioè della rete spionistica clandestina che opererebbe da anni nel nostro Paese.


Forse, però, ciò che cattura di più l’attenzione del lettore è la lista dei membri del Comitato dei 300, passati e presenti, che parte da pagina 417. Ne cito alcuni, solo per ricordare i più noti, specificando però che Coleman non sempre spiega quali siano state le sue fonti. 


Si parte dal già nominato Giovanni Agnelli, di cui si conosceva da sempre anche l’appartenenza al Bildelberg Group (lasciata in eredità ai successori), per proseguire con Beatrice di Savoia, l’ex presidente USA George W. Bush, il conte Vittorio Cini, l’industriale-editore Carlo De Benedetti (il nome viene riportato come Carlo De Benneditti), la regina Elisabetta II, la regina Giuliana d’Olanda, la regina Sofia di Spagna, la regina Margrete di Danimarca, l’economista John Maynard Keynes, l’onnipresente Henry Kissinger, l’ex presidente francese Francois Mitterand, il faccendiere Umberto Ortolani (P2), l’ex leader svedese assassinato Olaf Palme, Aurelio Peccei, il cardinale Michele Pellegrino, il Principe Filippo di Edimburgo, il banchiere David Rockefeller, Sir Bertrand Russel, il diplomatico ed ex Segretario di Stato Cyrus Vance.


A quanto pare, dopo aver scritto e pubblicato questo libro (l’ultima ristampa risale al 2010), il dottor Coleman ha preso alcune precauzioni per la sicurezza della sua persona. Tuttavia, a prescindere dai pur comprensibili timori di un uomo di 78 anni, nessuno può affermare con assoluta certezza che quanto scrive Coleman corrisponda alla pura e semplice verità dei fatti. Nonostante questo, non c’è dubbio che la lettura di questo libro lasci addosso una forte inquietudine sulla realtà segreta e misteriosa del mondo che ci circonda. 

E una domanda sorge spontanea: ma quanto sappiamo, in realtà, di ciò che succede intorno a noi? A ognuno la sua risposta.


IL COMITATO DEI 300 VUOLE MARIO DRAGHI PRESIDENTE PER DISTRUGGERE L'ITALIA

ADESSO CI VORRANNO RIFILARE UN "GOVERNISSIMO" SENZA CONTE MA CON A CAPO MARIO DRAGHI, UNO DEI MASSIMI ESPONENTI DEL DIABOLICO COMITATO DEI 300. RICORDATE CHE TUTTO QUELLO CHE ESCE DAI MEDIA MAINSTREAM E' GIA' STATO CONCORDATO NELLE SEGRETE STANZE. IN ITALIA CI SARA' MAI FINE AL PEGGIO? SOTTO, SEGNATI IN GIALLO, ALCUNI DEI PIU' "RAPPRESENTATIVI" MEMBRI ITALIANI TRADITORI DELLA PATRIA, TRA CUI MARIO DRAGHI. UNA LISTA DI "PROSCRIZIONE" DAVVERO "ILLUMINANTE".... 




TRECENTO UOMINI, I QUALI SI CONOSCONO L'UN L'ALTRO, DIRIGONO IL DESTINO ECONOMICO DELL'EUROPA E SCELGONO I SUCCESSORI TRA DI LORO.


Il Comitato dei 300 è un prodotto del Consiglio della British East India Company. L’East India Company era stata “noleggiata” dalla famiglia reale britannica nel 1600. Ha creato grandi patrimoni, con il traffico di oppio con la Cina ed è diventata la più grande azienda al mondo a suo tempo.




Oggi, attraverso molte potenti alleanze, il Comitato dei 300 regola il mondo ed è la forza trainante del programma criminale per creare un “Nuovo Ordine Mondiale”, sotto un “governo totalitario globale”. Non vi è alcuna necessità di utilizzare “loro” o “il nemico” se non come scorciatoia. Sappiamo che “essi”, sono il nemico.


Il Comitato dei 300 con la sua “aristocrazia”, la proprietà del sistema statunitense della Federal Reserve e di aziende gigantesche nel settore bancario e assicurativo, di fondazioni, reti di comunicazioni, presieduto da una gerarchia di cospiratori, questo è il nemico.


La regina Elisabetta II è il capo del Comitato dei 300.




Questo e' l'elenco dei 300 membri :


Abdullah II, re di Giordania – Abramovich, Roman – Ackermann, Josef – Adeane, Edward – Agius, Marcus – Ahtisaari, Martti – Akerson, Daniel – Alberto II, re del Belgio – Alexander, principe ereditario di Jugoslavia – Amato, Giuliano – Anderson, Carl A. – Andreotti, Giulio – Andrew, duca di York – Anne, Princess Royal – Anstee, Nick – Ash, Timothy Garton – Astor, William Waldorf – Aven, Pyotr – Balkenende, Jan Peter – Ballmer, Steve – Balls, Ed – Barroso, José Manuel – Beatrix, Regina dei Paesi Bassi – Belka, Marek – Bergsten, C. Fred – Berlusconi, Silvio – Bernake, Ben – Bernstein, Nils – Berwick, Donald – Bildt, Carl – Bischoff, Sir Winfried – Blair, Tony – Blankfein, Lloyd – Blavatnik, Leonard – Bloomberg, Michael – Bolkestein (quello della infame Direttiva), Frits – Bolkiah, Hassanal – Bonello, Michael C – Bonino, Emma – Boren, David L. – Borwin, Duke di Mecklenburg – Bronfman, Charles – Bronfman, Jr. Edgar – Bruton, John – Brzezinski, Zbigniew – Budenberg, Robin – Buffet, Warren – Bush, George HW – Cameron, David – Camilla, Duchessa di Cornovaglia – Cardoso, Fernando Henrique – Carington, Peter – Carl XVI Gustaf, re di Svezia – Carlos, Duca di Parma – Carney, Mark – Carroll, Cynthia – Caruana, Jaime – Castell, Sir William – Chan, Anson – Chan, Margaret – Chan, Norman – Charles, Prince of Wales – Chartres, Richard -Delle Chiaie, Stefano – Chipman, il dottor John – Chodiev, Patokh – Christoph, Prince of Schleswig- Holstein – Cicchitto, Fabrizio – Clark, Wesley – Clarke, Kenneth – Clegg, Nick – Clinton, Bill – Cohen, Abby Joseph – Cohen, Ronald – Cohn, Gary – Colonna di Paliano, Marcantonio, Duca di Paliano – Constantijn, principe dei Paesi Bassi – Costantino II, re di Grecia – Cooksey, David – Cowen, Brian – Craven, Sir John – Crockett, Andrew – Dadush, Uri – D’Aloisio, Tony – Darling, Alistair – Davies, Sir Howard – Davignon, Étienne – Davis, David -de Rothschild, Benjamin – de Rothschild, David René – de Rothschild, Evelyn – de Rothschild, Leopold – Deiss, Joseph – Deripaska, Oleg – Dobson, Michael – Draghi, Mario – Du Plessis, Jan – Dudley, William C. – Duisenberg, Wim – Edward, duca di Kent – Edoardo, conte di Wessex – Elisabetta II, Regina del Regno Unito – Elkann, JohnEmanuele, Vittorio, Principe di Napoli – Ernst August, Principe di Hannover – Feldstein, Martin – Festing, Matthew – Fillon, François – Fischer, Heinz – Fischer, Joschka – Fischer, Stanley – FitzGerald, Niall – Franz, duca di Baviera – Fridman, Mikhail – Friso, principe di Orange-Nassau – Gates, Bill – Geidt, Christopher – Geithner, Timothy – Georg Friedrich, Principe di Prussia – Gibson-Smith, il dottor Chris – Gorbaciov, Mikhail – Gore, Al – Gotlieb, Allan – Green, Stephen – Greenspan, Alan – Grosvenor, Gerald, sesto duca di Westminster – Gurría, José Ángel – Hague, William – Hampton, Sir Philip – Hans-Adam II, Principe del Liechtenstein – Harald V, re di Norvegia – Harper, Stephen – Heisbourg, François – Henri, Granduca di Lussemburgo – Hildebrand, Philipp – Hills, Carla Anderson – Holbrooke, Richard – Honohan, Patrick – Howard, Alan – Ibragimov, Alijan – Ingves, Stefan – Isaacson, Walter – Juan Carlos , re di Spagna – Jacobs, Kenneth M. – Julius, Deanne – Juncker, Jean-Claude – Kenen, Peter – Kerry, John – King, Mervyn – Kinnock, Glenys – Kissinger, Henry – Knight, Malcolm – Koon, William H. II – Krugman, Paul – Kufuor, Giovanni – Lajolo, Giovanni (cardinale) – Lake, Anthony – Lambert, Richard – Lamy, Pascal – Landau, Jean-Pierre – Laurence, Timothy – Leigh-Pemberton, James – Leka, Crown Prince of Albania – Leonard , Mark – Levene, Peter – Leviev, Lev – Levitt, Arthur – Levy, Michael – Lieberman, Joe – Livingston, Ian – Loong, Lee Hsien – Lorenz del Belgio, arciduca d’Austria-Este – Alphonse Louis, duca d’Angiò – Louis-Dreyfus, Gérard – Mabel, Principessa di Orange- Nassau – Mandelson, Peter – Manning, Sir David – Margherita, arciduchessa d’Austria-Este – Margrethe II, Regina di Danimarca – Martínez, Guillermo Ortiz – Mashkevitch, Alexander – Massimo, Stefano, Principe di Roccasecca dei Volsci – Massimo-Brancaccio, Fabrizio Principe di Arsoli e Triggiano – McDonough, William Joseph – McLarty, Mack – Mersch, Yves – Michael, principe di Kent – Michael, re di Romania – Miliband, David – Miliband, Ed – Mittal, Lakshmi – Moreno, Glen – Moritz, Prince e langravio di Assia-Kassel – Murdoch, Rupert – Napoléon, Charles – Nasser, Jacques – Niblett, Robin – Nichols, Vincent – Nicolás, Adolfo – Noyer, Christian – Ofer, Sammy – Ogilvy, Alexandra, Lady Ogilvy – Ogilvy, David, Earl 13 Airlie – Ollila, Jorma – Oppenheimer, Nicky – Osborne, George – Oudea, Frederic – Parker, Sir John – Patten, Chris – Pébereau, Michel – Penny, Gareth – Peres, Shimon – Filippo, Duca di Edimburgo – Pio, Dom Duarte, Duca di Braganza – Pöhl, Karl Otto – Powell, Colin – Prokhorov, Mikhail – Quaden, Guy – Rasmussen, Anders Fogh – Ratzinger, Joseph Alois (Papa Benedetto XVI) – Reuben, David – Reuben, Simon – Rhodes, William R. – Rice, Susan – Richard, Duca di Gloucester – Rifkind, Sir Malcolm – Ritblat, Sir John – Roach, Stephen S. – Robinson, Mary – Rockefeller, Jr. David – Rockefeller, Sr. David – Rockefeller, Nicholas – Rodríguez, Javier Echevarría – Rogoff, Kenneth – Roth, Jean-Pierre – Rothschild, Jacob – Rubenstein, David – Rubin, Robert – Ruspoli, Francesco, principe di Cerveteri – Safra, Joseph – Safra, Moises – Sands, Peter – Sarkozy, Nicolas – Sassoon, Isaac – Sassoon, James – Sawers, Sir Robert John – Scardino, Marjorie – Schwab, Klaus – Schwarzenberg, Karel – Schwarzman, Stephen A. – Shapiro, Sidney – Sheinwald, Nigel – Sigismondo, granduca di Toscana, Arciduca d’Austria – Simeone di Sassonia-Coburgo-Gotha – Snowe, Olympia – Sofia, regina di Spagna – Soros, George – Specter, Arlen – Stern, Ernest – Stevenson, Dennis – Steyer, Tom – Stiglitz, Joseph – Strauss-Kahn, Dominique – Straw, Jack – Sutherland, Peter – Tanner, Maria – Tedeschi, Ettore Gotti – Thompson, Mark – Thomson, il dottor James – Tietmeyer, Hans – Trichet, Jean-Claude – Tucker, Paul – Van Rompuy, Herman – Vélez, Álvaro Uribe – Verplaetse, Alfons – Villiger, Kaspar – Vladimirovna, Maria, Granduchessa di Russia – Volcker, Paul – von Habsburg, Otto – Waddaulah, Mu’izzaddin Hassanal Bolkiah, Sultano del Brunei – Walker, Sir David – Wallenberg, Jacob – Walsh, John – Warburg, Max – Weber, Axel Alfred – Weill, Michael David – Wellink, Nout – Whitman, Marina von Neumann – Willem-Alexander, principe d’Orange – Guglielmo Prince of Wales – Williams, Dr Rowan – Williams, Shirley – Wilson, David – Wolfensohn, James – Wolin, Neal S. – Woolf, Harry – Woolsey, R. James Jr . – Worcester, Sir Robert – Wu, Sarah – Zoellick, Robert.




I 20 OBIETTIVI CHE L'ELITE SEGRETA STA PORTANDO AVANTI CON DIABOLICA TENACIA.... 
Quali sono gli obiettivi del gruppo di élite segreta, gli eredi di Illuminismo (Wind Moriah Conquering), Culto di Dionisio, Culto di Iside, Catarismo, Bogomilismo? Questo gruppo di elite che si autoproclama altresì gli Olimpi (credono veramente di essere uguali in potenza e statura agli dei dell’Olimpo leggendari, che hanno, come loro dio Lucifero, si sono posti sopra il nostro vero Dio) credono assolutamente di essere stati incaricati di attuare il seguente piano per diritto divino:


1. Unico governo mondiale Nuovo Ordine Mondiale con una chiesa unitaria e sistema monetario sotto la loro direzione. Non molte persone sono consapevoli del fatto che l’unico governo mondiale ha cominciato ad installare la sua “chiesa” negli anni 1920/1930.


2. Distruzione totale di ogni identità nazionale e l’orgoglio nazionale.


3. Distruzione della religione e più in particolare la religione cristiana, con la sola eccezione della creazione di cui sopra.


4. Controllo di ogni singola persona attraverso mezzi di controllo mentale e ciò che Brzezinski chiama “technotronics”, che creerebbe umani come robot e un sistema di terrore.


5. Fine di tutta l’industrializzazione e la produzione di energia nucleare generata elettricamente in quello che chiamano “post-industriale, crescita zero della società.” Esenti sono le industrie di computer e di servizi. Le industrie degli Stati Uniti che restano saranno esportate in paesi come il Messico dove il lavoro degli schiavi abbondante è disponibile. 


6. Legalizzazione delle droghe e pornografia.


7. Spopolamento delle grandi città secondo la prova di funzionamento effettuata dal regime di Pol Pot in Cambogia. E' interessante notare che i piani di genocidio di Pol Pot sono stati elaborati qui negli Stati Uniti dal Club di Roma.  E' anche interessante che il Comitato sta attualmente cercando di ripristinare i macellai di Pol Pot in Cambogia.


8. Soppressione di tutto lo sviluppo scientifico ad eccezione di quello considerato vantaggioso dal comitato. In particolare l’energia nucleare per scopi pacifici. 

9. Causare per mezzo di guerre limitate nei paesi avanzati, e per mezzo di fame e di malattie nei paesi del Terzo Mondo, la morte di 3 miliardi di persone entro il 2000, le persone chiamate “mangiatori inutili”. Il Comitato dei 300 ha commissionato un articolo su questo argomento del modo migliore per realizzare tale genocidio. Il documento è stato prodotto sotto il titolo di “Global 2000 Report” ed è stato accettato e approvato per l’azione dal Presidente Carter, per nome e per conto del governo degli Stati Uniti, e accettato da Edwin Muskie, allora Segretario di Stato. Secondo i termini del Global 2000 Report, la popolazione degli Stati Uniti deve essere ridotto di 100 milioni entro il 2050.


10. Indebolire la fibra morale della nazione e per demoralizzare i lavoratori della categoria del lavoro creando disoccupazione di massa. Come i lavori a causa delle politiche industriali post-crescita zero introdotte dal Club di Roma, i lavoratori demoralizzati e scoraggiati faranno ricorso ad alcol e droghe. La gioventù della terra sarà incoraggiata attraverso la musica rock e la droga a ribellarsi contro lo status quo, minando così e alla fine distruggendo il nucleo familiare. A questo proposito il Comitato dei 300 commissionò al Tavistock Institute la preparazione di un progetto su come questo potrebbe essere raggiunto. Tavistock diresse poi Stanford Research a svolgere il lavoro sotto la direzione del professor Willis Harmon. Questo lavoro in seguito divenne noto come “The Aquarian Conspiracy”.


11. Mantenere le persone di tutto il mondo nell’impossibilità di decidere il proprio destino per mezzo di una crisi creata dopo l’altra e poi “gestire” tali crisi. Questo confondere e demoralizzare la popolazione nella misura in cui di fronte a troppe scelte, l’apatia su larga scala si diffonderà. Nel caso degli Stati Uniti, un’agenzia per la gestione delle crisi è già in atto. Si chiama Federal Emergency Management Agency (FEMA), la cui esistenza ho divulgato nel 1980.


12. Introdurre nuovi culti e continuare ad aumentare quelli già funzionanti che comprendono “musica” rock, gangster, come quella degenerata di Mick Jagger “Rolling Stones” (un gruppo di gangster molto favorito da Nobiltà Nera europea) e tutti i ”gruppi rock“, creati dall’Istituto Tavistock, che ha avuto inizio con ”The Beatles“. Per continuare a costruire il culto del fondamentalismo cristiano iniziata dal servo del British East India Company, la Darby, che sarà usata per rafforzare lo Stato sionista di Israele attraverso l’identificazione con gli Ebrei attraverso il mito del “popolo eletto di Dio” e donando molte ingenti somme di denaro a quella che essi credono erroneamente sia una causa religiosa nella promozione del cristianesimo.


13. Premere per la diffusione di culti religiosi come la Fratellanza musulmana, il fondamentalismo musulmano, i sikh, e di effettuare esperimenti di Jim Jones e “Figlio di Sam” tipo di omicidi. Vale la pena notare che il defunto ayatollah Khomeini era una creazione della British Intelligence Division Military Intelligence 6, comunemente noto come M16, come ho riferito nel mio lavoro 1985, “What Really Happened in Iran.”


14. Esportare la “liberazione”, dalle idee religiose di tutto il mondo in modo da minare tutte le religioni esistenti, ma più in particolare la religione cristiana. Questo è iniziato con la “Teologia della liberazione dei Gesuiti”, che ha portato alla caduta del dominio della famiglia Somoza in Nicaragua e che oggi distrugge EI Salvador, ormai 25 anni in una “guerra civile”, Costa Rica e Honduras.
Un soggetto molto attivo impegnato nella cosiddetta teologia della liberazione è la comunista orientata Mission Mary Knoll. Questo spiega la grande attenzione dei media per l’omicidio di quattro cosiddette suore Maria Knoll in EI Salvador pochi anni fa. Le quattro suore erano agenti sovversivi comunisti e le loro attività sono state ampiamente documentate da parte del governo di EI Salvador.
La stampa degli Stati Uniti e news dei media hanno rifiutato di dare qualsiasi spazio o copertura per la massa della documentazione in possesso del governo salvadoregno, la documentazione che dimostra ciò che le suore della missione di Maria Knoll stavano facendo nel paese. Knoll Maria è in servizio in molti paesi, e ha svolto un ruolo di primo piano nel portare il comunismo in Rhodesia, Mozambico, Angola e Sud Africa.


15. Causare un crollo totale delle economie del mondo e generare il caos totale politico.


16. Prendere il controllo di tutte le politiche estere e interne degli Stati Uniti.


17. Dare il massimo sostegno alle istituzioni sovranazionali come le Nazioni Unite (ONU), il Fondo monetario internazionale (FMI), la Banca dei regolamenti internazionali (BRI), la Corte mondiale e, per quanto possibile, rendere le istituzioni locali di minore effetto fino ad una loro graduale soppressione o portarle sotto il manto delle Nazioni Unite.


18. Penetrare e sovvertire tutti i governi, e lavorare dall’interno per distruggere l’integrità sovrana di nazioni da essi rappresentati.


19. Organizzare un apparato terroristico mondiale e negoziare con i terroristi quando si svolgono attività terroristiche. Si ricorda che è stato Bettino Craxi, che ha convinto i governi italiani e degli Stati Uniti a negoziare con i rapitori delle Brigate Rosse del Primo Ministro Moro e del generale Dozier. 


20. Prendere il controllo della pubblica istruzione in America con l’intento e lo scopo di distruggerla completamente.


Gran parte di questi obiettivi, che ho enumerato nel 1969, da allora sono stati raggiunti o sono sulla buona strada per essere raggiunti. Di particolare interesse nel programma del Comitato dei 300 è la loro politica economica che è in gran parte basata sugli insegnamenti di Malthus.
Malthus sosteneva che il progresso dell’uomo è legato alla capacità naturale del pianeta di sostenere un determinato numero di persone, al di là di quel punto le risorse della terra essendo limitate si esaurirebbero rapidamente. Una volta che queste risorse naturali siano state consumate, sarà impossibile la sostituzione.
Quindi Malthus osservò che è necessario limitare le popolazioni entro i confini di diminuzione delle risorse naturali. Inutile dire che l’elite non si lascerà minacciare da una popolazione crescente di “mangiatori inutili”, quindi l’abbattimento deve essere praticato.

Le società segrete esistono mediante l’inganno. Ognuna di esse è una gerarchia con un cerchio interno al vertice, che inganna quelli al di sotto con menzogne, come ad esempio sostenendo un programma nobile e beffando quindi la scala gerarchica inferiore grazie a una rete di complicità compartimentata. C’è un cerchio interno anche nel Comitato dei 300 ed è l’Ordine della Giarrettiera, guidata dalla regina Elisabetta II Windsor. E' interessante notare che i Windsor hanno cambiato il loro nome dal germanico Saxe-Coburg-Gotha durante la prima guerra mondiale, a causa del sentimento anti-tedesco. Il nemico è chiaramente identificabile come il Comitato dei 300 e delle sue organizzazioni di facciata, come il Royal Institute for International Affairs (Chatham House), il Club di Roma, la NATO, l’ONU, la Nobiltà Nera, il Tavistock Institute, CFR e tutti i suoi affiliati, i think tank e istituti di ricerca controllati da Stanford e l’Istituto Tavistock delle relazioni umane e ultimo, ma certamente non meno importante, l’istituzione militare.

Il Comitato dei 300 è la società segreta finale, costituita da una classe dirigente intoccabile, che include la Regina del Regno Unito (Elisabetta II), la Regina dei Paesi Bassi, la Regina di Danimarca e le famiglie reali d’Europa.
Questi aristocratici hanno deciso alla morte della regina Vittoria, la matriarca dei guelfi neri veneziani che, al fine di ottenere il controllo in tutto il mondo, sarebbe stato necessario per i suoi membri aristocratici “andare in affari” con membri non-aristocratici, ma leader estremamente potenti del business su scala globale, e così le porte del potere ultimo sono state aperte a ciò cui la regina d’Inghilterra ama riferirsi come a “gente comune”. Attraverso il loro cartello bancario illecito, questa “gente comune” possiede lo stock della Federal Reserve, che è un ente privato a scopo di lucro, in aperta violazione della Costituzione degli Stati Uniti ed è una delle principali radici del problema.

Le famiglie americane decadenti del partenariato profano hanno continuato a diventare ciò che noi oggi conosciamo come l’establishment orientale liberale. I suoi membri, sotto l’attenta guida e la direzione della Corona britannica, e, successivamente, il suo braccio esecutivo della politica estera, il Royal Institute for International Affairs (RIIA), ora noto come Chatham House, con sede in Inghilterra (di fronte Piazza San Giacomo dal Astors), ha percorso gli Stati Uniti da cima a fondo attraverso il loro segreto di livello superiore, il governo parallelo, che è strettamente interconnesso con il Comitato dei 300, la società segreta finale.

Nel Comitato dei 300 abbiamo alcuni dei più brillanti intelletti, uniti per formare un tutto totalitario, assolutamente controllato in una società “nuova” solo che non è nuova, e trae la maggior parte delle sue idee da Club di cultus Diabolicus (satanismo).
Il Comitato si adopera nel realizzare un governo mondiale nel modo piuttosto ben descritto da uno dei suoi membri in ritardo, HG Wells, nella sua opera commissionata dal Comitato che Wells coraggiosamente intitolò: “La Cospirazione palese: Blue Print per una rivoluzione mondiale”.

La maggior parte del Comitato dei 300 basa la sua immensa ricchezza su quella costituita attraverso il commercio dell’oppio con la Cina e l’India. Profitti osceni sono andati direttamente nelle casse reali e nelle tasche della nobiltà, degli oligarchi e plutocrati, e li ha resi miliardari. La gente comune di Cina, India e Inghilterra non ha avuto benefici né “ricavi” dal commercio dell’oppio. Allo stesso modo il popolo del Sud Africa, sia bianco che nero, non ha mai beneficiato dell’industria mineraria dell’oro, i cui ricavi sono stati convogliati direttamente nella City of London, a banche e banche d’affari.
Il Comitato dei 300 è responsabile delle guerre di droga fittizie negli Stati Uniti. Queste guerre di droga erano false, per provarci dei nostri diritti costituzionali. Decadenza Asset è un ottimo esempio, in cui enormi risorse possono essere sequestrate senza processo e senza nessuna prova di colpevolezza. Il Comitato dei 300 molto tempo fa ha inoltre decretato che “non ci sarà più un mondo piccolo, molto più piccolo e migliore” cioè, la loro idea di ciò che costituisce un mondo migliore.
Le miriadi di inutili mangiatori che consumano le scarse risorse naturali, dovevano essere abbattuti fino al 99%. Il progresso industriale supporta la crescita della popolazione. Pertanto il comando di moltiplicarsi e soggiogare la terra che si trova nella Genesi doveva essere sovvertito.


Questa la chiamata per un attacco contro il cristianesimo, la disintegrazione lenta ma sicura degli Stati-nazione industriale, la distruzione di miliardi di persone, di cui dal Comitato dei 300 giudica come “popolazione in eccesso”, e la rimozione di qualsiasi leader che abbia osato opporsi alla pianificazione globale del Comitato per raggiungere gli obiettivi precedenti.


Non che il governo USA non lo sapesse, anzi, faceva parte della congiura ed ha contribuito a tenere il coperchio sulle informazioni, piuttosto che lasciare che la verità fosse conosciuta. Il Comitato dei 300 guarda alle convulsioni sociali su scala globale, seguite da depressioni, come un male necessario per le grandi cose a venire, come metodo principale per creare masse di persone in tutto il mondo che diventeranno i destinatari del suo futuro ”benessere”.
L’agenda criminale del Comitato dei 300 è ulteriormente dimostrata dalla fuoriuscita dei documenti del Club di Roma, in quanto descrivono il modo in cui si usano le droghe per aiutare a soffocare la resistenza al loro regime di Nuovo Ordine Mondiale: “… avendo fallito il cristianesimo, e con la disoccupazione diffusa su ogni lato, coloro che sono stati senza lavoro per cinque anni o più, si allontanano dalla chiesa e cercano conforto nella droga. Gli aspiranti rivoluzionari saranno trasformati in tossicodipendenti innocui, senza volontà propria … ”. Le teste coronate d’Europa e delle loro famiglie orientali liberali non tollereranno alcuna vera e propria guerra contro la droga. Al momento, questo è il compito principale del Comitato dei 300. Nulla è cambiato nel commercio oppio-eroina-cocaina. E' ancora nelle mani della stessa “upper class” delle famiglie in Gran Bretagna e negli Stati Uniti.
Incluse nel Comitato dei 300 ci sono le vecchie famiglie della Nobiltà Nera europea, l’americano Liberal Eastern Establishment (nella gerarchia massone e l’Ordine della Skull and Bones), gli Illuminati, o come è noto dal comitato “WIND Moriah CONQUISTA“, il Gruppo Mumma, del Consiglio Nazionale e Mondiale delle Chiese, il Circolo degli Iniziati, i nove uomini sconosciuti, Lucis Trust, teologi gesuiti della Liberazione, L’Ordine degli Anziani di Sion, i Principi Nasi, Fondo Monetario Internazionale (FMI), la Banca dei regolamenti internazionali (BRI), le Nazioni Unite (ONU), la centrale, British Quator Coronati, P2 Massoneria italiana-in particolare quelli in Vaticano gerarchia della Central Intelligence Agency, personale selezionato del Tavistock Institute, vari membri delle fondazioni leader e compagnie di assicurazione, di Hong Kong e Shanghai Bank, il Gruppo Milner-Round Table, Fondazione Cini, la tedesca Marshall Fund, Ditchley Foundation, la NATO, Club di Roma, ambientalisti, l’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, la chiesa del Governo Mondiale, l'Internazionale socialista, l'Ordine Nero, la Thule Society, Anenherbe-Rosicrucianists, I Grandi Superior e centinaia di altre organizzazioni.

Nel caso di John F. Kennedy, l’assassinio è stato realizzato con la pubblicità servile dei media, con la massima brutalità per servire come avvertimento ai leader mondiali di non uscire dalla linea dettata. Papa Giovanni Paolo I è stato assassinato dai massoni del Comitato dei 300 infiltrati nella gerarchia vaticana. Il suo successore, Papa Giovanni Paolo II, è stato pubblicamente umiliato come avvertimento di cessare e desistere, cosa che ha fatto. Come vedremo, alcuni esponenti vaticani sono oggi seduti nel Comitato dei 300.
Il Comitato dei 300 sembra basare gran parte delle sue decisioni importanti che riguardano l’umanità sulla filosofia dell'aristocratico polacco, Felix Dzerzinski, che considerava l’umanità come leggermente al di sopra del livello del bestiame. Come un amico intimo dell’agente dell’intelligence britannico Sydney Reilly (Reilly è stato effettivamente del controller Dzerzinski durante anni formativi della Rivoluzione bolscevica), ha spesso confidato informazioni a Reilly durante le sue bevute. Dzerzinski era, naturalmente, la bestia che gestiva l’apparato del Terrore Rosso.
Una volta Reilly ha detto, mentre i due erano in un binge drinking, che "L’uomo non ha alcuna importanza. Guardate cosa succede quando muore di fame. Comincia a mangiare i suoi compagni morti per sopravvivere. L’uomo è interessato solo alla propria sopravvivenza. Questo è tutto ciò che conta. Tutta la roba di Spinoza è un sacco di spazzatura".


Le radici della Compagnia delle Indie Orientali spuntano dalla Nobiltà Nera europea. La Nobiltà Nera sono le famiglie oligarchiche di Venezia e Genova, che dal 12° secolo sono in possesso di privilegiati diritti commerciali (monopoli). La prima delle tre crociate, 1063-1123, stabilì il potere della Nobiltà Nera veneziana e solidificò il potere della ricca classe dirigente.
L’aristocrazia della Nobiltà Nera raggiunse il controllo completo su Venezia nel 1171, quando la nomina del doge fu trasferita a quello che era conosciuto come il Gran Consiglio, che era composta dai membri dell’aristocrazia commerciale, un trionfo per loro. Venezia è rimasta nelle loro mani da allora, ma il potere e l’influenza della Nobiltà Nera veneziana si estese ben oltre i suoi confini e oggi si fa sentire in ogni angolo del globo. Nel 1204 la famiglia oligarchica spartì enclaves feudali ai loro membri, e a questa epoca risale il grande edificio del potere e della pressione finché il governo è diventato una società chiusa delle più importanti famiglie della Nobiltà Nera.

E' importante notare che la Nobiltà Nera europea è strettamente collegata a numerose società segrete, logge, e organizzazioni che sono sostenute dall’alta finanza e potenti agganci politici. Tali organizzazioni includono: Commissione Trilaterale, Bilderberg Group (versione tedesca del CFR), Council on Foreign Relations (CFR), Nazioni Unite (fondata da CFR), per Skull & Bones Illuminati (cerchio interno del CFR), Fondo Monetario Internazionale (FMI ), World Bank, Bank of Settlement International, Club di Roma, Chatham House (formalmente il Royal Institute of International Affairs – RIIA), Tavola Rotonda, Tavistock Institute for Studies umani (think tank di guerra psicologica in Inghilterra), Associated Press, Reuters (monopolio di notizie di proprietà Rothschild utilizzati per il lavaggio del cervello delle masse), e molti altri, i quali, se sono gonzi o meno, lavorano in favore della aristocrazia della Gran Bretagna e il loro unico programma di governo mondiale.
Sebbene ci sia una larga sezione trasversale, tutte le strade portano alla Regina d’Inghilterra. La tecnica per mantenere il loro segreto illecito è lo schema della compartimentalizzazione. Solo le persone nel cerchio interno, che fanno parte della chiave di volta al vertice della piramide, conoscono l’intera estensione della frode. Gli adepti sono pochi e ingannano molti.

Tipicamente, ai creduloni viene detto che il loro coinvolgimento è benevolo, quindi diventano complici inconsapevoli della criminalità. Questo è il motivo per cui è indispensabile esporre questo diabolico anello del potere. Illecite società segrete non possono sopportare la luce del giorno. Dopo l’esposizione, la cabala e i loro scagnozzi cadrà come un castello di carte.
La Nobiltà Nera europea ha guadagnato il suo titolo con sporchi trucchi, in modo che quando la popolazione si ribellò contro i monopoli nel governo, come altrove, i capi della rivolta sono stati rapidamente e brutalmente sequestrati e impiccati (la storia può ripetersi).

Usano assassinii segreti, gli omicidi, la bancarotta di cittadini che si oppongono o le imprese, rapimenti e stupri. L'aristocrazia del Comitato dei 300 è formata da tutte le famiglie collegate con la Casa del Guelfo, una delle famiglie originarie della Nobiltà Nera di Venezia, da cui la Casa di Windsor e quindi l’attuale Regina del Regno Unito, Elisabetta II, discende.


QUI IL DOCUMENTO IN PDF DI JOHN COLEMAN EX UFFICIALE DELL'INTELLIGENCE:

Lo yuan digitale cinese è una cyber-arma economica, ma gli Stati Uniti sono sulla via del disarmo

UN'EVENTUALE VITTORIA DI BIDEN ALLE PRESIDENZIALI CONSEGNEREBBE GLI STATI UNITI ALLA CINA E IL DOLLARO VERREBBE SURCLASSATO DA UNA NUOVA MONETA DIGITALE CINESE USATA COME CYBER ARMA. LA CINA TIFA BIDEN....

La Cina brucia le tappe per lanciare la propria Central Bank Digital Currency, mentre la Fed ritiene che non ve ne sia bisogno negli USA



I regolatori ed i legislatori sono preoccupati che una valuta digitale da parte di Facebook possa competere con le valute nazionali. Hanno affrontato il problema approvando leggi che bloccano l’innovazione, impedendo a Big Tech di entrare nel mondo della finanza.

Eppure c'è una minaccia che nessuna legislazione può reprimere, accentuata dalle reazioni ottuse di un inesperto Congresso degli Stati Uniti. La prospettiva di una moneta digitale cinese usata come arma è un preoccupante pericolo per la sicurezza nazionale, e gli Stati Uniti dovrebbero sfruttare il potere di Big Tech per affrontarla e sconfiggerla.

Dall'altra parte del mondo la Cina sta correndo nella direzione opposta, ironicamente stimolata anche dallo spauracchio di Libra, la moneta digitale di Facebook. Nel bel mezzo di una guerra fredda economica con gli Stati Uniti, la Cina sta sviluppando una potente cyber-arma, lo yuan digitale, che punta a detronizzare il dollaro dal suo dominio economico globale.

Per reagire in modo strategico e proteggere la sicurezza nazionale, gli Stati Uniti hanno bisogno di una risposta coordinata che faccia leva sulle proprie aziende tecnologiche, non che le disarmi.

La promessa, e la minaccia, di uno yuan digitale è che esso possa alimentare ed estendere la tecnologia online della Cina per creare un mercato comune globale. Vaste fasce della popolazione mondiale non hanno accesso alle banche. L'Indonesia, ad esempio, ha una delle popolazioni più numerose al mondo e registra più cellulari che persone. Ma oltre il 60% degli abitanti non possiede un conto bancario.

Gli indonesiani non sono i soli. Secondo la Banca Mondiale, 1,7 miliardi di adulti in tutto il mondo usano il contante perché non hanno dei conti correnti. Tuttavia, circa due terzi di queste persone (1,1 miliardi) possiedono un cellulare che può essere utilizzato per effettuare e ricevere pagamenti. Nei mercati emergenti e nelle economie in via di sviluppo, i telefoni cellulari sono pronti a diventare banche.
La Cina spinge l'acceleratore sui pagamenti mobile-first

La Banca dei Regolamenti Internazionali riferisce che negli ultimi dieci anni i rapporti bancari transfrontalieri sono diminuiti di circa un quinto. Abbassare il profilo di rischio è una delle ragioni principali di questo mutamento. Le banche stanno abbandonando tali rapporti a causa di obblighi di conformità estesi e costosi, che mirano a contrastare il riciclaggio e reprimere l'evasione fiscale. Ciò si traduce in costi più elevati che danneggiano i paesi che dipendono dalle rimesse per fornire una fonte critica del reddito familiare ed una parte sostanziale del prodotto interno lordo. Questi costi, a loro volta, creano pressioni per spostare i pagamenti al di fuori del sistema bancario verso canali non bancari.

La Cina sa come sfruttare i telefoni cellulari e la tecnologia finanziaria per sfidare e oltrepassare i limiti delle banche tradizionali. In Cina, i pagamenti mobili si sono diffusi a macchia d'olio perché non esisteva un sistema di carte di credito o di debito. Alipay e WeChat Pay ora gestiscono più pagamenti al mese di quanto non facesse PayPal nel 2017 (451 miliardi di dollari). Insieme hanno più di 1,7 miliardi di clienti attivi in tutta la Cina. Per contro, Apple Pay, che è installato su ogni iPhone, è attivato solo su 383 milioni di telefoni. 

Alipay e WeChat Pay sono stati sviluppati da Alibaba, il più grande rivenditore al dettaglio e società di e-commerce del mondo con un market cap che ha quasi toccato i 600 miliardi di dollari prima della crisi legata al coronavirus (e si attesta ancora a oltre 510 miliardi di dollari), e Tencent, una delle più grandi società di social media al mondo e la prima società asiatica a superare un valore di mercato di 500 miliardi di dollari. Insieme, hanno unito social media, e-commerce e pagamenti per creare un'infrastruttura commerciale online avanzata, che sovrasta le capacità delle Big Tech occidentali.

Alibaba, ad esempio, ha creato un motore di vendita online per i consumatori che è più potente di Amazon e dei suoi colleghi. Nel 2019, le vendite del Singles Day di Alibaba hanno raggiunto oltre 31 miliardi di dollari, mentre le vendite online del Black Friday e del Cyber Monday degli Stati Uniti sono state rispettivamente di circa 7,4 miliardi di dollari e 9,4 miliardi di dollari. Inoltre, durante il picco di spesa del 2019 per il Singles Day, il motore Alibaba ha gestito 544.000 ordini al secondo. Questo supera di gran lunga la capacità globale dichiarata da Visa di 65.000 transazioni al secondo. 

Il successo ha portato queste aziende a migrare verso i servizi finanziari. Ant Financial, la società madre di Alipay, è la startup fintech con maggiore valutazione del pianeta. Ospita il più grande fondo del mercato monetario del mondo, con la liquidità di quasi 600 milioni di utenti della sua rete di pagamenti mobili. Tencent è diventata una delle più grandi società di investimento al mondo. 

Tencent e Ant Financial sono partner ideali per il lancio dello yuan digitale. Possono fornire l'infrastruttura dei mobile wallet e collegare gli utenti alle piattaforme di e-commerce e servizi finanziari. È importante sottolineare che possono collaborare con la People's Bank of China per distribuire lo yuan digitale all'estero. 
Costruire la Nuova Via della Seta

Tutto questo si sposa perfettamente con l'iniziativa cinese "Belt and Road Initiative", che mira a costruire una nuova Via della Seta che colleghi l'Asia con l'Europa e l'Africa. Secondo Deutsche Bank, "la BRI raggiunge ben il 65% della popolazione mondiale, coprendo la metà del prodotto interno lordo (PIL) mondiale, il 75% di tutte le riserve energetiche conosciute e un quarto di tutti gli scambi transfrontalieri di beni e servizi". La distribuzione internazionale dello yuan digitale e dei mobile wallet collegherà direttamente le popolazioni attraverso la nuova Via della Seta e bypasserà le infrastrutture finanziarie esistenti. Fornirà a coloro i quali non hanno accesso ai servizi bancari una modalità per pagare online e risparmiare denaro.

A ulteriore sostegno del BRI, la finanza commerciale globale può essere rimodellata combinando lo yuan digitale con la tecnologia avanzata delle piattaforme commerciali per creare un pool di liquidità globale. Con il sostegno del presidente cinese Xi Jinping, la Banca Centrale Cinese si è mossa in questa direzione. Dato che le prime quattro banche al mondo sono cinesi, ha la forza patrimoniale per andare avanti con credibilità.

Con l'emergere del mercato dei token, uno yuan digitale sostenuto da PBoC avrà una notevole utilità (per la liquidazione istantanea dei pagamenti) e influenza, soprattutto in assenza di concorrenza da parte di altri attori statali. Entro il 2027, il 10% del PIL dovrebbe migrare verso gli asset digitali. 


Questi scenari dimostrano come la Cina possa fare leva su una valuta digitale ancorata alla moneta fiat per cogliere un'opportunità strategica unica di creare un sistema monetario internazionale multipolare e intaccare l'influenza economica degli Stati Uniti. 
Gli Stati Uniti sono pronti per il nuovo paradigma?

Non è chiaro, tuttavia, se gli Stati Uniti siano ben posizionati per affrontare questa minaccia macroeconomica. La banca centrale statunitense, la Federal Reserve, non ritiene che la moneta digitale sia necessaria, e si trova ad affrontare diverse altre sfide sul mercato interno, tra cui un'industria protezionista resistente all'innovazione e al cambiamento. 

Il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, ritiene che attualmente ci sia una scarsa domanda per una moneta digitale sostenuta della banca centrale. In una lettera del novembre 2019 al parlamentare French Hill, Powell ha suggerito che "molti dei problemi che la CBDC potrebbe potenzialmente affrontare non si applicano al contesto statunitense, tra cui lo scarso utilizzo del contante, settori bancari ristretti o altamente concentrati e, più in generale, infrastrutture di pagamento poco sviluppate. Il panorama dei pagamenti negli Stati Uniti è altamente innovativo e competitivo, con molte opzioni digitali veloci e affidabili disponibili per i consumatori. Non è ancora chiaro quale valore aggiunto potrebbe fornire una CBDC negli Stati Uniti".

Powell ha respinto lo yuan digitale dal punto di vista della privacy, facendo eco alle preoccupazioni espresse dai legislatori statunitensi su Libra, commentando che "avere un libro mastro in cui si conoscono i pagamenti di tutti" non sarebbe attraente per gli Stati Uniti. Powell, però, riconosce che Libra è “un campanello d’allarme” e che le valute digitali “stanno per arrivare”.

Powell afferma che gli Stati Uniti non si trovano ad affrontare la sfida di un'infrastruttura di pagamento poco sviluppata. Gli osservatori, però, sottolineano come le banche statunitensi soffrano della stessa scarsa integrazione tra loro e mancanza di pagamenti in tempo reale che sono terreno fertile per una valuta digitale. Secondo il Brookings Institute, "l'antiquato sistema di pagamento americano inasprisce le disuguaglianze di reddito con una portata molto più ampia di quanto comunemente si pensi". 

Negli Stati Uniti, il 6,5% di 129 milioni di famiglie non ha alcun accesso al sistema bancario, insieme ad altri 24,2 milioni di famiglie che hanno un accesso parziale. I conti correnti bancari gratuiti o a basso costo non sono più ampiamente disponibili e le fee sono aumentate, in particolare sugli scoperti e sulle commissioni sui fondi insufficienti. La mancanza di pagamenti in tempo reale penalizza i consumatori a basso reddito, più giovani, meno istruiti, appartenenti a una minoranza razziale o etnica, disabili o con redditi che variano notevolmente da un mese all'altro.

Il contesto storico della resistenza all'innovazione finanziaria

Nonostante gli Stati Uniti mantengano il più grande mercato dei pagamenti al mondo, sono anni indietro rispetto all'Europa nell'implementazione di un sistema di pagamento aperto e in tempo reale. I critici osservano che i consumatori statunitensi avrebbero potuto risparmiare oltre 100 miliardi di dollari se gli Stati Uniti avessero adottato i pagamenti in tempo reale nel 2007, quando lo ha fatto il Regno Unito. 

La stragrande maggioranza dei pagamenti americani si muove attraverso un sistema di compensazione automatizzato, l'ACH, che è di proprietà di un consorzio di grandi banche statunitensi e opera secondo principi di progettazione ideati anni fa, quando l'obiettivo era quello di abbandonare gli assegni cartacei. L'ACH è un sistema operativo batch che non offre spostamenti di fondi o pagamenti in tempo reale e solo le banche vi si possono collegare direttamente. Questo, di fatto, impedisce la concorrenza e mantiene i costi più elevati per i consumatori e le imprese.

Nel 2012, un'iniziativa di ACH per accelerare il sistema è stata bocciata da diverse grandi banche. All'epoca, gli analisti avevano commentato che le principali sfide per lo sviluppo dei pagamenti in tempo reale negli Stati Uniti sono "la scarsità di innovazione dimostrata dall'industria dei servizi finanziari e la sua mancanza di coraggio nel sperimentare nuovi modelli di pagamento che potrebbero minacciare gli attuali flussi di reddito". I pagamenti in tempo reale sono disponibili attraverso il sistema FedWire, gestito dalla Federal Reserve degli Stati Uniti, ma sono proibitivi per molti consumatori, costando tra i 25 e i 40 dollari per transazione.

L'ACH sta ora procedendo con un sistema Same-Day, ma in ogni caso, esso non fornisce pagamenti istantanei o trasferimenti di fondi in giornata. Le banche più piccole non aderiscono al sistema, in quanto è gestito dai loro principali concorrenti, e si rivolgono alla Federal Reserve affinché sviluppi un sistema di pagamenti 24 ore su 24 e in tempo reale. Questo progetto, chiamato FedNow, non dovrebbe essere lanciato prima del 2023 o del 2024. Le grandi banche lo considerano una concorrenza inutile, mentre le piccole banche cercano di assicurarsi che sia più giusto, in particolare per quanto riguarda i prezzi, rispetto alle opzioni esistenti.

Le banche hanno anche fatto attivamente pressione sul Congresso per impedire alla Fed di fornire a FedNow l'accesso alle organizzazioni fintech, citando le protezioni che le banche tradizionali offrono ai clienti e gli investimenti da loro effettuati nel sistema di pagamento.
FedNow opererà in parallelo a Zelle, un servizio di pagamento peer-to-peer creato nel 2017 e di proprietà di sette grandi banche. Zelle fornisce solitamente pagamenti istantanei tra conti bancari statunitensi facendo leva sui numeri di identificazione bancaria sulla rete ACH, anche se i limiti delle transazioni sono bassi. Il regolamento effettivo non è "in tempo reale", ma i membri accettano di rendere immediatamente disponibili i fondi. Circa 100 istituti finanziari sono presenti sulla rete Zelle. 

Venmo, una filiale di PayPal, è il principale rivale di Zelle. Venmo è un servizio di overlay che emula i pagamenti in tempo reale all'interno di un sistema a circuito chiuso, ma i fondi devono essere depositati e prelevati tramite conti bancari collegati e carte di credito idonee, il che aggiunge latenza al processo. 

In altri paesi, le banche centrali hanno fatto pressioni per ottenere sistemi di pagamento più veloci e hanno promosso la concorrenza riducendo il dominio e il controllo delle banche. Per contro, la Federal Reserve non ha un'autorità di regolamentazione o di vigilanza plenaria sul sistema di pagamento statunitense.
Il modello europeo

In Europa, sin dal 2008 sono in corso iniziative per ridurre i tempi di pagamento tra i conti dei clienti, da quando è stato lanciato dal Regno Unito il Faster Payment Service. Il percorso verso il Faster Payment Service è iniziato con una revisione della concorrenza bancaria commissionata dal Tesoro del Regno Unito.

Si è sviluppato in un mandato per guidare l'innovazione e offrire una maggiore scelta, una migliore qualità e prezzi più bassi per i consumatori, nonché la creazione di una potente autorità regolatrice dei sistemi di pagamento. L'iniziativa britannica è stata rafforzata in tutta Europa dalla prima direttiva sui servizi di pagamento, che ha fornito un quadro normativo per un mercato unico dei pagamenti nell'UE, o SEPA, e impone l'accredito delle transazioni al beneficiario entro il giorno lavorativo successivo. 

I governi europei continuano a guidare la concorrenza, l'innovazione e la trasparenza attraverso la legislazione sull'Open Banking. La seconda direttiva sui servizi di pagamento (PSD2), attuata nel 2018 in concomitanza con il lancio dei pagamenti istantanei SEPA (SCTInst), impone alle banche di fornire connettività a terzi per accedere ai dati dei conti dei clienti e per avviare i pagamenti in modo da poter creare nuovi prodotti e servizi. In particolare, PSD2 consente a società fintech, alle grandi aziende tecnologiche e ai rivenditori al dettaglio di qualificarsi come Payment Service Provider (PSP) e di competere direttamente con le banche.

I fornitori in grado di avviare servizi di pagamento da un conto bancario del cliente potrebbero includere Amazon, Google Pay, PayPal e Uber. Nel 2018, Transferwise è stato il primo PSP non bancario ad aderire a un sistema di pagamento del Regno Unito che processa le transazioni nella moneta della banca centrale. 
Escludere le fintech dal sistema finanziario

A differenza dell'Europa, gli Stati Uniti sono alle prese con il problema di consentire l'accesso al sistema bancario a soggetti non bancari. Nel 2019, a seguito della proposta di Libra da parte di Facebook, è partito un progetto di legge intitolato "Keep Big Tech Out of Finance", che impedirebbe alle grandi aziende tecnologiche di creare piattaforme per la gestione della moneta digitale. Questa risposta ha precedenti nella legislazione statunitense che separa le banche dal "commercio".

In origine, lo scopo era quello di impedire alle banche di impegnarsi in attività non bancarie e di perdere il denaro dei loro depositanti. Ma questa politica è stata invertita con il Bank Holding Company Act del 1956, emanato per impedire che una società commerciale, la Transamerica, diventasse un agglomerato bancario nazionale. Nella normativa, però, venivano previste delle eccezioni per alcune società commerciali, fino a quando Walmart cercò di entrare nel settore bancario, il che portò a proteste da parte di piccole banche e gruppi di lavoratori, a moratorie sulle concessioni di carte bancarie e a leggi esplicite di blocco. Alla fine del 2019, un giudice statunitense ha stabilito che un’autorità di regolazione nazionale, l'Ufficio del Controllore della Valuta, non ha l'autorità di emettere carte bancarie speciali che permettano alle fintech di accedere al sistema finanziario. 
Una falsa scelta tra innovazione e sicurezza

Impedire l'accesso da parte di soggetti non bancari permette di contestualizzare l'opposizione a Libra con l’argomento per cui Facebook dovrebbe necessariamente diventare una banca. Gli oppositori di questo progetto insistono sul fatto che se Facebook non lo fa, non ci sarà una protezione sufficiente della privacy e della sicurezza, o non sarà possibile controllare l’eventuale riciclaggio di denaro sporco. Ma questa è una falsa scelta. I critici vedono Libra come parte di una più ampia tendenza a confondere la finanza con il commercio, distinzione che essi intendono mantenere.

Da un punto di vista macroeconomico più ampio, Libra e le monete digitali hanno allarmato le banche centrali. Gli Stati temono di perdere il controllo dell'economia. La Commissione per i servizi finanziari della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti afferma che Libra porterà "a un sistema finanziario globale completamente nuovo, con base in Svizzera e destinato a competere con la politica monetaria statunitense e con il dollaro". Gli Stati Uniti non si sono tuttavia uniti a un gruppo di banche centrali - tra cui la Banca d'Inghilterra, la Banca del Giappone e la Banca Centrale Europea - che collaborano con la Banca dei regolamenti internazionali per valutare il potenziale di una CBDC. 
Perdere di vista la Cina

Mentre la Commissione per i servizi finanziari della Camera sottolinea come Libra sollevi gravi preoccupazioni per la sicurezza nazionale, non fa alcun riferimento al pericolo che viene dalla Cina. Questo punto cieco è curioso, perché uno degli scopi fondamentali dello yuan digitale è proprio quello di erodere il potere del dollaro. Preoccupata dalla prospettiva che Libra rafforzi il dominio del dollaro, la Cina sta accelerando il lancio dello yuan digitale e probabilmente supererà Libra sfruttando i canali di pagamento e i social media forniti da Alipay e WeChat. 

Lo yuan digitale, essendo controllato dallo Stato, rappresenta per gli Stati Uniti una tipologia di minaccia diversa da quella di una valuta digitale supportata dalle aziende. Lo yuan digitale potrebbe essere trasformato in un'arma tattica o strategica. Con la sua espansione lungo la nuova Via della Seta, la Cina sarebbe in grado di attuare una sorveglianza totale sull'attività economica di oltre la metà della popolazione mondiale, monitorando le abitudini di spesa e le relazioni di tutti. Tenendo in mano le chiavi di autorizzazione, la Cina potrebbe congelare le transazioni che non le piacciono o sequestrare i beni digitali bloccando a piacimento i wallet dei clienti. I sistemi di precursori sono già in fase di introduzione in Cina, dove un sistema di "crediti sociali" punisce o premia il comportamento individuale. Ha già bloccato l'acquisto di milioni di biglietti aerei. 

Come arma asimmetrica della guerra cibernetica, lo yuan digitale non solo potrebbe proteggere gli avversari statunitensi dalle sanzioni finanziarie e dalla sorveglianza, ma potrebbe anche essere usato come una maglio per colpire i governi ostili. Le banche centrali hanno espresso la preoccupazione che una moneta digitale possa ridurre i depositi bancari, peggiorando la capacità delle banche di erogare prestiti e di finanziare lo sviluppo. Ma se i social media venissero usati per minare la fiducia in un governo e la stabilità della sua moneta, la fuga di capitali dalle banche nazionali a favore dello yuan digitale potrebbe innescare una crisi di liquidità nazionale. 

Per affrontare la sfida della sicurezza nazionale, gli Stati Uniti devono abbandonare la tattica dell'inconsapevole disarmo unilaterale, causata dal bando di Big Tech dalla finanza. Il sostegno delle aziende tecnologiche statunitensi è vitale se gli Stati Uniti vogliono salvaguardare il dollaro e impedire alla Cina di costruire un mercato digitale globale dominante. Senza di esso, gli Stati Uniti non possono sfruttare la potenza della loro tecnologia, le loro competenze e la loro velocità per preservare la loro sicurezza nazionale. 

La domanda dei consumatori è la vulnerabilità nella superficie d'attacco globale in cui si potrebbe incuneare una valuta digitale usata come arma. Il riconoscimento della minaccia è, d’altro canto, requisito fondamentale per una difesa efficace.

Secondo Chris Giancarlo, ex presidente della U.S. Commodity Futures Trading Commission, "Il XXI secolo digitale è malamente servito da una valuta di riserva analogica". Un sondaggio del 2017 su 33.000 consumatori di servizi finanziari in 18 mercati rivela che più del 50% degli intervistati della Gen Y in Thailandia, Indonesia e Stati Uniti prenderebbero in considerazione di utilizzare servizi bancari di una società Big Tech.

Gli Stati Uniti devono bloccare e affrontare la Cina mentre avanza con lo yuan digitale. Non permettendo alle aziende tecnologiche di sfruttare la loro capacità innovativa, le loro competenze tecnologiche e la loro velocità, rischiano di far emergere una valuta globale che eclisserà il dollaro e ridurrà il potere degli Stati Uniti.

La rivista Charlie Hebdo e la longa manus dei Rothschild


MACRON E I ROTHSCHILD DIETRO LA STRAGE DI NIZZA. CHARLIE HEBDO E' DI PROPRIETA' DEI ROTHSCHILD DAL 2015. LA PROVOCAZIONE AL MONDO ISLAMICO E' SERVITA. LE VIGNETTE BLASFEME DI CHARLIE HEBDO COLPISCONO SEMPRE LA RELIGIONE CRISTIANA E QUELLA ISLAMICA, MA MAI LA RELIGIONE EBRAICA. LA PROSSIMA MOSSA? L'ITALIA COINVOLTA NELLE STRAGI IN FRANCIA PER LA SUA SCELLERATA POLITICA DI ACCOGLIENZA. IN ITALIA ABBIAMO ANCORA IL COPASIR? E QUANDO INTENDEVA "SUGGERIRE" AL NOSTRO GOVERNO CHE L'ACCOGLIENZA INDISCRIMINATA PROVOCA PROBLEMI SERI DI SICUREZZA NAZIONALE E DESTABILIZZAZIONE SOCIALE?!!

Nel mega-attentato dell’11 settembre, occorsero alcune coincidenze fortunate. La ZIM Shipping, compagnia israeliana di spedizione, che occupava l’intero 16° piano di una delle due Torri, traslocò il 4 settembre in un nuovo spazio uffici a Norfolk, Virginia. L’immobiliarista Larry Silverstein, fiero sionista, affittò l’intero World Trade Center per 99 anni il 24 luglio 2001, pagò una sola rata, pari a 124 milioni di dollari, e intanto subito assicuro entrambe le Torri, separatamente, per il caso di impatto aereo terroristico: per 7 miliardi di dollari. Distrutte le Towers, la Swiss Re, ha dovuto versare a Silverstein un risarcimento di 4.6 miliardi di dollari, un principesco compenso per un «investimento» di 124 milioni di dollari. Anche la strage alla Redazione di Charlie Hebdo avvenuta il 7 gennaio 2015 comporta alcune «coincidenze ebraiche».

Il padrone dell’Hyper Cacher aveva ceduto la sua ditta un giorno prima che Coulibaly vi facesse irruzione prendendo ostaggi gli avventori del negozio di Porte de Vincennes. Lo ha rivelato incidentalmente un giornale americano, il New York Post del 21 gennaio, perché è stato l’unico ad intervistare il proprietario: costui, di nome Michel Edmon Mimoun Emsalem, è infatti da poco cittadino statunitense. Ha trasferito tutta la famiglia a New York diversi mesi prima dell’attentato, per «metterla al sicuro dall’antisemitismo francese».

Il signor Mimoun Emsalem, oltre alla catena di negozi kasher, possiede la società finanziaria Emsalem, con un capitale di 2,5 milioni di euro. Gli affari della rete di supermercati kasher non andavano bene, da anni subivano perdite. Meglio vendere... prima.

La famiglia Rotschild ha acquisito Charlie Hebdo poco prima dell’attentato. Un giornalaccio che vendeva a malapena qualche migliaio di copie, di colto è passato a venderne 7 milioni. Un ottimo affare del tutto imprevisto. E pensare – come ha confidato il barone Philippe de Rotschild in una intervista al periodico economico olandese Quote – che la famiglia non voleva saperne di tale acquisto. «C’è stata una discussione riguardo all’acquisto compiuto da mio zio Edouard (de Rotschild), certi membri della famiglia volevano impedirlo, perché quel settimanale ci avrebbe dato un potere politico...». Noi Rotschild, dice il barone, non vogliamo assolutamente avere un potere politico.

Una delicatezza che non condivisa da altri settori del mondo ebraico francese. Patrick Drahi, miliardario franco-israeliano, variamente definito come «oligarca dei media» e «mafioso», fiscalmente domiciliato in Svizzera, già possessore di SFR (operatore di telefonia mobile) e Numéricable (internet via cavo), si è accaparrato anche Libération (il gauchiste-sionista), il settimanale L’Express, ed anche i24News, la tv israeliana di notizie in inglese che trasmette 24 ore su 24 la propaganda di Sion. Il tutto è riunito in un gruppo multimedia chiamato Mag&NewsCo, con l’altro socio di Drahi, Marc Laufer, ebreo di simile temperamento; Mag&NewsCo formerà il terzo gruppo mediatico in Francia per dimensioni. Drahi ha ospitato i superstiti di Charlie Hebdo dopo la strage, perché lavorassero al nuovo numero da 7 milioni di copie, nella sede di Libération.

La catena israeliana i24News di Drahi è stata la prima a rivelare che gli autori dell’attentato avvenuto da poche ore erano due franco-algerini e si chiamavano Kouachi. Coincidenza, era anche il primo giorno che la i24News cominciava a trasmettere in Francia. Manifesti pubblicitari che lo annunciavano erano stati affissi la mattina stessa dell’attentato, il 7 gennaio. Uno scoop il primo giorno, che fortuna.

I due assassini hanno cambiato auto davanti a un locale utilizzato da Tsahal...

La fuga dei fratelli Kouachi (se erano loro) è stata così descritta dal procuratore della Repubblica di Parigi François Molins: «I sospetti, in numero di tre secondo la testimonianza di una persona con cui avevano avuto un incidente, continuando la loro corsa verso il Nord di Parigi, urtavano con violenza un Volkswagen ferendo la guidatrice. Hanno tentato allora di proseguire ma dovevano infine abbandonare in fretta il veicolo al livello della rue de Meaux ed impadronirsi di un veicolo di marca Clio. Si sono impadroniti di questo e hanno preso la fuga con esso».

Forse nel racconto c’è più di una inesattezza: il terzo terrorista, alla fin fine, è scomparso dall’attenzione mediatica. Ma non basta. Nella foto qui sotto, si può vedere la vettura abbandonata dai terroristi (è quella con la carta d’identità dimenticata di uno dei Koauchi?), perquisita da agenti, davanti a un negozio.



Questo negozio si chiama Patistory, ed è un ristorante-pasticceria kasher, che ha un solo motivo di interesse: è uno dei sette punti-vendita (7 in tutta la Francia) dei biglietti per un gala annuale che ha lo scopo di raccogliere fondi per l’armata israeliana, il glorioso Tsahal. Il gran ballo è organizzato dall’associazione Migdal, un’entità sionista che il suo presidente, tale David Bittan, descrive come «una delle rare associazioni al 100% francesi rivolta al 100% verso Israele. Tutte le nostre azioni, le nostre raccolte di denaro, i nostri doni sono destinati ai nostri fratelli israeliani»: Fra i doni, Bittan cita «450 giubbotti antiproiettile, la consegna di oltre 20 mila pacchi d’amore per i soldati di Tsahal combattenti...». Insomma il luogo ideale dove eventuali kidonim (gli assassini professionali del Mossad) possono trovare assistenza a rifugio. Tano più che il gran galà di Migdal si tiene sotto la protezione di un gruppo di picchiatori ebraici notorio per la sua violenza sistematica, la Ligue pour la Défense Juive, degli aspiranti kidonim di cui è stata talvolta chiesta la messa fuorilegge.

I proprietari del negozio sono i coniugi MartineBismuth Bellaïche e Patrick Bellaïche, due sionisti militanti. Del resto la loro pasticceria sorge nel mezzo del quartiere dove vive la più grande comunità ebraica di Francia; strano che proprio qui i due assassini musulmani ed antisemiti cambino auto, proprio in questo quartiere…

Le testimonianze sui fatti di rue de Meaux ricavabili dalle cronache sono sei, alcune confuse, di passanti. Un tal Cédric Le Bléchec, agente immobiliare descrive «un’auto nera ferma in mezzo alla strada, due grandi neri (? deux grans blacks) vestiti alla militare ne escono, uno con un lanciarazzi. Hanno tirato fuori un uomo dal sedile posteriore della vettura e ci sono saliti dicendo: “direte ai media che è Al Qaeda nello Yemen”». Un avventore che usciva dal bar Le Dauphin è rimasto colpito «dagli scarponi militari». Un giovane: «Sono usciti dall’auto con dei kalashnikov ed hanno gridato Allah è con noi»; un altro dice di aver sentito gridare il due «dite ai giornalisti che siamo Al Qaeda in Allah». Sic. Un abitante del luogo ricorda: «Non avevano più il passamontagna a questo punto». Il sesto, sentito da Europe 1, è l’uomo la cui macchina è stata portata via: «Quello che guidava è sceso, aveva un mitragliatore. Non erano più mascherati. Sembravano le persone che avete visto (nelle foto, ndr). Solo che a quel momento erano in tenuta militare e con le armi in pugno. Partendo mi hanno detto: Se ti rivolgi... se i media ti interrogano, di’: È Al Qaeda in Yemen». Insomma i due volevano che gli astanti si imprimessero bene nella mente la frase. Nessun giornale o nessuna tv francese ha avuto la curiosità di intervistare i coniugi padroni della pasticceria kasher, che a quell’ora era aperta e con avventori.

L’altro misterioso operatore

Solo venti minuti dopo la strage, già la rete I-Télé diffondeva le prime immagini dei due uomini in nero che sparavano al poliziotto sul marciapiede; immagini confuse e mosse, apparentemente riprese con uno smartphone. Varie ore dopo i tg mandavano in onda un’altra ripresa – quella dove si vedono i due in nero che sparano all’auto bianca dalla polizia – ripresa da tutt’altra angolatura e da un edificio diverso. La ripresa è di Martin Boudot, un giornalista che a suo dire s’era rifugiato sul tetto.

Il punto è che sopra i due assassini che sparano, sulla terrazza d’angolo, appaiono due uomini. Uno di loro sta riprendendo, apparentemente calmo e senza angoscia, senza la minima paura di essere raggiunto da un proiettile vagante.

Ebbene: queste immagini sono state volutamente mandate in onda con sfocature e imperfezioni da TF1, France 2 e BFM (una tv ebraica: quella che ha mandato in onda le interviste dal vivo, sicuramente autentiche, a Coulibaly asserragliato e raggiunto al telefono, e ai due fratelli Kouachi in fuga....) in modo che quei due strani personaggi in alto non fossero notati dal pubblico.

Soltanto la corrispondente parigina di Vice News, un website americano, diffonde l’immagine come era originariamente: netta e chiara.

Un sito web chiamato Panamza - Info Subersive fa un ottimo lavoro di giornalista, che i media francesi non hanno fatto: va alla ricerca del secondo operatore.

Chi era?, domanda bussando a tutte le porte della via. Panamza anzi è in grado di produrre una foto, dove l’anonimo video-operatore sul terrazzo si vede benissimo sulla sinistra in alto; ha in testa un copricapo che sembra un elmetto.

Solo una settimana dopo Panamza riesce a sapere che si tratterebbe di un «operaio polacco» che stava lavorando nel piccolo cantiere, ed aveva venduto le immagini da lui riprese alla Reuters. Il padrone dell’aziendina di costruzioni che si occupava del rifacimento di quel terrazzo, David Dahan (nome J), riceve la telefonata di Panamza: quando sente che l’interlocutore al telefono vuol sapere il nome del «polacco», la telefonata viene interrotta brutalmente. Panamnza rifà il numero, e stavolta Dahan dice in fretta: non ho più niente a che fare con quei lavori. Magari, conclude, si metta in contatto con «Monsieur Geoffroy, il proprietario dell’immobile» da cui il polacco ha videografato. Monsieur Geoffroy risponderà: anch’io non ho più niente a che fare con quel cantiere, e racconterà che ha licenziato in tronco quell’uomo, indignato perché invece di lavorare faceva riprese che poi ha venduto alla Reuters... Si può sapere dove rintracciare il polacco? Sapere almeno come si chiama? «Janek, ma non ricordo il cognome».

Insomma «Janek» è uccel di bosco, irreperibile. Né i giornalisti francesi né gli inquirenti hanno ritenuto interessante ascoltare questo importante testimone oculare della tragedia, che l’ha seguita da un angolo visuale così favorevole. Panamza invece ha avuto la curiosità, ed ha raggiunto Monsier Geoffroy. Non è stato facile perché, come ha capito, Geoffroy non è il cognome del personaggio, ma solo il nome proprio.

Il cognome è Sciard. Geoffroy Sciard.

Famiglia importante ed altamente interessante. Il padre di Geoffroy, Alain Sciard, capitano di marina, militare d’alto livello a fianco dell’allora capo dello SDECE (i servizi militari) divenne famoso per aver messo sotto intercettazione, insieme a complici d’alto bordo, i telefoni dell’Eliseo nel 1983-85: un’oscura vicenda che noi chiameremmo di servizi «deviati», mai chiarita. Il figlio di tanto padre, Geoffroy, è invece fondatore di un hotel di lusso e gay-friendly nel III Arrondissement, gestore di un’agenzia immobiliare nelle vicinanze della sede di Charlie Hebdo, ma soprattutto è amico e socio d’affari di Laurent Dassault, rampollo della famosa famiglia di miliardari dell’aeronautica militare.

Curiosa famiglia, anche questa dei Dassault. Il capostipite, Serge Dassault, senatore dell’UMP, quarta ricchezza di Francia, si chiamava Serge Bloch prima di convertirsi al cristianesimo e cambiare cognome. Un donmeh di Francia. O marrano, se volete.

Nel dicembre 2013, Geoffroy Sciard ha venduta una sua prestigiosa tenuta vinicola, il Château Faurie de Souchard, al vicino ed amico di tenuta, che è appunto Laurent Dassault. Quattro mesi dopo la vendita, il Gruppo Dassault è entrato nel capitale (col 15%) della società di gestione fondata da Thibaut Sciard, fratello del Geoffroy. Quindi gli Sciard sono soci d’affari di Dassault Laurent. E costui non è solo viticoltore, ma vicepresidente del gruppo familiare, appunto il Gruppo Dassault. Inutile precisare gli intimi rapporti di collaborazione fra il Gruppo e la DGSE, attuale nome dell’intelligence francese; rapporti che sono perfino d’affari, come ha spiegato un numero del settimanale Le Point.

Laurent Dassault (rimasto Bloch nel cuore) frequenta assiduamente i numerosi parenti che vivono in Israele, ma coltiva là anche e soprattutto intimi rapporti con il sistema militare-industriale israeliano e politici-militari sionisti dell’estrema destra: come Yair Shamir, figlio di Ytzak Shamir (Primo Ministro a suo tempo, ma prima terrorista dell’Irgun), membro del partito razzista-suprematista di Avigdor Liberman. In più il Dassault ha un fondo d’investimento in Israele di cui ha la direzione l’amico Edouard Cuckierman, ex portavoce di Tsahal. Intimo dei potenti di estrema destra sionisti.

Nel 2008, intervistato da Haaretz, Laurent Dassault si dichiarava «in continuità con il nonno Marcel Dassault che, quando nacque lo Stato d’Israele, lo armò coi suoi primi aerei» da caccia. Violando, è utile ricordare, l’embargo decretato da De Gaulle contro le vendite di armi ad Israele.

Ognuno tragga le sue conclusioni. Noi, sia chiaro, ci dissociamo energicamente da ogni conclusione complottista. Si tratta certamente di un insieme di coincidenze.

Ne mettiamo un’altra, giusto perché la riportano altri siti complottisti francesi.

I fratelli Kouachi si fecero notare davanti a Charlie Hebdo nell’estate 2014

La data esatta non è precisata dal blog. Ma in quel periodo la sede di Carlie Hebdo era sotto sorveglianza. Due individui appaiono nel quartiere e chiedono l’indirizzo del giornale. Lo fanno «in modo talmente minaccioso che il giornalista di un’agenzia di stampa lì vicina (è una zona di media) prende la targa della loro vettura e segnala il fatto al commissariato dell’11 Arrondissement». Il giornalista si chiama Didier Hassoux, e sostiene che la polizia ha scritto un verbale sullo strano fatto.

Insomma i fratelli Kouachi – se erano loro – «si sono fatti notare» qualche mese prima di commettere il delitto. Se sono stati loro a commetterlo.

La strana faccenda ricorda quei dirottatori di aerei dell’11 settembre, che la sera prima si fecero notare ubriacandosi in un nude-bar con le ragazze in topless, urlando oscure minacce, pagando con le loro carte di credito, e «dimenticando» un Corano nel bar (normale, tutti i musulmani che hanno deciso di diventare martiri prima sì ubriacano e dimenticano corani). Ricorda anche il povero Oswald, l’assassino solitario che uccise Kennedy secondo la versione ufficiale. Mesi prima, un uomo che gli somigliava molto andava in giro nei bar di Houston a gridacchiare: «Un giorno o l’altro io gli sparo, a questo Kennedy, parola di Lee Oswald». Peccato che in quei mesi il vero Oswald si trovava in Russia, dove aveva chiesto asilo politico come militante comunista....

Al mattino di quello che sarà il tragico 7 gennaio, molto presto – ore 7.30. tutti gli immobili da ufficio sono vuoti – un testimone (sentito da France Info) attesta che un’auto della polizia stava davanti alla sede della redazione di Charlie; e c’è anche un individuo che il testimone stesso dice d’aver trovato «sospetto».

Sarà necessario ricordare che IBT (International Business Times, terzo giornale economico in linea, con base a New York — ma è indiano) a caldo ha ventilato che la strage di Charlie Hebdo fosse una «vendetta del Mossad» contro la Francia perché colpevole di aver riconosciuto lo Stato palestinese. Poche ore dopo il pezzo veniva ritirato e l’autore, Gopi Chandra Kharel, obbligato a scusarsi in linea: stava solo saggiando le teorie del complotto turbinanti in quelle ore.

Il guaio è che a non credere alla versione ufficiale sono un po’ troppi per i gusti delle autorità e dei media. La cosa ha preoccupato a tal punto, che l’Express, il noto settimanale massonico fondato da Jean-Jacques Servan-Schreiber, ovviamente J, ha pensato bene di correre ai ripari: stilando una «lista nera» di ben 61 siti complottisti, che non bisogna assolutamente leggere per non farsi infettare la mente dalle loro informazioni. Il complottismo, il pensare fuori dalle linee, il rifiutarsi di «essere Charlie» è infatti, secondo le autorità francesi (1), una malattia mentale e forse un delitto penale. Naturalmente c’è Panamza, c’è Wikistrike, c’è Les Mutons Enragés... tutti siti che avevo nei preferiti, e che ho personalmente provveduto a cancellare.

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