lunedì 8 luglio 2019

UN VIDEO CHE MERITA LA MASSIMA DIFFUSIONE!!!


La scrittrice Ornella MARIANI FORNI ha presentato 2 denunce la prima per associazione a delinquere finalizzata alla tratta di immigrazione clandestina contro i quattro/cinque parlamentari del Pd che sono saliti sulla Sea Watch. la seconda nei confronti del Gip Vella di Agrigento. Contatti: informaltvredazione@gmail.com



Vergogna a chi blocca le monetizzazioni di blog e siti perché la verità non è gradita 


UN FUTURO MIGLIORE PER L'AFRICA HA IL VOLTO DI MEGHAN E HARRY D'INGHILTERRA?




C'è l'Africa nel futuro di Meghan e Harry? E non sarebbe una cattiva idea. La coppia starebbe pensando di andare a vivere per qualche anno in Africa, una volta che il bambino sarà svezzato. È quanto scrive il Sunday Times, secondo il quale l'ipotesi nasce da David Manning, ex ambasciatore britannico negli Stati Uniti e oggi consigliere speciale del principe sugli affari internazionali. La sua proposta sarebbe finalizzata a costruire un ruolo "internazionale" per i duchi del Sussex. La trasferta della coppia reale, sulla quale una decisione non sarà presa - anticipa il domenicale britannico - prima del 2020, riguarderà quasi certamente un Paese del Commonwealth. Nel continente africano il consorzio conta ben 19 membri, compresi Sudafrica, Nigeria, Uganda e Ghana. Considerando anche che Meghan è stata recentemente nominata dalla regina Elisabetta II presidente del Queen's Commonwealth Trust, un fondo la cui finalità dichiarata è di promuovere giovani leader che abbiano idee innovative per promuovere un futuro di benessere, usando il network di 53 Paesi che compongono il Commonwealth, pari a un terzo dell'umanità, come sinergia. Meghan, con le sue origini afroamericane, è la donna giusta al posto giusto per fare sue quelle che erano le istanze filantropiche e generose di Lady Diana, alla quale Meghan sarebbe piaciuta molto. Le sue battaglie a favore dell'Africa avrebbero bisogno di eredi, e chi meglio dei suoi figli per portarle avanti? Forse è proprio Meghan, non Kate, la vera erede della principessa Diana. Il destino di Meghan e Harry si lega sempre più a quello dell'Africa, dove la coppia reale ha già intrapreso diverse iniziative di solidarietà. Ora l'Africa può continuare a sperare sul vigore e la freschezza di una giovane coppia innamorata in viaggio sulle orme dell'indimenticabile principessa del popolo.    

Cinzia Palmacci


Grecia, tutte le sfide di Mitsotakis su economia, fisco e immigrazione



SI ALLARGA IL FRONTE SOVRANISTA CON LA GRECIA DI MITSOTAKIS. ADESSO L'ITALIA PUO' CONTARE ANCHE SUL RIGORE GRECO PER ARGINARE IL PROBLEMA DELL'IMMIGRAZIONE CLANDESTINA. CE LA FARANNO LA GRECIA, L'ITALIA E I PAESI DI VISEGRAD A METTERE ALLE CORDE GERMANIA E FRANCIA EMBLEMI DELL'AUSTERITY UE?....     

Mitsotakis ha promesso snellimento dell’apparato pubblico, lotta al clientelismo, privatizzazioni, liberalizzazioni, taglio delle tasse per aziende e proprietà, investimenti nell’innovazione. L’approfondimento di Pierluigi Mennitti


Alla fine i sondaggi hanno funzionato anche in Grecia e i risultati delle urne hanno ricalcato, voto più voto meno, le previsioni delle ultime settimane. Nessuna sorpresa: dopo 4 anni e mezzo di rivoluzione, prima annunciata poi rinnegata, Alexis Tsipras chiude la sua stagione di governo, almeno per ora. A prendere in mano le redini della Grecia è Kyriakos Mitsotakis, cinquantunenne leader di Nea Demokratia, il partito conservatore che negli anni Novanta aveva trascinato il paese nella crisi finanziaria: a lui e alla sua forza politica in buona parte rinnovata i greci affidano il compito di imboccare una strada diversa per uscire dalla crisi infinita.
Alla ricerca di un orizzonte oltre le strette delle politiche di austerity

Sembra una sorta di ritorno al futuro. La speranza è sempre quella di cinque anni fa, quando Tsipras sbaragliò il sistema politico tradizionale sospinto a furor di popolo: scrollarsi di dosso la tristezza della crisi, immaginare un orizzonte oltre i diktat della Troika. Dopo una breve danza sull’orlo della Grexit, Tsipras ha però allontanato gli elementi più radicali del suo governo allineandosi alle direttive dell’Europa a trazione tedesca: la Grecia ha evitato il collasso ma, se la crisi è stata lunga, la ripresa lo è ancor di più. Così nel paese sono tornate suadenti le ricette del liberalismo moderato e modernizzatore che Mitsotakis ha promesso nei suoi comizi in queste lunghe settimane elettorali: snellimento dell’apparato pubblico, lotta al clientelismo, privatizzazioni, liberalizzazioni, taglio delle tasse per aziende e proprietà, investimenti nell’innovazione. Meno timidezze rispetto a Tsipras nella riduzione della spesa pubblica e utilizzare i margini ora concessi da Bruxelles per attirare gli investimenti dall’estero, dare impulso alla produttività e creare le condizioni perché i tanti disoccupati (soprattutto giovani) e gli esodati dall’amministrazione pubblica vengano assorbiti dal settore privato.

Grecia in controtendenza: la voglia di normalità premia un partito tradizionale e ricette neoliberiste

Suona molto anni Ottanta-Novanta del secolo scorso, quando l’ondata liberista si espandeva un po’ dovunque sull’onda delle rivoluzioni tatcheriane e reaganiane. Ricette poi messe in dubbio proprio allo scoppio della grande crisi, ritenute colpevoli di aver accelerato una globalizzazione senza regole e di aver aperto la strada allo strapotere della finanza e delle multinazionali sulla politica e sui governi nazionali. E che ora tornano vincenti proprio nel paese che ha sì sofferto la crisi più dura, ma che vi era entrato con squilibri socio-economici così pesanti da aver reso tutto più difficile. L’uomo che inaugurerà in Grecia la stagione del post-populismo è un liberale conservatore, moderato e centrista, che intercetta una richiesta nuova, eppure legittima e comprensibile dopo dieci anni e passa di turbolenze drammatiche: quella della normalità. Così mentre altrove si accentuano le spinte particolaristiche e populistiche (di destra e di sinistra), con l’ascesa di partiti monotematici un tempo minori e il crollo dei vecchi partiti di massa totalizzanti, sulle sponde dell’Egeo torna in auge una forza tradizionale. Nea Demokratia ottiene addirittura il 40 per cento, percentuale che altre forze conservatrici possono al momento solo sognare, conquista la maggioranza assoluta dei seggi che gli consentirà di governare da solo e imposta la sfida alla recessione sulla base di precetti neoliberisti.
Il peso della questione migranti

Sul piano sociale non va trascurato un altro tema che ha squassato in molti paesi il sistema dei partiti tradizionali (e in Gran Bretagna ha dato forse il colpo di reni decisivo per la Brexit): l’immigrazione. Il flusso per entrare in Europa attraverso la Grecia non si è mai completamente arrestato, l’accordo stilato dall’Ue (in realtà da Merkel) con la Turchia è, secondo le autorità greche, un colabrodo, il paese in crisi ha potuto destinare poche risorse all’accoglienza e alla gestione burocratica dei migranti e così la popolazione, specie nelle isole egee vicine alla Turchia, ha perso la pazienza e ha votato Mitsotakis che promette più legge e ordine.
La sfida più difficile: resistere alla tradizione clientelar-familista dei partiti greci

Ora il nuovo premier è atteso alla prova più difficile, quella che tutti i capi di governo degli ultimi decenni hanno in Grecia fallito: quella del buon governo e dell’applicazione delle promesse fatte. Il mondo economico e finanziario ha lanciato segnali di speranza, la borsa di Atene ha inanellato una seduta record dietro l’altra da quando il voto europeo di oltre un mese fa aveva fatto intravedere la svolta vicina. C’è la convinzione che solo una politica finalizzata all’aumento della produttività e alla crescita economica possa strappare i giovani dal doppio destino della disoccupazione e dell’emigrazione. C’è da mobilitare un ceto medio nuovo che ha una gran voglia di scrollarsi di dosso gli aggettivi negativi che da anni si accompagnano a qualsiasi cosa sappia di Grecia. C’è da rimettere in moto i grandi progetti infrastrutturali, in parte fermati dalla crisi, in parte messi da parte da Tsipras per diffidenze ideologiche. E augurarsi che Mitsotakis sia capace di sfuggire alla tradizione clientelar-familista che in Grecia non ha risparmiato nessun partito, a cominciare dal suo. I primi mesi saranno decisivi per capire se la carta Mitsotakis potrà funzionare o sarà stata l’ennesima illusione. E se Atene può indicare una diversa via ai paesi europei ancora impigliati in economie stagnanti o se tornerà a percorrere la strada senza orizzonte (oggi neppure elettorale) delle clientele e dell’immobilismo.

LITURGIA E PREGHIERE DEL GIORNO


PREGHIERE DEL GIORNO
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Lunedì 08 Luglio 2018




LITURGIA DEL GIORNO
- Rito Romano -






  PRIMA LETTURA 

Gen 28,10-22
Dal libro della Gènesi

In quei giorni, Giacobbe partì da Bersabea e si diresse verso Carran. Capitò così in un luogo, dove passò la notte, perché il sole era tramontato; prese là una pietra, se la pose come guanciale e si coricò in quel luogo.
Fece un sogno: una scala poggiava sulla terra, mentre la sua cima raggiungeva il cielo; ed ecco, gli angeli di Dio salivano e scendevano su di essa. Ecco, il Signore gli stava davanti e disse: «Io sono il Signore, il Dio di Abramo, tuo padre, e il Dio di Isacco. A te e alla tua discendenza darò la terra sulla quale sei coricato. La tua discendenza sarà innumerevole come la polvere della terra; perciò ti espanderai a occidente e a oriente, a settentrione e a mezzogiorno. E si diranno benedette, in te e nella tua discendenza, tutte le famiglie della terra. Ecco, io sono con te e ti proteggerò dovunque tu andrai; poi ti farò ritornare in questa terra, perché non ti abbandonerò senza aver fatto tutto quello che ti ho detto».
Giacobbe si svegliò dal sonno e disse: «Certo, il Signore è in questo luogo e io non lo sapevo». Ebbe timore e disse: «Quanto è terribile questo luogo! Questa è proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo».
La mattina Giacobbe si alzò, prese la pietra che si era posta come guanciale, la eresse come una stele e versò olio sulla sua sommità. E chiamò quel luogo Betel, mentre prima di allora la città si chiamava Luz.
Giacobbe fece questo voto: «Se Dio sarà con me e mi proteggerà in questo viaggio che sto facendo e mi darà pane da mangiare e vesti per coprirmi, se ritornerò sano e salvo alla casa di mio padre, il Signore sarà il mio Dio. Questa pietra, che io ho eretto come stele, sarà una casa di Dio».


  SALMO  

Sal 90
Mio Dio, in te confido.

Chi abita al riparo dell’Altissimo
passerà la notte all’ombra dell’Onnipotente.
Io dico al Signore: «Mio rifugio e mia fortezza,
mio Dio in cui confido».

Egli ti libererà dal laccio del cacciatore,
dalla peste che distrugge.
Ti coprirà con le sue penne,
sotto le sue ali troverai rifugio;
la sua fedeltà ti sarà scudo e corazza.

«Lo libererò, perché a me si è legato,
lo porrò al sicuro, perché ha conosciuto il mio nome.
Mi invocherà e io gli darò risposta;
nell’angoscia io sarò con lui».


 VANGELO 

Mt 9,18-26
Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, [mentre Gesù parlava,] giunse uno dei capi, gli si prostrò dinanzi e disse: «Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano su di lei ed ella vivrà». Gesù si alzò e lo seguì con i suoi discepoli.
Ed ecco, una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, gli si avvicinò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Diceva infatti tra sé: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò salvata». Gesù si voltò, la vide e disse: «Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata». E da quell’istante la donna fu salvata.
Arrivato poi nella casa del capo e veduti i flautisti e la folla in agitazione, Gesù disse: «Andate via! La fanciulla infatti non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma dopo che la folla fu cacciata via, egli entrò, le prese la mano e la fanciulla si alzò. E questa notizia si diffuse in tutta quella regione.