martedì 24 settembre 2019

DIAVOLO COMINCIA A MOSTRARSI



La beata Katharina Emmerich (1774-1824) riteneva, in base alle sue visioni, che l’umanità stesse entrando nell’èra del diavolo; a lungo, però, il diavolo ha giocato a nascondino con gli uomini, seguendo la strategia intuita da Baudelaire, quella di far credere ad essi che egli non esiste: ora, però, qualcosa è cambiato e i tempi, evidentemente, sono maturi perché egli getti l’ultima maschera e cominci a mostrarsi apertamente, beffardamente, senza più nascondersi, anzi, ostentando con protervia la sua presenza inquietante.

Non stiamo parlando, è ovvio, del diavolo in se stesso, il cui vero volto nessuno conosce, anche perché, se qualcuno lo conoscesse, ne morrebbe di spavento; stiamo parlando delle azioni dei suoi seguaci, quelli consapevoli e quelli inconsapevoli, dei suoi servi sciocchi (sono tutti sciocchi, perché chiunque si mette a servire il grande ingannatore, non può che restare beffato, oltre a perdere la propria anima) e della loro recente sfacciataggine, palese nella sicumera che li spinge a mostrare alla luce del sole quel che stanno facendo, e per conto di chi. Sono ormai talmente sicuri di aver vinto la partita (poveri sciocchi: non sanno di averla persa comunque, loro, e fin dall’inizio) che non temono le conseguenze di una simile audacia; non hanno più paura di niente di nessuno. In parte, contano sul processo di assuefazione degli uomini alle cose più turpi e più inverosimili, processo che è stato scientificamente studiato e calcolato, poi messo in atto mediante l’azione congiunta e concentrica di tutti i mass media del pianeta, asserviti, in un modo nell’altro, al grande disegno diabolico (vedi la “finestra di Overton”); in parte ritengono che ben poche persone possiedano sufficiente autonomia di giudizio e spirito critico, e sufficiente senso morale, per capire davvero quel che significano le loro opere. Tuttavia ritengono di non correre alcun rischio, perché quei pochi non verrebbero creduti, mentre loro godono di aderenze, sostegni e protezioni a tutti i livelli del potere: politico, economico, finanziario, giudiziario, militare e poliziesco.

Abbiamo parlato, a suo tempo, della orribile cerimonia di inaugurazione della Galleria del San Gottardo, in Svizzera, alla presenza di alcuni importanti capi di Stato e di governo (Merkel, Hollande, Renzi), che hanno assistito impassibili a una interminabile sfilata di figure sataniche e alle impressionanti, costosissime coreografie, con centinaia e centinaia di figuranti, e ciò nel pieno di una crisi economica senza precedenti, che ha ridotto alla miseria milioni di cittadini di quei Paesi, facendo loro perdere il lavoro e spingendone diversi alla disperazione e al suicidio: una crisi davanti alla quale i governi non dispongono di denaro per sostenere neppure le famiglie più bisognose e più colpite (cfr. i nostri articoli: Hanno scelto il Diavolo per patrono e vogliono imporlo anche a noi, pubblicato su Il Corriere delle Regioni il 07/06/2016; e Stanno cominciando a scoprire la maschera. Quella del Diavolo, loro patrono, pubblicato sul sito di Arianna Editrice il 06/11/2016). Tuttavia, se la vecchia Europa non era ancora abituata a certi scenari e a certi spettacoli, nella giovane America è da tempo che gli “illuminati” stanno perseguendo la politica di cominciare a mostrarsi apertamente, per dare prova della loro sicumera e per ostentare la certezza nella loro prossima, totale vittoria.


Denver: una interminabile sfilata di figure sataniche


Gli americani, date le immense distanze che esistono nel loro Paese e la mobilità cui sono abituati per ragioni lavorative, viaggiano molto con l’aereo; ma c’è un aeroporto nel quale non fanno mai scalo volentieri, benché sia il più grande di tutti gli Stati Uniti: quello di Denver, la capitale del Colorado, sulle pendici delle Montagne Rocciose. Le ragioni del loro scarsissimo entusiasmo nel servirsi dell’aeroporto internazionale di Denver sono di varia natura. In primo luogo, tecniche: esso si trova in una zona estremamente ventosa, e sono frequenti gli annullamenti dei voli, dovuti alle proibitive condizioni atmosferiche. Poi, ragioni psicologiche: si tratta di un luogo semplicemente inquietante. Corridoi ciechi, cartelli indicatori che si contraddicono, posti di controllo non operativi. Ma la cosa più inquietante di tutte sono gli enormi murales che decorano, si fa per dire, le pareti dei vastissimi locali. Dire che sono brutti sarebbe un eufemismo; a parte la bruttezza dei soggetti e la discutibile perizia dell’artista, Leo Tanguma, quel che appare evidente, anche se il significato complessivo resta enigmatico, è che si tratta di pitture che alludono a qualcosa di molto, molto negativo; qualcosa che sarebbe difficile esprimere a parole, e che sembra uscito dai racconti del terrore soprannaturale di H. P. Lovecraft o dalla fantasia di qualche regista di film di fantascienza, quelli nei quali gli “incontri ravvicinati del quarto tipo” approdano alla cattura degli esseri umani da parte delle creature aliene e al loro utilizzo quali cavie da laboratorio per chissà quali spaventosi esperimenti. A tutto ciò si aggiunga l’estrema crudezza delle immagini, l’ambiguità e la violenza di molte scene e figure, il senso di oppressione e di compiacimento satanico che promana sia dai dettagli, sia dall’insieme: e si avrà un quadro abbastanza significativo di ciò che quegli affreschi rappresentano per l’ignaro e sconcertato viaggiatore, costretto a passare davanti ad essi e a contemplarli in tutto il loro sinistro e perverso orrore.

Ecco come li descrive David Icke nel suo libro Il risveglio del leone (titolo originale: Human Race Get off Your Knees. The Lions Sleeps No More, 210; traduzione dall’inglese di Luisa Natalia Moti, Cesena, Macro Edizioni, 2011, pp. 333-334):



[…] il sinistro aeroporto di Denver, in Colorado […], secondo gli studiosi fungerebbe da copertura per una base sotterranea. L’aeroporto è adornato da simboli massonici, gargoyl rettiliani e orribili murales che raffigurano l’umanità soggiogata dal male. Uno di questi, assai grottesco, mostra anche delle figure femminili adagiate in tre bare. Ci sono una bambina ebrea, una nativa americana e una donna di colore. Un’altra ragazza tiene tra le mani una tavoletta maya che narra la distruzione della civiltà. Un personaggio imponente, descritto dallo studioso Alex Christopher come “un Darth Vader Verde” [un personaggio immaginario, dall’aspetto molto sinistro, della saga cinematografica di “Star Wars”, creata dal regista George Lucas] sovrasta una città distrutta e ha una spada in mano, mentre accanto ci sono donne che camminano lungo una strada tenendo in braccio bambini morti. Sono raffigurati anche i bambini di tutto il mondo che prendono le armi di ogni nazione e le porgono ad un bimbo dalle fattezze tedesche, che ha un pugno di ferro e un martello fra le mani. Phil Schneider, figlio di un comandante di sommergibili tedesco [in realtà, statunitense]durante la Seconda guerra mondiale, disse che gli era stata commissionata la costrizione di svariate basi sotterranee negli Stati Uniti. Quando iniziò a parlare pubblicamente della rete di basi sotterranee, città e tunnel in tutti gli USA, io seguii alcune delle sue conferenze in video. In seguito egli morì in circostanze alquanto sospette, definite “suicidio”. Schneider aveva detto che l’Aeroporto di Denver era collegato a una profondissima base sotterranea costituita da almeno otto piani, che comprendeva una città sotterranea di 4,5 miglia quadrate e una base sconfinata.

Lasciamo perdere in questa sede, il discorso sulle presunte città sotterranee e sui loro ipotetici abitanti, alieni dalle parvenze rettiliane che si servono di esseri umani come di schiavi, oltre che come cavie da esperimento: certe esagerazioni truculente potrebbero avere a che fare con precise tecniche per screditare anche la parte plausibile di determinate rivelazioni. Notiamo, fra parentesi, che Phil Schneider, un geologo e ingegnere statunitense che sosteneva d’aver progettato una serie di basi sotterranee su richiesta delle autorità del suo Paese, è stato effettivamente trovato morto poco dopo aver divulgato i suoi segreti, fra i quali un trattato sottoscritto fra alieni “grigi” ed umani nel 1954, e una vera battaglia svoltasi fra di loro nella base di Dulce, nel New Mexico, nel 1979, alla quale lui stesso sarebbe fortunosamente sopravvissuto. La causa della sua morte, avvenuta il 17 gennaio 1996, è stata lo strangolamento effettuato col catetere che era costretto a usare: e questo è un fatto, non una congettura. Lasciamo perdere, dunque, le basi sotterranee, che certamente esistono, con tutta una complessa rete di tunnel e gallerie realizzate mediante una tecnologia sorprendente, ed i loro inquietanti abitanti, sui quali preferiamo sospendere il giudizio (sarebbe, infatti, sbagliato sia accettare quei racconti, sia liquidarli senza verifica, così, per partito preso); e limitiamoci alla descrizione degli affreschi dell’aeroporto di Denver.

Qui siamo sul solido terreno dei fatti, anche se la loro interpretazione può essere estremamente varia. Che quelle immagini siano piene di simboli massonici, è impossibile negarlo; così come è innegabile che esse provochino, nello spettatore, emozioni e sentimenti tutt’altro che positivi. Chi li ha concepiti, dunque, sapeva quel che faceva e non temeva eventuali reazioni negative: diversamente da quel che accade di solito, le pubbliche autorità hanno voluto “decorare” ampie superfici di un grande aeroporto, sotto gli sguardi di milioni di persone provenienti da tutto il mondo, con figure spaventose e allucinanti, che evocano scenari da incubo. Perché lo hanno fatto? A quale scopo, con quali intenzioni? I quattro grandi murales dell’artista Leo Tanguma s’intitolano: The Children of the World Dream of Peace. In teoria, il pittore ha voluto rappresentare le distruzioni causate dalle guerre e la speranza in un mondo nuovo, di pace e fratellanza tra i popoli. In pratica, ciò che ha fatto ispira sensazioni ben diverse: non il soffio della speranza, ma una stretta al cuore, come quando un denso banco di nubi nasconde il sole all’improvviso e la tiepida giornata di primavera diventa bruscamente fredda.

Fuori dell’aeroporto, in un prato, s’impenna la gigantesca scultura d’un cavallo imbizzarrito, di colore blu, alta circa 10 metri: la posa dell’animale scalpitante, gli occhi infuocati e lo sguardo terribile, demoniaco, non hanno nulla di “normale”, pur tenendo conto che molte espressioni dell’arte moderna tendono a infischiarsene di quel che pensa il pubblico dei normali canoni estetici. Qui vi è palesemente dell’altro: qui traspare la volontà non solo di stupire, ma d’incutere sconcerto, se non paura: di lanciare una sfida, di ammonire e, forse, minacciare. Ma chi, e perché? Questi è uno dei quattro cavalli dell’Apocalisse, che recano terrore, rovina e morte? Se è il simbolo di qualcosa, se annuncia qualcosa, non si tratta certo di qualcosa di lieto e di rasserenante.

A tutto ciò si aggiunga, per completare il quadro delle stranezze, se così vogliamo chiamarle, che a Denver esisteva già un ottimo aeroporto, perfettamente funzionante, quello di Stapleton, attivo fino al 1995. In quell’anno “qualcuno” decise di chiudere la struttura esistente e di costruirne una nuova di zecca, su di un’area molto più vasta, addirittura enorme (140 kmq.); anche se poi, a conti fatti, è risultato che il nuovo aeroporto è più piccolo del precedente, ha una minor superficie di piste di atterraggio, ma la stranezza viene spiegata con il fatto che si è voluto tener conto della possibilità di ulteriori, successivi ampliamenti. Le spese per realizzare quest’opera mastodontica sono lievitate da 1,7 miliardi a 4,8 miliardi di dollari (non solo in Italia un’opera pubblica viene a costare tre volte più del previsto), una cifra veramente folle: quasi 5 miliardi di dollari sono qualcosa che si fa fatica persino a immaginare, e che i bilanci di molti Stati del mondo possono permettersi di vedere solamente in sogno. E tutto questo a che scopo, dal momento che, ripetiamo, la città di Denver e l’area delle Montagne Rocciose erano già servite da un ottimo aeroporto, che non aveva mai creato problemi di sorta, mentre la struttura attuale è fin troppo nota per i continui disservizi che provoca ai viaggiatori? E non abbiamo ancora finito l’elenco delle cose misteriose e inquietanti. La prima pietra dell’immenso edificio, o complesso di edifici, la cosiddetta “pietra angolare”, che si trova nella Grande Sala (un nome massonico), reca un’iscrizione massonica e una effigie della squadra e del compasso. Una iscrizione spiega che essa custodisce una “capsula del tempo” contenente messaggi per i cittadini del Colorado, che potranno essere resi noti solo a partire dal 2094. Sul pavimento dell’atrio, fa bella mostra di sé una targa recante un’iscrizione indecifrabile, contrassegnata dai caratteri Au-Ag, che nessuno sa esattamente come interpretare. C’è chi pensa che alluda a una epidemia che decimerà la popolazione mondiale nel prossimo futuro.

Che cosa significa il nuovo aeroporto internazionale di Denver? È un tempio del Male, eretto in onore dl Nuovo Ordine Mondiale? Che l’opera sia “firmata” dalla Massoneria, è un fatto. Ma si tratta solo di questo? E che cos’è la Massoneria, a questo punto? Perché sappiamo che, dietro questo nome, si celano logge e orientamenti ben differenziati. Chi o che cosa c’è dietro la particolare Massoneria che ha voluto creare dal nulla un’opera di questo genere, in maniera assolutamente illogica, almeno stando a quel che è dato di vedere e capire? Una cosa è certa: gli “illuminati”, con simili decisioni, stanno venendo allo scoperto. Hanno deciso di mostrarsi. Ora sta a noi vedere, tirar le conclusioni e fare una scelta. Inoltre, dobbiamo pregare molto e indossare l’armatura della fede, come dice san Paolo. Il guanto della sfida è gettato. Se non altro, la battaglia finale sarà combattuta a viso aperto…

Francesco Lamendola

Già pubblicato il 26 Marzo 2017

I RETTILIANI E IL MALE FATTO AI BAMBINI. VEDASI IL CASO BIBBIANO....



[RETTILIANI] CHE FINE FANNO I BAMBINI SCOMPARSI?/ SCONCERTANTE


CREDO MUTWA: I FIGLI DI MARTE



"Un giorno mentre viaggiavo lungo il fiume Zambezi, quando giunsi ad una fattoria di cui mi avevano parlato le persone che avevo incontrato nei villaggi. Mi fu detto che in questo piccolo villaggio, avrei trovato alcune delle persone più sagge nel territorio. Persone che rivendicavano antenati tra creature che si dice siano venute da una stella rossa nota come Liitolafisi; la stella rossa il cui nome significa l’occhio della iena marrone, è la stella, o meglio il pianeta, che i bianchi chiamano Marte.

Volevo incontrare questi saggi e quando giunsi a questa fattoria, una collezione di capanne di erba e legno, protette da una staccionata di legno, vidi un numero di donne e bambini che vi stavano dentro ed erano vicini al cancello.

Mi sorridevano e i loro sorrisi divennero più grandi quando mi avvicinai al cancello. La donna che vi era più vicina si spostò leggermente a sinistra giungendo cosi ad essere nel centro del cancello aperto.

I miei occhi andarono ai suoi piedi e ... tutto il coraggio mi venne a mancare e quale codardo che sono, mi voltai e scappai, seguito da forti risate di donna. Sul viottolo polveroso che portava al cancello, avevo mollato tutte le mie cose, la borsa e il bastone. Stavo correndo lontano, come un grasso scimmione, alla ricerca di un rifugio sicuro nella verde boscaglia.

La donna rise e rise tanto e quando gettai uno sguardo sopra le mie spalle, li vidi uscire a prendere le mie cose e portarle nel villaggio. Non avevo mai visto una cosa simile, come quella che vidi quel giorno e che aveva fatto si che fuggissi via come un idiota che scappa da un incendio.

La donna che era nel centro del cancello e che mi guardava, aveva solo due grandi dita dei piedi su entrambi i piedi. Era come se stessi guardando dei piedi di qualcuno che non era un essere umano, ma un mostruoso uccello uscito da folklori e leggende.

Pieno di vergogna andai verso un albero e vi stetti sotto tremante di paura ma non appena mi fermai lì, arrivò un gruppo di uomini dal villaggio, che veniva verso di me ridendo e sorridendo. Quasi tutti loro avevano solo due dita dei piedi su ogni piede. Non portavano scarpe e nella polvere africana, I loro piedi facevano veramente paura.

Venendomi incontro, mi circondarono e mi dissero “non avere paura di noi, siamo persone come te. Cosa ti ha spaventato cosi tanto?”. Incapace di rispondere, la mia faccia divenne rossa di vergogna e imbarazzo , gettai lo sguardo ai loro piedi e.. esplosero in una risata.

Questo il modo in cui incontrai la tribu’ dei Bantwana, che significa figli/bambini. Una tribù che afferma che i suoi antenati remote erano un Uccello, come le persone che venivano dalle stelle e che si accoppiarono con donne terrestri, producendo esseri con due dita dei piedi. Il popolo dei Bantwana mi diede il benvenuto nel villaggio, e per tre mesi, ai piedi di due dei loro anziani, imparai cose che mi lasciarono pietrificato per la sorpresa..

I Bantwana sono un popolo timido, che in tempi antichi soffrì della persecuzione per mano delle genti di altre tribù, ma quando a loro piaci e si fidano di te e provano per te compassione, ti dicono cose che ti colmano di enorme sorpresa.

Ti dicono che ci son 24 pianeti abitati, nell’area dello spazio…".


http://www.noiegliextraterrestri.it/2011/12/credo-mutwa-i-figli-di-marte.html

Credo Mutwa: quelle creature che rendono schiavo l’essere umano


IL MESSIA LI CHIAMAVA "RAZZA DI VIPERE", E DIO NELLA BIBBIA  (ESODO) CHIAMO' "COCCODRILLO" IL FARAONE, QUINDI RETTILI....

Quello che segue è la prima parte di estratti dalla mia traduzione di una intervista del 1999 che Rick Martins (Usa) fece, per la rivista Spectrum, ad un grande anziano di saggezza e conoscenza, lo sanusi (shamano) Zulù Credo Mutwa, arrivato alla nostra ribalta occidentale grazie a David Icke.

“In questa intervista ci sono moltissime informazioni che possono rappresentare una sfida per la mente del lettore. C’è persino la descrizione di una città sotterranea in Africa (non parte di questo primo articolo), che potrebbe essere l’origine dei miti o delle storie sull’inferno. Dunque suggerisco di lasciar perdere la lettura se siete molto legati ad un sistema di credo, se avete dei dogmi religiosi o filosofici….

Per gli altri.. ricordare che “non c’è nulla da temere. La vita è eterna ed ogni cosa non è che una esperienza sulla via verso l’illuminazione”.

Cristina Bassi

Grazie agli sforzi e all’assistenza di David Icke, mi fu possibile stabilire il contatto con il Dr. Johan Joubert, che gentilmente coordinò la cosa con Credo Mutwa, consentendo così che l’intervista avvenisse telefonicamente: letteralmente a metà strada del mondo: in Sud Africa

Credo Mutwa è l’uomo che David Icke descrive come: “L’uomo più incredibile e ricco di conoscenza che abbia mai avuto il privilegio e l’onore di chiamare amico, un genio”. Dopo aver parlato con Credo Mutwa, non potrei essere più d’accordo. Vorrei anche dire che Credo Mutwa, che non ha una istruzione formale, è stato cosi gentile e coscienzioso da sillabare tutte le parole in africano Zulù, i nomi propri etc per questo articolo. Le incredibili informazioni presentate da Credo Mutwa sono certamente provocatorie e a largo raggio sia per le implicazioni che per lo scopo. Una volta che leggerete queste informazioni, capirete

Martin: Può confermare che questi extraterrestri rettiliani mutanti forma esistono veramente sul nostro pianeta, in questo tempo? E se si, se può confermare, potrebbe essere specifico? Da dove vengono?

Credo Mutwa: Avete sentito parlare di un Paese che si chiama Rwanda, nell’Africa Centrale?
Martin: Si.

Credo Mutwa: Le persone del Rwanda, gli Hutu, così come i Watussi, affermano – e non sono i soli in Africa ad affermare questo, che i loro antenati molto antichi erano una razza di esseri che loro chiamavano gli Imanujela, che significa “i Signori che sono venuti”. Alcune tribù dell’Africa occidentale, come i Bambara, dicono anch’essi la stessa cosa. Dicono che arrivarono dal cielo, molte, molte generazioni fa, una razza, di creature altamente avanzate che sembravano uomini e li chiamavano Zishwezi. La parola Zishwezi significa le creature che planano, ovvero che possono planare attraverso il cielo o l’acqua.

Tutti, sir, hanno sentito parlare del popolo Dogo nell’Africa Occidentale e tutti dicono che le persone normali diedero loro cultura, ma non solo il popolo Dogon ma UNO di molti, molti popoli in Africa, che affermano che la loro tribù o il loro re furono prima fondati da una razza supernaturale di creature che venivano dal cielo.

Gli Zulù, famosi per essere guerrieri, il popolo a cui appartenne il re Shaka Zulu, del secolo scorso. Quando si chiede ad un antropologo bianco Sudafricano cosa significa il nome Zulù, dice che significa “il cielo” (risa) e quindi gli Zulù chiamano se stessi “il popolo del cielo”. Questo, sir, è un’idiozia.

Nella lingua Zulù, il nostro nome per “cielo”, per il cielo blu, è sibakabaka. Il nostro nome per lo spazio interplanetario, tuttavia, è izulu e weduzulu, che significa “spazio interplanetario” il cielo scuro, che vedete con le stelle ogni notte”, ha anche a che fare con il viaggiare, sir. La parola Zulù per viaggiare a caso, come un nomade o uno zingaro, è izula. Ora, potete vedere che le persone Zulù in Sud Africa erano consapevoli del fatto che si può viaggiare nello spazio , non attraverso il cielo come un uccello, ma attraverso lo spazio e gli Zulù affermano che molte, molte migliaia di anni fa, arrivò dal cielo una razza di genti che erano come lucertole e potevano cambiare forma quando volevano. E le persone che sposavano le loro figlie ad extraterrestri e producevano una razza di potere di re e capi tribali; ci sono centinaia di favole, sir, in cui una lucertola femmina assume l’identità di una principessa umana e sposa un principe Zulù.


E queste creature, sir, veramente esistono. Indipendentemente da dove va, per il Sud, centro Ovest Est dell’Africa, troverà che la descrizione di queste creature è la stessa. Persino tra le tribù che mai, nella loro lunga storia, ebbero contatto tra loro. Quindi, ci SONO queste creature. Da dove vengono, non affermerò mai di saperlo, sir. Ma sono associate con certe stelle nel cielo ed una di queste è un grande gruppo di stelle che è parte della Via Lattea, che la nostra gente chiama Ingiyab, che significa “Il Grande Serpente”. E c’è una stella rossa, rossiccia, vicino all’estremità di questo grande bordo di stelle che la nostra gente chiama IsoneNkanyamba. Ora questa stella si chiama Isone Nkanyamba, mi è stato possibile trovare il nome inglese: Alpha Centauri. Ora, questo sir, è qualcosa che merita una indagine.

Com’è che ben oltre 500 tribù dell’Africa che ho visitato negli ultimi 40 o 50 anni, ognuna di loro descrive simili creature? E’ detto che queste creature si nutrono di noi umani; che, un tempo, sfidarono Dio stesso alla guerra, perché volevano un controllo totale dell’universo. E Dio combattè una terribile battaglia contro di loro e li sconfisse, li ferì e li costrinse a nascondersi in città e sotterranei.

Si nascondono in profonde cavità sotterranee, perchè hanno sempre freddo. In queste cavità, ci viene detto, ci sono enormi fuochi che vengono tenuti vivi dagli schiavi, umani schiavi zombie. E viene anche detto che questi Zuswazi, questi Imbulu, o come volete chiamarli, non sono in grado di mangiare cibo solido.

Mangiano o sangue umano, oppure si nutrono di quel potere, di quella energia che si genera quando esseri umani, sulla superficie della Terra, combattono e si uccidono in grande numero.

La nostra gente crede, sir, che noi, le genti di questa Terra, non siamo realmente i padroni delle nostre vite, anche se ci inducono a credere di esserlo. (..) c’è un altro nome con cui sono note queste creature. Ed è Chitauli. Ora tale parola significa “I dittatori, coloro che ci dicono la legge”. In altre parole, “coloro che ci dicono, segretamente, cosa dobbiamo fare”.

Ora, si dice che questi Chitauli ci fecero una serie di cose quando arrivarono su questo pianeta. Originariamente, la terra era coperta da una coltre molto spesa di nebbia e foschia. Le persone non potevano vedere il sole nel cielo, a parte una luce leggera. E vedevano anche la luna di notte come un gentile artiglio di luce nel cielo, a causa di questa pesante foschia. E la pioggia cadeva continuamente in una pioggerellina. Ma non c’erano tuoni. Non c’erano tempeste. Il mondo era densamente coperto di grandi foreste, giungle e le persone a quel tempo vivevano in pace sulla terra. Le persone erano felici e si dice che a quel tempo, noi umani non avevamo il potere della parola. Facevamo solo degli strani suoni come scimmie e babbuini felici, ma non avevamo la parola come oggigiorno.

In quei secoli, le persone si parlavano attraverso la mente. Un uomo poteva chiamare sua moglie pensandola, pensando alla forma del suo volto, all’odore del suo corpo alla sensazione dei capelli come donna. Un cacciatore andava nella foresta e chiedeva agli animali di venire ed essi ne selezionavano uno tra il loro numero, che era vecchio e stanco e questi avrebbe offerto se stesso al cacciatore per essere ucciso velocemente e portare la carne alla sua caverna.

A quel tempo non c’era violenza contro gli animali. Non violenza contro la natura da parte degli esseri umani. L’uomo chiedeva cibo alla Natura. Era solito arrivare ad un albero, pensare ad un frutto e l’albero avrebbe concesso che alcuni dei suoi frutti cadessero al suolo e l’uomo li prendesse. E si dice che, però, quando i Chitauli arrivarono sulla Terra, arrivassero in terribili veicoli che volavano per l’aria, veicoli che avevano la forma di grandi coppe e che facevano un rumore assordante ed un fuoco terribile nel cielo.

E i Chitauli dicevano agli umani, che riunivano con forza con scudisciate di fulmini, che erano grandi dei dal cielo e che da ora in poi avrebbero ricevuto una serie di doni dal dio. Questi cosiddetti dei, che erano come esseri umani, ma molto alti, con una lunga coda e con terribili occhi incandescenti , alcuni con due occhi gialli, occhi grandi, alcuni tre, l’occhio rosso che stava nel centro della fronte. Questi esseri portarono via i grandi poteri che avevano gli esseri umani: il potere di parlare solo attraverso la mente, il potere di muovere gli oggetti solo con la mente, il potere di vedere nel futuro e nel passato, il potere di viaggiare, spiritualmente in mondi diversi. I Chitauli portarono via tutti questi grandi poteri dagli esseri umani e diedero loro un nuovo potere: quello della parola.

Ma gli umani scoprirono, con orrore, che il potere della parola divideva gli esseri umani, anzichè unirli, perchè i Chitauli astutamente crearono lingue diverse e crearono grandi litigi tra le persone. I Chitauli fecero anche una cosa che non era mia stata fatta prima: diedero agli umani delle persone che li governassero e dissero, “Questi sono i vostri re, questi sono i vostri capi”. Hanno in loro il nostro sangue. Sono i nostri bambini e dovete ascoltare queste persone perchè parleranno per nostro ordine. Se non lo farete, vi puniremo terribilmente.”


Prima della venuta dei Chitauli, prima della venuta delle creature Imbulu, gli esseri umani erano spiritualmente uno. Ma quando arrivarono i Chitauli, gli umani si divisero sia spiritualmente che linguisticamente.

E i Chitauli diedero agli umani anche strani sentimenti: gli umani cominciarono a sentirsi insicuri, e cominciarono a costruire villaggi con recinzioni molto forti e con del legno intorno. Cominciarono a costruire Paesi, in altre parole cominciarono a costruire tribù e territori tribali, con confini che difesero contro qualsiasi nemico. Gli esseri umani diventarono ambiziosi, avidi, vollero diventare ricchi in termini di bestiame e conchiglie ed un’altra cosa che i Chitauli costrinsero gli umani a fare fu di farli scavare dentro la terra. I Chitauli attivarono le donne umane e le fecero scoprire minerali e metalli di certi tipi. Le donne scoprirono il rame; le donne scoprirono l’oro; le donne scoprirono l’argento. E furono guidate dai Chitauli nel creare delle leghe con questi metalli e a crearne di nuovi che non erano mai esistiti prima in natura, come il bronzo e l’ottone ed altri. Ora, i Chitauli, rimossero anche successivamente la sacra pioggia che portava la foschia dal cielo e per la prima volta dalla creazione, gli esseri umani guardarono verso il cielo e videro le stelle e i Chitauli dissero agli esseri umani che avevano sbagliato a credere che Dio abitasse sotto la Terra. “Da ora in poi,” dissero i Chitauli ai popoli della Terra “le persone della Terra devono credere che Dio sia in Cielo e devono fare qui sulla Terra cose che fanno piacere al Dio che è nel Cielo”.

Vede, originariamente, gli esseri umani hanno creduto che Dio fosse sottoterra, che fosse una grande madre che dimorasse sotto la Terra perchè vedevano tutte le cose verdi crescere da sotto la terra: l’erba, gli alberi crescevano da sotto la terra, quindi le persone avevano creduto che i morti vanno sottoterra. Ma quando i Chitauli portarono gli occhi umani verso il cielo, le persone cominciarono a credere che Dio fosse in Cielo e che coloro che muoiono, da questa Terra non vanno sottoterra ma in cielo.

Ora sir, un’altra cosa che i Chitauli dissero alla nostra gente, cosi si dice, è che noi esseri umani siamo qui sulla terra per cambiare la Terra e renderla adatta perchè “Dio” un giorno scenda e vi abiti. E si dice che coloro che lavorano per cambiare questa terra e renderla sicura per il dio serpente, il Chitauli, perchè vi giunga e vi dimori, saranno ricompensati con grande potere e ricchezza.

Sir, come ho osservato in anni di studio, in anni di iniziazioni ai misteri di shamanesimo, saggezza e conoscenza africani, mi sono trovato a pormi il quesito perchè noi umani stiamo veramente distruggendo la Terra su cui viviamo. Stiamo facendo qualcosa che sta facendo solo un’altra specie di animali: l’elefante africano, che letteralmente distrugge ogni albero che trova dove dimora. Noi umani stiamo facendo esattamente questo.

Perchè gli umani sono spinti da insicurezza, avidità, bramosia di potere e trasformano la Terra in un deserto in cui alla fine nessun umano sarà in grado di vivere? Perché? Sebbene tutti siamo consapevoli dei terribili pericoli che ciò porterà con sé, perché striamo tagliando enormi parti di giungla in Africa?


Perchè mai stiamo eseguendo le istruzioni che i Chitauli hanno programmato in noi? Sebbene la mia mente si rifiuti di accettare questo la risposta è un terribile si, si, si..Tra le molte persone di saggezza che mi onorano della loro amicizia, c’è un uomo di grande conoscenza, che vive in Israele, il Dr. Sitchin (ora morto ndt). [si tratta del Dr. Zecharia Sitchin, autore di molti testi provocatori sull’interazione di genti extraterrestri con gli umani terrestri in ogni epoca antica.]

Secondo gli antichi testi scritti dai Sumeri, nelle terracotte, gli dei sono venuti dal cielo ed hanno costretto gli umani a lavorare per loro estraendo l’oro. Questa storia è confermata da leggende africane in tutta l’Africa, ovvero che gli dei sono arrivati dal cielo e ci hanno reso loro schiavi, in modo tale che non ci saremmo mai resi conto di esserlo.

Un’altra cosa che le nostre genti dicono, è che i Chitauli ci danno la caccia come avvoltoi. Allevano alcuni di noi, riempiono alcuni di noi con grande rabbia ed ambizione e rendono guerrieri queste persone che hanno allevato perchè facciano una terribile guerra.

Ma, alla fine, i Chitauli non permettono a questi grandi leaders, questi grandi capi di guerra e re, di morire in pace. Il capo guerriero è usato per fare guerra il più possibile, uccidere il più possibile la sua gente e quelli che lui chiama nemici ed alla fine il capo guerriero muore di una morte terribile con il suo sangue che viene riversato da altri. E questo fenomeno, l’ho visto ripetutamente nella storia della mia gente. Il nostro grande re Shaka Zulu, che combattè oltre 200 grandi guerre durante un regno di quasi 30 anni, fu poi macellato e morì di morte violenta. Morì distrutto perchè a causa della morte della madre, non aveva più il potere di vincere battaglie.

E, prima di Shaka Zulu, c’era un altro re che istruì Shaka a diventare il grande re che fu. Il nome di quel re fu Dingiswayo. Dingiswayo aveva combattuto grandi guerre cercando di unire le genti Zulù in un’unica tribù. Aveva visto i bianchi del Cape (Capo, una città ndt) e pensò che unendo la sua gente in una grande nazione sarebbe stato in grado di respingere la minaccia verso la sua gente, che vedeva che i bianchi costituivano.

Ma ciò che accadde fu che dopo aver vinto molte battaglie per unire molte, il re Dingiswayo fu improvvisamente colpito da una malattia all’occhio e lo rese quasi cieco. E nascose il segreto che non poteva più vedere. Ma quel terribile segreto fu scoperto da una donna, la regina di un’altra tribù, dal nome di Ntombazi. Ntombazi prese la sua ascia di Guerra e tagliò di colpo la testa a Dingiswayo, dopo averlo adescato nella sua capanna e avergli dato cibo e birra. C’è anche un fenomeno simile con grandi leaders bianchi: Napoleone, in Europa, che morì di una morte miserevole sull’isola solitaria nell’oceano atlantico; Hitler, di nuovo in Europa, che morì di una morte terribile sparandosi in bocca: ci viene detto che Attila degli Unni fu ucciso da una donna e molti altri grandi capi che hanno fatto una brutta fine dopo aver seminato altrettanta morte e miseria a più gente possibile.

Il re Shaka fu portato alla morte dal fratellastro che usò su di lui lo stesso tipo di lancia che lui aveva designato per uccidere le persone il prima possibile. E Giulio Cesare incontrò anch’egli un simile fato dopo che, come il nostro Shaka Zulu, aveva conquistato molte nazioni. Sempre l’eroe guerriero muore di una morte di cui non dovrebbe morire

Re Artù in Inghilterra fu ucciso dal figlio, assassinato dopo un lungo e coraggioso regno. Potrei continuare all’infinito. Ora, tutte queste cose, se le mette insieme, indicano che sia che le persone ridano di questo o meno, c’è un certo potere che guida noi umani verso il fiume oscuro dell’autodistruzione. E tanto prima molti di noi ne diventano consapevoli, meglio è. Forse potremmo essere in grado di gestirlo.

Sir, credo che queste creature siano ovunque sulla Terra e con rispetto, sir, anche se detesto parlare troppo di me, sono una persona che ha viaggiato in molte parti del mondo. Sono stato nel vostro paese, gli Stati Uniti, sir. Sono stato in Australia. Sono stato in Giappone, tra l’altro. E indipendentemente da dove sono stato, sir, ho trovato persone che mi dicevano delle creature come questa. Per esempio, nel 1997, ho visitato l’Australia, sir ed ho viaggiato molto per cercare di trovare i Neri di Australia, gli Aborigeni. E quando li ho trovati, mi hanno detto un numero di cose che mi hanno sorpreso moltissimo. Le stesse cose che avevo trovato in Giappone, le ho trovate a Taiwan. Ovunque dove ci siano ancora guaritori shamani e tradizionali, trovate queste storie incredibili. Ora, lasci che le dica sir, cosa ho trovato solo in Australia. Questo che gli Aborigeni australiani, che chiamano se stessi Coorie, che significa “la nostra gente”: i Coorie d’Australia credono in un grande dio creatore chiamato Byamie, sir.

Uno shamano Coorie, per la verità molti di loro, mi fecero un disegno di questo Byamie ed uno di loro mi mostrò una pittura rupestre che rappresentava questo strano dio creatore che venne dalle stelle. E quando mi misero davanti il loro disegno, quello che mi mostrarono era un Chitauli. Lo riconobbi dalla mia iniziazione africana. Aveva una testa grande, grandi occhi, che venivano enfatizzati dall’artista. Non aveva bocca ed aveva lunghe braccia e gambe incredibilmente lunghe Sir, questa era un tipica descrizione di un Chitauli che io conoscevo dalla mia gente in Africa.

Mi sono chiesto “Perchè?” Sono qui in un paese a molte miglia di distanza dall’Africa e qui sto vedendo un essere noto ai Biamai o Bimi, che è una creatura che a me, l’africano, è famigliare. Tra i Nativi Americani, sir, ho per esempio trovato, tra certe tribù in America, come gli Hopi per esempio e tra coloro che stanno in un edificio che chiamano un pueblo, ho trovato che questa gente ha ciò che chiamiamo creature Katchina, dove le persone indossano maschere e si travestono come certe creature.

Ed alcuni di questi Katchina sono molto molto alti, con una enorme testa tonda. Esattamente come abbiamo in Africa. Ho trovato creature simili in America. In Africa chiamiamo queste creature Egwugwu, o con un altro nome: Chinyawu. I Katchina dei Nativi Americani e i Chinyawu della nostra gente sono esseri identici.

Ora perchè è cosi? Quando I Nativi Americani e gli Africani erano in contatto tra loro? Quando? Questo è uno dei più grandi misteri di tutti i tempi, sir. E’ una delle molte cose che ho trovato in tutto in giro per il mondo che mi hanno lasciato totalmente sbalordito.

Simili creature ESISTONO e quanto prima gli scettici tra noi guardano in faccia questo fatto, tanto meglio sarà. Perché l’umanità non fa progressi? Perché giriamo intorno in un grande cerchio di autodistruzione e reciproca distruzione?

Le persone alla base sono buone; io credo in questo. Le persone non vogliono iniziare guerre. Le persone non vogliono distruggere il mondo in cui sono, ma ci sono creature, o c’è un potere che guida noi esseri umani verso l’auto annientamento. E tanto prima ce ne rendiamo conto, tanto meglio”.

(fine prima parte)

fonte originale: http://www.2012.com.au/Credo.html – 

traduzione: Cristina Bassi

Postfazione:

Qualche anno fa Credo, ha subito un ictus ma è stato miracolosamente rimesso in sesto da un guaritore tedesco. Qui il link alle immagini dell’evento in diretta.

Agli inizi del 2010, Credo veniva tempestato di telefonate da un tipo che affermava di essere di un gruppo di giovani Zulù. La ragione del contatto incessante era il suo “tradimento della nazione Zulù” per aver parlato cosi tanto ai Bianchi. Esasperato, Credo prese sulle spalle la sua “collana dei misteri (”la “collana della conoscenza segreta”, tramandata da generazioni e generazioni) e prese il treno per andare nello Swaziland e confrontarsi con questa gente. Quando arrivò là, fu assalito e torturato. Cominciarono a strappargli le unghie delle mani con le pinze. Gli rubarono la collana poi fu rimesso sul treno verso casa. Sullo sfondo tra questi torturatori Credo vide un Bianco che non riuscì a riconoscere, ma che dice (nel video citato sotto) era il più eccitato e avido di avere la collana.

Siti utili in inglese:
La seconda parte, sintetizzata, di una lunga intervista (che ho tradotto nel 2011), di R. Martin a Credo Mutwa, il Grande Anziano e Sciamano Zulu’. “Dio esiste, sir. Ma tra noi e Dio ci sono creature che rivendicano di essere dei”.

Credo Mutwa, il più Grande Segreto: la guerra tra la luce e l’oscurita’

AVVISO
In questa intervista ci sono moltissime informazioni che possono rappresentare una sfida per la mente del lettore. C’è persino la descrizione di una città sotterranea in Africa, che potrebbe essere l’origine dei miti o delle storie sull’inferno. Per favore non continuate se siete molto legati ad un sistema di credo. Ricordate che non c’è nulla da temere.
La vita è eterna ed ogni cosa non è che una esperienza sulla via verso l’illuminazione.
Come dice David Icke: “nonostante alcune di queste informazioni, è un tempo meraviglioso per essere vivi”

Fonte originale: http://www.2012.com.au/Credo.html– traduzione Cristina Bassi

la prima parte qui
tutto il pdf della intervista qui.

(…) Credo Mutwa: 

Guardi per favore, sir. Chiunque studi l’umanità con amore, con comprensione e cura, riconosce che c’è un Dio luminoso che lotta per nascere in ognuno di noi. Cerchiamo di contrattaccare, anche se molti non ne sono consapevoli.

Sviluppiamo l’attitudine di voler proteggere il nostro pianeta, al di là di chi e cosa siamo. Ci sono capi in Africa che ti multano molto pesantemente se ti vedono distruggere un albero senza motivo. Questa cosa era frequente in passato, ma è scomparsa con la venuta del Bianco, ma ora sta ritornando.

L’essere umano sta diventando, sta lottando per diventare un essere più evoluto, rispettoso e amorevole e gli alieni non lo accettano passivamente.

Stanno facendo in modo che ci ammazziamo ancora l’un l’altro. E sono preoccupato per ciò che sta per accadere. Sir, posso mostrarle molte cose strane che le genti d’Africa fecero per proteggersi contro i Grigi alieni. Le cose che la nostra gente fece non furono conseguenza della superstizione, ma di una terribile esperienza personale.

Un giorno spero di poter condividere con lei, sir, la storia di come sono stato “preso”, come diciamo. Crediamo, sir, che i Mantindane (“il tormentatore”), i Grigi, siano veramente servitori del Chitauli. Questo a differenza di cosa pensano i Bianchi – molti Bianchi pensano la cosa sbagliata, sir- ovvero che i Mantindane stiano facendo con noi esperimenti. NO. Ripeto, non li fanno. Chiunque sia passato per l’inferno di questi esseri, le dirà che non c’è nulla di sperimentale in ciò che fanno. C’è una gelida, insensibile determinazione e non fanno ciò che fanno a noi per se stessi, ma per creature più grandi di loro.

Martin:
Dunque, si dice che – e credo sia vero- c’è una guerra – per mancanza di una migliore definizione - tra la luce e la oscurità, tra il Bene il Male su questo pianeta.

Credo Mutwa: Si. Si, sir. Si, sir. Si.
Martin: E c’è certamente un Dio nel Suo Universo. Un Dio di Luce e di Giustizia.
Credo Mutwa: Si, sir.
Martin: Come vede la sua cultura, come vede lei l’intervento di Dio attraverso i suoi rappresentanti? In tutte le cose deve esserci un equilibrio e questo incluso sul pianeta Terra, come sopra così sotto. Come la vede lei – poiché molti lettori possono leggere tutto questo e ciò suona molto spaventoso e molto impotente o quasi e tuttavia c’è certamente speranza. Cosi vorrei terminare questa intervista con un messaggio di speranza.

Credo Mutwa: Si. Per favore sir, C’E’ speranza! Guardi, prima di tutto C’è un Dio sopra di noi. E questo Dio è più reale di quanto molti credano. Dio non è un parto della fantasia di qualcuno. Dio non è qualcosa di sognato da qualche vecchio in tempi preistorici.

Dio esiste, sir. Ma tra noi e Dio ci sono creature che rivendicano di essere dei. E di queste creature ci dobbiamo disfare per poterci avvicinare a Dio. Sir, io ho vissuto una vita molto lunga e molto strana e posso dirle che c’è Dio e che interviene. Tuttavia vediamo questo intervento come lento. Ma aspetta: chi l’ avrebbe mai pensato: meno di 30 anni fa, a nessuno fregava dell’ambiente. Chi ha messo in noi improvvisamente queste divinità? Oggi, sir, ovunque nel mondo le persone si alzano in piedi e combattono per i diritti delle donne e dei bambini. Chi ha messo queste idee nelle nostre teste? Non il Chitauli, non una entità demoniaca, ma Dio che agisce nell’ombra e ci rende forti ed in grado di resistere a queste orribili creature.

Vede, sir, ai nostri occhi, Dio sembra lavori lentamente perchè Dio vive in una sfera di tempo totalmente differente dalla nostra. Dio c’è e sta lavorando. Ed è Dio, sir, che per la prima volta nella nostra esistenza, ci sta rendendo consapevoli di queste cose; ci sta rendendo consapevoli che in questo mondo non siamo soli e che noi soli, solo noi, siamo responsabili delle nostre azioni e che dobbiamo neutralizzare questi esseri alieni che ci hanno menato in cerchio per anni..

Gli esseri umani non hanno mai conosciuto un vero progresso, sir, perché ci sono state forze che ci hanno impedito di raggiungere la nostra giusta posizione nell’universo. Intendo i Chitauli, i Mantindane, i Midzimu.

Dobbiamo smettere di considerare queste creature come creature super-umane. Sono semplicemente dei parassiti che hanno bisogno di noi più che noi di loro. E solo uno stupido negherebbe il fatto che non siamo la sola specie intelligente di esseri che questo pianeta ha prodotto. In tutta l’Africa c’è abbondante prova che un tempo c’erano esseri umani giganti che camminavano su questo pianeta, ai tempi dei dinosauri.

Ci sono impronte nel granito, lunghe 6 piedi e larghe 3, impronte di esseri umani maturi, sir, che risalgono a migliaia di anni fa, milioni di anni fa. Dove sono andati questi giganti?

Chissà i dinosauri potrebbero aver prodotto una razza intelligente, una razza che ci inganna nel farci credere che viene dalle stelle, mentre invece è parte di questo pianeta su cui vive.

C’è speranza e questa speranza è molto luminosa. Il bambino-Cristo è nato in ognuno di noi ma come tutte le morti, la morte del Bambino-Luce (la morte del vecchio sè prima della trasformazione nell’“essere Cristo”) sta per essere accompagnata da grande pericolo, poiché il nemico sta per essere portato alla disperazione. Il nemico farà errori e noi lo conquisteremo nel sacro nome di Dio. Questo è ciò in cui io credo, sir. E questo è ciò che continuerò a pensare fino al mio ultimo respiro.

Martin: E qui è il modo più perfetto per concludere, su questo pensiero. Ora mi lasci dire semplicemente, solo per lei, che dal 1974, ho visto molte, molte, molte navi spaziali da vicino (sebbene non da dentro e non per essere stato rapito). Nelle montagne dell’Oregon meridionale ho fatto l’esperienza delle orme di Bigfoot…
Credo Mutwa: Ah-hah!
Martin:…presso un fiume, mentre stavo facendo campeggio ho sentito il Bigfoot nelle montagne di notte. Ho sentito le loro grida….
Credo Mutwa: Ya-ya! You see?
Martin:…da una montagna all’altra. Queste sono le cose di cui ho fatto esperienza. So che queste cose sono vere.

Credo Mutwa: Si, sir. Quindi sto parlando ad un compagno guerriero e dico, “Ce la faremo”, come Marines americani erano soliti dire durante la Seconda Guerra Mondiale..
Martin: Si e durante la Guerra del Vietnam.

Credo Mutwa: Ce la faremo, ce la faremo ma gli scettici devono smettere di ridere e gli stupidi smettere di chiamare questi alieni, Dio. C’è un SOLO Dio e Lui o Lei è l’UNO che ci ha creato e non qualche impostore che è arrivato da qualche parte per nascondersi dietro di noi e bere il sangue dei nostri figli. Amen, sir.

Martin: Si, assolutamente giusto. Credo, per favore sappia che ho profondamente apprezzato ciò che ha fatto e il coraggio di parlare francamente. E’ passato il tempo in cui tenere per sé queste cose. E’ tempo di dire la VERITA’ e per quelli che non credono e pensano che non ci sono possibilità.. beh male.

Credo Mutwa: Esatto ed anche mettere davanti alle persone il fatto che non c’è ragione di avere paura di niente. Se partiamo dal presupposto di rendere disponibile l’informazione che dovrebbe essere disponibile ad ogni singola persona su questo rigoglioso pianeta, perché cavolo stanno cercando di minacciarvi per tenervi quieti?

E’ così ridicolo. Basta assassinare e rendere ridicole le persone e distruggerle sfornando paura. Questa è la prospettiva da cui vengo e sono certo anche quella di David [Icke], ed ovviamente anche la sua. Non ho più paura. E’ tempo di parlare e di acquisire una consapevolezza, globale e comune e metterla in prima linea. Grazie, ho veramente apprezzato.

Martin: Assolutamente giusto. Grazie.









I "rettiliani" a Porto Badisco





Mercoledì 3 gennaio 2006 moriva all'età di 68 anni Isidoro Mattioli, uno dei protagonisti di un misterioso caso UFO verificatosi in Puglia, nei pressi di Porto Badisco, nel salento. Mattioli, un appassionato speleologo leccese, visse un’incredibile avventura negli anni Settanta, allorché stava esplorando alcuni cunicoli nei pressi della Grotta dei Cervi; là ebbe modo di udire uno strano rumore di sassi che rotolavano ed un misterioso suono di tamburi provenire dagli impenetrabili cunicoli. Spaventato, l’uomo decise di abbandonare l’escursione ma, nell'estate del 1985, Mattioli si decise infine ad organizzare un'altra spedizione; i fenomeni, neanche a dirlo, si ripeterono: l’uomo, oltre ad udire nuovamente quegli strani rumori ed il tam-tam dei tamburi, ebbe anche modo di intravedere una figura umanoide di circa 80 cm di altezza e due luci rosse, come due occhi infuocati.

La notizia rimbalzò sui giornali locali che ancora oggi, a distanza di anni, di tanto in tanto i media tornano sulla misteriosa vicenda. L’aspetto che rende ancor più intrigante la vicenda è che la grotta di Porto Badisco, di cui parlò negli anni Settanta anche il celebre Peter Kolosimo, è coperta di incisioni preistoriche che mostrano strane figure nelle quali non pochi hanno visto rappresentazioni di UFO ed extraterrestri.

Sia come sia, nessuno ha mai saputo dare una spiegazione soddisfacente dell'accaduto ed ora che Isidoro Mattioli ha portato per sempre con sé questo segreto, tutte le residue speranze di risolvere questo caso sono riposte nel progettato programma di esplorazione della Grotta dei Cervi con sonde automatiche. Non è un segreto, invece, che diversi speleologi abbiano percepito le stesse sensazioni di Mattioli, calandosi nel livelli sotterranei più profondi, in diverse parti d’Italia. Uno speleologo milanese, degno della massima fiducia, ci ha confidato dietro le quinte di aver potuto accedere ai livelli più profondi delle gallerie che percorrono la rete sotterranea di Milano (dunque, al di sotto delle fogne e dei viadotti della metropolitana), imbattendosi in tunnel molto più antichi, nei quali l’uomo dice di avere visualizzato delle strane entità, dall’aspetto particolarmente malvagio. La "leggenda", se ti tale si tratta, è che sarebbero i controversi "rettiliani" della letteratura ufologica. Io non so dare una risposta. Quale sia la causa di queste visioni, la mancanza di ossigeno o la reale presenza di creature evidentemente non fisiche, non è ancora dato di saperlo.

UFO E ALIENI NEL RINASCIMENTO ITALIANO

O Raffaello non sapeva disegnare i fulmini, oppure nei suoi dipinti voleva dirci qualcosa


Giordano Bruno restò fermamente convinto che i mondi sono infiniti e che non siamo soli nell’universo anche mentre il suo corpo bruciava e il fumo nero lo soffocava. L’abiura di quella grave certezza gli avrebbe salvato la vita, ma lui scelse il fuoco. Le sue ceneri furono gettate nel Tevere e oggi si sono dissolte nel mare da un bel pezzo. Qualcuno però ha interpretato il pensiero del filosofo in maniera un po’ troppo radicale, arrivando alla conclusione che nel Medioevo e nel Rinascimento l’avvistamento di UFO e di presenze extraterrestri fosse abitudine ricorrente. Le prove? Le opere d’arte di quell’epoca sarebbero zeppe di indizi e di tracce aliene.

Questo filone di ricerca pseudoscientifica rientra in una macrodisciplina detta criptoarcheologia o archeologia misteriosa, la quale interpreta reperti archeologici e più in generale opere antiche con metodi non scientifici, affidandosi ad associazioni e conclusioni alternative. Dunque Raffaello e altri avrebbero visto oggetti incomprensibili o avrebbero saputo di misteri inquietanti, per poi riportarli nei loro dipinti. Queste rappresentazioni controverse e apparentemente oscure sono sparse nei musei e nelle chiese di tutta Europa e una piccola percentuale la si può scovare anche in Italia. Questa estate quindi si può facilmente tracciare un viaggio tra i seguenti itinerari per fare il primo vero tour del paranormale nel Rinascimento italiano.

UFO e madonne

Madonna con bambino e San Giovannino – autore incerto (fine ‘400), Firenze, Palazzo Vecchio


Madonna con bambino e San Giovannino – autore incerto (fine ‘400), Firenze, Palazzo Vecchio

Quello che ci interessa di questo dipinto appare qualche chilometro dietro la veste blu scura della Vergine. Su una scogliera ripida e rocciosa un pastore e il suo cane guardano qualcosa nel cielo. Il dettaglio della scena è suggestivo; l’uomo scherma la luce con la mano puntando il volto verso l’alto e la bestia, resa con pochi semplici tratti, è chiaramente eccitata e uggiolante, con le orecchie appiattite e la bocca che ansima. Sopra di loro c’è un disco luminoso che galleggia nel cielo. Chi non è abituato a interpretare i simbolismi arcaici che andavano rispettati nella Firenze di Savonarola può rimanere legittimamente di sasso, infatti quest’opera custodita nella sala di Ercole del Palazzo della Signoria è universalmente conosciuta come «Madonna dell’UFO», un punto di riferimento per i complottisti di tutto il mondo. Andando a consultare il Vangelo di Luca però possiamo farci un’idea più razionale di quello che sta accadendo nel quadro. L’evangelista scrive: «C’erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l’angelo disse loro: “Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo”». Era appena nato Gesù, evidentemente.

Quella nube dorata appare in moltissime altre rappresentazioni del genere, a volte accompagnata dalla presenza di un angelo, altre volte, come in questo caso, spoglia e isolata come un globo luminoso. La forza di questo dipinto è nel suo mood realistico e misterico, con l’avvistamento spostato sul fondale, quasi nascosto a un primo sguardo, con la solitudine del pastore e del suo cane con i quali entriamo subito in empatia. L’oggetto sospeso nel cielo ci turba perché è muto e apparentemente incomprensibile. A un uomo di seicento anni fa avrebbe probabilmente trasmesso il Mistero della Fede; a noi arriva filtrato da secoli di cultura pop, che lo incoronano subito come un inno al paranormale.

Gesù tornerà sulle nubi del cielo.....

Independence Day


Fondazione di Santa Maria Maggiore – Masolino da Panicale (1423-1428), Napoli, Museo nazionale di Capodimonte

Fondazione di Santa Maria Maggiore – Masolino da Panicale (1423-1428), Napoli, Museo nazionale di Capodimonte

Questa pala d’altare ha messo in allarme gli ufologi di tutto il mondo fin dai primi anni Settanta per due motivi molto precisi. Il primo riguarda la forma e la disposizione delle nuvole nel cielo. La stilizzazione e il tentativo di dare una prospettiva a questi oggetti non è esattamente realistico e ha portato molti osservatori a fantasticare su un esercito di dischi volanti pronto alla colonizzazione del pianeta, guidati da due figure che a questo punto perdono ogni caratteristica umana. L’altra questione che fa infuocare i dietrologi è la tradizione a cui fa riferimento l’opera che narra di una sorprendente nevicata avvenuta il 5 agosto del 352 d.C., la quale avrebbe disegnato i contorni della basilica di Santa Maria Maggiore, indicando ai fedeli dove gettare le fondamenta. La teoria del complotto a questo punto unisce i puntini e spiega questo miracolo come voluto da esseri che non appartengono a questo mondo (inteso come pianeta).

Nella tavola vediamo Papa Liberio che si appresta a scavare il solco per la prossima costruzione della basilica, mentre una folla di astanti lo osserva all’opera. Tutti tranne una donna vestita di rosso che fissa il cielo senza espressione. Vista da questa prospettiva quest’opera non può non ricordare la locandina di Independence Day, con l’enorme astronave che si avvicina dalle profondità del cielo e un fascio di luce che scende sulla città inconsapevole. Nel film di Emmerich però le chiese non vennero costruite ma disintegrate.

Nuvole from Outer Space


Esaltazione della Croce – Piero della Francesca (1458-1466), Arezzo, basilica di San Francesco

Esaltazione della Croce – Piero della Francesca (1458-1466), Arezzo, basilica di San Francesco

Ho scoperto che la pittura rinascimentale è studiata a fondo da chi sostiene l’esistenza delle scie chimiche per capire che forma avessero le nuvole in antichità. In un periodo in cui, secondo chi crede in questa teoria, il mondo era ancora al sicuro dai tentativi di condizionamento psicologico tramite agenti psicoattivi propagati nell’atmosfera. L’unico pittore a turbare un po’ gli animi e a generare dubbi è Piero della Francesca. L’artista toscano non rappresentava le famose strisce bianche nel cielo, ma un tipo di nube comunque molto particolare, allungata ai lati e rotonda nella parte centrale, che tecnicamente potrebbe essere categorizzata come nube lenticolare. La possiamo vedere sempre uguale in tante sue celebri opere, come nella Flagellazione di Cristo o nella Resurrezione. La forma di questa nuvola incuriosisce da sempre studiosi e appassionati, ma soprattutto mette l’acquolina in bocca agli ufologi, perché in effetti somiglia alla classica iconografia dell’UFO.

In quest’opera custodita ad Arezzo troviamo la massima espressione di questo effetto. Mentre la croce dove è morto Cristo viene riportata a Gerusalemme per iniziare l’adorazione, sopra gli alberi e le torri sembra aspettare in parziale occultamento una flotta di astronavi aliene. L’imperatore Eraclio solleva il simbolo della passione del Messia e con un po’ di fantasia pare voler scacciare gli invasori.

Dita aliene


Sposalizio della Vergine – Raffaello (1504), Milano, Pinacoteca di Brera

Sposalizio della Vergine – Raffaello (1504), Milano, Pinacoteca di Brera

Per accedere al mistero che si nasconde dietro questo capolavoro di Raffaello bisogna necessariamente fare un ripasso delle famiglie extraterrestri riconosciute dagli ufologi. Gli alieni detti «grigi» provengono dal sistema stellare binario Zeta Reticuli, sono piccoli, glabri, hanno la testa grande e gli occhi enormi completamente neri. Gli alieni detti «rettiliani» provengono dalla costellazione del Dragone, sono una specie umanoide per metà rettile e si sono mischiati alla razza umana per dominarla in segreto fin dagli albori delle civiltà terrestri. Gli ultimi sono meno famosi e sono detti «pleiadiani» o «nordici», sono alti e dalle fattezze angeliche e sono indistinguibili dagli umani se non per il fatto che hanno 6 dita invece di 5.

Quest’ultima nozione è quella che ci interessa, perché andando a guardare il piede di Giuseppe, che nell’opera è rappresentato frontalmente, vediamo chiaramente un mignolo biforcato in due piccole estremità. Giuseppe è stato rappresentato con 6 dita nel piede. Perché? Andando a vedere lo Sposalizio della Vergine del Perugino, che fu di enorme ispirazione per questo dipinto, notiamo la stessa cosa nel piede sinistro della donna scalza accanto a Maria. Il tema dell’esadattilia (6 dita per l’appunto) non è così raro nella pittura religiosa, possiamo vederlo persino nel piedino di Gesù nella Madonna di Casa Santi, sempre di Raffaello, a Urbino.


Per gli ufologi questo tipo di caratterizzazione nascosta dei personaggi indicherebbe la consapevolezza per i maestri dell’epoca della non-umanità di quelle figure, poiché nascere con 6 dita non può essere semplicemente una malformazione (l’evoluzione l’avrebbe eliminata, secondo loro), ma sarebbe la prova di un intervento alieno nei nostri geni. L’altra spiegazione è invece che l’esadattilia, anomalia genetica congenita non così rara, fosse considerata segno di unicità e nobiltà, e in alcuni casi di vicinanza al demonio, come lascia intendere la Bibbia nel Secondo Libro di Samuele (21,20). Hannibal Lecter è affetto da polidattilia per intenderci.

Invasione extraterrestre a Foligno

Madonna di Foligno – Raffaello (1511-1512), Roma, Pinacoteca Vaticana


Madonna di Foligno – Raffaello (1511-1512), Roma, Pinacoteca Vaticana

Un boato assordante squarcia la notte tranquilla e fresca di Foligno. Il frastuono è talmente potente e inaspettato che tutti escono in strada pallidi e stravolti. Qualcosa ha colpito l’abitazione di Sigismondo de’ Conti, un uomo molto importante che in quel momento è il segretario di papa Giulio II. Ma cosa diavolo è stato? Qualcuno dice lo scoppio di una bombarda, cioè sostanzialmente una cannonata, altri diranno un fulmine globulare oppure una meteora. Forse una cometa? Sicuramente qualcosa è caduto dal cielo. In ogni caso il palazzo di Sigismondo è miracolosamente intatto, forse è stato solo sfiorato dall’oggetto volante. La prima cosa di cui si preoccupa il segretario, naturalmente, è di ringraziare la Madonna di Foligno, commissionando un’opera a questo ventottenne molto capace che risponde al nome di Raffaello Sanzio.

Come vedete il pittore compone la scena con la Madonna in alto e al centro, avvolta dalle nuvole che salendo prendono la forma di angeli. Sulla sinistra mette San Giovanni Battista e San Francesco, mentre a destra San Girolamo e Sigismondo, vestito di tutto punto e in ginocchio. Se guardate bene, in mezzo alla cerchia dei personaggi e sopra il volto innocente del putto in primo piano, c’è una piccola traccia arancione che sbuca dalle nuvole diretta sul tetto di una costruzione. È proprio la fotografia dell’episodio, una frazione di secondo prima dell’esplosione. Raffaello rappresenta il misterioso oggetto come una sorta di sfera infuocata che scende in picchiata dalle nubi, al di sotto di un grande arco luminoso che presumibilmente rappresenta l’influenza protettiva della Vergine sulla cittadina. Sul sito della Pinacoteca Vaticana c’è scritto che si tratta di un fulmine, ma a me non sembra ci assomigli neanche lontanamente… O forse vogliamo dire che Raffaello non sapeva disegnare i fulmini?


Satelliti seicenteschi


Esaltazione dell’Eucarestia – Ventura Salimbeni (1600), Montalcino, Chiesa di San Lorenzo in San Pietro

Il 4 gennaio del 1958 il primo satellite mai mandato in orbita intorno alla Terra brucia gloriosamente nell’atmosfera, dopo 70 milioni di chilometri percorsi. Oggi una replica dello Sputnik è osservabile al National Museum of the United States Air Force di Dayton (ironica localizzazione). Questo primo satellite sovietico era una sfera di alluminio di 58 centimetri, contenente due trasmittenti, due batterie e un termometro. Da questo globo partivano quattro antenne di 2 metri e mezzo. Per intenderci era più o meno uguale all’oggetto che sta tra Dio e Gesù in quest’opera di oltre tre secoli prima.

Capite con i vostri occhi l’impressione che fa questa immagine a una persona vissuta dopo la guerra fredda. La superficie sembra sferzata dalle tipiche screziature opache del metallo, con linee verticali e orizzontali che fanno pensare a delle saldature. In basso a sinistra c’è una parte nera che sembra fuoriuscire come una sorta di capsula di chiusura e infine, in alto, le due antenne, perfettamente posizionate. Anche qui per non cadere nella trappola dell’Ufo bisogna approfondire le simbologie religiose dell’epoca. Quasi tutte le rappresentazioni della Trinità sono affiancate dal «Globo del creato» o «Sfera celeste» che rappresenta il potere divino su tutto ciò che esiste. Il Padre e il Figlio impugnano rispettivamente due scettri; sul globo sono accennate le fasce zodiacali che dividono la sfera in tre parti e al suo interno sono rappresentati il sole (in alto) e la luna (in basso a sinistra). Insomma mi dispiace ma Dio e Gesù non controllano un satellite: controllano l’universo.


Rettiliani, i vicini della porta accanto


RETTILIANI: EVIDENZE STORICO-SCIENTIFICHE DELLA LORO ESISTENZA TRA NOI 

I rettiliani sono sulla terra - La storia di Credo Mutwa - ALIENI


Secondo la Bibbia Adamo ed Eva coabitavano nell'Eden con un'altra specie più o meno antropomorfa che poi, dopo la condanna divina, fu condannata a "strisciare in terra" come i serpenti. Creature che, secondo l'esegesi del caso, hanno iniziato la specie umana alla conoscenza


L’umanità sembra convivere sullo stesso pianeta, dall’antico Eden ad oggi, con un’altra specie misteriosa, più antica, intelligente e più evoluta dell'uomo. Le teorie del complotto rettiliano dell’epoca moderna. Le facoltà mutaforma dei rettiliani e il caso inaspettato della tradizione cristica

di Giancarlo Barbadoro


Il mistero dei rettiliani

Leggendo la narrazione biblica del mito dell’antico Eden, contenuta nei versetti nel libro della Genesi, si evince facilmente che Adamo ed Eva non erano i soli inquilini del “Paradiso Terrestre”, ma che con loro coabitava un’altra specie creata dagli Elohim, nome ebraico che ha il significato plurale di "dèi" e che secondo la tradizione druidica corrisponde alla figura di Fetonte.

La tradizione biblica riporta infatti che i nostri progenitori a un certo punto incontrarono una creatura con le sembianze di un serpente che li iniziò alla conoscenza, contraddicendo, secondo l’interpretazione ebraica, il volere dei loro creatori.

Un serpente ben strano, visto che doveva possedere gambe e braccia come Adamo ed Eva in quanto avrebbe perso, sempre secondo la Bibbia, questa caratteristica solo dopo che gli Elohim l’avrebbero punito per l’aiuto dato agli esseri umani.

Si direbbe quindi che i nostri progenitori avessero coabitato nell’antico Eden, culla di molte delle specie viventi attuali, con creature rettiloidi che erano comparse sul pianeta molto tempo prima di loro.

Secondo i vari miti europei e aborigeni, al momento della grande catastrofe ambientale che milioni di anni fa sconvolse il pianeta con le sue glaciazioni, le creature rettiloidi e i progenitori dell’umanità abbandonarono insieme l’antica “Terra Imperitura”. I primi per rifugiarsi in grandi caverne sotterranee e i secondi per disperdersi su tutta la superficie del pianeta. Rimase nelle viscere della terra coperta dai ghiacci, sempre secondo le varie tradizioni, una esigua rappresentanza delle due specie a celebrare il ricordo dell’antico focolare.

Se così fosse realmente avvenuto, oggi non dovremmo avere la sola presenza sul pianeta degli esseri umani e delle altre specie animali conosciute, ma anche quella delle creature rettiloidi che in qualche modo convivrebbero con l’umanità condividendo la Terra.

La creatura rettiloide, alta sui tre metri, incontrata nel dicembre 1978 dal metronotte genovese Piero Zanfretta

Questo significa che dovremmo avere l’occasione di sentir parlare di creature rettiloidi nelle cronache del nostro tempo e attraverso le testimonianze degli antichi popoli.

E in effetti se sfogliamo le varie cronache del presente e del passato non mancano testimonianze dell’incontro con creature antropomorfe simili a dei grandi rettili. Ne parlano le cronistorie medievali e le testimonianze del nostro tempo date dai contadini del delta del Po, in Italia.

Un caso particolare è quello controverso di Piero Zanfretta, il metronotte di Genova che nel dicembre 1978 sarebbe stato testimone dell'incontro con una di queste creature. Stando al suo racconto e assecondando la veridicità della sua testimonianza, del resto supportata da fatti e da testimonianze di altre persone coinvolte nell'evento, si può ipotizzare con ragione che i rettiloidi possano essersi evoluti in maniera più avanzata del genere umano, da sempre ipotecato da guerre e da ideologie religiose, dimostrando di possedere esempi di tecnologia avanzatissima.


I rettiliani e le teorie della cospirazione

L’esperienza emblematica di Zanfretta apre a prospettive che vanno al di là del campo della “criptozoologia”. La sua vicenda dimostrerebbe che queste creature rettiloidi non solo esistono, ma sembrano essere in grado di possedere un’avanzata tecnologia che permette loro di fare ciò che vogliono senza essere contrastate dagli esseri umani.

E forse sta in questo fatto l’accanimento con cui molti studiosi, tra cui noti ufologi, hanno sottoposto Zanfretta a un linciaggio morale senza precedenti, messi di fronte ad una realtà scomoda che se fosse vera toglierebbe all’uomo il primato di creatura privilegiata da Dio e sconvolgerebbe la storia che conosciamo, come ci è stata raccontata sino ad ora. Se Zanfretta, come tanti altri, avesse parlato di aver incontrato i “piccoli grigi” sarebbe stato lasciato in pace e non avrebbe perso il lavoro, la famiglia e gli amici.

Del resto, non per nulla religioni come quella cattolica hanno demonizzato la figura del drago e quindi dei rettiloidi al fine di mantenere in piedi la loro primogenitura teologica basata su Adamo ed Eva.

Viene addirittura da pensare che possano essere questi stessi rettiloidi a lasciare di tanto in tanto un loro messaggio simbolico a testimonianza della loro presenza planetaria, tracciando nei campi di tutti i Paesi della Terra i misteriosi agroglifi noti come Cerchi nel Grano o Crop Circles. Quelli veri, realizzati con l'impiego di forti emissioni di microonde, nei campi di grano. Senza dimenticare gli inspiegabili fenomeni elettromagnetici che dal 2003 avvengono a Caronìa, in Sicilia, e persistono tuttora, anch’essi legati al fenomeno dei crop circles e definiti, alla conclusione dei lavori della Commissione di indagine promossa dal Governo Italiano, come una manifestazione di “forze aliene”.

Secondo una leggenda aborigena nelle viscere dell'Antartide dimorerebbe la “tribù segreta”, conosciuta anche come la “tribù scomparsa” o i “fratelli segreti”, che sarebbe la capostipite di tutte le altre tribù del continente australiano. La comunità sarebbe costituita da aborigeni e da creature rettiloidi dagli sgargianti piumaggi

Nel corso della fine del secolo, a seguito delle testimonianze sui rettiloidi, o rettiliani, sono nate alcune correnti culturali che, per dare loro un posto nella storia, propongono varie "teorie della cospirazione". Teorie che sostengono come queste creature, grazie alla loro abilità e alle loro conoscenze scientifiche, siano i veri padroni della Terra e gestiscano le redini dello scacchiere socioeconomico dell’intero pianeta.

Alcune di queste teorie si riferiscono ad una origine terrestre dei rettiliani, altre invece portano ad ipotizzare che queste creature provengano dallo spazio. Tutte le teorie della cospirazione sono comunque concordi nell'affermare che queste creature sarebbero in grado mutare la loro forma, tanto da assumere un aspetto antropomorfo, e quindi di potersi confondere tra gli esseri umani senza essere scoperte.

Una di queste teorie cospirazionistiche, la più attuale, cerca addirittura di far coesistere la presenza dei rettiliani con le recenti scoperte della scienza e le teorie fantascientifiche del film Matrix. Questa teoria moderna sull'esistenza e sul ruolo dei rettiliani porterebbe a spiegare la teoria dell'universo olografico, che vuole che l'universo non sia a tre dimensioni come lo percepiamo, bensì piatto a due dimensioni, come l'esito di una proiezione cerebrale che proprio i rettiliani indurrebbero negli individui con la loro tecnologia attivando una rappresentazione olografica cerebrale.


La teoria della cospirazione di John Rhodes

John Rhodes è un criptozoologo statunitense che dal 1990 ha sviluppato una sua specifica ricerca sul caso della manifestazione dei rettiliani.

Negli USA è molto conosciuto ed è autore di conferenze e di workshop sull’argomento dei rettiliani ed ha rilasciato numerose interviste e conferenze sui media nazionali e internazionali.

Una statuetta sumera che mostra un Anunnaki o Nefilim, creatura rettiloide citata dall'archeologo Zecharia Sitchin a seguito dei suoi studi sulla cultura sumera. Queste creature dall'aspetto rettiloide operavano anticamente sulla Terra a fianco degli Elohim celesti, la versione ebraica del mito di Fetonte, che diedero origine alla specie umana nell'Eden

La sua ipotesi comporta che i rettiliani avrebbero origine sulla Terra e sarebbero evoluti tecnologicamente, tanto da essere in grado di viaggiare nello spazio. Secondo la sua teoria, milioni di anni fa gli antenati degli attuali rettiloidi si sarebbero rifugiati in caverne sotterranee per sfuggire ai cataclismi ambientali sofferti dalla Terra, dentro alle quali avrebbero continuato a vivere e a evolversi sino ad oggi. I loro attuali discendenti possiederebbero la conoscenza di un’alta tecnologia non ancora sviluppata dall’umanità e starebbero intrattenendo rapporti segreti con enti militari e civili delle varie Nazioni della Terra.

Secondo John Rodhes i rettiliani sarebbero alti circa tre metri, come quello visto da Zanfretta, rivestiti di pelle squamata, con tre dita e pollice opponibile, senza ombelico, con grandi occhi neri e distanziati tra loro, con la testa allungata, la bocca sottile e alle volte con canini pronunciati, senza orecchie e con due creste ossee sul cranio come fossero delle corna. Sulla schiena si allungherebbe una coda dalle svariate misure.

I rettiloidi, sempre secondo John Rhodes, avrebbero creato la specie degli alieni conosciuti come “piccoli grigi”, quelli di Roswell, che si troverebbe ad essere una via di mezzo tra incroci genetici con umani e androidi intelligenti.

Nella cosmologia rettiliana di John Rhodes ci sarebbero diverse descrizioni dell'aspetto dei rettiloidi, che a seconda del colore della loro epidermide, rivestono varie posizioni nella scala gerarchica della loro specie.

John Rodhes è convinto che le creature rettiliane vivano attualmente in tre aree.

La prima area è quella dei rettiliani che vivrebbero sotto la superficie della Terra, in città e in villaggi situati in grandi caverne sotterranee esistenti sotto il suolo di regioni selvagge del pianeta o di alcuni grandi parchi statali, sia negli USA sia in altri Paesi.

A questa convinzione si può associare una leggenda degli Aborigeni australiani, relativa al Bunyip Park nello stato del Victoria in Australia. Essa narra dell'esistenza del “Bunyip”, una creatura rettiloide che vi abiterebbe e che difenderebbe il proprio habitat spaventando gli occasionali visitatori. In effetti in quest’area, molto bella e verdeggiante, stranamente non ci furono insediamenti dei colonizzatori europei e da allora è rimasta disabitata, tanto da essere destinata all’uso di parco nazionale. Un’altra leggenda Aborigena riguarda la “tribù segreta”, conosciuta anche come la “tribù scomparsa” o la comunità dei “fratelli segreti”, considerata come la capostipite di tutte le altre tribù del continente australiano. Questa tribù si nasconderebbe in una città sotterranea nel continente antartico, là dove la Chiesa e le Società iniziatiche medievali avevano collocato l’antico Eden. In questo modo questa tribù sarebbe riuscita a custodire gli antichi segreti del popolo Aborigeno e a garantire il loro ritorno alla libertà.

Il libro "cospirazionista" di David Icke. Secondo questo autore la Terra sarebbe controllata in gran segreto da creature rettiloidi che, essendo in grado di mutare la propria forma in quella umana, occuperebbero i posti chiave, economici e militari, del pianeta.


Sempre secondo le tradizioni aborigene questa comunità sarebbe costituita da creature rettili dagli sgargianti piumaggi e da aborigeni che convivrebbero pacificamente insieme. Parlerebbero una lingua segreta per impedire che la loro esistenza venga scoperta dai colonizzatori invasori e praticherebbero riti legati al mito del "serpente piumato" o "serpente arcobaleno". Gli ingressi che consentirebbero di raggiungere la città subantartica sarebbero mantenuti segreti e custoditi da pochi iniziati.

La seconda area della teoria di John Rodhes è quella che vede una parte di altri rettiliani dimorare su alcuni dei pianeti, e dei loro satelliti, del nostro sistema solare.

La terza area è quella dei rettiliani dislocati in altre dimensioni spaziotemporali a cui la loro elevata tecnologia consentirebbe di accedere.

Gli Anunnaki di Zecharia Sitchin

Zecharia Sitchin, nato a Baku in Azerbaijan nel 1922 e vissuto successivamente a New York, è stato uno scrittore azero autore di numerosi libri di divulgazione sulla cosiddetta archeologia misteriosa, ed è stato un sostenitore della "teoria degli antichi astronauti colonizzatori" come spiegazione dell'origine dell'uomo.

Nei suoi lavori attribuisce la creazione dell'antica cultura dei Sumeri ad una presunta razza aliena, detta Nefilim in ebraico o Anunnaki in sumero. Secondo la sua interpretazione rappresentava una specie rettiloide che proveniva, nella mitologia sumera, dal pianeta Nibiru, un ipotetico nono pianeta del sistema solare, dal periodo di rivoluzione di circa 3600 anni, presente nella mitologia babilonese. Sitchin afferma anche che in corrispondenza della fascia principale degli asteroidi del sistema solare si sarebbe trovato anticamente un pianeta che i Sumeri chiamavano Tiamat.

Zecharia Sitchin afferma di aver individuato in tavolette sumere che la razza aliena rettiloide degli Anunnaki avrebbe creato la razza umana come frutto di esperimenti di ibridazione genetica mischiando i propri geni con quelli dell'Homo Erectus, allo scopo di utilizzare gli uomini come schiavi nelle sue miniere in Africa.

Odino, il re degli dei Asi, celebrato dalla mitologia nordica come il trionfatore sul dominio dei giganti, era anch'esso di natura rettiloide e aveva la facoltà di mutare il suo aspetto a seconda del bisogno

Gli Anunnaki, da sempre, abiterebbero il pianeta Nibiru, trasformato in una specie di "nave spaziale", convivendo con le altre razze aliene.

Secondo Sitchin le tavolette su cui ha studiato attesterebbero che il popolo Sumero dalla "testa nera" sarebbe stato creato da questi esseri mescolando "l'essenza di vita" di "uomini e bestie".

L'esistenza di uomini serpente secondo Sitchin sarebbe provata dalla concezione di regalità e dal suo collegamento alla figura del drago, definita in Babilonia come 'Sir' o dragoni, ossia "grande serpente", dal sanscrito “sarpa,” parola che originariamente descriveva il grande "Dio-Dragone", creatore e governatore della antichissima cultura dravidica.

Alle teorie di Sitchin si è unito Sir Laurence Gardner, scrittore e esoterista inglese, secondo il quale esisterebbe una "Linea del Sangue dei Dragoni", la “Bloodline of the Holy Grail”, una variante dell’epopea del Sacro Graal in questo caso collocata nell'antica Mesopotamia e che avrebbe avuto inizio quando gli Anunnaki sarebbero discesi nella regione creando una linea di sangue reale attraverso le loro manipolazioni genetiche.


La teoria del complotto di David Icke

David Icke è certamente il più famoso dei divulgatori moderni della manifestazione dei rettiliani sul pianeta. Ex giornalista della BBC ed ex deputato verde inglese, è autore di molti libri a sfondo politico e si è fatto conoscere con il suo libro “The Biggest Secret: The Book That Will Change the World” pubblicato nel 1999 ha affrontato approfonditamente il tema dei rettiliani. A differenza di John Rodhes non si è limitato a un lavoro di criptozoologia, ma ha anche sviluppato una complessa teoria del complotto che prevede come i rettiliani siano in grado di dominare il mondo.

Quasi ventun anni dopo l’avventura dell’abduction subita e testimoniata da Piero Zanfretta, e sul filo di alcune leggende nordiche, Icke propone l’idea che i rettiliani siano creature alte tre metri, originarie della Terra e costituiscano i precursori della specie umana. Una specie sconosciuta alla storia che, giunta all’apice della sua evoluzione tecnologica e soggetta ad una estinzione di specie, avrebbe abbandonato il pianeta per cercare un riparo nello spazio in uno dei mondi del nostro sistema solare.

Ritornerebbero sulla Terra per fornirsi di vari beni e materiali che possono servire ai loro bisogni e per controllare, secondo l’autore, la specie umana anche a livelli di alta politica allo scopo di preservare l’accesso indisturbato delle risorse di materie prime che loro utilizzano.

Le leggende medievali del Piemonte citano spesso le "masche", streghe che avevano la facoltà di trasformarsi all'occorrenza in animali

Nel suo libro “Figli di Matrix” pubblicato nel 2001 ha sviluppato il tema dei rettiliani aggiungendo come il mondo occidentale sia occultamente dominato da una élite occulta, costituita in parte da rettiliani malvagi e in parte da umani corrotti, in grado di guidare gli Stati e i grandi organismi internazionali come ONU, la Banca Mondiale, le Banche centrali e ovviamente la stampa e le televisioni delle varie nazioni. Questa élite, dice Icke, sarebbe di indole satanista e pedofila, praticando sacrifici umani ed esprimendosi con simbologie esoteriche come i grandi attentati degli ultimi anni.

Per fortuna dell'umanità, secondo quanto l'autore è andato a correggersi negli ultimi tempi, esisterebbe anche una élite di rettiliani benevoli che sarebbero intenti a contrastare l'azione dei rettiliani malvagi.

L'ipotesi di David Icke è esplosa in maniera mediatica dal 1995 coinvolgendo migliaia di appassionati. Per la cronaca, Piero Zanfretta che denunciò la sua avventura nel 1978, all’epoca non poteva prevedere questa forte corrente mediatica futura e la constatazione a posteriori porta inevitabilmente a valutare la veridicità dell'avventura vissuta dal metronotte genovese. Un’avventura che in seguito ha travalicato ogni aspettativa e che tutto sommato, probabilmente, ha aperto la strada alle ipotesi sociopolitiche di Icke.

Le creature mutaforma tra scienza e leggenda

Rimane un interrogativo relativo alle proprietà mutaforma dei rettiliani come ha avanzato David Icke. Esistono per davvero rettiloidi che possono mutare la loro forma?

Possiamo ricordare come per molte delle divinità rettiloidi del passato, da Zeus a Odino, esisteva la credenza che fossero in grado di mutare la loro forma in quella di animali o di altre persone.

Ma l’idea della possibilità di mutare l’aspetto del corpo non è attribuibile solamente alle creature rettiliane di Icke.

In Piemonte esistono infatti le leggende popolari medievali delle “masche”, le streghe che erano ritenute in grado di mutare la loro forma trasformandola in varie tipologie di animali. Ma possiamo citare anche le leggende sui vampiri che erano ritenuti in grado di trasformarsi in animali di vario genere, compresi rettili volanti e pipistrelli.

Un polipo mutaforma fotografato dopo aver preso l'aspetto di roccia marina. La singolare specie venne rilevata dal biologo marino Mark D. Norman del Museo Victoria di Melbourne, Australia

Tuttavia, al di là delle leggende dobbiamo prendere atto che esistono concretamente delle creature in grado di mutare il loro aspetto e anche la loro forma. Come ad esempio i camaleonti, che mutano il colore della loro pelle a seconda dell’ambiente, gli insetti foglia che prendono il colore e la strutture di foglie e di rametti, oppure le lucertole che si fanno ricrescere la coda quando viene strappata via.

Esistono anche alcune nuove specie di cefalopodi, molluschi che sono notoriamente dotati della capacità di modificare la forma e il colore del loro corpo allo scopo di assumere l'aspetto di altre creature, ad esempio in forma di pesci o di formazioni rocciose.

Uno di questi molluschi è una specie di polipo mai osservato prima che manifesta elaborate capacità di trasformismo. Mark D. Norman del Museo Victoria di Melbourne, in Australia, ha dichiarato che le prime osservazioni di questa creatura risalgono ad alcune fotografie sottomarine, alcune delle quali rimangono ancora oggi aperte a numerose interpretazioni, tanto da dichiarare: "All'inizio sembrava aver preso la forma di un pianoforte, poi di un divano, quindi di una roccia e anche di un pesce".

Il polipo mutaforma, è una scoperta recente e non possiede ancora un nome scientifico, si conosce il suo habitat nelle distese melmose dove i fiumi finiscono nel mare dell'Indonesia. Si è osservato come il polipo vada in cerca di cibo in pieno giorno e in posti dove ci sono pochi luoghi in cui nascondersi. Una tale baldanza potrebbe derivare dalla sua abilità nel cambiare forma, colore e movimenti, che lo rende in grado di "impersonare" altri animali, magari velenosi o pericolosi. Oppure creature di piccole dimensioni come felini domestici, cani e anche bambini.

Molti di questi polipi mutaforma assumono il colore della corteccia o della sabbia per mimetizzarsi con l'ambiente circostante e giungono addirittura a confondersi così perfettamente con l'ambiente che sembrano svanire.

La creatura mutaforma di Steytlerville, una cittadina sudafricana a circa 200 chilometri nell’entroterra da Port Elizabeth, nella zona della provincia dell'Eastern Cape


Tom Tregenza dell'Università inglese di Leeds riferisce che la capacità di impersonare specie così diverse tra loro è del tutto nuova: "La cosa straordinaria è che il fenomeno si sviluppa in maniera molto più performante di quanto sia stato osservato negli altri animali mimetici".


Un mutaforma tra la gente di Steytlerville

Steytlerville è una tranquilla cittadina a circa 200 chilometri nell’entroterra da Port Elizabeth, Sud Africa, nella zona della provincia dell'Eastern Cape, dove non era mai accaduto nulla di particolarmente inconsueto.

Solo dopo un funerale, all'inizio del 2011, a cui aveva partecipato la maggior parte dei suoi abitanti avrebbe fatto la sua prima apparizione una misteriosa creatura dalle facoltà di mutaforma. In seguito, per oltre un mese, molti testimoni hanno asserito di aver incontrato la strana creatura che aveva mutato la sua forma sotto i loro occhi. E gli incontri con la creatura si sono moltiplicati. Più testimoni affermano di aver visto con i loro occhi un uomo in giacca e cravatta trasformarsi all'improvviso in un maiale oppure in un pipistrello.

Era anche apparso nei dintorni della chiesa e più di una volta i fedeli in preghiera lo hanno scorto mentre guardava incuriosito all’interno attraverso i vetri, ma una volta corsi al di fuori la creatura era scomparsa.

Negli ultimi giorni della sua apparizione la strana creatura è stata vista soprattutto nei pressi del pub locale. Le cronache dei quotidiani locali riportano il caso di due persone che stavano camminando tranquillamente quando hanno notato uno sconosciuto con una giacca nera, e mentre si avvicinavano si sono accorti che non aveva la testa. Quando lo hanno visto tramutarsi in una grande cane rabbioso i due sono fuggiti, ma altri testimoni che erano lì presenti affermano di averlo visto diventare in seguito una grande scimmia, una sorta di gorilla, per poi sparire.

La comunità Steytlerville, anche se sembra che il "mostro" non abbia mai aggredito passanti o animali domestici, è rimasta tuttavia inquietata dalla sua sconcertante presenza.

La polizia del luogo per ora non ha fatto altro che raccogliere i resoconti dei cittadini, che dichiarano che la creatura cambia forma nel momento in cui la si guarda. L’ufficiale preposto ha chiesto a lungo e invano alla gente di scattare delle foto del mostro, per avere delle prove. Ma l'unica fotografia lo ritrae mentre sta riposando in forma di una sorta di cane sotto un albero e l’immagine, una volta sviluppata, evidenzia solo la presenza di un animale sconosciuto.

Il manoscritto in lingua copta rinvenuto nel monastero di Saint Michel vicino all'attuale al-Hamuli nel deserto egiziano. Il testo risalente ad almeno 1500 anni fa riporta la credenza che Gesù Cristo possedesse facoltà di un mutaforma, modificando all'occorrenza il suo aspetto in giovinetto, in adulto e in altro ancora

La comunità è sconcertata e spaventata, ma allo stesso tempo è incuriosita e ha deciso di chiamare la creatura che coabita nella stessa cittadina con il nome di "Bawokozi", cioè "fratellastro".

Un mutaforma dalle origini divine

Ma le sorprese sulla proprietà dei mutaforma non mancano di stupire per il suo coinvolgimento di un personaggio considerato di origine divina come quello del Cristo.

La notizia proviene dalla biblioteca del vecchio monastero di Saint Michel, vicino all'attuale al-Hamuli nel deserto egiziano, dove alcuni archeologi avrebbero reperito, nella primavera del 1910, cinquanta manoscritti in lingua copta vecchi di almeno 1200 anni. Uno dei testi riporta la dicitura che rivela essere un regalo dell'Arciprete Padre Paul, considerato con tutta probabilità come lo stesso autore.

Viene stimato che il monastero sia stato chiuso intorno all'inizio del IX o X secolo e la serie di manoscritti è stata ritrovata per pura casualità mentre la gente del posto stava cercando di liberare i suoi ruderi dalla sabbia del deserto.

Uno di questi testi si è rivelato particolarmente interessante poiché rivela l'inaspettata credenza a cui, 2000 anni fa, veniva data fede dai monaci che vi dimoravano e dai fedeli che frequentavano all'epoca quel luogo, reputato sacro dai cristiani copti.

Questo testo contiene, in maniera esplicita, la testimonianza che Gesù era in grado di modificare a volontà la sua forma apparente, di cambiare il proprio aspetto e di rendersi invisibile a seconda delle sue necessità.

Il testo, scritto in lingua copta e nel nome di San Cirillo di Gerusalemme, un teologo vissuto intorno al 313-386 d.C., ha portato in luce una parte della storia della crocifissione del Cristo assolutamente inedita e canonicamente poco usuale.

Una parte del testo, decifrato e tradotto Roelof Van den Broek dell’Università di Ultrecht in Olanda, riporta infatti affermazioni che mostrano in maniera esplicita la natura mutaforma del Cristo: "Allora gli ebrei dissero a Giuda: Come possiamo andare a catturarlo [Gesù], perché non ha una unica forma, ma può cambiare di apparenza. Talvolta, è biondo, talvolta, è bianco, talvolta, è rosso, talvolta, è di colore del grano, talvolta, è pallido come gli asceti, talvolta, è un giovane, talvolta è un vecchio uomo."

Secondo Roelof Van den Broek una simile descrizione mutaforma di Gesù sembra trovare conferma in un manoscritto dell'anno 200 d.C., scritto dal teologo Origène, in un lavoro intitolato "Contro Celso". In questo testo,Origène avrebbe dichiarato che "per tutti quelli che vedevano Gesù, non sembrava che il suo aspetto fosse sempre simile alla stessa immagine e totalmente visibile per tutti".

Il manoscritto in questione, parecchi mesi più tardi dopo il suo rinvenimento, nel dicembre del 1911, è stato acquistato da J.P. Morgan che poi ne ha fatto dono al Morgan Library, un ente legato al Museo di Storia Naturale di New York, dove è tuttora custodito.