mercoledì 15 luglio 2020

Con l’anti influenzale rischiamo di ammalarci di più?

In Lazio e in Campania, dal prossimo settembre, sarà obbligatorio vaccinarsi contro l’influenza. Il provvedimento costringe alla vaccinazione – per il momento e tramite ordinanze regionali – i residenti dai 65 anni in su e tutto il personale sanitario. Chi fra medici, ostetriche, infermieri rifiuterà, non potrà lavorare, mentre chi il lavoro non ce l’ha, non potrà frequentare i luoghi ricreativi (centri anziani).


La motivazione degli amministratori si basa sull’assunto che le persone che riceveranno il vaccino “non si ammaleranno di influenza e non affolleranno gli ospedali”.

Dal punto di vista politico sembra un tentativo “di vedere l’effetto che fa”. Eppure, in sordina, sono diversi i ricorsi già presentati. Spicca quello dell’Ampas, Medicina di Segnale. Come abbiamo scritto in questo blog più volte, l’obbligo vaccinale viola precisi articoli della nostra Costituzione. Nessun farmaco può essere somministrato senza il consenso dell’interessato (infatti, occorre firmare o non firmare un consenso informato).

Con questo articolo, tuttavia, preferiamo approfondire il valore scientifico del provvedimento. Primo perché l’aspetto medico riguarda la nostra salute. Secondo per informare i diretti interessati, fra i quali ci sono anche i deputati che potrebbero un domani essere chiamati a valutare l’opportunità di introdurre la vaccinazione anti influenzale su tutto il territorio nazionale.

Lo studio

È stata appena pubblicata (Giovanni Fioriti editore, 2020) un’antologia di 62 pagine, dal titolo Vaccinazione antinfluenzale: che cosa dicono le prove scientifiche. A cura di: Alberto Donzelli, Daniele Agostini, Paolo Bellavite, Adriano Cattaneo, Piergiorgio Duca, Eugenio Serravalle.

Eccola in allegato. Gli autori, tutti medici, la mettono a disposizione. È chiara, precisa e offre una carrellata sulle metanalisi, ossia l’insieme degli studi sul tema, con i rimandi bibliografici.

L’utilità del vaccino

Leggiamo in sintesi. “…le ricerche più valide su anziani hanno dimostrato l’utilità del vaccino anti influenzale solo nei cardiopatici in fase attiva, mentre per non cardiopatici le prove non hanno mostrato una tendenza favorevole. Lo stesso sembra valere per la vaccinazione indiscriminata di donne gravide e bambini. Anche per sanitari mancano prove valide di benefici netti, e comunque un obbligo non sembra compatibile con l’ordinamento vigente”.

Gli studi svolti nel corso degli anni mettono in evidenza che vaccinarsi contro l’influenza stagionale:

“Ha un’efficacia moderata nei confronti dell’influenza, ma non è efficace verso le ben più numerose sindromi influenzali da virus diversi da quelli dell’influenza”. Non solo. “In base ad alcuni studi potrebbe aumentare altre infezioni respiratorie (interferenza virale), comprese alcune da coronavirus (anche se mancano prove rispetto al SARS-CoV-2). Non è comunque stato chiarito se sia risultata associata a prognosi migliore negli affetti da COVID-19”.

Gli autori osservano, inoltre, che “se la vaccinazione venisse estesa come deciso da alcune Regioni, a fronte di un bilancio netto molto incerto tra benefici e danni, comporterebbe pesanti costi organizzativi, finanziari e disagi, in competizione con possibili usi molto migliori delle risorse corrispondenti”.

Conclusione: “Le migliori prove scientifiche suggeriscono di rinunciare all’obbligo e una moratoria sull’estensione della vaccinazione, finché nuove ricerche valide, pragmatiche, indipendenti da interessi commerciali diano risposte basate sulle prove ai tanti interrogativi sollevati”.

Ricapitolando: i virus dell’influenza sono 3 o 4; quelli che provocano le sindromi influenzali (influenza like illness) e che hanno sintomi non distinguibili dall’influenza sono centinaia. Il vaccino protegge dai primi 4. Ma i vaccinati contro i primi 4 virus sono più soggetti a contrarre virus respiratori.

L’interferenza virale

Dall’unico studio randomizzato fatto su bambini da 6 a 15 anni, intitolato Aumento del rischio di infezioni da virus respiratorio non influenzale associate alla ricezione di vaccino antinfluenzale inattivato, cliccate qui, è emerso che il gruppo dei vaccinati è sì protetto dall’influenza, rispetto al gruppo a cui è stato dato un placebo. Ma si ammala molto di più di malattie respiratorie. Il lavoro risale a una decina di anni fa. Osservati 115 bambini per 9 mesi e suddivisi in due gruppi. Il gruppo dei vaccinati ha avuto 30 influenze in meno rispetto al gruppo del placebo ma più di 302 infezioni da virus non influenzali confermati virologicamente. Scrivono gli autori: “Fino ad eventuali altri studi randomizzati con gruppo di controllo che ne ribaltino i risultati, questo lavoro mette radicalmente in dubbio l’opportunità dell’antiinfluenzale in età pediatrica”.

Lo stesso fenomeno si è registrato in uno studio di coorte su quasi 700 bambini (Rikin et al. 2018). L’interferenza virale è stata rilevata anche in adulti militari Usa (Wolff, 2020). Gli adulti vaccinati con anti influenzale “hanno mostrato meno influenze e meno para influenze e infezioni da virus respiratorio sinciziale ma un aumento significativo di infezioni da coronavirus (+ 36% anche se non circolava ancora il Sars-Cov-2), da metapneumovirus (+56%) e dall’insieme dei virus non-influenzali (+15%) oltre a un aumento quantitativamente ancora maggiore di malattie respiratorie in cui non si è potuto identificare il patogeno (+59%). L’eccesso netto di patologie respiratorie nei vaccinati è risultato importante”. Cliccate qui.

È stato in base a questo lavoro che il vice capo del comitato scientifico del Regno Unito, Jonathan Van-Tam, durante l’epidemia di Covid 19 ha consigliato agli inglesi che avevano fatto l’anti influenzale di restare a casa per 12 settimane.

E in Italia?

Da noi no. Ho scritto all’ISS, Istituto Superiore di Sanità e mi è stato risposto il 28 aprile “che in Italia non sono stati fatti studi che mostrino questa correlazione”.

Il nuovo vaccino anti influenzale

È stato appena autorizzato un nuovo vaccino antiinfluenzale ad alto dosaggio, Efluelda della Sanofi, che contiene 3 ceppi diversi da quelli raccomandati dall’OMS.

Per gli autori si tratta di un’ulteriore criticità : “In base ai ceppi virali in circolazione nel mondo, il Global Influenza Surveillance Network dell’OMS, in collaborazione con i National Influenza Centres (NIC), aggiorna ogni anno la composizione del vaccino antinfluenzale. Sorprende, dunque, l’autorizzazione di un vaccino che, su 4 ceppi, contiene 3 ceppi diversi da quelli raccomandati dall’OMS per la stagione 2020-21 (pag 30, tabella 7.1)”.

E il rischio Covid?

Benjamin J. Cowling, primo firmatario dell’unico studio randomizzato sui bambini di cui si è discusso sopra e l’epidemiologo della Sapienza Stefano Petti hanno recentemente analizzato ed elaborato i dati Eurostat ed ECDC sulla mortalità da Covid nei vari Paesi comparandola ai vaccinati contro l’influenza.

“Abbiamo osservato che vi è stata maggiore mortalità da Covid nei Paesi con maggiore copertura vaccinale fra gli over 65- che sono: Gran Bretagna (oltre 70%), Norvegia, Italia, Spagna, Portogallo, Irlanda, tutti oltre il 50% – rispetto a quelli con bassa copertura, Turchia, Lettonia, Estonia, Polonia, Romania, Bulgaria, tutti al di sotto del 10%”.

Antiinfluenzale, un’incertezza che costa cara

Il costo del vaccino anti influenzale solo per gli anziani supera i 153milioni di euro all’anno. Poi occorre aggiungere i costi per le donne in gravidanza e gli operatori sanitari. (Ringrazio il dottor Fabio Franchi per i calcoli).

1) italiani con età maggiore di 65 anni nel 2018: = 13.644.363 (75% = 10.233.272)

2) costo di una dose di antinfluenza scontato = € 6 €,

3) costo per ogni somministrazione € 9 (+ conservazione, distribuzione), 4) totale per una somministrazione= € 15 €

5) costo per il 75% degli anziani : 153.499.080 € (obiettivo minimo 2019)

Conclusioni:

In vista della già sicura ondata autunnale di Covid 19, confidiamo che il Parlamento intraprenda le indagini conoscitive utili ad approfondire un’ eventuale interferenza virale tra il vaccino anti influenzale e le malattie respiratorie. E che, nell’attesa di saperne di più, i presidenti di Lazio e Campania applichino il principio di precauzione: abbiamo bisogno di tutti i medici, in salute. Ciascuno di noi, forte delle informazioni ricevute, si impegnerà a badare ai propri anziani.

Il nostro grazie dal profondo del cuore a tutti i medici che si sono impegnati negli approfondimenti condividendo con noi il frutto dei loro lavori.

La tabella allegata fa parte di uno studio italiano sull’efficacia del vaccino anti influenzale negli anni 2016-17 condotto da Francesca Valent e Tolinda Gallo e pubblicato sugli Annali dell’Istituto Superiore di Sanità. Cliccate qui. I vaccinati hanno fatto registrare più accessi in pronto soccorso, più ricoveri ospedalieri e una maggior mortalità rispetto ai non vaccinati.


Comunicato AMPAS del 21/4

Medicina di Segnale Logo


Con serenità, ma anche con determinazione, i medici del gruppo della medicina di segnale (735 iscritti all’AMPAS, la nostra associazione, di cui tanti impegnati in prima linea), preoccupati per le possibili derive autoritarie in atto, desiderano fare chiarezza circa la possibilità che siano lesi dei diritti costituzionalmente garantiti per i cittadini.


1. Lesione libertà costituzionalmente garantite
In questo periodo sono stati gravemente lesi alcuni diritti costituzionali (la libertà di movimento, il diritto allo studio, la possibilità di lavorare, la possibilità di accedere alle cure per tutti i malati non-Coronavirus) e si profila all’orizzonte una grave lesione al nostro diritto alla scelta di cura. Tutto questo in assenza di una vera discussione parlamentare, e a colpi di decreti d’urgenza. Ci siamo svegliati in un incubo senza più poter uscire di casa se non firmando autocertificazioni sulla cui costituzionalità diversi giuristi hanno espresso perplessità, inseguiti da elicotteri, droni e mezzi delle forze dell’ordine con uno spiegamento di forze mai visto neppure nei momenti eversivi più gravi della storia del nostro paese.
Ora sta entrando in vigore un’app per il tracciamento degli spostamenti degli individui, in patente violazione del nostro diritto alla privacy, e che già qualcuno pensa di utilizzare per scopi extrasanitari.
Ma tra le lesioni più gravi ai nostri diritti costituzionali spicca quella legata al diritto di scelta di cura, ben definito sia nella costituzione che nel documento europeo di Oviedo. Noi medici siamo colpevoli di non aver adeguatamente contrastato, due anni fa, una legge che toglieva al pediatra di fatto ogni dignità e autonomia decisionale.
Ricordiamoci che una lesione di diritti non giustificata è sempre la premessa ad altre possibili lesioni.
2. Conflitti di interesse
Gli attori “scientifici” della redazione e della promozione della citata legge Lorenzin non sembrano essere molto diversi dai “consulenti” dell’emergenza di oggi.
Ci chiediamo se le informazioni provenienti dalle figure che operano come consulenti del Ministero della Salute siano diffuse con la comunicazione dei conflitti di interesse che essi possano avere con aziende del settore. Non sarebbe etico né lecito avere consiglieri che collaborano con grandi aziende farmaceutiche.
Sempre in tema di conflitto di interessi: è stato il Parlamento a stabilire i componenti della Task force costituita recentemente per affrontare la cosiddetta fase2? Sono presenti possibili conflitti di interesse? Tali soggetti pare abbiano chiesto l’immunità dalle conseguenze delle loro azioni. Ma non dovrebbero essere figure istituzionali a prendere “decisioni” sul futuro del nostro paese? Una cosa è la consulenza, altro è decidere “in nome e per conto”. Con quale autorità?
3. Libertà di espressione e contraddittorio
Il giornalismo dovrebbe essere confronto di idee, discussione, valutazione di punti di vista diversi. Ci chiediamo quanto sia garantita la libertà di espressione anche di professionisti che non la pensano come noi. Vediamo invece giornalisti che festeggiano la “cattura” di un povero runner sulla spiaggia da parte di un massiccio spiegamento di forze, e la sistematica cancellazione di ogni accenno a diversi sistemi di cura rispetto alla “narrazione ufficiale” del salvifico vaccino, si tratti di vitamina C o di eparina, in totale assenza di contraddittorio.
In questo quadro intossicato, le reti e i giornali maggiori mandano in onda continuamente uno spot, offensivo per l’intelligenza comune, in cui si ribadisce a chiare lettere che la loro è l’unica informazione seria e affidabile: il resto solo fake. Viene così creata l’atmosfera grazie alla quale si interviene su qualunque filmato, profilo social, sito internet che non si reputi in linea con la narrazione ufficiale. Nessuna dittatura può sopravvivere se non ha il supporto di una informazione asservita.
4. Vaccino: soluzione a tutti i mali?
Tutti aspettano come una liberazione il nuovo vaccino (che giornalisti e virologi a senso unico continuano a vantare come l’unica possibile soluzione), dimenticando alcuni fatti. Il primo è che il vaccino viene sviluppato sulla base delle proiezioni teoriche sui virus in circolo l’anno precedente, e dunque è una “scommessa” (è esperienza comune ad ogni inverno che molte persone vaccinate si ammalino comunque). Il secondo è la continua forte variabilità di un virus a RNA come il Coronavirus, di cui pare esistano già diverse varianti. Ciononostante, in dispregio anche del rischio di interferenza virale (per cui il vaccino per un virus diverso può esacerbare la risposta ad un altro virus) la regione Lazio propone l’obbligatorietà per tutti i sanitari e tutti gli over65 di effettuare vaccinazione antinfluenzale ordinaria, violando ancora una volta (se l’obbligo fosse reale) il diritto costituzionale alla scelta di cura. E i difensori della costituzione, muti. Facile immaginare cosa succederà non appena sarà reso disponibile, con iter accelerati e prove di sicurezza minimali, il nuovo vaccino salvavita. Da medici vogliamo ribadire l’importanza del rispetto della libertà di scelta di cura così come costituzionalmente definita.
5. Bambini e movimento fisico
Una nota è necessaria per capire la gravità della situazione anche per quanto concerne movimento fisico e chiusura in casa dei nostri bambini. La stessa OMS si è pronunciata nel merito raccomandando l’uscita all’aria aperta e il movimento fisico come indispensabili presidi di salute e di sostegno immunitario. Quasi tutti gli altri paesi europei hanno consentito l’uscita in solitaria per fare sport e la passeggiata con i bambini. Noi no. Con una regola di incredibile durezza, venata di un inaccettabile paternalismo (“se li lasciamo liberi poi non sono capaci di stare distanti”) abbiamo creato disagi psicologici e fisici (obesità e sedentarietà) e costretto a salti mortali i pochi obbligati al lavoro (sanitari, agricoltori, trasportatori, negozi alimentari).
Non possiamo inoltre non rimarcare la totale disattenzione di questi draconiani provvedimenti nei confronti delle famiglie con figli disabili (e in particolare autistici) per i quali il momento quotidiano di uscita all’aria aperta rappresenta un indispensabile supporto alla propria difficile condizione. I più fragili, come sempre, pagano il pedaggio più duro.
Tutto ciò non bastasse è stata scatenata la guerra del sospetto e della delazione tra gli invidiosi delle libertà altrui.
Come lucidamente scrive Noam Chomsky, mettere i propri sudditi uno contro l’altro è uno splendido sistema per qualunque dittatura per distrarre il popolo da quello che veramente il potere sta perpetrando a suo danno.
L’intervento di squadre di polizia con quad ed elicotteri ad inseguire vecchietti isolati sui sentieri non fa che rafforzare l’idea di poter essere tutti sceriffi, a dimostrazione della perfetta riuscita di induzione della psicosi da parte del potere.
6. Danni economici del lockdown: un disastro epocale
Alcuni comparti, come quello del turismo, della ristorazione o automobilistico hanno avuto riduzioni di fatturato vicine al 100%. Questo significherà, come dicono le prime stime, una decina di milioni di disoccupati. Che smetteranno di pagare i mutui in corso. Smetteranno di acquistare beni di consumo. Perderanno le loro attività o le loro aziende costruite in decenni di sacrifici. Noi medici sappiamo cosa significhi questo a livello sanitario: migliaia e migliaia di nuovi decessi. Persone che si ammaleranno, si suicideranno (le prime avvisaglie sono già visibili), ritireranno i propri risparmi in banca. Serve ripartire subito, tutti, senza tentennamenti. Per ridurre i danni, che comunque, anche si ripartisse oggi, saranno epocali. Se domani si dovesse scoprire che qualcuno ha surrettiziamente prolungato il lockdown italiano (ad oggi il più duro d’Europa) per mantenere alto il panico e trovare un ambiente più pronto all’obbligo vaccinale, ci auguriamo solo che la giustizia possa fare il suo corso con la massima durezza. La gente perde il lavoro e muore di fame, e lorsignori pontificano.
7. Le cure
Anche qui l’argomento è imbarazzante. È comprensibile che un virus nuovo possa spiazzare anche i migliori medici per qualche tempo. Ma via via che le informazioni si accumulano occorrerebbe ascoltare coloro che sul campo hanno potuto meglio capire. Un gruppo Facebook di cui molti di noi fanno parte, nato spontaneamente come autoaiuto, e che conta circa 100.000 iscritti, ha elaborato delle raccomandazioni di cura efficaci poi inviate al ministero.
Oggi che pare chiaro e assodato che il decesso avvenga a causa di una forte coagulazione intravascolare molte vite possono essere salvate con l’uso della semplice eparina. Ma non basta: servono anche attenzioni specifiche a seconda del timing della malattia: ai primi sintomi, ai primi aggravamenti, o in fase procoagulativa. In particolare a noi medici di segnale risulta difficile comprendere l’uso massivo di paracetamolo o di altri antipiretici una volta acclarato che la febbre è un potente antivirale per l’organismo. È in preparazione un documento interassociativo anche su questo delicato argomento che merita più ampia trattazione.
Ove qualcuno, tuttavia, si permetta di ritardare l’adozione di sistemi di cura efficaci, per motivi meno che chiari (e alcuni interventi televisivi volti a screditare l’eparina sembrano andare in quella direzione) si aspetti reazioni forti da chi ha rischiato la propria vita in prima linea.
La magistratura sta ora indagando sui gravi errori commessi in alcune regioni nella gestione delle residenze per anziani, veri e propri focolai d’infezione con purtroppo un numero elevatissimo di decessi, stante la fragilità e la polimorbilità degli ospiti, quasi sempre in trattamento con statine, antipertensivi, analgesici, antidiabetici. Al di là delle responsabilità regionali, che la magistratura valuterà, preme fare dei numeri: dei 22000 decessi totali nazionali ben 7000 (il 30%!) sono di degenti in RSA. Un dato sconvolgente, ma che deve farci riflettere sull’incremento importante dei decessi in alcune province.
Gli errori fatti, in buona o cattiva fede, sono costati la vita a più di 100 medici e ad un alto numero di altri operatori sanitari che sono stati mandati allo sbaraglio senza un piano preciso e senza i necessari dispositivi di protezione. A loro va la nostra più profonda gratitudine.
8. Test sierologici ritardati o non autorizzati
Uno dei modi per capire quante persone hanno già incontrato il virus (smettiamo di chiamarli “contagiati”, perché talvolta hanno avuto solo lievi sintomi influenzali e prodotto splendidi anticorpi) è quello di effettuare un test sierologico, che è di costo contenuto e che evidenzia malattia in corso (IgM+) o malattia superata e presenza di anticorpi memoria (IgG+). Chi sia IgG+ potrebbe già serenamente ricominciare a muoversi senza particolari cautele né per sé né per gli altri. Sensibilità e specificità di questi test sono altissime a differenza di quelle dei tamponi. Perché tanta ostilità da parte di governo e istituzioni sanitarie tanto da vietarne l’uso “fino ad approvazione di un test affidabile”? I casi di Ortisei (45% di positivi) e di Vò Euganeo (75%) ci dicono che probabilmente il virus si è già diffuso molto più di quanto pensiamo e che le misure in essere potrebbero non essere poi così necessarie, almeno in alcune zone d’Italia.
9. Qualche numero
Vi prego risparmiateci il teatrino delle 18. Quei numeri non sono affidabili e fanno parte di una consumata regia. A fianco di Borrelli sfilano talvolta alcune figure i cui potenziali conflitti d’interesse non vengono mai dichiarati.
Il numero dei “contagiati” è privo di senso, visto che dipende dal numero di tamponi effettuato. E la stragrande maggioranza della popolazione potrebbe già avere incontrato il virus senza saperlo. Stime della Oxford University parlano di 11 milioni di potenziali positivi già ora. Se questo dato fosse vero la letalità di Sars-Cov2 sarebbe veramente irrisoria: lo 0,05%, anche prendendo per veri i dati di mortalità. Ma anche su questi permane il terribile dubbio sui decessi PER e CON Coronavirus. Diverse testimonianze mettono in forte dubbio il dato, visto che ogni giorno in Italia ci lasciano circa 1900 persone (dati ISTAT) e non si fa fatica ad estrarne 400, tra questi, che siano anche positivi al virus. Tuttavia è dato chiaro a chi lavori in prima linea che la grave coagulazione intravascolare indotta dall’incontro tra il virus e un terreno per lui fertile (età media decessi 78 anni, media 3,3 patologie presenti) possa portare rapidamente alla morte individui fragili che tuttavia avrebbero volentieri vissuto qualche anno ancora. In Inghilterra hanno rilevato che che il 73% dei pazienti ricoverati in Terapia Intensiva per CoronaVirus è sovrappeso o obeso. Come dice il dr. Lustig: “Il virus non distingue chi infetta ma distingue benissimo chi uccide”.
Questi pazienti fragili comunque avrebbero preferito morire tra le braccia dei loro cari piuttosto che da soli in questo modo terribile.
In altri paesi hanno usato modalità di calcolo diverse. Non potremmo chiedere dati più precisi e affidabili evitando di diffondere panico e preoccupazione?
10. Altri Paesi europei e non: lockdown molto diversi
Altri paesi sia in Europa che nel mondo stanno adottando lockdown parziali molto meno rigidi di quello italiano, tanto che il lockdown completo viene ormai tristemente chiamato “all’italiana”. Eppure abbiamo il problema da prima di tutti gli altri e ci stanno facendo credere che lo chiuderemo buoni ultimi. Per colpa dei runner e dei bimbi a passeggio, ovviamente. Peccato che in molti paesi europei la passeggiata di adulti e bambini, la gita al mare, l’accesso alle seconde case sia quasi ovunque consentito, a patto di mantenere il distanziamento sociale. Ma non eravamo nell’Europa unita? Perché questa crudeltà nella sola Italia? Siamo ancora il paese cavia? Richiediamo con forza di allinearci al più presto alle direttive in essere nella maggior parte dei paesi europei.
11. Sostegno al sistema immunitario: i sani proteggono
Un punto chiave, che è sfuggito totalmente ai nostri governanti e ai nostri media è che i sani (quell’85% delle persone che ha incontrato il virus e nemmeno se ne é accorto, o ha subito lievi sintomi, costruendo presto gli anticorpi necessari) conducono uno stile di vita più sano che ne ha irrobustito e forgiato il sistema immunitario. Mangiare sano, fare sport quotidiano, condurre una vita meno stressante (magari abitando fuori città), assumere vitamine e integratori naturali, fare a meno di farmaci inutili, rinunciare a fumare, a drogarsi o a bere senza controllo, rappresenta un impegno che si vorrebbe vedere in qualche modo valorizzato come comportamento virtuoso quantomeno in relazione al risparmio che consente al sistema sanitario nazionale e, in questo caso, alla protezione dalla diffusione del virus e alla non occupazione di un posto letto, lasciato così libero per un altro.
Invece se accendiamo la TV vediamo solo pubblicità di farmaci e di dolciumi. E tra i pochissimi negozi aperti, in pieno lockdown, lo stato ha pensato bene di lasciare le tabaccherie. Fuma, riempiti di dolci, stai sedentario e ingozzati di farmaci: questo il messaggio che lo stato ci ha dato in questo periodo. Tanto, presto, arriverà il vaccino.
12. Le richieste
Consapevoli del fatto che il futuro sarà nuovo e diverso solo se capiremo che la nostra biologia non ci consente di vivere in città superaffollate, inquinate, fumando, drogandoci e mangiando solo cibi industriali e raffinati in completa sedentarietà, vogliamo sperare che il “dopo emergenza” possa essere migliore del “prima”. Ma questo potrà avvenire solo se avverranno molte delle cose che siamo qui a richiedere, alcune immediate, altre a breve.
Richiediamo dunque con forza, a nome dell’associazione AMPAS e dei 735 medici che ne fanno oggi parte (nonché dei numerosi simpatizzanti non medici):
L’immediato ripristino della legalità istituzionale e costituzionale, richiamando il parlamento alle sue funzioni democratiche e al dibattito che necessariamente deve scaturirne.
L’immediata cancellazione di task force e di consulenti esterni i cui conflitti di interesse potrebbero essere letti, nel momento in cui si affidino loro responsabilità non previste istituzionalmente, come un aggiramento delle regole democratiche.
L’immediato ripristino del diritto al lavoro per milioni di italiani, che se non possono avere il proprio stipendio saranno presto alla fame con conseguenze prevedibili di ordine pubblico (nel rispetto delle nuove regole di distanziamento fino a che sarà necessario)
L’immediato ripristino del diritto allo studio per milioni di bambini, ragazzi, studenti universitari che sono stati da un giorno all’altro privati di uno dei loro diritti fondamentali (nel rispetto delle nuove regole, fino a che sarà necessario)
La protezione del diritto alla scelta di cura, già violato da precedenti leggi, per impedire l’obbligatorietà di ogni possibile nuovo trattamento sanitario. Ogni nuovo provvedimento emesso in emergenza dovrà obbligatoriamente prevedere una data di fine del provvedimento, al fine di non “tentare” alcuni a rendere le restrizioni alle libertà una regola.
Il blocco di qualunque “app” o altro dispositivo informatico volto al controllo dei movimenti delle persone in palese violazione della nostra privacy.
L’immediata riapertura della possibilità per adulti e bambini di uscire all’aperto a praticare sport, passeggio, vita sociale, seppur nel rispetto delle regole necessarie.
Il ripristino immediato di una par condicio televisiva o mediatica, con ospitalità nelle trasmissioni di esponenti, ovviamente qualificati, di diversi punti di vista, con allontanamento immediato (o retrocessione a mansioni diverse) di conduttori che non abbiano saputo tener fede al loro dovere di giornalisti.
Dichiarazione dei propri conflitti di interesse da parte di qualunque professionista sanitario che esprima un parere televisivo o partecipi a un dibattito. L’omissione deve essere punita con un allontanamento mediatico proporzionato. Lo spettatore deve sapere se chi sta parlando riceve milioni di euro da un’azienda, o meno.
Il divieto di chiudere o cancellare siti o profili social in assenza di gravi violazioni di legge. Eventuali cancellazioni dovranno comunque essere tempestivamente notificate e giustificate. La rimozione di idee ed opinioni solo perché diverse dal mainstream ufficiale non è degna di un paese civile.
Il divieto per le forze dell’ordine di interpretare a propria discrezione le regole di ordine pubblico fissate dai decreti. Qualunque abuso, anche minimo, dovrà essere perseguito.
Il divieto di radiazione di medici per la sola espressione di idee diverse da quelle della medicina ordinaria. Da sempre il dialogo e il confronto tra idee diverse ha arricchito la scienza, che cambia e si evolve. Non sopravvalutiamo le nostre attuali misere conoscenze.
L’attivazione tempestiva di nuovi protocolli di cura in tutti gli ospedali Covid19 che, oltre a garantire la salute del personale sanitario, prevedano l’utilizzo di vitamine, minerali, ozonoterapia e tutte le cure naturali e di basso costo efficaci e documentate, accompagnando via via con farmaci più a rischio di effetti collaterali solo in caso di aggravamento, e attivando solo per la fase di crisi o pre-crisi l’utilizzo dei farmaci immunosoppressori e dell’eparina.
La disponibilità immediata e per tutta la popolazione di test sierologici IgM e IgG che possano consentire da subito sia di monitorare lo stato di diffusione del virus nelle diverse aree, sia dare la possibilità a chi sia IgG+ di riprendere la propria vita senza alcuna limitazione.
In una ipotesi di graduale diffusione dell’immunità virale, particolare attenzione dovrà essere riservata alla popolazione fragile: anziani, obesi, ipertesi, diabetici, infartuati (le categorie più colpite). Nel rispetto del diritto di scelta di cura nessun obbligo potrà essere dato se non temporaneamente, ma solo forti raccomandazioni e informazioni dettagliate sui rischi di infezione. Un individuo fragile deve poter scegliere se rischiare di morire abbracciando il suo nipotino, o restare vivo recluso in casa senza vedere nessuno.
Una forte campagna informativa sui rischi legati ad un cattivo stile di vita e su come tale stile aumenti il rischio di essere infettati. O vogliamo essere costretti a tenere le mascherine tutta la vita e a non poterci più abbracciare per consentire a qualcuno di fumare e di gonfiarsi di farmaci e di merendine zuccherate, disdegnando qualsiasi tipo di movimento fisico? Ciascuno resterà libero di farsi del male ma almeno lo stato non potrà dirsi complice.
Il divieto, almeno in questo periodo, di pubblicizzare sulle reti televisive e sui giornali farmaci e prodotti dolciari ingrassanti, al pari di come già in atto con il fumo.
Un aiuto immediato alle tante famiglie in crisi che a causa di questo lockdown totale hanno smesso di lavorare e di produrre reddito, con modalità molto semplici (ad esempio ticket a valore per acquisti di derrate alimentari). L’aiuto migliore per le aziende, invece dell’elemosina, sarà una tempestiva riapertura.

Medici migliori, in un paese migliore

AMPAS

La propaganda russa contro il 5G

LA RUSSIA E' L'UNICA AD AVER INVESTITO NELL'INFORMAZIONE SUI RISCHI DA 5G, MA LA CHIAMANO "DISINFORMAZIONE".... 


Negli Stati Uniti l'emittente "RT America" – finanziata dal governo russo – fa disinformazione sulle nuove reti cellulari, per spaventare l'opinione pubblica

(RT America)


RT America, emittente televisiva finanziata e controllata direttamente dal governo della Russia che fa parte del network di canali tv e siti di notizie di RT (già Russia Today), ha avviato negli Stati Uniti una campagna per screditare il 5G, la tecnologia che nei prossimi anni rivoluzionerà i sistemi di comunicazione su rete cellulare.

Come spiega una lunga inchiesta del New York Times, da mesi RT America trasmette e pubblica online servizi allarmistici sul 5G, sostenendo – senza prove credibili: ci arriviamo – che questa nuova tecnologia sia estremamente pericolosa per la salute. L’emittente sostiene che i suoi servizi diano informazioni più complete di altri anche sui rischi posti dal 5G, mentre secondo i detrattori l’operazione avrebbe il solo scopo di creare confusione nell’opinione pubblica e danneggiare una soluzione essenziale per i prossimi sviluppi tecnologici negli Stati Uniti, come nel resto del mondo.

A inizio anno, per esempio, RT America ha trasmesso un servizio con il titolo “5G: Un pericoloso ‘esperimento per il genere umano’”, elencando presunti rischi e pericoli del nuovo sistema per trasmettere i dati su rete cellulare, destinato a sostituire l’attuale 4G con connessioni molto più veloci e la possibilità di essere utilizzato con moltissimi scopi (dal settore sanitario a quello della gestione di reti e infrastrutture).

Il New York Times ha analizzato l’attività di RT America notando che il primo servizio sui rischi per la salute del 5G fu trasmesso a maggio del 2018. L’attività si è intensificata nel 2019, con un servizio trasmesso lo scorso aprile dove si sosteneva che vivendo vicino ai ripetitori del 5G i bambini avrebbero potuto soffrire numerosi disturbi più o meno gravi, come sangue dal naso o tumori, passando per difficoltà nell’apprendimento cognitivo.

Per le sue trasmissioni RT America si avvale di opinionisti ed “esperti”, molti dei quali già noti per essere fermi oppositori dello sviluppo delle reti cellulari, convinti che costituiscano un pericolo per la salute. Tra questi c’è David O. Carpenter, un medico che negli anni ha pubblicato diverse ricerche sostenendo tra le altre cose che sia pericoloso vivere vicino agli elettrodotti, anche se non sono mai state trovate prove scientifiche consistenti per sostenerlo. Intervistato da RT America, Carpenter ha usato toni molto pessimistici, dicendo che lo sviluppo del 5G “è molto preoccupante” e che “nessuno potrà sfuggire alle radiazioni”.

Una costante nei servizi e negli speciali di RT America dedicati al 5G è proprio l’utilizzo della parola “radiazioni” per parlare delle onde emesse dai ripetitori delle reti cellulari. Il termine sembra essere usato volutamente per creare un parallelismo con le radiazioni veramente pericolose per la salute, come i raggi X e quelli ultravioletti, che ad alte dosi possono effettivamente influire su come lavora il nostro DNA portando ai tumori. Le onde radio utilizzate per i cellulari sono nella parte opposta dello spettro rispetto alle radiazioni per come le intendiamo di solito.

Le frequenze delle onde radio utilizzate per il 5G sono più alte rispetto a quelle impiegate in precedenza per le comunicazioni cellulari, ed è questo che dà la possibilità di trasmettere più rapidamente le informazioni. I gruppi contrari al 5G – di solito gli stessi che già si opponevano alla costruzione dei ripetitori per le tecnologie satellitari precedenti – dicono che le frequenze più alte rendono le nuove reti e i cellulari che le utilizzano ancora più pericolosi. Queste tesi, ampiamente riprese da RT America nei suoi servizi, non sono provate scientificamente. La verità scientifica è che più alte sono le frequenze radio, meno riescono a penetrare nell’organismo umano, riducendo quindi i rischi dovuti all’esposizione.

I dati e le ricerche svolte finora dicono che il 5G porrà infatti meno rischi di quelli già estremamente bassi delle precedenti tecnologie cellulari. Trattandosi di una cosa che riguarda praticamente tutti, la tecnologia cellulare è da decenni oggetto di studi e analisi per verificare che sia sicura e non ponga particolari rischi per la nostra salute. Migliaia di ricerche scientifiche hanno esplorato i possibili legami tra esposizione alle onde radio dei cellulari e malattie di ogni tipo, compresi i tumori, arrivando alla conclusione che i rischi siano estremamente bassi se non assenti. Pur raccomandando qualche precauzione, anche l’Organizzazione Mondiale per la Sanità ha definito sicuro l’utilizzo dei telefoni cellulari.

Nonostante il consenso della comunità scientifica, le numerose ricerche finanziate dai produttori delle reti, dai produttori di cellulari, dai governi e da centri di ricerca indipendenti, RT America continua a diffondere servizi allarmistici sul 5G. A gennaio uno speciale intitolato “Come sopravvivere ai pericoli del 5G” era accompagnato dalla scritta “Apocalisse 5G”. Il giornalista in studio, tra le altre cose, disse che medici, scienziati e gruppi di ambientalisti chiedevano che la nuova tecnologia fosse messa al bando, ancora prima della sua installazione.

Gli “esperti” consultati da RT America sono quasi tutti riconducibili a gruppi che da anni fanno campagne contro le reti cellulari. Non è chiaro quante di queste persone siano al corrente del fatto che l’emittente televisiva sia finanziata dal governo russo, per il quale fa costantemente propaganda. Oltre al canale televisivo, RT America diffonde i propri servizi e programmi sui principali social network e su YouTube, dove raggiunge svariati milioni di persone.

A metà febbraio RT America ha diffuso un altro servizio con il titolo “Il 5G è un crimine per il diritto internazionale”; nei primi di marzo un altro speciale era intitolato “Totalmente folle: l’industria delle telecomunicazioni ignora i pericoli del 5G”. Pochi giorni dopo un altro speciale: “Il 5G potrebbe mettere a rischio di tumore più bambini?”.

Contattati dal New York Times, i responsabili di RT America hanno sostenuto di fare informazione “andando a fondo”: “Il nostro pubblico statunitense si aspetta che le preoccupazioni per gli americani siano al centro del nostro lavoro e siano messe in evidenza”. L’intelligence statunitense la pensa diversamente e da tempo indica RT nel suo complesso come un’organizzazione che fa propaganda per conto del governo russo, diffondendo notizie false per condizionare il dibattito pubblico e gli orientamenti politici degli elettori.

La Russia è piuttosto in ritardo nello sviluppo delle reti cellulari di nuova generazione, soprattutto fuori dalle grandi città. Il presidente russo, Vladimir Putin, lo scorso febbraio ha annunciato un piano ambizioso per portare il 5G nel paese, con toni entusiastici e per nulla allarmistici, se confrontati con quelli utilizzati da RT America. L’impressione è che il governo russo stia cercando di screditare il 5G negli Stati Uniti in modo da rallentarne l’introduzione, con conseguenti danni economici per il paese.

Gli operatori mobili statunitensi sono al lavoro per installare le prime reti 5G, anche se con qualche ritardo rispetto all’Europa a causa delle limitazioni imposte dal governo statunitense sull’utilizzo di alcune strumentazioni, come quelle più economiche fornite dall’azienda cinese Huawei accusata (finora senza prove) di avere legami col governo cinese e di fare spionaggio. La campagna di RT America potrebbe portare qualche difficoltà in più agli operatori, anche se sembra improbabile che possa avere conseguenze pratiche rilevanti. L’iniziativa contro il 5G di RT America è comunque rilevante e dimostra quanto il governo russo sia impegnato, su più fronti (da quelli elettorali a quelli economici), per sfruttare Internet e i sistemi tradizionali di telecomunicazioni per la propria propaganda.

LITURGIA DEL GIORNO

La Liturgia di Mercoledi 15 Luglio 2020
San Bonaventura

San Bonaventura

Grado della Celebrazione: Memoria
Colore liturgico: Bianco

Antifona d'ingresso
Il Signore lo ha scelto come suo sommo sacerdote,
gli ha aperto i suoi tesori,
lo ha ricolmato di ogni benedizione.

Colletta
Dio onnipotente, guarda a noi tuoi fedeli
riuniti nel ricordo della nascita al cielo
del vescovo san Bonaventura,
e fa’ che siamo illuminati dalla sua sapienza
e stimolati dal suo serafico ardore.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Is 10,5-7.13-16)
Può forse vantarsi la scure contro chi se ne serve per tagliare?


Dal libro del profeta Isaìa

Così dice il Signore:
Oh! Assiria, verga del mio furore,
bastone del mio sdegno!
Contro una nazione empia io la mando
e la dirigo contro un popolo con cui sono in collera,
perché lo saccheggi, lo depredi
e lo calpesti come fango di strada.
Essa però non pensa così
e così non giudica il suo cuore,
ma vuole distruggere
e annientare non poche nazioni.
Poiché ha detto:
«Con la forza della mia mano ho agito
e con la mia sapienza, perché sono intelligente;
ho rimosso i confini dei popoli
e ho saccheggiato i loro tesori,
ho abbattuto come un eroe
coloro che sedevano sul trono.
La mia mano ha scovato, come in un nido,
la ricchezza dei popoli.
Come si raccolgono le uova abbandonate,
così ho raccolto tutta la terra.
Non vi fu battito d’ala,
e neppure becco aperto o pigolìo».
Può forse vantarsi la scure contro chi se ne serve per tagliare
o la sega insuperbirsi contro chi la maneggia?
Come se un bastone volesse brandire chi lo impugna
e una verga sollevare ciò che non è di legno!
Perciò il Signore, Dio degli eserciti,
manderà una peste contro le sue più valide milizie;
sotto ciò che è sua gloria arderà un incendio
come incendio di fuoco.

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 93)
Rit: Il Signore non respinge il suo popolo.

Calpestano il tuo popolo, Signore,
opprimono la tua eredità.
Uccidono la vedova e il forestiero,
massacrano gli orfani.

Dicono: «Il Signore non vede,
il Dio di Giacobbe non intende».
Intendete, ignoranti del popolo:
stolti, quando diventerete saggi?

Chi ha formato l’orecchio, forse non sente?
Chi ha plasmato l’occhio, forse non vede?
Colui che castiga le genti, forse non punisce,
lui che insegna all’uomo il sapere?

Poiché il Signore non respinge il suo popolo
e non abbandona la sua eredità,
il giudizio ritornerà a essere giusto
e lo seguiranno tutti i retti di cuore.

Canto al Vangelo (Mt 11,25)
Alleluia, alleluia.
Ti rendo lode, Padre,
Signore del cielo e della terra,
perché ai piccoli hai rivelato i misteri del Regno.
Alleluia.

VANGELO (Mt 11,25-27)
Hai nascosto queste cose ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli.


+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse:
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza.
Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».

Parola del Signore

Preghiera dei fedeli
Gesù è la rivelazione di Dio. Avviciniamoci a lui con cuore di bambini per scoprire l'amore del Padre. Diciamo insieme:
Cambia il cuore del tuo popolo, Signore.

- Perché il Papa, i vescovi, i sacerdoti siano piccoli, poveri e ultimi, davanti al Signore e davanti al loro popolo, per saper rivelare la salvezza di Dio. Preghiamo:
- Perché gli uomini della politica si adoperino particolarmente a favore dei poveri e degli emarginati. Preghiamo:
- Perché i carcerati sentano accanto il Signore che libera ogni uomo, e trovino nella società il rispetto e la solidarietà. Preghiamo:
- Perché nelle piccole e grandi cose della nostra giornata siamo attenti alla voce di Dio che chiama, pronti a rispondere "eccomi" con la nostra vita. Preghiamo:
- Perché sappiamo pregare e sentire Dio presente nel nostro cuore come il fuoco misterioso che ci dà la vita. Preghiamo:
- Per le persone che hanno scelto la vita contemplativa.
- Per i bambini che vivono accanto a noi.

Signore, che chiami ogni uomo per solo dono del tuo amore, fa' che ci presentiamo oggi davanti a te come poveri, bisognosi di tutto, e donaci il tuo Spirito che ci fa comprendere ogni parola del tuo Figlio, il quale vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.

Preghiera sulle offerte
Ti offriamo, Signore, questo sacrificio di lode
in onore dei tuoi santi, nella serena fiducia
di essere liberati dai mali presenti e futuri
e di ottenere l'eredità che ci hai promesso. Per Cristo ...

Antifona di comunione
Il buon pastore dà la vita
per le pecore del suo gregge.


Preghiera dopo la comunione
Signore Dio nostro, la comunione ai tuoi santi misteri
susciti in noi la fiamma di carità,
che alimentò incessantemente la vita di san Bonaventura
e lo spinse a consumarsi per la tua Chiesa. Per Cristo ...

Commento
Bonaventura (Bagnoregio, Viterbo, 1218 – Lione, Francia, 15 luglio 1274), mistico e pensatore medievale, dottore allo studio di Parigi, diede forma di sintesi sapienziale alla teologia scolastica sulle orme di Agostino. L’espressione più matura di questo umanesimo teologico è nell’«Itinerario della mente a Dio». Discepolo di san Francesco guidò con superiore saggezza il suo ordine (1257-1273), tanto da essere chiamato «secondo fondatore e padre». Scrisse numerose opere di carattere teologico e mistico ed importante fu la «Legenda maior», biografia ufficiale di San Francesco, a cui si ispirò Giotto per il ciclo delle Storie di San Francesco.
Fu nominato vescovo di Albano e cardinale.
Partecipò al II Concilio di Lione che, grazie anche al suo contributo, segnò un riavvicinamento fra Chiesa latina e Chiesa greca. Proprio durante il Concilio, morì a Lione, il 15 luglio 1274.

GLI AFFARI DI CASALEGGIO CON HUAWEI RISCHIANO DI FINIRE ALLE ORTICHE O E' IL GOVERNO A RISCHIARE PER GLI AFFARI DI CASALEGGIO?



Duro comunicato di Huawei Italia che avvisa: basta illazioni sul 5G. C’è aria di un cambio di passo del governo sulla partita per la banda ultralarga. I Cinque Stelle prendono tempo, ma il Pd è intenzionato a seguire il modello Johnson.

Da Londra a Roma, si scalda la partita europea per la rete 5G. Mormorata da settimane, è alla fine arrivata la decisione di Boris Johnson di escludere (e disinstallare) dalla rete la cinese Huawei, come richiesto dagli Stati Uniti. L’Italia può essere la prossima nella lista, e non ha intenzione di fare spallucce, assicura a Formiche.net Mirella Liuzzi, sottosegretaria al Mise del Movimento Cinque Stelle che segue da vicino lo sviluppo della rete. Ecco la “terza via” fra Pechino e Washington che il governo rossogiallo vuole imboccare.

Liuzzi, da Londra arriva una sveglia sul 5G cinese.

Credo sia una decisione dettata da più ragioni, anche geopolitiche. Una virata a tutti gli effetti: fino a qualche mese fa il governo inglese era di altro avviso. Ovviamente questa mossa avrà un impatto notevole sul mercato, soprattutto quello britannico, dove gran parte della rete 4G è già di Huawei.

Inizialmente avevano optato per un tetto del 35% nella rete non-core. Può funzionare?

Quella scelta nasceva da un bilanciamento fra ragioni politiche ed economiche. Dopotutto gran parte degli operatori lavorava con vendor cinesi. Non è facile smantellare da un giorno all’altro una rete già installata.

Anche in Italia qualcosa si muove. Tim non ha invitato Huawei alla gara per la rete core.

Anche in questo caso, penso che le ragioni di mercato si intreccino con quelle geopolitiche. Ho l’impressione che la scelta di Tim nasca soprattutto in relazione al Brasile, Paese dove l’azienda vanta una presenza molto forte. In Italia Tim ha già contratti di collaborazione con Huawei, e non stupisce. I vendor sono pochi, è inevitabile lavorare insieme. Anche perché i tempi stringono: in Italia siamo avanti sul 5G, abbiamo fatto in anticipo la gara sulle frequenze.

E la sicurezza?

In due anni abbiamo fatto tre decreti legge sulla sicurezza delle reti strategiche e del 5G, abbiamo rafforzato il perimetro di sicurezza nazionale cibernetica, insieme a quella francese la nostra è la normativa più stringente in Europa. Ovviamente teniamo conto delle preoccupazioni sulla sicurezza e non ignoriamo il contesto geopolitico. Ma questa via “normativa” ci sembra la più equilibrata.

In cosa consiste?

Nel golden power, ad esempio. È stato rafforzato notevolmente in questi mesi, nessun altro Paese europeo ha maglie così strette anche sulla rete 5G. Poi c’è il perimetro cyber, che ha concluso in questi giorni il suo iter parlamentare.

Ma il perimetro è in ritardo. E intanto la rete va avanti.

Ci sono problemi tecnici che impediscono di accelerare. Sono richieste competenze innovative e altamente specializzate nella sicurezza cibernetica che non è facile trovare all’interno della Pubblica amministrazione. Il Mise sta seguendo la creazione dei Cvcn (Centri di valutazione e certificazione nazionale, ndr), Palazzo Chigi si occupa della parte pubblica. Per i bandi e i concorsi ci vuole ancora del tempo.

Un 5G europeo oggi è fantascienza?

Al contrario, è quello che speriamo. Sui temi digitali e non solo ci confrontiamo con due colossi, Cina e Stati Uniti, con cui non conviene agire in solitaria. Senza un’iniziativa europea rischiamo di trovarci esclusi dalla partita. L’Europa deve trovare un approccio comune a tutti gli Stati membri.

Quindi che si fa? Sussidi a pioggia come in Cina?

Più che sovvenzioni statali, io immagino più un sistema di regole comuni. Il mercato si è mosso in anticipo e già fa rete, i costi nel settore sono elevati. Avere un quadro normativo uniforme aiuta ad abbassarli e a velocizzare sulla realizzazione del 5G.

Non solo 5G. Il governo in questi giorni è preso anche dal dibattito sulla rete unica fra Tim e Open Fiber. Voi per chi tifate?

Per nessuno, o meglio, per la rete unica. Mi sembra che maggioranza e opposizione siano sulla stessa linea. Tutti vogliamo la rete unica, il problema è mettere d’accordo i due contendenti. Ma sulla necessità di accelerare, e di avere un’infrastruttura pubblica strategica nelle mani dello Stato, non c’è alcun dubbio.
Si scaldano gli animi sulla rete 5G. Huawei, gigante tech cinese nel mirino degli Stati Uniti in corsa per fornire la rete di ultima generazione anche in Italia, fa sapere di averne abbastanza di “illazioni infondate”.
Il tempismo del comunicato non è casuale. Da giorni si inseguono voci su un cambio di passo del governo italiano sulla partita del 5G. Che il dossier sia finito di nuovo in cima all’agenda di Palazzo Chigi lo dimostra lo scontro interno al Cdm di lunedì sera sul Decreto semplificazione, quando, a quanto risulta a Formiche.net, la squadra di ministri Dem, e su tutti il ministro della Difesa Lorenzo Guerini e il ministro degli Affari europei Enzo Amendola, ha chiesto di esercitare i poteri del golden power sulla fornitura di tecnologia da parte di Huawei a Tim e Windtre.
L’uscita pubblica di Huawei è spia di un crescente nervosismo su una partita ancora apertissima. Come è noto i Cinque Stelle, su tutti il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli, sono contrari a un’esclusione dei player cinesi dalla rete, auspicata invece dal Copasir in un rapporto pubblicato a dicembre. Del tema, stando a indiscrezioni, avrebbero parlato nel lungo incontro di tre ore a Palazzo Chigi il premier Giuseppe Conte e il presidente della Casaleggio Associati Davide Casaleggio (definito in un tweet al vetriolo dell’ex candidata repubblicana al Congresso DeAnna Lorraine “il capo lobbista di Huawei”).


“Siamo fermamente convinti che la sicurezza e lo sviluppo dell’Italia digitale debbano essere supportati da un approccio basato su fatti – fa sapere in una nota il ramo italiano dell’azienda di Shenzen – Siamo impegnati a contribuire allo sviluppo digitale del Paese, anche in questa difficile fase, con tecnologie, impiego, risorse, sia in modo diretto che indiretto, attraverso la catena di fornitura dei nostri partner. Sicurezza, trasparenza e rispetto delle regole sono gli elementi fondamentali che ci hanno garantito la fiducia di operatori di telecomunicazioni, imprese e consumatori”.L’accelerazione è anche figlia del contesto internazionale. Il premier inglese Boris Johnson starebbe per annunciare un clamoroso dietrofront sul 5G, mettendo al bando provider cinesi come Huawei e Zte dopo aver limitato loro solo la parte “core” della rete (e concesso l’accesso al 35% della parte non-core). La retromarcia di Londra fa esultare Washington DC ma suona anche un campanello d’allarme per l’Europa, che ora non può più decidere di non decidere.
In Italia il dossier è tornato al centro del dibattito politico, con un Pd sempre più intenzionato a seguire le orme del governo inglese e un Movimento intenzionato a prendere tempo. C’è comunque aria di una presa di posizione imminente cui non potrà sottrarsi il premier-avvocato, e il monito di Huawei a Palazzo Chigi ne è un segnale eloquente…

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