giovedì 26 dicembre 2019

LITURGIA DEL GIORNO DI SANTO STEFANO

La Liturgia di Giovedi 26 Dicembre 2019

SANTO STEFANO

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Grado della Celebrazione: FESTA
Colore liturgico: Rosso

Antifona d'ingresso
Si aprirono le porte del cielo per santo Stefano;
egli è il primo nella schiera dei martiri
e ha ricevuto in cielo la corona di gloria.

Colletta
Donaci, o Padre, di esprimere con la vita
il mistero che celebriamo
nel giorno natalizio di santo Stefano primo martire
e insegnaci ad amare anche i nostri nemici
sull’esempio di lui
che morendo pregò per i suoi persecutori.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (At 6,8-12;7,54-60)
Ecco, contemplo i cieli aperti.


Dagli Atti degli Apostoli

In quei giorni, Stefano, pieno di grazia e di potenza, faceva grandi prodigi e segni tra il popolo. Allora alcuni della sinagoga detta dei Liberti, dei Cirenei, degli Alessandrini e di quelli della Cilìcia e dell’Asia, si alzarono a discutere con Stefano, ma non riuscivano a resistere alla sapienza e allo Spirito con cui egli parlava. E così sollevarono il popolo, gli anziani e gli scribi, gli piombarono addosso, lo catturarono e lo condussero davanti al Sinedrio.
Tutti quelli che sedevano nel Sinedrio, [udendo le sue parole,] erano furibondi in cuor loro e digrignavano i denti contro Stefano. Ma egli, pieno di Spirito Santo, fissando il cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla destra di Dio e disse: «Ecco, contemplo i cieli aperti e il Figlio dell’uomo che sta alla destra di Dio».
Allora, gridando a gran voce, si turarono gli orecchi e si scagliarono tutti insieme contro di lui, lo trascinarono fuori della città e si misero a lapidarlo. E i testimoni deposero i loro mantelli ai piedi di un giovane, chiamato Saulo. E lapidavano Stefano, che pregava e diceva: «Signore Gesù, accogli il mio spirito». Poi piegò le ginocchia e gridò a gran voce: «Signore, non imputare loro questo peccato». Detto questo, morì.

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 30)
Rit: Alle tue mani, Signore, affido il mio spirito.

Sii per me una roccia di rifugio,
un luogo fortificato che mi salva.
Perché mia rupe e mia fortezza tu sei,
per il tuo nome guidami e conducimi.

Alle tue mani affido il mio spirito;
tu mi hai riscattato, Signore, Dio fedele.
Esulterò e gioirò per la tua grazia,
perché hai guardato alla mia miseria.

Liberami dalla mano dei miei nemici
e dai miei persecutori:
sul tuo servo fa’ splendere il tuo volto,
salvami per la tua misericordia.

Canto al Vangelo (Sal 117,26.27)
Alleluia, alleluia.
Benedetto colui che viene nel nome del Signore;
il Signore è Dio, egli ci illumina.
Alleluia.

VANGELO (Mt 10,17-22)
Non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro.


+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli:
«Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani.
Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi.
Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato».

Parola del Signore

Preghiera dei fedeli
Fratelli, preghiamo e ringraziamo il Signore per la testimonianza di santo Stefano primo martire, che come Cristo morì perdonando i suoi uccisori. Diciamo insieme:
Rendici testimoni della tua Parola, o Signore.

Perchè la Chiesa testimoni la sua fedeltà a Cristo, anche tra le persecuzioni, le lotte e le sfide cui oggi è sottoposta. Preghiamo:
Perchè i diaconi, sull'esempio di Stefano, annuncino al mondo che in mezzo alla morte persiste la vita, in mezzo alla menzogna la verità, in mezzo alle tenebre la luce. Preghiamo:
Perchè ogni uomo che cerca e soffre per la verità, possa, come Stefano, sentire la presenza e la vicinanza di Dio e del suo Spirito. Preghiamo:
Perchè la speranza della risurrezione rafforzi i fratelli provati dal dolore e dalla malattia. Preghiamo:
Per noi qui riuniti, perchè prendiamo coscienza di essere membra vive del Corpo di Cristo che è la Chiesa. Preghiamo:
Perchè nella nostra comunità si superino divisioni e discordie.
Per coloro che si preparano a ricevere il sacramento della cresima.

O Dio, che in santo Stefano ci hai dato un segno della tua misericordia, trasforma la nostra vita, perchè possiamo essere nel mondo costruttori di fraternità e di pace. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. Amen.

Preghiera sulle offerte
Accogli, Signore, i doni che ti offriamo
nel glorioso ricordo di santo Stefano
e confermaci nella fede
che egli testimoniò col suo martirio.
Per Cristo nostro Signore.

PREFAZIO DI NATALE I
Cristo luce

È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.
Nel mistero del Verbo incarnato
è apparsa agli occhi della nostra mente
la luce nuova del tuo fulgore,
perché conoscendo Dio visibilmente,
per mezzo suo siamo rapiti all’amore delle realtà invisibili.
E noi, uniti agli Angeli e agli Arcangeli,
ai Troni e alle Dominazioni
e alla moltitudine dei Cori celesti,
cantiamo con voce incessante
l’inno della tua gloria: Santo...

Oppure:

PREFAZIO DI NATALE II
Nell’incarnazione Cristo reintegra l’universo

È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
lodarti e ringraziarti sempre per i tuoi benefici,
Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore.
Nel mistero adorabile del Natale,
egli, Verbo invisibile,
apparve visibilmente nella nostra carne,
per assumere in sé tutto il creato
e sollevarlo dalla sua caduta.
Generato prima dei secoli,
cominciò ad esistere nel tempo,
per reintegrare l’universo nel tuo disegno, o Padre,
e ricondurre a te l’umanità dispersa.
Per questo dono della tua benevolenza,
uniti a tutti gli angeli,
cantiamo esultanti la tua lode: Santo...

Oppure:

PREFAZIO DI NATALE III
Il misterioso scambio che ci ha redenti

È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo nostro Signore.
In lui oggi risplende in piena luce
il misterioso scambio che ci ha redenti:
la nostra debolezza è assunta dal Verbo,
l’uomo mortale è innalzato a dignità perenne
e noi, uniti a te in comunione mirabile,
condividiamo la tua vita immortale.
Per questo mistero di salvezza, uniti a tutti gli angeli,
proclamiamo esultanti la tua lode: Santo...


Antifona di comunione
Lapidavano Stefano, mentre pregava e diceva:
Signore Gesù, accogli il mio spirito. (At 7,58)


Preghiera dopo la comunione
O Dio, che nella celebrazione di santo Stefano
prolunghi la gioia del Natale,
conferma in noi l’opera della tua misericordia
e trasforma la nostra vita
in perenne rendimento di grazie.
Per Cristo nostro Signore.



Commento
Stefano, il primo martire cristiano, era uno dei primi sette diaconi, il cui dovere era quello di porsi al servizio della Chiesa e degli apostoli. Come servo di Cristo, Stefano era contento di essere come il suo Signore, e, nel momento della sua morte, fu molto simile a lui. Potrebbe sembrare che il Vangelo di oggi sia stato scritto a proposito di santo Stefano. Quando si trovò di fronte al sinedrio, lo Spirito Santo lo ispirò ed egli parlò con audacia; non solo respinse le accuse che gli erano state mosse, ma accusò a sua volta i suoi accusatori. Il suo sguardo era sempre rivolto al Signore, tanto che il suo volto splendeva come quello di un angelo e rifletteva la gloria di Cristo, che era in lui. La somiglianza tra santo Stefano e il suo Signore non è solo esteriore: nel momento della sua morte, Stefano rivelò le intime disposizioni del suo cuore, pregando perché i suoi assassini fossero perdonati, una preghiera che diede frutti più tardi, con la conversione di san Paolo. Santo Stefano, il cui nome significa “corona”, si procurò la corona del martirio dopo esservisi preparato con una vita di fedeltà al servizio di Cristo.

[MEDITAZIONI ALFONSIANE] Della nascita di Gesù.

dalle “Meditazioni per l’ottava di Natale e per gli altri giorni sino all’Epifania” di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori


La nascita di Gesù Cristo apportò un’allegrezza generale a tutto il mondo. Egli fu il Redentore desiderato per tanti anni e con tanti sospiri; che perciò fu chiamato il desiderato dalle genti e il desiderio dei colli eterni [1]. Eccolo è già venuto ed è nato in una piccola spelonca. Quel gran gaudio che l’angelo annunziò ai pastori, pensiamo che oggi l’annunzi anche a noi e ci dica: Ecce enim evangelizo vobis gaudium magnum quod erit omni populo: quia natus est vobis hodie Salvator (Luc. II, 10, 11) [2]. Quanta festa si fa in un regno quando nasce al re il suo infante primogenito! Ma maggior festa dobbiamo far noi vedendo nato il Figlio di Dio ch’è venuto dal cielo a visitarci, spinto dalle viscere della sua misericordia: Per viscera misericordiae Dei nostri, in quibus visitavit nos oriens ex alto [3]. Noi eravamo perduti, ed ecco quegli ch’è venuto a salvarci: Propter nostram salutem descendit de caelis [4]. Ecco il pastore ch’è venuto a salvare le sue pecorelle dalla morte, con dar esso la vita per loro amore: Ego sum pastor bonus: bonus pastor animam suam dat pro ovibus suis (Io. X, 11) [5]. Ecco l’agnello di Dio ch’è venuto a sacrificarsi per ottenere a noi la divina grazia e per rendersi nostro liberatore, nostra vita, nostra luce e anche nostro cibo nel SS. Sacramento. Dice S. Agostino che Gesù Cristo, nascendo, per questo ancora voll’essere posto nella mangiatoia dove trovano il pascolo gli animali, per darci ad intendere ch’egli si è fatt’uomo anche per rendersi cibo nostro: In praesepio, ubi pastus est animalium, sua collocari membra permittit, in aeternam refectionem vescendum a mortalibus suum corpus ostendit. (Tract. XXV, in Io.) [6]. Egli di più ogni giorno nasce nel Sacramento per mezzo dei sacerdoti e della consacrazione: l’altare è il presepio ed ivi noi andiamo a cibarci delle sue carni. Taluno desidererebbe di aver il santo Bambino nelle braccia, come l’ebbe il santo vecchio Simeone; ma quando ci comunichiamo, c’insegna la fede che non solamente nelle braccia, ma dentro il nostro petto sta quell’istesso Gesù che stette nel presepio di Betlemme. Egli per questo è nato, per darsi tutto a noi: Parvulus … natus est nobis, et Filius datus est nobis (Is. IX, 6) [7].

Affetti e preghiere
Erravi sicut ovis quae periit: quaere servum tuum [8]. Signore, io sono la pecorella che per andare appresso a’ miei piaceri e capricci miseramente mi son perduta; ma voi, o pastore insieme ed agnello divino, siete quello che siete venuto dal cielo a salvarmi, con sacrificarvi qual vittima sulla croce in soddisfazione de’ miei peccati. Ecce agnus Dei, ecce qui tollit peccatum. Se dunque io voglio emendarmi, di che debbo temere? perché non debbo tutto confidar in voi, mio Salvatore, che siete nato a posta per salvarmi? Ecce Deus Salvator meus, fiducialiter agam et non timebo [9]. Qual segno maggiore potevate darmi di misericordia, o mio dolce Redentore, per darmi confidenza, che darmi voi stesso? Caro mio Bambino, quanto mi spiace di avervi offeso. Io vi ho fatto piangere nella stalla di Betlemme. Ma se voi siete venuto a cercarmi, io mi butto a’ piedi vostri, e benché vi veda afflitto ed avvilito in questa mangiatoia, steso su la paglia, io vi riconosco per mio sommo re e sovrano. Sento già che questi vostri dolci vagiti m’invitano ad amarvi e mi domandano il cuore. Eccolo, Gesù mio, a’ piedi vostri oggi lo presento; mutatelo ed infiammatelo voi che siete a questo fine venuto al mondo per infiammare i cuori del vostro santo amore. Sento già che da questa mangiatoia voi mi dite: Diliges Dominum Deum tuum ex toto corde tuo [10]. Ed io rispondo: Ah Gesù mio, e se non amo voi che siete il mio Signore e Dio, chi voglio amare? Voi vi chiamate mio, perché siete nato per darvi tutto a me; ed io ricuserò d’esser vostro? No, amato mio Signore, io tutto a voi mi dono e v’amo con tutto il cuore. Io v’amo, io v’amo, io v’amo, o sommo bene, o unico amore dell’anima mia. Deh accettatemi in questo giorno, e non permettete ch’io abbia mai più a lasciare d’amarvi.
Regina mia Maria, vi prego per quella consolazione che aveste la prima volta che miraste nato il vostro Figlio e gli deste i primi abbracci, pregatelo che mi accetti per suo e m’incateni per sempre col dono del suo santo amore.


[1] “Et veniet desideratus cunctis gentibus” [Verrà il desiderato da tutte le genti] Agg. II, 8. – “Non auferetur sceptrum de Iuda, et dux de femore eius, donec veniat qui mittendus est, et ipse erit expectatio gentium” [Lo scettro non sarà tolto da Giuda, e il condottiero della stirpe di lui, fino a tanto che venga colui, che deve esser mandato, ed egli sarà l’aspettazione delle nazioni] Gen. XLIX, 10. – “Benedictiones patris tui confortatae sunt benedictionibus patrum eius, donec veniret desiderium collium aeternorum; fiant in capite Ioseph, et in vertice Nazaraei inter fratres suos” [Le benedizioni del padre tuo sorpassano quelle dei padri di lui; fino al venire di lui, che è il desiderio dei colli eterni: posino esse sul capo di Giuseppe, sul capo di lui Nazareno tra i suoi fratelli] Gen. XLIX, 26.
[2] “Eccomi a recare a voi la nuova di una grande allegrezza, che avrà tutto il popolo: è nato oggi per voi un Salvatore”
[3] “Mediante le viscere della misericordia del nostro Dio: per le quali ci ha visitato il Sol nascente dall’alto” (Luc. I, 78)
[4] “Per la nostra salvezza discese dal cielo” (Simbolo niceo-costantinopolitano)
[5] “Io sono il buon Pastore. Il buon pastore dà la vita per le sue pecorelle”
[6] “Quod vero in praesepi, ubi pastus est animalium, sua collocari membra permittit, in aeternam refectionem vescendum a mortalibus suum corpus ostendit” (Non già S. Agostino, ma S. MAXIMUS TAURINENSIS, Homilia 14, de Nativitate Domini hom. 9. ML 57-252. – S. AUGUSTINUS, Sermo 190, in Natali Domini septimus, cap. 3, n. 3, ML 38-1008: “Nuntiatur pastoribus princeps pastorque pastorum: et in praesepi iacet fidelium cibaria iumentorum” [Viene annunziato ai pastori colui che è principe e pastore dei pastori e giace in una mangiatoia come foraggio per i giumenti fedeli] – IDEM, Sermo 194, in Natali Domini undecimus, cap. 2, n. 2, ML 38-1016: “Sunt illi (angeli) nuntii eius, sumus et nos pecora eius. Plenitudo enim mensae ipsorum est, quia in principio erat Verbum, et Verbum erat apud Deum, et Deus erat Verbum. Plenitudo praesepii nostri est, quia Verbum caro factum est, et habitavit in nobis. Ut enim panem Angelorum manducaret homo, creator Angelorum factus est homo” [Essi sono i suoi messaggeri, noi siamo i suoi giumenti. In cielo egli sazia la loro mensa, in terra ha riempito la nostra mangiatoia. È la pienezza della loro mensa perché in principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. È la pienezza della nostra mangiatoia perché il Verbo si è fatto carne ed abitò in mezzo a noi. Affinché l’uomo potesse mangiare il pane degli angeli, il creatore degli angeli si è fatto uomo].
[7] “Ci è nato un pargolo, ci è dato un figlio”.
[8] “Andai errando qual pecora traviata: cerca il tuo servo” (Ps. CXVIII, 176).
[9] ” Ecco Dio mio Salvatore, agirò con fidanza, e non temerò” (Is. XII, 2).
[10] ” Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuor tuo” (Deut. VI, 5; Matth. XXII, 37).