venerdì 13 marzo 2020

Mezzi militari sulle strada nel Veronese Social in fermento, ma è un'esercitazione

SOLO UN'ESERCITAZIONE? LE ESERCITAZIONI SI FANNO PER PREPARARSI A QUALCOSA, O NO?..... 

Militari per le strade di Veronella


Mezzi militari in transito questa mattina da Arcole e Veronella: erano i "Ranger" del 4° Reggimento alpini paracadutisti di stanza alla caserma "Duca" di Verona impegnati in una esercitazione di routine programmata da tempo nella zona di Cologna Veneta.

Il transito per le vie centrali dei paesi dell'Est veronese dei "Ranger" (forza speciale del Comfose, Comando forze speciali dell'esercito italiano), immortalato da alcune delle poche persone che in quel momento si trovavano per la strada, ha creato moltissimo panico e ha scatenato, sui social, il diluvio di post. Non è bastato qualche intervento di chiarimento da parte del sindaco Loris Rossi, che ha risposto a qualche post: il fatto che si tratti di attività programmata non ha fatto altro che far crescere il disappunto tra molti cittadini convinti che la popolazione dovesse essere avvisata.

Oltre alla situazione contingente ad alimentare la preoccupazione è l'imminente esercitazione della NATO Defender Europe 2020, che non coinvolge l'Italia nè le forze armate italiane, ma che sta portando oltre 20 mila soldati americani, attraverso sei porti europei, sul confine orientale dell'Europa dove l'esercitazione si concluderà a fine maggio. Proprio ieri, stante l'emergenza sanitaria in atto, l'esercito americano ha comunicato la riduzione del numero di militari impiegati e l'Italia ha confermato la mancata partecipazione.

Elicotteri privi di contrassegni e scie chimiche



E' noto che le attività clandestine di aerosol coincidono con una frenetica attività di elicotteri non identificati, i quali hanno funzioni non ancora definitivamente accertate. Mentre negli anni passati, all'inizio delle attività chimico-biologiche sul nostro territorio, era più frequente avvistare mezzi del tutto assimilabili ad aeromobili di tipo militare (in genere si trattava di Agusta-Bell AB 212 in livrea mimetica, sebbene anch'essi privi di targhe di riconoscimento), ora è consuetudine registrare soprattutto la presenza di elicotteri dalle solo apparenti fogge civili.

Ultimamente abbiamo potuto più volte osservare velivoli con livrea del tutto assimilabile a quella dei Vigili del Fuoco, ma, come nel caso di tutti gli altri aeromobili ripresi, questi sono sempre privi di coccarde identificative. Appare evidente l'intenzione di ingannare un osservatore non attento ridipingendo con fogge "familiari" gli aeromobili che, invece, hanno evidentemente scopi di sorvolo del tutto estranei a quanto ingenuamente qualcuno potrà pensare. Se così non fosse, per qual motivo si adottano tali espedienti? E' chiaro che il gran numero di elicotteri impegnati in voli sui centri abitati non rientra assolutamente nella norma e costituisce un'attività illegale occupare i cieli di qualsiasi paese con velivoli non muniti di contrassegni identificativi. Non ultimo, sappiamo che a Sanremo è stato realizzato un eliporto sul cui reale uso (non viene a quanto pare impiegato né da eliambulanze né dalla protezione civile) le persone interrogate appaiono reticenti ed evasive. Ma allora... chi autorizza questi voli? Gli enti preposti al controllo aereo (E.N.A.C. ed E.N.A.V.) e, in special modo, il Ministero della "Difesa", dovrebbero fornirci delle risposte esaurienti e definitive.

Vano auspicio.


REGOLAMENTO “MARCHE DI NAZIONALITA’ E DI IMMATRICOLAZIONE DEGLI AEROMOBILI CIVILI”

Articolo 5


Le marche di nazionalità e di immatricolazione devono essere dipinte sull’aeromobile oppure apposte con qualsiasi altro mezzo che assicuri un equivalente livello di integrità nel tempo. Le marche devono essere tenute pulite e visibili.



Il 27 settembre 2008, come è noto, si sono svolti gli ultimi febbrili negoziati Alitalia-C.A.I., mentre i voli chimici si erano diradati in tutta Italia nella settimana precedente. Inconsueto ed abnorme è stato il numero di elicotteri privi di contrassegni identificativi in sorvolo su Sanremo ed altre città. Firmata l’intesa, però, si è assistito ad una spaventosa recrudescenza delle attività, soprattutto nelle ore notturne, con decine di sorvoli di aerei spesso in formazione, per lo più, a bassa quota e con la ricomparsa (la sera stessa del 27 settembre) e dopo un black out di oltre dieci giorni, degli MD-80 che, casualmente, sono tra i velivoli in dotazione alla compagnia di bandiera. Il sospetto che i piloti Alitalia abbiano avuto un anomalo potere contrattuale superiore agli altri comuni lavoratori è legittimo.

Il filmato che vi proponiamo si riferisce a quel giorno.


MONDO, NON E' FORSE ORA DI SVEGLIARSI? (SIAMO TUTTI COLLEGATI)

UN MOMENTO DI CRESCITA SPIRITUALE PER ESSERE MENO EGOISTI E APRIRCI DI PIU' ALLE ESIGENZE DELL'ALTRO. I NOSTRI GESTI E PENSIERI INDIVIDUALI SI RIVERBERANO NELLA VITA DI CIASCUNO NEL BENE E NEL MALE PERCHE' SIAMO TUTTI COLLEGATI, SIAMO TUTTI "UNO".... 


BY Zelaschi

Un giorno stavo attraversando le strisce pedonali e mi accorsi che la macchina che si era fermata poco lontano da me non riusciva più a ripartire, di conseguenza i clacson iniziarono il loro concerto. Rallentai il passo e volsi lo sguardo indietro per vedere se riusciva a rimettersi in marcia. Ero combattuto, avrei voluto chiedere subito alla persona al volante se le serviva una mano…


Praticamente nello stesso istante quella simpatica donna di colore, accortasi che la stavo guardando, mi chiese se potevo mettermi al posto di guida e far ripartire la macchina per lei, visto che si era agitata ed in quel momento non ci riusciva.
Mi divertii a portare un centinaio di metri quella macchina familiare traboccante di sgargianti colori al suo interno. Tirai il freno a mano e rimisi nelle sue mani il mezzo, visto che ormai si era tranquillizzata. E ringraziandomi mi salutò.

Quest’interessante racconto ci fa pensare a: quand’è che ci siamo dimenticati della ricchezza che ci può tornare dall’aiutare gli altri? Quand’è che abbiamo iniziato a girarci dall’altra parte quando un essere umano, che potremmo benissimo essere noi, si trova in difficoltà?
Quand’è che la paura, i condizionamenti, le differenze culturali, ci hanno resi aridi nei confronti delle vita e delle persone?

Bisogna iniziare ad invertire questo circolo vizioso, sforzandosi ed uscendo dai condizionamenti di ciò che la maggior parte della gente pensa e fa (perché se non cambiamo modo di agire le cose andranno sempre peggio). Tutto il mondo è vittima di una tremenda ignoranza… e non si tratta di un’ignoranza di tipo intellettuale.

Quello che la nostra cultura considera ignoranza, in realtà sono cose abbastanza insignificanti. L’ignoranza con la “I” maiuscola non è non sapere qual è la capitale della Germania o non sapere che cosa è un link o chi è il personaggio più popolare di Amici. Una delle grandi ignoranze che purtroppo crea una profonda povertà interiore, è non rendersi conto e non sapere che la nostra famiglia non si limita a nostro padre, nostra madre e i nostri fratelli ma è costituita dagli ormai sette miliardi di persone che popolano il pianeta e dalle trentadue milioni di specie che lo abitano.

Un’altra grande ignoranza è non capire che le guerre, gli scontri e le continue battaglie di potere, non fanno altro che impoverire e disperdere dell’energia preziosa che potrebbe essere utilizzata ed indirizzata verso fini, invece, costruttivi. Un’altra grande ignoranza deriva dalla non corretta interpretazione riguardo ad espressioni di rabbia, chiusura, insicurezza, ecc… La persona, o l’essere, che ci sta mostrando ciò, in realtà nella maggior parte dei casi non vuole ferire noi ma sta solo esprimendo il suo dolore e il suo malessere. Ogni espressione di emozioni negative sta ad indicare che l’essere vivente che le sta manifestando in quel momento particolare sta soffrendo. Anche l’apatia e l’indifferenza (che forse sono i mali peggiori) indicano sofferenza ed infelicità. La nostra vera natura, quella più sana, è di condividere, poiché siamo animali sociali. In che modo e in che misura è soggettivo.

Anche le azioni che vogliono ferirci direttamente sono legate in modo stretto alla sofferenza. Proviamo a pensare: quando siamo davvero felici e quando siamo soddisfatti di noi, quando amiamo la nostra vita, quando ci sentiamo parte del tutto, quando siamo in apertura, abbiamo forse voglia di ferire qualcuno o qualcosa?? Ovviamente no, perché sarebbe come ferire noi stessi; e questa è la chiave di tutto il discorso.

Nel nostro mondo in realtà vediamo delle cose il cui significato è esattamente l’opposto di ciò che il mondo stesso ci sta effettivamente mostrando.

Ancora un’altra grande ignoranza è avere l’errata concezione di essere separati dall’esistenza… purtroppo, la lista potrebbe andare avanti molto.

Se, al contrario, procedessimo d’ora in poi, tenendoci per mano “come un solo mondo che ha un solo scopo… che posto meraviglioso diventerebbe questa Terra!”.

Ed è proprio vero, “Siamo ciò che facciamo e non ciò che diciamo”. Nel mondo del lavoro come nella vita, “dobbiamo prima impersonare il cambiamento che vogliamo si verifichi”. Questo lo diceva proprio Gandhi, e non era di certo l’unico. In altre parole, se desideriamo la pace non possiamo continuare a crocifiggere la guerra (questa è un’altra grande ignoranza). E’ molto meglio non lamentarsi di quello che non vogliamo faccia parte della nostra vita perché lamentandoci gli stiamo dando attenzione ed energia, lo stiamo nutrendo, e quindi lo stiamo rendendo più reale.
Forse è un po’ come la pubblicità, se la gente smette di guardarla, prima o poi viene eliminata o viene sostituita con un’altra in grado di catturare attenzione.

Dunque, se continuiamo a pensare “Non vedo l’ora che passi questa crisi-non la voglio-non la voglio-deve finire-è sbagliato che ci sia…” in realtà il messaggio che le stiamo dando è proprio quello di restare. Potremmo invece cercare di accettare la situazione senza giudicarla (la crisi) (e non è sicuramente facile) cercando di “nominarla” e focalizzandoci su di lei solo in modo costruttivo.

Quindi, se il mondo del lavoro così com’è non ci piace, è inutile e controproducente lamentarsene o passivamente farsi schiacciare annullando la nostra personalità e diventando infelici, e divenendo a forza parte di un gigantesco ingranaggio che crea sofferenza. Una delle cose migliori da farsi, forse, è creare delle anomalie nell’ingranaggio, rompendo lo schema (ormai obsoleto) del suo funzionamento, portando qualcosa di nuovo.

C’è una frase di Einstein che recita “Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare la stesse cose”. Questa grandissima crisi che sta mettendo tutti a dura prova (in un modo o nell’altro) potrebbe essere sfruttata come un opportunità per rendere la situazione migliore di com’è ora, smantellando le fondamenta (dato che già si stanno sgretolando da sole) di un mondo del lavoro che si basa su falsi presupposti e grandi ignoranze. 

Ed ancora, “ogni individuo che incontriamo sta combattendo una battaglia di cui non sappiamo nulla”.

Sarebbe bello provare a tenere a mente questo concetto, sia nei rapporti personali che di lavoro, portando comprensione là dove non ce n’è e sforzandoci di essere gentili (ovviamente un atteggiamento di questo genere funziona e produce “del buono” solo quando la lezione del rispettare ed amare se stessi è stata imparata bene, poiché in questo caso la gentilezza che verrà donata risulterà disinteressata e pura, come la ciliegina su di una torta di un benessere che è già preesistente).

In conclusione e riallacciandosi al titolo di apertura… Mondo, non è forse ora di svegliarsi? Siamo tutti collegati…


LITURGIA DEL GIORNO

La Liturgia di Venerdi 13 Marzo 2020
Venerdì della II settimana di Quaresima

Risultato immagini per In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano.

Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Viola 

Antifona d'ingresso
In te mi rifugio, Signore, 
che io non resti confuso in eterno; 
mi salverai dalla rete che mi hanno teso i nemici, 
perché tu sei la mia difesa. (Sal 31,2.5) 

Colletta
Dio onnipotente e misericordioso, 
concedi ai tuoi fedeli 
di essere intimamente purificati 
dall’impegno penitenziale della Quaresima, 
per giungere con spirito nuovo 
alle prossime feste di Pasqua. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo... 

PRIMA LETTURA (Gen 37,3-4.12-13.17-28)
Eccolo! È arrivato il signore dei sogni! Orsù, uccidiamolo!

Dal libro della Gènesi

Israele amava Giuseppe più di tutti i suoi figli, perché era il figlio avuto in vecchiaia, e gli aveva fatto una tunica con maniche lunghe. I suoi fratelli, vedendo che il loro padre amava lui più di tutti i suoi figli, lo odiavano e non riuscivano a parlargli amichevolmente. 
I suoi fratelli erano andati a pascolare il gregge del loro padre a Sichem. Israele disse a Giuseppe: «Sai che i tuoi fratelli sono al pascolo a Sichem? Vieni, ti voglio mandare da loro». Allora Giuseppe ripartì in cerca dei suoi fratelli e li trovò a Dotan. 
Essi lo videro da lontano e, prima che giungesse vicino a loro, complottarono contro di lui per farlo morire. Si dissero l’un l’altro: «Eccolo! È arrivato il signore dei sogni! Orsù, uccidiamolo e gettiamolo in una cisterna! Poi diremo: “Una bestia feroce l’ha divorato!”. Così vedremo che ne sarà dei suoi sogni!». 
Ma Ruben sentì e, volendo salvarlo dalle loro mani, disse: «Non togliamogli la vita». Poi disse loro: «Non spargete il sangue, gettatelo in questa cisterna che è nel deserto, ma non colpitelo con la vostra mano»: egli intendeva salvarlo dalle loro mani e ricondurlo a suo padre. 
Quando Giuseppe fu arrivato presso i suoi fratelli, essi lo spogliarono della sua tunica, quella tunica con le maniche lunghe che egli indossava, lo afferrarono e lo gettarono nella cisterna: era una cisterna vuota, senz’acqua. 
Poi sedettero per prendere cibo. Quand’ecco, alzando gli occhi, videro arrivare una carovana di Ismaeliti provenienti da Gàlaad, con i cammelli carichi di rèsina, balsamo e làudano, che andavano a portare in Egitto. Allora Giuda disse ai fratelli: «Che guadagno c’è a uccidere il nostro fratello e a coprire il suo sangue? Su, vendiamolo agli Ismaeliti e la nostra mano non sia contro di lui, perché è nostro fratello e nostra carne». I suoi fratelli gli diedero ascolto. 
Passarono alcuni mercanti madianiti; essi tirarono su ed estrassero Giuseppe dalla cisterna e per venti sicli d’argento vendettero Giuseppe agli Ismaeliti. Così Giuseppe fu condotto in Egitto.

Parola di Dio 

SALMO RESPONSORIALE (Sal 104)
Rit: Ricordiamo, Signore, le tue meraviglie. 

Il Signore chiamò la carestia su quella terra,
togliendo il sostegno del pane.
Davanti a loro mandò un uomo,
Giuseppe, venduto come schiavo.

Gli strinsero i piedi con ceppi,
il ferro gli serrò la gola,
finché non si avverò la sua parola
e l’oracolo del Signore ne provò l’innocenza.

Il re mandò a scioglierlo,
il capo dei popoli lo fece liberare;
lo costituì signore del suo palazzo,
capo di tutti i suoi averi. 

Canto al Vangelo (Gv 3,16) 
Lode e onore a te, Signore Gesù.
Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito;
chiunque crede in lui ha la vita eterna.
Lode e onore a te, Signore Gesù. 

VANGELO (Mt 21,33-43.45
Costui è l’erede. Su, uccidiamolo! 

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: 
«Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. 
Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo. 
Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. 
Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?». 
Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo». 
E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture:
“La pietra che i costruttori hanno scartato
è diventata la pietra d’angolo;
questo è stato fatto dal Signore
ed è una meraviglia ai nostri occhi”?
Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti».
Udite queste parabole, i capi dei sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro. Cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla, perché lo considerava un profeta.

Parola del Signore 

Preghiera dei fedeli
La storia di Giuseppe e dei suoi fratelli rivela la volontà del Signore di capovolgere in bene il male fatto contro gli innocenti. La sua compassione, per chi soffre senza colpa ci incoraggia a rivolgergli la nostra preghiera dicendo insieme: 
Ascoltaci, o Signore. 

Perchè il Papa, i vescovi e i sacerdoti, ai quali è affidata la Chiesa, vigna del Signore, non vengano meno alla missione di far fruttificare il regno di Dio tra gli uomini. Preghiamo: 
Perchè l'esperienza di Giuseppe rafforzi nelle persone deluse e scoraggiate la convinzione che Dio trae il bene anche dal male. Preghiamo: 
Perchè soprattutto i cristiani, incontrando uno straniero immigrato nel nostro paese, si ricordino che nessuno è straniero davanti a Dio, e che a tutti Dio dona la sua terra. Preghiamo: 
Perchè il dolore dei profughi e degli esiliati sia mitigato dalla pronta accoglienza dei paesi ospitanti. Preghiamo: 
Perchè la tenerezza paterna di Dio, frequentemente sperimentata nei sacramenti e nella preghiera, ci aiuti a rimanere sereni e fiduciosi nelle prove della vita. Preghiamo: 
Per chi si allontana da Dio perchè colpito da qualche disgrazia. 
Per chi, per disperazione, non chiede più aiuto a nessuno. 

O Dio, padre buono, che metti a fondamento della tua Chiesa la pietra scartata dagli uomini, Cristo tuo Figlio, fa’ che noi, accogliendo gli ultimi e condividendo la loro sofferenza, testimoniamo la tua predilezione per i deboli e i poveri. Per Cristo nostro Signore. Amen. 

Preghiera sulle offerte
La tua misericordia, o Dio, 
ci prepari a celebrare i santi misteri 
e a viverli con la fede e con le opere. 
Per Cristo nostro Signore. 

PREFAZIO DI QUARESIMA II 
La penitenza dello spirito 

È veramente giusto renderti grazie, 
è bello cantare la tua gloria, 
Padre Santo, 
Dio onnipotente ed eterno. 
Tu hai stabilito per i tuoi figli 
un tempo di rinnovamento spirituale, 
perché si convertano a te con tutto il cuore, 
e liberi dai fermenti del peccato 
vivano le vicende di questo mondo, 
sempre orientati verso i beni eterni. 
Per questo dono della tua benevolenza, 
uniti agli angeli e ai santi, 
con voce unanime 
cantiamo l’inno della tua lode: Santo... 

Antifona di comunione
Dio ci ha amati 
e ha mandato il suo Figlio, 
vittima di espiazione per i nostri peccati. (1Gv 4,10) 

Oppure: 
La pietra scartata dai costruttori 
è divenuta testata d’angolo. (Mt 21,42) 

Preghiera dopo la comunione
Il pegno dell’eterna salvezza, 
che abbiamo ricevuto in questi sacramenti, 
ci aiuti, Signore, 
a progredire nel cammino verso di te, 
per giungere al possesso dei beni eterni. 
Per Cristo nostro Signore. 

Commento
In questo venerdì la Chiesa ha scelto di farci leggere due testi che ci preparano al mistero del Venerdì Santo, nel quale Gesù viene ucciso per salvare noi. 
Abele, ucciso dal suo fratello geloso, è la prima immagine di Gesù nell’Antico Testamento. Viene poi la figura di Giuseppe, venduto dai suoi fratelli. Questi passi della Genesi mettono in piena luce la ferita che colpisce il cuore di tutti gli uomini dopo il peccato originale e che ostacola il sorgere dei sentimenti fraterni. La gelosia può assumere molte forme, vi sono modi più o meno eleganti di sbarazzarci di qualcuno che ci infastidisce e bisogna riconoscere che si tratta di una tentazione molto frequente, anche in una comunità cristiana. Abbiamo bisogno di chiedere continuamente a Dio una purificazione più profonda, per non accettare mai volontariamente nei nostri cuori il più piccolo sentimento di ostilità nei confronti di un fratello. L’ostilità diventa così facilmente odio... 
La parabola dei vignaioli assassini è indirizzata ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo. Ci fa comprendere una particolare sofferenza del cuore di Gesù, e al tempo stesso ci fa penetrare nel mistero della sua Chiesa. Gesù ha sofferto per tutti i nostri peccati, ma in particolar modo ha sofferto per essere stato ripudiato e infine ucciso dai pastori del popolo eletto. 
Quando consideriamo la storia della Chiesa e del mondo, vediamo che spesso gli uomini hanno veramente voglia di conservare l’eredità del cristianesimo: una nuova visione dell’uomo e della sua dignità personale, un senso della giustizia, della condivisione... Ma essi vogliono sopprimere l’Erede. Si accontentano di una spiritualità senza Dio! Durante questa Quaresima, chiediamo la grazia di attaccarci con fermezza non solo al messaggio, ma anche alla persona di Gesù, e che la nostra unione con lui sia il centro della nostra vita.