mercoledì 16 ottobre 2019

Il sultano Erdogan evidenzia i limiti della NATO

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Il Sultano ha avviato le operazioni di annientamento dei curdi siriani, come aveva promesso da tempo. USA e singoli stati europei manifestano tardiva e inutile indignazione. Recep Tayyip Erdogan se la ride, sprezzante, dimostrando di non essere per nulla intimorito dalle vuote condanne internazionali, e continua imperterrito le sue operazioni in Siria. Ci stupiremmo che così non fosse! 


Inoltre, per qualsiasi leader dittatoriale in difficoltà con la propria opinione pubblica non c’è manna più gradita che altisonanti condanne straniere che gli consentano di zittire le opposizioni domestiche nel nome dell’onore nazionale. 

Nel caso specifico, poi, le condanne sono eccezionalmente blande e, in alcuni casi, come quella statunitense, anche platealmente di facciata. Condanne meramente “ad usum delphini”, cui non corrisponde né la volontà né la capacità di mettere in campo ritorsioni concrete. 


L’accordo dei Curdi con Assad, negoziato da Mosca, rappresenta l’unica via sia per garantire la sopravvivenza fisica dei Curdi (non certo la loro autonomia, quella ormai è perduta) sia la futura pacificazione dell’intera Siria, sotto un regime dittatoriale, certamente, come lo sono, peraltro, molti dei governi che siedono con onore all’ONU. 

Non sappiamo ancora come andrà al Sultano. Potrebbe uscirne bene anche questa volta o aver tentato il passo più lungo della gamba: si vedrà. 

Sicuramente, a livello internazionale si prospetta almeno un sicuro vincitore: Putin, che si è confermato ancora una volta l’unico baluardo credibile per la stabilità della regione. Analogamente abbiamo almeno tre “grandi” che hanno perso faccia e molta credibilità: USA, UE e NATO. 


Degli USA ci siamo già occupati mentre la UE è stata a guardare in silenzio per otto anni senza mai prendere posizione. Ora finge di strapparsi le vesti, ma in realtà non vuole essere invischiata. Ha paura! Se volesse, potrebbe sicuramente adottare concrete misure di “guerra commerciale”. 

Invece di blaterare di bandi sulla vendita di armamenti, che non impattano assolutamente sulle operazioni in corso, giacché gli eventuali effetti si vedrebbero solo tra qualche anno, l’UE potrebbe agevolmente adottare misure economiche di immediato e sicuro effetto sulla popolazione turca (e quindi sul consenso per Erdogan) quali i dazi sulle esportazioni turche e imposizione di sanzioni economiche che limitino l’import di un’ampia gamma di prodotti, come ha fatto nei confronti della Russia. 

Da notare che le operazioni russe in Ucraina hanno danneggiato i paesi europei meno di quanto possa fare l’attuale intervento turco in Siria e il conseguente possibile ritorno nell’area UE di migliaia di foreign fighters. 


Se poi l’UE volesse contrastare anche l’esplicita minaccia di Erdogan di “invaderci” con milioni di migranti, un’UE “militare” (che ossimoro!) potrebbe anche avviare delle operazioni tendenti a interdire flussi illegali di migranti sia attraverso le frontiere terrestri della Turchia con Grecia e Bulgaria, sia attraverso Egeo e Mar Nero. 

Operazioni per le quali non mancherebbe certo la capacità militare, ma forse sarebbe carente la volontà politica. Insomma, un conto è tuonare e minacciare misure che tanto si sa che non si adotteranno mai, un’altra è porre in atto misure di guerra commerciale e di reale controllo delle frontiere (subendone le conseguenze sia economiche sia politiche). 

Comunque, sia USA sia UE potranno riscattarsi. Per la NATO, almeno per “questa” NATO, invece, quanto sta accadendo potrebbe rappresentare un colpo mortale. Ancora in tempi non sospetti avevamo evidenziato i rischi per l’Alleanza derivanti dalle operazioni militari turche condotte in Siria


Oggi un paese NATO sta conducendo un’operazione militare che tutti gli altri membri condannano. 

Per condurre tale operazione la Turchia si avvale della collaborazione di tagliagole ex al-Nusra e di altri movimenti notoriamente collusi con il terrorismo islamista. D’altronde, il contrasto turco ai jihadisti è sempre stato molto ambiguo, come del resto anche quello USA. 

L’avanzata turca è contraddistinta da elevati “danni collaterali“ tra i civili, evidentemente danni tutt’altro che accidentali, mentre le milizie sunnite che fiancheggiano le forze regolari turche si abbandonano ad atti barbarici, come quello di cui è stata vittima, tra i tanti altri, Hevrin Kalaf. 

Vi sono oggi soldati “della NATO” che scorazzano in Siria, senza mandato ONU, né NATO né invito da parte delle locali autorità governative, con buona pace del Diritto Internazionale! 


Vi sono soldati di un paese NATO che operano spalla a spalla con tagliagole islamisti che non si fanno scrupolo di uccidere giornalisti e civili e fare anche peggio di ciò se quanto ci viene riportato in relazione ad Hevrin Kalaf rispondesse al vero, con buona pace del Diritto Umanitario dei Conflitti Armati! 

Vi sono soldati turchi che potrebbero trovarsi a combattere contro soldati russi e a quel punto non mi stupirei se Ankara invocasse (totalmente a sproposito) un intervento NATO in forza di una discutibile interpretazione dell’articolo 5 del Trattato di Washington. Si pensi, ad esempio, al caso di un raid aereo russo oltre il confine turco in risposta ad un bombardamento di posizioni russe in Siria. 

Tutto ciò era facilmente prevedibile. Ciononostante, la NATO non sembra essere stata capace di adottare per tempo le necessarie contromisure. 


È chiaro che per un’organizzazione inter-governativa, qual è la NATO, non è facile agire nei confronti di un paese membro che mantiene intatta la propria sovranità. Un’alleanza in cui inoltre le decisioni possono essere adottate solo all’unanimità (attribuendo, pertanto, al “cattivo” il diritto di veto in merito a qualsiasi decisione lo riguardi). È verissimo, ed è un’ulteriore debolezza di un’Alleanza, dove ormai le percezioni dei rischi sono decisamente divergenti tra i 29 paesi membri (troppi?). Né esistono procedure per “espellere” il cattivo di turno. 

La NATO, però, non può restare inerte e lasciarsi trascinare nel ridicolo da Erdogan. Come avvenuto anche l’11 ottobre in occasione della visita in Turchia del Segretario Generale della NATO, il norvegese Jens Stoltenberg, che ha incontrato sia Erdogan sia il Ministro degli Esteri Mevlüt Çavuşoğlu, con il quale, nel corso dell’imbarazzante conferenza stampa finale anziché condannare esplicitamente l’attacco turco alla Siria si è complimentato per il contributo di Ankara alle operazioni NATO! 


Se è vero che le possibilità “tecniche” di marcare la distanza dell’Alleanza, in quanto tale, dalla Turchia sono molto limitate, è altrettanto vero che, in seno alla NATO, i singoli alleati possono adottare di concerto o isolatamente misure molto forti da subito, quali, a puro titolo di esempio: 
Ritirare i propri contingenti dall’operazione “Active Fence”. Si tratta di un’operazione lanciata dalla NATO nel 2013 in seguito alla richiesta di Ankara di incrementare il dispositivo di difesa area integrato nel caso di eventuali lanci di missili dalla Siria. L’Italia partecipa all’operazione con una batteria ASTER SAMP/T e 130 uomini. 
Bloccare nell’ambito dei comitati tecnici competenti le tante richieste di finanziamento a infrastrutture NATO in Turchia. 

L’Alleanza in quanto tale, invece, dovrebbe trovare il modo, di mettere “in mora” paesi che si rendono protagonisti di operazioni militari non condivise dall’Alleanza che però possono impattare sulla sicurezza degli alleati. Oggi si tratta della Turchia, ma non mi stupirei che si verificassero casi analoghi in futuro, guardando per esempio ai sentimenti fortemente anti-russi dei Paesi Baltici. Sentimenti sicuramente comprensibili, ma altrettanto sicuramente non condivisi dalla totalità degli Alleati. 


Si tratterebbe in questo caso di misure sicuramente difficili da attuare e la cui adozione sarebbe il preludio all’uscita della Turchia dalla NATO. Al riguardo, occorre valutare se si preferisca avere un membro pericoloso all’interno del club o avere un nemico molto ostile fuori dal club. 

L’occasione, però, non può andare perduta. Erdogan ci ha messo di fronte agli occhi l’evidenza che l’Alleanza Atlantica, baluardo della nostra sicurezza per 70 anni, si trova oggi a vivere tensioni interne dovute alle diverse visioni della sicurezza da parte dei suoi membri. 

La Turchia, monolitica, nazionalista, identitaria, anti-comunista e fondamentalmente laica di ieri è stata per decenni il fedele guardiano che bloccava a sud l’URSS, con le cui repubbliche caucasiche era all’epoca confinante. 


In virtù della convenzione di Montreux del 1936 era anche la custode che vigilava gli Stretti Turchi (Dardanelli, Mar di Marmara e Bosforo), impedendo il libero accesso della potenza navale sovietica nel Mediterraneo. Nonostante i problemi tra Turchia e Grecia, Ankara restava un assetto indispensabile per la NATO! Le si poteva e doveva perdonare tutto! 

La Turchia, monolitica, nazionalista, identitaria, ma non più laica, che oggi guarda sia ai Balcani sia al mondo islamico con il sogno di un creare nuovo sultanato è forse più dannosa che utile alla NATO! 

Questa situazione è evidente da anni, anche se l’Alleanza ha sempre tentato di ignorare il problema. Ora sarebbe il caso che, visto quanto sta accadendo in Siria, i paesi della NATO si decidessero a prendere finalmente atto che un problema c’è e si cercasse una soluzione strutturale e coraggiosa alla difficile permanenza della Turchia nell’Alleanza. 

In merito al caso contingente, anche l’Italia, individualmente, potrebbe da un lato interrogarsi sull’opportunità politica di continuare ad avere assetti tricolori che contribuiscono alla difesa aerea turca (che possiamo ritirare anche immediatamente in considerazione del cambiamento della situazione sul terreno) e dall’altro farsi promotrice di possibili azioni concrete (commerciali e di controllo delle frontiere) in ambito UE. 

Foto: Anadolu, US DoD, Reuters, AP e AFP

IL COLPO DI GRAZIA ALL'EUROPA

ERDOGAN HA DAVVERO ANCORA INTERESSE AD ENTRARE NELL'UNIONE EUROPEA ORMAI DECADENTE E INERTE? CON L'ULTIMA AZIONE IN SIRIA HA DIMOSTRATO DI AVERE IN PUGNO L'EUROPA E IL SUO MANIPOLO DI STATERELLI CONFUSI.....


Se serviva, ancora una volta, la certificazione del fallimento dell’Unione europea, ci ha pensato Recep Tayyip Erdogan. In poche ore ha preso le redini della guerra in Siria, invaso il nord per annientare i curdi, e minacciato l’Europa: “Attenti o vi riempio di rifugiati”. Tutti hanno tuonato contro il Sultano, ma intanto, dopo giorni di operazioni, la conta dei morti è arrivata a più di 400 (questo il dato del ministero della Difesa turco) e Ankara è pronta ad accogliere il segretario della Nato Jens Stoltenberg con l’aria di chi può anche fermarsi, come chiedono a gran voce i suoi partner atlantici, tanto ormai quello che il governo turco voleva ottenere l’ha ottenuto. Non certo con le buone.

L’Europa ha chinato il capo. La Germania ha deciso di bloccare l’export di armi. ll ministro degli Esteri Heiko Maas ha detto alla Bild am Sonntag che “la Germania non rilascerà più alcun nuovo permesso all’esportazione di attrezzature militari che possano essere utilizzate dalla Turchia in Siria”, ma lo ha fatto dopo che la stessa cancelliera ha chiesto di non calcare troppo la mano e soprattutto lo ha fatto singolarmente, così come avvenuto per l’Arabia Saudita in Yemen. Del resto Angela Merkel, oramai non più regina di quest’Unione europea alla deriva, non può certo dire a qualcuno come comportarsi ma soprattutto non può dettare legge a chi dell’Europa ha in mano le chiavi. Con il fiume di rifugiati pronto a investire in continente europeo e soprattutto con gli accordi politici e militari tra Ankara e i governi europei, i turchi sanno perfettamente come confrontarsi con il Vecchio continente. E Berlino può minacciare fino a un certo punto.

Insomma, l’Europa capitola. Cede di fronte a un leader che di fatto ha imposto la sua linea a un conflitto che da anni devasta la Siria e che rappresenta la grande spada di Damocle del Medio Oriente e del mondo. L’Europa non solo capitola ma si spacca. Jean Claude Juncker ha alzato la voce (da presidente della Commissione uscente) al pari di tutti i leader continentali. Eppure nessun sembra voler parlare a una sola voce: gli accordi sono tra singoli Stati e Erdogan, in questi anni, ha saputo intessere una fitta rete di interessi e di minacce per cui nessuno, singolarmente, può “dichiarare guerra” al Sultano. E quell’Ue che ha sostenuto i curdi, pagato i turchi e che pontifica quale insieme di potenze faro della civiltà, non ha mosso un dito.

Colpo di grazia di Erdogan? No, non è il solo. Perché mentre la Turchia smorza i già fragili sogni di gloria europei, Donald Trump, dall’altra parte dell’Atlantico, non smette di lanciare segnali inequivocabili. Tra la sfida ai partner europei di prendersi i foreign fighter dell’Isis in Siria alla guerra dei dazi che ha investito Bruxelles e soci, l’America First di The Donald si scaglia contro l’Europa con una forza che è in grado tranquillamente di piegare ogni singolo Stato europeo. E mentre l’Unione europea prova a fronteggiare la minaccia dei dazi trumpiani, nessuno, ancora una volta, sa fare gli interessi dell’Europa: tantomeno l’Unione europea. Del resto, chi può fare gli interessi dell’Europa se è stato proprio l’asse franco-tedesco, quello dei cosiddetti paladini dell’Ue, a scatenare le ire del presidente Usa? Sono i continui accordi tra Francia e Germania e la politica commerciale tedesca )per i loro singoli interessi) ad avere ampliato lo scontro tra le due sponde dell’Atlantico. E gli Stati Uniti, che dal loro punto di vista vedono nell’Ue un mercato in cui sono tagliati fuori dalla Germania, non potevano non reagire. Soprattutto perché nessuno è riuscito a imporsi come Europa, ma tutti come singoli Stati e sotto, espressamente, all’asse franco-tedesco.

A questi attacchi esterni, si aggiunge la crisi interna. Il colpo di grazia infatti potrebbe non calare dall’altra sponda del Bosforo o dell’Atlantico, né da quella Russia che Bruxelles considera da sempre una minaccia (salvo poi, anche qui, singolarmente farci affari che arricchiscono tutti tranne gli Stati che devono subire le sanzioni). L’Unione europea, mai come questa volta, appare spaccata nelle sue gerarchie politiche con una Commissione europea che è nata debolissima e fatica anche a formarsi, una Ursula von der Leyen in piena crisi di consenso, una Merkel debole e un Emmanuel Macron che appare sempre più guardingo nei confronti dell’Ue e sempre più palese nel suo nazionalismo e nei suoi sogni di grandeur.

Altro che Europa, se la Germania invade il mondo con i suoi prodotti per sperare di evitare la spirale di crisi economica, la Francia continua a fare di testa sua in Libia, in Medio Oriente, nel Sahel e nel resto del mondo. Parigi vuole guidare la diplomazia e la Difesa europea e vede nel continente solo un moltiplicatore di potenza. Senza aver capito che ormai l’Ue assomiglia sempre più a una barca alla deriva in cui i sepolcri imbiancati che la guidano credono di poter gestire il lento e (apparentemente inesorabile) naufragio. Del resto, se nessuna superpotenza ha più interesse nell’Ue (a meno che non faccia i suoi e se i suoi paladini sono in fondo esclusivamente legati alle logiche franco-tedesche, ma è chiaro che l’Unione sia destinata a finire o, forse più realisticamente, a rimanere un sistema fragile e fondamentale in grado di garantire solo alcuni interessi

LITURGIA DEL GIORNO


Mercoledì della XXVIII settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)


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Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde 

Antifona d'ingresso
Se consideri le nostre colpe, Signore, 
chi potrà resistere? 
Ma presso di te è il perdono, 
o Dio di Israele. (Sal 130,3.4) 

Colletta
Ci preceda e ci accompagni sempre la tua grazia, 
Signore, 
perché, sorretti dal tuo paterno aiuto, 
non ci stanchiamo mai di operare il bene. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo... 

PRIMA LETTURA (Rm 2,1-11)
Dio renderà a ciascuno secondo le sue opere, al Giudeo prima come al Greco.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Chiunque tu sia, o uomo che giudichi, non hai alcun motivo di scusa perché, mentre giudichi l’altro, condanni te stesso; tu che giudichi, infatti, fai le medesime cose. Eppure noi sappiamo che il giudizio di Dio contro quelli che commettono tali cose è secondo verità. 
Tu che giudichi quelli che commettono tali azioni e intanto le fai tu stesso, pensi forse di sfuggire al giudizio di Dio? O disprezzi la ricchezza della sua bontà, della sua clemenza e della sua magnanimità, senza riconoscere che la bontà di Dio ti spinge alla conversione? 
Tu, però, con il tuo cuore duro e ostinato, accumuli collera su di te per il giorno dell’ira e della rivelazione del giusto giudizio di Dio, che renderà a ciascuno secondo le sue opere: la vita eterna a coloro che, perseverando nelle opere di bene, cercano gloria, onore, incorruttibilità; ira e sdegno contro coloro che, per ribellione, disobbediscono alla verità e obbediscono all’ingiustizia. 
Tribolazione e angoscia su ogni uomo che opera il male, sul Giudeo, prima, come sul Greco; gloria invece, onore e pace per chi opera il bene, per il Giudeo, prima, come per il Greco: Dio infatti non fa preferenza di persone.

Parola di Dio 

SALMO RESPONSORIALE (Sal 61)
Rit: Secondo le sue opere, Signore, tu ripaghi ogni uomo. 

Solo in Dio riposa l’anima mia:
da lui la mia salvezza.
Lui solo è mia roccia e mia salvezza,
mia difesa: mai potrò vacillare.

Solo in Dio riposa l’anima mia:
da lui la mia speranza.
In Dio è la mia salvezza e la mia gloria;
il mio riparo sicuro, il mio rifugio è in Dio.

Confida in lui, o popolo, in ogni tempo;
davanti a lui aprite il vostro cuore:
nostro rifugio è Dio. 

Canto al Vangelo (Gv 10,27) 
Alleluia, alleluia.
Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore,
e io le conosco ed esse mi seguono.
Alleluia. 

VANGELO (Lc 11,42-46
Guai a voi, farisei; guai a voi dottori della legge. 

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, farisei, che pagate la decima sulla menta, sulla ruta e su tutte le erbe, e lasciate da parte la giustizia e l’amore di Dio. Queste invece erano le cose da fare, senza trascurare quelle. Guai a voi, farisei, che amate i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze. Guai a voi, perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo».
Intervenne uno dei dottori della Legge e gli disse: «Maestro, dicendo questo, tu offendi anche noi». Egli rispose: «Guai anche a voi, dottori della Legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!».

Parola del Signore 

Preghiera dei fedeli
I frutti dello Spirito sono amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé. Chiediamo dunque di camminare sempre alla sua luce, dicendo insieme:
Manda su di noi il tuo Spirito, o Signore.

Perché coloro che hanno il compito di guidare il popolo di Dio, siano aiutati dalla grazia a comprendere e condividere la vita del gregge loro affidato. Preghiamo:
Perché le leggi che governano la Chiesa siano il frutto dell'attento e umile ascolto della parola di Dio, nascano dal cuore dei pastori, e vengano accolte con amore dai fedeli. Preghiamo:
Perché gli uomini non abusino della pazienza del Signore, ma riconoscano che usa misericordia perché vuole la conversione e l'impegno secondo i doni ricevuti. Preghiamo:
Perché chi è caduto nella colpa e nell'errore, non sia solo oggetto di giudizio e di condanna, ma venga fraternamente aiutato a ritornare alla verità e alla piena comunione con gli altri. Preghiamo:
Perché la ricerca del progresso e della tecnica sia indirizzata unicamente alla dignità della persona, senza seminare vittime ed emarginazione. Preghiamo:
Perché i cristiani siano i primi a domandare perdono.
Perché nessuno si ritenga dispensato dal pagare le tasse.

O Dio che vedi nel segreto dei cuori, aiutaci ad essere unicamente preoccupati della tua maggior gloria e di vivere sempre con lo sguardo rivolto a te. Per Cristo nostro Signore. Amen. 

Preghiera sulle offerte
Accogli, Signore, le nostre offerte e preghiere, 
e fa’ che questo santo sacrificio, 
espressione perfetta della nostra fede, 
ci apra il passaggio alla gloria del cielo. 
Per Cristo nostro Signore. 


Antifona di comunione
I ricchi impoveriscono e hanno fame, 
ma chi cerca il Signore non manca di nulla. (Sal 34,11) 

Oppure: 
Quando il Signore si manifesterà, saremo simili a lui, 
perché lo vedremo così come egli è. (1Gv 3,2) 

Preghiera dopo la comunione
Padre santo e misericordioso, 
che ci hai nutriti con il corpo e sangue del tuo Figlio, 
per questa partecipazione al suo sacrificio 
donaci di comunicare alla sua stessa vita. 
Egli vive e regna nei secoli dei secoli. 

Commento
Nella prima parte della sua lettera ai Romani san Paolo dimostra che tutti hanno bisogno della misericordia di Dio: da soli non possiamo essere giusti e piacere a Dio. E nel secondo capitolo l'Apostolo si rivolge a quelli che farisaicamente si credono giusti, gente che non ha bisogno della misericordia di Dio, perché sono veramente come devono essere. San Paolo dice che pensano così di sé per una illusione molto comune, perché giudicano gli altri: "Sei inescusabile, chiunque tu sia, o uomo che giudichi, perché mentre giudichi gli altri condanni te stesso; infatti, tu che giudichi, fai le medesime cose".
E veramente un'illusione comune credersi giusti perché si giudicano gli altri. Nelle cose esterne, materiali succede che se vediamo qualcuno che sbaglia noi abbiamo l'impressione che al suo posto faremmo meglio, anche in cose in cui magari non siamo competenti. E non pensiamo che un conto è giudicare, criticare e un conto è fare e che molto probabilmente noi che critichiamo faremmo molto peggio di chi è oggetto del nostro giudizio. Così capita in campo morale, spirituale. Vedendo compiere un'azione non giusta, pensiamo, anche senza dirlo esplicitamente, che noi, nella stessa situazione, faremmo la cosa giusta. E questo non è vero perché, al posto della persona che noi giudichiamo, noi, coi nostri difetti, eviteremmo forse l'errore che lei ha commesso, ma ne faremmo degli altri.
San Paolo mette di fronte a questa situazione colui che giudica, dicendogli: "Tu che giudichi, fai le stesse cose". Infatti chi giudica, anche se può evitare molte delle cose che critica, per il fatto stesso che giudica manca gravemente alla vera giustizia e, come dice Gesù, trascura le cose più importanti, che sono la giustizia e l'amore. Giudicando ci si separa dagli altri, ci si mette in una situazione di egoismo e di orgoglio. Anche se uno facesse tutto bene, gli manca la cosa fondamentale e non può piacere a Dio. Fare il bene consiste nel mettersi con gli altri, non nel separarsi da loro: chi pretende di essere buono e si separa dagli altri, per questo stesso fatto non lo è, anzi è più profondamente cattivo di chi pecca, ma si pone in umiltà e semplicità a Dio.
Dunque san Paolo ha perfettamente ragione di dire: "Sei inescusabile, tu che giudichi gli altri, perché mentre li giudichi condanni te stesso". Dobbiamo essere tutti insieme davanti alla misericordia di Dio: è la sola strada della salvezza. Paolo lo ripeterà più avanti: è necessario accettare la grazia di Dio, che è offerta a tutti. Giudei e Greci, cristiani e pagani, peccatori e giusti devono insieme accettare la grazia di Dio. Ricordiamoci che questa è un'attitudine fondamentale per essere salvati. Siamo tutti peccatori perdonati e nessuno può separarsi dagli altri giudicandoli severamente, se vuol piacere a Dio.


La 4° rivoluzione industriale è iniziata adesso! Un rapidissimo movimento. Ma cosa ci aspetta? Chip RFID, collegamenti neurali, interconnessi a una intelligenza artificiale globale?

CON L'IDEA DI TRANSUMANESIMO DEL MOVIMENTO 5 STELLE CAPEGGIATO DA CASALEGGIO, C'E' SPAZIO ANCHE PER IL POLIZIOTTO ROBOT. A DUBAI E' GIA' OPERATIVO, MA I DUBBI RESTANO. I POLIZIOTTI ITALIANI DEVONO DIRE ADDIO AL DISTINTIVO? PERCHE' DOVREBBE ESSERE PIU' FACILE RIUSCIRE A DISARMARE UN POLIZIOTTO UMANO MA NON UN ROBOT?....



Ma che cosa è la singolarità?


Scopriamolo in questo video di Casaleggio, di cui non è riuscito a vederne l'uscita. Morto appena un po' prima.

















Con un "click" sarai MORTO! Chip RFID - Controllo Globale della Popolazione


Cosa ci aspetta tra AI, umanoidi, realtà aumentata, tecnologie vocali assistite, biohacking, chip RFID, impianti neurali, IOT, Big Data?


Trainati dalla Cina che promette tecnologia, a basso costo, energia a costo zero e automazione avanzata in ogni settore, sia che sia industriale, finanziaria, nei servizi, o che sia quella domestica, con l'avanzata di umanoidi, dei robot, dell'automazione, le intelligenze artificiali, i chatbot, i veicoli a guida autonoma, il biohaching, realtà aumentata e tanto altro il mondo sta cambiando rapidissimamente anche il governo italiano spinge sulla rivoluzione dell'industria 4.0 con i super-ammortamenti al 140% e gli iper-ammortamenti al 250%.

27/28 settembre 2017 - MILANO: SingularityU Italy Summit 2017 promette un mondo migliore... ma...

Quest'anno per la prima volta in Italia, l’innovativo SingularityU Italy Summit metterà in mostra il futuro del mondo, le tecnologie all’avanguardia e quelle a venire. Ma cos’è Singularity University?

"Singularity University (“SU”) è una community mondiale di innovazione e cultura che utilizza le tecnologie esponenziali per affrontare le grandi sfide dell’umanità e costruire un futuro di abbondanza per tutti. La piattaforma collaborativa di SU consente agli individui e alle organizzazioni in tutto il mondo di apprendere, fare rete e innovare attraverso soluzioni che utilizzano tecnologie di accelerazione, come intelligenza artificiale, robotica e biologia digitale. SU è una benefit corporation certificata, fondata nel 2008 dai celebri innovatori Ray Kurzweil e Peter Diamandis, e annovera tra i suoi partner organizzazioni leader come Google, Deloitte, Genentech e UNICEF. "

La rivoluzione in atto della voce

Una relazione del MIT (Massachusetts Institute of Technology) accoglie l'era delle "tecnologie che enfatizzano l'ascolto di tutto, in ogni momento", la sorveglianza attraverso i microfoni installati sui nuovi smartphone, come Google Moto X, dove non si può staccare la batteria principale e possono "monitorare continuamente il proprio ambiente uditivo per rilevare la voce del proprietario del telefono, distinguendo in quale stanza è, oppure raccogliere altri indizi dal rumore di fondo".

Le grandi implicazioni della privacy

Mentre il MIT non riesce a menzionare le implicazioni alla privacy e all'incubo che questa tecnologia genera, si concentra sui innumerevoli benefici apparenti. La tecnologia potrebbe "consentire al software di individuare i tuoi stati d'animo, di sapere quando parli e di non disturbarti in quei momenti, e forse un giorno, mantenere un record corrente di tutto ciò che senti".

Sembra che Big Brother e la pubblicità invasiva in stile Minority Report si siano uniti insieme.

Chris Schmandt, direttore del gruppo voce e mobilità al MIT's Media Lab, racconta che "uno dei suoi vecchi studenti ha registrato 2 anni di tutti i suoni a cui è stato esposto, catturando ogni conversazione. Permettendo di fare riceche per parole chiave e recuperare la registrazione effettiva di una conversazione di mesi prima"

https://myactivity.google.com/myactivity: Per verificare i tuoi dati registrati da Google

Intanto l'UMANITA' è sospesa su un futuro terrificante: chip RFID, transumanesimo (cyborg), AI e NWO.

La necessità per gli uomini (e donne) di partecipare a conflitti armati potrebbe presto terminare. La prossima generazione di hardware militare sarà capace di pensare e prendere decisioni autonome.

L'hardware militare consisterà presto di "robot autonomi che non conoscono né pietà, né paura" un passo avanti rispetto all'attuale generazione di UAV e droni gestiti dall'uomo in sicurezza a centinaia e migliaia di kilometri di distanza.





CHIP RFID e collegamenti NEURALI... il marchio della bestia?

Le fu concesso di dare uno spirito all'immagine della bestia affinché l'immagine potesse parlare e far uccidere tutti quelli che non adorassero l'immagine della bestia. 16 Inoltre obbligò tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi, a farsi mettere un marchio sulla mano destra o sulla fronte. 17 Nessuno poteva comprare o vendere se non portava il marchio, cioè il nome della bestia o il numero che corrisponde al suo nome. 
(Ap 13:15-17)

«Chiunque adora la bestia e la sua immagine, e ne prende il marchio sulla fronte o sulla mano, egli pure berrà il vino dell'ira di Dio versato puro nel calice della sua ira; e sarà tormentato con fuoco e zolfo davanti ai santi angeli e davanti all'Agnello». Il fumo del loro tormento sale nei secoli dei secoli. Chiunque adora la bestia e la sua immagine e prende il marchio del suo nome, non ha riposo né giorno né notte. Qui è la costanza dei santi che osservano i comandamenti di Dio e la fede in Gesù. E udii una voce dal cielo che diceva: «Scrivi: beati i morti che da ora innanzi muoiono nel Signore. Sì, dice lo Spirito, essi si riposano dalle loro fatiche perché le loro opere li seguono». 
(Ap 9:9-13)

Poi vidi dei troni. A quelli che vi si misero seduti fu dato di giudicare. E vidi le anime di quelli che erano stati decapitati per la testimonianza di Gesù e per la parola di Dio, e di quelli che non avevano adorato la bestia né la sua immagine e non avevano ricevuto il suo marchio sulla loro fronte e sulla loro mano. Essi tornarono in vita e regnarono con Cristo per mille anni.
(Ap 20:4)


I CHIP RFID impiantabili sulla mano

Nel mentre avanza l'impiantazione dei chip RFID con cui si può tracciare ogni mossa, controllare il denaro, controllare il cibo e... verificare chi non obbedisce, in fondo sei solo un numero per i governi.

Così, con i chip RFID, i governi potranno controllarti per tutto il resto della tua vita.
I CHIP NEURALI per collegare il cervello e i computer sembra saranno una realtà nell'arco di 8-10 anni, saranno impiantati sulla fronte?

La comunità biohacker accolgono con interesse i nuovi tentativi della possibilità di interlacciarsi con le intelligenze artificiali e provano a immaginare le implicazioni e gli scenari futuri. «Saremo tutti metà cyborg. In futuro l’intelligenza biologica e l’intelligenza artificiale potrebbero fondersi».

Come Neuralink di Elon Musk, CEO di Tesla e SpaceX, la società di ricerca medica, lanciata lo scorso luglio in California, impegnata a creare dispositivi che possono essere impiantati nel cervello umano, al fine di aiutare gli esseri umani a fondersi con il software e tenere il passo con i progressi dell’intelligenza artificiale, stanno nascendo diverse start-up in questa direzione.

«Le tecnologie di impianti neurali esistono da più di un decennio, come ricerca di base; il grosso problema nel commercializzarle era dato dal fatto che pochi anni dopo l’innesto, il tessuto neurale del cervello crea delle cicatrici che inibiscono il funzionamento dell’impianto – spiega Eugenio Battaglia, co-admin di Hackteria.org. Ora sono state individuate le prime possibili soluzioni al problema».

«Potrebbe essere l’occasione per attirare l’attenzione della comunità scientifica – commenta ancora Fattorelli per la comunità italiana di biohacking –. E avvicinare un numero più ampio di persone a progetti di biologia do-it-yourself».
VERSO UN INDIVIDUO COLLETTIVO: l'interconnessione dei cervelli e la comunicazione con il pensiero attraverso l'AI.

Eugenio Battaglia: «Risolti i problemi tecnici, il discorso si sposta sul tema etico. È da tempo che in molti indicano la direzione dell’evoluzione tecnologica verso l’unione uomo – macchina, a partire dagli impianti corporali (nda con i primi chip impiantati da Amal Graafstra nel 2005) e cerebrali, che indubbiamente sono quelli più delicati». Per la comunità biohacker non si tratta di fantascienza, è solo una questione di tempi e di approccio. «Avere dei chip impiantati nel cervello vuol dire condividere i propri pensieri, potenzialmente senza limiti e senza barriere. Al di là delle questioni legate alla privacy, fino ad oggi la nostra formazione come essere umani è passata attraverso la segmentazione tra l’io e gli altri – sottolinea Battaglia –. Le implicazioni di questa trasformazione sono difficili da immaginare, sicuramente verrebbe potenziato il concetto di comunità, si andrebbe verso la creazione di un individuo collettivo. Una volta che i cervelli sono collegati con una macchina, possono connettersi anche tra di loro, una sorta di Gruppo Facebook, ma con una coscienza unica».Un tema cruciale sarà quello del diritto di accesso, legato ai costi, ma non solo: «Sarebbe importante aprire dibattiti pubblici e instaurare meccanismi di governance consorziale; su questi temi dovrebbero nascere realtà come il Nexa Center for Internet & Society, per applicare il tema della net neutrality anche a queste tecnologie – conclude Battaglia –. Da un punto di vista di policy credo non si sia ancora pronti, da un punto di vista individuale credo di sì, almeno alcuni. Credo che le potenzialità di questa trasformazione siano davvero dirompenti: immagina cosa può voler dire invitare qualcuno nei tuoi pensieri».

Una rete interconnessa basata sulla stessa architettura su cui si appoggia l’Internet of Things (IoT) laddove “l’oggetto connesso” è l’uomo.Lo smartphone sparirà, prima di quanto pensiamo. E il mondo non sarà più lo stesso. E i “muratori” sono Elon Musk, Microsoft, Facebook, Amazon, e un numero incalcolabile di start-up che hanno ancora un ruolo da svolgere.
Cosa ci possiamo aspettare realmente sul MEDIO TERMINE

Nel medio termine, tutte queste diverse tecnologie sperimentali e in fase 1 inizieranno a prendere la forma di qualcosa di familiare, ma bizzarro. Microsoft, Facebook, Google, e Magic Leap, supportato da Google, stanno lavorando per costruire cuffie autonome per la realtà aumentata, che proiettano immagini 3D dettagliate dritto negli occhi. Anche Apple si dice che sia al lavoro su questo.

Alex Kipman di Microsoft ha recentemente dichiarato a Business Insider che la realtà aumentata potrebbe tranquillamente sostituire smartphone, televisore, e qualsiasi altra cosa abbia uno schermo.

A questo punto non è più molto utile un dispositivo separato che avete in tasca, se tutte le chiamate, chat, film e giochi vi vengono proiettati dritti negli occhi e sovrapposti sul mondo intorno a voi.

Allo stesso tempo, gadget come l’Amazon Eco o gli AirPods di Apple diventano sempre più importanti in questo mondo.

Poiché i sistemi di intelligenza artificiale come Siri di Apple, Alexa di Amazon, Bixby di Samsung, e Cortana di Microsoft diventano più intelligenti, ci sarà un aumento non solo di persone che parlano con i computer, ma di computer che ci rispondono.

In altre parole, i computer interferiranno con i vostri sensi, più di quanto già fanno, con vista e udito intermediati dalla tecnologia. Una NUOVA ERA, un MONDO NUOVO, una REALTA' DIFFERENTE, la FUSIONE di uomo e macchina.

La promessa, però, è un mondo in cui vita e tecnologia si mescolano senza soluzione di continuità. Le principali aziende di tecnologia promettono che questo futuro significa un mondo di minori distrazioni tecnologiche e più equilibrio, poiché mondo fisico e digitale diventano la stessa cosa. Sta a voi decidere che effetto vi fa tutto questo.

È il passaggio successivo, che va persino oltre quella fusione dei mondi digitali e fisici, dal momento che l’umano e la macchina diventano una sola cosa. Supponendo che la tecnologia funzioni – e un sacco di persone intelligenti credono che lo farà – questo è il punto finale più logico della strada su cui ci hanno messo gli smartphone. Se gli smartphone ci hanno dato l’accesso alle informazioni e la realtà aumentata mette le informazioni di fronte a noi quando ne abbiamo bisogno, il mettere poi stringhe neurali nel nostro cervello colma semplicemente il divario.

lo sviluppo dell’intelligenza artificiale – alla base di un sacco di altre tecnologie, tra cui gli assistenti vocali e la realtà virtuale – significa che gli esseri umani dovranno “sviluppare” se stessi proprio per tenere il passo con le macchine

L’idea della fusione uomo/macchina è terrificante, con scrittori di fantascienza, tecnologi e filosofi che hanno buona ragione di chiedersi che cos’è che ci rende esseri umani. Allo stesso tempo, l’idea è così nuova che nessuno sa veramente come sarà questo mondo nella pratica.

Quindi, se e quando lo smartphone morirà, sarà in realtà la fine di un’era da più di un punto di vista.

Sarà la fine di dispositivi che ci portiamo dietro passivamente e l’inizio di qualcosa che collega i nostri corpi direttamente al flusso e riflusso delle informazioni digitali. Sarà… strano.

Eppure, un sacco di tecnologi già dicono che gli smartphone ci danno superpoteri con l’accesso alla conoscenza, alla saggezza e a capacità al di là di tutto ciò che la natura ci ha dato. In un certo senso, aumentare la mente umana sarebbe il superpotere finale.

Quando i ribelli avranno colmato la misura delle loro ribellioni, sorgerà un re dall'aspetto feroce, ed esperto in intrighi. Il suo potere si rafforzerà, ma non per la sua propria forza. Egli sarà causa di rovine inaudite, prospererà nelle sue imprese, distruggerà i potenti e il popolo dei santi. A motivo della sua astuzia, la frode prospererà nelle sue mani; il suo cuore si inorgoglirà; distruggerà molte persone che si credevano al sicuro

(DA 8:23-25)



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