domenica 18 novembre 2018

PATRIOTTISMO VS NAZIONALISMO


di Thierry Meyssan
Di fronte a una platea di capi di Stato e di governo, il presidente francese ha messo in contrapposizione i concetti di patriottismo e di nazionalismo. Thierry Meyssan ci ricorda che un tempo questa retorica esprimeva la volontà di privare della sovranità i popoli conquistati, di negargli il diritto di disporre di loro stessi. Oggi questa retorica viene applicata a tutti.
In occasione del centenario della prima guerra mondiale, il presidente Emmanuel Macron ha stabilito una distinzione tra patriottismo e nazionalismo.
Davanti a 72 capi di Stato e di governo, tra cui l’omologo statunitense, Donald Trump, nonché altre personalità che si definiscono «nazionaliste», il presidente francese ha dichiarato: «Il patriottismo è l’esatto contrario del nazionalismo. Il nazionalismo è il tradimento del patriottismo» [1].
Non occupiamoci della bizzarria di aver invitato degli alleati in nome della pace, di averli sistemati su spalti dai quali non potevano scendere e di averli poi insultati.
Gli storici sono concordi nel ritenere che la guerra del 1914-1918 non sia stata provocata dal nazionalismo delle parti belligeranti, bensì dalle rivalità dei diversi imperi dell’epoca. Molti sopravvissuti hanno preso coscienza di essere stati manipolati per servire gli interessi dei loro governanti e hanno perciò condannato non il concetto di nazione, bensì l’uso fattone dalla propaganda per trascinare i popoli in guerra.


Il patriottismo
Il patriottismo rinvia al sentimento d’appartenenza a una stirpe. Siamo tutti figli dei nostri genitori, che a loro volta sono figli che hanno genitori e così via. Ci riteniamo debitori verso i nostri antenati, di cui difendiamo l’eredità. Se consideriamo avi quanti hanno contribuito alla nostra educazione, e non i genitori biologici, il concetto assume carattere universale. Nemmeno il genere conta in questa linea di trasmissione. In francese non si distingue la Patria dalla Madre-Patria.
Il nazionalismo
Il nazionalismo rinvia al concetto di appartenenza alla stessa nidiata, all’avere la stessa madre. Etimologicamente, nazione deriva dal latino nascere. Il termine sottolinea l’esistenza di caratteri comuni. Nella maggior parte delle civiltà antiche, la nazione era definita dal vincolo che si stabiliva fra i suoi membri attraverso il medesimo culto.
Nel Medioevo, il continente europeo formava un’unica nazione, la cristianità. Con la divisione tra protestanti e cattolici e le guerre che ne seguirono, si distinsero nazioni protestanti e nazioni cattoliche, secondo il principio «A ciascuna regione, la propria religione» (cuius regio eius religio [2]). In seguito, lo Stato si sostituì progressivamente alla religione in quanto carattere comune che cementa un popolo, consentendo così la libertà di culto nel seno di una medesima nazione.
Palco autorità celebrazioni 1918
Però una società che ammette la libertà di culto non può più pretendere che il suo re sia tale per diritto divino. Ed ecco che la Rivoluzione Francese statuì che, per essere legittima, l’autorità politica deve discendere dal Popolo.
Nazione. «Persona giuridica costituita dall’insieme degli individui che compongono lo Stato».

Decreto di Luigi XVI del 23 luglio 1789.

«Il principio di ogni sovranità risiede essenzialmente nella nazione. Nessun corpo o individuo può esercitare un’autorità che non emani espressamente da essa».

Articolo 3 della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino del 26 agosto 1789.

Questa definizione di nazione è oggi pressoché universale, con l’eccezione del pensiero politico anglosassone e l’ideologia islamista. Appartenere a una nazione significa applicarne la legge comune, che è legittima in quanto tutti, collettivamente, riconoscono la medesima autorità.
L’ideologia islamista (quella della Confraternita dei Fratelli Mussulmani e degli jihadisti) riprende invece la definizione medievale: soltanto la religione definisce la nazione. Esiste una Nazione islamica, ma qui nazione non coincide con Stato.
Gli anglosassoni invece prendono a riferimento la definizione prerivoluzionaria: la nazione è un gruppo politicamente organizzato di persone che hanno un’origine, una lingua, usi e costumi comuni.
“Nation: A large group of people having a common origin, language, and tradition and usu. constituting a political entity.”

Black’s Law Dictionary (ed. 2014).

Questa definizione etnica di nazione giustifica la prosecuzione della strategia colonialista di dividere per regnare (divide ut regnes), come la si può vedere nella carta del «Medio Oriente Allargato» dello stato-maggiore USA, pubblicata dal colonnello Ralph Peters, nonché nel suo aggiornamento, pubblicato da Robin Wright.
In poche parole, il patriottismo è universale ma il nazionalismo non lo è del tutto, dal momento che ancora oggi gli anglosassoni e i Fratelli Mussulmani non lo condividono con il resto dell’umanità.

Le guerre viste da chi le decide

Stabilite queste definizioni, e consapevoli che i combattenti della prima guerra mondiale rivendicavano di essere patrioti e al tempo stesso nazionalisti, riprendiamo l’affermazione di Macron: «Il patriottismo è l’esatto contrario del nazionalismo. Il nazionalismo è il tradimento del patriottismo».
In senso proprio, la frase di Macron non ha senso perché non c’è affatto opposizione tra patriottismo (difendere quel che i nostri antenati ci hanno trasmesso) e nazionalismo (scegliere da chi essere governati e sottostare alla legge comune).
Non è passato poi così tanto tempo da quando anche il partito coloniale francese incoraggiava il patriottismo e condannava selettivamente il nazionalismo. Era bene che i tonchinesi fossero fieri dei loro antenati, ma non era buona cosa che rivendicassero di essere vietnamiti, né tantomeno francesi. Condannare il nazionalismo degli altri era un mezzo per impedirgli di disporre di loro stessi.
Quando il partigiano e diplomatico Romain Gary contrapponeva patriottismo e nazionalismo aveva cura di differenziarsi dai predecessori precisando che non intendeva nazionalismo nel senso comunemente attribuitogli, bensì come sciovinismo, «odio degli altri».
Durante la campagna elettorale, Macron affermava che non c’è cultura francese, bensì più culture in Francia. Condannava quindi il patriottismo. Il suo pensiero in proposito si è in seguito modificato, aiutato anche dall’esercizio del potere.
Già qualche settimana fa il presidente francese ha citato la «piaga nazionalista». Oggi condanna il nazionalismo ancora più duramente, ma non in nome del preteso contrario, il patriottismo, bensì per un mutamento di scala.
Già un suo predecessore, François Mitterrand, davanti al parlamento europeo affermava che «Il nazionalismo è la guerra!», intendendo così denunciare le incessanti guerre intra-europee (nel corso della sua storia la Francia è stata in guerra con tutte le nazioni europee, fatta eccezione per la Danimarca) e magnificare un governo federale europeo.
Questo progetto, redatto da Walter Hallstein, consigliere speciale di Adolf Hitler, poi primo presidente della Commissione Europea, non ha mai visto la luce. Sembra impossibile soffocare i nazionalismi europei per sostituirli con un nazionalismo su scala maggiore.
Lo scriba di Mitterrand e mentore di Macron, Jacques Attali, preferirebbe un «governo mondiale».L’idea è in fondo la stessa: unendoci sempre più in tanti, ci libereremo delle guerre. In tal caso però l’idea non si applica soltanto agli europei, ma a tutti gli uomini, compresi quelli che non chiedono nulla. Ebbene, le guerre sono esistite prima delle nazioni e le nazioni sono oggi l’unico ambito che permette ai popoli di scegliere il proprio destino. Il problema dei popoli non è la scala su cui esercitano la loro sovranità, ma di avere il potere di esercitarla.
È stata proprio questa la principale causa della guerra mondiale. A proposito di questa guerra si può affermare, come lo si può affermare delle guerre di oggi, di Corea (anche dopo il cessate-il-fuoco), d’Iraq e di Siria, che «La guerra è un anti-nazionalismo».
Thierry Meyssan


Fonte: Voltairenet

Traduzione

Rachele Marmetti

L’EUROPA DOVREBBE LASCIARE VINCERE L’ITALIA (SE NON VUOLE SUICIDARSI) 17 novembre 2018 da Redazione 1 commento

di  Harold James
L’attuale situazione di stallo tra il governo italiano e la Commissione europea a Bruxelles – in cui l’Italia sta spingendo per maggiori spese con un deficit maggiore, che la commissione sostiene viola le sue regole – sembra a prima vista come una replica del gioco del pollo che ha guidato la crisi del debito greco nel 2015. Allora, come ora, il debito e la politica sono intimamente intrecciati, con una nazione indebitata che cerca con ogni mezzo di ottenere un effetto leva sulle istituzioni della zona euro che hanno voce in capitolo sulla sua economia.
Da un lato, l’Italia ha sottolineato la sua importanza geopolitica, sostenendo che ha un ruolo fondamentale da svolgere nel mantenimento della stabilità della Libia. Dall’altro, invia un messaggio sottile che, se messo sotto pressione, ha il potere di far esplodere l’eurozona.
Chi si tirerà indietro per primo? La risposta probabilmente accenderà due differenze che distinguono il caso corrente da quello della Grecia. Innanzitutto, l’Italia è un paese molto più grande, e quindi una crisi finanziaria in fuga costituirebbe un problema molto più grave, perché un pacchetto di salvataggio internazionale sarebbe molto più difficile da progettare. In secondo luogo, il nuovo gioco del pollo si sta verificando in un contesto internazionale piuttosto diverso, con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump che plasma la politica internazionale e quella americana.
Non è difficile vedere come si possa trovare un compromesso in cui l’Italia e l’Europa potrebbero concordare investimenti infrastrutturali finanziati attraverso la spesa in deficit, ma l’escalation del conflitto politico significa che con il passare del tempo qualsiasi risultato produttivo diventa sempre meno probabile. L’Unione europea deve trovare una soluzione prima che la situazione politica diventi completamente velenosa.

A prima vista, la disputa sul budget, che si basa sulla proposta italiana di un deficit del 2,4 per cento, sembra sconcertante. Non è il 2,4 percento in meno del 3 percento, la regola del rapporto deficit / PIL (dichiaratamente eccessivamente semplice) stabilita nel Trattato di Maastricht e nel suo patto di stabilità e crescita? In verità, la disputa riguarda fondamentalmente il legame tra posizioni di bilancio e crescita. La proposta di bilancio dell’Italia considera il 2,4% percorribile perché porterà a una crescita più elevata, che quindi aumenterà il denominatore nel debito verso i calcoli del PIL e quindi assicurerà redditività e successo. Negli ultimi anni, dopo decenni di bassa crescita e poi una feroce recessione a doppia pendenza, l’Italia ha messo a segno una modesta ripresa, con una crescita del PIL dell’1,5% nel 2017. Ma il tasso di crescita sta nuovamente scivolando e la nuova proposta è progettata per dare una spinta temporanea necessaria.
Il problema è che tutti sanno che la narrativa dello strappo dell’ Italia non ne descrive appieno le motivazioni. L’importanza del bilancio per il governo italiano va ben al di là dei suoi numeri: il suo scopo fondamentale è politico. Il pacchetto fiscale rappresenta non solo uno stimolo generale per l’economia italiana, ma anche un tentativo di legare insieme i due partiti piuttosto disparati nella coalizione di governo. Il partito di destra, la Lega, voleva una semplificazione (e riduzione) delle aliquote fiscali, e in definitiva un tasso standard, sperando che ciò riducesse il problema dell’evasione e dell’elusione fiscale. Ha una bassa tassa di base del 15% per gli artigiani e i lavoratori autonomi che guadagnano meno di 65.000 euro (circa 75.000 dollari) e un’amnistia fiscale. Il partito di sinistra, il Movimento a cinque stelle, ha ottenuto un reddito minimo di base in contrasto con le proposte talvolta del tutto utopistiche del partito per un reddito universale come un modo di rispondere alla disoccupazione generata dalla tecnologia e dalla globalizzazione. Entrambe le parti volevano aumentare il consumo e quindi annullato un aumento pianificato dell’imposta sul valore aggiunto. Entrambi volevano ridurre l’età pensionabile, una mossa che non ha conseguenze fiscali immediate, ma imporrà un peso a lungo termine ai giovani.
C’è anche un elemento nazionale molto evidente, per non dire nazionalista. Si tratta di un bilancio destinato a sfidare l’Europa e a sottolineare che in una democrazia le persone dovrebbero, nel votare per il proprio governo, avere voce in capitolo sulle loro aliquote fiscali e sul loro regime fiscale. Il budget include anche alcuni risparmi, in parte da una riduzione delle spese per l’alloggio e la gestione dei migranti.
L’approccio dell’Italia – sia la sua enfasi sulla crescita e la sua retorica nazionale e anti-UE – ha guadagnato il sostegno di Trump e del presidente russo Vladimir Putin. Secondo quanto riferito, entrambi i leader hanno menzionato la possibilità di estendere il sostegno fiscale e politico all’Italia, anche attraverso l’acquisto di titoli di stato italiani. Dal punto di vista legale, è del tutto possibile che il Tesoro degli Stati Uniti acquisti beni stranieri, e lo ha fatto come parte di pacchetti di salvataggio progettati in collaborazione in passato.
Conte con Trump
Ma se gli Stati Uniti avessero intrapreso un’azione deliberata a sostegno di un governo europeo che sta sfidando l’UE, sarebbe giustamente interpretato in Europa come una diplomazia apertamente aggressiva. Sembrerebbe anche che Trump stia cercando di costruire un nuovo internazionalismo, un internazionalismo nazionalista, al posto del “globalismo” che attacca e pensa che l’Unione europea incarni. Ciò produrrebbe un contraccolpo e probabilmente rafforzerebbe la posizione attuale dell’Europa.
Nel frattempo, i ministri italiani sembrano imitare Trump nell’attaccare la Banca centrale europea in quanto istituzione responsabile della crescita futura inferiore. L’Italia è preoccupata per l’esaurimento del programma di allenta “quantitative easing” della banca, che ha consentito l’acquisto estensivo di titoli di stato italiani. Luigi Di Maio, il leader del Movimento a cinque stelle, ha accusato il presidente della BCE Mario Draghi di avvelenare l’atmosfera contro l’Italia semplicemente menzionando la fine delle straordinarie misure della banca centrale europea.
La discussione sul budget e le risposte ad esso è diventata un gioco di biasimo, ma è l’Italia che ne soffre soprattutto. Il più ovvio problema finanziario immediato riguarda le banche italiane piuttosto che il governo. La percezione di un aumento del rischio per il debito pubblico italiano spinge verso l’alto i rendimenti e fa abbassare il prezzo dei titoli di stato, la maggior parte dei quali sono detenuti nei libri delle banche. Le banche stesse hanno bisogno di finanziamenti e hanno una grande quantità di obbligazioni che hanno bisogno di rifinanziamento presto. La conseguenza della caduta dei valori patrimoniali riduce la capitalizzazione delle banche e sono necessarie nuove capitalizzazioni, forse da parte del governo, ma ciò andrebbe a scontrarsi con un’altra serie di norme dell’UE, questa volta sui salvataggi statali.

Traduzione: Luciano Lago

Quando sento parlare di ambiente, mi cascano le…

Appena qualcuno mette il naso su questioni ambientali, ecco che viene subito tacciato d’essere un “pro-ICCP”, e quindi un catastrofista prezzolato oppure, al contrario, d’essere un negazionista della santa verità scientifica o, ancora, uno che lega tutto all’attività di HAARP o delle scie chimiche. E – notatelo bene – il dibattito non si sposta di un centimetro: nessuno che porti dati comprovati, sillogismi perfetti…no, soltanto la nostra abitudine di sollevarci sopra la massa per chiarire un solo, imperscrutabile aut-aut: io ho ragione, e voi torto. Andiamo bene.
Pongo un primo sillogismo che, spero, non sarà nemmeno discusso: quando si parla di climatologia, si tratta di Biosfera, ossia la climatologia racchiude e cerca di ordinare dati che partecipano al ciclo globale della Biosfera. Un affaruccio da nulla…robetta: hanno previsto l’innalzamento dei mari e non s’è verificato! Al rogo! Al rogo!
Ma non solo: la climatologia racchiude anche tutti gli interessi delle grandi holding internazionali, le quali cercano d’ottenere posizioni vantaggiose nel nuovo scenario che si andrà a delineare. Purtroppo, è il capitalismo, baby: nell’assenza più muta dello Stato come arbitro super partes, le mille velleità di guadagno si scatenano. Ovviamente, se i dati le sconfortano per un certo mercato, ecco che le corporations finanziano scienziati per demolire le certezze di quegli scienziati, a vantaggio dei propri. Pecunia non olet, disse Vespasiano: parafrasando, potremmo oggi affermare Pecunia non fugit calor, anche se lo desidererebbero.
E, noi, c’azzuffiamo perché il mare non è salito…
Proviamo ad usare un metodo un po’ diverso?

Esclusiva, il memorandum siglato tra i giovani della Lega e Russia Unita




MEMORANDUM


L’Organizzazione sociale di tutta la Russia “Giovane Guardia di Russia Unita” e il Movimento Giovanile del partito politico “Lega” – “Lega Giovani”, di seguito denominate “Parti”:
– sulla base sull’accordo del 2017 tra il partito politico ti tutta la Russia “Russia Unita” e il partito italiano “Lega Nord” (ora – “Lega”) sulla cooperazione e lo sviluppo delle relazioni a tutti i livelli, compresi i giovani;
– sottolineando la necessità di escludere la guerra e la violenza dall’arsenale della comunità internazionale e intensificare gli sforzi per rafforzare la pace e la sicurezza in Europa e nel mondo;
– seguendo le tradizioni di partenariato e cooperazione tra la Federazione Russa e la Repubblica Italiana, guidati dal desiderio di rafforzare le relazioni di buon vicinato e d’amicizia, per espandere e approfondire la cooperazione multilaterale tra la Federazione Russa e la Repubblica Italiana;
– rispettando gli interessi nazionali dell’altra parte;
– puntando alla creazione di un favorevole ambiente politico e pubblico per la realizzazione dei sopraindicati obiettivi e prevenire la divisione tra i popoli, la propaganda e stati d’animo ostili contro qualsiasi stato o organizzazione internazionale;
– tenendo conto dell’importanza dell’aspetto umano nelle relazioni internazionali, come pure degli stretti legami della società civile russa e italiana, che costituiscono una base affidabile per rafforzare le relazioni bilaterali russo-italiane;
– guidati da comuni valori spirituali, storici e culturali, nonché dalla tradizione di amicizia tra i popoli della Federazione Russa e della Repubblica Italiana;
– aderendo a un corso politico finalizzato all’ulteriore sviluppo multilaterale di un partenariato paritario tra la Federazione Russa e la Repubblica Italiana;
– partendo dalla comprensione che la cooperazione giovanile interpartitica è una componente importante del complesso generale di relazioni tra i nostri due Stati;
Memorandum congiunto firmato:
1. Le parti sostengono tutti gli sforzi orientati a tranquillizzare l’atmosfera internazionale, ristabilire il dialogo e la fiducia e rafforzare la sicurezza su scala regionale ed europea.
2. La parte italiana percepisce la Russia come parte fondamentale del sistema di sicurezza internazionale e leader naturale per la gestione delle crisi e dei conflitti nel mondo.
3. Le parti ritengono che i giovani non rappresentino solo il futuro, ma anche componenti attivi dell’attuale vita pubblica e politica; inoltre che dalle iniziative congiunte tra le parti dipenda la formazione della cultura del diritto, il rafforzamento dell’amicizia e la comprensione reciproca tra i popoli, il mantenimento dei processi d’integrazione in corso nei nostri paesi.
4. Le parti chiedono il ripristino del dialogo politico e dei partenariati, una cooperazione paritaria tra l’Italia e la Russia in tutti i settori d’interesse comune per portarli ad un livello qualitativamente nuovo, anche a livello di giovani.
5. Le parti sostengono e sono pronte a fornire assistenza all’ulteriore sviluppo della cooperazione tra la Federazione Russa e la Repubblica Italiana nella sfera culturale, storica e della gioventù.
6. Le parti intendono favorire il mantenimento e lo sviluppo dei valori spirituali, umani e familiari, la protezione dei luoghi sacri – monumenti del patrimonio spirituale, culturale e storico della civiltà mondiale.
7. Le parti svilupperanno relazioni interpartitiche a tutti i livelli, attraverso regolari consultazioni, scambi di delegazioni, eventi congiunti e corsi di formazione.
Il Memorandum è compilato in 2 (due) copie.
Dall’Organizzazione sociale di tutta la Russia
Presidente del Quartier Generale
S. Perepelov
Dal Movimento giovanile “Lega Giovani”
il Coordinatore federale
Crippa



In esclusiva, pubblichiamo l’accordo sottoscritto tra i due partiti così come riportato nel libro “Da Pontida a Mosca. Gli accordi tra Putin e la Lega Nord“, scritto da Fabio Sapettini e Andrea Tabacchini ed edito da Samovar.

(Il libro è acquistabile al seguente link)

Accordo sulla cooperazione e collaborazione tra il partito politico nazionale russo “RUSSIA UNITA” 
e il partito politico “Lega Nord”

Il partito politico nazionale russo “RUSSIA UNITA” rappresentato dal Vice Segretario Generale del Consiglio per le Relazioni Internazionali S.V. Zhelezniak che agisce a titolo dello Statuto del Partito e della deliberazione del Presidium del Consiglio Generale del Partito del “28” Novembre 2016 da una parte, e dall’altra parte il partito politico “Lega Nord”, nella persona di Presidente del partito Matteo Salvini di seguito denominate “Parti”
– basandosi su un partenariato paritario e confidenziale tra la Federazione Russa e la Repubblica Italiana;
– esprimendo la volontà di facilitare l’espansione e l’approfondimento della cooperazione multilaterale e la collaborazione tra la Federazione Russa e la Repubblica Italiana;
– tenendo conto che i rapporti tra i partiti sono una parte importante delle relazioni russo-italiane e sono finalizzate al loro pieno sviluppo;
– sulla base dei principi di sovranità statale, rispetto reciproco, non interferenza reciproca negli affari interni di ciascuno, partenariato paritario, affidabile e reciprocamente vantaggioso;
Hanno concordato quanto segue:
  1. Le Parti si consulteranno e si scambieranno informazioni su temi di attualità della situazione nella Federazione Russa e nella Repubblica Italiana, sulle relazioni bilaterali e internazionali, sullo scambio di esperienze nella sfera della struttura del partito, del lavoro organizzato, delle politiche per i giovani, dello sviluppo economico, così come in altri campi di interesse reciproco.
  2. Le Parti si scambieranno regolarmente delegazioni di partito a vari livelli, per organizzare riunioni di esperti, così come condurre altre attività bilaterali.
  3. Le Parti promuovono attivamente le relazioni tra i partiti e i contatti a livello regionale.
  4. Le Parti promuovono la creazione di relazioni tra i deputati della Duma di Stato dell’Assemblea Federale della Federazione Russa e l’organo legislativo della Repubblica Italiana, eletti dal partito politico nazionale russo “RUSSIA UNITA” e il partito politico “Lega Nord”, e anche organizzano lo scambio di esperienze in attività legislative.
  5. Le Parti organizzeranno sotto gli auspici di seminari bilaterali e multilaterali, convegni, “tavole rotonde” sui temi più attuali delle relazioni russo-italiane, invitando una vasta gamma di professionisti e rappresentanti della società civile.
  6. Le Parti promuovono attivamente lo sviluppo di una cooperazione reciprocamente vantaggiosa e la collaborazione di organizzazioni giovanili, femminili, culturali, umanitarie, ecc. al fine di rafforzare l’amicizia, la formazione giovanile nello spirito di patriottismo e di operosità.
  7. Le Parti promuovono la cooperazione nei settori dell’economia, del commercio e degli investimenti tra i due Paesi.
  8. Il presente accordo entra in vigore all’atto della firma dei rappresentanti autorizzati delle Parti e ha una validità di 5 anni. L’accordo è automaticamente prorogato per successivi periodi di cinque anni, a meno che una delle Parti notifichi all’altra Parte entro e non oltre 6 mesi prima della scadenza dell’accordo la sua intenzione alla cessazione dello stesso.
  9. L’accordo è concluso a Mosca il “6” marzo 2017, ed è redatto in due copie, in due esemplari autentici, in lingua russa e italiana.
  10. Il presente accordo non è legalmente vincolante ed è solo una manifestazione di interesse delle Parti nella interazione e cooperazione.
Il partito politico

“Lega Nord”

Salvini
Il partito politico nazionale russo

“RUSSIA UNITA”


Zheleznyak

Una delle migliori medicine della natura è l'aglio, rimuove i parassiti nel corpo meglio che i farmaci convenzionali




Le persone hanno usato l'aglio per migliaia di anni, sia per aggiungere spezie a un piatto o per curare varie malattie. Se si deve credere a uno studio in medicina complementare e alternativa BMC, l'erba ben nota può anche trattare un'infezione parassitaria chiamata schistosomiasi . La condizione cronica, che si manifesta anche con la febbre della lumaca, è causata da parassiti del genere Schistosoma.

I ricercatori della King Saud University hanno studiato la capacità dell'estratto di aglio e di allicina per prevenire la schistosomiasi e l'infiammazione. Per fare ciò, il team ha valutato i marcatori fibrotici del fegato nei topi infettati dal parassita. I risultati sono stati poi confrontati con praziquantel,  un farmaco comunemente usato per trattare la schistosomiasi. I topi furono infettati da S. mansoni e furono trattati con aglio, allicina o praziquantel. Dopo un giorno, i topi sono stati sacrificati e i campioni sono stati raccolti per ulteriori analisi. Il team ha esaminato il fegato e l'intestino dei topi, indagando sui tessuti e sui parassiti. Inoltre, hanno valutato l'espressione di mRNA di citochine pro-infiammatorie.

I risultati hanno rivelato che il trattamento sui topi con l'estratto di aglio e l'allicina ha causato un forte calo nella popolazione di S. mansoni . Sia l'aglio che l'allicina riducevano anche i biomarcatori per la fibrosi epatica e le citochine proinfiammatorie. Questi risultati, notano gli autori, sono paragonabili a quelli di praziquantel, senza effetti collaterali dannosi. (Correlato: le proprietà curative dell'aglio sono così intense da essere 100 volte più efficaci dei trattamenti antibiotici ).


"In questo studio, l'espressione immunoistochimica di fibronectina e -SMA, così come l'espressione di citochine infiammatorie che fungono da marcatori di fibrosi epatica, ha riflesso significativi effetti anti-infiammatori e immunomodulatori dopo la somministrazione sia profilattica e il trattamento di topi infetti con estratto di aglio o allicina ", hanno scritto i ricercatori.


I ricercatori hanno concluso che l'aglio e l'allicina possono essere usati per trattare la schistosomiasi, grazie alle sue proprietà antinfiammatorie e immunomodulatorie.



Altri motivi per mangiare l'aglio

L'aglio può avere un odore e un sapore pungenti, ma è ciò che rende l'erba veramente sana. Quando l'aglio viene tagliato o pressato, le cellule si rompono, causando il rilascio di un enzima noto come alliinasi . L'allicinasi modifica chimicamente l'allicina intrinseca in allicina, che è una molecola contenente zolfo. Questo processo provoca l'odore pungente dell'aglio. L'allicina non è solo responsabile dell'odore dell'aglio, ma anche di alcune sue proprietà medicinali. Gli esperti ritengono che l'allicina possa proteggere contro molte condizioni di salute , come l'aterosclerosi, il diabete, l'ipertensione e il colesterolo alto. Gli integratori di allicina sono anche usati per aumentare le prestazioni atletiche.

Puoi includere l'aglio nella tua dieta in molti modi . Puoi fare quanto segue:

  • Aggiungere l'aglio tritato alle marinate.
  • Tagliare pezzi di aglio crudo e aggiungerli a un piatto di pasta al forno.
  • Aglio saltato da includere in salse e condimenti per insalate.
  • Aggiungere le fette di aglio tostato con verdure al vapore.
  • Aggiungere l'aglio arrostito alle purea di patate.