giovedì 23 aprile 2020

MAO TSE TUNG: DISCEPOLO DI SATANA

FINCHE' LA CINA NON ABBANDONERA' IL REGIME COMUNISTA SATANICO NON AVRA' NE' PACE NE' SOSTEGNO DI POPOLI MAL DISPOSTI A RINUNCIARE ALLE PROPRIE LIBERTA' DEMOCRATICHE PER COMPIACERE I SUOI LEADER SOVIETICI. LE DURE REPRESSIONI CHE SUBISCONO I MISSIONARI CRISTIANI IN CINA SARANNO SEMPRE PIU' CAUSA DI ASPRE CRISI DIPLOMATICHE. SE  LA CINA NON ABBANDONA IL COMUNISMO VERRA' ABBANDONATA... 


Questo articolo, un'ampia recensione ad un libro sulla vita di Mao Tse-tung scritto nel 2006, è una rapida carrellata in ordine cronologico della carriera politico-militare del famoso dittatore cinese. Quel che ne emerge non è molto dissimile da quello che succedeva più o meno negli stessi anni nell'Unione Sovietica di Stalin: morte, terrore, esecuzioni in massa, carestia, fame e tutti i frutti bacati della fallimentare economia socialista. Unico neo dell'articolo: l'Autore, come del resto gli estensori dell'opera recensita, parlano di «accecamento» dell'Occidente di fronte al regime sanguinario di Mao Tse-tung. Gli americani - così come la stampa del cosiddetto mondo «libero» - non erano così ingenui e sprovveduti da non sapere cosa succedesse in Cina.

É assurda, dunque, l'ipotesi che vorrebbe un Occidente ingannato o con gli occhi foderati di prosciutto! Tutte le parti in causa sapevano e hanno volutamente taciuto per varie ragioni: i comunisti nostrani per mostrare la loro solidarietà al compagno di lotta Mao; e gli americani perché, come dimostra anche questo articolo, erano interessati all'«esperimento comunista», tant'è che, nonostante le apparenze, fin dagli anni '20 iniziarono a foraggiare abbondantemente con fiumi di denaro la Russia di Lenin e Stalin. Lo scopo di tale appoggio era la distruzione delle radici di un intero popolo per preparare la strada all'avvento di un Nuovo Ordine Mondiale. A questo riguardo, rimandiamo alla lettura dell'articolo sulla disfatta programmata di Pearl Harbor del 1941.

Premessa

Mao: the Unknown Story («Mao: la storia sconosciuta») è un'opera di 678 pagine di testo, ed è firmata da Jon Halliday, uno storico inglese, e da una certa Jung Chang. Quest'ultima, di nazionalità cinese, nata nel 1952, è stata per qualche tempo a quattordici anni una guardia rossa, ha lavorato nelle campagne e in seguito in fabbrica, prima di compiere degli studi di inglese. Essa ha lasciato la Cina per l'Inghilterra, dove insegna linguistica. L'epilogo del libro constata: «L'attuale regime comunista si dichiara erede di Mao e si prodiga sempre energicamente a perpetuare il suo mito» 2. Mao Tse-tung nacque nel 1893 nell'Hunan.

Suo padre era, per l'epoca, un contadino benestante. Egli ebbe due fratelli. Dotato di un egoismo furibondo, Mao non indietreggiava davanti a nulla pur di raggiungere i suoi scopi. Era assetato di potere: la sua ambizione non era solamente di diventare il padrone della Cina, ma era seriamente intenzionato anche a dominare il mondo! Comunista, più per ambizione che per convinzione, la sorte del popolo gli era indifferente. Se la guerra nucleare fosse stata necessaria per assicurare il suo potere, gli importava ben poco se avesse liquidato un terzo o la metà della popolazione cinese. Mao era gaudente, e che il suo popolo crepasse di fame lo lasciava di marmo; si nutriva sempre copiosamente.




Jon Halliday e Jung Chang mostrano orgogliosi il loro libro Mao: the Unknown Story.

Molto preoccupato per la sua sicurezza, egli moltiplicava i sistemi di guardia, gli alloggi, i passaggi e i rifugi segreti, le precauzioni più inverosimili, e non esitava mai ad eliminare anche i suoi più stretti collaboratori se sospettava che avessero potuto disturbarlo o fargli concorrenza. Sapendo che il popolo lo odiava, si impose mediante il terrore sotto forma di purghe periodiche dove le torture più varie erano sistematiche. Mao ebbe quattro mogli e un numero incalcolabile di amanti.

La vita di Mao illustra alla perfezione la massima di Lin Piao (1907-1971), per molto tempo suo complice prima di essere a sua volta una vittima: «Il potere politico è il potere di opprimere gli altri» 3. Fin dall'inizio dell'opera, gli autori affermano che Mao fu responsabile in tempo di pace della morte di almeno 70.000.000 di persone 4.


Teste mozzate di oppositori di Mao: ecco dove termina la strada che conduce al «paradiso comunista».

La lunga marcia (ottobre 1934-ottobre 1935)

Nell'ottobre 1934, la direzione del Partito Comunista cinese era accerchiata nello Jiangxi, al Centro-Sud della Cina, dalle truppe numericamente assai superiori di Chiang Kai-shek (1887-1975). Gli 80.000 dirigenti, soldati e portatori che formavano la truppa comunista riuscirono tuttavia a scappare da Yudu. Dopo un percorso di 10.000 km prima verso Ovest, poi verso Nord, i superstiti, affamati e a brandelli, giunsero, un anno dopo, nello Shaanxi. Mao, privo di qualsiasi comando militare, dovette imporsi per partire con essi. La leggenda vuole che i comunisti si siano aperti la strada con le armi. In realtà, Chiang Kai-shek li lasciò percorrere volontariamente tutto il loro periplo, tallonandoli senza attaccarli. Questo per due ragioni:


A quel tempo, suo figlio, Chiang Ching-kuo (1910-1988), era in Unione Sovietica per studi, ed era ostaggio di Stalin (1878-1953). Ora, il Partito Comunista cinese (e Mao in particolare) era il figlio prediletti del despota sovietico;


Chiang Kai-shek voleva soprattutto unificare l'intera Cina sotto la sua autorità, e numerose province importanti, tra cui il Sichuan, erano in mano ai signori della guerra che non volevano questa dipendenza: per evitare di far loro apertamente la guerra, Chiang Kai-shek spinse le orde comuniste sul loro territorio e, nell'inseguirle, si presentava loro come un liberatore.
Lin Piao 

Chiang Kai-shek Chiang Ching-kuo


Nel 1933, Chiang Kai-shek aveva chiamato come governatore dello Shaanxi un dirigente nazionalista che sapeva essere una spia comunista. La base comunista della provincia ne sarebbe uscita rafforzata, attraendo le orde rosse; allo stesso tempo, Chiang Kai-shek cercò di far conoscere ai rossi i movimenti delle sue truppe. Ci furono pochi combattimenti tra le forze rosse e l'esercito nazionalista, eccetto quelli causati dai raggiri di Mao per assicurarsi il potere in seno al Partito Comunista cinese.

Le perdite furono tuttavia considerevoli: le condizioni di marcia erano estremamente dure, e molti uomini perirono per sfinimento, per malattia, per il freddo, per la fame o a causa delle ferite; altri disertarono o «furono liquidati»: «Quando Mao arrivò infine nella zona rossa a Nord dello Shaanxi [...] il suo esercito contava meno di 4.000 soldati» 5. Era ancora in uno stato penoso: «Ma ormai il Partito comunista gli apparteneva» 6. I comunisti vivevano sulle spalle degli abitanti. Nel 1945, Mao riconobbe davanti ai quadri dirigenti che uno degli errori del Partito era stato «di avere spogliato di ogni bene la popolazione durante la Lunga Marcia, ma, aggiunse subito, se non l'avessimo fatto non avremmo potuto sopravvivere» 7.

Mao e l'invasore giapponese

Nel 1931, il Giappone invase la Manciuria e, negli anni seguenti, si infiltrò poco a poco più a Sud, prima lungo la costa, e poi progressivamente nel centro della Cina. Le truppe di Chiang Kai-shek, meno equipaggiate e addestrate dei giapponesi, furono costrette sulla difensiva. Stalin, preoccupato per l'avanzata giapponese (l'occupazione della Manciuria dava ai giapponesi alcune migliaia di chilometri di frontiera in comune con l'Unione Sovietica) ordinò al Partito Comunista cinese di unirsi ai nazionalisti per combattere gli invasori nipponici: per il Cremlino si trattava di impedire ai giapponesi di attaccare la Siberia.

Mao giocò allora un doppio o triplice gioco per conservare l'appoggio di Stalin pur evitando di combattere i giapponesi: i suoi ordini alle truppe comuniste erano di occupare il massimo del terreno, evitando accuratamente di cozzare contro le truppe nipponiche, ma non esitando ad attaccare i nazionalisti. Alcuni combattimenti opposero tuttavia i comunisti cinesi ai giapponesi, per disobbedienza alle consegne di Mao (ad esempio, lo scontro di Pingxingguan nel 1936, o gli attacchi di Peng Dehuai contro le installazioni e le attrezzature giapponesi nel Nord della Cina nell'estate del 1940): di questi fatti Mao se ne servì in seguito per la sua propaganda.



Così, nacque una seconda leggenda comunista: quella del Partito Comunista cinese primo difensore della Cina contro i giapponesi. Dopo il patto nazi-sovietico di agosto del 1939,

«Mao diede inizio, nel settembre del 1939, ad una collaborazione prolungata, stretta e poco conosciuta con i servizi segreti giapponesi [...]. I rossi si servirono dei giapponesi per pugnalare i nazionalisti alle spalle 8. Questa informazione venne fornita dopo la guerra da Sima Lu, uno degli uomini del servizio di informazione del Partito Comunista cinese, corroborato dal principe Mikasa, fratello dell'imperatore del Giappone Hiro Hito, allora ufficiale dell'esercito giapponese in Cina».

Poiché Stalin non voleva scatenare una guerra civile contro Chiang Kai-shek, Mao non esitò a moltiplicare le provocazioni contro i nazionalisti, sacrificando deliberatamente le truppe rosse: egli voleva costringere Stalin a «soccorrerlo». Poi, a partire dall'attacco germanico contro la Russia e dall'attacco giapponese contro gli Stati Uniti, Mao fermò ogni offensiva contro le forze di Chiang Kai-shek: sapendo che Franklin Delano Roosevelt (1842-1945) gli era abbastanza favorevole, curò la sua immagine presso di lui.

Continuando a risparmiare i giapponesi, egli lanciò tra il 1942 e il 1944 un'ondata di terrore nel suo feudo di Yenan, affinché i numerosi giovani volontari che si presentavano diventassero degli automi nelle mani del Partito Comunista cinese, costringendo anche i quadri del Partito ad un'ubbidienza cieca ai suoi ordini. Fu mediante il terrore che Mao instaurò il culto della sua personalità. Così, all'inizio del 1945, Mao era pronto a convocare il VII Congresso del Partito, diciassette anni dopo il VI: i delegati, accuratamente selezionati, lo elessero presidente del Comitato Centrale, dell'Ufficio politico e della Segreteria del Partito: «Mao Tse-tung era diventato lo Stalin del Partito Comunista cinese» 9.






A Yenan (1937-1947)



Nella regione comunistizzata di Yenan, vasta pressappoco come la Francia, Mao viveva come un satrapo orientale, mentre «i contadini erano "spremuti a morte" dagli agenti delle tasse», come scrisse nel suo diario il 21 giugno 1939 il segretario del Partito di quella regione, Xie Juezai (1884-1971) 10. Inoltre, a partire dal 1941, essi furono sottoposti alla corvè del trasporto gratuito di sale, una pratica crudele secondo Xie; in quell'epoca, iniziò anche la cultura dell'oppio, chiamato «prodotto speciale»: nel 1943, i russi stimarono di 44.760 kg le vendite di oppio di Mao (per circa 640 milioni di dollari attuali) 11. Se si aggiungono le sovvenzioni versate dai nazionalisti durante i primi anni, e quelle provenienti da Mosca, fissate nel 1940 da Stalin a circa 45-50 milioni di dollari attuali all'anno, risulta evidente che al Partito Comunista cinese le risorse non mancavano. Nel 1944, «secondo Xie, i comunisti erano "molto ricchi"» 12. I contadini, osservava Xie, non avevano di che che «vestirsi, nutrirsi e alloggiare dignitosamente"; l'acqua era infetta ed essi non avevano medici» 13. «Secondo un amministratore altolocato, l'elevata mortalità dell'insieme della popolazione e del bestiame non ricevette mai l'attenzione che meritava» 14. Inoltre, l'oppio sviluppò un'inflazione galoppante particolarmente nefasta per i lavoratori, e, secondo Xie, il consumo imperversava con un tasso medio che andava dal 30 al 50% mensile 15. A partire da marzo del 1944, Mao smise di coltivare l'oppio, in sovrapproduzione, e si sforzò di lottare contro l'inflazione: non bisognava dare una cattiva impressione ai visitatori americani! Negli anni '50, tuttavia, «tutte le basi rosse continuarono di figurare tra le regioni più povere della Cina, perché erano state governate dai comunisti» 16.


Mao conquista la Cina (1945-1949)

Nell'agosto del 1945, le truppe sovietiche invasero la Manciuria. Mao si affrettò a spedire dei comunisti cinesi, ai quali i sovietici aprirono gli arsenali catturati ai giapponesi. Il Partito Comunista cinese reclutò una gran quantità di soldati tra le persone che avevano servito i giapponesi. Gli eserciti nazionalisti si trovavano ammassati nel Sud della Cina. Chiang Kai-shek aveva bisogno degli americani per trasportarli al Nord. Nel mese di settembre, egli dovette accettare un simulacro d'intesa tra lui e Mao sotto la supervisione degli americani. Subito dopo, Mao scatenò un'accanita guerra civile per la conquista di tutta la Cina.

All'inizio, gli eserciti comunisti erano molto inferiori a quelli di Chiang Kai-shek, numericamente e soprattutto qualitativamente: a forza di rifiutarsi di battersi contro i giapponesi, le forze di Mao non conoscevano il combattimento moderno, mentre quelle di Chiang Kai-shek erano agguerrite da sette anni di lotta armata. Inoltre, il morale dei soldati rossi era debole; essi chiedevano solamente di ritornare a casa e le diserzioni si moltiplicavano Quanto alla popolazione della Manciuria, essa considerava i rossi come gli ausiliari degli occupanti sovietici. Quando questi ultimi evacuarono la Manciuria nel maggio del 1946, i nazionalisti ripresero velocemente le città occupate dai comunisti.

Mao, quasi vinto, venne salvato dagli americani. Il presidente Harry Truman (1884-1972) inviò in Cina il Generale George Marshall (188-1959) per mettere fine alla guerra civile. Questo ultimo, già avvertito contro Chiang Kai-shek e il suo entourage, incontrò Mao a Yenan, nel marzo del 1946; per lui fu un gioco da bambini ingannare l'emissario americano al quale chiedeva solamente di credergli. Marshall giunse fino a dichiarare davanti al Congresso degli Stati Uniti nel febbraio 1948: «In Cina, non abbiamo alcuna prova concreta che (l'esercito rosso) sia sostenuto da comunisti stranieri» 17.


Harry Truman Il Generale Marshall


Nell'estate del 1946, Truman esercitò una tale pressione su Chiang Kai-shek che questi finì per accettare un cessate il fuoco che durò quattro mesi. Mao poté così controllare una zona di 1.000 chilometri sui circa 500 a Nord della Manciuria, nella quale ricostituì il suo esercito con l'aiuto massiccio dei sovietici, di numerosi prigionieri giapponesi e dei nordcoreani. Quando Chiang Kai-shek si decise ad attaccarlo, la sua base nel Nord, legata ai sovietici, era diventata inespugnabile.



Dalla fine del 1946 all'estate del 1949, le truppe di Chiang Kai-shek subirono una sconfitta dopo l'altra, e il 1º ottobre 1949 Mao proclamò ufficialmente a Pechino la nascita della Repubblica Popolare cinese, mentre Chiang Kai-shek e ciò che era rimasto del suo esercito si rifugiarono a Taiwan. Questo insuccesso dei nazionalisti, nonostante la popolazione era loro favorevole e il fatto che beneficiavano dell'appoggio americano, può essere spiegata da parecchie ragioni:


Il sostegno massiccio dei sovietici alle truppe di Mao;


Il carattere spietato di Mao, imitato dai suoi subordinati; fin dallo scoppio della guerra civile, essi ripresero nelle zone rosse il regime di terrore - sospeso durante la guerra cino-giapponese - sotto la denominazione ipocrita di «riforma agraria»;


L'accecamento americano, come indicato più sopra 18;


La corruzione dell'entourage di Chiang Kai-shek, e il giudizio negativo di quest'ultimo a riguardo dei suoi alleati e dei suoi subordinati;


Soprattutto il fatto che gli eserciti nazionalisti erano impregnati di agenti comunisti fino al più alti livelli.




Negli anni '20, i sovietici sostennero ufficialmente il Partito Nazionalista di Sun Yat-sen (1866-1925) e diedero ai comunisti cinesi l'ordine segreto di infiltrare questo partito; l'accademia militare di Huangpu, dove venivano formati i quadri dell'esercito nazionalista, era stata fondata ed era finanziata da Mosca, e gli istruttori erano sovietici; un quarto di secolo dopo, l'esercito di Chiang Kai-shek si trovò inevitabilmente infiltrato da agenti comunisti che tradirono continuamente su ordine del Partito. La stessa vedova di Sun Yat-sen, cognata di Chiang Kai-shek, era comunista e informava coscienziosamente il Partito Comunista cinese!


Le ambizioni di Mao Tse-tung, causa della miseria del popolo

Appena ebbe assicurato il suo potere su tutta la Cina, l'ambizione di Mao fu di fare di quest'ultima una superpotenza militare, qualunque ne fosse stato il prezzo. Egli si rivolse a Stalin per ottenere da lui attrezzature di ogni tipo e soprattutto fabbriche di armamenti. Stalin gli aveva fornito un aiuto enorme per la conquista della Cina, ma non aveva del tutto fiducia in lui e temeva un potere troppo forte sulla sua frontiera a Sud. La guerra di Corea (1950-1953) fu l'opportunità per Mao di ottenere in parte quello che desiderava. Alla morte di Stalin, nel 1953, l'ambizione di Mao non conobbe più limiti.



Nel frattempo, la guerra di Corea era costata la vita a più di 3.500.000 di vittime per la follia di Kim II-sung (1912-1994) e di Mao. Per non dipendere dallo straniero, il despota cinese volle pagare le attrezzature e le fabbriche di armamenti provenienti dall'Unione sovietica. E dunque, egli impose al suo popolo, mediante la violenza, un regime di requisizione generale di tutti gli alimenti vendibili: uno dei principali responsabili dell'economia, Bo Yibo (1908-2007), dovette riconoscere più tardi che, nel periodo degli espropri, la maggior parte di ciò che producevano i contadini era loro confiscata; l'impiego della «forza» era corrente, aggiunse, e le persone erano «spinte alla morte» 19.


Sun Yat-sen 

Kim II-sung Bo Yibo




Nell'ottobre del 1953, «Mao dichiarò ai membri del bureau politico che essi erano "in guerra" con la popolazione tutt'intera: "Si tratta di una guerra contro coloro che producono il cibo e contro quelli che lo consumano", designando con queste parole la popolazione urbana» 20. Mao sapeva che fin dall'inizio del 1955, «le confische avevano provocato uno sconforto generale» 21. A partire dal 1955, il Partito Comunista cinese impose la collettivizzazione: «Passammo al socialismo e tutto scomparve», fece notare ironicamente Liu Shaoqi (1898-1969), uno dei principali collaboratori di Mao 22.


Ma i sequestri e la sorveglianza della popolazione furono facilitate da questo evento. A partire dal 1957, Mao fece bombardare regolarmente le isolette di Quemoy, Matsu, ecc..., in mano ai nazionalisti: si trattava di provocare gli americani, alleati dei nazionalisti, per ottenere da Nikita Kruscev (1894-1971), successore di Stalin, consegne sempre più importanti e soprattutto materiale per fabbricare la bomba atomica. Per pagarli, egli dissanguò sempre di più i contadini ridotti in schiavitù, provocando nel 1959 severe carestie in metà della Cina 23. Mao voleva aumentare anche la produzione agricola senza spendere un soldo: ne conseguì una serie di gigantesche opere di irrigazione lanciata nel 1958 - «il Grande Salto in Avanti» - per la realizzazione del quale in quattro anni cento milioni di contadini furono spogliati di ogni bene:



«La maggior parte di questi grandi lavori si chiusero con uno spreco sbalorditivo. Molte cose non furono portate a compimento e dovettero essere lasciati a metà. Su più di cinquecento riserve idriche previste [...], verso la fine del 1959, duecento erano già state abbandonate. Molto altre crollarono quando Mao era ancora vivente. Il peggior disastro [...] ebbe luogo nel 1975, nell'Henan [...] annegando probabilmente tra le 230.000 e le 240.000 persone» 24.





Altro fiasco spettacolare: la campagna per la fabbricazione dell'acciaio scatenata all'autunno del 1958: non solo le fabbriche dovettero aumentare la loro produzione in proporzioni irrealistiche (in alcuni mesi numerosi incidenti costarono la vita a più di 30.000 operai), ma «almeno 90.000.000 di persone "furono costrette", come la nota crudelmente lo stesso Mao, a fabbricare piccoli altiforni, detti altiforni da cortile, da cui usciva non acciaio, ma materiale fuso allo stato grezzo [...] nel migliore dei casi» 25. In questo modo furono perse migliaia di giornate di lavoro agricolo.

«La carestia che imperversò in tutta la Cina dal 1958 al 1961 raggiunse il suo punto culminante nel 1960. In quell'anno, le statistiche dello stesso regime indicarono che il consumo medio di calorie per giorno pro capite era precipitato a 1.534 calorie. Secondo una delle grandi apologhe del regime comunista, Han Suyin, nel 1960, le massaie nelle città non avevano diritto a di più 1.200 calorie al giorno A titolo di paragone, ad Auschwitz, i deportati destinati ai lavori forzati ricevevano quotidianamente tra le 1.300 e le 1.700 calorie» 26.



Liu Shaoqi 

Nikita Kruscev 

Han Suyin


Alla fine del 1962, pur allentando la morsa alimentare, Mao perseguiva ancora i suoi progetti, e in particolare la costruzione di satelliti, di sommergibili nucleari e di armi laser. Poiché la sua bomba nucleare prendeva forma, egli temeva degli attacchi aerei contro le sue installazioni: quindi ordinò lo spostamento delle istallazioni nelle regioni più interne del Paese con un'impresa che richiese l'edificazione di grandi infrastrutture.

Questo progetto, conosciuto con il nome di «terzo fronte», generò uno spreco che «oltrepassava l'insieme delle perdite materiali che aveva causato "il Grande Salto in Avanti"» 27. La sua prima bomba nucleare esplose nell'ottobre 1964: a causa della carestia provocata dal suo costo, ci furono 38.000.000 di vittime. «Cento volte più morti delle due bombe atomiche sganciate dagli americani sul Giappone» 28.


L'accecamento occidentale


Alla fine del 1959, Kruscev si recò in visita negli Stati Uniti mentre riduceva i suoi trasferimenti di tecnologia in Cina. Mao decise allora di «propagare nel mondo intero il pensiero Mao Tse-tung» 29. Fu l'ondata del «maoismo». I filtri attraverso cui gli stranieri erano autorizzati a vedere la Cina e ad ascoltare i suoi abitanti erano certamente assai efficaci, ma non sarebbero bastati ad assicurare il successo di questa propaganda se l'accecamento occidentale non fosse stato tanto stupefacente: «A partire da febbraio del 1959, "la stima preliminare" della stessa CIA concernente la produzione alimentare cinese parlava di incrementi "notevoli"» 30.



L'attivista femminista Simone de Beauvoir (1908-1986), François Mitterrand (1916-1996), il maresciallo inglese sir Bernard Law Montgomery (1887-1976), il Premio Nobel Lord John Boyd Orr (1880-1971), ex direttore del FAO (Organizzazione mondiale dell'alimentazione e dell'agricoltura, un organismo annesso all'ONU), tra tanti altri, si lasciarono ingannare. Inoltre, Mao accentuò la sua politica abituale di distribuzione di denaro, di viveri e di armi per consolidare la sua propaganda: il Vietnam del Nord, l'Africa (in particolare l'Algeria) e l'America Latina, beneficiarono delle sue prodigalità, mentre in Cina la carestia imperversava. La sua idea era di diventare il leader del mondo comunista, soprattutto dopo l'eliminazione di Kruscev nell'ottobre 1964; ma su questo piano subì un rovescio dopo l'altro, malgrado il suo potente impegno nella guerra d'Indocina a fianco dei vietnamiti comunisti.


Simone de Beauvoir 

Bernard Montgomery John Boyd Orr

La Rivoluzione culturale


La carestia causata dalla politica di Mao finì per generare un'opposizione da parte di certi alti quadri. Pur diminuendo la pressione esercitata sui contadini, egli preparò progressivamente il campo per una grande purga. Iniziò dai libri dichiarando che bisognava leggere meno possibile, pur leggendo molto lui stesso. «La politica che ci occorre - disse a suoi collaboratori nel 1962 - è che il popolo resti ignorante» 31. Nel 1963, egli fece vietare l'insieme del repertorio teatrale tradizionale. L'anno seguente, la proibizione venne estesa a tutte le arti: gli artisti furono spediti nelle campagne per essere «seriamente rieducati» 32.


I monumenti e i segni visibili dell'antica civiltà cinese diventarono il bersaglio dei suoi attacchi. Simultaneamente, l'indottrinamento della popolazione e il culto della personalità furono sviluppati per fare di ogni essere umano un «piccolo ingranaggio» ubbidiente ciecamente a Mao. Dopo l'insuccesso delle sue mire planetarie, il despota cinese se la prese con i suoi avversari interni. Nell'aprile-maggio del 1966, insieme al suo complice Lin Piao, egli scatenò la vasta purga detta «Rivoluzione culturale». Jiang Qing (1914-1991), la quarta moglie di Mao, giocò in questa vicenda un ruolo centrale: il che gli valse, alla morte di suo marito, nel 1976, di subire a sua volta l'epurazione insieme alla «banda dei quattro». Nel giugno del 1966, tutti i corsi furono soppressi; alunni e studenti furono lanciati all'assalto dei professori.


Poi ci fu il saccheggio e la distruzione di tutto ciò che era vecchio o prezioso. Ci furono visite domiciliari in tutto il Paese corredate da arresti, torture ed esecuzioni... Tutto ciò diretto per la maggior parte del tempo dallo Stato. Grazie in buona parte a Jiang Qing, «la Cina era diventata un deserto culturale» 33, e lo restò fino alla morte di Mao. Nel settembre del 1966, il nuovo terrore che assicurò ulteriormente il potere di Mao cambiò obiettivo: furono presi di mira i quadri dirigenti del Partito Comunista cinese, sospettati di opporsi alla sua politica, tra cui Liu Shaoqi, allora presidente titolare della Repubblica della Cina, e Peng Dehuai (1898-1974), ex ministro della Difesa.


Jiang Qing 

Peng Dehuai

Milioni di militanti del Partito Comunista cinese, dopo aver subito torture di ogni genere, ecc..., raggiunsero i «laogai» (i GULag cinesi); la stessa sorte venne riservata agli artisti e ai letterati. Questi quadri furono sostituiti per la maggiore parte dai militari. I massacri culminarono nel 1968. Dal 1966 al 1976, un minimo di 3.000.000 di persone perirono di morte violenta 34.


Sopra: esecuzione di dissidenti politici in un laogai ai tempi di Mao.



La fine del regno di Mao


Venticinque anni dopo la presa del potere da parte di Mao, la Cina era esangue:

«Si avrà un'idea di ciò che poteva essere la qualità della vita nella Cina di allora se si sa che tra il 1965 e il 1975 gli investimenti nei lavori pubblici e nelle attrezzature collettive (inclusi i trasporti, le fognature, l'acqua, l'elettricità, ecc...) rappresentavano meno del 4% di quelli di cui beneficiava l'industria degli armamenti. Quanto alla salute e all'educazione, gli investimenti erano inferiori della metà, già ridotti, di quelli che erano stati concessi all'inizio del regno di Mao. Nelle campagne, la maggior parte delle persone viveva sempre ai limiti della carestia» 35.

Mao lo sapeva; nel settembre del 1975, egli dichiarò a Le Duan (1907-1986), il capo del Partito Comunista vietnamita recatosi in visita in Cina: «In questo momento, la nazione più povera al mondo non siete voi; siamo noi» 36. Allo stesso momento, egli criticava Deng Xiaoping (1904-1997) di voler elevare il livello di vita. L'opposizione alla sua politica cominciò a manifestarsi apertamente, ma malato, Mao non aveva più la forza di imporre un nuovo terrore. Nel settembre del 1976, Mao Tse-tung spirò. «Un solo ed unico pensiero lo abitava: sé stesso e il suo potere» 37.


Le Duan 

Deng Xiaoping



Sopra: il quotidiano di Eugenio Scalfari, del 10 settembre 1976, piange la

morte del «grande» Mao, uno dei più grandi assassini della Storia.



Sopra: i «patrioti» cinesi sfilano «volontariamente» davanti alla salma del grande dittatore.



Nota: Purtroppo questo libro non dice una sola parola sulla feroce persecuzione anticristiana messa in atto da Mao.




Note


1 Traduzione dall'originale francese Mao Tse Tung un suppôt de Satan, a cura di Paolo Baroni. Articolo estratto dalla rivista Action Familiale et Scolaire (nº 190, aprile 2007, pagg. 67-81).

2 Cfr. J. Halliday-J. Chang, Mao: the Unknow Story, Jonathan Cape, 2006, pag. 679.

3 Ibid., 4ª di copertina.

4 Ibid., pag. 14.

5 Ibid., pag. 188.

6 Ibid.

7 Ibid., pag. 309.

8 Ibid., pagg. 246-247.

9 Ibid., pag. 297.

10 Ibid., pag. 301.

11 Ibid., pag. 305.

12 Ibid.

13 Ibid., pag. 306.

14 Ibid., pag. 307.

15 Ibid., pag. 308.

16 Ibid., pag. 309.

17 Ibid., pag. 324.

18 Più che accecamento si dovrebbe parlare di appoggio degli americani, che, come avevano fatto con i sovietici durante la Seconda Guerra Mondiale, aiutarono i comunisti di Mao in vista dell'instaurazione di un Nuovo Ordine Mondiale (N.d.T.).

19 Ibid., pag. 429.

20 Ibid.

21 Ibid.

22 Ibid., pag. 431.

23 Ibid., pag. 467.

24 Ibid., pag. 468.

25 Ibid., pag. 471.

26 Ibid., pag. 477.

27 Ibid., pag. 524.

28 Ibid., pag. 527.

29 Ibid., pag. 500.

30 Ibid., pag. 501.

31 Ibid., pag. 528.

32 Ibid., pag. 529.

33 Ibid., pag. 565.

34 Ibid., pag. 590.

35 Ibid., pag. 667.

36 Ibid., pag. 668.

37 Ibid., pag. 678.


Whuan 666: “Covid et impera”. Ovvero, il fallimento dell’Ecumenismo. Fedeli della Chiesa Anglicana americana e della Chiesa Ortodossa Russa uniti contro la parte di Chiesa Cattolica progressista e globalista?




Non è tempo di ecumenismo. Questo è quanto sembra apparire analizzando le vicenda attuali con lo spirito critico e ben distaccato. Putin e Trump si sono ritrovati uniti nella fede, ma entrambi folgorati sulla via di Damasco. Trump, grazie all’influenza carismatica del suo vice presidente Mike Pence, espressione del mondo Evangelico Pentecostale, sta incarnando il volto dell’antica Chiesa anglicana trasfigurato dalla luce dello Spirito Santo, mentre Putin incarna l’espressione devozionale totale e piena, verso il Patriarcato della Chiesa Ortodossa di Mosca. Assistiamo al paradosso di uno scontro spirituale biblico tra la martoriata Siria, terra di trasfigurazione per Paolo di Tarso che è rappresentata nell’odierna trasfigurazione in Putin e Trump, contro il martoriato Iraq che è la continuazione conflittuale e spirituale della sventurata Babilonia moderna, rappresentata dall’élite del Deep State globalista, satanico e corrotto conosciuto anche come Cabala.


Con la tecnica della Teo Intelligence ci spingeremo ad analizzare il contesto attuale alla luce delle cause e non degli effetti, immaginando come causa la battaglia dell’Armagedon che si sta combattendo nei mondi spirituali tra il bene e il male: tra Angeli e Demoni. Quello che stiamo assistendo in terra non è altro che l’effetto di tale battaglia, con gli esoteristi luciferini che stanno scimmiottando quanto profetato nelle sacre scritture. E’ la potente e antichissima Mafia Kazariana tramandata da secoli tra le élite che muove le fila del Deep State. E’ così potente che se cercate su internet e in Wikipedia, non troverete alcuna citazione. A capo vi è il “Pindaro” così viene chiamato il loro leader indiscusso. Attualmente è proprio quello che in questo contesto storico ha incarnato l’essenza dell’Anticristo, il nemico della Chiesa cattolica tradizionale, quella, per intenderci: Una Santa Cattolica e Apostolica Romana. Da non confondersi con la Chiesa del sogno post conciliare di un gruppo di élite che ha mirato all’ecumenismo globalista, ecologista, panteista e sincretico, di cui notiamo recentemente il decadimento, la corruzione e lo sfaldamento morale e spirituale.

In questi tempi di realizzazione del progetto del Nuovo Ordine Mondiale esoterico dell’Anticristo, vi è la conferma tramite l’attuale coronavirus che è stato fatto nascere come arma letale, una furbata da colpo finale, costruendogli intorno la “casa laboratorio” per poi modellare il virale e microscopico esserino vivente, ben modificato geneticamente, facendolo casualmente disperdere nell’aria, nell’intento di infettare il mondo succube e profano per poi, magari, “bontà loro” o meglio “malvagità loro”, sottoporgli la soluzione del microchip sottocutaneo al quale, in questi giorni, tanto sta bramando il filantropo Bill Gates, folgorato sulla via di “infernet” e del 5G, dotato di una subdola frequenza ad onda millimetrica, utile a farlo funzionare e monitorare a scapito della salute umana, animale e vegetale, stando ai pochi e seri studi effettuati a sfavore del 5G.
Non è un caso e, solo gli stolti o chi è in mala fede potranno negarlo, che il laboratorio per lo studio sui virus, sui farmaci e sulle piccole molecole di Whuan, il Wuxi AppTec, sia stato fatto sorgere in via Gaoxin East Like al n° 666.

 

Bill Gates e la virale voglia di filantropia interessata

Tra gli addetti al contrasto degli esoteristi e satanisti, vi è il detto che: <La loro rovina saranno i simboli e i segni>. Difatti sono ossessionati dal coprirsi di simboli e segni, perché credono fermamente in un loro potere magico e protettivo. Poveri illusi. A questo punto la domanda da porsi sorge spontanea. Ma la battaglia in atto è una corsa tra le parti per far apparire e ufficializzare l’Anticristo, oppure no? La risposta, si può trovare nei seguenti due scenari: 1)Siamo alla fine dei tempi biblicamente descritti? 2)Non siamo alla fine dei tempi biblicamente descritti, ma in una artificiosa e pilotata fine dei tempi biblicamente descritti?

Ebbene è inutile ricercare nelle due domande la risposta perché entrambe, seppur con modalità diverse, paradossalmente, portano allo stesso scenario finale: il potente e corrotto Deep State mira e ha mirato a far scatenare la lotta tra il bene e il male descritta nell’Apocalisse, nella ricerca spasmodica di un conflitto tra Iran, Siria e Iraq contro Israele, per l’adempimento della battaglia finale dell’Armageddon che suggella, biblicamente, il tempo per l’apparizione dell’Anticristo. Una convinzione che viene da una distorta lettura delle sacre scritture non capendo che <Per ogni cosa c’è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo…> Qoelet: Ecclesiaste 3,1-11

E’ un progetto ormai abortito che è partito da lontano e Fatima, con i suoi 100 anni, insegna. Dopo che il presidente George Bush ebbe lanciato la “guerra senza fine” in Afghanistan (2001) e in Iraq (2003), in seno a frange intellettuali della politica di Washington – leggiamo su voltairenet – nacque una forte contestazione delle motivazioni che avevano giustificato l’invasione dell’Iraq e scatenato il disordine che vi regnava. Nonostante tutto, la guerra non finì né in Afghanistan né in Iraq, ma si dovette attendere cinque anni prima che il presidente, premio Nobel per la pace, BaraK Ussein Soetero Obama, aprisse nuovi teatri bellici: Libia (2011), Siria (2012) e Yemen (2015). Ma si sa che il diavolo sa fare le pentole e non i coperchi. Difatti a metterci il coperchio su tutto intervenne il Regno Unito che nel 2010-2011 lanciò la “Primavera araba”, nel tentativo di mettere al potere i Fratelli Mussulmani. Nel 2013 il Pentagono fu costretto ad adattare la “guerra senza fine” alla “realtà sul campo”. La prima riguardava la divisione della Libia, la seconda la creazione di un “Kurdistan” esclusivamente sul territorio di Siria e Iraq, risparmiando la metà orientale della Turchia e l’Iran. In essa si annunciavano anche la creazione di un “Sunnistan” a cavallo di Siria e Iraq, la divisione in cinque parti dell’Arabia Saudita, nonché dello Yemen in due.

Micro tecnologie militari

Nel 2014 la Russia intervenne in Siria, dove lo Stato non era crollato, e l’aiutò a resistere. Sicché, dapprima i britannici – che avevano tentato di cambiarne il regime con la “Primavera araba” (2011-inizio 2012) – poi gli Stati Uniti – che non cercavano di rovesciarne il regime, bensì di distruggerne lo Stato (da metà 2012 al 2016). Poi avvenne l’imponderabile elezione di Trump e pian piano con i suoi slogan elettorali messi in atto, America First e mai più l’America guardiano del mondo, ha iniziato a togliere parte delle sanzioni, programmando un ritiro dagli scenari di guerra aprendo nel contempo, relazioni di amicizia con i suoi ex nemici, Cina, Russia, Corea del Nord, Afghanistan, Siria, Iraq, Libia, ecc., un tempo dichiarati avversari dai suoi predecessori. Trump nel suo programma elettorale ha anche dichiarato guerra alla pedofilia, al traffico di droga e di esseri umani capeggiate e dirette da quel Deep State corrotto e satanico che dalle guerre trae profitti, come quelle in Afghanistan, nel Kosovo, in Asia centrale, nel vicino Oriente e nel Caucaso, dove è stato accertato dalle Intelligence che il terrore serve anche a proteggere le grandi rotte dei narcotrafficanti destabilizzando le loro zone di passaggio.

L’Italia, se avesse politici con P maiuscola, non mediocri ma all’altezza della situazione, in questo favorevole contesto storico, dovrebbero togliere immediatamente le sanzioni alla Russia, sviluppando l’interscambio. L’Italia, dovrebbe aderire alla richiesta – presentata all’Onu da Cina, Russia, Iran, Siria, Venezuela, Nicaragua, Cuba e Nord Corea – che le Nazioni Unite premano su Washington perché abolisca e faccia abolire alle altre Nazioni, tutte le rimanenti sanzioni, particolarmente dannose nel momento in cui i paesi che le subiscono sono colpiti dal Coronavirus. Queste e altre misure darebbero ossigeno soprattutto alle piccole e medie imprese soffocate dalla forzata chiusura, rendendo disponibili fondi da stanziare per l’emergenza a favore soprattutto degli strati più disagiati, senza per questo indebitarsi. Il maggiore rischio è quello di uscire dalla crisi con al collo il nodo scorsoio di un debito estero che potrebbe ridurre l’Italia alle condizioni della Grecia.

Numerosi governi di Paesi industrializzati hanno deciso di rispondere all’epidemia di COVID-19 mettendo in isolamento la popolazione. Questa strategia non si fonda sulla medicina, che mai ha confinato le persone sane facendo prevalere la logica amministrativa dei DPCM, avendo collettivamente accettato di batterci per gli ospedali, rimanendo comodamente rinchiusi in casa al riparo dalla malattia.


Una parte del mondo che gravita nei segni e simboli della sfera del Deep State

Ma ritorniamo all’Alleanza Trump-Putin. A questi due si è aggregato di recente il Presidente della Cina, Xi Jinping, non perché folgorato sulla via di Damasco, bensì costretto dalla necessità di ritrovarsi in unità contro i nemici comuni: la mafia della Cabala Kazariana, cioè, quel Deep State corrotto e satanico che ha invasato e cooptato anche molti livelli apicali in Cina. In sostanza, Xi Jinping, all’inizio del 2019, colpito da una sorta di rivolta degli schiavi, ha comunicato alla Cabala che a partire dal 2020, per il commercio e gli interscambi con le loro Corporation, non avrebbe più accettato i loro certificati di debito basati sul Fiat, cioè la moneta a corso legale basata sulla fiducia e sull’aleatorio rating degli Stati. Per cui, in tempi di crisi perdurante, forte della sua posizione sui mercati globali, la Cina ha richiesto che da allora in poi il pagamento dovrà e deve essere fatto su monete con garanzie di base in oro o altre cose tangibili e reali. In linea con Xi Jinping, è la politica di Trump che sta portando l’economia americana dalla moneta Fiat alla moneta a base aurea. Difatti, a febbraio 2020 Trump con un decreto presidenziale, ha sottoposto la Federal Reserve sotto il suo controllo nel dipartimento del Tesoro.

Ritornando alla Bibbia succitata in Qoelòet: Ecclesiate 3,1-11, la Cabala, anticipando questo evento, ha cercato di piegare e sottomettere i cinesi con il fallito attacco con armi biologiche del Covid 19 modificato con una operazione nano-tecno-biologica, altresì, potenziato da un attacco elettromagnetico con onde micro millimetriche usate attraverso la tecnologia 5G collegata ai satelliti di controllo già in orbita. Secondo un rapporto della CIA, questo attacco sembra abbia causato molte vittime a Wuhan, città sperimentale per il 5G con migliaia di antenne sparse nella metropoli popolata da 11 milioni di abitanti.

Xi Jinping, ha compreso prima di tutti i leader occidentali, che negli USA di Trump, è in atto il ripristino della Prima Repubblica Federale a discapito della seconda Repubblica Federale esoterica e deviata, costituita segretamente ed illegalmente dal Deep State. Ecco perché il presidente degli Stati Uniti Donald Trump da circa due mesi, non utilizza più il sigillo presidenziale, facilmente ravvisabile nel podio delle quotidiane conferenze stampa.





Tecnologia 5G e influenza nel mondo del Coronavirus

Fonti del Pentagono affermano che, a fronte del Covid 19 e dello Stato di Emergenza Nazionale già dichiarato, stante la crisi perdurante, è in previsione l’istituzione della “Legge Marziale” poiché tutti e 50 gli stati sono soggetti a dichiarazioni di calamità. Ecco perché, il 20 marzo 2020 con un Ordine Esecutivo di Trump, oltre alle Forze Speciali dei Navy Seals, sono già state mobilitate un milione di truppe di riserva, e il Deep State si agita e trema temendo gli arresti su vasta scala, coordinati dai militari dell’NSA.

Alla legge marziale, utile strumento per combattere il Deep State mafioso, corrotto, pedo-satanista, sta facendo seguito una guerra tra giganti, ma che finirà entro l’anno 2020 con la vittoria dell’Alleanza USA, Cina, Russia, i quali hanno già preso atto dei Tribunali Militari americani che hanno istruito e in gran parte già sentenziato contro i criminali, e si stanno eseguendo arresti e carcerazioni, con accuse che vanno dalla cospirazione contro la sicurezza nazionale degli stati, alla pedofilia e rituali sacrificali satanici che i componenti del Deep State, allegramente ed impunemente hanno commesso e che ritenevano di poter commettere. Dopo l’ordine esecutivo firmato da Trump il 20 dicembre 2017 che blocca le “Proprietà e i conti in banca delle persone coinvolte nei traffici umani con gravi violazioni dei diritti umani e corruzione”, sono migliaia i bambini e le ragazze rapite e sequestrate che in questo periodo le Forze Speciali Usa e di altri paesi alleati, stanno liberando in operazioni di contrasto al narcotraffico e alla tratta di esseri umani, di cui a breve si dovrebbero avere notizie ufficiali, aldilà di quello che le autorità hanno voluto far trapelare.

Alla fine di questa estenuante battaglia finale, si spera sopraggiunga una proclamazione tipo l’antichissimo Codice di Hammurabi che nel suo epilogo, saggiamente proclamò <il potente non può opprimere il debole, la giustizia deve proteggere la vedova e l’orfano (…) per rendere giustizia agli oppressi>. Una sorta di codice “Nesara- National Economic Security And Reformation Act”, teoricamente elaborato agli inizi degli anni ’90 e che non sarebbe male mettere in pratica, dopo lo scontro finale in atto.

Antonio Leonardo Montuoro. Analista di Teo Intelligence

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Con la Teo Intelligence contro la Cabala del Deep State. Nelle sacre scritture, l’escatologia dei nostri tempi



A questo interessante articolo va fatta una precisazione importante. E' vero che nel Libro dei Numeri Mosè inviò alcuni israeliti in avanscoperta, ma il fatto che essi riferirono dei giganti non è stata affatto una loro fantasia. Il Signore mandò diversi cataclismi oltre il Diluvio per annichilire i malvagi giganti, e molti morirono, ma all'epoca di Mosè qualcuno era sopravvissuto, soprattutto nella terra di Canaan (Cinzia Palmacci autrice del libro "Il Segreto della Genesi. La stirpe messianica e la stirpe del serpente" che trovi qui: http://www.lulu.com/shop/cinzia-palmacci/il-segreto-della-genesi-la-stirpe-messianica-e-la-stirpe-del-serpente-dagli-angeli-caduti-ai-signori-del-nuovo-ordine-mondiale/ebook/product-24393709.html). 


La Teo Intelligence è materia di analisi specialistica per una ristretta cerchia di addetti che, scrutando nella “Intelligence della Fede”, scompongono un ampio problema escatologico, in un numero di problemi di dimensioni e portata più contenuti, con un attento esame di elementi di informazione interconnessi, delineando i rapporti correnti tra i singoli eventi. Una “Entità” materiale e spirituale che analizza gli eventi con il distacco dello spirito laico, ma con l’onnipresenza escatologica della fede. La Teo Intelligence è entrata per la prima volta come materia di studio universitario nell’anno accademico 2015/2016, tramite la tesi “Teo Intelligence Analysis nell’era della Cyber Teologia”,[1] discussa al Master di II livello in Intelligence, diretto dal prof. Mario Caligiuri, presso l’Università della Calabria, conferendo il massimo dei voti e la pubblicazione della tesi.


Lo studio della Teo Intelligence si basa sull’assunto cristiano e più in generale monoteista, che vi sarà un periodo definito biblicamente “Fine dei Tempi” dove, nei testi sacri, si preannuncia una informazione di primaria importanza investigativa, relativa ad un alto rischio collettivo che, se attuato, metterebbe a repentaglio l’intera sicurezza nazionale e internazionale. Durante il periodo della “Fine dei Tempi” è annunciato uno specifico genocidio e sterminio di vaste aree di popolazioni, con particolare recrudescenza verso il popolo cristiano, con riflessi su scenari apocalittici che vanno a incidere sulle strutture strategiche di interesse nazionale riguardanti la sicurezza civile, militare, economica e sociale. La Teo Intelligence, alla luce dei recenti fenomeni terroristici, è una materia di interesse e studio nelle Università, in sinergia con le Agenzie di Intelligence, in un confronto multiculturale per una risposta più completa alle sfide globali. Si avverte la necessità di una alleanza forte tra apparati di sicurezza e i centri di studio strategici delle Università, luoghi deputati a tracciare le direttrici di una nuova intelligence, scevra dagli schemi mentali consolidati che ne condizionano l’analisi, per divenire più libera, con una più fine e raffinata capacità investigativa, in una sintesi di analisi capace di discernere l’imponente mole di informazioni che, poi, inesorabilmente, deviano e condizionano la mente del decisore politico.


Prevenire per provvedere alla sicurezza con la Teo Intelligence, rappresenta un’arma nuova e indispensabile in una ottica utile ad affrontare la sfida del XXI secolo che si orienta su una più sottile e raffinata conoscenza e capacità di sintesi previsionale degli eventi, studiando le pulsioni dell’uomo nella sua interezza ed unicità tra corpo, anima e spirito. Lo studio di alcuni passi biblici fa comprendere come l’Intelligence, nel passato, veniva usata istintivamente ed intuitivamente. La vita di Noè è un classico esempio di uomo avvezzo alla Teo Intelligence. Noè era giusto e integro. Il Dio creatore vide che la malvagità del popolo era grande sulla terra. Per fede, Noè, avvertito divinamente di cose che ancora non si vedevano, costruì, con pio timore, un’arca a salvezza della sua famiglia e, per questo suo credo, divenne simbolo della nuova generazione del mondo, i Noachiti, erede della giustizia divina, secondo la fede.

Gli esploratori riferiscono a Giosuè. Mosaico, S. Maria Maggiore. Roma

I primi esempi di tecniche di esplorazione e indagine sull’analisi di intelligence, li troviamo descritti proprio nella Bibbia dove si parla della prima Marachella combinata ad arte dagli esploratori-spia che, in ebraico, si dice Meraghèl. Nel Libro dei Numeri, si racconta che <Mosè ubbidì all’ordine del Signore e dal deserto di Paràn, inviò come spie uomini scelti fra i capi degli Israeliti…> mandando dodici esploratori, uno per ogni stirpe di Israele, a perlustrare la terra di Canaan e a riferire. Al rientro gli stessi sconsigliarono di andarci, rendendo pubblico il risultato della loro indagine, pertanto, classificandosi come esploratori e non come spie. Ma la cosa che più sorprende è il fatto che gli esploratori raccontarono una versione non vera, frutto della loro immaginazione, veri manipolatori dell’informazione, seminando il panico tra gli accampamenti. Dissero che la terra era abitata da giganti altissimi e loro, al confronto, erano cavallette. Pur non avendo di certo incontrato e né parlato con i giganti, fornirono una rappresentazione falsata. Potremmo di certo, classificarli tra gli informatori inaffidabili.


Giosuè, sempre nel capitolo 2° del Libro dei Numeri, manderà delle vere spie dentro Gerico per scoprire i punti deboli della città da conquistare e, questa, può essere classificata come la prima operazione militare svolta nell’area e nel tempo della Terra promessa. Ma sulla scena biblica resta soprattutto Giobbe, icona dell’uomo giusto che cerca verità in ogni tempo. Grida a Dio chiamandolo suo Custode. Anche nei Vangeli ci sono segreti da trovare e un kerigma da narrare. Giuda l’Iscariota è stato uno ‘spione’, o forse uno zelota che pensava al Messia come liberatore politico. Giuda è un traditore caduto al soldo del controspionaggio dei Romani. Infatti, passa dall’altra parte consegnando il suo capo. Sotto l’occupazione militare romana ogni raggruppamento religioso ebraico era sospettato di tramare contro l’autorità: molte rivolte avvenivano e molte spie aiutavano i Romani nell’opera di repressione. Giuda è una spia e al processo che si svolgerà subito dopo, non occorrerà la sua testimonianza.[2]


Nel medioevo, i Cavalieri Templari, sono un altro esempio di eccellenza nelle tecniche della Teo Intelligence, veri precursori. Loro, manipolavano abilmente la condizione di dissonanza cognitiva, scindendo volontariamente la duplice natura di “monaci e guerrieri”. In caso di cattura si “sdoppiavano” facendo prevalere lo status interiore di guerrieri e, per non dissacrare la loro fede, si allenavano a fortificare il corpo e lo spirito, anche fingendo di convertirsi. Nel cristiano, teologicamente, conta l’intenzione e non il gesto e, il Templare, durante la prova della tortura, non era contro Cristo nel mentre bestemmiava o sputava sulla Croce davanti ai suoi torturatori islamici, con capacità di resistere alla tortura psicologica e fisica da parte dei temibili e spietati nemici per aver salva la vita, il bene prezioso più caro al cristiano. Così facendo superava la prova ai loro occhi ottenendo clemenza, primo passo per poi puntare alla conquista della loro fiducia, condizione strategica da sfruttare per una azione di controspionaggio, quale agente ormai infiltrato nel campo nemico, a favore della causa templare.

Ritornando ai tempi nostri la Teo Intelligence con la cyber teologia entra nel cuore dell’analisi di un imminente prossimo futuro, la cui agenda è legata allo sviluppo della <Intelligenza artificiale con l’intento di controllare un ordine mondiale nuovo, tecnologico e robotizzato, dove l’intelligenza artificiale alla velocità mille miliardi di bit al secondo mirerà a superare l’intelligenza umana che viaggia a soli 10 bit al secondo mentre si digita la tastiera di uno smartphone>, come ben descritto da Mario Caligiuri in un articolo apparso sulla rivista “Gnosis”, nel quale, fa ancora notare che <la nostra macchina biologica, fondata sulle reti neurali con il loro sistema connesso di 100 miliardi di neuroni e miliardi di sinapsi, è semplicemente non riproducibile>.[3] Il concetto di rete neurale è, in pratica, un complesso software di un modello matematico per simulare le reti neuronali biologiche del cervello umano in cui, ogni neurone è collegato con una decina di migliaia di altri neuroni tramite delle sinapsi che consentono la gestione del movimento corporale e del ragionamento.



I Big Data e l’Intelligenza Artificiale, già in mano alle multinazionali e ai vari potentati economici, renderanno ancora più oscura la rete del “Dark Web” e del “Deep Web”, inaccessibile alla moltitudine dei navigatori di Internet. A questi l’accesso è, invece, facilitato alla sola parte del web di superficie, contenente e-commerce, social, blogs, website e youtube. Proprio per la vastità delle attività operative, indistinguibili nello scenario geo-economico, sempre meno controllate per la lentezza dei decisori pubblici nell’affrontare l’argomento, attualmente, prevalgono le forze del mercato privato rispetto alle scarse forze pubbliche.


Una mole di dati, spesso preparata con la tecnica euristica del neuromarketing con l’effetto Priming[4] che è un effetto psicologico per cui l’esposizione a uno stimolo influenza la risposta a stimoli successivi, un sistema mnemonico involontario che incide sulla frequenza dello stimolo, sostenuta ad arte con Fake news, che spiazzano gli analisti perché la menzogna diventa spesso indistinguibile dalla verità. Lo sforzo non è più quello di cercare la notizia, come faceva un tempo l’Agente di Intelligence, ma di depurare l’enorme mole di informazioni quotidiana, in cerca delle poche e vere notizie che, da un corretto e allenato discernimento, diventino la vera fonte di informazione e di analisi. L’Intelligenza Artificiale è in mano a un migliaio di esperti che sono la nuova elitè di tecnici programmatori e di esperti di big data. Questi decidono in maniera oligarchica sul resto dell’umanità.


La vera sfida dell’Analista di Teo Intelligence è influenzare chi è influente al fine di evangelizzarli per far comprendere loro la vastità dello scibile umano, tra cielo e terra, e non solo tra economia e logica del profitto selettivo imperniato su un nuovo umanesimo che pone l’uomo al centro del mondo, anzichè ripercorrere la visione secolare di un uomo ad immagine e somiglianza di Dio. La soluzione è la “Teo Intelligence democratica e partecipativa” senza delegare il tutto ai laici teorici della Intelligenza artificiale i quali, mirano a formulare le linee guida senza dire quali sono e quali saranno i criteri adottati per i codici e gli algoritmi scelti. E’ solo con la compartecipazione popolare che si potrà garantire la trasparenza etica e sociale sull’uso degli algoritmi che regolano le scelte della nostra vita, decidendo democraticamente se sono validi e percorribili oppure scegliere di non fidarsi. Insomma una Intelligenza Artificiale aperta all’Agente critico, provocatore e stimolatore, che sia una fonte democratica e che offra più soluzioni in base al credo e alla propria storia culturale e alle tradizioni di ogni singolo popolo. Il rischio è l’uniformarsi escludendo i più deboli tramite un algoritmo che semplicemente li ignora e li emargina sempre più per costruire una nuova umanità di “felici” uniformati.



Un tempo era centrale la figura dell’Agente provocatore che si inseriva nelle manifestazioni, riunioni, incontri politici, sindacali e culturali aveva lo scopo di mestare nel torbido per “saggiare” l’attitudine del cittadino a delinquere, usando una posizione borderline di istigazione per prevenire e verificare il contrasto all’illecito, spesso confliggendo con la legge sotto il profilo sostanziale, rituale e generale. Nell’era del cyberspazio, l’azione dell’agente provocatore o agente infiltrato, si gioca anche tra i social e, con il termine di “troll”, si indica un soggetto che interagisce con gli altri tramite messaggi provocatori, irritanti, fuori tema o semplicemente senza senso e/o del tutto errati, con il solo obiettivo di disturbare o di stimolare la comunicazione e fomentare gli animi inserendosi “trolleggiando”, nelle discussioni provocatoriamente o stimolandone il dibattito e il confronto.


Vi sono alcuni individui che trollano per fatto caratteriale; spesso sono tipi umorali e con atteggiamenti ipercritici verso gli interlocutori, vere vittime da manipolare da parte degli agenti provocatori, favoriti dalla copertura istituzionale rispetto al malcapitato internauta, dando corda alla sua emotività alfine di strumentalizzarlo a propri fini. Il cross posting, ovvero messaggiare in più sezioni diverse, è un altro sistema per infastidire più gruppi contemporaneamente. La figura del troll spesso coincide con quella del fake, ovvero colui che si finge qualcun altro. Il troll usa tecniche caratteriali che spaziano dall’eccentrico al martire, dal logorroico al rancoroso, dal tipo che si piange addosso fino al cospirazionismo da proiettare colpevolmente al prossimo.


In questo contesto del troll si inserisce anche la guerra in atto contro la pedofilia dilagante sul web e nel dark web. In particolare si stanno scoprendo reti di pedo-satanisti che hanno scambiato immagini e filmati di minori, in un commercio mondiale che include la tratta di bambini nel giro losco della pedofilia, della vendita di organi e dei riti satanici. In queste inchieste figurano anche religiosi appartenenti a varie chiese cristiane e non, di cui il Papa ne porta simbolicamente la sofferenza e le ferite chiedendo la misericordia per chi ha sbagliato. Con la Teo Intelligence, si è potuto decodificare un linguaggio occulto, spesso legato a frasi e simbologie riconducibili a immagini religiose utilizzate per copertura o sviamento, altresì ad immagini laiche sempre riconducibili ad un linguaggio criptico per il traffico illecito. In tal senso l’inchiesta denominata “PizzaGate” negli USA, è risultata emblematica sia per l’altissimo livello delle personalità politiche coinvolte, come figura centrale Hillary Clinton che, per la vastità delle alte personalità dello scibile umano coinvolte, in maggioranza appartenenti alla classe della élite mondiale riconducibili al Deep State deviato e satanico.


Trump, fatto di grande rilevanza storica, il 21.12.2017, ha firmato un Ordine Esecutivo che <blocca le proprietà delle persone coinvolte in gravi violazioni dei diritti umani e corruzione>. Un provvedimento che non sta facendo dormire sonni tranquilli a quelli del Depp State corrotto e pedo-satanista. Donald Trump è sostenuto da una ampia platea internazionale di un popolo risvegliatosi al mondo civile, identificato in una organizzazione sostenuta anche da militari patrioti, denominata QAnon nell’intento di realizzare un progetto mondiale di forte moralizzazione che mira al ripristino di uno stato di legalità e di civiltà etica e spirituale.


In questo mondo deviato, vi sono centrali ben organizzate, sparse nel mondo, sotto la guida di agenzie investigative private e di parti deviate di intelligence istituzionali, che operano per manipolare l’opinione pubblica, al fine di influenzare una campagna elettorale o per demolire singole posizioni politiche, economiche e sociali, indirizzando le masse sapendo che, queste, non sono in grado di verificare la notizia se sia vera o falsa e, comunque, allorquando venga verificata, la notizia ha già pienamente compiuto l’effetto sperato.


Il caso più recente è il “presunto” Russiagate, ormai decodificato in una Fake a bandiera falsa che doveva servire come azione di disturbo nell’ultima campagna elettorale americana, per far credere che la Russia di Putin avesse sostenuto Donald Trump a sfavore di Hillary Clinton. Un finto scandalo ormai sgamato e con conseguenze giudiziarie pesanti nei confronti dei veri complottisti. Altri obiettivi sono riconducibili al sostegno a partiti populisti per favorire campagne elettorali a danno dei partiti tradizionali e, viceversa. Insomma una nuova e moderna “guerra fredda” in un gioco delle parti esercitato sul terreno minato dei social network, dove è vincente la sapiente tecnica del “porco spino”, animale che, per attaccare un simile o per accoppiarsi, usa molta molta attenzione per non farsi pungere.



Il risultato finale è che tra il troll e il fake vi è intesa, in un gioco tra le parti svolto sapientemente per ottenere un risultato che giovi anche a quella porzione di controparte atta a favorire caos nel campo nemico. Desta particolare preoccupazione alle Agenzie Intelligence anche l’uso di software maliziosi e malintenzionati, meglio conosciuti come Malware, nei quali, l’attivismo informatico di Russia, Cina, Iran e Corea del Nord da una parte e di Stati Uniti e Gran Bretagna dall’altra, rappresenta, attualmente, la maggiore minaccia cyber per la sicurezza interna dei sistemi informatici. Partita da giocarsi in un campo di battaglia geopolitico ed economico per puntare alla sottrazione del reciproco software di know-how pregiato oppure alla cancellazione di dati importanti o al blocco di infrastrutture critiche e all’interruzione di servizi essenziali in settori nevralgici, senza contare i pericoli posti da attori non statali dediti al cyber crime, all’hackerismo, alla propaganda e al terrorismo nelle loro declinazioni digitali.[5]


[1] Teo Intelligence Analysis nell’era della Cyber Teologia- Tesi Master II° livello Unical – A.A. 2015/2016 – Candidato, Antonio Leonardo Montuoro, relatore prof. Mario Caligiuri.




[3]Gnosis 1-2018.Caligiuri: Intelligenza artificiale e ordine mondiale.


[4] https://www.psicologia24.it/2018/01/7-principi-psicologia-applicati-marketing/


[5] https://formiche.net/2018/02/le-maggiori-cyber-minacce-del-2018-secondo-lintelligence-washington/


Tratto dal libro: La profezia del Santo Graal – Da una Indagine di Teo-Intelligence, di Antonio Leonardo Montuoro – Edizioni Mediterraneinews.it aggiornata www.laprofeziadelsantograal.it