mercoledì 7 ottobre 2020

BlackRock si schiera: la sostenibilità sia lo standard della finanza


Da chi è presieduta la Task force sulla divulgazione finanziaria legata al clima (Tcfd)? Dal miliardario Michael Bloomberg, JP MorganChase; BlackRock, uno dei maggiori gestori patrimoniali al mondo con quasi settemila miliardi di dollari; Barclays Bank; Hsbc, la banca Londra-Hong Kong multata ripetutamente per riciclaggio e altri fondi neri; Swiss Re, la seconda riassicurazione più grande al mondo; la banca cinese Icbc; Tata Steel, Dow Chemical, il gigante minerario Bhp Billington e David Blood di Al Gore' s Generation Investment Llc. Le volpi stanno scrivendo le regole per la nuova green economy.

Chi finanzia Greta Thunberg


Il nome per esteso della società è BlackRock Asset Management e, per chi non la conoscesse, si tratta di una società globale di gestione del risparmio. Così perlomeno la BlackRock si autodescrive sul proprio sito, in pagine nelle quali, naturalmente, si descrive in maniera autopromozionale. Parole chiave nel sito sono, com’è prevedibile, l’aiuto nella realizzazione degli obiettivi di ognuno e la possibilità di mettere in mano ad ognuno il proprio futuro benessere finanziario.

In realtà dietro il nome BlackRock si cela, ma neppure troppo, una gigantesca creatura della finanza. Si tratta infatti della maggiore società mondiale di investimento, con sede principale a Manhattan ma operativa in 30 Paesi. Com’è ovvio, a causa delle proprie dimensioni e della amplissima portata delle sue attività finanziarie, BlackRock esercita una gigantesca influenza nel settore. Importanti testate che si occupano di finanza hanno definito la società la più grande banca ombra del mondo, paragonandola al wi-fi, in quanto invisibile eppure presente.



L’importanza di BlackRock nel mondo della finanza

A partire dal 1988, quando Larry Fink e Robert Kapito, assieme ad altri professionisti della finanza, iniziarono a fornire servizi di gestione patrimoniale con ricorso al rischio, BlackRock (allora Blackstone Financial Management) moltiplica annualmente il proprio valore. Si calcola che nel 2018 la società abbia riportato utili per oltre 4 miliardi di dollari. BlackRock conta partecipazioni in migliaia di aziende in tutto il mondo. Il fondo è stato o è attualmente il principale azionista di brand quali JPMorgan Chase, Bank of America, Citibank, Apple, McDonald’s, Nestlé, Shell ed Exxon Mobil. E’ un azionista di peso di gruppi come Intesa Sanpaolo, Deutsche Bank, BNP e ING.

Solo negli ultimi due anni, a partire dal gennaio 2017, il valore azionario di BlackRock alla borsa di Wall Street è aumentato di circa il 40%. Il sistema di cartolarizzazione prestiti della Banca Centrale Europea è stato creato dagli esperti di BlackRock. La società è stata advisor della BCE nel 2016 per mettere a punto gli stress test di ben 39 banche europee. In Irlanda e Spagna il fondo ha giocato un ruolo di primo piano per assorbire la crisi sistemica che ha coinvolto i Paesi a seguito della crisi globale del 2009. Il sistema di analisi Aladdin, creato da BlackRock Solutions, è tra i più utilizzati dai grandi investitori. I tentacoli societari hanno da tempo svalicato i naturali confini del proprio portafoglio di attività.
La sostenibilità come standard

Una società come BlackRock, che come appena visto vanta quote in numerose multinazionali ben poco interessate al cambiamento climatico, quale posto può occupare all’interno de L’EcoPost? E’ notizia di questi giorni che Fink abbia messo la sostenibilità al centro della propria mission aziendale. Il CEO ha pubblicamente riconosciuto l’urgenza dei temi posti dal cambiamento climatico. A chiunque conosca l’operato recente di BlackRock questa affermazione appare in chiara discontinuità con il passato. All’inizio di gennaio BlackRock ha aderito alla campagna globale Climate Action 100 Plus. Pochi giorni dopo, Fink ha scritto una lettera aperta ai suoi clienti.

Il testo della missiva si può leggere integralmente sul sito di BlackRock, è però importante riproporre alcuni dei suoi passaggi essenziali.

Larry Fink, ceo di Blackrock.

Inversione di rotta

Ogni governo, ogni azienda e ogni azionista devono fronteggiare il cambiamento climatico. Non gira molto intorno al problema il CEO di BlackRock, nell’incipit della lettera. Dal momento che “in un futuro più vicino di quanto molti anticipano avrà luogo una significativa riallocazione del capitale”, occorre che la sostenibilità diventi il nuovo standard nel mondo degli investimenti. “Ci si rende sempre più conto di come rischio climatico significhi rischio d’investimento”. “Quale impatto avranno le politiche climatiche sui prezzi, sui costi e sulla domanda economica nel suo complesso?””I mercati dei capitali anticipano sempre il rischio futuro.” Le considerazioni di Fink sono lapidarie, ciniche come cinico è il suo ambito professionale, eppure innegabilmente veritiere.

Come ben sappiamo, comunque, tra il dire e il fare vi è di mezzo il mare, e anche questa volta potrebbe essere così. Alcune ONG, oltre ad un nutrito numeri di investitori di primo piano, non hanno infatti perso tempo a criticare BlackRock. Tali critiche si devono soprattutto al fatto che, nonostante i proclami, la società di Fink non stia votando sempre a favore delle risoluzioni domandanti maggiore trasparenza verso la sostenibilità, all’interno delle aziende dov’è presente.



L’esempio di BlackRock

Naturalmente non siamo ancora in grado di dire se Fink e la sua BlackRock siano in buona fede o meno, nella stesura di questa dichiarazione d’intenti. Indipendentemente da ciò, ad ogni modo, la lettera ora esaminata è importantissima per la nostra epoca. Larry Fink non è uno scienziato. Non è un filosofo. Non è tantomeno un ambientalista, figurarsi. E’ il timoniere di uno tra i più importanti soggetti della finanza mondiale. E’ il simbolo stesso della spaccatura sociale e ambientale che il capitalismo più cieco e sordo sta causando al nostro pianeta.

I decani dell’economia e della finanza, da sempre, sacrificano tutto in nome del profitto: giustizia sociale, equità, ecologia e preservazione della Terra; tutto questo è secondario per gente come Fink, per chi conta solo gli 0 che chiudono il capitale societario. Prerogativa della riflessione ambientale, da Ralph Waldo Emerson a Greta Thunberg, è che sostenibilità e capitalismo sono antitetici. La presa di posizione di BlackRock potrebbe, potenzialmente, ribaltare questo dogma. La mossa di Fink è una rivoluzione finanziaria in potenza, un monito che ci auguriamo tutti i suoi colleghi e competitor prendano in attento esame. Potrebbe porre le basi di una nuova finanza etica, verde, pulita ed attenta al grido lancinante che il Pianeta sta gridando. O potrebbe perdersi nel vento, senza attecchire in alcun consiglio d’amministrazione, in alcun palazzo vetrato e ultramoderno che costella i quartieri finanziari delle capitali mondiali del business.

Non sappiamo se la lettera di Larry Fink troverà seguito, non sappiamo neppure se la BlackRock intraprenderà davvero questa strada. Sappiamo però che c’è stata una presa di coscienza da parte di alcuni soggetti di quel mondo e questo rappresenta un buon punto di partenza, un nuovo inizio. Come ci ha insegnato Biancaneve, c’è sempre speranza nei nuovi inizi.

IL RITORNO DELLA MONARCHIA, UN ENIGMA SVELATO

RITORNO DELLA MONARCHIA IN ITALIA?...



Il mese di Settembre ci introduce nella stagiona “calda” dell'anno, quella che solitamente vede nascere problematiche socio politiche piuttosto rilevanti. Nel nostro caso bisognerà affrontare le conseguenze economiche della pandemia e l'eventuale seconda ondata. I rapporti internazionali fra le nazioni vanno inasprendosi ed è ormai otto gli occhi di tutti, anche se non di quelli dei mass media, la crisi nel Mediterraneo Orientale che in realtà interessa anche quello Centrale.

Nei prossimi giorni la Turchia potrebbe spingersi all'interno delle sei miglia nautiche della costa greca in quella che è una corsa continua alla provocazione e la Grecia potrebbe rispondere estendendo nell'Egeo la propia fascia alle dodici miglia. Se ciò dovesse avvenire saremmo veramente ad un passo dal conflitto.

Anche le navi russe sono presenti nell'area.

Erdogan e la Turchia sono avvisati. Le conseguenze del conflitto saranno esiziali. Sarebbe di fatto il primo atto di guerra di quella che può essere definita Terza Guerra Mondiale.

Ma non è di questo che voglio parlare oggi; smorziamo la tensione e gettiamo uno sguardo negli enigmi nostradamici che ci parlano del Grande Monarca.

Lo faccio con quartina 674 collocata nel Ramo III del 2000:



Dal Ramo III del 2000 “Crisi in Europa”

674
La dechassè au regne tournerà,
Ses ennemis trouves des coniures:
Plus que iamais son temps triompherà,
Trois & septante a mort trop asseures.

674
La scacciata al regno tornerà,
Trovati i suoi nemici dei congiurati:
Più che giammai il suo tempo trionferà,
Tre e settanta: in tanti a morte assicurati. 


Il mistero si colloca in ciò che è stato cacciato e che deve tornare a regnare. E la risposta viene data all'ultimo verso. Bisogna cercare nella terza quartina e nella settantesima della stessa Centuria, la sesta.


603
Fleuve qu'esprouve le nouveau nay Celtique,
Sera en grande de l'Empire discorde:
Le ieune prince par gent ecclesiastique,
Ostera le sceptre coronal de concorde.




603
Fiume che attesta il nuovo nato di gente Celtica,
Sarà in grande discordia dell'Impero:
Il giovin principe da gente ecclesiastica,
Rimuoverà il coronale scettro della concordia.


670
Au chef du monde le grand Chyren sera,
Plus oultre apres aymè, craint, redoubtè:
Son bruit & loz les cieulz surpassera,
Et du seul tiltre victeur fort contentè.

670
In cima al mondo il grande Chyren sarà,
Più oltre ancora amato, temuto, acclamato:
Suo potere e legge i cieli sorpasserà,
E del solo titolo di vittorioso s'accontenterà.



Come si può vedere entrambe le quartine, che sono cronologicamente collocate nel passato, identificano in questo contesto un personaggio destinato al governo universale, un principe atteso di origine Celtica il cui nome è Enrico (Chyren-Enrych).

Nella 603 ne vediamo l'emersione osteggiata dai contemporanei mentre nella 670 il trionfo. Ancora una volta le quartine si comportano come tessere di un puzzle poliedrico dove il significato del quadro cambia modificando le parti.

Tornando alla 674 vediamo dunque che abbiamo la risposta al mistero del primo verso: la scacciata che tornerà al regno è la Monarchia di Francia. Quando la Repubblica cadrà sotto il peso delle rivolte s'invochera nuovamente un monarca. Vorranno però un finto Re ed una finta Monarchia, come le attuali (probabilmente con un Orleans a capo) fino a quando non giungerà colui che è destinato a governare per volere divino.

Gli altri tre versi riassumono quanto detto fino adesso: l'emersione sarà osteggiata dai nemici, anche nella Chiesa, che tuttavia nulla potranno. Verrà il tempo del trionfo che per molti sarà invece un tempo di condanna.


“Allora Gesú Cristo con un atto della Sua misericordia grande per i giusti comanderà ai Suoi angeli che tutti i Suoi nemici siano messi a morte.
Improvvisamente i persecutori della Chiesa di Gesú Cristo e tutti gli uomini dediti al peccato moriranno e la terra diventerà come un deserto.” (La Salette)


Anche l'Italia in un mese di Maggio avrà il suo Re Cattolico alla fine della Guerra d'Italia e della tribolazione. Le Repubbliche come si vede ormai tutti i giorni sono esangui, senza più forza vitale: stanno esalando gli ultimi respiri in un clima di sempre più soffocante costrizione, fisica e mentale (quella spirituale proprio non esiste).

Pertanto è necessario che ogni azione intrapresa dal singolo sia fatta tenendo a mente il percorso che verrà seguito.


UNA LEGGE CHE NON DEVE ESSERE APPROVATA


GRANDI RIVOLTE DI PIAZZA....

Sono tempi difficili quelli che stiamo vivendo, pieni di difficoltà in ogni campo della vita. Nel mondo globalizzato tutti gli eventi in qualche modo sono fra loro connessi e non solo le grandi crisi geopolitiche, ma anche potremmo dire le singole crisi esistenziali.A volte sento di persone che entrano in situazioni psicologiche di difficoltà oppresse dall’apprendere dei molti mali che accadono nel mondo o di quelli che potrebbero accadere. Ma è inutile affliggersi dei mali lontani se non possiamo dominare quelli vicini e non solo in termini spaziali, ma anche e soprattutto temporali.
La globalizzazione è anche quella delle leggi dove ad un determinato segnale o comando i governanti all’unisono marciano uniti nell’approvare provvedimenti uguali o ispirati agli stessi principi.
Spesso sono leggi ideologiche anticristiane e come tali apportano sofferenze.

Al punto in cui siamo il principio evangelico di separazione fra Dio e Cesare non è più compreso. La separazione è intesa come ostilità e rifiuto.
Tutti quegli aspiranti governanti che vorrebbero opporsi allo stato delle cose dovrebbero maturare bene alcuni principi: primo, nessuna possibilità che il sistema ti permetta di cambiare lo status quo senza una dura ed accanita lotta dove in gioco viene messa la vita intera delle persone; secondo, nessuna novità politica può avere successo se non è fondata sulla roccia ovvero il voler piacere a Dio piuttosto che agli uomini.
L’apparente contro senso fra l’ottenere il successo portando avanti una politica fatta per non piacere al mondo è facilmente risolto nella supremazia di Dio sul mondo. Il Padre premia lo sforzo sincero e la lotta giusta decuplicando le forze AL TEMPO OPPORTUNO. Ma se nessuno comincia, quel tempo non verrà mai.
Se Cesare infatti governa su un ambito diverso rispetto a ciò che è dovuto a Dio come religione è pur vero che essendo Cesare un mero uomo deve tutto a Dio come tutti gli altri uomini e dunque il suo governo non può prescindere da Dio; non può governare come se Dio non esistesse. La gloria del mondo di un momento infatti, sempre comunque piena di insidie e problemi, non giustifica la perdita della Grazia.
Se vado in battaglia voglio essere sicuro di avere al mio fianco il migliore degli alleati e quale migliore alleato che Dio?
Questa alleanza fra Dio e Cesare sarà il segno distintivo del tempo di pace ormai prossimo ed è evidente che quei movimenti politici che vorranno far parte di questo tempo o quanto meno segnare il cammino del futuro dovranno ponderare bene le proprie scelte e darsi quel coraggio oggi mancante per anticiparlo.
Ci sono leggi che non devono essere approvate poiché contrarie al progetto di Dio per l’uomo e questo vale sia per lo Stato che per la Chiesa.
Se approvate invece attirano il castigo di Dio che lascia l’uomo in balia di se stesso.

A breve negli USA ci saranno le elezioni per eleggere il nuovo Presidente. Sono elezioni estremamente polarizzate dove ambo le parti minacciano di non riconoscere il risultato elettorale. In questo clima avvelenato si determineranno le scelte strategiche per il prossimo futuro. E’ estremamente probabile che il prossimo Presidente, che io ritengo essere ancora Trump, sarà uno dei protagonisti degli eventi decisivi che coinvolgeranno il pianeta intero.

Ora è accaduto un fatto che renderà lo scontro elettorale ancora più decisivo: uno dei giudici della Corte Suprema è morto. Era una femminista convinta, attivista pro gay e aborto.
Dall’America è partita la rivoluzione dei costumi e delle leggi in senso libertario radicale che hanno coinvolto tutto l’Occidente e tale movimento è cominciato con una famosa sentenza della Corte Suprema, Roe vs Wade, con la quale si è dato il via libera all’aborto. Di fatto tutto l’impianto abortista americano non si regge su leggi particolari del Presidente o del Parlamento, ma da questa sentenza.
La morte della giudice abortista, proprio prima delle elezioni, chiama a raccolta tutto il cosiddetto fronte pro-life americano. I repubblicani hanno ora in mano la chiave per ribaltare molte cose e sono chiamati a venire allo scoperto per vedere se alla parole seguiranno i fatti.
Tutti quei politici che infatti si riempiono la bocca di concetti pro-life ispirandosi a principi religiosi hanno ora la possibilità di dimostrare con i fatti ciò in cui credono.
Ed è per questo che dal fronte democratico e globalista si è subito alzata la cortina fumogena per confondere le idee e per attuare un’accanita battaglia per impedire al Presidente di nominare un nuovo giudice conservatore che porti l’equilibrio della Corte Suprema a 6 giudici contro 3 in favore delle istanze pro life.
In sostanza questo è il momento atteso da tanto tempo essendo i giudici nominati a vita: quello di ribaltare la cultura della morte in America e lanciare un segnale di battaglia in tutto il mondo e soprattutto contro il fronte globalista. Cosa sceglieranno di fare i repubblicani?

Lo vedremo.

Ma di certo non si può non notare come il 2021 stia chiamando a raccolta molti attori su tutti i fronti su temi assolutamente decisivi. Il Padre Eterno, diciamo così, ha atteso il momento propizio per richiamare a se la giudice americana e preparare lo showdown su un tema a Lui caro, quello della salvaguardia della vita innocente. Ora coloro che si dicono Cristiani avranno l’opportunità di dimostrarlo.

E poi dicono che Dio non induca in tentazione….

Ora il tema della legge controversa che non deve essere applicata poichè contraria a Dio e che chiama contro di se la “vendetta” del Signore è un tema che sorprendentemente ricorre anche in una quartina di Nostradamus del Ramo III del 2000 abilmente mascherato mediante citazioni di altri autori.

La quartina è la 307:


307
Les fugitifs, feu du ciel sus les picques,
Conflict prochain des corbeaux, s'esbatans
De terre on crie, ayde, secours celiques,
Quand pres des murs seront les combatans.

307
I fuggitivi, fuoco dal ciel sulle picche,
Prossimo conflitto di corvi, che si combattono
Da terra si grida, aiuto, soccorso dal cielo,
Quando presso le mura saranno i combattenti.


La quartina apparentemente sembra descrivere un assedio dove gli assediati invocano il soccorso celeste, il che è sicuramente vero. Ma bisogna capire bene di quale assedio e di che tipo di soccorso si parla.
La quartina va scissa in due parti:

“Fuoco dal ciel sulle picche” – fulmini sulle lance o sulle armi - “Prossimo conflitto di corvi che si combattono”

E

“I fuggitivi, quando presso le mura saranno i combattenti si grida aiuto e soccorso dal cielo”

La seconda parte è ovviamente aperta a più possibilità. A me ad esempio pare ravvisare, considerate anche altre quartine degli stessi Rami, che “i fuggitivi” siano i profughi e che i versi abbiano a che fare con una crisi che coinvolga anche, ma non solo, il tema dell’immigrazione clandestina.

La prima parte invece potrebbe significare che ci saranno combattimenti militari con bombardamenti e combattimenti aerei (il conflitto fra i corvi).

In realtà però come ho detto la prima parte richiama il Libro dei Prodigi dell’Ossequente, dunque si tratta di una citazione di un diverso autore. Cosa dice il testo?


“La città venne purificata dopo che era stato visto un gufo a Roma. Molti oggetti furono dispersi da nuvole e vento, molti altri colpiti dai fulmini. A Lanuvio nel tempio di Giunone Sospita, furono viste nella stanza della dea delle macchie di sangue. A Norcia un luogo sacro fu distrutto dal terremoto. I Lusitani che si erano ribellati furono sottomessi. Mentre Sesto Tizio tribuno della plebe proponeva una legge per la divisione dei campi al popolo, mentre i colleghi si opponevano tenacemente, due corvi che volavano in alto combatterono sopra l'assemblea a tal punto che si lacerarono con i becchi e gli artigli. Gli aruspici dissero che bisognava fare sacrifici ad Apollo e che non si dovesse più parlare della legge che veniva proposta. Un rumore, che dalla profondità della terra sembrò alzarsi in cielo, preannunciò carestia e fame. Il popolo portò a Cerere e Proserpina un'offerta, le matrone oggetti preziosi, le vergini doni. Ventisette vergini cantarono. Furono poste due statue di cipresso a Giunone Regina. In Lusitania i Romani combatterono favorevolmente.”


In neretto ho evidenziato le parti che richiamano la quartina e in rosso le parti che l’hanno direttamente ispirata. Vediamole insieme.

Gli oggetti colpiti dai fulmini richiamano il fuoco celeste sulle picche. Il fatto che Nostradamus specifichi che in questo caso si tratta di armi fa pensare ad un segno nefasto per la guerra. Il testo infatti parla delle guerre dei Romani contro i Lusitani.

I corvi che combattono fra loro sopra l’assemblea sono un segno nefasto per le leggi che lì si stanno discutendo. Tanto che la legge deve essere ritirata se non si vuole incorrere nella collera di Apollo. L’insieme dei segni ci suggerisce dunque una sventura prossima che ha a che fare sia con la guerra che con decisioni di governo.

Il rumore che dalla terra si alza in cielo ispira invece il terzo verso e contrariamente a quanto si poteva ipotizzare, è cioè un grido di aiuto da parte di assediati, ha il significato invece di preannunciare la carestia.
E’ un tema importante che abbiamo già visto quando abbiamo parlato della pandemia:

“La carestia sarà universale”

E’ la grande crisi economica per il blocco delle attività che segue l’emergenza sanitaria in atto e che annuncia gravi rivolte di piazza.

I combattenti alle mura e i fuggitivi sono gli elementi che invece possiamo ricollegare alle battaglie militari dei Romani contro i Lusitani.

Quindi, in un ordine non meglio specificato, possiamo vedere che Nostradamus ci parla nella quartina di eventi fra loro concomitanti o conseguenti: leggi che non devono essere approvate o se vogliamo battaglie legislative, crisi economica e conflitto con uomini in fuga (senza dimenticare l’accenno al terremoto).
Ora se ci guardiamo intorno possiamo ben vedere che questi elementi sono presenti sia per la crisi nel Mediterraneo Orientale che per quella delle elezioni americane. Da un lato infatti abbiamo il problema delle miglia nautiche e dei permessi di esplorazione, dei profughi e delle minacce di guerra mentre dall’altro abbiamo il tema della Corte Suprema, delle elezioni americane e dei conflitti sociali per le strade.
Ovviamente possono emergere aspetti di tipo diverso nel prossimo futuro ed è quindi bene tenere a mente questi elementi per verificare il passaggio dell’Onda temporale sulla quartina 307.

L’analisi mediante l’utilizzo delle fonti d’ispirazione del veggente provenzale ancora una volta ci ha dimostrato che il linguaggio di Nostradamus è a volte un linguaggio steganografico dove il significato apparente della quartina è un velo per nascondere il messaggio nascosto.

ENIGMI NOSTRADAMICI: STESSI VERSI PER LETTURE DIVERSE (Catene e concatenazioni)


Sorgerà l’Aquila attorno a molte bandiere
Tardi e tosto viene il soccorso tanto atteso.
Apparirà verso il Settentrione,
Il sangue Reale del Vaticano terrà,
Un capitolo non vorrà affatto che regni,


L'Aquila della quartina è il simbolo dell'America. Forse quanti pensano ad un intervento diretto di Trump in Europa e in Italia non hanno torto (Q Anon?)....

In articoli precedenti ho provato ad estrapolare versi fra gruppi di quartine contigue appartenenti alla stessa Centuria e ad unirli per vedere se era possibile ottenere un superiore livello di lettura.
I risultati ottenuti sono sembrati incoraggianti e così ho deciso di unire i vari paragrafi per vedere se era possibile ottenere un quadro complessivo più esaustivo.
Il risultato è il seguente:


Il buon vegliardo sepolto ben vivo nei pressi di un gran fiume,
Quando al regno giungerà lo sciancato;
Le città della contrada italica saranno in grande ambascia;
Una gran peste verrà, in gran numero saranno condannati a morire soffocati,
Vicini i soccorsi, ma ben lontani i rimedi.
E la fame che verrà sarà universale, tutti li divorerà,
Quando i monarchi saran fra loro in concilio:
Germani, Francesi e Spagnoli per il forte.
La gran peste, per gente straniera
Di lor gran città vicino l’acqua in forte travaglio,
non cesserà prima che morte sia vendicata.
La piaga antica farà peggio del nemico;
Il sangue del giusto a Londra farà difetto,
La gran dama anziana scenderà dall’alto luogo.
Da Corinto ad Efeso ai due mari si navigherà
E guerra si muove fra due desiderosi di lotta.
Un anno prima del conflitto Italico
Per mare e terra sarà fatto un gran tumulto
Quando un gran pontefice cambierà di sede.
Ecco colui che non ha avuto paura di morir di morte crudele
Quando sulla sponda del Tevere agitato sarà posto un serpente.
Quando Roma un nuovo Leopardo avrà,
Sorgerà l’Aquila attorno a molte bandiere
Tardi e tosto viene il soccorso tanto atteso.
Apparirà verso il Settentrione,
Il sangue Reale del Vaticano terrà,
Un capitolo non vorrà affatto che regni,
Il gran motore i secoli rinnova
Nel cielo visto fuoco di lunga cometa
Colpita dal cielo la terra tremante, e poi la pace.


Con i diversi colori ho evidenziato i vari temi che sembrano emergere dal brano:

- In azzurro le vicende che riguardano la Chiesa
- In verde quelle che riguardano la pandemia
- In rosso quelle che riguardano l’Inghilterra
- In ceruleo quelle che riguardano il conflitto con la Turchia
- In viola quelle che riguardano la Guerra d’Italia della Jahenny
- In arancione quelle che riguardano il Grande Monarca
- In blu il castigo del mondo


Il buon vegliardo è il papa emerito Benedetto XVI. E’ sepolto nei pressi del Tevere, in ritiro in Vaticano, “come prigioniero” (espressione usata da Pedro Regis nella famosa catechesi del Luglio 2017). Il papa sepolto vivo fa pensare anche al sogno del Cornacchiola, di un papa gettato in un pozzo, come nel caso del papa San Callisto I.
Al suo posto uno sciancato, ovvero papa Francesco che cammina con una leggera zoppia. Nell’articolo dedicato, esaminando la quartina, mettevo in evidenza come la zoppia non debba intendersi solo in senso fisico, ma anche spirituale e che la “rognosa fine del regno” non lasciava certo presagire una fine di pontificato tranquilla. Essa avverrà infatti “fra tormenti ben strani”.
Gli scandali di questi giorni non fanno che confermare il quadro.
La pandemia sta per entrare in Europa nella sua seconda ondata con l’arrivo del freddo e ciò non farà che peggiorare l’attuale crisi economica e la paralisi istituzionale ormai ben visibile a tutti i livelli.
Bisogna capire per quale motivo gli europei saranno in concilio, chi è cioè “il forte”.

Tutto il brano in rosso secondo me riguarda l’Inghilterra, la sua crisi derivante dagli effetti incrociati della pandemia e della Brexit. Assistiamo alla fine del regno della Regina Elisabetta II e al sangue di un giusto che verrà a mancare. Il verso è riferito al martirio di Tommaso Moro e, sinceramente, quando il premier britannico Johnson è finito in terapia intensiva credevo che non ce l’avrebbe fatta e che il “sangue” fosse il suo. Tommaso Moro infatti occupava una carica molto importante nel governo inglese oggi paragonabile al ministro degli interni, secondo solo al premier.

Abbiamo poi battaglie per mare e terra, Efeso contro Corinto e ovviamente il pensiero va alla Turchia e alle sue minacce nei confronti della Grecia. L’impegno di Erdogan di espandere l’influenza turca nei territori dell’ex impero ottomano è più che evidente ed oggi come allora vediamo che per quanto riguarda l’Oriente è la Russia il principale antagonista.
A forza di provocare si giungerà al conflitto che porterà la Turchia alla sconfitta e alla perdita di Bisanzio:


“Dal Mar Nero e la grande Tartaria,
Vi sarà un Re che verrà a veder la Gallia (Gallia Orientale, Turchia):
Attraverserà l’Alania (Ossezia) e l’Armenia,
E in Bisanzio lascerà una sanguinante lancia.”


Fino a questo momento si tratta di eventi che sono già in corso e per i quali già si discute o si comincia a farlo.

Dopo questi comincia la parte più futuribile a cominciare dalla Guerra d’Italia direttamente connessa alla persecuzione della Chiesa. Vediamo un papa in esilio e un papa martirizzato in modo crudele quando a Roma vi sarà un “serpente”, ovvero un nemico di Dio (Archel de la Torre?) e un nuovo Leopardo.
Ho già detto di come il Leopardo sembra alludere nel linguaggio nostradamico all’unico papa inglese nella storia della Chiesa: Adriano IV. Questo papa fu duramente perseguitato dai repubblicani tanto da spingerlo, unica volta nella storia, a lanciare l’interdetto su Roma. E’ impossibile non pensare alle parole profetiche che vedono un papa perseguitato nella Roma in preda alle violenze rivoluzionarie lanciare un duro anatema contro i suoi persecutori sia interni che esterni alla Chiesa. Un papa che potrebbe essere colui che alla fine subirà il martirio.
I versi poi proseguono con l’ascesa del Grande Monarca, Guerriero del Nord, come lo appella San Giovanni Bosco. Secondo la Jahenny anche nella Chiesa all’inizio non lo vorranno, ma costui è il prescelto che porterà il soccorso tanto atteso prima alla Francia e poi all’Italia e al papa assediato.
Infine il Castigo che abbatterà tutti i nemici della Chiesa e farà sì che gli uomini possano ricominciare costruendo un mondo di pace secondo i voleri del Cielo.
Interessante notare come in questi versi sia una cometa il mezzo della purificazione.

Possiamo infatti ben vedere come l’estrapolazione di questi versi secondo un preciso ordine che tuttavia allo stesso tempo può definirsi “casuale” restituisca un brano perfettamente conforme alle caratteristiche essenziali del tempo di purificazione secondo le più importanti profezie cattoliche.

Non è affatto escluso poi che i “buchi” temporali presenti in questo brano possano essere successivamente riempiti con altre estrapolazioni come ad esempio le vicende che riguardano la Francia. E’ uno studio che prosegue e che sono sicuro darà ulteriori frutti.

Big Pharma, salute e finanza

L'ALTA FINANZA INFLUENZA BIG PHARMA CHE A SUA VOLTA INFLUENZA LE DECISIONI DELL'ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITA'




Chi ci guadagna e chi ci perde dalla finanziarizzazione dell’industria farmaceutica.

Finanziarizzazione: processo di trasformazione di un’impresa, settore o sistema economico, in cui gli aspetti produttivi sono trascurati a favore di quelli finanziari. Da che esiste il capitalismo, esiste anche la finanziarizzazione. Se l’economia finanziaria, i financial assets (soldi, azioni, titoli, finanziamenti, mutui, derivati, futures, etc) e l’economia reale (miniere, fabbriche, terreni, agricoltura, allevamento, merci, immobili, commercio, servizi, etc) sono in equilibrio, ci sono vantaggi sia per il capitale che per la finanza. Non ci sono, ovviamente, vantaggi per la maggioranza dei cittadini, meno che meno per i poveri e gli sfruttati; la teoria del trickle down, secondo la quale i poveri trarrebbero benefici dalle briciole che cadono dalle tavole dei ricchi, è una balla colossale. Quando l’equilibrio tra economia finanziaria ed economia reale si rompe, generalmente a favore della prima, per esempio con l’eccessiva concessione di prestiti a carattere speculativo, succede il patatrac.

La crisi del 1929 ne è il classico esempio, con il lento e faticoso ritorno all’equilibrio promosso dalle teorie di Keynes e dai governi americani ed europei che le hanno applicate. L’equilibrio è tornato a rompersi, e stavolta, forse, in maniera definitiva, a partire dagli anni ’80 del secolo scorso. Per effetto dei governi Reagan e Thatcher? Per la spinta della finanza, che ha fatto eleggere Reagan e Thatcher e li ha fatti governare, con seguaci in tutto il mondo fino ai tempi nostri? Viene prima l’uovo o la gallina? Non so rispondere a questa domanda, e nemmeno a quelle precedenti. Fatto sta che la deregolamentazione dell’economia finanziaria l’ha fatta crescere a tassi molto superiori rispetto a quelli dell’economia reale, come mostra la Figura 1 che mette a confronto lo sviluppo del PIL globale con quello della ricchezza totale, composta in misura sempre maggiore dagli asset finanziari. Lo squilibrio è probabilmente molto maggiore, tenendo conto che parte, o gran parte, dell’economia finanziaria è nascosta nei forzieri di molte banche e dei paradisi fiscali.


L’industria farmaceutica fa parte dell’economia reale, ma è legittimo pensare che le sue attività siano influenzate dalla finanza. Ce ne dà conferma un recente articolo, la cui autrice documenta la finanziarizzazione dell’industria farmaceutica e le sue conseguenze.[1] Per farlo, prende in considerazione le 15 multinazionali farmaceutiche con il maggiore fatturato di farmaci (alcune producono e vendono anche altri prodotti chimici, sanitari e di igiene e bellezza): 8 statunitensi (Pfizer, Merck, Johnson & Johnson, AbbVie, Gilead, Amgen, Bristol-Myers-Squibb, Eli Lilly), 2 britanniche (Astra Zeneca, GlaxoSmithKline), 2 svizzere (Hoffman La Roche, Novartis), 1 francese (Sanofi), 1 israeliana (Teva) e 1 tedesca (Bayer). Multinazionali che nel 2017 controllavano circa la metà del mercato farmaceutico globale. Multinazionali che in maggioranza sono state fondate da individui o famiglie nella seconda metà del 19° secolo o all’inizio del 20°, ma che ora sono controllate dalla finanza, con l’eccezione di Eli Lilly, al 14° posto in graduatoria, nella quale la maggioranza delle azioni è ancora controllata dai discendenti del fondatore. Per le altre 14 multinazionali, la maggioranza delle azioni è in mano a fondi di investimento, ad agenzie per la gestione del risparmio e a fondi pensione. Questo passaggio di proprietà non è avvenuto quando le ditte sono state quotate in borsa, in generale all’inizio del 20° secolo, ma a partire dagli anni 50 in poi, con un’evidente accelerazione dopo il 1980.

Le agenzie finanziarie che controllano queste 15 multinazionali farmaceutiche (ma fanno lo stesso anche in altri settori) non nascondono le loro mire: vogliono che il valore delle azioni aumenti e che ci siano ogni anno dei dividendi. Se ciò non succede, sono pronte a trasferire i loro soldi su altre ditte, nello stesso o in altri settori. Ma la spinta ad aumentare il valore delle azioni e dei dividendi è anche interna; ormai tutti i dirigenti di queste (e altre) multinazionali sono pagati soprattutto (fino al 90%) in azioni. Agli interessi degli azionisti si aggiungono perciò quelli dei manager, in una specie di comunione di intenti. Da notare che nei paesi in cui le multinazionali hanno sede le azioni non sono tassate al momento dell’acquisizione e i dividendi sono tassati meno dei salari. Per aumentare il valore delle azioni e dei dividendi, le multinazionali cercano ovviamente di vendere di più e di aumentare entrate e margini di guadagno, ma ricorrono anche a trucchi legali in borsa, come ad esempio il riacquisto (buyback) delle azioni stesse. Il riacquisto di azioni, illegale prima del 1982, spinge verso l’alto il valore delle azioni per un tempo sufficiente a rivenderle traendone grandi profitti, con grande gioia di investitori e manager. Tra il 2006 e il 2015, Pfizer, Johnson & Johnson e Amgen hanno speso in riacquisto di azioni più del loro utile netto.

È interessante capire come la finanziarizzazione influenzi le politiche e i comportamenti di Big Pharma. L’autrice dell’articolo elenca 5 conseguenze della finanziarizzazione:
Una tendenza a massimizzare il ritorno immediato o a breve termine rispetto agli investimenti con ritorno a medio o lungo termine.
Una propensione ad alzare i prezzi dei prodotti per ottenere il massimo del profitto a breve termine. Gli esempi di Gilead[2] e Novartis[3] sono solo due dei numerosi casi che potrei citare.
Le spese per marketing e pubblicità tendono a sovrastare quelle per ricerca e sviluppo. La quota di marketing orientato agli operatori sanitari supera di gran lunga quella della pubblicità diretta al pubblico, proibita in Europa per i farmaci prescrivibili, ma permessa negli USA.
Una riduzione degli investimenti per la ricerca di nuovi farmaci. Quasi tutti i nuovi farmaci delle 15 multinazionali in esame negli ultimi 20 anni derivano da acquisizioni di piccole ditte che fanno ricerca, mentre i nuovi farmaci sviluppati in casa sono quasi tutti dei “me too”.
Una spinta a ridurre spese per ricerca, produzione e fabbricazione, sempre più esternalizzate in paesi dove il lavoro costa meno e le regole sono più flessibili, sia per quanto riguarda i rapporti di lavoro, sia per i riflessi sull’ambiente. Che tutto ciò comporti un impoverimento di competenze e di lavoro nei paesi dove le multinazionali hanno sede è evidentemente un effetto secondario che esse ritengono accettabile. Salvo poi pentirsene quando, come durante l’epidemia di Covid-19, i rifornimenti di materie prime e altri materiali essenziali dipendono dalla buona volontà dei paesi che li producono, Cina in primis.

Infine, la finanziarizzazione tende ad accelerare le acquisizioni, soprattutto di ditte piccole e innovative, e le fusioni, con la conseguente creazione di monopoli o di oligopoli che si battono per dominare i mercati e che non esitano, per ottenere ciò che vogliono, a far pressione su politici e governi. Le multinazionali farmaceutiche finanziano candidati a elezioni, fondazioni di partiti, centri studi, pubblicazioni, programmi e progetti in settori anche non strettamente sanitari (scuola, ambiente). Questi finanziamenti permettono loro di aver accesso alle persone e alle istituzioni che decidono politiche e prezzi, quasi sempre in maniera lecita, ma senza disdegnare l’illecito ove necessario. Non sorprende che le legislazioni nazionali e sovranazionali siano loro favorevoli, come risulta chiaro dalle regole sui brevetti, e che le agenzie nazionali e sovranazionali del farmaco tendano a far loro dei favori in termini di approvazioni e prezzi. Come conclude l’autrice dell’articolo, “la finanziarizzazione può dare dei risultati positivi per le compagnie, inclusi manager e azionisti, ma le conseguenze per pazienti, impiegati e per la società nel suo complesso sono negative”.

Adriano Cattaneo, epidemiologo, Trieste

Bibliografia
Busfield J. Documenting the financialisation of the pharmaceutical industry. Social Science Medicine 2020;258:113096.
Maciocco G. Epatite B. Il profitto sopra tutto. Salute Internazionale, 05.09.2016
Dentico S. La più Cara del Reame. Salute Internazionale, 14.10.2019

GLI SCANDALI DELLA CHIESA: SOLDI, SOLDI, SOLDI



I recenti scandali vaticani legati all’improvviso allontanamento del Cardinale Becciu aprono scenari inquietanti. Si profila all’orizzonte una grave crisi interna con denunce reciproche. Si stanno scoperchiando vicende incredibili che riguardano i soldi della Chiesa.

Questa storia somiglia, in grande, ai Vatileaks al tempo di Benedetto XVI. Oggi veniamo a sapere che il Cardinale Becciu faceva preparare dossier contro i suoi nemici. Vedremo dove porterà questa storia, ma vengono in mente le parole di Pedro Regis in riferimento al “segreto” che verrà rivelato in Vaticano con l’accenno appunto a Vatileaks.
Vengono in mente anche le parole della Madonna di Anguera:


2.468 – 11.01.2005
Cari figli, una grande città in macerie e non ci sarà più re sul suo trono. Invano dissero: l’oro non è più oro.

2.530 – 01.06.2005
Cari figli, la ricerca del potere avrà come risultato una grande guerra tra i religiosi e un successore di Pietro vedrà la morte di molti dei suoi sacerdoti. Il sequestro di un leader religioso lascerà la Chiesa divisa, ma il Signore si prenderà cura del suo popolo. L’oro: ecco il desiderio dei nemici. Gli uomini cercheranno di smorzarne il luccichio, ma non riusciranno.


In tutti questi scandali ed oscure vicende a partire dalle dimissioni di Benedetto XVI è sempre emersa la traccia dei soldi. Sempre.

Anche ad Akita il 13 Ottobre 1973 la Madonna parlò chiaro, riprendendo sicuramente temi presenti nella parte ancora sconosciuta del segreto di Fatima:

L’opera del diavolo si insinuerà anche nella Chiesa in una maniera tale che si vedranno cardinali opporsi ad altri cardinali, vescovi contro vescovi. I sacerdoti che mi venerano saranno disprezzati e ostacolati dai loro confratelli…chiese ed altari saccheggiati; la Chiesa sarà piena di coloro che accettano compromessi e il Demonio spingerà molti sacerdoti e anime consacrate a lasciare il servizio del Signore. Il demonio sarà implacabile specialmente contro le anime consacrate a Dio. Il pensiero della perdita di tante anime è la causa della mia tristezza. Se i peccati aumenteranno in numero e gravità, non ci sarà perdono per loro.

E anche in Nostradamus abbiamo da tempo visto descritti questi eventi; ecco alcuni esempi:


Dal Ramo XXII del ‘900

625
Par Mars contraire sera la monarchie,
Du grand pescheur en trouble ruyneux;
Ieune noir rouge prendra la hierarchie,
Les proditeurs iront iour bruyneux.

625
Per Marte contrario sarà la Monarchia,
Del Grande Pescatore in crollo rovinoso:
Un nero austero prenderà la gerarchia rossa,
I Traditori andranno verso un giorno brumoso.


Crollo rovinoso della gerarchia ecclesiastica e del papato quando un nero austero “ieieune” salirà sul soglio. I traditori saranno sconfitti


Dal Ramo III del 2000

609
Aux sacrez temples seront faicts escandales,
Comptez seront par honneurs et louanges:
D’vn que on graue d’argent d’or les medalles,
La fin sera en tourmens bien estranges.

609
Ai sacri templi saranno fatti scandali,
Valutati saranno per onore e lodi:
D’Un che si grava d’argento, d’oro le medaglie,
La fine sarà in tormenti ben strani.


Scandali per ricercare lodi ed onori. Siamo al tempo dei due papi, d’oro e d’argento (anche qui un curioso linguaggio simile a quello usato ad Anguera per i due papi). La fine del pontificato verrà fra tormenti ben strani; volano gli stracci in mondo visione, cosa mai vista.


Dal Ramo XXI del ‘900 “Le Lettere Divine”

287
Apres viendra des extremes contrees,
Prince Germain, dessus le throsne doré:
La seruitude & eaux rencontrees,
La dame serue, son temps plus n'adoré.

287
Poi verrà da lontanissime contrade,
Principe Germano sul trono dorato:
I vassalli si ritroveranno servi,
Come la Dama, ma non durerà molto.


Dalla lontana Argentina un papa “gemello” sarà eletto sul soglio di Pietro: due papi vivranno vicini l’uno all’altro, come gemelli. I vassalli, cardinali, diventeranno servi come tutta la Chiesa, ma questo tempo non durerà a lungo.
In molti criticano il papa come fosse un “dittatore”, ed avesse instaurato una “junta sudamericana”. Presto questa spaccatura si tramuterà in guerra aperta come già annunciato.

Trova particolare assonanza a tali vicende anche la quartina 515:


Dal Proemio del 2000

515
En nauigeant captif prins grand Pontife,
Grand apres faillir les clercs tumultuez:
Second esleu absent son bien debife,
Son fauory bastard à mort tué.

515
In navigazione preso prigioniero grande Pontefice,
Il Grande in seguito fallire, i clerici in tumulto:
Secondo eletto assente suo bene malridotto,
Suo favorito bastardo a morte andato.


Ricordo ancora che la quartina è ispirata direttamente alle vicende del “sacco di Roma” ad opera dei Lanzichenecchi. Impossibile non pensare al “sacco” di cui parlano i giornali in questi giorni:


Scandalo in Vaticano, svuotato anche il conto personale del Papa: spariti 20 milioni. Il conto totale del “saccheggio”: quasi mezzo miliardo


Abbiamo al primo verso un papa che durante la navigazione, cioè il suo pontificato, è prigioniero, ”sepolto ben vivo” vicino al Tevere, che vive ritirato nel Monastero dei Giardini Vaticani “come prigioniero” secondo Pedro Regis.
Il successore fallisce, i clerici lottano fra loro.
Il papa emerito Benedetto (Son bien = Benois), secondo papa del secolo, è malridotto. Poi l’enigmatico ultimo verso ispirato al figlio illegittimo di Paolo III, Pier Luigi Farnese.

La quartina 515 è inserita in un insieme di quartine interessanti se andiamo ad estrapolarne alcuni versi:

513
Par grand fureur le Roy Romain Belgique
Vexer voudra par phalange barbare:
Fureur grinssent, chassera gent Lybique
Depuis Pannons iusques Hercules la hare.

514
Saturne & Mars en Leo Espaigne captiue,
Par chef Lybique au conflict attrapé,
Proche de Malthe, Herodde prinse viue,
Et Romain sceptre sera par coq frappé.

515
En nauigeant captif prins grand Pontife,
Grand apres faillir les clercs tumultuez:
Second esleu absent son bien debife,
Son fauory bastard à mort rué.

516
A son haut pris plus la lerme sabee,
D'humaine chair par mort en cendre mettre,
A l'isle Pharos par Croissars pertubee,
Alors qu'a Rodes paroistra deux espectre.

517
De nuict passant le Roy pres d'vne Androne,
Celuy de Cipres & principal guette.
Le Roy failly, la main fuit long du Rosne,
Les coniurez l'iron à mort mettre.


Estrapolando i versi possiamo ottenere quanto segue:


Depuis Pannons iusques Hercules la hare
Et Romain sceptre sera par coq frappé
En nauigeant captif prins grand Pontife
A son haut pris plus la lerme sabee
Les coniurez l'iron à mort mettre.

Dai Pannoni fino all’altare di Ercole (colonna d’Ercole),
In navigazione preso prigioniero gran Pontefice,
E il romano scettro sarà dal gallo colpito,
Ad un prezzo più alto della mirra:
I congiurati lo metteranno a morte.


Al primo verso l’estensione territoriale, i confini d’Europa, ovvero la missione evangelizzatrice che si era dato Benedetto XVI. Ricordiamo la quartina 358:

Da genti delle Bavaresi Alpi accanto al Reno
Nascerà un grande troppo tardi (al soglio) venuto,
Che difenderà Saurome e Pannonia (confini d’Europa),
Che non si saprà cosa sarà divenuto (papa emerito, cos’è?).

Al secondo verso, continuando la lettura, dopo l’estensione della missione papale, il fallimento del pontificato. Il papa prigioniero, abdica e si ritira, colpito dal gallo. Emerge qui la straordinaria casualità che evidenzia la congiura del Gruppo di San Gallo che operò per impedire prima l’elezione di Ratzinger (come raccontato da Mons. Gaenswein nella sua incredibile relazione da troppi dimenticata) e poi favorire l’elezione di Bergoglio.
Al quarto verso il riferimento al prezzo del tradimento (lacrima sabea, la mirra), alto, che rimanda alle questioni legate ai soldi del Vaticano, la pulizia nei conti, la vicenda ancora oscura dello SWIFT.
All’ultimo verso l’epilogo: i congiurati lo mettono a morte, sperando qui nel senso figurato di persecuzione e allontanamento dal seggio petrino. Ma tutto è ancora possibile.

Faccio notare che al primo verso della quartina 513 abbiamo “il grande furore del Re Romano Belgico” (espressione che richiama il Sacro Romano Impero).

Par grand fureur le Roy Romain Belgique
Et Romain sceptre sera par coq frappé


La ripetizione dei termini ci può portare anche ad escludere gli stessi da un verso come fatto altre volte. Sarà coincidenza, ma avremmo così al primo verso “il grande furore belgico” che associato al “gallo” ci restituisce esattamente l’identità di colui che ci ha svelato per primo gli intrighi del Gruppo di San Gallo: il cardinale belga Godfried Dannels colui che bonariamente ribattezzò il gruppo di cui faceva parte “mafia club”. Fu lui a parlare candidamente di come il gruppo volesse l’elezione di Bergoglio ed operò negli anni in tal senso.
Quando Ratzinger fu eletto Dannels non partecipò alla presentazione del nuovo papa; le male lingue dissero che lo shock fu troppo grande e il cardinale si “sentì male”.

La storia non è finita, sta anzi entrando in una nuova fase molto dura, di scontri, vendette, delazioni: verrebbe quasi da dire che se continua così al papa servirà “un miracolo”.

OGGI 7 OTTOBRE BEATA MARIA VERGINE DEL SANTO ROSARIO DI POMPEI

IN QUESTI TEMPI DI PANDEM...ONIO PREGHIAMO LA BEATA VERGINE MARIA POTENTE CONTRO OGNI MALE E CONTRO OGNI ERESIA. L'ISLAMIZZAZIONE DELL'ITALIA SI FERMA CON LA CONSACRAZIONE ALLA VERGINE MARIA SANTISSIMA 


Beata Vergine Maria del Rosario

Questa memoria Mariana di origine devozionale si collega con la vittoria di Lepanto (1571), che arrestò la grande espansione dell'impero ottomano. San Pio V attribuì quello storico evento alla preghiera che il popolo cristiano aveva indirizzato alla Vergine nella forma del Rosario. Secondo quanto narra la tradizione, c’è una speciale protezione mariana per tutti coloro che lo recitano devotamente, la garanzia che i fedeli non moriranno senza sacramenti, l’assicurazione che quanti propagheranno il Rosario verranno soccorsi dalla Madonna in ogni loro necessità.

Etimologia: Maria = amata da Dio, dall'egiziano; signora, dall'ebraico

Martirologio Romano: Memoria della beata Maria Vergine del Rosario: in questo giorno con la preghiera del Rosario o corona mariana si invoca la protezione della santa Madre di Dio per meditare sui misteri di Cristo, sotto la guida di lei, che fu associata in modo tutto speciale all’incarnazione, passione e risurrezione del Figlio di Dio.

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Nel 1212 san Domenico di Guzman, durante la sua permanenza a Tolosa, vide la Vergine Maria che gli consegnò il Rosario, come risposta ad una sua preghiera, a Lei rivolta, per sapere come combattere l’eresia albigese.
Fu così che il Santo Rosario divenne l’orazione più diffusa per contrastare le eresie e fu l’arma determinante per vincere i musulmani a Lepanto. Come già per Poitiers (ottobre 732) e poi sarà per Vienna (settembre 1683), la battaglia di Lepanto fu fondamentale per arrestare l’avanzata dei musulmani in Europa. E tutte e tre le vittorie vennero imputate, oltre al valore dei combattenti, anche e soprattutto all’intervento divino.
La battaglia navale di Lepanto si svolse nel corso della guerra di Cipro. Era il 7 ottobre 1571 quando le flotte musulmane dell’Impero ottomano si scontrarono con quelle cristiane della Lega Santa, che riuniva le forze navali della Repubblica di Venezia, dell’Impero spagnolo (con il Regno di Napoli e di Sicilia), dello Stato Pontificio, della Repubblica di Genova, dei Cavalieri di Malta, del Ducato di Savoia, del Granducato di Toscana e del Ducato di Urbino, federate sotto le insegne pontificie. Dell’alleanza cristiana faceva parte anche la Repubblica di Lucca, che pur non avendo navi coinvolte nello scontro, concorse con denaro e materiali all’armamento della flotta genovese.
Prima della partenza della Lega Santa per gli scenari di guerra, san Pio V benedisse lo stendardo raffigurante, su fondo rosso, il Crocifisso posto fra gli apostoli Pietro e Paolo e sormontato dal motto costantiniano In hoc signo vinces. Tale simbolo, insieme con l’immagine della Madonna e la scritta S. Maria succurre miseris, issato sulla nave ammiraglia Real, sarà l’unico a sventolare in tutto lo schieramento cristiano quando, alle grida di guerra e ai primi attacchi turchi, i militi si uniranno in una preghiera accorata. Mentre si moriva per Cristo, per la Chiesa e per la Patria, si recitava il Santo Rosario: e i prigionieri remavano ritmando il tempo con le decine dei misteri. L’annuncio della vittoria giungerà a Roma 23 giorni dopo, portato da messaggeri del Principe Colonna. Il trionfo fu attribuito all’intercessione della Vergine Maria, tanto che san Pio V, nel 1572, istituì la festa di Santa Maria della Vittoria, trasformata da Gregorio XIII in «Madonna del Rosario».
Comandante generale della flotta cristiana era Don Giovanni d’Austria di 24 anni, figlio illegittimo del defunto Imperatore Carlo V e fratellastro del regnante Filippo II. Al fianco della sua nave Real erano schierate: la Capitana di Sebastiano Venier, capitano generale veneziano; la Capitana di Sua Santità di Marcantonio Colonna, ammiraglio pontificio; la Capitana di Ettore Spinola, capitano generale genovese; la Capitana di Andrea Provana di Leinì, capitano generale piemontese; l’ammiraglia Vittoria del priore Piero Giustiniani, capitano generale dei Cavalieri di Malta. In totale, la Lega schierò una flotta di 6 galeazze e circa 204 galere. A bordo erano imbarcati non meno di 36.000 combattenti, tra soldati, venturieri e marinai.
A questi si aggiungevano circa 30.000 galeotti rematori. Comandante supremo dello schieramento ottomano era Müezzinzade Alì Pascià. La flotta turca, munita di minore artiglieria rispetto a quella cristiana, possedeva 170-180 galere e 20 o 30 galeotte, cui si aggiungeva un imprecisato numero di fuste e brigantini corsari. La forza combattente, comprensiva di giannizzeri, ammontava a circa 20-25.000 uomini. L’ammiraglio, considerato il migliore comandante ottomano, Uluč Alì, era un apostata di origini calabresi, convertitosi all’Islam. Alì Pascià si trovava a bordo dell’ammiraglia Sultana, sulla quale sventolava un vessillo verde, dove era stato scritto, a caratteri d’oro, 28.900 volte il nome di Allah.
Per questo san Pio V, Papa mariano e domenicano, affidò a Maria Santissima le armate ed i destini dell’Occidente e della Cristianità, minacciati dai musulmani.
Da allora in poi si utilizzò ufficialmente il titolo di Auxilium Christianorum, titolo che non sembra doversi attribuire direttamente al Pontefice, ma ai reduci vittoriosi, che ritornando dalla guerra passarono per Loreto a ringraziare la Madonna.
I forzati che erano stati messi ai banchi dei remi furono liberati: sbarcarono a Porto Recanati e salirono in processione alla Santa Casa, dove offrirono le loro catene alla Madonna; con esse furono costruite le cancellate poi poste agli altari delle cappelle. Lo stendardo della flotta fu donato alla chiesa di Maria Vergine a Gaeta, dove è tuttora conservato e che attende di essere ancora issato nei cuori di coloro che si professano cristiani e vogliono difendere le proprie radici.


Autore: Cristina Siccardi

LITURGIA DEL GIORNO


Beata Maria Vergine del Rosario



Grado della Celebrazione: Memoria
Colore liturgico: Bianco

Antifona d'ingresso
Ave, Maria, piena di grazia: il Signore è con te;
tu sei benedetta fra le donne
e benedetto è il frutto del tuo seno. (Lc 1,28.42)

Colletta
Infondi nel nostro spirito la tua grazia, o Padre;
tu, che nell’annunzio dell’angelo
ci hai rivelato l’incarnazione del tuo Figlio,
per la sua passione e la sua croce,
con l’intercessione della beata Vergine Maria,
guidaci alla gloria della risurrezione.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Gal 2,1-2.7-14)
Riconobbero la grazia a me data.


Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati

Fratelli, quattordici anni dopo [la mia prima visita], andai di nuovo a Gerusalemme in compagnia di Bàrnaba, portando con me anche Tito: vi andai però in seguito a una rivelazione. Esposi loro il Vangelo che io annuncio tra le genti, ma lo esposi privatamente alle persone più autorevoli, per non correre o aver corso invano.
Visto che a me era stato affidato il Vangelo per i non circoncisi, come a Pietro quello per i circoncisi – poiché colui che aveva agito in Pietro per farne un apostolo dei circoncisi aveva agito anche in me per le genti –, e riconoscendo la grazia a me data, Giacomo, Cefa e Giovanni, ritenuti le colonne, diedero a me e a Bàrnaba la destra in segno di comunione, perché noi andassimo tra le genti e loro tra i circoncisi. Ci pregarono soltanto di ricordarci dei poveri, ed è quello che mi sono preoccupato di fare.
Ma quando Cefa venne ad Antiòchia, mi opposi a lui a viso aperto perché aveva torto. Infatti, prima che giungessero alcuni da parte di Giacomo, egli prendeva cibo insieme ai pagani; ma, dopo la loro venuta, cominciò a evitarli e a tenersi in disparte, per timore dei circoncisi. E anche gli altri Giudei lo imitarono nella simulazione, tanto che pure Bàrnaba si lasciò attirare nella loro ipocrisia.
Ma quando vidi che non si comportavano rettamente secondo la verità del Vangelo, dissi a Cefa in presenza di tutti: «Se tu, che sei Giudeo, vivi come i pagani e non alla maniera dei Giudei, come puoi costringere i pagani a vivere alla maniera dei Giudei?».

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 116)
Rit: Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo.

Genti tutte, lodate il Signore,
popoli tutti, cantate la sua lode.

Perché forte è il suo amore per noi
e la fedeltà del Signore dura per sempre.

Canto al Vangelo (Rom 8,15)
Alleluia, alleluia.
Avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi,
per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!».
Alleluia.

VANGELO (Lc 11,1-4)
Signore, insegnaci a pregare.


+ Dal Vangelo secondo Luca

Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli».
Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:
Padre,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno;
dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
e perdona a noi i nostri peccati,
anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,
e non abbandonarci alla tentazione».

Parola del Signore

Preghiera dei fedeli
Il nostro cuore desidera incontrarsi con Dio, ma non sempre conosciamo quello che gli è gradito. Chiediamogli perciò di ispirarci le parole e gli atteggiamenti per metterci in verità e trasparenza dinanzi a lui, dicendo:
Signore, insegnaci a pregare.

- Nella preghiera il dubbio si fa chiarezza, la paura diventa fiducia, l'ansia si trasforma in abbandono. Aiuta tutti gli uomini, Signore, a sperimentare la forza rinnovatrice e benefica della preghiera. Preghiamo:
- La Chiesa ha il compito di rivolgere al Padre l'incessante preghiera di Cristo per gli uomini. Aiuta, o Signore, le comunità cristiane a celebrare con fede sempre viva e attuale la liturgia di ogni giorno. Preghiamo:
- Quando le forze vengono meno è facile lasciarsi prendere dalla tentazione dell'inutilità. Aiuta, o Signore, gli anziani e i malati a comprendere che la vocazione alla preghiera li rende utili a tutto il mondo. Preghiamo:
- La domenica per tanti cristiani è diventata soltanto una possibilità di evasione. Aiutaci, o Signore, a riscoprire il valore della festa come incontro con te nell'eucaristia e nel volto dei fratelli. Preghiamo:
- Per coloro che nella Chiesa hanno il coraggio di dire e di ascoltare la verità. Preghiamo:
- Per i laici che costruiscono e animano la Chiesa. Preghiamo:

O Dio onnipotente, che ci hai dato in Gesù Cristo un modello e un maestro di preghiera, fa' che seguendo la sua parola e il suo esempio anche noi possiamo entrare in un dialogo filiale con te che sei la sorgente e il fine della nostra vita.
Per Cristo nostro Signore. Amen.

Preghiera sulle offerte
O Padre, rendici degni del sacrificio eucaristico
e fa’ che celebriamo con sincera fede
i misteri del tuo Figlio,
per raccogliere i frutti della redenzione.
Per Cristo nostro Signore.

Prefazio della beata Vergine Maria.


Antifona di comunione
L’angelo disse a Maria:
“Ecco, concepirai e darai alla luce un figlio
e gli porrai nome Gesù”. (Lc 1,31)


Preghiera dopo la comunione
O Dio, nostro Padre, concedi a noi,
che in questo sacramento abbiamo annunziato
la morte e risurrezione del tuo Figlio,
di essere sempre uniti alla sua passione
per condividere la gioia immensa del tuo regno.
Per Cristo nostro Signore.



Commento
La memoria del Rosario conduce il pensiero alle prime parole dell'Ave Maria: "Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te", che ripetiamo tante volte quando preghiamo il Rosario. E un modo di metterci alla presenza di Maria e nello stesso tempo alla presenza del Signore, perché "il Signore è con lei", di rimanere in maniera semplice con la Madonna, rivivendo con lei tutti i misteri della vita di Gesù, tutti i misteri della nostra salvezza.
Il racconto dell'annunciazione a prima vista ci presenta un solo mistero, ma se guardiamo bene vi si trovano tutti i misteri del Rosario: l'annunciazione, ma anche la visitazione, perché vi si nomina Elisabetta, e il Natale di Gesù: "Concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù". Anche i misteri gloriosi sono annunciati: "Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore gli darà il trono di Davide suo padre... e il suo regno non avrà fine". E nella risurrezione e ascensione che Gesù riceve la dignità di re messianico, la gloria eterna nel regno del Padre. Dunque, misteri gaudiosi e misteri gloriosi. Sembra che manchino quelli dolorosi, ma troviamo anche quelli, non descritti, ma nel loro principio. Pensiamo alla risposta di Maria all'annuncio dell'Angelo: non è un grido di trionfo, ma una parola di umiltà: "Eccomi, sono la serva del Signore", che la mette in profonda consonanza con il Servo del Signore annunciato da Isaia, il Servo che sarà glorificato, ma prima umiliato, condannato, ucciso, "trafitto per i nostri delitti".
Maria sa, per ispirazione dello Spirito Santo, che i misteri gloriosi non possono avvenire senza passaggio attraverso l'obbedienza fiduciosa e dolorosa al disegno divino.
I misteri del Rosario sono una sola unità, ed è importante sapere che in ogni mistero gaudioso ci sono in radice tutti i misteri gloriosi e anche i dolorosi, come via per giungere alla gloria.
Chiediamo alla Madonna di aiutarci a capire profondamente l'unità del mistero di Cristo, perché esso si possa attuare nei suoi diversi aspetti in tutti gli eventi della nostra vita.
Mi piace riportare, a proposito della preghiera del Rosario, un piccolo testo che trovai anni fa in una rivista benedettina: "Dì il tuo Rosario dice Dio e non fermarti ad ascoltare gli sciocchi che dicono che è una devozione sorpassata e destinata a morire. Io so che cos'è la pietà, nessuno può dire che non me ne intendo, e ti dico che il Rosario mi piace, quando è recitato bene. I Padre Nostro, le Avemarie, i misteri di mio Figlio che meditate, sono Io che ve li ho dati. Questa preghiera te lo dico io è come un raggio di Vangelo, nessuno me la cambierà. Il Rosario mi piace dice Dio semplice e umile, come furono mio Figlio e sua Madre...".
Rinnoviamo, se è necessario, la nostra stima per il Rosario. Certo, bisogna pregarlo con rispetto, ed è meglio dirne due decine senza fretta che cinque di corsa. Ma detto con tranquillità è un modo di essere in compagnia di Maria alla presenza di Gesù.