lunedì 21 ottobre 2019

L'eredità

LA PERCEZIONE DISTORTA CAUSATA DA UN OLOGRAMMA PER CELARE LA VERA CAUSA DEL CROLLO DELLE TWIN TOWERS. UN PUNTO DI VISTA REALISTICO CHE APRE NUOVI SCENARI.... 



L'11 Settembre del 2001, collassano le torri gemelle del WTC a Manhattan. Il ciclo solare numero 23 è al suo (blando) apice. Comincia il declino evidente dell'attività solare. Si inverte il trend climatico, da un aumento delle temperature medie globali si scivola verso un costante raffreddamento, dovuto proprio alla bassa attività solare.




Il momento è cruciale. Lo shock collettivo induce una sospensione del tempo storico: si entra a forza in una nuova era. Da quel giorno nulla sarà più come prima. La coscienza collettiva viene profondamente alterata, l'opinione pubblica non reagisce più agli stimoli etici o morali mentre entra in risonanza con le risibili operazioni della propaganda.




Tutto diviene possibile ai detentori del potere mediatico, quell'incantamento che ci avvolge, seduce e pilota. E' possibile così far credere al mondo intero che a Taiwan, un aereo si sia schiantato su di un ponte autostradale e poi inabissato nelle acque del vicino fiume. Peccato che le sue ali immateriali abbiano attraversato l'asfalto e alcuni lampioni senza colpo ferire.




Ologramma e realtà divengono interscambiabili. E' possibile saltare da uno all'altra senza che nessuno (o quasi) se ne accorga. Il tempo si è fermato, assieme alle nostre percezioni. Viviamo in una fase post-traumatica da cui nessuno sembra volerne uscire. Dal 2001 si intensificano in modo aberrante le irrorazioni aeree clandestine (scie chimiche). Il mondo nuovo è quasi pronto. Il cablaggio della biosfera a buon punto. Manca poco, davvero poco.




Sono gli anni in cui comincia quel processo tutt'altro che inesorabile definito dai media di regime 'migrazione' che si è poi capito cosa fosse: un'operazione di deportazione clandestina di esseri umani con finalità sostitutive e distruttive. Ed eccoci qua. A distanza di quasi vent'anni ad avere a che fare con Renzi e gli altri bambocci mentre tutto intorno a noi, il mondo brucia, come non mai.


Mi fanno sorridere gli integrati quando declamano inorgogliti che 'viviamo in un perido di pace' oppure che 'siamo fortunati a stare qui'. Essi non sanno. Non perdoniamoli però. A proposito, avete notato la sagoma decisamente nera dell'aereo schiantatosi sulle torri, nella prima foto? Si vede che gli ologrammi allora non erano ancora definiti come quelli di adesso. Ecco come doveva apparire un aereo della AA nel 2001:




Bello lucente, colorato e riflettente, non è vero? Cosa non si fa con un ologramma oggigiorno...

SPACEX: PRONTO IL LANCIO DI 30.000 SATELLITI STARLINK PER INTERNET


Space X aveva chiesto alla International Telecommunication Union la possibilità di mettere in orbita 12.000 satelliti per le telecomunicazioni. Gli è stato concesso. Non basta. Ora ha chiesto la possibilità di mettere in orbita altri 30.000 satelliti!

SpaceX ha depositato presso l’International Telecommunication Union la richiesta per lanciare fino a 30mila satelliti che andranno ad espandere la costellazione Starlink. A riferirlo SpaceNews, secondo cui nel documento la società americana sottolinea la necessità di aumentare la disponibilità della propria rete.

Ovviamente il fatto che SpaceX abbia depositato la richiesta non significa che il lancio dei 30.000 satelliti sia imminente, ma dimostra come il progetto della compagnia stia andando a gonfie vele. A quanto pare il prossimo anno saranno lanciati in orbita solo poche centinaia di satelliti, ma SpaceX ha messo in preventivo un importante aumento della richiesta soprattutto nei paesi sottosviluppati in cui la disponibilità di internet è praticamente inesistente.

Probabile che la richiesta sia da intendere anche come un passo in avanti nei confronti della concorrenza. Il settore infatti ha registrato il crescente interesse da parte di ricchi imprenditori, che lo vedono come possibile fonte di guadagno per il futuro.

L’ITU e la Federal Communications Commission degli Stati Uniti hanno già approvato la richiesta della società di accesso allo spettro per quasi 12mila satelliti, a cui si aggiunge questo nuovo fascicolo da 20 documenti, ognuno dei quali richiede l’autorizzazione per 1.500 satelliti in varie orbite terrestri basse. La società intende piazzarli ad un’altitudine tra i 328 ed i 579 chilometri, il che ha già provocato qualche malumore in quanto si tratta di una zona in cui le agenzie spaziali spesso fanno volare i veicoli con equipaggio, compresa la Stazione Spaziale Internazionale.

A riguardo, Roger Thompson ha affermato che questa vera e propria inondazione potrebbe avere “un impatto sui futuri voli spaziali con gli umani”.

Dall’invasione turca agli F-35, il Governo italiano complice di tutte le porcate NATO

Trump ha appaltato ad Erdogan la guerra in Siria. Il presidente USA non si è ritirato da uno scenario di guerra promuovendo la pace. No Trump ha detto agli alleati NATO ed in particolare agli europei: fate la vostra parte nelle nostre guerre, noi spendiamo troppo per esse.


È in continuità con la richiesta di aumentare i contributi alla NATO fino al 2%, che per l’Italia vorrebbe dire 10 miliardi di spesa militare in più ogni anno. E Gentiloni a suo tempo disse sì a questa pretesa.

La delocalizzazione ed il subappalto delle guerre, è una componente fondamentale della strategia imperialista degli Stati Uniti, e a volte sostituisce l’intervento diretto, soprattutto quando, come in Afghanistan e in Medio Oriente, è già costato migliaia di vite umane e anche migliaia di miliardi di dollari.

Così Trump si è rivolto all’amico-nemico Erdogan e gli ha concesso di far fuori i curdi, che invece prima ha usato per combattere l’Isis. Naturalmente il capo turco ha colto al volo l’occasione, così invaderà il territorio siriano abitato ed autogovernato democraticamente dal popolo curdo e nel frattempo per conto degli USA e della NATO terrà un piede in un paese sovrano, la Siria, in spregio a qualsiasi legalità e diritto internazionale. Se legalità e diritto fossero davvero in vigore, allora tutti capi di governo della NATO e del principale loro alleato, Israele, dovrebbero essere da tempo condannati come fuorilegge.


Ora Erdogan farà guerra di sterminio ai curdi – cui deve andare tutta la solidarietà ed il sostegno possibili – per suo conto, ed occuperà un pezzo di Siria per conto degli alleati americani ed europei. Dai quali riceve già miliardi di euro ogni anno per tenere nei suoi lager i migranti che fuggono dalle guerre che l’Occidente ha scatenato. Insomma, siamo di fronte ad un tale schifo, ad un tale disprezzo della pace, della legalità internazionale e dei diritti dei popoli, che bisogna tornare al colonialismo europeo dell’ottocento per trovarne uno eguale.

In questo contesto, il governo italiano conferma la tradizione di servilismo verso gli USA di tutti suoi predecessori. Pompeo è venuto in Italia e per quanto i nostri governanti siano poco considerati da coloro che si considerano i loro padroni, è impossibile che non abbia comunicato a Conte l’accordo con Erdogan. Quindi, il governo italiano sapeva dell’invasione della Siria da parte della Turchia e ne è complice. Non solo… Conte ha promesso a Pompeo di acquistare tutti i famigerati F35, per un costo di 15 miliardi di euro. Insomma, abbiamo ancora una volta finanziato le guerre USA e NATO, con il governo complice come sempre di tutte le loro porcate. Essere euroatlantici non è solo un costo, ma si mostra sempre più come un crimine.


Solidarietà per il popolo curdo!

Articolo di Giorgio Cremaschi

LITURGIA DEL GIORNO

Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde 

Antifona d'ingresso
Io t’invoco, mio Dio: dammi risposta, 
rivolgi a me l’orecchio e ascolta la mia preghiera. 
Custodiscimi, o Signore, come la pupilla degli occhi, 
proteggimi all’ombra delle tue ali. (Sal 17,6.8) 

Colletta
Dio onnipotente ed eterno, 
crea in noi un cuore generoso e fedele, 
perché possiamo sempre servirti con lealtà 
e purezza di spirito. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo... 

PRIMA LETTURA (Rm 4,20-25)
È stato scritto anche per noi, ai quali deve essere accreditato: a noi che crediamo.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Fratelli, di fronte alla promessa di Dio, Abramo non esitò per incredulità, ma si rafforzò nella fede e diede gloria a Dio, pienamente convinto che quanto egli aveva promesso era anche capace di portarlo a compimento. Ecco perché gli fu accreditato come giustizia.
E non soltanto per lui è stato scritto che gli fu accreditato, ma anche per noi, ai quali deve essere accreditato: a noi che crediamo in colui che ha risuscitato dai morti Gesù nostro Signore, il quale è stato consegnato alla morte a causa delle nostre colpe ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione.

Parola di Dio 

SALMO RESPONSORIALE (Lc 1)
Rit: Benedetto il Signore, Dio d’Israele, perché ha visitato il suo popolo. 

Ha suscitato per noi un Salvatore potente
nella casa di Davide, suo servo,
come aveva detto
per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo. 

Salvezza dai nostri nemici,
e dalle mani di quanti ci odiano.
Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri
e si è ricordato della sua santa alleanza. 

Del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre,
di concederci, liberati dalle mani dei nemici,
di servirlo senza timore, in santità e giustizia
al suo cospetto, per tutti i nostri giorni. 

Canto al Vangelo (Mt 5,3) 
Alleluia, alleluia.
Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Alleluia. 

VANGELO (Lc 12,13-21
Quello che hai preparato, di chi sarà? 

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?». 
E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede». 
Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».

Parola del Signore 

Preghiera dei fedeli
Dio mantiene sempre le sue promesse. Chiediamogli, attraverso la mediazione del Cristo, di aumentare la nostra fede, dicendo:
Signore, rafforza la nostra fiducia in te.

Per la Chiesa: perché radichi tutti i suoi interessi su Dio e abbandoni ogni forma di possesso terreno. Preghiamo:
Per i governanti della terra: perché superino gli egoistici nazionalismi a favore di uno sviluppo economico e sociale di tutta l'umanità. Preghiamo:
Per chi vive nel dubbio: perché Cristo illumini il loro intimo col dono della fede e li renda forti contro le avversità della vita. Preghiamo:
Per la nostra comunità: perché riscopra l'importanza del condividere con chi non ha e non si adagi nell'avidità del possedere. Preghiamo:
Per coloro che stanno per morire: perché possano presentarsi a Cristo ricchi di fede e di opere buone. Preghiamo:
Perché ci accompagni sempre il pensiero della morte.
Per la giustizia nella divisione dei beni testamentari.

O Dio, la tua misericordia è senza limiti. Allontana da noi l'avidità del possesso, il piacere della carne, la ricchezza ingiusta, perché nell'ora della morte ti possiamo incontrare come giudice benigno. Per Cristo nostro Signore. Amen. 

Preghiera sulle offerte
Donaci, o Padre, 
di accostarci degnamente al tuo altare, 
perché il mistero che ci unisce al tuo Figlio 
sia per noi principio di vita nuova. 
Per Cristo nostro Signore. 



Antifona di comunione
Gli occhi del Signore sono su quanti lo temono, 
su quanti sperano nella sua grazia, per salvare la loro vita dalla morte, 
per farli sopravvivere in tempo di fame. (Sal 33,18-19) 

Preghiera dopo la comunione
O Signore, questa celebrazione eucaristica, 
che ci ha fatto pregustare le realtà del cielo, 
ci ottenga i tuoi benefici nella vita presente 
e ci confermi nella speranza dei beni futuri. 
Per Cristo nostro Signore. 

Commento
Nella lettera ai Romani Paolo ritorna alla figura di Abramo che "non esitò con incredulità, ma si rafforzò nella fede e diede gloria a Dio". Quale contrasto con l'uomo ricco di cui parla oggi il Vangelo! Questi cerca il fondamento della vita nei beni terreni: "Dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni: riposati, mangia, bevi e datti alla gioia". Abramo fonda la sua vita in una realtà che sembra inconsistente: una parola, e neppure detta da un uomo, che si vede, si può conoscere e valutare per decidere poi di fidarsi di lui, ma una parola sentita da Dio. Eppure proprio nel rapporto con Dio ha raggiunto la massima sicurezza. Anche Abramo era ricco, aveva la sicurezza materiale e poteva pensare di trascorrere tranquillo il resto della sua vita nel suo paese di Carran. Ma egli sapeva che la vera sicurezza si trova nel fare quello che Dio vuole.
Chi dei due ha avuto ragione? La parabola narrata da Gesù lo dice chiaramente: "Dio gli disse: Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita". E Gesù conclude: "Così è di chi accumula tesori per sé e non arricchisce davanti a Dio". Vano è appoggiarsi ai beni terreni: il vero tesoro è il rapporto con Dio, nell'ascolto fiducioso e obbediente della sua parola.
Cerchiamo dunque in Dio il solido fondamento della nostra esistenza, che non viene mai meno e che ci permette di pensare alla morte con tanta pace, nella certezza che attraverso di essa giungeremo al possesso dell'unico, sommo bene.

Big Pharma controlla Medici ed Enti Sanitari. Ai Pazienti va garantita totale trasparenza

L’allarme lanciato dall’Ema, l’Agenzia Europea del Farmaco, per il rischio che alcuni farmaci possano contenere sostanze potenzialmente cancerogene, ripropone ancora una volta al centro del dibattito pubblico, il complesso rapporto tra le multinazionali del farmaco e le istituzioni sanitarie.


Nelle stesse ore giungeva la notizia che in Italia in un anno, nel 2018rispetto al 2017, la spesa per i farmaci oncologici è aumentata di 659 milioni: oggi un ciclo di terapia con i nuovi medicinali antitumorali può arrivare a costare 100.000 euro. Tale prezzo non ha alcun rapporto reale con il costo di produzione e ricerca delle sostanze immesse sul mercato.

Questi fatti, tra loro differenti, evidenziano l’enorme potere e libertà d’azione che ha Big Pharma. Una forza che più di una volta è stata utilizzata per corrompere personaggi politici e dirigenti ministeriali in tutto il mondo, compresi gli esperti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Fa un certo effetto scoprire che lo specialista, al quale hai affidato la cura della tua salute, ha ricevuto un compenso economico da una delle più grandi aziende farmaceutiche del mondo e la sorpresa aumenta, quando ti accorgi che anche l’ospedale superspecializzato dove ti sei recato, riceve anch’esso fondi dalla stessa multinazionale. Provi a consolarti pensando che costoro ti prescrivono medicine e esami di controllo validati da enti scientifici al di sopra di ogni sospetto. Ma poi scopri che a ricevere finanziamenti dalla stessa azienda sono anche varie facoltà di medicina e le stesse società scientifiche che hanno il compito di aggiornare le linee guida indicando le migliori terapie per ogni patologia; non manca nemmeno l’Istituto Superiore di Sanità, organismo scientifico del Ministero della Salute, che ha il dovere di controllare le sperimentazioni in atto.


A quel punto di certezze te ne rimangono molto poche. Da qualche mese il Codacons ha deciso di pubblicare la lista dei medici italiani e delle fondazioni/università/istituti finanziati dalla casa farmaceutica Glaxo-Smith-Kline, così come diffuso dalla EFPIA (European Federation of Pharmaceutical Industries and Associations). “La Glaxo-Smith-Kline – scrive Codacons – ha reso pubblici, fra le altre cose, anche gli elenchi dei medici italiani che nel 2015/2016/2017 hanno ricevuto finanziamenti (a titolo di servizi, consulenze, eventi vari) e il totale elargito dalla Glaxo-Smith-Kline appare in crescita: più di 11 milioni nel 2015, più di 13 milioni nel 2016, quasi 15 milioni nel 2017″.

Ora la domanda è lecita: a cosa servono questi soldi? “Tra Università, Fondazioni e Aziende Ospedaliere stupisce, in particolare – prosegue Codacons – leggere il nome dell’Istituto Superiore di Sanità (125.660,00 nel 2016, 93.940,00 euro nel 2017 per ‘servizi e consulenze’): appare quanto meno inopportuno infatti che l’organo tecnico-scientifico del Servizio Sanitario Nazionale rientri nella lista, e sarebbe davvero il caso di spiegare le ragioni di questi trasferimenti” [Radio Popolare, trasmissione “37e2”, la denuncia del presidente di Codacons, dal minuto 27,58].

La Glaxo ovviamente non è l’unica azienda farmaceutica a sviluppare una simile politica, ed infatti in una successiva puntata Codacons ha pubblicato i dati relativi ad altre protagoniste di Big Pharma quali: Abbvie, Almirall, Merck, Msd, Hospira, Pfizer, Pfizer Italia, Pierre Fabre Pharma, Pierre Fabre Italial.

Alla denuncia del Codacons ha fatto seguito una ricerca pubblicata dalla “Fondazione Gimbe” nel febbraio 2019, “Trasferimenti di valore 2107 dall’industria farmaceutica a operatori e organizzazioni sanitarie”: “Le analisi sono state effettuate sui trasferimenti di valore di 14 aziende farmaceutiche che, insieme, rappresentano il 51,5% del fatturato totale di settore nel 2017 (10.997€ / 21.337 milioni €). In quell’anno le 14 aziende hanno trasferito complessivamente € 288,1 milioni, dei quali, € 45,9 milioni (15,9%) sono stati destinati ad operatori sanitari, € 124,8 milioni (43,3%) ad organizzazioni sanitarie e € 117,3 milioni (40,7%) alla ricerca e sviluppo”.


Su il Manifesto del 9 settembre 2018, Andrea Capocci cita una ricerca del 2016 pubblicata su BMJ Open, secondo la quale il 65% delle associazione mediche italiane è sponsorizzata da società farmaceutiche, ma solo il 6% di esse inserisce questi fondi nel proprio bilancio annuale.

Per ogni essere umano la salute è il bene più grande; andrebbe, quindi, garantita una totale trasparenza su tutto quello che riguarda il mondo della medicina. Nessun malato, quando un medico gli prescrive una cura, dovrebbe avere il dubbio che dietro a quella compressa ci possa essere un interesse economico di qualcuno. E’ urgente che, come chiesto da una parte consistente del mondo scientifico, le istituzioni nazionali ed internazionali intervengano, ognuno nel suo ambito, con provvedimenti che possano mettere al riparo la nostra salute dai danni provocati dalla “voracità” del potere farmaceutico.

Articolo del Prof. Vittorio Agnoletto – Medico, professore presso l’Università degli Studi di Milano

Viviamo in un’epoca di transizione, chi può negarlo?


Potentissime e persistenti sono le operazioni di modellazione della biosfera in atto, in tutti i suoi aspetti. Incessante è la propaganda a favore dell’accoglienza, dell’accettazione del diverso, sia esso un essere umano di altro colore e provenienza, oppure con inclinazioni sessuali o religiose personalizzate. Inutile ricordare come questo sia vero razzismo, ma non fa nulla.

Poderose le operazioni a livello ambientale, della chimica della biosfera. Immissioni di materiale radioattivo sono da decenni una spaventosa realtà quotidiana. La farmacopea ha letteralmente ricoperto il pianeta di composti sorprendenti, mentre le scie chimiche saturano l’atmosfera di nanoparticelle di composizione ignota.

Contemporaneamente si abbattono in tutto il pianeta milioni di alberature secolari prossime ai centri densamente popolati. Il 5G è alle porte. Vaccini dalla composizione terrifica vengono allegramente inoculati agli infanti di tutto il mondo.


Una normalizzazione sinistra è in corso. Tutto tende verso standard antiumani. I protocolli di gestione del territorio sono prossimi al parossismo. I grandi centri urbani sono divenuti gabbie da cui è quasi impossibile evadere. I piccoli centri campestri sono intasati dalla chimica allegra delle multinazionali e dalle correlate sementi modificate.

I frutti di tanto lavorìo sono ormai evidenti. L’omologazione umana, in pochi gruppi ben delineati a monte, è galoppante. I desideri compartimentati ed eterodiretti. Le personalità sabotate. Le velleità reindirizzate. Davvero un futuro meccanizzato in modo subdolo è alle porte. Noi siamo gli spettatori ed il corpus umano su cui questa operazione di massa pone le sue basi. 


Siamo letteralmente l’humus su cui sorgerà l’ “uomo 2.0”, un mostro cibernetico freddo, ebetoide ed al contempo feroce ed implacabile. Uomo terminator di se stesso. Starà ad ognuno di noi rigettare od accettare la modifica, auspicata come implementazione dai pazzi transumanisti, avversata dagli assennati. La partita comunque è già cominciata decenni orsono e non risparmierà nulla e nessuno.

Gaffe nucleare della Nato

È un “segreto di Pulcinella”. Ma è anche la più madornale negazione della verità da parte dell’Alleanza Atlantica: bombe nucleari sono stoccate in Italia, Germania, Belgio, Olanda e Turchia, in violazione del diritto internazionale.



Un membro dell’assemblea parlamentare della NATO l’ha scritto per errore in un rapporto che è stato poi immediatamente ritirato. Che gli Stati uniti mantengano bombe nucleari in cinque paesi della Nato – Italia, Germania, Belgio, Olanda e Turchia – è provato da tempo (in particolare dalla Federazione degli scienziati americani) [1].

La Nato però non l’ha mai ammesso ufficialmente. Qualcosa tuttavia è andato storto. Nel documento “A new era for nuclear deterrence? Modernisation, arms control and Allied nuclear forces”, pubblicato dal senatore canadese Joseph Day, per conto del Comitato Difesa e Sicurezza dell’Assemblea parlamentare della Nato, il “segreto” è venuto alla luce. Attraverso la funzione “copia-incolla”, il senatore ha inavvertitamente riportato nel suo documento il seguente paragrafo (numerato 5), tratto da un rapporto Nato riservato:

“Nel contesto Nato, gli Stati uniti hanno dispiegato in posizioni avanzate in Europa circa 150 armi nucleari, in specifico le bombe di gravità B61. Queste bombe sono stoccate in sei basi statunitensi ed europee – Kleine Brogel in Belgio, Buchel in Germania, Aviano e Ghedi-Torre in Italia, Voikel in Olanda, Incirlik in Turchia. Nello scenario ipotetico che siano necessarie, le bombe B61 possono essere trasportate da aerei Usa o europei a duplice capacità”.


Accusando la Russia di mantenere nel proprio arsenale molte armi nucleari tattiche, il documento afferma che le armi nucleari dispiegate dagli Usa in posizioni avanzate in Europa e Anatolia (ossia in prossimità del territorio russo), servono ad “assicurare l’ampio coinvolgimento degli Alleati nella missione nucleare della Nato e quale concreta conferma dell’impegno nucleare Usa, per la sicurezza degli alleati europei della Nato”.

Appena il documento del senatore Joseph Day è stato pubblicato online, la Nato è intervenuta cancellandolo e ripubblicandolo poi in versione emendata. Troppo tardi però. Alcuni siti (anzitutto il belga De Morgen) l’avevano già registrato nella versione originale completa [2]. A questo punto, l’incauto autore è corso ai ripari, scrivendo sul The Washington Post che si trattava semplicemente di una bozza per la redazione di un rapporto dell’Assemblea parlamentare Nato, che sarà pubblicato in novembre [3]. Non ha potuto però negare quanto scritto nel paragrafo riportato dal rapporto Nato riservato.

Esso conferma quanto da anni documentiamo [4]: ad Aviano, caccia Usa F-16C/D sono pronti all’attacco nucleare con 50 bombe B61 (numero stimato dalla Federazione degli scienziati americani); a Ghedi-Torre, Tornado PA-200 italiani sono pronti all’attacco nucleare sotto comando Usa, con 20 bombe B61. Dal 2020, le B61 saranno sostituite dalle B61-12, destinate in particolare ai nuovi caccia F-35.

Tutto questo violando il “Trattato di non-proliferazione”, ratificato sia dagli Usa che dall’Italia e mentre il Parlamento si spacca sulla Tav, questa violazione viene tacitamente approvata all’unanimità.

C’erano gli F-35 nell’agenda segreta di Pompeo a Roma



Benché non ufficialmente, la vendita degli F-35 era nel programma del viaggio di Mike Pompeo in Italia. Anche la visita in Vaticano ufficialmente riguardava questioni teologiche, in realtà, verteva sulla mobilitazione della Santa Sede contro Cina, Cuba, Iran e Siria.

l caccia stealth F-35 si rendono invisibili non solo ai radar ma anche alla politica: nei comunicati degli incontri del segretario di stato Usa Mike Pompeo a Roma, infatti, non ce n’è traccia. Il Corriere della Sera rivela però che Pompeo ha richiesto all’Italia di pagare gli arretrati sui caccia acquistati e di sbloccare l’ordine per un ulteriore acquisto, ricevendo da Conte l’assicurazione che “saremo fedeli ai patti”. L’Italia si è impegnata ad acquistarne 90, con una spesa prevista in circa 14 miliardi di euro.

L’Italia non è solo acquirente ma fabbricante dell’F-35, quale partner di secondo livello, con Leonardo (già Finmeccanica) la maggiore industria militare italiana, di cui il Ministero dell’economia e delle finanze è il principale azionista. Ma mentre i guadagni vanno quasi interamente nelle casse di aziende private, le spese escono dalle casse pubbliche, facendo lievitare la spesa militare italiana che ha già raggiunto i 70 milioni di euro al giorno.

L’Italia ospita già oltre 30 mila militari e dipendenti del Pentagono in cinque basi maggiori e oltre 50 sub-installazioni, ma Mike Pompeo ha chiesto, negli incontri riservati, di poter installare in Italia altre basi militari (magari in cambio di qualche alleggerimento dei dazi Usa sul parmigiano italiano).


Inoltre, in un simposio del 1° ottobre in Vaticano, Mike Pompeo ha tenuto una “orazione” su “Dignità Umana e Fede nelle Società Libere”, affermando: “gli Stati uniti sono arrivati un po’ dopo San Pietro, ma da sempre hanno protetto la libertà religiosa e, con essa, la dignità umana”; ha inoltre accusato Cina, Cuba, Iran e Siria di reprimere tali libertà. Parole pronunciate, con sullo sfondo una grande croce, da un “sant’uomo” che, al momento di divenire capo della Cia, dichiarava al Congresso che avrebbe considerato “la reintroduzione del waterboarding e di altre misure di interrogatorio potenziato”, ossia della tortura. (tratto da: Osservatore romano)

Riferimenti:

[1] “MFA State Minister Hoyer Defends Withdrawal of Tactical Nukes, New CFE Initiatives“, ambassador Philip Murphy, November 12, 2009, source Wikileaks. “Non-Strategic Nuclear Weapons“, Hans Kristensen, FAS, May 2012.



[4] “Le 300 Hiroshima dell’Italia“, di Manlio Dinucci, Il Manifesto (Italia) , Rete Voltaire, 16 dicembre 2015.

Articolo di Manlio Dinucci

Fenomeni sociali: adolescenti che dormono tre, quattro ore a notte



Qualche anno fa ho avuto uno studente che dormiva in classe. Aveva vent’anni – era stato bocciato due volte – si faceva almeno due, tre ore di sonno pieno con la faccia sul banco. Non dormiva per noia – o insomma, credo, non solo. Era il sonno di chi arrivava a scuola distrutto, dopo una nottata in bianco. Non era l’unico…


Ogni volta che chiedo ai miei studenti – tra i 15 e i 19 anni – quanto dormono, ricevo una risposta abbastanza preoccupante: più della metà meno di sette ore; ma c’è chi mi dice che dorme anche cinque o tre ore. Le mie classi non sono un osservatorio privilegiato, né in positivo né in negativo. È l’impressione che hanno anche quei professori e quei genitori che osservano con attenzione ragazze e ragazzi, anche se questo interesse spesso manca. Nelle molte interviste che ho fatto in varie scuole superiori, ho capito che della questione non si parla quasi mai.
Le parole di ragazze e ragazzi

Milena, una ragazza di sedici anni di un liceo di Avezzano, mi ha spiegato che dorme in media quattro ore e che la sua vita è completamente influenzata dall’insonnia: “Mi addormento verso le cinque del mattino. Quando mi sveglio bevo tanto caffè, anche tre o quattro tazze, mi preparo in fretta, vado a scuola, e rimugino sulle cose tutto il giorno, fino a rimettermi nel letto senza riuscire ad addormentarmi”, dice. Carlo, al primo anno di università a Bologna, mi ha detto che dorme sei ore, ma molti dei suoi compagni non arrivano a quattro: “Giocano alla play, anche fino alle cinque del mattino, si sfondano”.

Sara, diciotto anni, frequenta un istituto professionale a Ponticelli, nella periferia di Napoli. Mi ha raccontato che dorme al massimo due o tre ore per notte e che neanche lei si spiega il perché. Si addormenta alle quattro, si sveglia alle sei, alle volte fa la lunga, come mi dice: non chiude nemmeno occhio. Da due anni è così: “Durante il giorno fatico a reggermi in piedi, a scuola non riesco a seguire, sono sempre distratta”.

Insonnie che nascono da disagi psicologici o da stati d’ansia non gestiti come si deve, ore di sonno sottratte per giocare e portare avanti relazioni sociali esili, ma spesso uniche. I motivi per cui una ragazza o un ragazzo non dorme sono tanti. A chi si rivolgono per parlarne e affrontarli? Nella maggior parte dei casi a nessuno. Molto spesso non riescono nemmeno a riconoscere che sia un problema.
Studi ed esperimenti


Ogni caso è un caso a sé, ma ci sono sicuramente delle costanti che negli ultimi anni sono diventati evidenti, e socialmente importanti. In Adolescenti, una storia naturale, David Bainbridge parla delle fasi della crescita attraversate dagli esseri umani. Nell’età cruciale dello sviluppo – tra i 13 e i 15 anni per le ragazze, tra i 15 e i 17 per i ragazzi, secondo Bainbridge – il cervello ha bisogno di una quantità importante di ore di sonno, e sarebbe questa una delle ragioni principali per cui normalmente a quell’età si dorme tanto. Superata questa fase si acquisisce una resistenza fisica tale da riuscire a stare svegli fino a tardissimo o a soffrire meno la stanchezza. Ma abituarsi a dormire meno di sette o di cinque ore al giorno fa male, dicono gli esperti.

Ci sono molti studi che indicano in modo chiaro che la ripetuta mancanza di sonno provoca effetti negativi sullo sviluppo cerebrale. In un articolo del 2016 l’équipe guidata da Chiara Cirelli – direttrice del dipartimento del Wisconsin institute for sleep and consciousness – si legge che, nonostante ci sia bisogno di ulteriori studi su questo aspetto, “la cronica diminuzione del sonno nella prima adolescenza può influire sulla connettività cerebrale (cioè le vie di comunicazione tra neuroni) dell’adulto”.
New Scientist ha raccontato un progetto in corso in alcune scuole di Seattle per cercare di affrontare il problema: “Rimandare l’orario di inizio delle lezioni non solo migliora la qualità del sonno degli studenti, ma aumenta anche la frequenza in classe e le prestazioni scolastiche (…) Gli adolescenti sono naturalmente portati a fare tardi la notte e a farsi belle dormite la mattina per via delle modifiche all’orologio biologico che si verificano durante la pubertà. ‘Praticamente si taglia l’ultima fase di sonno di cui hanno bisogno’, dice Horacio de la Iglesia dell’università di Washington. Per risolvere questo problema, dalla metà del 2016 le scuole di Seattle hanno deciso di spostare l’orario di inizio dalle 7:50 alle 8:45 (…) La durata media del loro sonno è passata da 6 ore e 50 minuti a 7 ore e 24 minuti, ma questo non è ancora abbastanza, dice Gideon Dunster all’università di Washington, coautore dello studio. ‘Gli studenti dormono di più, ma non stanno ancora dormendo la media di nove ore a notte raccomandata’ “. In un altro articolo della rivista, Russel Foster fa un esempio che rende bene l’idea: “Per un adolescente, svegliarsi alle 7 è come svegliarsi alle 5 per una persona sui cinquant’anni”.
L’iperconnessione


Davide, 18 anni, frequenta un istituto tecnico a Roma. Mi racconta perché va a letto tardi, o tardissimo: “Gioco alla play”. Spesso lo fa su internet, con i compagni. Oppure chatta. Oppure manda video e foto agli amici fino all’una o alle due di notte.

L’iperconnessione per gli adolescenti (e non solo per gli adolescenti) non è un’eccezione, è la norma. Come scrive Jean M. Twenge, nel libro Iperconnessi, a proposito degli adolescenti: “Quasi tutti dormivano con il telefono accanto: sotto il cuscino, sul materasso o comunque a portata di mano. Controllavano i social e guardavano video subito prima di andare a letto, e agguantavano il telefono appena aprivano gli occhi. Il telefono era l’ultima cosa che vedevano la sera e la prima al mattino. Se si svegliavano nel cuore della notte, finivano per dare uno sguardo al cellulare”.

La quantità di tempo che ragazze e ragazzi passano online è cresciuto esponenzialmente negli ultimi dieci anni: se a metà degli anni duemila era un’ora al giorno, i dati che Twenge cita dall’inchiesta Monitoring the future dicono che oggi le ore sono almeno sei, passate su internet, sui social network, a spedirsi messaggi, a giocare. Anche in Italia, le varie statistiche – per esempio quella contenuta in Generazioni connesse, uno studio del ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca – indica più o meno la stessa media.

La correlazione tra dipendenza da internet e riduzione del sonno è al centro di molti studi. Alcuni hanno lavorato su ampi campioni di studenti, in contesti geografici e sociali estremamente diversi, dalla Turchia all’Iran, dalla Corea del Sud a Taiwan. I ricercatori spiegano che la luce blu degli smartphone e dei tablet influenzerebbe negativamente il sonno, e mettono in guardia da possibili danni fisiologici, da quelli agli occhi a quelli neurologici. Uno dei motivi che spinge ragazze e ragazzi a non staccarsi dal telefono sarebbe la cosiddetta Fomo (fear of missing out), ovvero l’ansia di perdersi quello che fanno gli altri e la paura di esserne tagliati fuori.

Immaginate che la gran parte della vita sociale dei vostri amici si svolga online – nelle chat di gruppo o durante partite con altri – e immaginate che una parte importante avvenga la sera tardissimo, quando la giornata è finita e si è tutti a letto. Se voi vi addormentate alle undici, vuol dire che vi perderete ore di chiacchiere e giochi con i vostri amici.

Gli svantaggi della mancanza di sonno non sono pochi. Scrivono Marije Nije Bijvank, Geertje H. Tonnaer e Jelle Jones: “Cambiare le abitudini che precedono il sonno ha conseguenze sui risultati ottenuti a scuola (…) Rimandare il momento in cui ci si addormenta porterebbe a un minore autocontrollo, a posticipare le cose da fare e a gestire male il proprio tempo”.
Sostanze eccitanti


E tutto questo senza considerare gli effetti del caffè, degli energy drink e di droghe come la cocaina. Matteo, vent’anni, al primo anno di scienze politiche a Roma, mi dice che per lui è normale studiare con le bevande energetiche: ha cominciato quando era al liceo e doveva prepararsi per le interrogazioni. Anche lui non è un’eccezione.

Uno studio condotto dall’equipe guidata dalla professoressa Sabrina Molinaro, coordinatrice dell’European school survey on alcohol and other drugs, mostra che il loro consumo è considerato normale dagli adolescenti; mentre la consapevolezza dei rischi per la salute – che altri studi segnalano – è praticamente inesistente.

Una ricerca dell’European food safety authority fornisce dei dati preoccupanti: “Circa il 68 per cento degli adolescenti intervistati erano consumatori di bevande ‘energetiche’. In circa il 12 per cento di questi, il consumo era ‘elevato e cronico’ con una media di sette litri in un mese, e nel 12 per cento il consumo è ‘elevato e acuto’. Circa il 18 per cento dei bambini intervistati erano consumatori di bevande ‘energetiche’. In circa il 16 per cento di questi, il consumo era ‘elevato e cronico’ con una media di 0,95 litri alla settimana (quasi quattro litri in un mese)”.

Giampaolo, quattordici anni, frequenta un liceo dell’Aquila e mi dice che lui consuma una bevanda energetica prima di andare in palestra, di pomeriggio, così riesce a studiare anche fino all’una o le due di notte. Sara, di un istituto tecnico di Roma, mi conferma che tutti i suoi compagni ogni tanto bevono una di queste bevande. Come reagiscono le scuole rispetto al consumo degli energy drink? In Italia non esiste nessun dibattito che si interroghi sul loro consumo tra gli adolescenti. Nel Regno Unito si discute se proibirle ai minorenni. Mentre in Lettonia e in Lituania sono vietati già da due anni a chi ha meno di 18 anni.


Federico Tonioni, psicologo e psichiatra che coordina il centro sulle dipendenze giovanili dell’ospedale Gemelli a Roma, mi tranquillizza su ciò che sembra allarmante, e mi allarma rispetto a ciò che invece può sembrare meno preoccupante. Lo fa provando a spostare il centro del dibattito non solo sugli aspetti patologici e di rischio: “Il nostro profilo cognitivo sta cambiando, influenzato dall’uso degli smartphone. Pensiamo che siano solo degli strumenti, ma hanno invece una funzione relazionale ed emotiva. Pensiamo sempre che il problema sia il telefono, quando invece sono le relazioni. I giochi online fatti di notte, soprattutto, per chi ha problemi relazionali, sono gli unici possibili per chi non riesce a stabilire altri contatti: per alcuni, le persone conosciute in quei contesti, sono gli unici amici. Non è che i ragazzi si divertano ad avere solo relazioni nate su telefoni o tablet, è che spesso non hanno alternative. E per poter mantenere queste relazioni, magari si addormentano alle due di notte“.

Il rapporto tra la riduzione del sonno e l’uso dei telefoni riguarda anche il modo di concepire, far nascere e mantenere le relazioni tra le nuove generazioni, e quindi richiede un’offerta pedagogica più strutturata e creativa del semplice interrogativo su come facciamo a far andare i nostri figli a letto prima o a fargli posare il telefono.

È una sfida, non può essere solo un auspicio, o una buona prassi delle famiglie o delle scuole. Occorre tenere a mente esperimenti come quelli realizzati a Seattle, certo. Ma occorre ancora di più una vera inchiesta del ministero dell’istruzione sulle abitudini del sonno delle ragazze e dei ragazzi in Italia, così da mettere in campo dei progetti concreti, prima che il problema assuma proporzioni più ampie e meno gestibili di oggi.

Articolo di Christian Raimo – giornalista e scrittore

I massoni al potere in Italia e nel mondo


Se non sei massone non hai alcuna chance di arrivare al vero potere.

Le “Ur-Lodges”, sono superlogge massoniche sovranazionali che detengono un ferreo controllo sulle dinamiche di potere del mondo attuale e contemporaneo. Insomma, coloro che hanno in mano il destino del mondo. Vantano l’affiliazione di presidenti, banchieri, industriali e da loro dipendono le associazioni paramassoniche tipo la Trilateral Commission o il Bilderberg Group. Tutti i potenti del mondo, se ancora non lo sapete sono iscritti alla massoneria. Nomi e cognomi che trovate nel nuovo libro del Gran Maestro del Grande Oriente Democratico, Gioele Magaldi.

Il mondo, e l’Italia è governato dalle segretissime Ur-Lodges massoniche, delle quali farebbero parte:

Barack Obama, Angela Merkel, Vladimir Putin, Xi Jinping, Christine Lagarde, Francois Hollande, Wolfgang Schauble, Jean Claude-Trichet, Bill Clinton, Tony Blair, Mario Draghi, Giorgio Napolitano, Mario Monti, Fabrizio Saccomanni, Pier Carlo Padoan, Massimo D’Alema, Gianfelice Rocca, Domenico Siniscalco, Giuseppe Recchi, Marta Dassù, Corrado Passera, Ignazio Visco, Enrico Tommaso Cucchiani, Alfredo Ambrosetti, Carlo Secchi, Emma Marcegaglia, Matteo Arpe, Vittorio Grilli, Giampaolo Di Paola, Federica Guidi. Berlusconi, invece, avrebbe creato una Ur-Lodge personale, la Loggia del Drago.

“Per far inghiottire simili riforme idiote e antipopolari alla cittadinanza, la devi spaventare come si fa con i bambini. Altrimenti gli italiani, se non fossero stati dei bambinoni deficienti, non avrebbero accolto con le fanfare i tre commissari dissimulati che abbiamo inviato loro in successione: il fratello Mario Monti, il parafratello Enrico Letta, l’aspirante fratello Matteo Renzi” questo il racconto di un supermassone delle Ur-Lodges dal libro Massoni di Magaldi.

Dalla sconfitta del nazifascismo alla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, spiega Magaldi, “dall’edificazione dell’Europa unita al crollo del comunismo, dalla globalizzazione al terrorismo islamico e alla crisi dell’eurozona, viene raccontata una feroce battaglia per l’egemonia planetaria. Una guerra spietata per promuovere o affossare la democrazia. Una competizione tra le Ur-Lodges neo-aristocratiche e quelle progressiste. Tutto questo viene per la prima volta esplicato in modo limpido dinanzi all’opinione pubblica italiana e mondiale grazie allo studio e alla ricognizione rigorosa, comparativa e orientata scientificamente, di migliaia di documenti conservati presso gli archivi privati delle più prestigiose e influenti Ur-Lodges del pianeta. Documenti, peraltro, fotocopiati e depositati dagli autori del libro presso alcuni importanti studi legali e notarili di Parigi, Londra e New York'”.


Altri massoni storici: John Locke (1632-1704), Isaac Newton (1642-1727), Jean «John» Theo¬philus Desaguliers (1683-1744), Montesquieu (1689-1755), Voltaire (1694-1778), Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791), Giacomo Casa¬nova (1725-1798), Cagliostro (1743-1795), Cesare Beccaria (1738-1794), Benjamin Franklin (1706-1790), George Washington (1732-1799), Thomas Jefferson (1743-1826), Thomas Paine (1737-1809), Nicolas de Condorcet (1743-1794), Honoré Gabriel Riqueti de Mirabeau (1749-1791), Philippe Egalité (1747-1793), Jacques Brissot (1754-1793), Camille Desmoulins (1760-1794), Jean-Baptiste de Lamarck (1744-1829), Gilbert du Motier de La Fayette (1757-1834), Jacques Laffitte (1767-1844), Francisco de Miranda (1750-1816), Napoleone Bonaparte (1769-1821), nella sua fase filorepubblicana, Rafael del Riego (1784-1823), George Gordon Byron (1788-1824), Alessandro Ypsilanti (1792-1828), José de San Martin (1778-1850), Simón Bolívar (1783-1830), Aleksandr Sergeevic Puskin (1799-1837), Samuel Gridley Howe (1801-1876), William Lloyd Garrison (1805-1879), Ralph Waldo Emerson (1803-1882), Thaddeus Stevens (1792-1868), Charles Sumner (1811-1874), Benjamin Wade (1800-1878), William Cullen Bryant (1794-1878), Carl Schurz (1829-1906), Aleksandr Ivanovic Herzen (1812-1870), Giuseppe Mazzini (1805-1872), John Stuart Mill (1806-1873), Giuseppe Garibaldi (1807-1882), Jules Michelet (1798¬1874), il Pierre-Joseph Proudhon (1809-1865) della maturità, Louis Blanc (1811-1882), Victor Hugo (1802-1885), Lajos Kossuth (1802-1894), Charles Darwin (1809-1882), José Martí (1853-1895), Lev Nicolàevic Tolstòj (1828-1910), Giosuè Carducci (1835-1907), Max Weber (1864-1920), John Dewey (1859-1952), Leonard Hobhouse (1864-1929), Sigmund Freud (1856-1939), Theodore Roosevelt (1858-1919), Thomas Woodrow Wilson (1856-1924), Eduard Bernstein (1850-1932), George Bernard Shaw (1856-1950), Mustafa Kemal Ataturk (1881-1938), Gerard Swope (1872-1957), John Maynard Keynes (1883-1946), Franklin Delano Roosevelt (1882-1945), Mohandas Karamchand Gandhi detto «il Mahatma» (1869-1948), Aleksandr Fédorovic Kerenskij (1881-1970), George Orwell (1903-1950), Carl Gustav Jung (1875-1961), Albert Einstein (1879-1955), George Marshall (1880-1959), Clement Attlee (1883-1967), Harry Truman (1884-1972), William Beveridge (1879-1963), Charlie Chaplin (1889-1977), Angelo Giuseppe Roncalli divenuto Giovanni XXIII (1881-1963), Antonio de Curtis detto Totò (1898-1967), Martin Luther King (1929-1968), Meuccio Ruini (1877-1970), Federico Caffé (1914-1987), Karl Popper (1902-1994), Altiero Spinelli (1907-1986), Gunnar Myrdal (1898-1987), Paul Feyerabend (1924-1994), Harold Wilson (1916-1995), Thomas Kuhn (1922-1996), Robert William Komer (1922-2000), John Rawls (1921-2002), John Kenneth Galbraith (1908-2006), James Hillman (1926-2011), Arthur Schlesinger Jr. (1917-2007), Giuseppe «Pino» Abramo (1933-2014), Ivan Mosca (1915-2005), Franco Cuomo (1938-2007), Ted Kennedy (1932-2009), Antonio Giolitti (1915- 2010), Michele Raffi (1968-2013), Rosario «Rino» Morbegno (1930-2013), Carlo Maria Martini (1927-2012), Ernest Borgnine (1917-2012), Rita Levi Montalcini (1909-2012), Hugo Chavez (1954-2013), Nelson Mandela (1918-2013), Arnoldo Foà (1916-2014), Gabriel Garda Marquez (1927-2014).