sabato 14 novembre 2020

Biden e Pfizer rimescolano le carte in borsa

LE BORSE AVEVANO GIA' PUNTATO SU UNA VITTORIA CERTA DI BIDEN.... 

Il vecchio detto “buy the rumor, sell the news”, che è un modo sintetizzare come le borse spesso anticipano con il loro andamento la realizzazione di fatti importanti, può essere usato per spiegare almeno in parte l’andamento delle azioni nelle ultime ore. In base al detto sopra citato era abbastanza scontato che la lunga cavalcata rialzista venisse interrotta da una fase di presa di profitto, ma se nel breve termine qualche aggiustamento sembrava inevitabile quello che resta ora da vedere è se in un’ottica di più ampio respiro il proseguimento della fase di crescita è ancora probabile.

Settimana scorsa le borse, anticipando una vittoria alle elezioni presidenziali di Joe Biden, si sono apprezzate in modo deciso, con l’indice Msci World in dollari salito in quella ottava del 7,7% circa, la terza migliore performance dal 2012, ma lunedì, dopo una ultima sfuriata rialzista che ha permesso agli indici principali di Wall Street di toccare nuovi massimi storici, hanno assunto un atteggiamento molto più prudente.

In parte la frenata è legata all’annuncio di Pfizer e BioNtech che il loro vaccino è efficace nel 90% dei casi nei test condotti su larga scala e che è realistica l’ipotesi di consegnare 50 milioni di dosi entro la fine del 2020 e 1,3 miliardi di dosi nel 2021.

Questa notizia ha causato un vero e proprio crollo dei titoli della “stay at home economy”, quelli che hanno maggiormente beneficiato dei lockdown e dello smart working globale, ma il risultato delle elezioni presidenziali Usa e la possibilità che il Covid abbia un termine di scadenza ha imposto agli operatori un riesame approfondito della struttura dei portafogli di investimento.

Se la pandemia può effettivamente essere messa sotto controllo in tempi relativamente brevi allora le prospettive per un rimbalzo robusto dell’economia globale nel 2021 diventano credibili, tanto più se a governare è un Democratico.I Democratici infatti sono fautori di un piano fiscale di supporto all’economia molto più esteso di quello che vorrebbero i Repubblicani, e anche se il Senato dovesse rimanere a guida Repubblicana è quasi scontato che gli aiuti arriveranno.

La velocità del rimbalzo della borsa Usa, che comunque ha inviato nelle ultime ore segnali grafici incoraggianti (almeno per quello che riguarda gli indici dove la presenza di titoli “old economy ” è maggiore), dipende molto anche dalla capacità di fornire ai mercati indicazioni chiare sulle prospettive di approvare il pacchetto di sostegno all’economia del quale si parla ormai da mesi. Se Trump dovesse decidere di concedere il campo all’avversario, e sembra che la sua renitenza sia legata alla ricerca di un perdono fiscale più che ad una vera e propria convinzione di avere ancora delle chance di vittoria e che quindi potrebbe anche sciogliersi rapidamente una volta ottenute garanzie in quel senso, i mercati potrebbero iniziare a sentire odore di accordo per il pacchetto di sostegno all’economia e trovare nuovi motivi per salire.
Ecco perché tutti i titoli più esposti al ciclo economico, maggiormente penalizzati negli ultimi mesi, hanno ora la possibilità di una rapida ripresa. I nomi che vengono in mente sono quelli di Boeing, di Delta Airlines, di Disney, di General Electric, di Norwegian.

I titoli che si sono apprezzati molto anche grazie ai lockdown, i giganti della tecnologia in primis come Facebook e Netflix, potrebbero invece vedere rallentata la corsa dei loro ricavi e utili, e non solo per la comparsa del vaccino. Non deve essere dimenticato infatti che il Nasdaq Composite quest’anno ha già guadagnato il 30% mentre lo S&P500 è fermo al 10% e che questa differenza di comportamento non è sostenibile all’infinito.

La crescita degli utili in molti casi è già stata ampiamente scontata nei prezzi, anzi forse si può anche parlare di titoli sopravalutati, il forward P/E dei FANG (Facebook, Amazon, Netflix, Google (Alphabet)) è di 60 volte, quello del’S&P500 ex FANG è invece di 19 volte.

Uno sguardo all’andamento grafico del Dow Jones Industrial mostra una fase di lateralità tra l’inizio di settembre e la fine di ottobre, poi il superamento del lato alto di questa fascia a partire dal 9 novembre con conseguente ripresa dell’uptrend di medio termine e il raggiungimento di nuovi massimi storici. Illudersi che la strada possa essere a senso unico sarebbe pericoloso, una fase correttiva dopo una violenta accelerazione rialzista è inevitabile, ma già con gli elementi a disposizione ipotizzare il raggiungimento dei 33000 punti in tempi relativamente brevi appare ragionevole.

Certo, se la battaglia per la conquista della Casa Bianca dovesse complicarsi, anche la borsa potrebbe fare marcia indietro. Nel caso del Dow il livello di guardia è quello dei 28000 punti, discese al di sotto di quel supporto farebbero temere di aver assistito ad una “bull trap”, una trappola per rialzisti.

Nel caso del Nasdaq Composite discese fino in area 11300, dove transita la media mobile a 50 giorni, rientrerebbero ancora in uno scenario correttivo, quindi di ripiegamento temporaneo, sotto quei livelli invece inizierebbe a profilarsi all’orizzonte una ipotesi decisamente più tetra, ovvero che le oscillazioni dal picco di inizio settembre siano un “doppio massimo” in preparazione.

Il “doppio massimo” è una delle classiche figure di inversione del trend in analisi tecnica, il suo completamento segnalerebbe la fine, almeno temporanea, del rialzo visto dai minimi di marzo e l’avvio di una correzione approfondita, che potrebbe arrivare ad interessare i 9000 punti.

Pensare che gli indici “old”, come il Dow e lo S&P500, e il Nasdaq, nella sua versione 100 o Composite, possano avere andamenti divergenti a lungo è ovviamente molto azzardato, il destino di questi panieri è legato a doppio filo e la direzione, salvo eccezioni di breve termine, è la stessa. Quello che potrebbe però realizzarsi è un passaggio di testimone della forza relativa, con lo S&P500 che per un certo periodo riesce a sovraperformare il Nasdaq pur in un contesto di borsa crescente.

AM – www.ftaonline.com


Astrazeneca, Pfizer, Sanofi, Roche e non solo. Ecco i colossi farmaceutici che hanno finanziato Biden




Da Pfizer a Sanofi, da Johnson & Johnson ad Astrazeneca, fino a Roche, e non solo: per la prima volta i gruppi farmaceutici si sono schierati in modo massiccio a favore di Biden e del Partito democratico. 

Nomi, numeri e confronti

Il partito dell’asinello ha galoppato (anche) grazie ai soldi di Big Pharma. Da Sanofi a Pfizer, sono numerosi i colossi farmaceutici che hanno elargito importanti somme di denaro a sostegno della campagna elettorale di Joe Biden (il più finanziato) e dei suoi alleati. Meno le aziende che hanno appoggiato Donal Trump ed i repubblicani, come evidenzia Open Secrets.


BIDEN VS TRUMP

Partiamo dai numeri generali. A vincere sul fronte dei finanziamenti arrivati dai Big Pharma è Joe Biden: con 6,324 milioni di dollari è il più finanziato dai colossi del settore farmaceutico. Secondo, a distanza arriva Trump con 1,590 milioni di dollari (in salita, comunque, rispetto ai 438 mila dollari arrivati nel 2016).

La differenze, sostanziali, tra i candidati presidenti si riflettono anche tra i partiti che rappresentano: i colossi farmaceutici hanno spinto la campagna del partito Democratico con un totale di 32,6 milioni di dollari. Al partito Repubblicano sono andati 19,8 milioni di dollari. In percentuali: il 62% dei contributi totali (62.768.786) sono andati all’asinello, il 38% all’elefantino.

CHI HA APPOGGIATO L’ASINELLO

Tra chi ha maggiormente puntato su Biden – come ha sottolineato oggi Stefano Graziosi su La Verità – c’è l’americana Pfizer, che nelle scorse ha annunciato l’efficacia del vaccino messo a punto con BionTech: ha dato al partito democratico il 59,2% del contributo messo in campo, pari a 2.253.677 dollari. Ai democratici anche il 99,3% dei 3.328.656 dollari di DE Shaw Research ed il 90,2% dei 2.172.982 dollari di Masimo Corp.


A sostenere il partito dell’asinello anche AbbVie, Abbott e Roche. Merck & Co, che ha legami, secondo quanto scrive La Verità, con il marito di kamala Harris (è stato rappresentante legale per conto di Dla Piper), ha destinato il 57,8% del milione di dollari messo a disposizione. Johnson & Johnson il 63,5% di 1.281.307 dollari.

Anche AstraZeneca PLC, Sanofi e GlaxoSmithKline hanno supportato Biden.

CHI HA SOSTENUTO TRUMP

Solo tre, tra i Big Pharma, hanno supportato Donald Trump: Amgen, che ha destinato ai repubblicani il 53,8% del suo milione e mezzo; Eli Lilly, con il 53,6% di 1.053.467 dollari; Boston Scientific con il 51,2% di 557.447.

IL TREND

Da notare come l’impegno finanziario dei Big Pharma sia decisamente aumentato rispetto ai contributi dati nel 2018 (44.334.825 dollari) ma diminuito rispetto al 2016, quando sul piatto i colossi farmaceutici avevano messo 64.619.113 dollari (di cui 3 milioni destinati ad appoggiare direttamente la campagna di Hilary Clinton). Dal 2000 in poi le aziende di settore sono sempre più impegnate a livello a politico.


È la prima volta, però, che ai democratici viene destinata una somma superiore a quella dei repubblicani (solo nel 2008 i finanziamenti furono a favore del partito dell’asinello, con un solo miliardo di differenza).

LITURGIA DEL GIORNO





Sabato della XXXII settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)


Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde

Antifona d'ingresso
La mia preghiera giunga fino a te;
tendi, o Signore, l’orecchio alla mia preghiera. (Sal 88,3)

Colletta
Dio grande e misericordioso,
allontana ogni ostacolo nel nostro cammino verso di te,
perché, nella serenità del corpo e dello spirito,
possiamo dedicarci liberamente al tuo servizio.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (3Gv 1,5-8)
Dobbiamo accogliere i fratelli per diventare collaboratori della verità.


Dalla terza lettera di san Giovanni apostolo

Carissimo [Gaio], tu ti comporti fedelmente in tutto ciò che fai in favore dei fratelli, benché stranieri.
Essi hanno dato testimonianza della tua carità davanti alla Chiesa; tu farai bene a provvedere loro il necessario per il viaggio in modo degno di Dio. Per il suo nome, infatti, essi sono partiti senza accettare nulla dai pagani.
Noi perciò dobbiamo accogliere tali persone per diventare collaboratori della verità.

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 111)
Rit: Beato l’uomo che teme il Signore.

Beato l’uomo che teme il Signore
e nei suoi precetti trova grande gioia.
Potente sulla terra sarà la sua stirpe,
la discendenza degli uomini retti sarà benedetta.

Prosperità e ricchezza nella sua casa,
la sua giustizia rimane per sempre.
Spunta nelle tenebre, luce per gli uomini retti:
misericordioso, pietoso e giusto.

Felice l’uomo pietoso che dà in prestito,
amministra i suoi beni con giustizia.
Egli non vacillerà in eterno:
eterno sarà il ricordo del giusto.

Canto al Vangelo (2Ts 2,14)
Alleluia, alleluia.
Dio ci ha chiamati mediante il Vangelo,
per entrare in possesso della gloria
del Signore nostro Gesù Cristo.
Alleluia.

VANGELO (Lc 18,1-8)
Dio farà giustizia ai suoi eletti che gridano verso di lui.


+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai:
«In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”.
Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”».
E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».

Parola del Signore

Preghiera dei fedeli
Dio ci ha dato il dono della fede che portiamo in vasi di creta. Chiediamo al Signore di conservare integra la nostra fiducia in lui. Diciamo insieme:
In te crediamo: ascoltaci, o Signore.

Per i battezzati: sappiano custodire e maturare la loro fede, la diffondano nel loro ambiente, la difendano e la onorino con il loro esempio. Preghiamo:
Per quanti credono nell'unico Dio: siano gli uomini di preghiera, puri di cuore, operatori di pace. Preghiamo:
Per chi non crede: lo stile della nostra vita l'aiuti ad aprire gli occhi al volto del Padre. Preghiamo:
Per i cristiani che vivono tra i musulmani: sappiano essere presenza umile e dolce di Cristo in seno all'Islam. Preghiamo:
Per la nostra comunità: voglia trasmettere con intelligenza e convinzione la fede che ha ricevuto. Preghiamo:
Per i ragazzi dei corsi di catechismo.
Per chi crede ancora, ma non pratica più.

Signore del cielo e della terra, domandi che ti cerchiamo con tutta la mente, che ci affidiamo a te con tutto il cuore. Accoglici nelle tue braccia, dove ti chiediamo di tenerci stretti quando ci vedi dubbiosi e frastornati. In Cristo Gesù nostro Signore. Amen.

Preghiera sulle offerte
Volgi il tuo sguardo, o Padre,
alle offerte della tua Chiesa,
e fa’ che partecipiamo con fede
alla passione gloriosa del tuo Figlio,
che ora celebriamo nel mistero.
Per Cristo nostro Signore.




Antifona di comunione
Il Signore è mio pastore, non manco di nulla;
in pascoli di erbe fresche mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce. (Sal 23,1-2)

Oppure:
I discepoli riconobbero Gesù, il Signore,
nello spezzare il pane. (Lc 24,35)


Preghiera dopo la comunione
Ti ringraziamo dei tuoi doni, o Padre;
la forza dello Spirito Santo,
che ci hai comunicato in questi sacramenti,
rimanga in noi e trasformi tutta la nostra vita.
Per Cristo nostro Signore.



Commento
Dio sarebbe a immagine di questo giudice duro, ingiusto, intrattabile, arbitrario? E la nostra preghiera dovrebbe assomigliare alla richiesta della povera vedova, talmente lancinante che finirà con “l’avere” Dio per stanchezza?
Che idea raccontarci storie simili! È che bisogna capire la storia esattamente nel significato che le dà Gesù: un fatto diverso, che non è proposto ad esempio ma che, al contrario, serve da contrasto: se un tale giudice finisce con lo stancarsi e col lasciarsi piegare, a maggior ragione Dio esaudisce le preghiere che gli sono rivolte. No, Dio non li fa attendere, farà giustizia senza tardare. Ne dedurremo che è inutile insistere? Ora, la parabola intende mostrare che bisogna sempre pregare, senza scoraggiarsi, gridare verso Dio giorno e notte. Ne dedurremo che Dio vuole “farsi pregare”, come si dice? No, due cose sono da tenere a mente: la prontezza di Dio nell’esaudire e la perseveranza necessaria nella preghiera. È ciò contraddittorio? Sì, fino al momento in cui si coglie che preghiera ed esaudimento sono due forme di un amore che non saprebbe arrestarsi. Tale è la fede di cui Gesù parla in chiusura: non un mezzo per fare pressioni, ma la fiducia nell’amore.