mercoledì 26 febbraio 2020

Panico negli USA dopo che aerei con scie chimiche sono stati abbattuti in India e Nigeria



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Campi Fema e sterminio di massa

Scie chimiche: la nuova pioggia?


NOTIZIA DEL 2017 (PASSATA SOTTO SILENZIO IN ITALIA), CHE ABBATTE IL MURO DI IPOCRISIA DEI MEDIA E DELLA POLITICA COMPLICE SULLE SCIE CHIMICHE...C'ENTRANO ANCHE LE MIRIADI DI BARE DI PLASTICA DEI CAMPI FEMA PER CASO? MAI ABBASSARE LA GUARDIA.... 


Analisti militari russi riportano oggi al Cremlino che le forze militari degli USA sono in “panico” per gli atterraggi forzati ordinati dalle Forze Aeree dell’India e Nigeria, di due aeromobili ucraini AN-124 (Foto in alto a sinistra) operati dalla Forza Aerea Statunitense, partiti dalla gigantesca e segreta base aerea di Diego Garcìa nell’oceano indiano.

Secondo queste informazioni, la Forza Aerea dell’Esercito della Liberazione del Popolo della Cina (PLAAF), notificò ai funzionari dell’intelligence di India e Nigeria circa la presenza di questi velivoli ucraini, operati dagli USA, e della crescente preoccupazione che gli Stati Uniti stiano spargendo “agenti biologici” in tutta l’atmosfera della Terra e che qualche funzionario cinese ritiene che sia un intento statunitense-europeo di portare a fine un genocidio di massa attraverso la diffusione del virus dell’influenza suina H1N1, il quale ha posto in pericolo tutta la popolazione mondiale.

Il primo aeromobile obbligato ad atterrare, continuano a segnalare queste notizie, fu sopra l’India quando un aereo AN-124 operato dagli USA cambiò il suo segnale di chiamata da civile a militare poiché si stava preparando ad entrare nello spazio aereo del Pakistan. Ciò scaturì una risposta immediata da parte della Forza Aerea Indiana (IAF) che lo obbligò ad atterrare a Bombay, mentre il secondo fu obbligato ad atterrare da un jet nigeriano di combattimento sequestrando, dunque, il velivolo ed arrestando l’equipaggio.

La cosa più strana riportata dalle informazioni su questi velivoli, presentate dalle agenzie di intelligence dell’India e della Nigeria, non fu tanto l’armamento che trasportavano, quanto il sistema di smaltimento che poteva contenere più di 45,000 kg (100,000 libbre) di gas supportata da una rete sofisticata di tubi che conducono attraverso i bordi d’uscita delle ali e da lì disperdere qualsiasi cosa ci fosse nei serbatoi attraverso il vapore.
“Furiose” richieste fatte dagli USA sia all’India che alla Nigeria per il dissequestro dei suoi aeromobili portarono i funzionari della Difesa del governo indiano a permettere che l’AN-124 catturato fosse rilasciato. La Nigeria, tuttavia, dovette essere “persuasa con la forza” a liberare il velivolo sotto sequestro quando dopo la sua risposta negativa nel farlo, subì l’esplosione di uno dei suoi oleodotti da parte dei molti gruppi terroristici che sono appoggiati dagli Usa e che operano in quel Paese.
Per i molteplici e conflittuali temi che si aggirano attorno alle scie chimiche, non si ha qui l’intenzione di parlarne con perizia in modo da poter esaminare la situazione in profondità, ma ci si attiene all’osservazione del fatto che l’organizzazione Sunshine Project (Progetto Raggio di Sole) con base statunitense nel 2002 accusò l’esercito americano di “essere arrivati alla fine di un’inchiesta su armi chimiche e di un programma per il loro sviluppo, violando così le leggi internazionali sul controllo delle armi” e segnalò:
“Il programma segreto del JNLWD (Direzione delle Armi Non Letali del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti), non si sta concentrando su agenti altamente letali come la VX o il sarin (un gas nervino). Ma piuttosto, l’enfasi è sulle armi chimiche “non letali” che debilitano. I consulenti scientifici del JNLWD definiscono come “non letale” il risultato di morte o di lesioni permanenti che ottiene 1 persona su 100 vittime (1) Il direttore delle ricerche del JNLWD disse su una rivista militare americana “Abbiamo bisogno di qualcosa di più che il gas lacrimogeno, come per esempio calmanti, agenti anestetici, che permettano alla gente di dormire o di essere di buon umore” (2) Queste armi hanno l’obiettivo di essere utilizzate contro “civili potenzialmente ostili”, durante operazioni anti-terroristiche, contro ribellioni ed altre operazioni militari.
L’obiettivo principale dell’operazione del JNLWD sta nell’uso delle droghe come armi, specialmente quelle indicate come “calmanti”, un termine militare che indica l’alterazione mentale o sonno indotto per mezzo di armi chimiche”.
È curioso notare, su questo programma segreto militare americano di rilasciare sui suoi cittadini “agenti calmanti”, come esso sembri funzionare poiché nessun’altra nazione al mondo è tanto docile e compiacente di fronte la propria distruzione come quanto gli Stati Uniti, i quali, solo in un esempio, permisero che il loro voto presidenziale per Al Gore potesse essere rubato da George Bush nelle elezioni del 2000. E, peggio ancora, nemmeno si resero conto che il loro attuale presidente Barack Obama, continua ad attuare le politiche illegali di Bush, includendo una delle leggi più pericolose per il popolo americano che permette al governo di poter arrestare una persona per sempre, e senza alcun giudizio di fronte al tribunale, se essa è accusata di essere “terrorista”.
Però, in quanto ai peggiori timori per il nostro mondo riguardo questi avvenimenti, come abbiamo già riportato prima, e se le agenzie di intelligence della Cina dovessero avere ragione su queste informazioni del piano americano per un genocidio globale, possiamo leggere ciò che riportò la giornalista investigativa austriaca, Jane Burgermeister, che la scorsa settimana ha denunciato accuse criminali assieme all’FBI contro l’Organizzazione Mondiale della Salute, (OMS), le Nazioni Unite (UN), delle quali si dice:

“Nelle sue accuse, Burgermeister presenta l’evidenza di atti di bio-terrorismo che violano la legge statunitense da parte di un gruppo che opera dentro gli Stati Uniti sotto la direzione di banchieri internazionali che controllano la Federal Reserve, così come la OMS, la ONU e la OTAN. Il bio-terrorismo ha il proposito di portare a compimento un genocidio di massa contro la popolazione americana per mezzo dell’uso di un virus influenzale pandemico geneticamente modificato con l’intenzione di causare morte. Questo gruppo ha annesso gli uffici delle alte sfere governative degli USA.
Specificamente, l’evidenza dimostra che gli accusati, Barack Obama, Presidente degli Stati Uniti, David Nabarro, Coordinatore per l’influenza dell’ONU, Margaret Chan, Direttore Generale della OMS, Kathleen Sibelius, Segretaria del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani, Janet Napolitano, Segretaria del Dipartimento di Sicurezza Interna, David De Rotschild, banchiere, David Rockefeller, banchiere, George Soros, banchiere, Werner Faymann, cancelliere dell’Austria, e Alois Stoger, Ministro della Salute dell’Austria Salud de Austria, tra tutti, fanno parte di questo sindacato criminale corporativo internazionale che ha sviluppato, prodotto, accumulato ed impiegato armi biologiche per eliminare la popolazione degli USA e degli altri Paesi per detenere ed ampliare il loro potere finanziario e politico.
Le accuse sostengono che codesti accusati cospirarono uno con l’altro ed altri ancora, per ideare, finanziare e partecipare alla fase finale della implementazione di un programma internazionale occultato da armi biologiche, coinvolgendo le compagnie farmaceutiche Baxter e Novartis. Ci riuscirono attraverso la bio-ingegneria e, in seguito, liberando agenti biologici letali, in particolare il virus dell’”influenza aviaria” e quello dell’”influenza suina” con lo scopo di avere un pretesto per implementare un programma di massicce vaccinazioni obbligatorie, rivelatosi il miglior mezzo per amministrare un agente biologico tossico e causare la morte o lesioni permanenti al popolo americano. Questa azione è una violazione diretta della Legge sull’Anti-Terrorismo e sulle Armi Biologiche”.
Per lo stesso popolo americano, forse, il peggio deve ancora avvenire poiché nuove fonti degli USA stanno segnalando che il suo Centro per il Controllo delle Malattie (CDC) ha ordinato una quantità senza precedenti, di 600 milioni di dosi di vaccino per l’influenza suina che sarà somministrato obbligatoriamente ai cittadini sotto la presente Emergenza di Salute Pubblica dell’Influenza Suina e non hanno nessun’altra opzione che sottoporvisi, altrimenti li aspetta la galera per 10 anni. Ciò che è strano di queste 600 milioni di dosi di vaccino, per quanto se ne sa adesso, è che è IMPOSSIBILE che si possa produrre alcun vaccino contro il virus H1N1 dell’influenza suina poiché esso continua a modificarsi, così come accertato da nuovi casi in Brasile e in Germania, che lo dimostrano chiaramente, e perfino negli stessi Stati Uniti dove un bambino dell’Oregon “identificato solamente come ‘minore di 5 anni’ morì il 15 giugno a causa del virus dell’influenza suina, come stabilito dagli esami dei laboratori della Salute Pubblica dello stato dell’Oregon. Il bambino ‘non presentava condizioni mediche soggiacenti conosciute e risultava avere la febbre da una paio di giorni’ per cui non fu ricoverato”.
Non è certo necessario dire che il popolo americano non ha alcuna idea del processo per elaborare qualunque tipo di vaccino contro l’influenza, che richiede più di un anno una volta che il virus ha smesso di mutare; ma di nuovo, mai più nessuno ha accusato questa gente di essere niente più che persone sciocche, somiglianti a pecore che continuano ad osservare la distruzione della loro grande nazione proprio per opera di coloro che essi stessi credono siano lì per aiutarli.
E per coloro che, come noi, continuano a gridare allarmi veritieri? Per quanto possa sembrare assurdo, rimane la triste realtà che coloro che dicono la verità verranno chiamati ‘bugiardi’, mentre i menzogneri verranno creduti. Neanche una sola volta si chiedono o mettono in dubbio ciò che i loro leader e mezzi di propaganda dicono loro di pensare o credere.

Scie chimiche: La verità sui filamenti di ricaduta, sono polimeri di origine militare

Nella seconda decade di ottobre sono caduti in molte zone d’Italia “strani” filamenti: la pioggia di fibre è stata talmente copiosa che molti cittadini, accortisi dell’anomalia, hanno allertato i Vigili del fuoco. Alcune testate, per lo più locali, hanno prima riportato la notizia con toni interrogativi, poi con incredibile tempestività, hanno riferito le “spiegazioni” fornite dagli “esperti”.

L’A.R.P.A., l’Agenzia regionale per le palle sull’ambiente”, ha sentenziato: “Trattasi di tele di ragni volanti. E’ il fenomeno dello spider ballooning: sono cioè fili di Aracnidi che, migrando, secernono fili”. No! E’ tutto falso. Non sono né i ragni né Spiderman a tessere questi grovigli appiccicosi. Ci chiediamo come l’A.R.P.A., cui sarebbero stati consegnati campioni di filamenti, abbia potuto eseguire le analisi così velocemente. Sono analisi, infatti, che richiedono tempi molto lunghi. Non si comprende come gli enti ufficiali, che impiegano ere geologiche per fornire responsi, abbiano potuto subito rassicurare (e circuire) l’opinione pubblica, divulgando l’esito (falso) degli esami.

Quelle precipitate sono dunque fibre polimeriche diffuse con gli aerei impegnati nelle attività di geoingegneria illegale.
Molti si chiedono per quale ragione i militari le disperdano: abbiamo in parecchi articoli analizzato la questione ed illustrato la composizione chimica dei filamenti. Essa NON coincide con la sericina, la proteina di cui sono formate le ragnatele. Mentre rinviamo alla lettura degli studi sottoelencati, rammentiamo le seguenti acquisizioni.

• I filamenti sono impiegati come vettori dei composti chimici, a loro volta usati per creare corridoi elettromagnetici.
• Le fibre, essendo costituite di materiali biocompatibili, si “legano” al D.N.A. degli esseri viventi, favorendone una ridefinizione genetica secondo nuovi parametri biologici, anzi biotecnologici.

I polimeri diffusi con gli aerei sono dannosissimi. Si consideri il caso del metanale.

Il metanale è un polimero particolarmente pericoloso che ha bisogno di un catalizzatore che, guarda caso, è costituito dai carbagammati.
I carbagammati sono di origine organica, della famiglia degli uretanici.

La reazione tra un gruppo amminico e biossido di carbonio permette la biosintesi del carbammato.

I carbammati costituiscono un gruppo importante di insetticidi: ne sono esempi il feniluretano, l'Aldicarb, il Carbofuran, il Fenoxycarb, il Sevin ed il Ethienocarb. Questi insetticidi agiscono causando inibizione della colinesterasi per inattivazione reversibile dell'enzima acetilcolinesterasi. Alcuni di questi composti sono molto tossici anche per gli esseri umani.

I poliuretani sono una classe di polimeri la cui struttura è formata da gruppi carbammato multipli. Questi materiali possiedono un'ampia varietà di proprietà e sono commercialmente disponibili come schiume, elastomeri e solidi.

Alcuni carbammati, come neostigmina, rivastigmina e meprobamato, sono usati in farmacoterapia come inibitori dell'enzima colinesterasi. L'uretano etilico (C2H5-O(CO)-NH2) è dotato di proprietà anestetiche generali ed anche mutagene. E' stato usato in passato nella terapia del mieloma multiplo, perché dotato di proprietà alchilanti del D.N.A. Oggi è stato del tutto abbandonato, poiché troppo tossico e riconosciuto anche dotato di proprietà cancerogene, soprattutto per il polmone e lo stomaco.

La formazione di un carbammato costituisce un utile gruppo protettivo adoperato nella sintesi chimica delle proteine per proteggere gruppi amminici che non si vuole far reagire. È stabile nelle condizioni di reazione e può essere successivamente facilmente rimosso per idrolisi.

IN SINTESI

I carbammati sono convenientemente sintetizzati per reazione di alcoli o fenoli con un isocianato o, in alternativa, per reazione di un gruppo amminico con un estere dell'acido cloroformico. Nel caso si impieghi un alcool o un fenolo, la reazione può così schematizzarsi:

R-N=C=O + R'-OH ? R-NH(CO)O-R'

Usando, invece, un cloroformiato, ottenuto per reazione del fosgene con un alcol o fenolo, lo schema di reazione è il seguente:

R-O(CO)Cl + R'-NH2 ? R-O(CO)NH-R'

L'inibizione della colinesterasi è stata associata all'esposizione a pesticidi oranofosfati e carbamati, fin dalla loro creazione durante la Prima e Seconda guerra mondiale. Tipicamente, essi provocano gravi disturbi neurologici che conducono alla paralisi non solo negli insetti, ma anche negli esseri umani. L'esposizione avviene solitamente attraverso l'uso improprio di dispositivi per la diffusione di pesticidi oppure attraverso l'irrorazione aerea (scie chimiche). Gli effetti dell'inibizione della colinesterasi per esposizione cronica o esposizione intensa e reiterata si traducono in un'inibizione delle attività dell'enzima acetil-colinesterasi (AchE). L'integrazione di nanoparticelle in vari materiali nanocompositi, come gli idrogel aerei ed altre simili sostanze usate nelle irrorazioni aeree, nella modificazione del tempo atmosferico e nella dispersione di nanosensori (M.E.M.S. n.d.r.), comportano nell'individuo l'inibizione della colinesterasi fino al 96.2% nonché la presenza in quantità rilevabile di materiali nanocompositi. Ciò a conferma delle scoperte pubblicate dalla Ocean University (Cina) nel numero di giugno 2009, sulla rivista Chemical sensitivities (Sensibilità chimica), secondo cui le nano particelle sono 100 volte più tossiche di una singola molecola di pesticida, come il malathion, il propoxopur o il benomyl.

Un approfondito studio referato, a cura della tossicologa Dottoressa Hildegarde Staninger, si può leggere qui.

La verità è questa: quanto, invece, si legge sui siti istituzionali è una ragnatela di sciocchezze e di bugie, un intrico in cui sono rimasti impigliati i negazionisti e le istituzioni tutte.

Che cosa scrivevano costoro qualche anno addietro, quando il fenomeno della Geoingegneria clandestina non era ancora conclamato? Il C.I.C.A.P., contraddicendo sé stesso, nel 1999 stabilì quanto segue:

“I risultati riportati in tabella indicano che il campione di "capelli d'angelo" non può essere identificato con alcuno dei materiali riportati. Tale risultato permette comunque di escludere le ipotesi preliminari. Relativamente al campione esaminato, si può dunque concludere:

- non si tratta di tela di ragno;
- non si tratta di cellulosa o di materiali simili alla cellulosa (il che esclude la possibilità che si tratti di lana di pioppo o di rayon)”.


All’interno trovi i links dei seguenti argomenti:


- Analisi di fibre contenute nelle scie (articolo di FMM Research team), 2007)

- Le ragne del diavolo, 2007

- Ragnatele simili a quelle di ragno cadute a Venezia (Italia), 2007

- Ragnatele a confronto, 2007

- Ulteriori analisi sui polimeri di Mondovì, 2007

- Analisi dei filamenti di ricaduta: sono polimeri artificiali!, 2009

- Filamenti di polimeri già nel 2002: il caso di Alessandria, 2009

LITURGIA DEL GIORNO: SACRE CENERI

Mercoledì delle Ceneri

Risultato immagini per sacre ceneri 2020

Grado della Celebrazione:
Colore liturgico: Viola

Antifona d'ingresso
Tu ami tutte le tue creature, Signore,
e nulla disprezzi di ciò che hai creato;
tu dimentichi i peccati di quanti si convertono
e li perdoni,
perché tu sei il Signore nostro Dio. (cf. Sap 11,23-26)

Si omette l’atto penitenziale, perché è sostituito dal rito di imposizione delle ceneri.

Colletta
O Dio, nostro Padre,
concedi al popolo cristiano
di iniziare con questo digiuno
un cammino di vera conversione,
per affrontare vittoriosamente
con le armi della penitenza
il combattimento contro lo spirito del male.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Gl 2,12-18)
Laceratevi il cuore e non le vesti.


Dal libro del profeta Gioèle

Così dice il Signore:
«Ritornate a me con tutto il cuore,
con digiuni, con pianti e lamenti.
Laceratevi il cuore e non le vesti,
ritornate al Signore, vostro Dio,
perché egli è misericordioso e pietoso,
lento all’ira, di grande amore,
pronto a ravvedersi riguardo al male».
Chi sa che non cambi e si ravveda
e lasci dietro a sé una benedizione?
Offerta e libagione per il Signore, vostro Dio.
Suonate il corno in Sion,
proclamate un solenne digiuno,
convocate una riunione sacra.
Radunate il popolo,
indite un’assemblea solenne,
chiamate i vecchi,
riunite i fanciulli, i bambini lattanti;
esca lo sposo dalla sua camera
e la sposa dal suo talamo.
Tra il vestibolo e l’altare piangano
i sacerdoti, ministri del Signore, e dicano:
«Perdona, Signore, al tuo popolo
e non esporre la tua eredità al ludibrio
e alla derisione delle genti».
Perché si dovrebbe dire fra i popoli:
«Dov’è il loro Dio?».
Il Signore si mostra geloso per la sua terra
e si muove a compassione del suo popolo.

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 50)
Rit: Perdonaci, Signore: abbiamo peccato.

Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquità.
Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro.

Sì, le mie iniquità io le riconosco,
il mio peccato mi sta sempre dinanzi.
Contro di te, contro te solo ho peccato,
quello che è male ai tuoi occhi, io l’ho fatto.

Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non scacciarmi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito.

Rendimi la gioia della tua salvezza,
sostienimi con uno spirito generoso.
Signore, apri le mie labbra
e la mia bocca proclami la tua lode.

SECONDA LETTURA (2Cor 5,20-6,2)
Riconciliatevi con Dio. Ecco ora il momento favorevole.


Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Fratelli, noi, in nome di Cristo, siamo ambasciatori: per mezzo nostro è Dio stesso che esorta. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio. Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio.
Poiché siamo suoi collaboratori, vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio. Egli dice infatti:
«Al momento favorevole ti ho esaudito
e nel giorno della salvezza ti ho soccorso».
Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza!

Parola di Dio

Canto al Vangelo (Sal 94,8)
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Oggi non indurite il vostro cuore,
ma ascoltate la voce del Signore.
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!

VANGELO (Mt 6,1-6.16-18)
Il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.


+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli.
Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipòcriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando pregate, non siate simili agli ipòcriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipòcriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».

Parola del Signore

Preghiera dei fedeli
Il Signore che vede nel segreto, ci ha convocati nel segno delle sacre ceneri, perchè iniziamo il cammino quaresimale di conversione e riconciliazione con umiltà e gioia, confidando nella sua infinita misericordia. A lui rivolgiamo la nostra preghiera, dicendo:
Converti il nostro cuore, Signore.

Perchè la Chiesa, che annuncia e celebra il perdono di Dio, sia nel mondo segno e strumento di riconciliazione. Preghiamo:
Perchè le comunità cristiane che si esercitano nel digiuno quaresimale, sappiano condividere le ansie, le povertà e le speranze degli uomini di oggi. Preghiamo:
Perchè i poveri e i sofferenti ricevano il conforto dell'aiuto fraterno e partecipino con gioia al cammino di speranza del popolo di Dio. Preghiamo:
Perchè il richiamo delle sacre ceneri alla condizione mortale dell'uomo e alla precarietà delle sue conquiste, favorisca l'incontro con Dio, vera fonte di vita e di salvezza. Preghiamo:
Perchè l'ascolto della Parola, la conversione, la preghiera, gli impegni battesimali, la carità rinnovino profondamente i nostri rapporti con Dio e i fratelli. Preghiamo:
Perchè questo rito non rimanga staccato dalla vita quotidiana.
Per i ragazzi e i giovani che partecipano con proprie iniziative alla quaresima di fraternità.

Accogli, Padre santo, le nostre preghiere, e fa' che siamo fedeli agli impegni che oggi assumiamo, per essere trovati degni di partecipare, al termine di questo tempo di grazia, all'incontro con Cristo nostro Signore. Amen.

Preghiera sulle offerte
Accogli, Signore, questo sacrificio,
col quale iniziamo solennemente la Quaresima,
e fa’ che mediante le opere di carità e penitenza
vinciamo i nostri vizi
e liberi dal peccato
possiamo celebrare la Pasqua del tuo Figlio.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.

PREFAZIO DI QUARESIMA IV
I frutti del digiuno

È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno.
Con il digiuno quaresimale
tu vinci le nostre passioni, elevi lo spirito,
infondi la forza e doni il premio,
per Cristo nostro Signore.
Per questo mistero si allietano gli angeli
e per l’eternità adorano la gloria del tuo volto.
Al loro canto concedi, o Signore,
che si uniscano le nostre umili voci
nell’inno di lode: Santo...


Antifona di comunione
Chi medita giorno e notte
sulla legge del Signore,
al tempo opportuno porterà il suo frutto. (Sal 1,2-3)

Oppure:
“Prega il Padre tuo nel segreto
ed egli ti ricompenserà” (Mt 6,6)


Preghiera dopo la comunione
Questo sacramento che abbiamo ricevuto, o Padre,
ci sostenga nel cammino quaresimale,
santifichi il nostro digiuno
e lo renda efficace per la guarigione del nostro spirito.
Per Cristo nostro Signore.



Commento
Il mercoledì delle Ceneri, la cui liturgia è marcata storicamente dall’inizio della penitenza pubblica, che aveva luogo in questo giorno, e dall’intensificazione dell’istruzione dei catecumeni, che dovevano essere battezzati durante la Veglia pasquale, apre ora il tempo salutare della Quaresima.
Lo spirito comunitario di preghiera, di sincerità cristiana e di conversione al Signore, che proclamano i testi della Sacra Scrittura, si esprime simbolicamente nel rito della cenere sparsa sulle nostre teste, al quale noi ci sottomettiamo umilmente in risposta alla parola di Dio. Al di là del senso che queste usanze hanno avuto nella storia delle religioni, il cristiano le adotta in continuità con le pratiche espiatorie dell’Antico Testamento, come un “simbolo austero” del nostro cammino spirituale, lungo tutta la Quaresima, e per riconoscere che il nostro corpo, formato dalla polvere, ritornerà tale, come un sacrificio reso al Dio della vita in unione con la morte del suo Figlio Unigenito. È per questo che il mercoledì delle Ceneri, così come il resto della Quaresima, non ha senso di per sé, ma ci riporta all’evento della Risurrezione di Gesù, che noi celebriamo rinnovati interiormente e con la ferma speranza che i nostri corpi saranno trasformati come il suo.
Il rinnovamento pasquale è proclamato per tutta l’umanità dai credenti in Gesù Cristo, che, seguendo l’esempio del divino Maestro, praticano il digiuno dai beni e dalle seduzioni del mondo, che il Maligno ci presenta per farci cadere in tentazione. La riduzione del nutrimento del corpo è un segno eloquente della disponibilità del cristiano all’azione dello Spirito Santo e della nostra solidarietà con coloro che aspettano nella povertà la celebrazione dell’eterno e definitivo banchetto pasquale. Così dunque la rinuncia ad altri piaceri e soddisfazioni legittime completerà il quadro richiesto per il digiuno, trasformando questo periodo di grazia in un annuncio profetico di un nuovo mondo, riconciliato con il Signore.

La Norimberga del comunismo. In memoriam di Vladimir Bukovskij


(Renato Cristin) Esattamente quattro mesi fa, il 27 ottobre 2019, si interrompeva il sentiero esistenziale di Vladimir Bukovskij, stroncato purtroppo da un attacco cardiaco, solo una decina di giorni prima del trentesimo anniversario della caduta del muro di Berlino, data in cui avevamo pensato di lanciare l’iniziativa alla quale abbiamo lavorato insieme in quelli che sono purtroppo diventati gli ultimi mesi della sua vita.

Gli avevo infatti scritto, nell’estate 2019, ricordandogli l’idea di cui mi aveva parlato nel 2005 a Berlino, di istituire una Norimberga per il comunismo. Egli ne fu entusiasta e decidemmo di redigere insieme un documento (reso pubblico il 7 novembre in una conferenza stampa che si è tenuta a Roma presso il Senato della Repubblica, e in poche settimane abbiamo ricevuto l’adesione di alcune centinaia di personalità di tutto il mondo, esponenti di vari partiti politici e anche di persone estranee alla politica, musicisti e letterati, studiosi e docenti universitari, giornalisti e intellettuali, imprenditori e manager, esponenti delle varie professioni. Ora, nella memoria di Vladimir Bukovskij, la cui scomparsa ci addolora e ci impegna, stiamo proseguendo su quella via, onorandone il cammino di libertà e di verità.

La sua vicenda intellettuale e politica è stata infatti sempre segnata dal bisogno di verità, da quell’istanza che prima ancora di essere scientifica o culturale è di carattere etico, soprattutto nel suo caso, quando si è trattato di denunciare, pur consapevole delle ritorsioni alle quali si sarebbe esposto, quello spaventoso sistema di coercizione e di violenza, di negazione della libertà che il regime sovietico aveva instaurato. Da quando poco più che ventenne, nel 1963, fu arrestato dal KGB, fino alla sua liberazione-espulsione nel 1976, iniziò per lui la tragedia dell’incarcerazione continua, la via crucis dei penitenziari, nella quale al carcere classico si alternarono gli ospedali psichiatrici, quelli duri, manicomi criminali concepiti con sadismo ideologico non per far scontare una pena o per riabilitare, ma per annullare la mente dei detenuti. Ma Vladimir non era né pazzo né delinquente, bensì soltanto un uomo libero, che voleva vivere da uomo libero, all’interno di un apparato che temeva anche soltanto la parola «libertà», perché essa si coniugava con l’altra parola terribile e impronunciabile: «verità». Libertà e verità erano per Bukovskij come armi, ma in mani troppo fragili per poter vincere l’onnipresente controllo del linguaggio e la soppressione di ogni critica, troppo umane per contrastare il disumano potere sovietico. Fu quindi condannato per l’uso che il regime considerava improprio, ma che in realtà era troppo proprio, della libertà e della verità.

Stoicamente e, diciamolo pure, eroicamente, egli ha opposto a quel regime criminale tutta la resistenza che la sua forza mentale e morale poteva fornirgli, ma non sappiamo quanto ancora avrebbe potuto reggere a quella pressione psico-fisica inaudita, finché una mossa della provvidenza fece metaforicamente incrociare l’anti-comunista Bukovskij con l’anti-comunista Pinochet: un intellettuale imprigionato nel Gulag sovietico per aver testimoniato la verità, e un militare disprezzato dagli intellettuali occidentali per essersi assunto il terribile compito di difendere la libertà del suo paese dall’aggressione dell’internazionale comunista fomentata e foraggiata in primo luogo proprio dall’Unione Sovietica. A portare alla liberazione di Bukovskij fu infatti l’accordo fra il segretario generale del PCUS Brežnev e il generale Pinochet per uno scambio alla pari: Bukovskij per Luis Corvalán, un ormai sempre più scomodo dissidente russo per il capo dei comunisti cileni, detenuto da due anni e mezzo per insurrezione armata. Lo scambio avvenne nel dicembre del 1976 a Zurigo, da dove poco dopo Bukovskij raggiunse l’Inghilterra, la città di Cambridge, antichissima sede universitaria e come tale simbolo imperituro di quella libertà e verità che finalmente avevano per lui riacquistato il loro senso originario: semantico e filosofico, storico e scientifico, pragmatico ed etico.

Di quel mondo rovesciato e infernale che Solženicyn ha definito «arcipelago Gulag», Bukovskij è stato infatti una vittima e uno dei grandi accusatori, uno dei maggiori studiosi per esperienza diretta: internato per dodici anni (sia pure non ininterrottamente) nelle carceri psichiatriche, gironi non immaginari come quelli dell’inferno dantesco, ma crudelmente e cruentemente reali, nei quali la vita era un incubo da cui non ci si risvegliava, non ci si poteva svegliare, perché era la realtà stessa.

Quello che Bukovskij ha definito «il sistema della criminalizzazione di ogni opinione che si differenziasse da quella dominante», era il meccanismo per la sistematica distruzione di ogni energia che potesse minacciare il potere comunista, uno strumento di annientamento radicale e totale, come egli affermò con una chiarezza agghiacciante in una memorabile conferenza berlinese del 2005: il sistema comunista e il suo braccio letale, il Gulag, erano «la via per riplasmare l’intero tessuto della società; tutti gli strati della popolazione venivano annientati e rielaborati fino alla morte nel Gulag. E normalmente erano le persone migliori: così, come esito della dittatura comunista, perdemmo i migliori agricoltori, i migliori operai, i migliori artigiani, i migliori intellettuali, i migliori in ogni professione, in ogni ambito di lavoro e di vita. Fu un genocidio; non c’è altro nome per questo».

Usando la parola genocidio, Bukovskij vuole indicare la volontà di annichilimento delle coscienze oltre che delle persone in carne ed ossa, perché un popolo si elimina anche disgregandone la coscienza, distruggendone l’identità. Questo è il senso originario del genocidio comunista, il male che si annida fin nel primo anello della catena genetica della sua ideologia. Questo è il senso autentico del Gulag. Questo è il male che Bukovskij ha svelato e combattuto, e nel suo sforzo titanico sta la grandezza morale prima ancora che culturale o politica del suo impegno civile, di tutta la sua esistenza. In questo egli era socratico e al tempo stesso realista: il bene non si raggiunge semplicemente praticandolo, ma anche opponendosi al male, e poiché quest’ultimo è privo di scrupoli morali, combatterlo è un atto di suprema moralità, perché è espressione di una giustizia universale che, a sua volta, esprime l’essenza ideale della vita sociale e dell’essere umano in generale.

I non pochi squallidi intellettuali che ancora oggi pontificano sulla intrinseca bontà delle intenzioni del comunismo e sugli involontari esiti negativi dei suoi esperimenti di applicazione, sul fine positivo dell’idea comunista e sull’inevitabilità dei mezzi violenti per realizzarla, dovrebbero vivere le esperienze di Bukovskij o almeno leggere le sue opere, insieme a quelle di molti altri dissidenti e perseguitati dei vari regimi comunisti, di quelli implosi e di quelli ancora vegeti sparsi nel mondo.

Il cosiddetto «socialismo reale» non è, come quegli intellettuali sostengono, un aborto della teoria marxista-leninista o la forma istituzionale del carattere dittatoriale dello stalinismo, ma è la forma politico-statuale con la quale tale teoria doveva logicamente e necessariamente concretizzarsi. Quindi, la critica al socialismo reale, cioè all’Unione Sovietica, ai suoi Stati satelliti (ma anche a tutti i governi, anche attuali, ispirati a tale teoria), deve implicare, fin dall’inizio e fino in fondo, la critica dell’ideologia comunista.

Di tutto ciò Vladimir Bukovskij era tanto convinto che, proprio nel corso di quel convegno berlinese del 2005, dedicato alla memoria dei totalitarismi (e che fu l’edizione tedesca del Memento Gulag creato da Dario Fertilio e da Bukovskij stesso), egli mi parlò dell’idea di istituire una Norimberga del comunismo, che potesse portare a un giudizio storico e morale di condanna, analogo a quello che ha giustamente condannato e definitivamente bandito il nazismo dal mondo civile. Un’iniziativa necessaria per depurare la coscienza storica collettiva dalle tossine che l’ideologia comunista ha sparso ovunque e per riequilibrare la coscienza morale del mondo occidentale, di quel mondo libero che troppo spesso, per pigrizia o per malafede, nasconde la verità del comunismo, occultando la criminogena essenza di un’ideologia ancora attiva e letale.

Ecco dunque la motivazione, etica prima ancora che storica e politica, della Norimberga del comunismo, che ora diventa una obbligazione morale anche nei confronti del suo ideatore.

La pagina web per leggere e firmare l’appello è: https://nuremberg.vladimirbukovsky.com/.

Coronavirus: chiese chiuse, bar e centri commerciali aperti


LA SCUSA DEL CORONAVIRUS PER CHIUDERE LE CHIESE IN PERIDO PRE-PASQUALE DI QUARESIMA. NON FACCIAMOCI INGANNARE!!! 


(Mauro Faverzani) Nessun Comune della provincia di Cremona rientra nella «zona rossa», che ha viceversa bloccato ingressi e uscite in e dai Comuni delle province di Codogno e Lodi. Cremona non è isolata. Nella piazza principale, pur con alcune limitazioni orarie, i bar sono aperti, molti si fermano a bere un caffè tra amici, seduti serenamente ai tavolini, fanno capannello nei pressi dell’edicola, passeggiano spensierati, pochi sono muniti di mascherina, unico indizio di una città in allerta per la degenza presso il locale ospedale di due casi accertati di coronavirus «Covid-19» e di altri tre provenienti dal Lodigiano.

In funzione preventiva, come nelle altre realtà lombarde, il Sindaco di Cremona, Gianluca Galimberti, con un’ordinanza ha chiuso tutte le scuole per un paio di settimane, sospeso il mercato pubblico, le manifestazioni sportive e gli eventi pubblici. Chiuse anche le università e i cinema. In Prefettura si riunisce periodicamente il Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, per monitorare costantemente la situazione. I centri commerciali però, pur essendo luoghi di aggregazione per eccellenza, senz’altro tra i più frequentati, sono affollati, i negozi pieni e le farmacie stracolme, soprattutto di gente a caccia di mascherine e disinfettanti, peraltro già esauriti ovunque: e tutto questo in quanto la stessa Prefettura non ha ravvisato, al momento, «elementi tali» da determinare la «chiusura di imprese o di esercizi commerciali», che dovranno tenere le serrande abbassate solo di sabato e domenica, trovandosi ora Cremona in «zona gialla». Eppure, con sorprendente tempestività, già sabato scorso il Vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni, ha disposto in tutta la Diocesi l’immediata sospensione di qualsiasi celebrazione della Santa Messa a qualsiasi ora di qualsiasi giorno, festivo o feriale che sia, dispensando «i fedeli dall’obbligo del precetto festivo». Ma non solo: allo stesso modo ha cancellato catechesi, incontri di preghiera o eventi culturali e chiuso gli oratori, blindatissimi «fino a nuova disposizione». La stessa celebrazione dei funerali «è consentita invitando i familiari a circoscrivere la partecipazione ai soli parenti stretti».

Il giorno dopo un’ordinanza, firmata dal ministro della Salute, Speranza, e dal presidente di Regione Lombardia, Fontana, ha disposto sì la sospensione di tutte le manifestazioni pubbliche, «comprese le cerimonie religiose», ma solo nei Comuni della “zona rossa”, quelli cioè isolati ovvero Codogno, Castiglione d’Adda, Casalpusterlengo, Fombio, Somaglia, Bertonico, Terranova dei Passerini, Castelgerundo e San Fiorano. Non Cremona, dove paradossalmente si può fare l’aperitivo con gli amici, trovarsi in pizzeria e recarsi al centro commerciale, ma non ricevere l’Eucaristia, né riunirsi in chiesa in preghiera, per chiedere protezione contro il coronavirus. Incredibile, eppure paradigmatico: l’esempio di mons. Napolioni ha fatto “scuola” ed è stato, infatti, seguito a ruota anche dal Vescovo di Piacenza, mons. Gianni Ambrosio, e dall’arcivescovo metropolita di Milano, mons. Mario Delpini, che pure hanno chiuso al culto edifici sacri ed oratori, sospendendo di conseguenza anche le funzioni quaresimali. Prevedibilmente altri seguiranno.

Al confronto più lungimirante appare persino la diocesi di Hong Kong, dove, pur a fronte di ben altra emergenza rispetto a quella italiana, quanto meno parrocchie e cappelle sono rimaste aperte e sono state organizzate adorazioni quotidiane del Santissimo Sacramento, per invocare la fine del pestilenziale morbo. Inoltre viene assicurata la celebrazione di matrimoni e funerali.

San Gregorio Magno, nel 590, a fronte della grave epidemia di peste, che colpì Roma, decimando la popolazione, per implorare l’aiuto divino promosse una solenne processione per tre giorni consecutivi presso la basilica di Santa Maria Maggiore. Ed il morbo scomparve, come annunciatogli dall’Arcangelo Michele, che, in cima alla Mole Adriana, gli apparve nell’atto di rinfoderare la spada.

Fu addirittura l’autorità civile ovvero il Senato palermitano, invece, a sostenere, il 9 giugno 1625, contro la peste dilagante, la processione pubblica promossa dal cardinale arcivescovo Giannettino Doria con l’arca contenente le ossa di Santa Rosalia, come disposto dalla stessa Santa apparsa a Vincenzo Bonelli. Processione, che valse a debellare il morbo. Gli esempi potrebbero continuare… C’è anche chi va controcorrente, come informa il blog Messainlatino: il vescovo di Reggio Emilia-Guastalla, mons. Massimo Camisasca, anziché chiudere le chiese, ha invitato tutti i fedeli ad unirsi a lui nella recita, lunedì scorso, del Santo Rosario nella Basilica della Ghiara, invocando la protezione della Beata Vergine Maria per il popolo cinese colpito dal coronavirus, per gli ammalati ed affinché l’epidemia venga tenuta lontana dall’Italia.

Se San Gregorio Magno ed il card. Doria avessero ragionato come i Vescovi di Cremona, Piacenza e Milano, mai sarebbero state fatte le processioni e la peste, anziché essere fermata, avrebbe proseguito indisturbata nella propria azione devastatrice. Oggi, però, anziché riunire i fedeli nelle chiese per pregare Dio d’esser risparmiati dall’epidemia, magari anche con l’adorazione al Santissimo Sacramento, c’è chi preferisce darsi alla fuga, urlando «si salvi chi può». Ma non v’è fuga che tenga per chi si dimentichi di Dio.