CRISI 2020. COSA FARE?
Pare che la banca non sia più un deposito sicuro dove lasciare il proprio denaro, visto che a partire dal 1° gennaio 2016 ogni istituto di credito dovrà recepire la direttiva 2014/59/Ue, una legge per la quale se una banca che va male non viene più salvata dallo Stato, ma preleverà forzosamente il denaro dai conti correnti della gente.
Come funziona di preciso questo meccanismo e quali misure concrete possiamo attuare per evitare di venir derubati dei nostri risparmi? In questo articolo capiremo insieme se esiste un posto sicuro per i nostri soldi, in modo che siano intoccabili, giocando d'anticipo sulle furbate delle banche.
La legge spiegata in modo semplice
Questa direttiva, che risale al 12 giugno 2014, ma che è stata recepita solo ora dall'Italia, è Estremamente Lunga e Complessa da leggere. Comprendendone il significato e facendone un riassunto conciso, si estrapolano le seguenti informazioni: se una certa autorità competente (tipicamente la Banca Centrale Europea) si accorge che la nostra banca è in sofferenza o ci sono segnali che fanno pensare che potrebbe esserlo nel prossimo futuro, allora interviene perché venga messo in pratica un piano di risanamento, ovvero una sorta di piano d'emergenza che ogni banca è obbligata a prevedere.
Per noi poveri risparmiatori, che crediamo che la banca sia un "deposito sicuro" dove lasciare il nostro denaro, c'è ora un grosso pericolo, perché questa normativa prevede che: "azionisti e creditori sostengano una quota delle perdite per salvare la banca".
Quello che succede quindi è che se la banca va male o sta per fallire, per salvarsi prederà i soldi (un massimo del 7% del suo debito) prima da chi detiene azioni, poi da chi detiene obbligazioni e alla fine addirittura dai normali conti correnti delle persone. Quest'ultimo caso è quello che ci inquieta maggiormente perché va a pesare su un comune risparmiatore che vede la banca solo come un deposito sicuro dove tenere il proprio denaro. Va precisato che per ora è previsto che vengano fatti prelievi solo dai conti corrente superiori ai 100.000 euro, tuttavia dobbiamo stare molto attenti, perché anche in Germania inizialmente c'era questa soglia, che poi è stata abbassata a 30.000! E' la solita vecchia storia per farci digerire leggi ingiuste e pericolose un po' alla volta: se tutto d'un colpo ci proponessero una legge altamente penalizzante, sicuramente protesteremmo, ma se questa legge invece viene introdotta gradualmente e un po' alla volta abbassata l'asticella, allora l'accetteremo senza fare troppo rumore.
Leggendo il testo della normativa ho trovato però una piccola frase, molto interessante, che spiega come l'intervento risolutivo della banca centrale deve rispettare la norma per cui "i depositi protetti devono essere rispettati".
Esiste quindi un modo per lasciare i soldi in banca e, in caso di fallimento, non perdere un centesimo; una sorta di deposito sicuro, o forse più di uno, nel quale possiamo trasferire il nostro denaro! Forse esistono delle tipologie di conto che sono esenti dai prelievi forzati. Nel prossimo capitolo vedremo di cosa si tratta.
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Quali sono i depositi sicuri
L'azione per la quale è previsto il prelievo dal nostro conto corrente si chiama bail-in. Nella normativa si legge che: "Per tutelare i titolari di depositi protetti, lo strumento del bail-in non dovrebbe applicarsi ai depositi protetti ai sensi della direttiva 2014/49/UE del Parlamento europeo e del Consiglio". Ma cosa si intende per depositi protetti (sicuri)?
I depositi sicuri oltre i 100.000 euro sono:
I depositi derivanti da operazioni su beni immobili relative a proprietà residenziali private, ad esempio il denaro ricevuto come mutuo per acquistare una casa.
I depositi che soddisfano talune esigenze di carattere sociale fissate nel diritto nazionale e che sono collegati a particolari eventi della vita di un depositante quali il matrimonio, il divorzio, il pensionamento, il licenziamento, l'esubero, l'invalidità o il decesso.
I depositi che soddisfano talune esigenze di cui al diritto nazionale e che sono basati sul pagamento di prestazioni assicurative o indennizzi per lesioni personali dolose o ingiusta condanna.
Secondo la legge quindi solo i conti corrente legati a situazioni particolari sono esenti dal prelievo forzato, cioè conti correnti dove abbiamo ricevuto il mutuo, la pensione, l'invalidità, indennizzi di qualsiasi tipologia e la disoccupazione. Purtroppo però la legge dice che "gli Stati membri assicurano che questi depositi siano protetti per almeno tre mesi e per un massimo di 12 mesi, dopo l'accredito dell'importo o a decorrere dal momento in cui tali depositi diventano legalmente trasferibili", pertanto non si tratta nemmeno di una sicurezza costante nel tempo.
Anche chi ha un conto che rientra in queste categorie "protette" rischia di essere soggetto al prelievo forzato se tiene i soldi lì per più di dodici mesi.
Nemmeno i cosiddetti "depositi sicuri" sono quindi veramente sicuri, pertanto non rimane che ingegnarci e trovare qualche trucchetto per mettere il denaro al sicuro.
Trucchi per un deposito sicuro
Le cassette di sicurezza
Ogni banca possiede un caveau che può ospitare un certo numero di cassette di sicurezza. Si tratta di una sorta di piccole casseforti dotate di allarme, la cui apertura avviene attraverso l'ausilio di una chiave o di un codice elettronico, dove possiamo conservare in modo sicuro i nostri beni. Le cassette di sicurezza si affittano, per cui possederne una significa pagare un fisso all'anno, solitamente intorno ai 100 euro.
Sono un'ottima soluzione anche per conservare denaro contante perché, nonostante tutte le norme antiriciclaggio introdotte negli ultimi anni, il suo contenuto rimane nascosto a tutti, anche al fisco, che può solo richiedere informazioni relative alla frequenza degli accessi e all'eventuale stipula di assicurazioni aggiuntive rispetto a quelle standard.
Questo fa in modo che le cassette di sicurezza siano a tutti gli effetti un deposito sicuro da cui le banche non possono fare prelievi forzati nel caso in cui siano in sofferenza.
Avere più conti corrente
Un'altra buona strategia per un deposito sicuro fai da te è quella di aprire più conti corrente presso diverse banche. Oggi sono diversi gli istituti di credito, soprattutto online, che hanno conti correnti a zero spese, cioè posti dove possiamo lasciare i soldi senza rimetterci. Se ne possediamo più di uno e suddividiamo il nostro denaro, avremo aggirato il problema, perché i prelievi forzosi avvengono sempre sopra una certa soglia. Se possediamo più conti potremo spostare il denaro da un conto all'altro in modo da non superare mai la soglia prevista, e tenere al sicuro i risparmi.
Avere più conti a costo zero è anche un buon modo per risparmiare: se psicologicamente ci imponiamo di non prelevare mai da un certo conto, saremo più propensi ad evitare l'acquisto del superfluo.
Spostare soldi all'estero
Una buona idea per mettere denaro al sicuro può essere quella di aprire un conto corrente all'estero ed esportare un po' di capitali, azione che è assolutamente legale e che può essere eseguita senza dichiarare nulla se la cifra ci muoviamo è inferiore ai 10.000 euro. Bisogna però ricordarci che, se siamo residenti in Italia, ogni anno è necessario dichiarare le somme che deteniamo all'estero. Sull'argomento ho scritto un lungo e completo articolo su come Trasferire e Dichiarare Legalmente Soldi all'Estero.
Come si capisce se una banca è solida
Può essere interessante capire se la nostra banca è più o meno solida e se quindi i nostri soldi si trovano all'interno di un deposito sicuro oppure se dobbiamo incominciare a mettere in pratica questi suggerimenti per tutelarci ed evitare che il fallimento dell'istituto gravi sulle nostre finanze.
Ci sono tecniche abbastanza complesse e sicure che ci danno una buona visione sulla solidità della nostra banca, ma la più semplice e alla portata di tutti è la valutazione del Common Equity Tier 1, ovvero il rapporto tra i soldi che sono stati versati in banca dalla gente e quanti soldi disponibili ha veramente la banca. Sappiamo tutti che le banche investono e prestano denaro, ma devono comunque averne a sufficienza per pagare chi rivuole indietro i propri soldi, altrimenti significa che la banca ha investito male ed è in perdita.
La BCE stabilisce periodicamente quale deve essere il Common Equity Tier 1 (italianizzato in Patrimonio di vigilanza) e per il 2015 è stato fissato almeno al 9%. Ogni banca deve esprime questo valore (un rapporto percentuale) nel suo bilancio annuale, che possiamo consultare pubblicamente sul sito web del nostro istituto bancario, per cui ogni anno possiamo valutare se i nostri soldi sono o meno al sicuro, e decidere se spostarli.
Ad esempio nell'ultimo rapporto disponibile sul sito della mia banca (un PDF) ricercando la frase "Patrimonio di vigilanza", si trova questa valutazione:
Pertanto possiamo considerarlo a tutti gli effetti un deposito sicuro.
Va poi aggiunto che questi dati risalgono sempre all'anno precedente, quindi ci vuole tempo perché vengano recepiti e valutati, pertanto abbiamo tutto il tempo per correre ai ripari. Se guardiamo alla storia poi, nessuno dei grandi fallimenti bancari sono arrivati dall'oggi al domani: Lehman brother, Man Financial, ma anche le nostre Banca Marche o Banca Etruria sono fallite dopo mesi, se non anni, di articoli allarmanti apparsi sui giornali, per cui è sufficiente rimanere un po' aggiornati per capire se il nostro è o meno un deposito sicuro.
Conclusioni
Con questo articolo non voglio assolutamente creare allarmismo; quello che mi premeva scrivere era un testo che spiegasse quello che possiamo fare con il nostro denaro e come trovare un deposito sicuro dove lasciare i risparmi senza rischi. Oggi solo chi ha più di 100.000 euro in banca può preoccuparsi, tutti gli altri possono dormire sonni tranquilli, sempre stando attenti all'abbassamento di questa soglia, che in altri Paesi dell'Unione Europea si è già verificato.
In un progetto volto a smettere di lavorare, tutelare i nostri risparmi è essenziale, conoscere le norme e le leggi ci permette di fare la scelta giusta agendo pur sempre nella legalità, in modo che non siano solo i ricchi a beneficiare delle scappatoie, ma anche la povera gente, che non ha i mezzi e le capacità per informarsi e tutelarsi dai fallimenti di quelle banche che ci raccontano che va tutto bene e poi finiscono, obbligandoci a pagare le conseguenze delle loro speculazioni.