venerdì 14 dicembre 2018

IL PROBLEMA NON E’ SFERA, SIETE VOI



Ho studiato la Trap come fenomeno sociale, sia quella italiana che americana. Ho fatto delle interviste qualitative ai ragazzi che l’ascoltano, li ho frequentati, sono andato (sto andando) negli istituti superiori a parlarne, ho organizzato pure un paio di concerti per loro. Quindi ho qualche vaga nozione di quello che sto per scrivere. L’ultimo problema che abbiamo in Italia (credo se la giochi alla pari con il terrapiattismo) è Sfera Ebbasta. Il ragazzotto in questione fa esattamente il mestiere per cui è pagato e seguito: racconta i conflitti, desideri, problemi della sua generazione e di quella seguente. Lo fa con un linguaggio (musicale e testuale) comprensibile al suo uditorio, linguaggio che non ha inventato lui, ma è una fusione delle serie tv, dei film, della musica pop e del gergo giovanile della sua generazione. Lui non ha creato nulla, lo ha solo interpretato e reso visibile.

E qui sta il vero problema, che non è suo né del suo uditorio, ma vostro. La realtà che vi sputa in faccia senza filtri non la capite, vi fa paura, vi sembra un incubo distopico. Codeina ed eroina sono tornate, circolano fra i ragazzi in quantità che non immaginate, a costi bassi nemmeno fossero brani scaricabili da Spotify. Le ha diffuse la Trap? No, circolavano da tempo come sedativi contro l’ansia dell’isolamento sociale, del non avere futuro, dell’essere inchiodati nel circolo eterno di lavori precari e sottopagati. La Trap si limita a farvi vedere quanto sono presenti e pervasive.

Le ragazzine minorenni che vendono immagini/video porno per una ricarica da 10 euro del cell, che scopano con il ragazzo con più follower della scuola per poi postare una foto su Instagram e guadagnare 100 like in più, che si fanno chiamare troie e se ne vantano in opposizione al neobigottismo del politicamente corretto, non esistono perché ci hanno scritto delle barre Sfera o la Dark Polo Gang. Sono le sorelle povere e politicamente scorrette di Chiara Ferragni, la stessa che portate in palmo di mano come esempio di giovane imprenditrice di successo, innovatrice di marketing, donna consapevole ed emancipata. Il motto “No way out” che è la bandiera della Trap, non l’hanno coniato Lil Peep o Ghali, ma è ripreso da un famoso discorso della Margaret Thatcher, in cui la premier di ferro inglese davanti alla macelleria sociale conseguenti alle riforme neoliberali sosteneva non ci fosse altra strada, altro mondo possibile, se non quello del tutti contro tutti per le ultime briciole del benessere.

Voi questo discorso l’avete ripetuto fino alla nausea nelle scuole, nei media, nelle convention di marketing ed economia, che loro l’hanno interiorizzato, fatto diventare un’estetica e uno stile di vita. Vi fa schifo vederli agghindati con rolex da 50.000 euro, Nike anni ’90 da 500 euro a botta, felpe Pyrex pagate 10 volte il loro prezzo di produzione? Chi ha inventato il feticismo del logo, il marketing che associa dei “valori” ad un brand aziendale, la delocalizzazione per aumentare i dividendi degli azionisti? Non certo loro, non erano nemmeno stati concepiti quando voi idolatravate MTV, celebravate i prodotti Apple come fossero rivelazioni divine, vi riempivate la bocca di delocalizzazione e abbattimento dei costi di produzione per favorire la ripresa del consumo.

Adesso vedete gli effetti incarnati di quello che predicavate (ma soprattutto praticavate ogni giorno, da 30 anni a questa parte) e vi fanno paura? Il problema non è di Sfera né dei ragazzini che lo ascoltano, ma vostro. Vi fanno ribrezzo perché sono voi senza le vostre menate buoniste, la vostra retorica dei veri sentimenti, il vostro moralismo da squali che piangono dopo aver divorato la preda? Nessuno ama guardarsi allo specchio, ma proprio per questo è necessario, e la musica pop è il più grande e fedele fra gli specchi.
Comunque la Trap non è un problema, anzi: permette un ponte fra le generazioni, di entrare nell’immaginario dei giovani e giovanissimi per capire il loro problemi e provare a dare loro una risposta, permette di avere un linguaggio condiviso per parlarci da pari a pari. Ma a voi capire e dare risposte ai loro problemi non interessa, non vi interessa nemmeno parlarci. Vi basta metterli in riga, farli stare zitti, nascondere sotto il tappeto le contraddizioni e la solitudine a cui li costringete. Non siete intellettuali, critici, insegnanti o educatori: siete l’ennesima incarnazione dell’eterno fariseo.




La truffa ambientalista del movimento 5 stelle anzi 5g


E’ davvero difficile per me rimanere iscritto al Movimento 5 patacche ormai, del resto le eccessive aderenze o miopie verso i poteri forti le ho denunciate anni fa nello schernimento di molti e nell’apatia di una stampa nazionale che non vedeva quello che vedevamo noi dalla umile Basilicata, mi riferisco al Fatto Quotidiano. Una base grillina, omogenea culturalmente e politicamente non esiste, e questi sono i risultati, i migliori fuori o ai margini dal Movimento, i mediocri eletti.

Non si fa politica, è tutto un reality, selfie su selfie, e l’importante è essere eletti e seguire i suggerimenti di qualche burattinaio nascosto che vuole solo un esercito di utili idioti. La politica diventata puro marketing, si studiano le strategie per prendere consensi non per sconfiggere le lobby, un’esperimento pericoloso come lo hanno definito altri autori.

Giorgio Santoriello di Cova Contro incontra il Ministro Costa

Devo vergognarmi per la superficialità (in realtà omertosa connivenza ) di Di Maio che nel venire a Matera ha esaltato i vantaggi del 5G, ignorando gli allarmi sanitari lanciati da eminenti medici.

Mi vergogno per l’ipocrisia di un premier, Conte, che va in Eritrea ma  invece dovrebbe andare in Nigeria a vedere i danni fatti dall’azienda di stato italiana ENI, azienda che chissà perchè ha incontrato in separata sede prima di incontrare tutte le altre partecipate, incontri a porte chiuse come sempre come la vecchia politica. Mi vergogno per tutti quegli amici attivisti pentastellati che per oltre due anni hanno ignorato le mie osservazioni sugli anomali viaggi di Petrocelli e Cioffi verso l’Azerbaijan, con motivazioni idiote. Mi vergogno di Cillis che ha sostenuto la deroga ministeriale all’utilizzo della cloropicrina sulle fragole lucane. Mi vergogno della Liuzzi che ha abbandonato la questione fusti sotto la Pista Mattei. Mi vergogno dei collaboratori e consulenti dei portavoce eletti senza meriti specifici.
Mi vergogno del tradimento sull’ILVA e sulla TAP. Mi vergogno, da ex militante di destra, di essere di fatto governato da chi ha preso il 17% giurando sul vangelodurante i comizi. Mi vergogno di Rospi che ha auspicato il passaggio di autorità nei controlli ambientali del COVA verso ISPRA esautorando la Regione. Mi vergogno di De Bonis che durante l’ultimo incontro regionale a Matera ha esaltato le estrazioni petrolifere, non parlando di blocco o di conflitti d’interesse, ma utilizzarlo per emettere obbligazioni e permettere con ENI e Total maggiori ricadute fiscali in Basilicata.

Mi vergogno di rimanere in un movimento che non pubblica sul web le proposte di legge della base, o che evita i contraddittori con i cittadini, che strumentalizza la rabbia popolare per puro marketing elettorale. Mi vergogno dell’inconsistenza del Movimento verso l’eolico selvaggio lucano.
Mi vergogno di vedere un finto programma ove gli eletti non hanno vincoli di attuazione del medesimo, e quindi dimissioni a metà legislatura se la metà del programma non venisse attuata, così si prometterebbero anche meno bugie. Mi vergogno di come si è sbandierata la beneficenza, di come è stato usato il microcredito, di come si è ignorato il lavoro di associazioni e comitati. Mi vergogno di essere cittadino di un nazione che teme le penali sulla TAP ma non teme il debito contratto sulla manovra fiscale, che avalla l‘immunità penale sull’ILVA ma teme i risarcimenti verso privati colonizzatori. A questo punto, visto che Conte aveva già ad agosto fatto capire che la TAP era tra i desiderata e che avrebbe appianato le resistenze locali, mi chiedo a questo punto quanti soldi sotto banco siano arrivati dall’Azerbaijan nelle casse di qualche portavoce?
Mi vergogno dell’inconsistenza del Ministero dell’Ambiente che di fatto non serve a nulla, e della sua scarsa pragmaticità, nonchè della risposta della segretaria del ministro Costa che in colloquio privato difendeva le scelte sull’ILVA.
Mi vergogno della poca chiarezza e determinazione sulla TAV, sul tunnel base del Brennero, sulla raffineria di Milazzo, sulle malefatte di ENI e sui conflitti d’interesse dei finti controllori pubblici ambientali e sanitari.
A cosa serve restare nel Movimento o continuare a votarlo se ogni promessa di fatto può essere capovolta in poche ore?
Finta democrazia per finte alternative; fino a quando le poche persone libere e capaci nel Movimento continueranno a parlare e a denunciare senza temere le tagliole delle candidature o le schermaglie dei portavoce? Intanto la vera opposizione ai poteri forti sono quei “quattro comitatini” che ancora resistono.


Finalmente la sicurezza della tecnologia 5G viene messa in discussione

pollution.news

Nel caso non l’aveste notato, vi informo che i fascisti della tecnologia che lavorano a stretto contatto con i governi corrotti di tutto il mondo stanno spingendo al massimo per implementare nei prossimi anni la nuova tecnologia wireless ultraveloce 5G nelle reti di telecomunicazione mondiali.[1]
Ciò che invece non stanno facendo è tentare in qualche modo di provare che tale tecnologia sia innocua. E la ragione è molto semplice: non lo è. La tecnologia 5G, che richiede ripetitori distanziati non oltre i 60 metri, è probabilmente la più grande truffa tecnologica di sempre. Non è mai stato provato che sia innocua, al contrario è stato dimostrato quanto sia dannosa per la salute di piante, animali e umani.
Tutto ha a che fare con il tipo di radiazione che la tecnologia 5G usa, radiazione che penetra la pelle dell’uomo in modo più aggressivo rispetto a quelle usate da qualsiasi altra apparecchiatura elettronica. La frequenza di lavoro del 5G è la stessa dei maledetti body scanner presenti negli aeroporti americani e inglesi.
“Gli odierni cellulari e reti Wi-Fi si affidano alle microonde – una radiazione elettromagnetica che utilizza frequenze fino a 6 gigahertz (Ghz) per trasmettere la voce o i dati senza l’utilizzo di cavi di collegamento” spiega l’Environmental Health Trust.[2]
“Diversamente da questa tecnologia le applicazioni in 5G chiedono l’apertura di nuove bande spettrali con frequenze comprese tra i 6 e i 100 Ghz e anche oltre, utilizzando onde con lunghezza millimetrica o micrometrica per garantire la trasmissione di enormi pacchetti di dati nella stessa unità di tempo”.
Ciò che preoccupa maggiormente riguardo le radiazioni del 5G è come il corpo umano risponde a tali frequenze e come le elabora. Il Dott. Ben-Ishai dell’Hebrew University of Jerusalem ha scoperto nelle sue recenti ricerche che la pelle umana si comporta come un tipo di ricettore per le radiazioni 5G, che la rendono simile ad una antenna.
“Questo tipo di tecnologia che si trova in molte delle nostre case, in realtà interagisce con la pelle umana e con gli occhi” scrive Arjun Walia di Collective Evolution.
“I canali sudoriferi si comportano come numerose antenne elicoidali quando vengono esposti alle lunghezze d’onda caratteristiche degli apparecchi che usano la tecnologia 5G”.
L’apparato militare USA conosce fin troppo bene la tecnologia 5G, dato che da molto tempo la sta utilizzando come forma non letale di controllo delle folle. E’ la stessa lunghezza d’onda del 5G quella usata militarmente nel cosiddetto Active Denial System (ADS) e definito come “arma” che penetra per circa mezzo millimetro nella pelle quando viene diretta verso i corpi umani.
Secondo i rapporti, la 5G dell’ADS è talmente invasiva sulla pelle da causare una intollerabile sensazione di bruciore, ed è utilizzata per disperdere una folla o causare la immediata fuga di persone dall’area verso cui viene utilizzata.
Le forze militari USA, Russe e Cinesi utilizzano la 5G come arma di controllo delle folle, cosa che presagisce qualcosa di poco simpatico per qualsiasi comunità nel mondo. E questo è il motivo per cui tali comunità stanno attivamente combattendo al meglio delle loro possibilità contro l’assalto del 5G, che sfortunatamente sembra essere qualcosa di inevitabile, nonostante le persone stiano urlando di non volerne proprio sapere.
“Questa tecnologia sta diventando onnipresente tra i reparti militari più famosi al mondo, il che dimostra la spaventosa efficacia di queste frequenze in termini di danni causati all’uomo e a tutto il resto” ammonisce Terence Newton del Waking Times.
“La battaglia contro il 5G sta scaldando gli animi delle comunità, e la consapevolezza di questa importante questione si sta diffondendo velocemente”.
“Oltre 240 tra ricercatori e medici di 41 nazioni che hanno pubblicato ricerche nel campo di frequenze del 5G si sono rivolti all’ONU chiedendo un intervento urgente per ridurre l’esposizione a queste tecnologie wireless in costante aumento, e hanno scritto alla Federal Comunication Commission (FCC) affinché metta in atto una moratoria verso il 5G, citando i seri rischi a cui vengono sottoposti gli uomini e l’ambiente”.[3]
 Ethan  Uff

Tutti i misteri della strage di Strasburgo e il grande fallimento della sicurezza francese



Perché lo ha fatto? E soprattutto perché glielo hanno lasciato fare? Sono due domande che forse resteranno senza risposta dopo l’uccisione di Cherif Chekat, fulminato dalle squadre speciali dell’anti-terrorismo in quelle strade di Strasburgo dove era nato e cresciuto, a poche centinaia di metri dove aveva fatto perdere le sue tracce. Fatto di per sé già clamoroso. In quelle strade dove lo conoscevano perché frequentava più il bar che la moschea, più per l’alcol e gli spinelli che non per la devozione al Corano. Anche la rivendicazione del Califfato attraverso l’agenzia Amaq _ “era un nostro soldato” _ sembra qualche cosa di esotico e di esagerato per un criminale comune che pure veniva definito dalle “fiche S” a pericolo di radicalizzazione. Eppure anche Cherif, nonostante le sue contraddizioni e forse proprio per queste sue ambiguità, appartiene a quella che lo studioso francese Olivier Roy definisce la Generazione Isis.
Olivier Roy propone una chiave di lettura sconcertante: non è l’integralismo islamico la prima causa di questo terrorismo ma un disagio tutto giovanile, un’esigenza folle, violenta e fuori controllo di rottura generazionale. Certo per compiere questa rottura c’è bisogno di un pretesto. E questi giovani lo trovano facilmente nell’odio puro ostentato dall’Isis, che ha ormai perso la propria territorialità in Siria e in Iraq ma che continua a mantenere una sua fascinazione, attraverso il web o la radicalizzazione in carcere.
In Francia i protagonisti del terrorismo di marca islamica spesso sono passati per la criminalità e le gang giovanili prima di conoscere una rapida conversione religiosa: la loro traiettoria di adesione all’Isis o al jihadismo si accompagna, e si nutre, di una evidente fascinazione per la morte che, non a caso, rappresenta spesso l’epilogo del loro percorso che si conclude con un attentato suicida o con l’uccisione.
E la stessa finalità del loro terrorismo si esaurisce nel gesto, soprattutto se ha contenuti simbolici ed è ripreso dai social media e dalla rete. In poche parole si rifanno a un Islam ridotto all’osso e a slogan semplici e ripetitivi ma non hanno legami veri e profondi con il mondo musulmano. La loro è una religione senza cultura. Certo il Califfato nonostante le rivendicazioni, per i jihadisti alla Cherif Chekat non appare una meta. Nei jihadisti francesi, ma non solo tra loro, il fine non è una società ideale come quella del Califfato ma dare un senso alla loro vita, una sorta di nichilismo che nasce dal vuoto individuale.
Ma mentre farsi domande su Cherif rischia di restare un esercizio senza risposte certe, sono le autorità francesi che dovranno spiegare come martedì sia riuscito a sfuggire alla cattura un criminale ben conosciuto con 27 condanne, come abbia potuto sfruttare le falle della sicurezza, come sia potuto sopravvivere a un paio di scontri a fuoco.
Ci sono oltre 20mila “fiche S” in Francia, individui a rischio terrorismo, monitorarli tutti è un’impresa impossibile. O forse era lo stesso Cherif che doveva pedinarsi da solo e seminare tracce che dovevano in qualche modo portare ad altre piste. Lo stragista di Strasburgo non può più parlare e magari qualcuno accoglierà la sua morte con sollievo.
Alberto Negri

La piaga dei lavoratori stagionali stranieri che percepiscono illecitamente la disoccupazione





La piaga dei lavoratori stagionali stranieri che furbescamente percepiscono il trattamento di disoccupazione è al centro di un’interrogazione a risposta immediata a firma dell’On. della Lega Romagna, Elena Raffelli, discussa questa mattina in commissione Lavoro.
“Sono assolutamente soddisfatta della risposta fornitami dal Ministro” – dichiara la Raffaelli – “questo Governo intende porre in essere, con grande senso di responsabilità, tutte quelle strategie volte a contrastare, con efficacia ed efficienza, quella molteplicità di condotte illecite che avvelenano il mondo del lavoro. 
È di assoluta importanza un ulteriore giro di vite per stanare i ‘furbetti’ della disoccupazione nonostante l’ intensificazione delle verifiche da parte dell’Inps con controlli incrociati con i centri per l’impiego.” La Raffaelli, nella sua interrogazione, ha fatto riferimento a tutti quegli stranieri che, al termine della stagione lavorativa, rientrano nel proprio Paese d’origine per svolgere un’altra attività pur continuando a percepire il trattamento di disoccupazione erogato dall’Inps dichiarando, contestualmente, un domicilio fittizio.
“Queste persone non solo dichiarano il falso ma, cosa ancora più grave, contribuiscono a disperdere preziose risorse pubbliche destinate a persone in difficoltà e a chi, involontariamente, ha perduto il lavoro. Per questo motivo ho sollecitato il Ministero per sapere quali misure di contrasto intendesse porre in essere per arginare questo fenomeno.” “l’INPS – si legge nella risposta fornita in Commissione all’On. Raffaelli – “ha intensificato notevolmente i controlli passando dal precedente sistema campionario ad un completo censimento delle domande di disoccupazione presentate, incrociando i dati con quelli in possesso dei centri per l’impiego, peraltro in via di potenziamento, con la conseguenza che se il lavoratore stagionale non ha corredato la sua domanda di NASpI dell’adeguata documentazione richiesta o non ha fatto il dovuto passaggio con il Centro per l’impiego competente per la comunicazione del suo status di disoccupato, prima e dopo la presentazione della suddetta domanda, si procederà ad un accertamento d’ufficio atto a verificare i requisiti previsti ed eventualmente, alla perdita del beneficio.” “Tanto ancora si può è si deve fare e per questo esprimo grande soddisfazione rispetto alla volontà del Governo di studiare ed adottare nuove misure e strategie atte a contrastare queste condotte illecite” – conclude la Raffaelli – “plaudo alla costante attenzione di questo Governo verso tutti coloro che a diversi livelli e in diverse firme tentano di eludere le norme a scapito dei tanti cittadini onesti e rispettosi della legge. 


http://www.imolaoggi.it/2018/11/09/la-piaga-dei-lavoratori-stagionali-stranieri-che-percepiscono-illecitamente-la-disoccupazione/

ANGELO DELLA BUONANOTTE

Risultati immagini per belle immagini di angeli

PREGHIERE E DEVOZIONI DEL GIORNO


DEVOZIONI DEL GIORNO

  



 Mese di Dicembre dedicato all' IMMACOLATA e SANTO NATALE

  SANTO ROSARIO  da recitare on-line 


  VANGELI 







LITURGIA DEL GIORNO
- Rito Romano -




 PRIMA LETTURA 

Is 48,17-19
Dal libro del profeta Isaia

Così dice il Signore tuo redentore, il Santo di Israele:
“Io sono il Signore tuo Dio
che ti insegno per il tuo bene,
che ti guido per la strada su cui devi andare.
Se avessi prestato attenzione ai miei comandi,
il tuo benessere sarebbe come un fiume,
la tua giustizia come le onde del mare.
La tua discendenza sarebbe come la sabbia
e i nati dalle tue viscere come i granelli d’arena;
non sarebbe mai radiato né cancellato
il suo nome davanti a me”.


 SALMO 

Sal 1
Chi ti segue, Signore, avrà la luce della vita.

Beato l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi,
non resta nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli arroganti,
ma nella legge del Signore trova la sua gioia,
la sua legge medita giorno e notte.

È come albero piantato lungo corsi d’acqua,
che dà frutto a suo tempo:
le sue foglie non appassiscono
e tutto quello che fa, riesce bene.

Non così, non così i malvagi,
ma come pula che il vento disperde;
poiché il Signore veglia sul cammino dei giusti,
mentre la via dei malvagi va in rovina.


 VANGELO 

Mt 11,16-19
Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse alle folle:
«A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano:
“Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato,
abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”.
È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”.
Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie».

BUONANOTTE A TUTTI

Risultati immagini per belle immagini di angeli