CARI FRANCESI "EN GARDE"!....
DI STEFANO ZECCHINELLI
1. L’ultimo successo elettorale del Fronte Nazionale di Marine Le Pen mi spinge a riprendere alcune mie vecchie riflessioni ( ovviamente corrette ed ampliate con opportuni approfondimenti ) riguardanti questa organizzazione di estrema destra, neo-liberista e filo-sionista. Per dimostrare l’estraneità della Le Pen a qualsiasi critica radicale del capitalismo anche di matrice neo-liberista (e l’unico capitalismo reale è quello imperialistico) dirò qualcosa sul sovranismo di destra che caratterizza questa organizzazione prodotto diretto del neofascismo, anche se bisogna evitare semplificazioni fuorvianti.
Parto quindi da un discorso pronunciato nel 2011 da questa signora. Madame Le Pen dice: ‘’ Oggi non abbiamo più il controllo delle nostre frontiere perchè, dopo aver soppresso le nostre frontiere nazionali, abbiamo ceduto l’integrità territoriale francese ed europea ad un organismo europeo denominato Frontex. E siccome ho appena parlato di anonimato, faccio una domanda: i francesi sanno cosa sia il ’Frontex’? No, non lo sanno di certo’’.
Il nazionalismo tutte le volte che si è spostato a destra ( per poi restarci definitivamente, almeno, dal 1945 ) ha preso in esame, solo ed esclusivamente, questioni di confine ( Istria, Dalmazia, Trieste, ecc … ) ma non di sovranità in quanto controllo diretto, da parte di un governo popolare, delle risorse.
Quindi fedele alla tradizione delle destre ( per natura colonialistiche ed anti-popolari ) Marine Le Pen parla di sovranità ponendo il problema del controllo delle frontiere. Argomento meglio il problema, dato che la confusione ( sia a destra che a sinistra ) mi sembra molta; intanto, chi vuole fare una analisi corretta, deve mettersi nella zucca che le destre occidentali non possono risolvere la questione della sovranità nazionale/popolare, perché ,seppur in seconda istanza (subito dopo gli Stati Uniti), i paesi del nord del mondo hanno partecipato a privare i popoli coloniali della loro sovranità ( questo vale per tutti i paesi europei, compreso l’imperialismo straccione italiano ).
Non è un caso che la Le Pen esalta De Gaulle, il più lucido esponente dell’imperialismo francese, in questo modo ( sottolineatura mia ): ‘’ Questi bei signori, per così dire illuminati, si sono forse dimenticati che la Francia è stata definita nella sua storia la «grande nazione» e che il genio del suo popolo l’ha fatta risplendere nel mondo intero? Bisogna forse ricordare loro che durante i secoli, il nostro Paese ha gestito l’intera emissione della propria moneta nazionale con il più grande beneficio per la sua economia e la sua prosperità? Si sono forse dimenticati che alla fine della guerra, c’è stata l’indipendente determinazione del Generale de Gaulle di rifiutare di vedersi imporre una valuta USA che i liberatori americani avevano importato insieme ai loro mezzi militari?’’
Certo, è proprio così ! Se si difende l’imperialismo francese (e quello di De Gaulle fu il più coerente tentativo di creare un polo imperialistico europeo) bisogna per forza provare a svincolarsi dall’imperialismo americano. Il problema che resta è questo: l’anti-americanismo per essere conseguente deve diventare anti-occidentalismo mentre, le destre, sono perfettamente integrate nella cultura colonialistica occidentale. Questo fa si che l’anti-americanismo della Le Pen sia solo di facciata; la lady sionista parla di sovranità monetaria tenendo per mano il padrone di Tel Aviv e strizzando l’occhio a quello di Washington. Chi non capisce questo è bene che si metta da parte, invece di seminare confusione.
Ricordo anche che De Gaulle per difendersi dagli anglo-americani si è messo in mano alla famiglia Rothschild, scegliendo come Primo ministro il procuratore della Banca George Pompidou, accusato poi dai gaullisti di sinistra di essere un anglofilo. Frequentazioni poco socialiste, soprattutto per uno (De Gaulle) che in Algeria ed Indocina si è sporcato le mani di sangue.
In estrema sintesi penso che le caratteristiche delle estreme destre europee, con prospettive di governo, siano queste:
(1) Battono sulla sovranità senza criticare l’imperialismo, infatti hanno consensi quando dicono ‘’via i rumeni’’ e non quando dicono ‘’via la NATO’’.
(2) Si è configurato – il Fronte Nazionale – come l’ultima spiaggia delle rachitiche borghesie nazionali francesi. Oggi i bianchi colonizzano i bianchi e l’imperialismo Usa si è potuto appoggiare, anche in Europa, a borghesie compradore simili, per molti aspetti, ai commissari dei Paesi Coloniali di metà ‘900.
Che dire? In questo Napolitano, Monti e Sarcozy, sono molto simili a Pinochet, Mobutu e Suharto. Non ci sarà una repressione spietata dei dissidenti politici ma la funzione socio-economica è identica.
2. Altri brevi rilievi: (1) l’islamofobia; (2) il passato glorioso della Francia a cui allude la nostra signora.
(1) Con l’islamofobia la Le Pen scimmiotta l’ideologia dei neo-conservatori Usa. Porrei una duplice questione di carattere teorico: (1) l’ideologica neo-conservatrice nasce in Europa ( Spengler, Schmitt, Evola, ecc … ) e poi viene portata negli Usa ( Leo Strauss, Novak, Pipes, ecc … ) quindi per comprendere la sottomissione dei dominanti europei a quelli atlantici bisogna inquadrare il riciclaggio delle vecchie destre, da pan-europeiste in destre pan-atlantiste; (2) una guerra imperialistica combattuta con bombardamenti al fosforo (come fanno gli Usa in modo criminale da diversi decenni) ha bisogno di una guerra ideologica preventiva. Concetti come ‘’Scontro di civiltà’’, ‘’supremazia del mondo occidentale’’, ‘’assolutizzazione del concetto di democrazia’’ e ‘’totalitarismo’’ si adattano benissimo non solo agli interessi dell’imperialismo yankee ma anche dell’imperialismo francese. Le vie dell’imperialismo sono infinite e l’odio verso l’Islam di Madame Le Pen ha delle ragioni socio-economiche, oltre alla mediocrità culturale del soggetto in questione.
(2) La ‘’grande Francia’’, dice la Le Pen ? E’ chiaro che alla base c’è una ideologia social-sciovinistica tipica della piccola borghesia inglese che poi ha avuto risvolti comici negli Stati Uniti (si pensi al gingoismo). La difesa dei particolarismi (cosa ben diversa dalla difesa dalla sovranità nazionale) si rovescia sempre nel suprematismo etnico (di carattere ‘’razziale’’ e nazionale), ed ecco pronta la matrice ideologica dell’imperialismo.
Marine Le Pen ha ricevuto messaggi di stima dalle centrali sioniste occidentali; il suo partito si rifà all’esperienza politica della ‘Repubblica’ (Repubblica delle banane?) di Vichy e raccoglie reduci dell’organizzazione terroristica, filo-sionista e filo-americana, chiamata OAS ( legata all’Aginter Press e sotto il controllo diretto della CIA). La stessa potenza imperialistica Usa potrebbe, in queste circostanze, ben utilizzare una ‘capo popolo’ filo-colonialista per destabilizzare l’Algeria, paese nella lista nera dei nord-americani. In sostanza la Le Pen è un’ultima risorsa per la borghesia nazionale francese ma, in fondo, gli Usa hanno ben poco da temere, perderanno parte della loro presa sulla Francia ma la cosa non credo che metterà a repentaglio la loro egemonia basata sul mondo unipolare.
Come giustamente dice Moreno Pasquinelli in risposta a Costanzo Preve ( sottolineatura mia ): ‘’ Il sovranismo nazionale di per sé, se non è una convenzione semantica, è solo un concetto che, calato nella pratica, può assumere diverse forme, e alle forme corrispondono diversi contenuti. Il sovranismo può essere revanchista, reazionario, sciovinista, razzista, fascista e imperialista, come appunto quello del Fronte Nazionale francese, o può essere, al contrario, antimperialista, socialista, internazionalista e rivoluzionario. Tra i più accanitisovranisti, ad esempio, si annoverano nord-americani e israeliani, di cui speriamo Preve non nutrirà alcuna ammirazione — e che non vorrà, per una tarda infatuazione di matrice idealistica dello Stato-nazione, porre sullo stesso piano dei patriottismi cubano o palestinese’’.
Il sovranismo della Le Pen (1) non prende in considerazione seriamente nessuna questione sociale interna ( quindi figuriamoci se può prendere il considerazione i diritti delle classi lavoratrici ), (2) è orientato verso un capitalismo corporativo senza, oltretutto, rinunciare al neo-liberismo, necessario, in regime capitalistico, per sviluppare le forze produttive e far concorrere uno Stato ai conflitti inter-imperialistici.
In questo, la Le Pen al pari di Orban ( e forse, un domani, dei bonapartisti berlusconiani in Italia ), propina una ‘via nazionale al capitalismo neo-liberista’, svincolando, in parte ( in parte per i motivi su detti, nonostante la forte retorica sciovinista ) la borghesia francese ai dettati degli Stati Uniti.
Il risultato non può che essere una macelleria sociale unita ad una sempre crescente aggressività imperialistica della potenza francese. Un programma razzista ed anti-operaio che ha portato dentro il FN il peggio della società francese: dalle masse plebeizzate alla piccola borghesia arrabbiata, dai grandi capitalisti alle centrali sioniste, attrici e pornostar in carriera fino al bottegaio. Uno schifo che unisce razzismo e filo-sionismo, cosa che di certo non ha preoccupato gli Usa dato che questa signora, prima delle elezioni del 2012, ‘’ È poi volata a New York ai primi di novembre e ha incontrato per 20 minuti l’Ambasciatore d’Israele all’Onu, Ron Prosor. E il quotidiano Haaretz le concede una possibilità, purché la condanna dell’anti-semitismo sia “chiara e forte”. A Palm Beach, Marine ha cenato con 200 repubblicani del Tea Party da Bill Diamond, finanziatore ebreo di Rudolph Giuliani. E per un soffio non è stata accolta da vip al Museo della Shoah a Washington. Che il secondo turno sia dietro l’angolo?’’.
Ci dicessero i sostenitori del superamento della dicotomia destra/sinistra se questa signora sionista è in grado di destabilizzare il sistema di comando criminale che poggia sulla NATO e sull’Euro. A me, davanti tanta ignoranza, non resta che vomitare !
Approfondimenti
1. Giorgio Galli in un suo lavoro sulla destra europea scrive ( la sottolineatura è mia ): ‘’La ferita di Dien Bien Phu e di Algeri non si è mai rimarginata. Essa ha impedito, con i suoi riflessi sull’orgoglio gollista, un più rapido processo di unificazione dell’Europa nella fase di ascesa del riformismo. I legionari e i paras d’Indocina e di Algeri, i loro superstiti ufficiali ( i ‘soldats perdus’ di De Gaulle ) che hanno inseguito la disperata avventura dell’OAS, sono, sinora, gli ultimi eroi combattenti della destra radicale europea e nello stesso tempo coloro che le hanno lasciato in eredità passiva l’occasione mancata costituita dall’unificazione europea. I loro continuatori sono i combattenti americani nel Vietnam, di cui si tratterà nel capitalismo successivo’’ ( Giorgio Galli, La crisi italiana e la Destra internazionale, Arnoldo Mondadori Editore ).
La destra radicale post-fascista, in funzione anti-comunista, diventò uno strumento provocatorio e stragista degli Usa: i neofascisti hanno appoggiato Israele contro i popoli arabi e la Rhodesia bianca contro i movimenti di liberazione nazionale africani. Hanno appoggiato il Sud Africa razzista ed esaltato tutti i colpi di stato neo-liberisti organizzati dalla CIA.
La svolta filo-americana della destra pan-europeista ( da sempre apparentata con molte organizzazioni sioniste, si pensi all’accordo del regime nazista con la borghesia ebraica, nel 1935, a Praga ) riflette la debolezza delle classi dirigenti in Europa. Le cose che mi sembrano importanti, in questo caso, sono due: (1) per mantenere il loro potere contro il movimento operaio, i dominanti europei non poterono che mettersi al servizio di Washington ( quindi insozzarsi le mani di sangue per conto di un padrone certamente più forte ); (2) un ruolo di primo piano venne affidato ai militari ed ai servizi segreti ( dai neofascisti definiti i ‘corpi sani dello stato’ ) i quali, in modo vile, cercarono di dare autonomia neo-coloniale ai singoli paesi all’interno dell’ordine stabilito dalla NATO ( e sappiamo quanto ci è costatato quest’ordine/disordine ).
2. Il carattere filo-imperialista della Le Pen è confermato anche dal modo attraverso cui questa signora sionista ha accolto la vile aggressione imperialistica al Mali ( sottolineatura mia ):
“Miei cari compatrioti della Francia metropolitana, d’oltremare e stabiliti all’estero, si impone un’illuminazione politica sull’offensiva lanciata dalla Francia contro i fondamentalisti islamici nel Mali. Sì, lo sapete, noi sosteniamo l’operazione francese. Perché è una risposta legittima alla richiesta del governo moderato di un paese amico, francofono e alleato storico della Francia. La Francia potenza mondiale, la Francia potenza d’equilibrio ha dei doveri particolari nel mondo, che si onorerà nell’interesse delle nazioni amiche e nel nostro interesse superiore quando la causa è giusta. È il caso questa volta. Tanto più che la Francia e il Mali sono legati da una cooperazione di difesa, cosa che rende del resto molto superficiali e inutili i dibattiti sul coinvolgimento o non della NATO o dell’Unione europea. La Francia è una grande potenza, che ha le capacità di effettuare autonomamente quando necessario, senza avere bisogno di essere necessariamente il vassallo di qualcuno. Se le coalizioni sono a volte necessarie, spetta alla Francia e solo ad essa determinare l’interesse o no della sua partecipazione. L’avanzata islamista nel Mali deve essere interrotta. Mi fido dei nostri soldati coraggiosi e del nostro esercito per pervenirvi al più presto possibile. Permettetemi a questo punto un pensiero commosso e rattristato per le famiglie dei nostri soldati già scomparsi in questa operazione e per le vittime francesi del tentativo di liberazione del nostro ostaggio in Somalia. La loro morte non sarà stata inutile, ed è per la Francia che il combattimento sarà stato condotto con coraggio. Di questo intervento nel Mali dipende la sicurezza della regione, la sicurezza dei nostri connazionali e la sicurezza dell’Europa e la Francia, che non hanno alcun interesse a vedere lo svilupparsi un nuovo scomparto fondamentalista a migliaia di chilometri dai loro confini e che potrebbe, senza un intervento, diffondersi domani in numerosi altri paesi africani.”
Tutto questo a discapito del diritto all’autodeterminazione del popolo del Mali che ha dimostrato, memore dello sfruttamento derivante dallo sciovinismo francese, un forte sentimento nazionalista opponendosi fin da subito, armi in pugno, all’aggressione di questa vecchia potenza in declino.
La Le Pen parla per bocca dei capitalisti francesi ma quando dice ‘’ L’avanzata islamista nel Mali deve essere interrotta’’, non può che avere il plauso di Tel Aviv.
3. In questa intervista Le Pen padre, a dimostrazione del suo servilismo verso la CIA esalta Pinochet, ed a comprova della sua fece fascista difende Franco. E’ l’emblema del neofascismo passato armi e bagagli dalla parte dell’imperialismo americano, cosa che, anche ora, i ‘fascisti euroasiatici’, hanno problemi a confutare e rinnegare
http://www.youtube.com/watch?v=zJ3-G78vQ-0.
Note: