giovedì 10 dicembre 2020

Come il MES strangola la sovranità dei popoli



L'APPROVAZIONE DI UN TRATTATO PERVERSO E DIABOLICO COME IL MES VAL BENE UNA GUERRA. LEGGETE E GIUDICATE VOI STESSI. POTRANNO METTERE LE MANI SUI VOSTRI SOLDI, BENI, SULLA VOSTRA VITA ESAUTORANDO COMPLETAMENTE IL PARLAMENTO E IL GOVERNO (GIA' FINORA ETERODIRETTI)!!   


Mercoledì 9 dicembre il Parlamento italiano viene chiamato ad esprimersi sulla approvazione definitiva del Trattato UE del MES, il cosiddetto meccanismo economico salva-Stati.

In un quadro pericolosamente precario degli equilibri politici, economici, militari nelle relazioni internazionali a causa della grave crisi planetaria generata dalla pandemia del Covid di origine cinese, il confronto sul MES è una mina deflagrante che rischia di attentare ulteriormente ai caposaldi giuridici della sovranità politica delle nazioni d’Europa, sempre meno in grado di sviluppare una strategia internazionale come global player portatrice di valori identitari culturali condivisi antitetici alle minacce del pensiero unico liberal-globalista e dell’aggressivo progetto totalitario comunista di Pechino. Il Presidente del Consiglio Conte cerca di ottenere dal Parlamento l’approvazione politica del Trattato su cui lunedì scorso hanno trovato un accordo i ministri delle Finanze europei, in modo da condurre l’Italia all’approvazione al Consiglio europeo dei Capi di Stato e di Governo del 10 e dell’11 dicembre e dimostrare all’Unione europea che il suo governo PD-Cinque Stelle rappresenti politicamente un affidabile partner europeista, progressista ed antisovranista. Il “Meccanismo Europeo di Stabilità” è un trattato che crea un’istituzione intergovernativa che avrebbe lo scopo (in verità il condizionale è d’obbligo, e vedremo perché) di aiutare i paesi dell’Eurozona, che si trovano in difficoltà economiche sia per ragioni politiche strutturali interne sia a causa degli effetti della pandemia. L’obiettivo della UE, dei Paesi appartenenti all’Eurozona – ovvero di quegli Stati della UE che sono entrati a pieno regime da anni nell’utilizzo dell’Euro quale moneta comune nelle attività economiche e finanziarie – è di giungere nel gennaio del prossimo 2021 alla sottoscrizione del nuovo trattato che lo regola, a cui dovrà seguirà la ratifica ufficiale da parte dei 19 parlamenti dell’Eurozona.

In realtà il Trattato del MES è perversamente congeniato in modo tale da permettere alle istituzioni UE di imporsi direttamente e pesantemente su quegli Stati che siano in difficoltà economica, intervenendo nei processi decisionali legislativi nazionali, cioè sostituendosi ai parlamenti e governi nazionali, appropriandosi addirittura direttamente e legalmente dei risparmi dei privati cittadini sui loro conti correnti.

L’imposizione di una “dittatura sovranazionale” de facto sulla sovranità politica degli Stati passa attraverso il potere della cosiddetta Troika – Fondo Monetario Internazionale, Banca Centrale Europea e Commissione UE – l’autorità ad hoc che secondo il Trattato del MES ha il potere di imporre norme esterne automaticamente vincolanti per gli Stati in difficoltà economica finanziaria con il fine della cosiddetta “ristrutturazione del debito pubblico”. In sostanza ciò si traduce per l’Italia in un aumento esponenziale del rischio di una crisi politica e finanziaria che ci costringa ad adeguarci alla cosidetta “ristrutturazione del debito”, ovvero ad una serie di riforme strutturali politiche istituzionali potenzialmente ad ampio raggio in tutti i settori legislativi, dall’economia all’ordine pubblico ed alla difesa, dalla scuola alla sanità, ai temi etici in materia di nuovi diritti, non deliberate dal Parlamento nazionale, ma dalla Troika, che de facto e de jure vanno ad erodere ulteriormente la sovranità politica del popolo italiano. Al netto dell’opera di dis-informazione e de-formazione che i massmedia di area liberal, di sinistra riformista o radicale – attraverso la vulgata arruffata e facilona dei superficiali intellettuali europeisti o “antisovranisti” – operano sull’opinione pubblica, la chiave di lettura che presentiamo non è certamente liquidabile con affrettata sufficienza analitica come “complottista” o “cospirazionista”. Prova provata ne sia che uno dei più accreditati sociologi e politologi italiani, il prof. Luca Ricolfi, studioso liberal, di area progressista, esprima nel dettaglio tutta la sua preoccupazione sull’eventuale approvazione del Trattato del MES. Dice testualmente il prof. Ricolfi sulle pagine del quotidiano Il Messaggero: «Prima di leggere il testo del MES non ero eccessivamente preoccupato, dopo averlo letto attentamente lo sono moltissimo. Il trattato è pericoloso per l’Italia, e aumenta il rischio di una crisi finanziaria che ci costringa a una pesante “ristrutturazione del debito” (eufemismo per non dover dire: perdite patrimoniali e relativa catena di conseguenze)».

I punti dirimenti del Trattato MES che si vorrebbe imporre ai Paesi membri, sotto il profilo squisitamente giuridico di diritto UE sono due: l’eccesso di potere del Mese della Troika – a scapito del potere costituzionale legislativo ed esecutivo dei Paesi membri – e la pericolosità delle cosidette Clausole di Azione Collettiva (Cacs) che renderanno ex lege molto più facile costringere gli Stati a ristrutturare il debito, ovvero a rinunciare allo loro sovranità politica cedendo quote di potere decisionale interno a favore delle macrostrutture politiche UE. La testa d’ariete di questo perverso progetto sovranazionale è tutto contenuto nell’art.12 B del Trattato MES: «In casi eccezionali, una forma adeguata e proporzionata di partecipazione del settore privato, in linea con la prassi del FMI, è presa in considerazione nei casi in cui il sostegno alla stabilità sia fornito in base a condizioni che assumono la forma di un programma di aggiustamento macroeconomico». Questo è il mezzo normativo legale col quale i poteri forti sovranazionali della Ue e del Fondo Monetario Internazionale possono concretamente mettere le mani nelle tasche dei risparmiatori italiani, dei cittadini, indipendentemente dalla volontà del governo di Roma.

Il Trattato MES parla di «partecipazione del settore privato» al risanamento del debito pubblico: ciò significa in sostanza il diritto per il potere sovranazionale di attingere direttamente al risparmio, ai beni, alle imprese ed alle proprietà dei singoli privati cittadini italiani per operazioni di risanamento del debito pubblico. Poiché l’Italia – per quanto abbia un debito pubblico enorme pari al 150% del Pil – è lo stato membro dell’Ue col più alto risparmio privato in Europa, è del tutto lecito considerare che le istituzioni sovranazionali UE e del Fondo Monetario Internazionale mirino ad attentare alle libertà dei cittadini italiani impossessandosi di uno dei diritti costituzionali garantiti e tutelati anche dal Catechismo della Chiesa come forma di libera espressione della persona umana: la proprietà privata.

Si consideri che l’aumento del debito pubblico italiano – certamente fuori controllo e smisurato rispetto ai parametri UE – coincide tuttavia col maggior acquisto da parte degli italiani di titoli di Stato (Bot e Cct) per cui gli stessi cittadini italiani sono ora i primi creditori dello Stato. Si calcola che siamo titolari del 60% del debito pubblico: una situazione del tutto analoga alla terza potenza economica mondiale, il Giappone, che ha il 250% di debito pubblico rispetto al Pil, ma che essendo detenuto in toto dagli stessi cittadini giapponesi che mostrano fiducia nel proprio sistema-Paese, non espone l’Impero del Sol Levante a minaccia finanziaria alcuna da parte della speculazione internazionale e soprattutto delle organizzazioni politiche sovranazionali. Questo interessa al Trattato MES, ed è questo che, con ogni probabilità, ha permesso l’introduzione dell’articolo 12, il quale prevede quindi che la Ue possa impossessarsi del risparmio privato per abbattere il debito dello Stato. In sostanza due modelli culturali e politici si scontrano sullo sfondo della disfida sul Trattato MES: la logica istituzionale volgarmente svilita come “sovranista”, che in realtà mira a garantire un patto organico, comunitario, identitario tra la società civile e le istituzioni politiche garantendo che sovranità e valori identitari culturali condivisi restino il perno della amministrazione della Res Publica, e la logica globalista sovranazionale, che attraverso l’utopica quanto capziosa chimera della democrazia universale de facto lima, erode, livella ed azzera quel complesso fattore di coesione sociale dato dai sistemi politici comunitari identitari. Giappone docet. Il risultato di questa battaglia ha già procurato le sue vittime: Polonia ed Ungheria, Stati sovrani, la cui struttura politica culturale ha un solido impianto comunitario identitario nazionale, religioso cristiano, etico, culturale che non è mai venuto meno anche nei cinquant’anni di criminale dittatura di regimi comunisti sotto il tallone sovietico, ora sono sotto il fuoco diplomatico e massmediatico del fronte europeista. Di fronte alla ferrea volontà di non assoggettarsi alle logiche sovranazionali che usurpano identità culturale religiosa e sovranità politica nazionale, Polonia ed Ungheria sono stati accusati con retorica becera di stampo staliniano di gravi violazioni dei diritti umani da parte delle istituzioni UE e della vulgata massmediatica liberal e di sinistra.

La battaglia è aperta, la distruzione degli Stati europei all’orizzonte, proprio mentre nel diritto internazionale e nelle relazioni internazionali è il ritorno degli Stati, della Cina e degli USA, dell’India e del Regno Unito, a mettere in discussione il primato scellerato della democrazia globale.

Vaccinazione antinfluenzale: che cosa dicono le prove scientifiche. Vaccinare in modo indiscriminato anziani, gravide, bambini e sanitari può risultare più dannoso che utile?

La pandemia di COVID-19 ha indotto il Governo a estendere e rafforzare la raccomandazione di vaccinazione antinfluenzale, e varie Regioni ne hanno ordinato l’obbligo per anziani e personale sanitario. Ad oggi, però, le ricerche più valide su anziani hanno dimostrato la sua utilità solo in cardiopatici in fase attiva, mentre per non cardiopatici le prove non hanno mostrato una tendenza favorevole. Lo stesso sembra valere per la vaccinazione indiscriminata di gravide e bambini. Anche per sanitari mancano prove valide di benefici netti, e comunque un obbligo non sembra compatibile con l’ordinamento vigente. La scelta di un vaccino quadrivalente ad alta dose con ceppi diversi da quelli raccomandati dall’OMS sembra un’ulteriore criticità. Inoltre la vaccinazione antinfluenzale: • ha efficacia moderata nei confronti dell’influenza, ma non è efficace verso le ben più numerose sindromi influenzali da virus diversi da quelli dell’influenza • in base ad alcuni studi potrebbe aumentare altre infezioni respiratorie (interferenza virale), comprese alcune da coronavirus (anche se mancano prove rispetto al SARS-CoV-2). Non è comunque stato chiarito se sia risultata associata a prognosi migliore negli affetti da COVID-19 • non consente di distinguere sindromi influenzali da forme iniziali di COVID-19, che richiedono comunque test diagnostici specifici • se estesa come deciso da alcune Regioni, a fronte di un bilancio netto molto incerto tra benefici e danni, comporterebbe pesanti costi organizzativi, finanziari e disagi, in competizione con possibili usi molto migliori delle risorse corrispondenti. Le migliori prove scientifiche suggeriscono di rinunciare all’obbligo e una moratoria sull’estensione della vaccinazione, finché nuove ricerche valide, pragmatiche, indipendenti da interessi commerciali diano risposte basate sulle prove ai tanti interrogativi sollevati. Gli scriventi fanno riferimento al metodo scientifico e alla medicina basata sulle prove, sottopongono pertanto le proprie conoscenze e valutazioni in tema di vaccinazione antinfluenzale ai colleghi medici, ai decisori in sanità pubblica e a giornalisti scientifici, e sono aperti a ricevere contributi correttivi o integrazioni del documento basate sulle prove più valide. Auspicano di poterne discutere in opportuni contesti scientifici e istituzionali. Gli autori sono esenti da conflitti di interesse e non percepiscono royalties dalla pubblicazione. 


Relazione tra decessi da COVID-19 e coperture da vaccino antinfluenzale in località della Spagna (tratta da Machado 2020).

Fonti e spunti interessanti: 




Quali test di laboratorio fare prima di vaccinare un bambino?


Le ragioni del perché eseguire gli esami pre-vaccinali

Nell’agosto 2016, Gérard Eberl, direttore della sezione Immunità e Microambiente dell’Istituto Pasteur di Parigi, ha pubblicato un importante articolo su Nature Reviews Immunology (1) in cui ha spiegato che il sistema immunitario è costantemente attivato da segnali interni ed esterni e non è mai a riposo.
In questo modo è sempre pronto a rispondere a stimoli sempre diversi senza perdere il suo equilibrio.

Infatti, scrive Eberl: “Il modello classico dell’immunità indica che il sistema immunitario reagisce a patogeni e lesioni e ripristina l’omeostasi. Un secolo di ricerca ha scoperto i mezzi e i meccanismi con i quali il sistema immunitario riconosce il pericolo e regola la propria attività, tuttavia questo modello classico non spiega in modo completo i fenomeni complessi come la tolleranza, l’allergia, l’aumento della prevalenza delle patologie infiammatorie nei Paesi industrializzati e l’immunità a molteplici infezioni. Io allora propongo un modello di immunità basato sull’equilibrio, in cui il sistema immunitario è sempre attivo e in uno stato di equilibrio dinamico tra tipi antagonisti di risposta. Questo equilibrio è regolato sia dall’ambiente interno che dall’ambiente microbico. Di conseguenza, l’alterazione dell’ambiente interno o dell’ambiente microbico porta ad un disequilibrio immunitario che determina la tolleranza, l’immunità protettiva e la patologia infiammatoria“.

Le affermazioni del Prof. Eberl sono il risultato di innumerevoli studi condotti in questi ultimi decenni che stanno dimostrando l’esistenza di una rete di equilibri che mette in collegamento le cellule dell’immunità naturale e acquisita sia tra loro sia con gli organi più lontani grazie ad una mirabile rete di segnalazione chimica composta da chemochine e citochine.

Ecco allora che può diventare razionale eseguire anche alcuni esami ematochimici nei soggetti a rischio e in particolare nei bambini piccoli che dovrebbero ricevere i vaccini pediatrici, dato che questi ultimi possono essere potenziali fattori squilibranti dei delicati e ancora immaturi equilibri psico-neuro-immuno-endocrinologici, per lo meno nel primo periodo post-vaccinale.

Lo scopo di effettuare alcuni dosaggi laboratoristici è quello di avere qualche elemento in più per capire se quel singolo bambino è nella condizione di sopportare lo stress immunitario delle vaccinazioni senza rischi gravi per la sua salute.
Lo studio ematochimico pre-vaccinale

La richiesta degli esami pre-vaccinali è e resta estremamente importante e corretta e i motivi sono i seguenti:
i neonati o comunque i bambini piccoli (per la loro fisiologica condizione di vita) sono particolarmente deboli a livello immunitario e, se non facciamo attenzione, non solo li possiamo rendere ancora più deboli, ma li possiamo anche squilibrare a lungo o, in alcuni sporadici casi, per sempre;
i vaccini pediatrici, anche se raramente, possono causare gravi danni;
alcuni bambini, anche se nei primi mesi appaiono perfettamente sani, possono avere una particolare predisposizione a presentare danni in seguito alle vaccinazioni (ipogammaglobulinemia transitoria, alterazioni del microbiota intestinale, alterazioni dell’assorbimento enterico dei nutrienti, carenza di determinate sostanze biologiche a livello cerebrale, presenza di patologie latenti, stress di vita particolarmente intensi, presenza di sostanze tossiche come gli inquinanti ambientali, ecc.).

Ecco perché sembrerebbe più che razionale eseguire alcuni esami ematochimici nei soggetti presumibilmente a rischio. Infatti, anche il semplice Buon Senso ci pone delle domande:
Le vaccinazioni che vengono inoculate a neonati di 2-3 mesi, dei quali non conosciamo praticamente nulla, sono veramente così innocue da non necessitare alcun accertamento preliminare per assicurarsi che il neonato le possa tollerare senza subirne danno e sono anche così innocue da non richiedere neppure una specifica e approfondita visita medica anticipatoria?
Se i vaccini sono farmaci veri e propri, è lecito pensare che esista un farmaco senza effetti indesiderati?
È lecito far correre un rischio, potenzialmente anche grave (nonostante sia raro), ad un soggetto teoricamente sano e addirittura ad un bambino che ha davanti a sé una lunga vita?
Esistono dei farmaci che devono essere somministrati a tutti in modo massivo e incondizionato? È quindi lecito imporre a tutti per Legge il trattamento vaccinale, potenzialmente patogeno, e per di più senza chiedersi se il bambino sia in grado di sopportarlo?
Non sarebbe logico, sensato, prudente e rispettoso del più sacrosanto Principio di Precauzione sottoporre il bambino ad una accurata anamnesi pre-vaccinale che indaghi lo stato della sua salute psico-fisica, ma anche quella dei suoi genitori e che indaghi anche tutte quelle condizioni che possono causare debolezze personali, genetiche, familiari, ambientali e sociali nel vaccinando?

Eppure la realtà è molto diversa: i bambini molto raramente vengono visitati in modo approfondito e specifico prima della somministrazione dei vaccini! Al massimo si chiede ai genitori se il bambino sta bene e, nel caso abbia avuto la febbre poco prima, si consiglia di dargli una dose di paracetamolo subito dopo il vaccino e di vaccinarlo ugualmente!
A – Non esiste un test pre-vaccinale per riconoscere con certezza i soggetti a rischio

Va precisato fin da subito che ci sono dei test che si possono fare, ma non forniscono di per se stessi una certezza, perché anche se risultassero normali, non potrebbero escludere una immaturità del sistema immunitario e/o una particolare incapacità di gestire l’intenso stress immunitario che le vaccinazioni multiple (sei o più vaccini inoculati contemporaneamente o anche un numero minore ma inoculato ripetutamente a brevi intervalli temporali) possono causare in organismi predisposti. Se però questi test risultassero alterati, pur non fornendo una certezza assoluta, esprimerebbero comunque la presenza di un buon margine di rischio ad eseguire la vaccinazione.

Infatti, alla domanda “Quali esami eseguire per capire se c’è stato un danno da vaccino?“, la Dott.ssa Paola Tataseo, biologa molecolare, ha risposto con decisione: “Tutti e nessuno!” (2).

E poi ha continuato con queste parole:

“Prima di tutto va detto che non si dovrebbe parlare di un preciso danno da vaccino, ma della perdita dello stato di salute dovuta ad una serie di concause (stress, agenti infettivi, farmaci, tossine, suscettibilità genetica, inquinamento ambientale, ecc.) tra le quali il vaccino (che comunque molti Autori catalogano tra gli stressor) rappresenta l’elemento maggiormente visibile e/o slatentizzante della perdita di un equilibrio già precario, specie quando si agisce come si fa oggi e cioè quando le vaccinazioni sono multiple e vengono somministrate ad un organismo estremamente debole e immaturo a livello immunitario come è quello del neonato …

Infine, trovare un luogo comune a tutti i danni da vaccino potrebbe essere un’impresa quasi impossibile, anche se è probabile che la risposta sia sempre celata nell’epigenetica, cioè nell’interazione di determinati geni individuali con l’ambiente.

Purtroppo, nel momento in cui viene diagnosticato un ipotetico danno da vaccino è ormai passato abbastanza tempo per individuare una serie di ‘blocchi’ biochimici a cascata che hanno causato la malattia e complicato la ricerca del perché di quella malattia“.

Tataseo ha perfettamente ragione, non dobbiamo pensare ai vaccini come a sostanze che causino danni in modo diretto: questo avviene molto raramente e in bambini immunologicamente molto deboli o con processi flogistici latenti o con importanti alterazioni genetiche (anche se misconosciute).

Il più delle volte i vaccini agiscono non causando ma slatentizzando una debolezza preesistente e quindi bisogna cercare di individuare la debolezza immunitaria o metabolica presente nel bambino e poi dimostrare tale condizione con gli esami alterati.

Pertanto, il primo punto è raccogliere un’anamnesi dettagliata di tutta la storia del bambino (iniziando da prima del suo concepimento) in modo da arrivare ad una ipotesi diagnostica (secondo punto) e poi, come terzo punto, arrivare alla dimostrazione dell’ipotesi sottoponendo il bambino ad esami strumentali e/o ematochimici accuratamente scelti e personalizzati.

Se invece facciamo esami generici e non personalizzati, corriamo il rischio di non scoprire la debolezza del bambino, spendiamo soldi, stressiamo il bambino con prelievi o esami strumentali inutili e in ogni caso utilizziamo un approccio non razionale e casuale che potrebbe rivelarsi infruttuoso.

Quindi, una corretta decisione sul se e quando vaccinare può scaturire solo da una valutazione molto approfondita del bambino, che però può essere fatta solo da un medico che lo ha visitato più volte e che ha raccolto in modo attento la sua storia e quella dei suoi genitori (partendo addirittura da prima del suo concepimento).

In sintesi, i fattori da analizzare sono:
familiarità patologica del bambino e dei suoi genitori (specie per quanto riguarda le patologie immunitarie e genetiche);
gravidanza materna (indagando specialmente alimentazione, farmaci e malattie avute);
parto (tipo di parto e farmaci assunti);
alimentazione e crescita del bambino, specie nel primo anno di vita (con particolare riguardo al tipo di allattamento e di svezzamento);
patologie avute dal bambino e farmaci e/o integratori nutrizionali assunti;
ambiente in cui il bambino vive con particolare attenzione all’eventuale presenza di relativi fattori di rischio (fattori stressanti a livello psichico o biologico, come ad esempio un inquinamento di qualsiasi tipo).

Solo alla luce di questi dati si possono scegliere gli esami da fare ed è palese che la loro scelta dovrebbe essere eseguita da un medico che ha le conoscenze adatte per farla.
B – Esami “ragionati” da eseguire prima di una vaccinazione

Purtroppo, oggi non sappiamo individuare con sicurezza le persone che, a differenza della popolazione generale, presenteranno certamente un evento avverso ad un farmaco o ad un vaccino, però qualcosa possiamo fare.

Pertanto, anche se forse alla luce delle conoscenze attuali è ancora troppo presto per definire un pannello di esami genetici e biochimici da effettuare per individuare i soggetti a rischio, ci sono comunque le conoscenze sufficienti per proporre alcuni esami, chiaramente da rivedere, ampliare e migliorare (spero in un tempo prossimo), tenendo bene in considerazione che ogni singolo risultato deve essere interpretato in concerto con gli altri.
I – Esami pre-vaccinali di primo livello

Per un generico screening iniziale di base, potrebbe essere sufficiente consigliare l’esecuzione nel bambino dei seguenti esami:
Esame emocromocitometrico con formula leucocitaria.
VES e Proteina C reattiva (PCR).
Elettroforesi proteica (protidogramma).
TSH (funzione tiroidea).
Vitamina D.
Esame urine completo.
Dosaggio delle immunoglobuline (IgA, IgM, IgG, IgE)
Dosaggio quantitativo degli anticorpi specifici (IgG) dei vaccini che dovrebbero essere inoculati: anticorpi contro difterite, tetano, polio, epatite B, emofilo B, pertosse, morbillo, parotite, rosolia, varicella, meningococco (il dosaggio di questi anticorpi è utile perché se qualche bambino non vaccinato presenta già degli anticorpi in quantità sufficiente non è necessario ricevere quel vaccino).
II – Esami pre-vaccinali di secondo livello

Sono esami da eseguire nel bambino che si aggiungono ai precedenti e che sono utili in caso di qualche sospetto patologico dedotto dalla raccolta anamnestica e che si vuole confermare o meno con gli esami di laboratorio. Pertanto, gli esami che consiglierei dipendono dalle informazioni raccolte.
Esami genericamente utili: transaminasi, GGT, LDH, ferritina, glucosio, fosfatasi alcalina, elettroliti sierici (sodio, potassio, magnesio, calcio, fosforo, ferro, zinco, rame).
Bambino immunologicamente immaturo o nato prematuro: immunoglobuline sieriche (IgA, IgG, IgM e IgE), tipizzazione linfocitaria.
Bambino con processo infiammatorio latente: bastano già gli esami di primo livello (esame emocromocitometrico con formula leucocitaria, elettroforesi proteica per le alfa-2-globuline e le gamma-globuline, la VES, la PCR e l’esame urine), ma si potrebbero aggiungere alcuni esami ulteriori in base alla causa dell’infiammazione.
Bambino con disturbi digestivi e/o addome gonfio: test per la ricerca delle intolleranze alimentari (IgG e IgE specifiche), tipizzazione tessutale HLA ad alta risoluzione per la malattia celiaca, test di permeabilità intestinale agli zuccheri disaccaridi e monosaccaridi.
Bambino figlio di genitori con malattie autoimmuni: tipizzazione tessutale HLA ad alta risoluzione (richiedere valutazione specifica in base alla patologie autoimmune presente nei genitori), omocisteina, acido folico, vitamina B6, vitamina B12 e glutatione ridotto e ossidato con misura del loro rapporto [GSH/GSSG].
Bambino figlio di genitori con patologie croniche: esami per cercare nel bambino le malattie latenti dei genitori, ma anche omocisteina, acido folico, vitamina B6, vitamina B12.
Bambino pallido, magro, anoressico e non allattato al seno: vitamina D, omocisteina, acido folico, vitamina B6, vitamina B12, ferritina, elettroliti sierici (sodio, potassio, magnesio, calcio, fosforo inorganico, ferro, zinco, rame), test per malattia celiaca (anticorpi antigliadina [AGD], anticorpi antiendomisio [AEM], anticorpi antitransglutaminasi e tipizzazione tessutale HLA ad alta risoluzione per la ricerca delle molecole HLA DR3, DR7 e in particolare DQ2 e DQ8).
Bambino figlio di genitori o di madre vegetariana/vegana: omocisteina, acido folico, vitamina B6, vitamina B12, ferritina, elettroliti sierici (sodio, potassio, magnesio, calcio, fosforo inorganico, ferro, zinco, rame), aminoacidi sierici e urinari.
Bambino che vive vicino inceneritori o in un ambiente con elevato inquinamento ambientale: ricerca metalli tossici urinari, rapporto tra glutatione ridotto e ossidato, glutatione S-transferasi (per valutare la capacità di detossificazione), uroporfirine urinarie e coproporfirine urinarie (espressione di danno farmacologico, intossicazione di metalli tossici o di sostanze chimiche tossiche, disordini genetici, patologie epatiche, stress ossidativo, ecc.), mineralogramma del capello.
Bambino con frequenti patologie virali o ammalatosi di qualche grave patologia poco dopo la nascita o sottoposto a precedente intervento chirurgico: ricerca di alcuni anticorpi virali (Cytomegalovirus, Epstein-Barr virus, Herpes simplex virus), tipizzazione linfocitaria (con particolare riguardo ai seguenti linfociti: CD20 [marker popolazione linfocitaria B], CD3 [marker popolazione linfocitaria T], CD4 [marker popolazione linfocitaria T helper] e CD8 [marker popolazione linfocitaria T citotossica]).
III – Esami di terzo livello

Questi sono esami molto specialistici che vanno eseguiti nel bambino solo in casi particolari che esulano da questa trattazione e per i quali rinvio al mio libro sulle Vaccinazioni Pediatriche (3).
IV – Esami da eseguire nella madre del bambino vaccinando

Se consideriamo che un bambino è figlio di due genitori che lo hanno obbligatoriamente influenzato a livello fisiopatologico con le loro con le loro condizioni genetiche, metaboliche, immunitarie e quindi gli hanno trasferito nel momento del concepimento (entrambi i genitori) e durante la gravidanza e anche finché perdura l’allattamento (la madre) moltissime informazioni “basali” sulle quali poi lui costruirà il suo organismo e la sua personalità, è ovvio che sarebbe utile e consigliabile, sempre per il Principio di Precauzione, eseguire anche nei genitori o comunque specialmente nella madre, qualche controllo ematochimico.

Pertanto, consiglio di sottoporre il padre del bambino ma in particolare la madre ad una visita medica approfondita che valuti la loro storia biopatografica e le loro condizioni semeiologiche in modo da conoscere e considerare se siano portatori di qualche alterazione capace di influenzare in modo diretto e/o indiretto le condizioni immunitarie e metaboliche di loro figlio.

Anche qui, ovviamente, gli esami ematochimici e/o strumentali vanno personalizzati in modo da limitarli a quelli più utili per i nostri scopi vaccinali e pertanto ci dobbiamo affidare al Medico di Base che ben conosce la famiglia e la storia dei due genitori: è lui colui che meglio potrà indicare gli esami da eseguire.

Se però dovessi indicare gli esami più importanti, in base alla mia esperienza mi limiterei ai seguenti che consiglio di eseguire specialmente nella madre (meglio ancora se viene coinvolto anche il padre):
Esame emocromocitometrico con formula leucocitaria.
VES e Proteina C reattiva (PCR).
Elettroforesi proteica (protidogramma).
Transaminasi, GGT, LDH, ferritina, glucosio, fosfatasi alcalina, elettroliti sierici (sodio, potassio, magnesio, calcio, fosforo, ferro, zinco, rame).
TSH (funzione tiroidea), vitamina D, omocisteina, acido folico, vitamina B6, vitamina B12.
Dosaggio delle immunoglobuline (IgA, IgM, IgG, IgE).
Dosaggio quantitativo degli anticorpi specifici (IgG) dei vaccini che dovrebbero essere inoculati: anticorpi contro difterite, tetano, polio, epatite B, emofilo B, pertosse, morbillo, parotite, rosolia, varicella, meningococco.
Eventuale test per la ricerca delle intolleranze alimentari (IgG e IgE specifiche), tipizzazione tessutale HLA ad alta risoluzione per la malattia celiaca (da valutare in base all’anamnesi).
Ricerca di alcuni anticorpi virali (Cytomegalovirus, Epstein-Barr virus, Herpes simplex virus).
Esame urine completo.
Esami scelti in base ad eventuali patologie e debolezze organiche della persona.

Ovviamente questi sono solo alcuni dei molti test che si possono eseguire sia nel bambino sia nei suoi genitori, perché non è né sensato né possibile eseguirli tutti. Invece, è necessario che il medico scelga gli esami in base alle caratteristiche del soggetto tenendo presente specialmente la sua età, alcune sue predisposizioni particolari (desunte dall’anamnesi personale e familiare) e i vaccini che i genitori devono o desiderano somministrare.


Bibliografia
Eberl, G. Immunity by equilibrium. Nat. Rev. Immunol. 16, 524-532 (2016).

Rete Sostenibilità e Salute – Vaccinazione antinfluenzale e Covid-19: servono studi randomizzati controllati



CHIEDIAMO A GRAN VOCE AL MINISTERO DELLA SANITA' DI ISTITUIRE UNA COMMISSIONE SCIENTIFICA PER GLI STUDI RANDOMIZZATI CONTROLLATI SUI VACCINI ANTINFLUENZALI E COVID 19 PRESIEDUTA DAI MEDICI DELLA "RETE SOSTENIBILITA' E SALUTE". SENZA QUESTI RISULTATI IMPORTANTI LA POPOLAZIONE NON POTRA' MAI ESSERE ESENTE DA DANNI VACCINALI. INOLTRE LA LEGGE LORENZIN, CHE ESONERA I MEDICI DA RESPONSABILITA' PER I DANNI DA VACCINO, DEVE ESSERE ABROGATA PER DARE PROVA DELLA BUONA FEDE DEL GOVERNO IN MATERIA DI DANNI VACCINALI. IL LOBBISMO SANITARIO RESTI FUORI DAL PARLAMENTO!
  

COMUNICATO STAMPA DEL 25 NOVEMBRE 2020

Vaccinazione antinfluenzale e Covid-19: servono studi randomizzati controllati

La Rete Sostenibilità e Salute ha discusso l’articolo (1), comparso il 20-10-2020 su MD Digital, che ha valutato criticamente alcune ricerche con disegno detto ecologico, ampiamente rilanciate dai media, che hanno trovato correlazioni inverse, o al contrario dirette, tra coperture vaccinali antinfluenzali e diffusione e gravità della Covid-19. Purtroppo tali ricerche hanno in comune forti punti di debolezza, legati al disegno di studio di validità molto bassa, alla scarsa accuratezza e completezza dei dati di base utilizzati, e ad altri problemi ancora, che l’articolo (1) segnala come contributo alla crescita di un’attitudine alla valutazione critica delle pubblicazioni scientifiche.
L’articolo conclude per altro con un’importante proposta. Se si desidera davvero comprendere tutti gli effetti della vaccinazione antinfluenzale, inclusa una sua potenziale associazione, protettiva o no, con la Covid-19, ci sarebbero soluzioni: dove possibile, attuare ricerche osservazionali con il disegno più valido di regressione discontinua, come avvenuto in Inghilterra e Galles (2), per stimare l’effetto netto medio di tale vaccinazione su una popolazione indiscriminata (nel caso specifico, di anziani di età intorno ai 65 anni). Oppure effettuare ricerche randomizzate controllate (RCT), il disegno di studio ideale, con massimo grado di validità.
Avremmo oggi un’importante occasione per fare un RCT superando possibili obiezioni dei Comitati etici: rivolgersi ai tanti esitanti, cioè a coloro che – dopo un’informazione bilanciata ed esaustiva – non sanno comunque decidere se sottoporsi o no alla vaccinazione antinfluenzale (cioè chi spontaneamente non sa risolversi a effettuarla, ma non è comunque contrario…). A costoro si potrebbe proporre di partecipare a una grande ricerca controllata pragmatica (3), per far avanzare la scienza. Su milioni di esitanti in Italia, è verosimile che decine di migliaia accetterebbero: un grande gruppo potrebbe essere randomizzato al vaccino antinfluenzale, sapendo che lo riceve, al gruppo di controllo randomizzato non si dovrebbe fare nulla (dunque non un’iniezione “placebo”, per eliminare effetti avversi locali o effetti “nocebo” comunque possibili in disegni in cieco). Le risposte su eventuali effetti sulla Covid-19 si avrebbero in pochi mesi. Per entrambi i gruppi si potrebbero inoltre registrare in modo attivo e a lungo malattie evitate o insorte, eventuali effetti benefici e/o avversi, e alla fine si potrebbe tracciare un bilancio serio di questa importante misura di sanità pubblica, di interesse universale per tanti anni a venire.
La Rete Sostenibilità e Salute ritiene la proposta sopra descritta di grande interesse, e intende rilanciarla a livello scientifico e istituzionale, auspicando che sia raccolta e finanziata dalle Autorità sanitarie nazionali e da Centri di ricerca indipendenti da interessi commerciali, coinvolgendo ricercatori senza conflitti di interesse, in grado di garantire il livello metodologico e la credibilità dei risultati.

(1) Donzelli A, Cattaneo A. Vaccino antinfluenzale e Covid-19: servono studi randomizzati controllati. MD Digital, 20 ottobre 2020.
(2) Anderson ML, et al. The Effect of Influenza Vaccination for the Elderly on Hospitalization and Mortality: An Observational Study With a Regression Discontinuity Design. Ann Intern Med 2020; 172(7): 445-452. doi: 10.7326/M19-3075. Epub 2020 Mar 3. PMID: 32120383.
(3) Donzelli A, Schivalocchi A, Giudicatti G. Non-specific effects of vaccinations in high-income settings: How to address the issue?, Human Vaccines & Immunotherapeutics 2018; 14:12, 2904-2910, DOI: 10.1080/21645515.2018.1502520.

La Rete Sostenibilità e Salute

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Con l’anti influenzale rischiamo di ammalarci di più?

In Lazio e in Campania, da settembre, è obbligatorio vaccinarsi contro l’influenza. Il provvedimento costringe alla vaccinazione, per il momento e tramite ordinanze regionali, i residenti dai 65 anni in su e tutto il personale sanitario. Chi fra medici, ostetriche, infermieri rifiuterà, non potrà lavorare, mentre chi il lavoro non ce l’ha, non potrà frequentare i luoghi ricreativi (centri anziani).

La motivazione degli amministratori si basa sull’assunto che le persone che riceveranno il vaccino “non si ammaleranno di influenza e non affolleranno gli ospedali”.

Dal punto di vista politico sembra un tentativo “di vedere l’effetto che fa”. Eppure, in sordina, sono diversi i ricorsi già presentati. Spicca quello dell’Ampas, Medicina di Segnale.


L'obbligo vaccinale viola precisi articoli della nostra Costituzione. Nessun farmaco può essere somministrato senza il consenso dell’interessato (infatti, occorre firmare o non firmare un consenso informato).

Con questo articolo, tuttavia, preferiamo approfondire il valore scientifico del provvedimento. Primo perché l’aspetto medico riguarda la nostra salute. Secondo per informare i diretti interessati, fra i quali ci sono anche i deputati che potrebbero un domani essere chiamati a valutare l’opportunità di introdurre la vaccinazione anti influenzale su tutto il territorio nazionale.

Lo studio

È stata appena pubblicata (Giovanni Fioriti editore, 2020) un’antologia di 62 pagine, dal titolo Vaccinazione antinfluenzale: che cosa dicono le prove scientifiche. A cura di: Alberto Donzelli, Daniele Agostini, Paolo Bellavite, Adriano Cattaneo, Piergiorgio Duca, Eugenio Serravalle.

Eccola in allegato:(https://blog.ilgiornale.it/locati/files/2020/06/donzelli.pdf). Gli autori, tutti medici, la mettono a disposizione. È chiara, precisa e offre una carrellata sulle metanalisi, ossia l’insieme degli studi sul tema, con i rimandi bibliografici.

L’utilità del vaccino

Leggiamo in sintesi. “…le ricerche più valide su anziani hanno dimostrato l’utilità del vaccino anti influenzale solo nei cardiopatici in fase attiva, mentre per non cardiopatici le prove non hanno mostrato una tendenza favorevole. Lo stesso sembra valere per la vaccinazione indiscriminata di donne gravide e bambini. Anche per sanitari mancano prove valide di benefici netti, e comunque un obbligo non sembra compatibile con l’ordinamento vigente”.

Gli studi svolti nel corso degli anni mettono in evidenza che vaccinarsi contro l’influenza stagionale:

“Ha un’efficacia moderata nei confronti dell’influenza, ma non è efficace verso le ben più numerose sindromi influenzali da virus diversi da quelli dell’influenza”. Non solo. “In base ad alcuni studi potrebbe aumentare altre infezioni respiratorie (interferenza virale), comprese alcune da coronavirus (anche se mancano prove rispetto al SARS-CoV-2). Non è comunque stato chiarito se sia risultata associata a prognosi migliore negli affetti da COVID-19”.

Gli autori osservano, inoltre, che “se la vaccinazione venisse estesa come deciso da alcune Regioni, a fronte di un bilancio netto molto incerto tra benefici e danni, comporterebbe pesanti costi organizzativi, finanziari e disagi, in competizione con possibili usi molto migliori delle risorse corrispondenti”.

Conclusione: “Le migliori prove scientifiche suggeriscono di rinunciare all’obbligo e una moratoria sull’estensione della vaccinazione, finché nuove ricerche valide, pragmatiche, indipendenti da interessi commerciali diano risposte basate sulle prove ai tanti interrogativi sollevati”.

Ricapitolando: i virus dell’influenza sono 3 o 4; quelli che provocano le sindromi influenzali (influenza like illness) e che hanno sintomi non distinguibili dall’influenza sono centinaia. Il vaccino protegge dai primi 4. Ma i vaccinati contro i primi 4 virus sono più soggetti a contrarre virus respiratori.

L’interferenza virale

Dall’unico studio randomizzato fatto su bambini da 6 a 15 anni, intitolato Aumento del rischio di infezioni da virus respiratorio non influenzale associate alla ricezione di vaccino antinfluenzale inattivato, cliccate qui, è emerso che il gruppo dei vaccinati è sì protetto dall’influenza, rispetto al gruppo a cui è stato dato un placebo. Ma si ammala molto di più di malattie respiratorie. Il lavoro risale a una decina di anni fa. Osservati 115 bambini per 9 mesi e suddivisi in due gruppi. Il gruppo dei vaccinati ha avuto 30 influenze in meno rispetto al gruppo del placebo ma più di 302 infezioni da virus non influenzali confermati virologicamente. Scrivono gli autori: “Fino ad eventuali altri studi randomizzati con gruppo di controllo che ne ribaltino i risultati, questo lavoro mette radicalmente in dubbio l’opportunità dell’antiinfluenzale in età pediatrica”.

Lo stesso fenomeno si è registrato in uno studio di coorte su quasi 700 bambini (Rikin et al. 2018). L’interferenza virale è stata rilevata anche in adulti militari Usa (Wolff, 2020). Gli adulti vaccinati con anti influenzale “hanno mostrato meno influenze e meno para influenze e infezioni da virus respiratorio sinciziale ma un aumento significativo di infezioni da coronavirus (+ 36% anche se non circolava ancora il Sars-Cov-2), da metapneumovirus (+56%) e dall’insieme dei virus non-influenzali (+15%) oltre a un aumento quantitativamente ancora maggiore di malattie respiratorie in cui non si è potuto identificare il patogeno (+59%). L’eccesso netto di patologie respiratorie nei vaccinati è risultato importante” (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/22423139/).

È stato in base a questo lavoro che il vice capo del comitato scientifico del Regno Unito, Jonathan Van-Tam, durante l’epidemia di Covid 19 ha consigliato agli inglesi che avevano fatto l’anti influenzale di restare a casa per 12 settimane.

E in Italia?

Da noi no. Ho scritto all’ISS, Istituto Superiore di Sanità e mi è stato risposto il 28 aprile “che in Italia non sono stati fatti studi che mostrino questa correlazione”.

Il nuovo vaccino anti influenzale

È stato appena autorizzato un nuovo vaccino antiinfluenzale ad alto dosaggio, Efluelda della Sanofi, che contiene 3 ceppi diversi da quelli raccomandati dall’OMS.

Per gli autori si tratta di un’ulteriore criticità : “In base ai ceppi virali in circolazione nel mondo, il Global Influenza Surveillance Network dell’OMS, in collaborazione con i National Influenza Centres (NIC), aggiorna ogni anno la composizione del vaccino antinfluenzale. Sorprende, dunque, l’autorizzazione di un vaccino che, su 4 ceppi, contiene 3 ceppi diversi da quelli raccomandati dall’OMS per la stagione 2020-21 (pag 30, tabella 7.1)”.

E il rischio Covid?

Benjamin J. Cowling, primo firmatario dell’unico studio randomizzato sui bambini di cui si è discusso sopra e l’epidemiologo della Sapienza Stefano Petti hanno recentemente analizzato ed elaborato i dati Eurostat ed ECDC sulla mortalità da Covid nei vari Paesi comparandola ai vaccinati contro l’influenza.

“Abbiamo osservato che vi è stata maggiore mortalità da Covid nei Paesi con maggiore copertura vaccinale fra gli over 65- che sono: Gran Bretagna (oltre 70%), Norvegia, Italia, Spagna, Portogallo, Irlanda, tutti oltre il 50% – rispetto a quelli con bassa copertura, Turchia, Lettonia, Estonia, Polonia, Romania, Bulgaria, tutti al di sotto del 10%”.

Antiinfluenzale, un’incertezza che costa cara

Il costo del vaccino anti influenzale solo per gli anziani supera i 153milioni di euro all’anno. Poi occorre aggiungere i costi per le donne in gravidanza e gli operatori sanitari. (Ringrazio il dottor Fabio Franchi per i calcoli).

1) italiani con età maggiore di 65 anni nel 2018: = 13.644.363 (75% = 10.233.272)

2) costo di una dose di antinfluenza scontato = € 6 €,

3) costo per ogni somministrazione € 9 (+ conservazione, distribuzione), 4) totale per una somministrazione= € 15 €

5) costo per il 75% degli anziani : 153.499.080 € (obiettivo minimo 2019)

Conclusioni:

In vista della già sicura ondata autunnale di Covid 19, confidiamo che il Parlamento intraprenda le indagini conoscitive utili ad approfondire un’ eventuale interferenza virale tra il vaccino anti influenzale e le malattie respiratorie. E che, nell’attesa di saperne di più, i presidenti di Lazio e Campania applichino il principio di precauzione: abbiamo bisogno di tutti i medici, in salute. Ciascuno di noi, forte delle informazioni ricevute, si impegnerà a badare ai propri anziani.

Il nostro grazie dal profondo del cuore a tutti i medici che si sono impegnati negli approfondimenti condividendo con noi il frutto dei loro lavori.

La tabella allegata fa parte di uno studio italiano sull’efficacia del vaccino anti influenzale negli anni 2016-17 condotto da Francesca Valent e Tolinda Gallo e pubblicato sugli Annali dell’Istituto Superiore di Sanità. I vaccinati hanno fatto registrare più accessi in pronto soccorso, più ricoveri ospedalieri e una maggior mortalità rispetto ai non vaccinati.

I vaccini sono un'illusione





L’immunologa Tetyana Obukhanych in questo libro espone i motivi per cui i vaccini non possono assicurarci un’immunità duratura dalle malattie infettive e sono pericolosi per la nostra salute.
Basandosi su fonti scientifiche accreditate, quali PubMed (la banca dati medica più autorevole al mondo), l’autrice ci spiega in maniera chiara: perché la vaccinazione antinfluenzale può essere definita come una roulette russa e quindi poco efficace l’inesistenza dell'immunità di gregge i motivi dell’esagerazione forzata dei problemi derivanti dalle malattie infettive naturali quali sono i rimedi naturali per il rafforzamento dell'organismo come vitamina A, vitamina D, omeopatia come i vaccini possono aprire la strada all’invasione di varie malattie: allergie, dermatiti, esofagiti, reazioni ai metalli pesanti che contengono, ecc...e molto altro.

In seguito alla crescente preoccupazione in merito alla sicurezza dei vaccini, la nostra società si è divisa fra chi è a favore del loro impiego e chi invece è contrario.

Nel dibattito in corso, però, abbiamo perso di vista un problema più grande: le campagne di vaccinazione cancellano la nostra immunità naturale e mettono a rischio la vita dei più piccoli.

Questo libro rappresenta un’indagine approfondita di tutte le fonti a disposizione sul tema dei vaccini e dell’immunità naturale.

Dall'introduzione:

"Studi fatti durante lo scorso decennio hanno cominciato a delineare i meccanismi immunologici che permettono di capire come l’esposizione a determinati ingredienti dei vaccini, per esempio l’alluminio e il timerosal*, sia incompatibile con il funzionamento ottimale del sistema immunitario. La maggior parte delle pubblicazioni scientifiche che si dichiarano in disaccordo con le pratiche di vaccinazione comunemente raccomandate è sotto gli occhi di tutti, ma questi studi non vengono divulgati dalla medicina convenzionale.

Credo che sia importante colmare questa lacuna e discutere con i neogenitori, con i professionisti e gli operatori del settore della salute riguardo a quelle scoperte scientifiche che confermano la possibilità di godere di ottima salute senza ricorrere ai vaccini."


LITURGIA DEL GIORNO

La Liturgia di Giovedi 10 Dicembre 2020
Giovedì della II settimana di Avvento




Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Viola

Antifona d'ingresso
Tu sei vicino, o Signore, e tutte le tue vie sono verità;
fin dal principio, dalle tue testimonianze
ho conosciuto che in eterno tu sei.
(Cf. Sal 118,151-152)

Colletta
Ridesta i nostri cuori, o Padre,
a preparare le vie del tuo Figlio unigenito,
e fa’ che, per la sua venuta,
possiamo servirti con purezza di spirito.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, ...

PRIMA LETTURA (Is 41,13-20)
Io sono il tuo redentore, il Santo d’Israele.


Dal libro del profeta Isaìa

Io sono il Signore, tuo Dio,
che ti tengo per la destra
e ti dico: «Non temere, io ti vengo in aiuto».
Non temere, vermiciattolo di Giacobbe,
larva d’Israele;
io vengo in tuo aiuto – oràcolo del Signore –,
tuo redentore è il Santo d’Israele.
Ecco, ti rendo come una trebbia acuminata, nuova,
munita di molte punte;
tu trebbierai i monti e li stritolerai,
ridurrai i colli in pula.
Li vaglierai e il vento li porterà via,
il turbine li disperderà.
Tu, invece, gioirai nel Signore,
ti vanterai del Santo d’Israele.
I miseri e i poveri cercano acqua ma non c’è;
la loro lingua è riarsa per la sete.
Io, il Signore, risponderò loro,
io, Dio d’Israele, non li abbandonerò.
Farò scaturire fiumi su brulle colline,
fontane in mezzo alle valli;
cambierò il deserto in un lago d’acqua,
la terra arida in zona di sorgenti.
Nel deserto pianterò cedri,
acacie, mirti e ulivi;
nella steppa porrò cipressi,
olmi e abeti;
perché vedano e sappiano,
considerino e comprendano a un tempo
che questo ha fatto la mano del Signore,
lo ha creato il Santo d’Israele.

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 144)
Rit: Il Signore è misericordioso e grande nell’amore.

O Dio, mio re, voglio esaltarti
e benedire il tuo nome in eterno e per sempre.
Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature.

Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza.

Facciano conoscere agli uomini le tue imprese
e la splendida gloria del tuo regno.
Il tuo regno è un regno eterno,
il tuo dominio si estende per tutte le generazioni.

Canto al Vangelo (Is 45,8)
Alleluia, alleluia.
Stillate, cieli, dall’alto
e le nubi facciano piovere il Giusto;
si apra la terra
e germogli il Salvatore.
Alleluia.

VANGELO (Mt 11,11-15)
Non ci fu uomo più grande di Giovanni Battista.


+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse alle folle:
«In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui.
Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono.
Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. E, se volete comprendere, è lui quell’Elìa che deve venire.
Chi ha orecchi, ascolti!».

Parola del Signore

Preghiera dei fedeli
La Parola di Dio ci ha ricordato le meraviglie che il Signore continuamente compie nella nostra vita. Con cuore grato preghiamo dicendo:
Noi ti ringraziamo, o Padre.

Sei nostro Padre e ci tieni per mano:
Ci rendi forti di fronte al male:
Tieni conto soltanto dei nostri lati positivi:
Ascolti il grido dei poveri:
Rendi feconda la nostra terra e benedici il lavoro delle nostre mani:
Non ti stanchi mai delle nostre debolezze:
Per il battesimo ci fai più grandi degli antichi profeti:
Ci chiami a possedere il tuo regno:
Ci dai diritto di sentirci tuoi figli:
Tu, il Santo, vivi in mezzo a noi:
In Gesù ci rendi partecipi della tua pienezza:
Ci fai ascoltare ogni giorno la tua Parola:
Ci dai la grazia di riconoscere in Gesù il Signore e il Salvatore:

O Padre, tu rinnovi ogni dono e ogni benedizione nel sacrificio del tuo Figlio. Accogli il nostro umile grazie, a nome anche di tutti gli uomini, in unione con il grazie perenne dell'eucaristia. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Preghiera sulle offerte
Accogli, o Signore, il pane e il vino,
dono della tua benevolenza,
e concedi che il nostro sacrificio spirituale
compiuto nel tempo
sia per noi pegno della redenzione eterna.
Per Cristo nostro Signore.

PREFAZIO DELL’AVVENTO I
La duplice venuta del Cristo

È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo Signore nostro.
Al suo primo avvento
nell’umiltà della condizione umana
egli portò a compimento la promessa antica,
e ci aprì la via dell’eterna salvezza.
Quando verrà di nuovo nello splendore della gloria,
ci chiamerà a possedere il regno promesso
che ora osiamo sperare vigilanti nell’attesa.
E noi, uniti agli Angeli e agli Arcangeli,
ai Troni e alle Dominazioni e alla moltitudine dei cori celesti,
cantiamo con voce incessante l’inno della tua lode: Santo...

Oppure:

PREFAZIO DELL’AVVENTO I/A
Cristo, Signore e giudice della storia

È veramente giusto renderti grazie
e innalzare a te l’inno di benedizione e di lode,
Padre onnipotente, principio e fine di tutte le cose.
Tu ci hai nascosto il giorno e l’ora,
in cui il Cristo tuo Figlio, Signore e giudice della storia,
apparirà sulle nubi del cielo
rivestito di potenza e splendore.
In quel giorno tremendo e glorioso
passerà il mondo presente
e sorgeranno cieli nuovi e terra nuova.
Ora egli viene incontro a noi in ogni uomo e in ogni tempo,
perché lo accogliamo nella fede
e testimoniamo nell’amore la beata speranza del suo regno.
Nell’attesa del suo ultimo avvento,
insieme agli angeli e ai santi,
cantiamo unanimi l’inno della tua gloria: Santo...


Antifona di comunione
Viviamo in questo mondo con giustizia e pietà,
nell’attesa che si compia la beata speranza
e venga nella gloria il nostro Dio. (Cf. Tt 2,12-13)

Oppure:
Il regno dei cieli subisce violenza
e i violenti se ne impadroniscono. (Mt 11,12)


Preghiera dopo la comunione
La partecipazione a questo sacramento,
che a noi pellegrini sulla terra
rivela il senso cristiano della vita,
ci sostenga, o Signore, nel nostro cammino
e ci guidi ai beni eterni.
Per Cristo nostro Signore.



Commento
Israele si aspettava che il profeta Elia ritornasse prima della venuta del Figlio dell’uomo, per preparargli il cammino.
È Giovanni Battista che ha compiuto questa importante missione per Gesù. Giovanni ha preparato la sua venuta chiamando la gente a convertirsi e promettendo la salvezza nel futuro regno di Dio a quelli che avessero risposto al suo appello. Ecco perché Gesù può dire di Giovanni: “Egli è quell’Elia che deve venire” (v. 14).
È perché Giovanni Battista ha riconosciuto i segni del tempo e vi ha risposto che gli viene accordata un’importanza particolare tra i cittadini del mondo.
Ma il regno di Dio è di tutt’altra qualità.
Mentre Giovanni si limita ad annunciare la salvezza, Gesù la fa vivere a tutti: quando lo incontrano, le persone sono trasformate e liberate dal dolore, dalla solitudine e dalla miseria. Si capisce bene, dunque, perché queste persone siano, da parte loro, talmente entusiaste per il regno di Dio, che si impegnano per lui con tutta la loro energia, come dei “forsennati”.