martedì 30 ottobre 2018

Il Corsera: solo lo spread è reale, il popolo è un’invenzione

Il “Corriere della Sera”, in un editoriale di Angelo Panebianco, è arrivato a sostenere che lo spread è reale, mentre il popolo è un’astrazione, non esiste, se non nella propaganda sovranista. Panebianco rispondeva a una semplificazione demagogica, ma la conclusione a cui portava era questa: il popolo è un’invenzione dei populisti; lo spread, invece, è vero e vivo nel regno della finanza, quindi esiste quasi in natura… Ecco come capovolgere la realtà che ci dice esattamente l’inverso: le difficoltà della gente, il carovita, i disagi popolari, la forte pressione fiscale, la mortificazione delle sovranità popolari e nazionali sono cose reali e realmente vissute, mentre quel coefficiente finanziario è un’entità fittizia, che appare e scompare a comando, usata per colpire i governi sgraditi e non allineati. Tutti i precedenti governi avevano indebitato il paese e sforato i limiti ma solo ad alcuni suona il campanello d’allarme dello spread. Arrivo a dire che lo spread diventa reale, acquista vita, quando si abbatte su un’entità vera, fatta di carne e sangue, che è il popolo.


Ma per i cosiddetti giornaloni, compreso un autorevole e solitamente realista politologo come Panebianco, il popolo è una diceria dei populisti, una vanteria dei sovranisti. In ogni caso la vita reale dei popoli è subordinata all’assetto contabile della finanza. Anzi, è considerata retorica fascista evocare il popolo, è un’entità fittizia. Invece l’umanità, la donna, le classi, i gender, i migranti sono reali?… Anche l’Italia è per loro un’astrazione, una truffa retorica e fascistoide; invece l’Europa, la modernità, il progresso, no, perdio, quelle sono Verità Assolute e Incontestabili. Ora a noi la manovra economica che si va profilando non piace, almeno sul versante grillino, e in alcuni tratti – dal reddito di cittadinanza alle pensioni – ci appare veramente odiosa e immorale, quasi un incubo da cui vorremmo svegliarci.  
Ma un conto è diffidare di chi parla in nome di entità generali, di chi non considera le differenze in seno al “popolo”, di chi fa demagogia egualitaria o di chi crede all’utopia pericolosa dell’autogoverno del popolo; un altro è ritenere che ogni universale, ogni entità generale sia fittizia, mentre la finanza sia la vita autentica. Addio democraziapolitica, città, nazioni allora e addio pensiero, scienza e fede: sono tutte astrazioni universali, di vero c’è solo il debito o il differenziale coi bund tedeschi… Il popolo non esiste mentre lo spread si, perché così hanno stabilito le oligarchie tecno-finanziarie. E il popolo deve pagare anche se non esiste… Ma paga come singolo contribuente. Siamo alla mistificazione assoluta e alla prevaricazione senza appello. Come quando si dice che le nazioni non esistono più da quando c’è l’Unione Europea, salvo poi accollare all’Italia il peso degli sbarchi… Poi vi meravigliate se crescono i populisti.


(Mercello Veneziani, “Lo spread esiste, il popolo no”, da “Il Tempo” del 17 ottobre 2018, articolo ripreso sul blog di Veneziani).



Halloween? Trappola Pericolosa per Ignari e Stolti



Sebirblu, 29 ottobre 2018

Ecco un articolo destinato a far riflettere coloro che ancora si ostinano, inconsapevoli e superficiali, ad incoraggiare e a sostenere l'idea che "non ci sia nulla di male" a partecipare ai festeggiamenti del giorno di fine ottobre, il più tenebroso dell'anno. (Ved. anche QUI e QUI).

Ricordo a tutti, nonostante la diffusa e "ben congegnata" favola della NON esistenza del Maligno, come questi, invece, sia presente nella nostra vita beffandosi di noi e portandoci "allegramente" nel baratro dove lui risiede. (Cfr. QUIQUI e QUI).

È possibile evitare questo? Sì! Ma solo se ognuno si decide a prendere coscienza(possibilmente prima che il mondo ci cada addosso...) della Vera Realtà dietro le apparenze illusorie che ci circondano. (Ved. QUI).




La "festa" di Halloween va al di là di quanto in questi giorni viene ricordato da taluni,ossia il fatto di essere in piena opposizione al Cristianesimo.

Il capovolgimento del mondo, che è stato a lungo sognato dai filosofi nichilisti e dagli occultisti neri di ogni tipologia e natura, sovvertendone l'ordine per renderlo dominio non del Creatore ma del Suo opposto antitetico ‒ cioè il Male personificato e reso cosmico ‒ è un obiettivo dichiarato e mai smentito. (Cfr. QUI; ndr).

Se ci possiamo lamentare di silenzi o di tentativi di coprire falsamente tante dottrine e ideologie, siamo impotenti sul ribaltamento operato con Halloween: esso è descritto molto bene nei dettami dei falsi maestri, presso le loro sette.

Basta leggere qualche manuale, persino online: vi si troverà a chiarissime lettere il messaggio in cui viene esaltato il Demonio, l'avversario di Dio, invocato e osannato dai satanisti.

Qualcuno  potrà  già  pensare che siamo  i  soliti  esagerati.  Cosa potrà mai accadere a chi festeggia Halloween? Suvvia, non vorrete farci credere che una festicciola così ingenua possa procurare danni?

Infatti, Halloween non procura unicamente danni, è essa stessa un danno e ben più grave di ciò che possiamo soltanto lontanamente immaginare. Proviamo a togliere il rivestimento esteriore alla festa e andiamo al suo cuore e nucleo essenziale.

A Corinaldo, il luogo natale (guarda caso! Ndr) di S. Maria Goretti, la Santa della Purezza, quest'anno è al via la ventunesima edizione di "Halloween: La festa delle streghe" (QUI), con tante attrazioni.

Il paese si vanta di esserne la capitale italiana e "festeggerà" con "radio Halloween",esibizioni di aspiranti pitonesse, labirinti misteriosi, narrazione di fiabe tenebrose; e per concludere: Halloween magic night e rogo della strega.


Corinaldo (AN) - Halloween 2017

La festività del 31 ottobre è la data più tipica della cultura celtica e satanica. In quella notte si attua uno dei quattro sabba delle streghe.

I primi tre scandivano il tempo delle stagioni buone: il risveglio della terra dopo l'inverno, il tempo della semina, il tempo della raccolta delle messi. Il quarto segnava l'arrivo dell'inverno con la "sconfitta" del sole e l'arrivo del freddo, fame e morte.

La festa cattolica di "Tutti i Santi" era stata voluta da papa Gregorio IV nell'anno 840e cadeva nel mese di maggio. Nel 1048 Odilone di Cluny decise di spostare tale celebrazione all'inizio di novembre al fine di eliminare il culto a Samhain, togliendo le feste pagane e sostituendole con altre cristiane, nel medesimo giorno.

La ricorrenza di Halloween è stata riproposta solo in tempi recenti per contrastare, a sua volta, quella cristiana di "Ognissanti".

Il termine "Halloween" è la forma contratta dell'espressione inglese "All Hallows Eve", che letteralmente significa vigilia d'Ognissanti. Per il mondo occulto è la data più magica dell'anno, è il capodanno di tutto il mondo esoterico. [...]

Per i satanisti e le megère non è uno scherzo. Il 31 ottobre è il giorno più importante per loro: è il compleanno di Lucifero. Halloween è la celebrazione della morte.

Le streghe, vere adoratrici di Satana, restano incinte appositamente per sacrificare il proprio neonato in quella notte.

Nel medioevo c'era stato il grande ritorno della magia: fattucchiere a cavallo delle loro scope (simboli fallici) che in quell'occasione assumevano erbe allucinogene e che, nude, facevano viaggi in trance. Molte narrazioni riportano le notti del sabba con toni fantastici e orripilanti.




Il 19 ottobre 2009 la diocesi di San Bernardo (Cile) ha rilanciato le dichiarazioni di Cristina Kneer Vidal, ex satanista di origine statunitense, tratte dal quotidiano "El Norte".

La Kneer abitante a Hermosillo, Sonora, nella sua descrizione si mostrava molto preoccupata del fatto che ogni 31 ottobre decine di bambini venivano uccisi in tutto il Messico dalle sette sataniche. In quella notte veniva celebrata la "messa nera" che, officiata in un campo o in edifici chiusi fortemente protetti, iniziava con l'invocazione a Satana.

A metà "celebrazione" venivano macellati animali come gatti, cani e, quando la messa era molto importante come la notte di Halloween, erano frequenti i sacrifici umani(che non riporto nei dettagli raccapriccianti perché ognuno, se vuole, può leggerli nel sito di provenienza). [...]

Il 31 ottobre si inaugura il nuovo anno luciferino: "È come il compleanno del Diavolo" ‒ dice la Kneer. Nella notte di Halloween molti satanisti nascondono nei dolci e nella frutta che regalano ai bambini droghe, veleno o chiodi. La testimonianza della Kneer, confermata da altre persone, cancella i dubbi residui su cosa sia in realtà questa ricorrenza.

In un'intervista, padre Gabriele Amorth, recentemente scomparso, si è espresso così: "Festeggiare Halloween è rendere un osanna al demonio, il quale, se adorato, anche soltanto per una notte, pensa di vantare dei diritti sulla persona.

Allora non meravigliamoci se il mondo sembra andare a catafascio e se gli studi di psicologi e psichiatri pullulano di bambini insonni ed agitati, di ragazzi ossessionati e depressi dediti al vandalismo e potenzialmente suicidi...'' (Cfr. QUI; ndr).

"La festa di Halloween è una sorta di seduta spiritica presentata sotto forma di gioco. L'astuzia del diavolo sta proprio qui. Se ci fate caso tutto viene presentato sotto un aspetto ludico... innocente."

L'affondo di padre Amorth è sui genitori che accettano passivamente: "Non sanno più educare i figli."




Ma la voce di questo famoso esorcista non è l'unica. Don Oreste Benzi richiama"educatori e responsabili della società affinché scoraggino i ragazzi a partecipare ad incontri ambigui o addirittura ad alto rischio perché segreti o riservati", e invita"il mondo cattolico a non promuovere in nessun modo questa ricorrenza".

Egli così prosegue: "il 31 ottobre si compiono riti satanici in chiese sconsacrate e cimiteri. Si rubano Ostie Sante e si profanano luoghi della tradizione cristiana".

A causa delle sue radici Halloween può aprire una porta all'influsso oscuro nella vita delle persone: paura, morte, spiriti, violenza, demòni. (Cfr. QUI e QUI; ndr).

Introduce i bambini  alla  stregoneria,  rendendoli  vulnerabili,  con  l'insegnare  loro che  è  cosa  buona  giocare con oggetti tenebrosi,  assuefacendoli  all'idea di accettare il Male piuttosto che combatterlo. Li anestetizza, presentando loro come divertenti e scherzose, pratiche che di innocente non hanno nulla. [...]

Se letture e visioni – come i messaggi subliminali – modellano la mente, si può soltanto supporre cosa possa accadere di fronte a temi come l'horror, il macabro, il mistero, nella psiche fragile e ricettiva dei bambini e dei ragazzi in fase di crescita.(Cfr. QUI; ndr).

Nutriamo invece il loro intelletto con buone letture, con visioni positive sia per affrontare meglio la vita, sia per dormire più tranquilli. [...]

Se incominciamo a notare la drammatica realtà del numero di piccoli e giovanissimi sotto terapia in costante e preoccupante aumento esponenziale, qualche interrogativo dovremmo porcelo.

Di quest'ampia aneddotica fanno parte casi con disturbi scatenati da irrequietezze,paure, sonni agitati e convulsi, comportamenti anomali, aggressività apparentemente immotivate. 

Quando si sente la testimonianza di fanciulli su quanto accade loro dopo la visione di un film horror o dopo la partecipazione a sedute spiritiche si rimane colpiti: sonni disturbati, incubi, ossessioni nel sentire rumori notturni e nei casi peggiori, forme di ansia.


 Corinaldo (AN) - Halloween 2017 - madre e figlia 

Purtroppo i genitori non comprendono subito i motivi del disagio, né immaginano quali problemi si possano scatenare in futuro a distanza di anni. Sono purtroppo i soggetti più deboli che ne subiscono le conseguenze peggiori.

A chi dubitasse di tali conseguenze, occorre ricordare che la psiche umana ingloba eventi collegati a forti emozioni incamerandoli nel profondo: da lì condizionano poi, nel bene o nel male, l'esistenza psichica. (Cfr. QUI; ndr).

Gli esorcisti potranno confermare la tendenza in aumento di soggetti sempre più giovani che ricorrono a loro per disturbi e possessioni causati da infiltrazioni maligne in occasione di riti, magie, uso della tavola ouija, iniziazioni, culti demoniaci ecc.

Se padre Amorth, come profondo conoscitore in questo campo, ha speso durissime parole contro Halloween, è certo che avrà avuto modo di constatare che il fenomeno è davvero preoccupante e generalmente sottovalutato.

Ha rivelato che "parlando direttamente con il demonio" questi gli confermava dove preferiva insinuarsi, visto che lui di tecniche persuasive, invasive ed ossessive se ne intende. E la preferenza andava ai contesti lugubri e macabri...

L'influsso condizionante del modo di agire comune, la sdolcinatezza che rende Halloween qualcosa di carino, i genitori che pur di vedere i figli contenti di seguire tutto quello che gli altri fanno diventano incapaci di distinguere il Bene dal Male sono tutti elementi che concorrono al successo dell'«Evento Halloween».

Gli adulti diventano molto teneri con i bambini che disegnano mostri, scheletri, vampiri e fantasmi. A tutto questo aggiungiamo l'incapacità genitoriale, non priva di sensi di colpa pregressi, di saper pronunciare la parola "no" di fronte alle richieste inaccettabili dei figli.

(Ha preso piede poi, negli ultimi anni, la tendenza ad inserire il "fenomeno sociale" del 31 ottobre nelle strutture religiose di tutta la Penisola, quasi a renderlo innocuo ed ammissibile; ndr).

Realizzare mascherate di Halloween in oratori e sale parrocchiali ha prodotto solo un grande equivoco. Non serve a nulla, anzi è peggiorativo: non si rimuove l'essenza stessa della festa, se di festa si tratta.

L'unico fatto di portarla in ambienti sacri e protetti non toglie l'elemento demoniacoinsito in essa. Quando viene versato e offerto del vino avvelenato a qualcuno, non è che la sua inconsapevolezza lo salvi dalla morte. Berlo fa male e basta.

Non si fa festa con il Diavolo! Questa consuetudine va semplicemente smantellata e dimenticata, facendo opera di educazione. È necessario indirizzare i nostri figli a fare qualcos'altro, proponendo cose belle e festose nel contenuto e nell'espressione.




L'ultima cosa che vale la pena di osservare riguarda il fattore didattico: genitori, insegnanti, catechisti non devono far finta di nulla o sottovalutare i pericoli.

Nelle scuole materne si preparano i piccoli ad Halloween iniziandoli all'orrore: chi conosce un po' di pedagogia seria sa benissimo quanto sia anti-educativo. Maestre ed insegnanti sembrano aver perso il senso della misura e della ragionevolezza.

Va diffusa una nuova ri-evangelizzazione (a costo di cominciare da zero). Occorre ripresentare la tradizione cristiana delle festività, in primis quella di "Tutti i Santi", che ha valore propedeutico: canta la gioia, veste le persone simbolicamente di bianco, il colore della luce, della vittoria, della vita in opposizione al nero, colore delle tenebre e della notte, simbolo di morte e di sconfitta.

In qualche realtà la nuova idea si sta facendo largo. Con fatica, è vero, ma è un segno di speranza. Contro la scristianizzazione lodiamo chi va contro corrente e non si vergogna di essere cristiano, senza clamore ma con decisione.

Agli educatori non credenti vorrei suggerire il concetto che Halloween è una festa in cui il condizionamento sociale e gli interessi economici dominano e la esaltano.

Non è forse il caso di operare una riflessione più profonda? È vera festa dove si rincorre il male dell'altro, dove la paura è padrona, dove ci si trasforma nei simboli scheletrici e orridi della morte, dove le persone vivono le proprie notti inquiete?

Gesù non ha mai turbato il sonno di nessuno, il Demonio sì.

Post Scriptum

Ed ecco in un video la testimonianza diretta di un ex satanista che, con l'aiuto di Dio, è riuscito a salvarsi dal gorgo infernale che lo aveva già afferrato dando contezza pubblica di quanto succede, purtroppo, durante il periodo di Halloween.




Torino-Lione, ogni lavoratore Tav ci costa 1 milione di euro

LA TAV COSTAVA PIU' FINIRLA CHE INTERROMPERLA

Tav Torino-Lione, tunnel esplorativo di Chiomonte


Il road show di Telt si è conquistato i titoli e gli articoli dei giornali con facilità come purtroppo avviene solitamente. Eppure se il sistema dell’informazione verificasse le informazioni e i numeri dati dai comunicati stampa inviati nella propria email, si scoprirebbe che più che informazioni ci troviamo quasi sempre ad avere a anche fare con propaganda! Noi lo abbiamo fatto e al di là della retorica e della propaganda i numeri (veri!) sono impietosi: ogni singolo posto di lavoro che sarebbe creato dalla costruzione del Tav Torino Lione costerebbe alla collettività oltre un milione di euro, e sarebbe un posto di lavoro a termine, durerebbe i 10 anni della costruzione dell’opera. Prendiamo in esame le ricadute occupazionali previste dai proponenti e il costo a carico delle casse pubbliche italiane. Nel progetto definitivo della sezione compresa tra Bussoleno e il confine di Stato troviamo la stima della forza lavoro: nei primi due anni di anticipazione sono previsti circa 200 lavoratori; nell’ultimo anno e mezzo una cinquantina; negli otto anni e mezzo centrali di lavoro la media è di circa 900 lavoratori. Consideriamo anche i posti di lavoro indiretti, i proponenti affermano che sono due per ogni posto diretto. Diciamo quindi 800 posti diretti più 1600 indiretti. I costi a carico dell’Italia dell’intera sezione transfrontaliera li troviamo nella delibera Cipe 19 del 2015: se l’Europa erogasse il massimo contributo possibile l’opera graverebbe sulle finanze italiane per 3 miliardi di euro; da questa cifra si sale fino a 5 miliardi se il contributo Europeo venisse cancellato o ridotto. I conti sono presto fatti: considerando il massimo contributo europeo, per ogni posto di lavoro diretto il contribuente italiano pagherebbe oltre 3 milioni di euro, 30 posti di lavoro costerebbero alle casse pubbliche 100 milioni di euro! E… se consideriamo anche i posti di lavoro indiretti, ogni singolo posto di lavoro creato dal Tav costerebbe un milione e 250.000 euro, di soldi pubblici. Ciò significherebbe: 1 posto di lavoro = 1 milione e 250.000 euro (pagati con soldi pubblici); 8 posti di lavoro = 10 milioni di euro (pagati con soldi pubblici). 
Se però l’Europa dovesse tagliare – come già accaduto in passato – il suo contributo, si potrebbe arrivare all’incredibile rapporto di oltre due milioni di euro di investimento dalle casse pubbliche italiane per posto di lavoro creato lato Italia. Quindi: 1 lavoratore = 2 milioni di euro (pagati con soldi pubblici). Dato che questi non sono soldi di Virano o di Foietta ma soldi pubblici, soldi di tutti, non vengano a raccontarci la favola dei posti di lavoro. Le ricadute occupazionali di una simile opera sono minime rispetto all’investimento. La manutenzione delle opere esistenti, la cura del territorio: queste sono opere puntuali capaci di creare molto più posti di lavoro sicuri e duraturi, senza contare che a differenza della Torino-Lione sarebbero anche utili per tutti. Come è evidente, a differenza di quanto dice Foietta, che taccia il movimento notav di appartenere al passato, e di essere capace solo ad odiare, siamo noi NoTav a pensare al futuro del paese, con responsabilità e lungimiranza. 
(“Il Tav toglie lavoro: due calcoli sulle cifre sparate a caso da Telt”, dal blog “NoTav.info” del 23 maggio 2017, a cura del movimento NoTav che si oppone alla linea Tav Torino-Lione in valle di Susa. Telt è la società “Tunnel Euralpin Lyon Turin”, incaricata di realizzare il contestatissimo traforo ferroviario italo-francese, consisderato un inutile e costosissimo doppione dell’attuale Traforo del Fréjus, che già collega Italia e Francia in valle di Susa. I citati Mario Virano e Paolo Foietta operano nell’ambito dell’Osservatorio Tav creato per tentare di imbastire un dialogo col territorio, al quale però la valle di Susa e la stessa città di Torino si sono sottratte, ritenendo la Torino-Lione una grande opera “non negoziabile” in quanto faronica, costosissima, devastante per l’ambiente e, soprattutto, assolutamente inutile). 
Il road show di Telt si è conquistato i titoli e gli articoli dei giornali con facilità come purtroppo avviene solitamente. Eppure se il sistema dell’informazione verificasse le informazioni e i numeri dati dai comunicati stampa inviati nella propria email, si scoprirebbe che più che informazioni ci troviamo quasi sempre ad avere a anche fare con propaganda! Noi lo abbiamo fatto e al di là della retorica e della propaganda i numeri (veri!) sono impietosi: ogni singolo posto di lavoro che sarebbe creato dalla costruzione del Tav Torino Lione costerebbe alla collettività oltre un milione di euro, e sarebbe un posto di lavoro a termine, durerebbe i 10 anni della costruzione dell’opera. Prendiamo in esame le ricadute occupazionali previste dai proponenti e il costo a carico delle casse pubbliche italiane. Nel progetto definitivo della sezione compresa tra Bussoleno e il confine di Stato troviamo la stima della forza lavoro: nei primi due anni di anticipazione sono previsti circa 200 lavoratori; nell’ultimo anno e mezzo una cinquantina; negli otto anni e mezzo centrali di lavoro la media è di circa 900 lavoratori. Consideriamo anche i posti di lavoro indiretti, i proponenti affermano che sono due per ogni posto diretto. Diciamo quindi 800 posti diretti più 1600 indiretti. I costi a carico dell’Italia dell’intera sezione transfrontaliera li troviamo nella delibera Cipe 19 del 2015: se l’Europa erogasse il massimo contributo possibile l’opera graverebbe sulle finanze italiane per 3 miliardi di euro; da questa cifra si sale fino a 5 miliardi se il contributo Europeo venisse cancellato o ridotto. I conti sono presto fatti: considerando il massimo contributo europeo, per ogni posto di lavoro diretto il contribuente italiano pagherebbe oltre 3 milioni di euro, 30 posti di lavoro costerebbero alle casse pubbliche 100 milioni di euro! E… se consideriamo anche i posti di lavoro indiretti, ogni singolo posto di lavoro creato dal Tav costerebbe un milione e 250.000 euro, di soldi pubblici. Ciò significherebbe: 1 posto di lavoro = 1 milione e 250.000 euro (pagati con soldi pubblici); 8 posti di lavoro = 10 milioni di euro (pagati con soldi pubblici). Se però l’Europa dovesse tagliare – come già accaduto in passato – il suo contributo, si potrebbe arrivare all’incredibile rapporto di oltre due milioni di euro di investimento dalle casse pubbliche italiane per posto di lavoro creato lato Italia. Quindi: 1 lavoratore = 2 milioni di euro (pagati con soldi pubblici). Dato che questi non sono soldi di Virano o di Foietta ma soldi pubblici, soldi di tutti, non vengano a raccontarci la favola dei posti di lavoro. Le ricadute occupazionali di una simile opera sono minime rispetto all’investimento. La manutenzione delle opere esistenti, la cura del territorio: queste sono opere puntuali capaci di creare molto più posti di lavoro sicuri e duraturi, senza contare che a differenza ella Torino-Lione sarebbero anche utili per tutti. Come è evidente, a differenza di quanto dice Foietta, che taccia il movimento notav di appartenere al passato, e di essere capace solo ad odiare, siamo noi NoTav a pensare al futuro del paese, con responsabilità e lungimiranza. (“Il Tav toglie lavoro: due calcoli sulle cifre sparate a caso da Telt”, dal blog “NoTav.info” del 23 maggio 2017, a cura del movimento NoTav che si oppone alla linea Tav Torino-Lione in valle di Susa. Telt è la società “Tunnel Euralpin Lyon Turin”, diretta da Mario Virano e incaricata di realizzare il contestatissimo traforo ferroviario italo-francese, considerato un inutile e costosissimo doppione dell’attuale Traforo del Fréjus, che già collega Italia e Francia in valle di Susa. Paolo Foietta invece opera nell’ambito dell’Osservatorio Tav creato per tentare di imbastire un dialogo col territorio, al quale però la valle di Susa e la stessa città di Torino si sono sottratte, ritenendo la Torino-Lione una grande opera “non negoziabile” in quanto faraonica, costosissima, devastante per l’ambiente e, soprattutto, assolutamente inutile).

«Fermiamo la Tav», bagarre a Torino. Il voto M5S fa infuriare imprese e Lega

Il No alla Tav non compare mai, almeno a chiare lettere. Ma il senso dell’ordine del giorno partorito dal M5S torinese e approvato ieri dal Consiglio comunale di Torino è inequivocabile. Muovendosi sul crinale delle interpretabili enunciazioni del contratto di governo più per non indispettire gli alleati della Lega che per cautela, il documento si limita a fare riferimento all’analisi costi-benefici promessa dal ministro Danilo Toninelli. Salvo poi chiedere di sospendere qualsiasi cantiere prima che lo studio non sia terminato. Pretendere dall’esecutivo la testa del direttore di Telt, la società che sta realizzando la ferrovia, Mario Virano, e del commissario governativo, Paolo Foietta. E invocare che «i fondi attualmente previsti per la Torino-Lione vengano destinati alla mobilità collettiva e sostenibile»: piste ciclabili e auto elettriche.
Insomma, non si scappa: Torino da ieri è una città «No Tav». Un traguardo, per qualcuno, festeggiato dagli applausi dei militanti valsusini riuniti sotto il municipio. Una sciagura, per molti altri, tanto che per la prima volta il mondo dell’economia e del lavoro torinese, una delegazione di cinquanta persone, tra industriali, artigiani, commercianti, professionisti, ha bussato invano alla porta di Palazzo Civico per chiedere un ripensamento: «Ci hanno detto un no ideologico. Ma non finisce qui». Così come è stato vano il tentativo dell’opposizione di centrosinistra di bloccare il voto interrompendo la seduta con i cartelli: «Torino dice sì alla Tav». Il risultato: tutti espulsi dall’aula, compreso l’ex sindaco Piero Fassino.
E poco importa che tutto questo sia avvenuto mentre la sindaca Chiara Appendino si trovava in missione a Dubai. «Sono sempre stata contraria», si è premurata di ricordare la prima cittadina alla vigilia del voto, per rispondere a chi le chiedeva conto della sua assenza, criticata dai vertici degli industriali torinesi.
Certo, non è la prima volta che i Cinquestelle torinesi votano contro l’Alta Velocità. Lo avevano già fatto il 5 dicembre del 2016, uscendo dall’Osservatorio. Ma allora non c’era un governo gialloverde. E il Movimento non aveva appena fatto retromarcia rispetto alle proprie promesse elettorali sul Tap in Puglia. «Per noi le lotte in Val di Susa sono state un laboratorio politico, la Tav è la madre di tutte le battaglie», ricorda con orgoglio la pasdaran valsusina Viviana Ferrero dai banchi della maggioranza in Sala Rossa. «Se venisse completata quell’opera, non sarebbe altro che un mausoleo a un modello di sviluppo finito. Ora il no ha finalmente una piena legittimazione democratica», attesta la capogruppo pentastellata Valentina Sganga.
Per il M5S torinese la lotta No Tav non si discute, fa parte del suo Dna.Così meglio cercare di mettere subito un’ipoteca sulle future scelte del governo. Una mossa che non è affatto piaciuta ai leghisti piemontesi. Il capogruppo Fabrizio Ricca ha votato contro l’ordine del giorno grillino. E ha rassicurato gli imprenditori torinesi: «State tranquilli, c’è la Lega che è da sempre a favore dell’opera. Il Piemonte non può permettersi di restare isolato».

Guerra ad alta velocità, la Nato e la linea Tav Torino-Lione

Si vis pacem, para bellum. Magari anche via treno, sulle rotaie dell’alta velocità? Potrebbe essere la Nato, oggi, a fornire finalmente un alibi credibile al più inspiegabile progetto infrastrutturale dell’Unione Europea, la linea Tav Torino-Lione? «Ci servono trasporti europei più rapidi in caso di guerra con la Russia», dice il segretario dell’Alleanza Atlantica, il norvegese Jens Stoltenberg, rivelando che le manovre militari in corso sul Baltico non sono un semplice war game, sono reali – tanto quanto i missili atomici e supersonici che Mosca potrebbe sganciarci sulla testa, per rappresaglia, come spiega Paul Craig Roberts, già viceministro di Reagan, allarmatissimo per la «folle escalation di provocazioni lanciate in modo unilaterale da Washington, esponendo l’Europa al rischio-apocalisse». Pazzie di oligarchi, avidi di commesse militari miliardarie, o autentica minaccia geopolitica? Non è dato saperlo, e men che meno in Italia, paese Nato in cui queste notizie non hanno praticamente diffusione, sui media mainstream e nell’arena politica, opposizione inclusa. La Nato, questa sconosciuta, ancora a guardia di frontiere senza più un nemico. Un mistero, il fantasma della guerra che la Russia non vuole, protetto da una nebbia fittissima: almeno quanto quella che impedisce di capire cosa mai ce ne faremmo della Torino-Lione, il “binario morto” del nord-ovest destinato a restare senza treni (civili, perlomeno). 
Lo spettacolo pubblico chiamato Torino-Lione è finora servito soltanto a pagare centinaia di milioni in progetti, più quelli finiti nel cantiere della piccola galleria esplorativa di Chiomonte, attorno a cui si era accesa anche la guerriglia tra  “antagonisti” e forze dell’ordine, tra 2011 e 2012.


Era andato così in scena il cliché più classicamente “utile” alla politica securitaria, quella che ha bisogno ogni tanto anche dei “black bloc” per far parlare la forza, riducendo al silenzio la ragione – anche se in questo caso le ragioni (disarmate, sacrosante) sono quelle di una comunità italiana aggredita da poteri che non spiegano le loro decisioni, non accettano il dibattito e non ammettono il contraddittorio, come se temessero di essere impietosamente smentiti. La Torino-Lione? E’ lapalissiano, non serve a niente: sarebbe la grande opera più inutile della storia europea, dicono in coro i suoi autorevoli critici, esibendo i dati ufficiali dell’Ue. Il trasporto Piemonte-Rodano è roba da museo, e l’attuale ferrovia internazionale Italia-Francia che attraversa la valle di Susa, la Torino-Modane, è praticamente deserta: potrebbe tranquillamente sopportare un incremento di traffico del 900%. Perché allora insistere tanto, nel voler costruire una maxi-linea (ancora solo sulla carta) che sarebbe costosissima, sanguinosa per il bilancio italiano e devastante anche per Torino, oltre che per il territorio alpino? Per intascare soldi all’infinito, ha ipotizzato qualcuno, sospettando che il piano sia quello di ottenere una “seconda Salerno-Reggio Calabria”, una mucca da mungere per decenni. E il tunnel geognostico di Chiomonte? Potrebbe persino diventare una discarica nucleare, secondo altre voci: nel “cunicolo esplorativo” scavato per sette chilometri nelle viscere della montagna, infatti, le scorie atomiche (italiane, e non solo) potrebbero essere agevolmente “tombate” in assoluta sicurezza. Fantasie? Non più di quelle che, del resto, sorreggono la necessità (ipotetica, mitologica) della stessa Torino-Lione, maxi-linea desolatamente inutile: sarebbe infatti il perfetto doppione del traforo del Fréjus appena riammodernato (400 milioni di euro) per renderlo percorribile anche dai carichi più pesanti e ingombranti, i treni a con a bordo i container “navali” della massima pezzatura. E allora? Persino la Torino-Lione potrebbe rientrare tra le infrastrutture di domani, quelle che la Nato reputa strategiche in caso di conflitto alle frontiere orientali. Guerra con la Russia? Sembra fiction, pare di leggere pagine tratte dalla follia di Macbeth: ma purtroppo non è Shakespeare l’autore di Stoltenberg.



Allah Ak Mossad: come la Jihad é arrivata da noi


persecuzione di cristiani

1° L’ARCANGELO DELLA KABBALAH

Il camuffamento è una pratica ebraica ben conosciuta dai cristiani nel corso dei secoli, uno dei casi piu’ clamorosi in Occidente fu quello dei conversos in Spagna in cui gli ebrei fingendosi cattolici avevano ben pianificato di costruire uno Stato nello Stato e una Chiesa nella Chiesa per impossessarsene, per tale ragione furono espulsi dalla Spagna. Allo stesso modo gli ebrei hanno usato questo espediente nelle societa’ islamiche per progredire e portare a compimento i loro progetti proprio come hanno fatto nelle società cristiane. Nei grandi imperi musulmani vediamo il ruolo degli ebrei tra i Mori fino all’impero ottomano.
La distinzione tra i musulmani e gli ebrei appare più nitida oggi, a causa dell’esistenza dello Stato di Israele, ma un tempo la distinzione era molto piu’ ardua. (clicca qui)
Non si pensi che, allo stesso sorgere del Maomettanesimo, sia stato estraneo l’intervento della Sinagoga. urlMaometto, in principio, fu aiutato da Giudei col consiglio e con l’oro. Ma, una volta che tale religione si diffuse, essi trovarono il modo di ritirarsi alla chetichella. Onde il Profeta fece loro tagliare la testa. Fu, in realtà, il fanatismo d’un pugno di Ebrei, fra i più reputati della città di Medina, che gettò le fondamenta della potenza politico-religiosa dell’Islam, decise delle sorti dell’Arabia e, fra torrenti di sangue, sconvolse il mondo. Il Malo, nella sua «Storia degli Ebrei» (p. 170), racconta che, secondo testimonianze arabe, gli Ebrei mandarono da principio dodici dei loro dottori da Maometto, fra i quali Abdallah Ibn Salam e Mukaïrik, i quali collaborarono con lui nella compilazione del Corano.
Non e’ da escludere che durante suddetta compilazione Maometto abbia praticato la Kabbalah; le visioni medianiche dell’Arcangelo Gabriele farebbero dedurre cio’, anche oggi nelle sette gnostiche i demoni si presentano spesso come l’Arcangelo Gabriele per dare falsi messaggi. Se osserviamo i samaritani d’Israele oggi, di cui pochi ancora seguono la vecchia forma di ebraismo che è venuto fuori dall’Egitto, possiamo vedere dove Maometto ha tratto alcune delle sue idee da per la sua nuova religione. Ma in realta’ Maometto a differenza degli ebrei non considerava Gesu’ Cristo un malfattore, sebbene non lo riconoscesse come Figlio di Dio lo considerava un profeta, e ancora oggi molti musulmani hanno rispetto della Sua figura, é doveroso ricordare lo sdegno dei musulmani in occasione dello scandaloso e blasfemo spettacolo di Romeo Castellucci, nella quale il protagonista getta un secchio di sterco contro il Volto di Gesu’lettera-MaomettoSecondo una lettera custodita nel monastero di Santa Caterina nel Sinai d’Egitto, Maometto difende il culto cristiano e i suoi seguaci che definisce “i seguaci del Nazareno”. La lettera originale è ora conservata nel Museo Topkapi di Istanbuled è stata analizzata da alcuni ‘giudici dell’Islam’ che hanno attestato la sua autenticità storica. Evidentemente molti dei suoi seguaci non conoscono tale documento o forse a molti non conviene conoscerlo, (clicca qui) fatto sta che alla luce di queste parole ci si stupisce di come l’Islam possa essere divenuto in seguito il pericolo numero uno per il mondo Cristiano… si arguisce, quanto il giudaismo abbia interesse che i «goym» (goym=termine spregiativo che gli ebrei usano per definire i non ebrei) lottino fra di loro, e siano, al massimo grado, divagati da quelle cose che risultino più distraenti e che maggiormente si confacciano alla psicologia sia dei grandi che dei piccoli, affinché nessuno si accorga delle loro strategie e possa in pace lavorare al suo fine per poter arrivare ad un “pace mondiale”  sotto l’egida del NWO.

2° LA NOIA E LA JIHAD

jihadiste austriacheNel precedente articolo e’ stato ampliamente documentato di come questi guerriglieri vengano fomentati, addestrati e armati dai paesi dell’Occidente, si tratta spesso di giovanissimi, a volte anche adolescenti e spesso nemmeno musulmani, in cerca stimoli e di nuove avventure. (clicca qui) La noia e lo stile di vita occidentale priva di valori e di basi morali rappresentano un terreno molto fertile per arruolare giovani ‘jihadsti” Ce lo dimostra il caso delle due adolescenti austriache Samra Kesinovic e Sabina Selimovic entrate nelle fila dello Stato Islamico. In rete circolavano alcune foto in cui venivano ritratte sorridenti con burqa e kalashnikov in mano. Samra e’ stata uccisa alcuni giorni fa per aver cercato di scappare. Ma anche il caso di Ibrahim Abdeslam o della “jihadista” Hasna Ait Boulahcen, – due dei quattro kamikaze di Parigi che sono saltati in aria (o sono stati fatti saltare) uccidendo solo se stessi- dovrebebro farci riflettere. Ibrahim Abdeslam beveva e fumava marjuana dalla mattina alla sera, non andava in moschea, non leggeva il Corano e non ce l’aveva con l’Occidente.la jihadistaHasna si era ben adeguata alla vita occidentale, non si era mai interessata alla religione,si era allontanata dalla famiglia d’origine fino a ripudiare pubblicamente l’Islam  dichiarandosi non musulmana; beveva fumava, faceva la rapper, cambiava spesso ragazzi, postava foto ose’ mostrando il capezzolo su Facebook, passava le giornate chattando su whatsapp… Secondo alcuni sognava persino di farsi arruolare in polizia. Hasna, Samra o Ibrahim…Negli anni ’70 probabilmente avrebbero fatto la stessa scelta nichilista arruolandosi nella fila delle brigate rosse o in quella neonaziste. Ci sono giovani che i servizi segreti possono trasformare in fanatici e manipolare con estrema facilità. I più importanti sanno quel che sta succedendo e da chi sono stati arruolati.

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ebrei camuffati da jihadisti



3° AGENTI EBREI DEL MOSSAD CHE SI FINGONO MUSULMANI

E’ stato recentemente documentato che il capo dell’ISIS, Al Baghdadi e’ in realta’ ebreo e spia del Mossad. Tale rivelazione tra l’altro e’ stata anche confermata anche dai documenti che Edward Snowden ha trafugato dalla NSA. Non e’ la prima volta che ebrei si fingono musulmani per portare a termine i loro piani. Basti pensare anche al falso guerrigliero jihadista -in realta’ ebreo da cima a fondo-  David Headley, che fu scoperto in seguito alla visita di vari siti ebraici in India. Egli ha affermo’ candidamente di essere ebreo, quando soggiorno’ presso il centro Chabad a Mumbai nel luglio 2008. L’FBI americano ha trovato un libro nella sua borsa a Chicago dal titolo “Pray as a Jew”.
Il giornale israeliano Yediot Ahronot nel 2011 ammise che un gruppo di donne arabe residenti in Israele furono condotte a Parigi nel 1964, li un agente del Mossad rivelo’ ad ognuna di loro:
“Tuo marito non e’ arabo, e’ un Ebreo.”. La storia era iniziata una decina di anni prima, quando i funzionari della sicurezza decisero di piantare agenti in villaggi arabi israeliani e città durante la guerra di indipendenza di Israele, in cui lo stato appena nato aveva combattuto per un anno contro gli arabi palestinesi e gli eserciti invasori dei limitrofi stati arabi. Lo scopo degli agenti dormienti è stato quello di mettere in guardia gli isareliani in caso gli arabi israeliani si sarebbero rivoltati. Dieci giovani immigrati ebrei iracheni furono addestrati per un anno prima di essere inviati in comunità arabo-israeliani, fingendosi profughi di guerra. (clicca qui)
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Nel suo ultimo libro “Come la Jihad è arrivata in Europa”, il giornalista tedesco Jürgen Elsässer rivela la trama jihadista. Al Zawahiri, il braccio destro della CIA, era il capo delle operazioni nei Balcani. Agl’inizi degli anni ’90 aveva percorso in lungo e in largo gli Stati Uniti in compagnia di un agente dell’US Special Command per raccogliere fondi destinati alla Jihad; l’uomo sapeva perfettamente che la raccolta di fondi era un’attività sostenuta dagli Stati Uniti(clicca qui) I combattenti musulmani, reclutati dalla CIA per lottare contro i sovietici in Afghanistan, sono stati successivamente usati in Yugoslavia e in Cecenia, sempre col sostegno della CIA ma sfuggendo forse in parte al suo controllo. Basandosi su fonti diverse (principalmente yugoslave, olandesi e tedesche), il giornalista ha ricostruito la crescita di Osama Bin Laden e dei suoi luogotenenti a fianco della NATO in Bosnia-Erzegovina. Fin dagli anni ’80 gli Stati Uniti hanno investito miliardi di dollari per finanziare attività criminose e che attraverso la CIA sono direttamente implicati in attacchi di solito attribuiti ai musulmani.


url-2Osama Bin Laden viene addestrato dalla CIA e impara da essi come spostare il denaro attraverso società di comodo e paradisi fiscali, La giornalista Rose Cohen inoltre riferisce con certezza le origini ebraiche di Bin Laden: “ Un mio caro amico un giornalista israeliano mi ha detto di recente, che Bin Laden è ebreo per parte materna. E – se questo non è sufficiente, il giornalista israeliano irrefutabilmente onesto, ha rivelato a me personalmente che la famiglia della madre di Laden vive in Israele … Il fatto che bin Laden sia ebreo, è noto in Israele, e gran parte dei giornalisti ne é al corrente”, ma la stampa mainstream non lo accenna mai, perche’ occorre che i burattini di tutto il mondo continuino a credere che Bin Laden fosse un nemico del “democratico mondo occidentale.
Vi ricordate degli ATTENTATI DI AL QAEDA AD AMMAN 2005? quello da cui turisti israeliani sono stati salvati in anticipo dal Mossad, che sapeva tutto prima.«Al Qaeda» e «Al Zarkawi» hanno potuto davvero vantarsi di aver fatto un buon lavoro per Israele. Anzitutto, gli alberghi colpiti sono di proprietà palestinese, e le bombe hanno ucciso quasi tutti palestinesi. Delle vittime, 17 sono membri di una stessa famiglia. Altre vittime: il capo dei servizi segreti palestinesi Bashir Nafeh; l’attaché commerciale palestinese al Cairo; un importante banchiere palestinese; un grosso uomo d’affari di Gerusalemme Est. E un numero imprecisato di diplomatici palestinesi. Insomma, il fantomatico al Zarkawi decapito’ una bella parte della classe dirigente palestinese: complimenti.
Non basta: furono uccisi anche tre diplomatici cinesi, che erano a colloquio con i diplomatici palestinesi; alti funzionari del Ministero della Difesa di Pecchino, sezione Affari Esteri. In seguito, Mahmoud Abbas, presidente dell’Autorità Palestinese, aveva fatto visita ufficiale a Pechino al presidente Hu Jingtao. In quell’incontro, a cui parteciparono i ministri degli Esteri delle due nazioni, la Cina e l’Autorità firmarono cinque trattati di cooperazione e di assistenza del povero staterello palestinese: cooperazione «economica, tecnologica e commerciale», 50 milioni di dollari in aiuti vari, e parecchio materiale ospedaliero gratuito. La cooperazione «tecnologica» doveva avere un aspetto militare: i tre cinesi uccisi stavano evidentemente trattando armamenti da vendere o donare all’Autorità Palestinese, e probabilmente alla Giordania. Poteva piacere questo accordo a Sharon? No. Perciò, non poteva piacere ad Al Zarkawi. Non poteva piacere ad Al Qaeda (della CIA).NOI-SIAMO-DISTRUTTORI Ma il Mossad sa tutto delle sue mosse: al punto che sapeva in anticipo quello che il terrorista islamico stava per perpetrare ad Amman. Il palestinese Al Zarkawi ha ritenuto necessario soffocare nel sangue l’accordo militare fra Cina e Palestina: bel colpo. Un vero amico di Israele. Il terrorismo di marca islamica è solo e tutto israeliano. Hanan Hashrawi, parlamentare palestinese riferi’: «Al Qaeda sta facendo di tutto per mettere tutti gli arabi contro di sé»
Un ex agente dell’intelligence francese, di nome Pierre Henry Bunel ricorda;«Alcune lobby economiche arabe conducono una guerra contro le lobby economiche ‘liberali’. Esse usano gruppi terroristici locali che proclamano di agire a nome di Al Qaeda. D’altra parte, eserciti nazionali invadono Paesi indipendenti sotto l’egida del Consiglio di sicurezza dell’ONU. I promotori reali di queste guerre non sono i governi, ma le lobby nascoste dietro di essi». «La verità è che non esiste un gruppo terrorista chiamato Al Qaeda, come sa qualunque funzionario di intelligence. C’è però una campagna di propaganda per indurre il pubblico a credere a un’entità ‘diabolica’ e indurre la gente che guarda la TV ad accettare una leadership unificata internazionale per la guerra contro il terrorismo. Il Paese che sta dietro questa propaganda sono gli USA, e le lobby interessate alla guerra al terrorismo per scopi d’affari».

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Il colonnello dell’esercito isareliano Yousi Oulen Shahak

Un’agenzia di stampa iraniana alla fine dell’ottobre 2015 ha riferito — citando un esperto funzionario dell’intelligence irachena — della cattura di un colonnello dell’esercito israeliano, di nome Yusi Oulen Shahak, legato a quanto si dice al battaglione Golani dell’Isis, operante nel governatorato di Salahuddin. In una dichiarazione presso l’agenzia di stampa semi-ufficiale iraniana Fars, un comandante dell’esercito iracheno disse: “Le forze popolari di sicurezza hanno fatto prigioniero un colonnello dell’esercito di Israele. Il colonnello dell’esercito israeliano aveva partecipato alle operazioni terroristiche della fazione takfirita dell’Isis”. Precisò che il colonnello è stato arrestato assieme ad un gruppo di terroristi dell’Isis. (clicca qui).
La giornalista australiana della “News Corp”, Sharri Markson, nel corso di una visita guidata in un ospedale israeliano , nel “Ziv Medical Center” a Zefat (nord di Israele), ha potuto verificare che vi erano ricoverati in quella struttura circa 500 miliziani del gruppo Al Nusra che le autorità israeliane avevano ricoverato per assistenza medica. I 500 pazienti erano stati tutti feriti in territorio siriano ed hanno fornito dettagli alla giornalista di come erano stati trasferiti dalla Siria in quell’ospedale da parte dell’Esercito israeliano che ha prestato loro assistenza. (clicca qui)
Intanto nel mezzo della bufera e degli allarmi terroristici le 24 banche che sono attualmente nel territorio occupato dall’ISIS attraverso le quali il Califfato ricicla i suoi profitti criminali, non solo da petrolio, continuano ad operare sui mercati internazionali perché NON sono state escluse dal sistema SWIFT, da cui invece fu esclusa la banca vaticana per far sloggiare lo sgradito papa Ratzinger. La sigla SWIFT sta per Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication – Società per le telecomunicazioni finanziarie interbancarie): in teoria, è una “camera di compensazione” (clearing, in gergo) mondiale, che unisce 10500 banche in 215 paesi. Di fatto, è il più occulto e insindacabile centro del potere finanziario americano-globalista, il bastone di ricatto su cui si basa l’egemonia del dollaro,  il mezzo più potente di spionaggio economico e politico (a danno specialmente di noi europei) e il mezzo più temibile con cui il la finanza globale stronca le gambe agli stati che non obbediscono.Forse Bruxelles, risparmiandoci le scenografiche “cacce all’uomo in città”, potrebbe più decisamente contribuire all’azzeramento del terrore ordinano a Swift di bloccare i conti delle 24 banche.Sarebbe poco faticoso, perché la sede di SWIFT è a Bruxelles. (clicca qui)

4° L’INTELLIGENCE IRACHENA SVELA LE ORIGINI EBRAICHE DEI WAHHABITI SAUDITI

Il dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha pubblicato, di recente, le traduzioni di alcuni documenti dei servizi segreti iracheni risalenti al regime di Saddam.La relazione si basa sulle memorie della spia inglese Hempher, che descrivono in dettaglio come questa spia in Medio Oriente, alla metà del 19.mo secolo, fosse in contatto con Abdul Wahhab, un teologo  nato nella regione del Najd, nell’odierna Arabia Saudita, e il fondatore del movimento wahhabita, per creare una versione sovversiva dell’Islam, il wahhabismo, che e’ diventato il culto fondativo del regime saudita.  Le “Memorie di Hempher” sono state pubblicate a episodi sul giornale tedesco Der Spiegel.
Tra i vizi che gli inglesi volevano promuovere tra i musulmani attraverso la setta wahhabita, vi erano il razzismo e il nazionalismo, l’alcool, il gioco d’azzardo, la lussuria (difetti che si possono trovare negli emiri attuali).Da cio’ si spiega anche perche’ Mohamed Atta (il presunto attentatore sul volo 11 che ha disintegrato una delle torri gemelle)parlasse fluentemente l’ebraico, amasse le squillo occidentali e mangiare carne di maiale, sniffare cocaina e persino bestemmiare… (clicca qui) Ma la strategia più importante si basava sulla “diffusione delle eresie tra i credenti per poi criticare l’Islam come una religione di terroristi“. A tal fine, Hempher trovò in Muhammad Ibn Abdul Wahhab un individuo particolarmente recettivo. Il movimento wahhabita fu temporaneamente sconfitto dall’esercito ottomano a metà del XIX.mo secolo. Ma con l’aiuto degli inglesi, i wahhabiti sauditi tornarono al potere nel 1932. Da allora, i sauditi hanno collaborato strettamente con gli statunitensi, a cui devono la loro considerevole ricchezza petrolifera, che usano per finanziare diverse organizzazioni islamiche fondamentaliste statunitensi e arabe. Allo stesso tempo, i sauditi usarono la loro grande ricchezza per diffondere questa visione deviante e dirompente dell’Islam, in diverse parti del mondo.
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12314006_958573404210630_8267403296232910312_nAbdul Wahhab era lo strumento con cui gli inglesi poterono insinuare una vile idea tra i musulmani dalla penisola arabica: è lecito uccidere altri musulmani con il pretesto dell’apostasia, bastò pubblicare una fatwa in tal senso. Queste sette wahhabite che vanno dai salafiti tunisini ai taliban afgani, spargono terrore ed orrore nel mondo islamico, con il loro comportamento e le nefaste fatwa che pubblicano. Un altro scrittore, D. Mustafa Turan scrisse in “Gli ebrei donmeh“, che Muhammad ibn Abdul Wahhab era un discendente di una famiglia di ebrei donmeh turchi. I donmeh erano discendenti dei seguaci del famigerato falso messia dell’ebraismo Shabbatai Zevi, che scioccò il mondo ebraico quando nel 1666 fu catturato a Istanbul e costretto a convertirsi all’Islam. Considerato un sacro mistero, i seguaci di Zevi imitarono la sua conversione all’Islam, anche se questi ebrei mantennero in segreto le loro dottrine cabalistiche. Turan sostiene che il padre di Abdul Wahhab, Sulayman, in realtà si chiamava Shulman e che appartenesse alla comunità ebraica di Bursa in Turchia. Da lì si trasferì a Damasco, dove fece finta di essere un musulmano, ma fu apparentemente espulso per aver praticato la magia cabalistica. Nel 1960, la radiostazione “Sawt al-Arab” di Cairo, in Egitto e le trasmissioni della radiostazione di Sanaa, nello Yemen, confermarono l’origine ebraica della famiglia saudita. Infine, il 17 settembre 1969, il re Feisal al-Saud disse al Washington Post“Noi, la famiglia saudita, siamo cugini dei giudei: non siamo assolutamente d’accordo con le autorità arabe o musulmane che mostrano antagonismo verso gli ebrei” i sauditi infatti furono i primi ad accettare con entusiasmo lo Stato di Israele.
il principe audita e la consorteLa missione del clan cripto-ebraico è diffondere attraverso le bandiere occidentali una forma estrema di Islam per distruggere il pensiero progressista e provocare terrore a beneficio di Israele. Come si puo’ notare infatti, i reali sauditi vivono una vita, completamente fuori dagli gli standard religiosi islamici: prostitute occidentali, ragazze squillo, casinò, feste scatenate, palazzi imponenti, spese stravaganti. L’Arabia Saudita gode di un trattamento speciale da parte dell’Occidente, nonostante le gravi violazioni dei diritti umani all’interno del Regno, per loro nessuna agitazione e nessun intervento per rimuoverli come stanno facendo per “il mostro” per Bashar Al Assad.

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Donne armene cristiane crocifisse

5° IL RUOLO AMBIGUO

DEI GIOVANI TURCHI

IN TURCHIA

Secondo Abe Foxman, capo della ADL American, la Turchia è il secondo paese più importante dopo gli Stati Uniti per le esigenze strategiche di Israele. Nella prima parte del ventesimo secolo 500.000 ebrei vivevano nella parte non-araba dell’impero ottomano ed erano ai vertici nel settore finanziario, e molti aspetti del commercio. La loro posizione è stata nel 1914 come la posizione che gli ebrei americani hanno oggi negli Stati Uniti e in Germania nel 1930. Secondo le indiscrezioni i fondatori della repubblica moderna della Turchia sono cripto ebrei. Alcune informazioni riferiscono che l’ex presidente turco Abdullah Gul sia anch’egli un cripto-Ebreo. I turchi come si puo’ ben vedere paiono del tutto indifferenti davanti all’orrore perpretrato ai danni dei loro fratelli musulmani in Iraq, Libano, Afghanistan, Siria e Palestina.
Non tutti sanno che nel 1890, Emmanuel Carraso ebreo italiano, membro della loggia B’nai B’rith, e gran maestro della loggia massonica a Salonicco, istitui’ il “segreto” Comitato dell’Unione e Progresso” (Giovani Turchi) a Salonicco. Il movimento dei Giovani Turchi era gestito interamente da ebrei e cripto-ebrei finanziati e sostenuti dai Rothschilds.
Secondo il Dr. Jacob M. Landau (Jewish Political Studies Review 19: 1-2 (primavera 2007)):
“E ‘stato affermato che molti politici e uomini d’affari in Turchia e altrove sono in realtà ebrei o dönmes.” (Ebrei Studi Politici Recensione 19: 1-2 (primavera 2007))
“Gli estremisti nazionalisti hanno accusato i dönmes di aver avuto un ruolo di primo piano nella trama Giovani Turchi a Salonicco, contribuendo così al crollo dell’Impero Ottomano e la distruzione delle sue tradizioni.
“Gli islamisti li hanno accusati non solo di essere ancora cripto-ebrei, ma anche di tramare per abolire il califfato cospirando di introdurre il laicismo in Turchia, causando cosi il declino dell’Islam.
“Un dibattito sui dönmes ha sostenuto che i essi erano rimasti fedeli alle loro tradizioni ebraiche nelle caratteristiche innate: doppiezza, superstizioni vane, e pratiche sessuali inaccettabili … “
armenian-children-starvingNel 1915 gli ebrei sefarditi di Salonicco insieme con i turchi massacrano i cristiani armeni di Istanbul. L’Olocausto armeno progettato dagli ebrei dei Giovani Turchi affama, tortura e uccide un milione e mezzo di Cristiani Armeni.
Gli ebrei dei Giovani Turchi crearono disordini, tumulti, e pianificarono l’assassinio a Sarajevo dell’Arciduca Francesco Ferdinando erede al trono dell’impero asburgico per mano dell’ebreo serbo Gavrilo Princip, che porta alla prima guerra mondiale e alla perdita della Palestina della Turchia. La prima guerra mondiale spazzo’ via defiintivamente l’impero asburgico cattolico e la societa’ cristiana di una volta. Si stabilisce quindi il comunismo ebraico in Russia che fu abilmente poi diffuso in tutto il mondo e le cui conseguenze le pagarono 100 milioni di goym con la loro vita. Nonostante le barbarie e le atrocita’ commesse dal comunismo in tutto il mondo i suoi ideali immorali e sovversivi sono ancora predominanti nella societa’ occidentale. (clicca qui)

CONCLUSIONE

Si legge, in un volume del Dr. Rohling, «Exposé du Talmud», questo grave tratto talmudico: « Il Messia renderà ai Giudei l’autorità suprema. Tutti i popoli li serviranno, e tutti i regni saranno a loro soggetti. Allora ogni giudeo avrà 2.800 schiavi. Tutti i popoli accetteranno la fede giudaica. I soli cristiani non avranno parte a questa grazia; ma saranno tutti sterminati». I Giudei ben conoscono, quanto sia la discordia l’arma più potente ed efficace per tenere distratti i popoli e dissolverli, mentre essi, ben compatti ed uniti, si rendono ognora più forti onde meglio speculare sul terreno favorevole della miseria altrui. frasi di rabbini 1Nessun giornale potrà pronunciare parola alcuna, che non torni a giovamento agl’interessi d’Israele. Il futuro non promette nulla di buono: se il giudaismo non riununcia alla sua mania di voler intepretare in chiave del tutto materialistica le scritture, presumendo di essere stati scelti da Dio per schiacciare tutti i popoli e dominarli con qualsiasi mezzo una terza guerra mondiale e’ inevitabile (ed e’ ormai alle porte). Qualcuno dirà: — Ma moriranno anche i Giudei. — Nossignore. Le comunità israelite si salveranno, perché saranno state tempestivamente avvisate — della caduta delle bombe — dal proprio governo centrale («Kahal»), ch’è il motore generatore di così orrendi misfattiNOTA SU ANTISEMITISMO. SIA CHIARO CHE QUESTO ARTICOLO NON E’ ASSOLUTAMENTE UNA ISTIGAZIONE ALL’ODIO, QUANTO SI AUSPICA E’ CHE SI RITORNI A PREGARE PER LA CONVERSIONE DEGLI EBREI AFFINCHE’ LA CRICCA EBRAICA CHE SI ERGE A CAPO DELLA FINANZA, DELL’ECONOMIA MONDIALE,DELLE LOGGE MASSONICHE, DEI SERVIZI SEGRETI,sacro cuore copy DEI MEDIA E DI TUTTE LE LOBBY DESISTA DAL SUO PROPOSITO DI CONTINUARE AD INSANGUINARE IL MONDO PER PIEGARLO SOTTO L’EGIDA DEL NWO UN DESIDERIO CHE NON PROVIENE DA DIO, MA DA SATANA. E’ tempo per tutti i goym di svegliarsi e ritornare alle proprie origini e alla propria cultura, rinunciando al veleno sovversivo con le quali le lobby giudaico-massoniche hanno accecato e inebetito buona parte dell’Occidente con la propaganda, la disinformazione, la pornografia e l’indifferentismo religioso. Per fare cio’ e’ necessario partire da una corretta informazione avvisando i propri cari della farsa spacciata come “terrorismo islamico” perche’ sia chiaro che la verita’ non verra’ mai fornita dai media ufficiali che la cricca sionista hanno completamente sotto controllo.
Floriana Castro