giovedì 17 settembre 2020

Usare la tragedia di Caivano per far passare una legge

LA SCONCERTANTE VERITA' DIETRO LA TRAGEDIA: VOGLIONO FAR PASSARE LA LEGGE PRO LGBT

I giornali, Zan, Vendola, l’Arcigay spingono perché si approvi il ddl antiomofobia. Ma il parroco del paese si ribella




«Le bugie non si dicono mai, fanno fare sempre brutta figura e anziché promuovere una battaglia di giustizia e di verità contribuiscono a creare confusione. Ma perché mai quell’associazione sente il bisogno di tirare il ballo il parroco del “Parco Verde” per supportare tesi precostituite?». Ieri su Avvenire don Maurizio Patriciello, parroco al Parco Verde di Caivano (Napoli), il luogo dove si è consumata la tragedia della morte di Paola Gaglione, si è difeso dagli attacchi dell’Arcigay. «Che fare allora? Accapigliarsi? Sparare a zero, dire, stradire e poi smentire? Aggiungere dolore a dolore, sofferenza a sofferenza, o piuttosto armarsi di umana carità e di pazienza, e aspettare che le indagini ci diano informazioni certe che non tengano conto di (pre)giudizi ideologici? Siamo, forse, garantisti a intermittenza, solo quando ci conviene?».
Fatti e versioni

Ieri ci sono stati i funerali della diciottenne, celebrati proprio da don Patriciello che conosce bene la famiglia e che, 17 anni fa, battezzò Paola. Al momento, sull’accaduto esistono alcuni fatti appurati e poi due diverse interpretazioni. Si sa che Paola e Ciro (questo il nomignolo della ragazza trans con cui era andata a convivere abbandonando la famiglia) sono stati inseguiti sul motorino dal fratello di lei, Michele, ora in carcere. Paola è caduta dal motorino ed è morta. Secondo Ciro, Michele, contrario alla loro relazione, li avrebbe colpiti, causando la caduta. Secondo Michele, invece, nulla di tutto questo sarebbe accaduto e li avrebbe inseguiti per convincere la sorella a tornare a casa. La famiglia crede alla versione del figlio.


Le interviste di Vendola e Zan

Il caso è uscito dalle pagine di cronaca nera per approdare su quelle nazionali per via della transessualità di Ciro. Si tratta di un omicidio motivato dall’odio e dall’omofobia, titolano i giornali che sanno bene che alla Camera giace la proposta di legge Zan. Sempre ieri sono apparse due interviste che sposavano questa interpretazione: la prima, sul Manifesto ad Alessandro Zan, relatore (Pd) del testo di legge: «Ormai siamo ripiombati nel delitto d’onore, con una cultura machista e patriarcale che vuole impedire a una donna di scegliere chi amare e di realizzare il proprio progetto di vita». Zan, ovviamente, spinge perché il suo testo sia approvato al più presto: «Una legge che questo paese non può più attendere».

L’altra intervista è stata rilasciata da Nichi Vendola, storico esponente della comunità gay italiana, ex presidente della Regione Puglia, “padre” di un bambini nato tramite utero in affitto, che al Corriere ha parlato di «mentalità medioevale» e «omofobia e transfobia ingredienti tipici della propaganda sovranista e della pubblicistica della destra radicale in ogni parte del mondo». Quindi anche Vendola auspica l’approvazione di una legge che «non mi pare» contenga «norme di criminalizzazione delle opinioni».

Mainstream lgbt

Il giochino è dunque sempre lo stesso: usare un caso di cronaca per spingere una legge che, a conti fatti, è inutile perché non aggiungerebbe altro a quelle già presenti. Se le accuse oggi rivolte a Michele si rivelassero fondate, si arriverebbe a una condanna per omicidio preterintenzionale e violenza personale con l’aggravante dei futili motivi (è il reato di cui ora è accusato). La legge Zan, come abbiamo scritto tante altre volte, non ha come scopo quello di proteggere le persone omosessuali, ma solo quello di limitare la libertà di pensiero e parola di chi non s’adegua al mainstream lgbt.
Morte, dov’è la tua vittoria?

A suo modo, anche questo terribile caso, ne è una conferma, come ha scritto ieri don Patriciello su Avvenire. Egli è stato accusato dall’Arcigay di aver «alimentato la cultura dell’intolleranza» perché non ha voluto sposare a priori il movente dell’omofobia. Il sacerdote ha così dovuto chiarire di essersi limitato a riportare il pensiero della famiglia, ma nei giorni precedenti aveva invitato tutti ad aspettare prima di emettere giudizi sommari. Soprattutto aveva inviato tutti a comprendere meglio la situazione di Paola, che aveva abbandonato la famiglia per andare a convivere con Ciro, pur non avendo una casa né un lavoro.

Tra tante parole, una parola cristiana

Ieri nella omelia alle esequie, il parroco ha evitato ogni commento ai fatti di cronaca (che vanno appurati) e si è rivolto direttamente a Dio per trovare un senso a questa brutta storia. Ha poi così concluso: «Paola, Cristo è risorto e tu risorgerai con lui. O morte dov’è la tua vittoria? Oggi vogliamo pregare per te, Paola, perché il Signore ti tenga stretta tra sue adorabili braccia. E per tutti tutti coloro che su questa terra ti hanno amato e che hanno il cuore trafitto da una spada di fuoco. E tutti insieme, piccoli e grandi, parenti, amici e conoscenti, vogliamo chiederti perdono per non essere stati capaci di custodire la tua fragile e preziosissima vita».

LITURGIA DEL GIORNO


Giovedì della XXIV settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)





Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde

Antifona d'ingresso
Da’, o Signore, la pace a coloro che sperano in te;
i tuoi profeti siano trovati degni di fede;
ascolta la preghiera dei tuoi fedeli
e del tuo popolo, Israele. (cf. Sir 36,15-16)

Colletta
O Dio, che hai creato e governi l’universo,
fa’ che sperimentiamo la potenza della tua misericordia,
per dedicarci con tutte le forze al tuo servizio.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (1Cor 15,1-11)
Così predichiamo e così avete creduto.


Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Vi proclamo, fratelli, il Vangelo che vi ho annunciato e che voi avete ricevuto, nel quale restate saldi e dal quale siete salvati, se lo mantenete come ve l’ho annunciato. A meno che non abbiate creduto invano!
A voi infatti ho trasmesso, anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto, cioè che Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture e che fu sepolto e che è risorto il terzo giorno secondo le Scritture e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici.
In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti. Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto.
Io infatti sono il più piccolo tra gli apostoli e non sono degno di essere chiamato apostolo perché ho perseguitato la Chiesa di Dio. Per grazia di Dio, però, sono quello che sono, e la sua grazia in me non è stata vana. Anzi, ho faticato più di tutti loro, non io però, ma la grazia di Dio che è con me.
Dunque, sia io che loro, così predichiamo e così avete creduto.

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 117)
Rit: Rendete grazie al Signore perché è buono.

Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Dica Israele:
«Il suo amore è per sempre».

La destra del Signore si è innalzata,
la destra del Signore ha fatto prodezze.
Non morirò, ma resterò in vita
e annuncerò le opere del Signore.

Sei tu il mio Dio e ti rendo grazie,
sei il mio Dio e ti esalto.

Canto al Vangelo (Mt 11,28)
Alleluia, alleluia.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi,
e io vi darò ristoro, dice il Signore.
Alleluia.

VANGELO (Lc 7,36-50)
Sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato.


+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo.
Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!».
Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli rispose: «Di’ pure, maestro». «Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?». Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene».
E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco».
Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!».

Parola del Signore

Preghiera dei fedeli
Fratelli, abbiamo nei cieli un Padre buono e ricco di misericordia. Fedele alle sue promesse, egli va tessendo con l'umanità una storia di salvezza e di riconciliazione. Perciò, confidenti, lo invochiamo dicendo:
Padre misericordioso, aiutaci!

Perché il perdono, per la chiesa, sia la più efficace testimonianza delle sue origini dal costato di Cristo. Preghiamo:
Perché i laici si sentano sempre più afferrati dal vangelo e lo dimostrino nella trasparenza della vita. Preghiamo:
Perché alla Chiesa non manchino mai vocazioni religiose e sacerdotali, testimoni nel mondo della risurrezione di Cristo. Preghiamo:
Perché non trascuriamo di chiedere a Dio i doni spirituali, mentre lo ringraziamo delle sue provvidenze materiali. Preghiamo:
Perché, nel desiderio di riconciliarsi con Dio, non ci sentiamo scoraggiati dalla nostra fragilità, ma liberati dalla sua misericordia. Preghiamo:
Perché i confessori abbiano scienza e carità.
Per il seminario diocesano.

O Padre, lo Spirito che dal giorno del battesimo abita nei nostri cuori, faccia della nostra preghiera un sacrificio di lode a te gradito. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. Amen.

Preghiera sulle offerte
Accogli con bontà, Signore,
i doni e le preghiere del tuo popolo,
e ciò che ognuno offre in tuo onore
giovi alla salvezza di tutti. Per Cristo nostro Signore.




Antifona di comunione
Quanto è preziosa la tua misericordia, o Dio!
Gli uomini si rifugiano all’ombra delle tue ali. (Sal 36,8)

Oppure:
Il calice della benedizione che noi benediciamo
è comunione con il sangue di Cristo;
e il pane che spezziamo
è comunione con il corpo di Cristo. (cf. 1Cor 10,16)


Preghiera dopo la comunione
La potenza di questo sacramento, o Padre,
ci pervada corpo e anima,
perché non prevalga in noi il nostro sentimento,
ma l’azione del tuo Santo Spirito.
Per Cristo nostro Signore.



Commento
La misericordia, la gioia di Dio che ama fino al perdono, la gioia di Dio che vede questa donna compiere un atto di fede nel suo amore. Credere all’amore. Credere alla misericordia per essere testimoni dell’amore, della misericordia, perché il nostro mondo ha bisogno proprio di questa testimonianza. Il nostro mondo è duro. Non crede all’amore gratuito, all’amore che si fa dono, alla misericordia. Nel dire ciò noi non ci lamentiamo della durezza dei tempi perché la misericordia di Dio è operante. Io ne sono la prova vivente, perché per me Cristo ridice di nuovo la storia della peccatrice.
Essere consapevoli di essere frutto della misericordia di Dio. Cristo ci ha dato un segno della sua dolce misericordia col sacramento della penitenza. È per noi abitualmente fonte di vita? Lasciamo regolarmente a Cristo la gioia di perdonarci? Questo è infatti il sacramento della penitenza: un atto di fede nell’amore. Molto spesso ci teniamo lontani da questo sacramento. Noi pensiamo innanzi tutto alla confessione dei nostri peccati: la confessione è certamente di capitale importanza. È un’azione dell’uomo libero che si riconosce povero e peccatore di fronte a Dio. Dovremmo invece pensare di più alla gioia di Dio che, ogni volta che un uomo, in un atto libero e bello della sua volontà, si rivolge a lui per essere perdonato, si vede riconoscere Amore misericordioso.
Grazie al sacramento della penitenza, il battezzato si sente divenire oggetto del perdono e potrà allora essere soggetto della misericordia. Potrà testimoniare che Dio è amore, se lui stesso si lascia rigenerare nell’amore. Il sacramento della penitenza è la realizzazione della profezia: “Vi darò un cuore nuovo”. La penitenza è un cambio di cuori. L’uomo dà a Dio il proprio cuore indurito dal peccato e Dio lo rigenera, lo riscalda con il perdono. Il battezzato potrà allora amare e a sua volta perdonare.