Si può riconoscere un pedofilo che tenta di adescare un bambino: vigilanza sui piccoli, educazione al pericolo, attenzione alle esche e sorveglianza sociale. Questi alcuni presidi di sicurezza anti-pedofilia.
Qualunque sia la classificazione patologica della pedofilia, indipendentemente dalle aberranti ragioni che inducono il pedofilo a compiere le sue violenze, una mamma – e in generale ogni adulto – deve saper riconoscere gli atteggiamenti e i comportamenti – potenzialmente pericolosi – di quegli adulti che si muovono con l’intento di adescare i bambini. Come si può riconoscere un pedofilo che tenta di adescare un bambino? E’ questa la domanda chiave.
Il pedofilo circuisce la vittima con dolcezza, la porta a sé, cerca di carpirne la sua fiducia. Questo atteggiamento può indurre in inganno i più piccoli; complice l’ingenuità dei bambini, non è difficile ammansirli, affascinarli, stimolare in loro interesse e curiosità tali da “conquistarli”.
COME SI PUÒ RICONOSCERE UN PEDOFILO CHE TENTA DI ADESCARE UN BAMBINO?
Riconoscere un pedofilo è difficile, se non impossibile, per il bambino stesso che è senza malizia; diversamente dovrebbe essere semplice, se non intuitivo, per l’adulto capace di identificare i comportamenti sospetti.
Se uno sconosciuto avvicina i bambini, fa loro complimenti, offre loro attenzioni, tende ad appartarsi con loro, li osserva con meticolosa attenzione e si sforza di conquistarne l’interesse, è già compito dell’adulto osservare e monitorare la situazione.
I BAMBINI VANNO VIGILATI, È QUESTA LA PRIMA REGOLA DI PRUDENZA A TUTELA DELLA LORO INCOLUMITÀ.
I genitori hanno sui figli un importante dovere di vigilanza, sebbene talvolta debba essere “passiva”, ovvero non invasiva e rispettosa dello spazio di azione, dell’autonomia e dell’interazione sociale dei bambini.
Quest’estate mi sono accorta nella pratica vita quotidiana di quanto sia sottovalutato il dovere di vigilanza. Troppo spesso l’adulto stabilisce che a una data età il figlio è “in grado di badare a se stesso”, questa capacità potenziale del bambino si scontra però con alcuni pericoli concreti ed estrinsechi.
Nel residence dove villeggio (da 36anni ormai) sono diversi i genitori che lasciano i bambini “liberi di muoversi da soli”, io no.
I limiti che ho scelto prudenzialmente di dare ai miei figli si fondano sul principio della vigilanza che è in sé prevenzione del pericolo:
in realtà si tratta di un residence molto grande diviso in corpi abitativi che arrivano sino alla lettera H, uniti da stradine affollate di macchine e pullulanti di piccoli appartamenti (una quarantina per ogni lettera); infine il complesso abitativo da un lato si affaccia su una trafficata strada statale, dall’altro confina con una vastissima area di montagna.
Il mio residence e la libertà che dai 7 anni in poi molti genitori assegnano ai figli in quel luogo mi sono venuti in mente osservando un esperimento sociale anti-pedofilia girato da Fanpage a Napoli.
COME SI PUÒ RICONOSCERE UN PEDOFILO CHE TENTA DI ADESCARE UN BAMBINO E DOVERE DI VIGILANZA SUI PIÙ PICCOLI.
I due protagonisti diretti del video di Fanpage sono una bambina di 8 anni e un attore che si finge pedofilo; la protagonista indiretta è l’indifferenza della gente.
La bambina viene adescata dal finto pedofilo grazie ad un’esca: un cane. Di fatto il “corteggiamento” ha luogo sotto gli occhi di moti adulti, in un parco pubblico, ma tutti sottovalutano il pericolo eccetto una coppia: dopo 5 giorni di riprese, solo una coppia si è insospettita sino al punto di monitorare la bimba e impedire che il pedofilo la portasse via con sé.
Ecco il video:
Di fatto il girato dimostra che si può riconoscere un pedofilo che tenta di adescare un bambino, è possibile farlo esercitando la debita vigilanza sui più piccoli, evitando di lasciarli soli e quindi esposti ai pericoli, educandoli a reagire alle situazioni di emergenza. Soprattuto il video attesa che la vera protagonista di molte tragedie della modernità è l’indifferenza:
per quattro volte, dopo essere stata adescata e corteggiata dal finto pedofilo, questa bambina è uscita dal parco insieme a lui e senza che nessuno intervenisse.
L’intervento della giovane coppia nell’ultimo giorno di riprese rappresenta una speranza e insieme un monito: i bambini, anche quelli che non sono nostri, meritano attenzione e rispetto, tutela e protezione!