Roma, 13 set – Sull’immigrazione tutta l’attenzione è concentrata sulle navi Ong. Succedeva ai tempi dei porti più o meno chiusi di Salvini, succede oggi con la redistribuzione europea auspicata dal governo giallofucsia. Ma ieri, mentre tutti gli occhi erano puntati sulla nave Ocean Viking, 98 immigrati provenienti dalla Libia sono arrivati in Italia. Come? Grazie all’Unhcr. “Un gruppo di 98 rifugiati vulnerabili è stato evacuato oggi dalla Libia verso l’Italia, la terza evacuazione umanitaria diretta nel paese quest’anno”.
Nel 2019 quasi 400 immigrati trasferiti in Italia
Come spiega attraverso i suoi organi di informazione lo stesso Alto commissariato Onu per i rifugiati, nel 2019 su “1.474 rifugiati vulnerabili che hanno lasciato la Libia”, ne sono stati trasferiti “710 in Niger, 393 in Italia e 371 che sono stati reinsediati in altri paesi in Europa e Canada”. Insomma il Belpaese da solo ne accoglie più di quanto fanno insieme il resto d’Europa e il Canada. Ovviamente il programma di questi “corridoi umanitari” non è una novità del governo targato Pd-M5S, accadeva già quando al ministero dell’Interno siedeva Matteo Salvini.
Ne potrebbero arrivare a migliaia
Certo ora il rischio è l’aumento indiscriminato di questi arrivi, come farebbero presupporre le dichiarazioni dell’Unhcr: “Oggi abbiamo portato in salvo 98 persone, ma questo è ancora solo un piccolo numero delle migliaia che hanno bisogno di tale aiuto. Ci sono ancora circa 3.600 rifugiati nei centri di detenzione. Abbiamo urgentemente bisogno di trovare soluzioni per loro, così come per altre migliaia di rifugiati vulnerabili che vivono nelle aree urbane”. Se le proporzioni delle divisioni negli Stati europei e occidentali in genere restano queste, si prevede l’arrivo di migliaia di immigrati in Italia.
Il governo giallofucsia si è mostrato disponibile
Del resto il nuovo governo ha subito dimostrato all’Unhcr di essere ben disposto ad accogliere di più: “L’evacuazione di oggi è un esempio di solidarietà e ringraziamo le autorità italiane per averlo reso possibile. Speriamo che altri paesi prestino attenzione a questo esempio e forniranno simili evacuazioni umanitarie salvavita”, ha affermato Roland Schilling, rappresentante regionale dell’Unchr per l’Europa meridionale.
Il ruolo della Comunità di Sant’Egidio
La questione dell’immigrazione connessa ai cosiddetti “corridoi umanitari” non va sottovalutata. A premere perché il numero degli arrivi di “potenziali rifugiati” aumenti in modo indiscriminato c’è la Comunità di Sant’Egidio, per la quale il corridoio umanitario con la Libia “dovrebbe essere una nuova via di accesso legale e sicuro in Europa per 50 mila profughi che, tramite un sistema di quote, dovrebbero trovare accoglienza nei paesi europei disponibili a partecipare al progetto”.
Lo afferma la Comunità di Sant’Egidio sul proprio sito ufficiale, spiegando come il progetto abbia riscontrato “l’interesse del presidente del Consiglio Giuseppe Conte”. Del resto il premier buono per tutte le occasioni è considerato vicino alla comunità fondata da Andrea Riccardi: nel luglio del 2018, a poche settimane della sua nomina a presidente del Consiglio, Giuseppe Conte fece visita alla Comunità di Sant’Egidio nella sua sede di Trastevere a Roma. Un’organizzazione che è sempre stata in grado di influenzare pesantemente i nostri governi. Difficile pensare che la politica dell’accoglienza dell’esecutivo giallofucsia non subirà pressioni da parte della Comunità guidata da Riccardi.
Davide Di Stefano