sabato 5 dicembre 2020

L'ESORCISMO DI LEONE XIII CHE LA SANTA VERGINE MARIA INVITA A RECITARE CON URGENZA E A DIFFONDERE

Avola, 11 Aprile 2010
Madonna

“Cari figli, vi invito con urgenza in questi tempi malvagi a recitare l’esorcismo, composto e pubblicato per ordine del Papa Leone XIII dopo che egli ebbe la visione del tremendo combattimento contro la potenza di satana negli ultimi tempi. Questi sono gli ultimi tempi, quelli che attualmente vivete, benché ciò passi inosservato alla maggior parte degli uomini che camminano nelle tenebre".



Nel 1994, il Papa san Giovanni Paolo II ebbe a dire, riguardo alla famosa preghiera a San Michele di Leone XIII:

“Anche se oggi questa preghiera non viene più recitata al termine della celebrazione eucaristica, invito tutti a non dimenticarla, ma a recitarla per ottenere di essere aiutati nella battaglia contro le forze delle tenebre e contro lo spirito di questo mondo”.

Nello stesso ordine d’idea, Leone XIII doveva ugualmente comporre un esorcismo, che egli incoraggiava a recitare spesso. La preghiera, presto divenuta celebre, fu più particolarmente applicata, a partire dal 1930 e secondo il desiderio di Pio XI, per la conversione della Russia comunista.

Ecco la versione integrale della Preghiera a San Michele Arcangelo secondo Papa Leone XIII che oggi pochissimi cattolici conoscono nella sua forma originaria:


“Gloriosissimo Principe degli eserciti celesti, San Michele Arcangelo, difendici nel combattimento e nella lotta che conduciamo ‘contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti (Ef 6, 12)’. Vieni ad aiutare gli uomini che Dio ha creato incorruttibili, fatti a Sua immagine e somiglianza, (Sp 2,23) e ricomprati a prezzo così caro della tirannia del diavolo (1 Cor 6, 20). Combatti oggi, con l’armata degli angeli beati, le battaglie del Signore come hai combattuto una volta il capo dell’orgoglio, Lucifero, e i suoi angeli ribelli; [affinché essi] ‘non prevalsero e non ci fosse più posto per loro in Cielo’. Fu precipitato questo ‘grande drago, l’antico serpente, colui che chiamiamo il diavolo e Satana, colui che sconvolge il mondo intero: fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli’ (Ap 12, 8-9).

Questo antico nemico e omicida (Gv 8, 44) si è ribellato veementemente. “Mascherato da angelo di luce” (2 Co 11,14), con tutta l’orda degli spiriti maligni, percorre e invade la terra in profondità per cancellare da essa il Nome di Dio e del suo Cristo, per rubare, per uccidere e per perdere con la morte eterna le anime destinate alla corona di gloria eterna. Il veleno della sua malizia, come un fiume ripugnante, il drago malefico lo fa scorrere negli uomini dallo spirito depravato e dal cuore corrotto; spirito di menzogna, spirito d’empietà e di bestemmia; soffio mortale della lussuria, di tutti vizi e iniquità. Nemici molto furbi hanno messo le loro mani empie su tutto quello che la Chiesa, sposa dell’Agnello immolato, ha di più prezioso e l’hanno saturata di amarezza. Là dove si stabilirono la Sede del beato Pietro e il Pulpito della Verità per la luce delle nazioni, là hanno posto il trono dell’abominio, della loro empietà; così che colpendo il pastore, possano disperdere il gregge. Sii dunque presente San Michele Arcangelo, capo invincibile presso il popolo di Dio, contro gli assalti delle forze spirituali del male e dà loro la vittoria! Sei tu che la Santa Chiesa venera come suo custode e padrone. Tu che la Chiesa si glorifica di avere come difensore contro le potenze criminali della terra e dell’inferno. Sei tu colui a cui il Signore ha affidato le anime dei redenti per introdurli nella felicità celeste. Scongiura il Dio della pace di schiacciare Satana affinché esso non possa più incatenare gli uomini né nuocere alla Chiesa. Presenta le nostre preghiere all’Altissimo affinché si manifesti prestissimo per noi la misericordia del Signore (Ps 78,8 – quid?). Afferra il drago, l’antico serpente, cioè il diavolo e Satana, e caccialo incatenato ai piedi di Gesù crocifisso perché non possa mai più sedurre le nazioni (Ap 20,3). Perciò, con la tua mano forte e la tua protezione, appoggiati sulla grazia del nostro battesimo (il prete aggiungerà “e appoggiati sull’autorità sacra del nostro ministero”) […], intraprendiamo con fiducia e sicurezza, nel Nome di Gesù Cristo, nostro Dio e Signore, di respingere gli attacchi e le furberie del demonio”.

Che la Tua misericordia, Signore, si eserciti su di noi.
R: Nella misura della nostra speranza in Te.
Signore, esaudisci la mia preghiera.
R: E che il mio grido giunga fino a Te.

Preghiamo:
Dio e Padre del Nostro Signore Gesù Cristo, invochiamo il Tuo Santo Nome e supplichiamo la Tua bontà: che, per l’intercessione di Maria Immacolata, Madre di Dio e Sempre Vergine, di San Giuseppe, sposo della stessa Santa Vergine, di San Michele Arcangelo, dei Santi Apostoli Pietro e Paolo e di tutti i santi, Tu degni di concederci il Tuo soccorso contro Satana e contro tutti gli altri spiriti impuri che si aggirano nel mondo per nuocere al genere umano e per perdere le anime. Per lo stesso Gesù Cristo Nostro Signore, Amen”.

Sessantacinque anni prima di papa Leone XIII, il 30 dicembre, la beata mistica tedesca Anna Caterina Emmerick ( 1774-1824) vide in una visione la stessa battaglia spirituale e infine la vittoria della Chiesa. Anche a lei Dio mostrò come la Chiesa, sarebbe stata salvata da tremende tribolazioni attraverso l’aiuto particolare dell’Arcangelo Michele. Che questa visione sia per noi tutti un forte incoraggiamento quando, davanti ai nostri occhi, abbiamo presenti tutte le difficoltà del mondo e della Chiesa, per le quali umanamente sembra non esserci soluzione.

“Di nuovo vidi san Pietro con l’alta cupola. San Michele stava su di essa con una veste luminosa di rosso sangue e con una grande bandiera da guerra in mano. In terra si svolgevano tanti combattimenti. Verdi e blu lottavano contro bianchi (cristiani) e questi bianchi, che avevano al di sopra di essi una spada rossa di fuoco, sembravano soccombere. La Chiesa era di color rosso sangue come l’angelo e qualcuno mi disse: ‘Ella viene lavata nel sangue’. Più durava il combattimento, più scompariva il colore del sangue della Chiesa che diventava sempre più trasparente. L’Arcangelo Michele però scese e si unì ai bianchi. Essi furono dotati di meraviglioso coraggio e non ne sapevano il motivo. Michele percuoteva i nemici e quelli scappavano in tutte le direzioni. Durante il combattimento in continuazione alcuni gruppi dei nemici passavano dall’altra parte, e una volta fu addirittura una moltitudine. Sopra la lotta apparivano anche schiere di santi. Quando l’angelo fu sceso dal tetto della basilica, vidi l’una grande croce luminosa con il Salvatore. Dalle sue ferite si diffondevano fasci di luce sul mondo. I raggi del costato sgorgavano in un torrente ricco e largo sulla Chiesa che si trovava sotto e con essi la illuminava. Vidi anche sospeso in cielo un cuore rosso, luminoso, dal quale un fascio di raggi bianchi andava verso il costato e un altro fascio si riversava sulla Chiesa e su molte regioni. Mi fu detto che quello era il Cuore di Maria. Quando in terra il combattimento finì, la Chiesa e l’angelo che ora scompariva, erano bianchi e luminosi. La croce sparì al suo posto sulla Chiesa stava una donna, alta e splendente che stendeva il suo manto dorato e luminoso su di essa. Sotto la Chiesa gli uomini si umiliavano a vicenda e si riconciliavano. Vescovi e pastori si incontravano e si scambiavano i loro libri. Le sette riconoscevano la Chiesa per via della vittoria meravigliosa e della luce della rivelazione che avevano visto su se stesse. Sentivo uno splendore e una vita soprannaturale nella natura e una santa commozione in tutti gli uomini; la vicinanza del regno di Dio”.

Quindi la beata comprese una cosa molto consolante:
“Vedevo che questo regno si avvicinava per la brama di molti cristiani umili, fedeli e devoti. Poi ho ricevuto la bella certezza: Maria è la Chiesa e la Chiesa è nostra madre. Dio è nostro padre e Gesù è nostro fratello. Superato il combattimento, vedevo ora la Chiesa luminosa come il sole, in una grande festa”.

A Roma la Pia Unione di san Michele Arcangelo fu approvata dal Vaticano di Roma il 30 agosto 1878 nella chiesa di Sant’Eustachio e trasferita poco dopo, con decreto del 5 ottobre 1879, nella Collegiata di Sant’Angelo in Pescheria. Con bolla del 29 luglio 1880 papa Leone XIII, devotissimo dell’arcangelo, elevava il sodalizio a Unione Prima Primaria. Scopi dell’Unione: onorare i santi angeli e particolarmente san Michele per ottenere la difesa e l’esaltazione della Chiesa, la conversione dei peccatori, l’umiltà di cuore e l’accrescimento della fede, lo stabilimento del regno di Dio nelle anime, la liberazione delle anime del purgatorio e la grazia di una buona morte.

Tra i motivi indicati nello statuto: “La Chiesa ci insegna che fra gli spiriti celesti essa onora san Michele in modo tutto particolare, perché lo considera il vincitore degli angeli malvagi che si ribellarono contro Dio. Perciò protettore efficace per noi contro ogni loro diretto o indiretto intervento malefico”.

Ogni primo lunedì del mese nella chiesa di sant’Angelo in Pescheria di Roma si celebra una speciale finzione in onore e vengono accolte le consacrazioni a san Michele; il 29 settembre di ogni anno viene celebrata la festa della Polizia, di cui l’arcangelo è patrono. La chiesa di sant’Angelo in Pescheria è chiamata così perché era la chiesa dei pescatori del Tevere. Edificata nel V secolo su basi di templi romani e ampliata nel 1870, è stata sempre dedicata a sant’Angelo, cioè a san Michele. Qui operano dal 1908 i Chierici Regolari minori, detti Caracciolini perché fondati nel XVI secolo dal napoletano Francesco Caracciolo e Agostino Adorno di Genova, entrambi devoti a san Michele. Addirittura Agostino Adorno morì un 29 settembre segno della sua particolare predilezione per l’Arcangelo. Fin dalla loro fondazione nel 1588 i padri Caracciolini hanno avuto a cuore in modo particolare il culto di san Michele ed in ogni loro chiesa vi era un altare dedicato all’arcangelo principe delle celesti milizie. E’ inoltre loro particolare iniziativa la recita della Corona di san Michele che fin dalla fine del 1600 era una pratica specifica del loro ordine religioso che veniva diffusa dai loro conventi. Già nel 1708 e poi nel 1726 venivano stampati a cura dell’ordine dei libretti con la corona di san Michele. In modo particolare era devoto all’Arcangelo il venerabile Bartolomeo Simorilli, religioso Caracciolino, che è stato nell’ordine probabilmente uno dei più devoti amici di san Michele. E che visse nella chiesa di san Michele a Catania detta pure dei minoriti.

Nel 1700 i Chierici Regolari Minori venivano anche chiamati dal popolo con il significativo nome di “i Religiosi di san Michele”. E quando l’ordine agli inizi del 1900 viveva il momento più triste della sua esistenza e tutto sembrava crollare ed i Caracciolini erano ormai prossimi alla soppressione avendo perso tutti i loro grandi conventi e non avevano più un tetto dove ripararsi fu sempre l’Arcangelo che venne in loro aiuto e ad essi fu offerta la Casa-Chiesa di san Michele cioè sant’Angelo in Pescheria a Roma da dove ancora oggi viene divulgato il culto dell’Arcangelo con la diffusione della corona angelica e dello scapolare di san Michele. A sant’Angelo in Pescheria a Roma vi è la sede prima-primaria della confraternita di san Michele e da questa dipendono le varie delegazioni nel mondo.

LITURGIA DEL GIORNO (I AVVENTO)

La Liturgia di Sabato 5 Dicembre 2020

Sabato della I settimana di Avvento


Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Viola

Antifona d'ingresso
Vieni, e fa' splendere il tuo volto su di noi,
o Signore, che siedi nei cieli, e noi saremo salvi. (Cf Sal 79,4.2)

Colletta
O Dio, che per liberare l’uomo dalla schiavitù del peccato
hai mandato il tuo Figlio unigenito in questo mondo,
concedi a noi, che attendiamo con fede
il dono della tua misericordia,
di giungere al premio della vera libertà.
Per il nostro Signore Gesù Cristo ...

PRIMA LETTURA (Is 30,19-21.23-26)
A un tuo grido di supplica il Signore ti farà grazia.


Dal libro del profeta Isaìa

Popolo di Sion, che abiti a Gerusalemme,
tu non dovrai più piangere.
A un tuo grido di supplica [il Signore] ti farà grazia;
appena udrà, ti darà risposta.
Anche se il Signore ti darà il pane dell’afflizione
e l’acqua della tribolazione,
non si terrà più nascosto il tuo maestro;
i tuoi occhi vedranno il tuo maestro,
i tuoi orecchi sentiranno questa parola dietro di te:
«Questa è la strada, percorretela»,
caso mai andiate a destra o a sinistra.
Allora egli concederà la pioggia per il seme
che avrai seminato nel terreno,
e anche il pane, prodotto della terra, sarà abbondante e sostanzioso;
in quel giorno il tuo bestiame pascolerà su un vasto prato.
I buoi e gli asini che lavorano la terra
mangeranno biada saporita,
ventilata con la pala e con il vaglio.
Su ogni monte e su ogni colle elevato
scorreranno canali e torrenti d’acqua
nel giorno della grande strage,
quando cadranno le torri.
La luce della luna sarà come la luce del sole
e la luce del sole sarà sette volte di più,
come la luce di sette giorni,
quando il Signore curerà la piaga del suo popolo
e guarirà le lividure prodotte dalle sue percosse.

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 146)
Rit: Beati coloro che aspettano il Signore.

È bello cantare inni al nostro Dio,
è dolce innalzare la lode.
Il Signore ricostruisce Gerusalemme,
raduna i dispersi d’Israele.

Risana i cuori affranti
e fascia le loro ferite.
Egli conta il numero delle stelle
e chiama ciascuna per nome.

Grande è il Signore nostro,
grande nella sua potenza;
la sua sapienza non si può calcolare.
Il Signore sostiene i poveri,
ma abbassa fino a terra i malvagi.

Canto al Vangelo (Is 33,22)
Alleluia, alleluia.
Il Signore è nostro giudice,
nostro legislatore, nostro re:
egli ci salverà.
Alleluia.

Vedendo le folle, ne sentì compassione.


+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità.
Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!».
Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità.
E li inviò ordinando loro: «Rivolgetevi alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date».

Parola del Signore

Preghiera dei fedeli
Il Signore viene per mantenere le sue promesse: egli porta consolazione e pace a chi lo accoglie con fede. Per questo diciamo insieme:
Consola il tuo popolo, Signore.

Signore, la tua Chiesa gusta ogni giorno il pane dell'afflizione e l'acqua della tribolazione: donale forza, perchè ti sia fedele nel cammino della passione. Preghiamo:
Signore, il tuo popolo ha fame della Parola che salva: non fargli mancare maestri e testimoni del tuo vangelo. Preghiamo:
Signore, il male dilaga nel mondo e i piccoli e i poveri ne sono le prime vittime: scuoti le nostre coscienze, perchè ci impegniamo in prima persona. Preghiamo:
Signore, di fronte alle disgrazie e alle prove della vita spesso restiamo smarriti e sconvolti: donaci di credere che, per la tua grazia, niente è perduto nella vita dell'uomo. Preghiamo:
Signore, nel nostro mondo nessuno fa nulla per nulla: aiuta la nostra comunità parrocchiale a dar prova di gratuità e di vero amore. Preghiamo:
Per i malati incurabili.
Per gli animatori della pastorale parrocchiale.

Accogli, o Padre, la nostra preghiera e fa’ che sappiamo impegnarci lealmente ogni giorno nell'annuncio del vangelo, perchè sia sperimentata attorno a noi la presenza del Signore che salva. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Preghiera sulle offerte
Sempre si rinnovi, o Signore,
l’offerta di questo sacrificio
che attua il santo mistero da te istituito,
e con la sua divina potenza
renda efficace in noi l’opera della salvezza.
Per Cristo nostro Signore.

PREFAZIO DELL’AVVENTO I
La duplice venuta del Cristo

È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo Signore nostro.
Al suo primo avvento
nell’umiltà della condizione umana
egli portò a compimento la promessa antica,
e ci aprì la via dell’eterna salvezza.
Quando verrà di nuovo nello splendore della gloria,
ci chiamerà a possedere il regno promesso
che ora osiamo sperare vigilanti nell’attesa.
E noi, uniti agli Angeli e agli Arcangeli,
ai Troni e alle Dominazioni e alla moltitudine dei cori celesti,
cantiamo con voce incessante l’inno della tua lode: Santo...

Oppure:

PREFAZIO DELL’AVVENTO I/A
Cristo, Signore e giudice della storia

È veramente giusto renderti grazie
e innalzare a te l’inno di benedizione e di lode,
Padre onnipotente, principio e fine di tutte le cose.
Tu ci hai nascosto il giorno e l’ora,
in cui il Cristo tuo Figlio, Signore e giudice della storia,
apparirà sulle nubi del cielo
rivestito di potenza e splendore.
In quel giorno tremendo e glorioso
passerà il mondo presente
e sorgeranno cieli nuovi e terra nuova.
Ora egli viene incontro a noi in ogni uomo e in ogni tempo,
perché lo accogliamo nella fede
e testimoniamo nell’amore la beata speranza del suo regno.
Nell’attesa del suo ultimo avvento,
insieme agli angeli e ai santi,
cantiamo unanimi l’inno della tua gloria: Santo...


Antifona di comunione
«Ecco, io vengo presto e ho con me il mio salario»,
dice il Signore, «per rendere a ciascuno secondo le sue opere». (Ap 22,12)

Oppure:
Il regno dei cieli è vicino.
Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. (Mt 10,7.8)


Preghiera dopo la comunione
Imploriamo, o Signore, la tua misericordia:
la forza divina di questo sacramento
ci purifichi dal peccato
e ci prepari alle feste del Natale.
Per Cristo nostro Signore.



Commento
Due immagini vengono rapidamente evocate in questi pochi versetti del Vangelo di Matteo: quella del pastore col suo gregge e quella dell’agricoltore nel suo campo.
Anzi le immagini sono, per così dire, dolorosamente incompiute: sembra che il gregge non abbia guida e che il padrone non si prenda abbastanza cura della sua messe.
In realtà l’intento è quello di rivelarci da un lato la coscienza missionaria di Gesù, e di anticiparci dall’altro il significato e lo scopo della chiamata dei discepoli (cf. Mt 10).
In Gesù persona e missione coincidono: la compassione che egli prova davanti alle folle che gli appaiono “stanche e sfinite come pecore senza pastore” è l’esperienza terrena che il Cristo fa quando si presenta al suo popolo: ma questa esperienza manifesta come il suo “io filiale”, già da tutta l’eternità, sia costituito davanti al Padre in una “responsabilità salvifica” nei riguardi dell’intera creazione. Gesù non solo prova compassione, ma è la compassione di Dio che si è fatta presente nella storia.
La “domanda al padrone della messe” di inviare operai nel suo campo è la preghiera terrena che i discepoli devono fare, ma essa è già esaudita nel dono della venuta di Cristo.
Solo perché il Padre ha inviato il suo stesso Figlio, i discepoli possono offrire se stessi, ed essi devono pregare per essere disponibili a un invito che in Cristo stesso li raggiunge e li afferra.