lunedì 6 settembre 2021

Discorso di Mario Draghi, al tempo Direttore Generale del Tesoro, alla Conferenza sulle Privatizzazioni tenutasi sullo yacht Britannia il 2 giugno 1992.

SUPER MARIO ALLA CORTE DEGLI "INVISIBILI BRITANNICI".... 


“Signore e signori, cari amici, desidero anzitutto congratularmi con l’Ambasciata Britannica e gli Invisibili Britannici (British Invisibles, sic) per la loro superba ospitalità.
Tenere questo incontro su questa nave è di per sé un esempio di privatizzazione di un fantastico bene pubblico. Durante gli ultimi quindici mesi, molto è stato detto sulla privatizzazione dell’economia italiana. Alcuni progressi sono stati fatti, nel promuovere la vendita di alcune banche possedute dallo Stato ad altre istituzioni cripto-pubbliche, e per questo la maggior parte del merito va a Guido Carli, Ministro del Tesoro. Ma, per quanto riguarda le vendite reali delle maggiori aziende pubbliche al settore privato, è stato fatto poco.
Non deve sorprendere, perché un’ampia privatizzazione è una grande – direi straordinaria – decisione politica, che scuote le fondamenta dell’ordine socio-economico, riscrive confini tra pubblico e privato che non sono stati messi in discussione per quasi cinquant’anni, induce un ampio processo di deregolamentazione, indebolisce un sistema economico in cui i sussidi alle famiglie e alle imprese hanno ancora un ruolo importante. In altre parole, la decisione sulla privatizzazione è un’importante decisione politica che va oltre le decisioni sui singoli enti da privatizzare. Pertanto, può essere presa solo da un esecutivo che ha ricevuto un mandato preciso e stabile.
Altri oratori parleranno dello stato dell’arte in quest’area: dove siamo ora da un punto di vista normativo, e quali possono essere i prossimi passaggi.
Una breve panoramica della visione del Tesoro sui principali effetti delle privatizzazioni può aiutare a comunicare la nostra strategia nei prossimi mesi.
PRIMO: privatizzazioni e bilancio.
La privatizzazione è stata originariamente introdotta come un modo per ridurre il deficit di bilancio (si veda il suo commento alla lettera Ciampi-Andreatta del 1981 che quel deficit creò ndr).
Più tardi abbiamo compreso, e l’abbiamo scritto nel nostro ultimo rapporto quadrimestrale, che la privatizzazione non può essere vista come sostituto del consolidamento fiscale, esattamente come una vendita di asset per un’impresa privata non può essere vista come un modo per ridurre le perdite annuali. Gli incassi delle privatizzazioni dovrebbero andare alla riduzione del debito, non alla riduzione del deficit.
Quando un governo vende un asset profittevole, perde tutti i dividendi futuri, ma può ridurre il suo debito complessivo e il servizio del debito. Quindi, la privatizzazione cambia il profilo temporale degli attivi e dei passivi, ma non può essere presentata come una riduzione del deficit, solo come il suo finanziamento. (Questo fatto, nella visione del Tesoro, ha alcune implicazioni che vedremo in un secondo momento).
Le conseguenze politiche di questa visione sono due.
Dal punto di vista della finanza pubblica, il consolidamento fiscale da mettere a bilancio per l’anno 1993 e i successivi non dovrebbe includere direttamente nessun ricavo dalle privatizzazioni.
Nel contempo, dovremmo avviare un piano di riduzione del debito con gli incassi dalle privatizzazioni. Ciò implicherà più enfasi del Tesoro sulle implicazioni economiche complessive delle privatizzazioni e sull’obiettivo ultimo di ricostruire gli incentivi per il settore privato.
SECONDO: privatizzazioni e mercati finanziari.
La privatizzazione implica un cambiamento nella composizione della ricchezza finanziaria privata dal debito pubblico alle azioni. L’effetto di riduzione del debito pubblico può implicare una discesa dei tassi di interesse. Ma l’impatto sui mercati finanziari può essere molto più importante, quando vediamo che la quantità di ricchezza privata in forma di azioni è piccola in relazione alla ricchezza privata totale e che con le privatizzazioni può aumentare in modo significativo. In altre parole, i mercati finanziari italiani sono piccoli perché sono istituzionalmente piccoli, ma anche perché – forse in modo connesso – gli investitori italiani vogliono che siano piccoli. Le privatizzazioni porteranno molte nuove azioni in questi mercati.
L’implicazione politica è che dovremmo vedere le privatizzazioni come un’opportunità per approvare leggi e generare cambiamenti istituzionali per potenziare l’efficienza e le dimensioni dei nostri mercati finanziari.
TERZO: privatizzazioni e crescita.
(In molti casi) vediamo le privatizzazioni come uno strumento per aumentare la crescita. Nella maggior parte dei casi la privatizzazione porterà a un aumento della produttività, con una gestione migliore o più indipendente, e a una struttura più competitiva del mercato. La privatizzazione quindi potrebbe parzialmente compensare i possibili – ma non certi – effetti di breve termine di contrazione fiscale necessaria per un bilancio più equilibrato. In alcuni casi, per trarre beneficio dai vantaggi di un aumento della concorrenza derivante dalla privatizzazione, potrebbe essere necessaria un’ampia deregolamentazione. Questo processo, se da una parte diminuisce le inefficienze e le rendite delle imprese pubbliche, dall’altra parte indebolisce la capacità del governo di perseguire alcuni obiettivi non di mercato, come la riduzione della disoccupazione e la promozione dello sviluppo regionale.
Tuttavia, consideriamo questo processo – privatizzazione accompagnata da deregolamentazione – inevitabile perché innescato dall’aumento dell’integrazione europea. L’Italia può promuoverlo da sé, oppure essere obbligata dalla legislazione europea. Noi preferiamo la prima strada.
Le implicazioni di policy sono che:
a) un grande rilievo verrà dato all’analisi della struttura industriale che emergerà dopo le privatizzazioni, e soprattutto a capire se assicurino prezzi più bassi e una migliore qualità dei servizi prodotti;
b) nei casi rilevanti la deregolamentazione dovrà accompagnare la decisione di privatizzare, e un’attenzione speciale sarà data ai requisiti delle norme comunitarie;
c) dovranno essere trovati mezzi alternativi per perseguire obiettivi non di mercato, quando saranno considerati essenziali.
QUARTO: privatizzazioni e depoliticizzazione.
Un ultimo aspetto attraente della privatizzazione è che è percepita come uno strumento per limitare l’interferenza politica nella gestione quotidiana delle aziende pubbliche. Questo è certamente vero e sbarazzarsi di questo fenomeno è un obiettivo lodevole. Tuttavia, dobbiamo essere certi che dopo le privatizzazioni non affronteremo lo stesso problema, col proprietario privato che interferisce nella gestione ordinaria dell’impresa. Qui l’implicazione politica immediata è l’esigenza di accompagnare la privatizzazione con una legislazione in grado di proteggere gli azionisti di minoranza e di tracciare linee chiare di separazione tra gli azionisti di controllo e il management, tra decisioni societarie ordinarie e straordinarie.
A cosa dobbiamo fare attenzione, per valutare la forza del mandato politico di un governo che voglia veramente privatizzare?
Primo, occorre una chiara decisione politica su quello che deve essere considerato un settore strategico. Non importa quanto questo concetto possa essere sfuggente, è comunque il prerequisito per muoversi senza incertezze.
Secondo, visto che non c’è una Thatcher alle viste in Italia, dobbiamo considerare un insieme di disposizioni sui possibili effetti delle privatizzazioni sulla disoccupazione (se essa dovesse aumentare come effetto della ricerca dell’efficienza), sulla possibile concentrazione di mercato, e sulla discriminazione dei prezzi (quest’ultima in particolare per la privatizzazione delle utility).
Terzo, occorre superare i problemi normativi. Un esempio importante: le banche, che secondo la legislazione antitrust (l. 287/91) non possono essere acquisite da imprese industriali, ma solo da altre banche, da istituzioni finanziarie non bancarie (Sim, fondi pensione, fondi comuni di investimento, imprese finanziarie), da compagnie assicurative e da individui che non siano imprenditori professionisti. In pratica, siccome in Italia non ci sono virtualmente grandi banche private, gli unici possibili acquirenti tra gli investitori domestici sono le assicurazioni o i singoli individui. Una limitazione molto stringente.
In ordine logico, non necessariamente temporale, tutti questi passaggi dovrebbero avvenire prima del collocamento. In quel momento, affronteremo la sfida più importante: considerando che una vasta parte delle azioni sarà offerta, almeno inizialmente, agli investitori domestici, come facciamo spazio per questi asset nei loro portafogli? Qui giunge in tutta la sua importanza la necessità che le privatizzazioni siano a complemento di un piano credibile di riduzione del deficit, soprattutto per ridurre la creazione di debito pubblico.
Solo se abbiamo successo nel compito di ridurre “continuamente e sostanziosamente” il nostro rapporto tra debito e Pil, come richiesto dal Trattato di Maastricht, troveremo spazio nei portafogli degli investitori. Allo stesso tempo, l’assorbimento di queste nuove azioni può essere accelerato dall’aumento dell’efficienza del nostro mercato azionario e dall’allargamento dello spettro degli intermediari finanziari. Qui il pensiero va subito alla creazione di fondi pensione ma, di nuovo, i fondi pensione sono alimentati dal risparmio privato che da ultimo deve essere accompagnato dal sistema di sicurezza sociale nazionale verso i fondi pensione. Ma un ammanco dei contributi di sicurezza sociale allo schema nazionale implicherebbe di per sé un deficit più elevato. Questo ci porta a una conclusione di policy sui fondi pensione: possono essere creati su una base veramente ampia solo se il sistema nazionale di sicurezza sociale è riformato nella direzione di un sistema meglio finanziato o più equilibrato rispetto a quello odierno.
Questa presentazione non era fatta per rispondere alla domanda su quanto possa essere veloce il processo di privatizzazioni – non è il momento giusto per affrontare il tema. L’obiettivo era fornirvi una lista delle cose da considerare per valutare la solidità del processo. La conclusione generale è che la privatizzazione è una delle poche riforme nella vita di un paese che ha assolutamente bisogno del contesto macroeconomico giusto per avere successo. Lasciatemi sottolineare ancora che non dobbiamo fare prima le principali riforme e poi le privatizzazioni. Dovremmo realizzarle insieme. Di certo, non possiamo avere le privatizzazioni senza una politica fiscale credibile, che – ne siamo certi – sarà parte di ogni futuro programma di governo, perché l’aderenza al Trattato di Maastricht sarà parte di ogni programma di governo.
Lasciatemi concludere spiegando, nella visione del Tesoro, la principale ragione tecnica – possono esserci altre ragioni, legate alla visione personale dell’oratore, che vi risparmio – per cui questo processo decollerà.
La ragione è questa: i mercati vedono le privatizzazioni in Italia come la cartina di tornasole della dipendenza del nostro governo dai mercati stessi, dal loro buon funzionamento come principale strada per riportare la crescita. Poiché le privatizzazioni sono così cruciali nello sforzo riformatore del Paese, i mercati le vedono come il test di credibilità del nostro sforzo di consolidamento fiscale. E i mercati sono pronti a ricompensare l’Italia, come hanno fatto in altre occasioni, per l’azione in questa direzione. I benefici indiretti delle privatizzazioni, in termini di accresciuta credibilità delle nostre politiche, sono secondo noi così significativi da giocare un ruolo fondamentale nel ridurre in modo considerevole il costo dell’aggiustamento fiscale che ci attende nei prossimi cinque anni.”

Covid, vaccini e sacrifici a Moloch. Il Nuovo Ordine Mondiale ha gettato la maschera


Macron indossa una T shirt con il logo di un gufo

"Dice il Signore: NON DARAI i tuoi figli perché vengano offerti a MOLOCH"

- Lev 18:21 -







È un messaggio segreto o è solo un gufo su una maglietta?

Se lo sono chiesti in tanti dopo che il presidente francese Emmanuel Macron è apparso con una diretta su Instagram e TikTok per convincere i più giovani a vaccinarsi. Abbandonati gli abiti formali il presidente ha sfoggiato un look più casual, ma il logo della t-shirt ha distolto completamente l'attenzione degli utenti, che hanno avanzato speculazioni e teorie cospiratorie.

Macron voleva sfruttare le piattaforma social per rivolgersi direttamente alle generazioni più giovani rispondendo alle loro domande e correggere le fake news che circolano in rete riguardo ai vaccini e al Covid. Non aveva considerato però che ogni piccolo dettaglio online fa la differenza e, soprattutto, che nulla passa inosservato. Come il piccolo logo geometrico e bianco a forma di gufo stampato in alto a destra sulla sua t-shirt.

Cosa significava il logo del gufo composto da forme geometriche?”, ha scritto un utente. “C'era un messaggio subliminale nella scelta dell'abbigliamento?”, ha aggiunto un altro. “Il team di pubbliche relazioni dell'Eliseo stava trasmettendo un messaggio segreto a chi è più sveglio?” oppure “il presidente faceva parte di una cabala segreta?”

Bon. Malgré de nombreuses recherches, nous n’avons pas trouvé la marque du t-shirt de Macron (Trad. Nonostante numerose ricerche, non abbiamo trovato la marca della maglietta di Macron). 

Ça doit être le logo de son nouveau parti (Tradotto: Questo deve essere il logo del suo nuovo partito). 
pic.twitter.com/E5YfVVm64e— Alexis Poulin (@Poulin2012) August 2, 2021

Gli utenti si sono divertiti a ricercare e condividere informazioni e significati che potevano nascondersi dietro il logo del gufo. Una prima teoria proponeva che l'immagine si rifacesse al logo del Bohemian Club, gruppo politico creato in California nel 1872 che si rivolgeva al movimento bohémien europeo belle époque, una controcultura della borghesia: a oggi si tratta di un club esclusivamente maschile composto da uomini d'affari e politici provenienti da Stati Uniti, Europa e Asia. La teoria però è stata ben presto accantonata. Entrambi i due loghi rappresentano un gufo, ma la forma è diversa e in quello del club è accompagnato anche dalle lettere rosse "BC".


Macron qui s'affiche depuis Brégançon avec un tee-shirt du Bohemian Club société secrète et confrérie maçonnique sur #instagram pour faire la promotion d'une vidéo Tik Tok et lutter contre les fakes news. Le nouvel ordre mondial avance désormais à visage découvert... pic.twitter.com/TDg8TUp3dk— Perle (@veritebeaute) August 2, 2021
(Trad. Macron che appare da Brégançon con una t-shirt Bohemian Club società segreta e confraternita massonica su instagram per fare la promozione di un video Tik Tok e lottare contro le fake news. Il nuovo ordine mondiale avanza oramai a viso scoperto...).

Cos'è il Bohemian Club? Un luogo in cui si festeggia il sacrificio di milioni di vite umane nel mondo. I giovani e i bambini sono i più "graditi" al dio gufo babilonese Moloch. Se neanche così capite la VERA finalità di covid e vaccini per voi non si può fare più nulla....

Il Bohemian Club è un club rigorosamente per soli uomini (nel 1999, un po’ per imitazione, un po’ per non essere da meno, Susan Stautberg della Westinghouse Broadcasting ed Edie Weiner crearono il Belizean Grove, un club formato da circa 120 delle più potenti ed influenti donne del pianeta, tra politiche, artiste e militari, ndr) ed attualmente ospita ogni anno gli uomini più potenti e ricchi del mondo. Alcuni nomi (trovate l’elenco scaricabile in formato excel a fondo articolo, ndr): Henry Kissinger, David Rockfeller, Bush padre e figlio, Colim Powell, Tony Blair, Dick Cheney, Donald Rumsfeld, Karl Rove, Shimon Peres, Al Gore, George Shultz, Jack Kemp, Caspar Weinberger, Helmut Schmidt, Michel Rocard, James Baker,…

Al Bohemian Grove sono invitati tutti i membri del Club, per riunirsi e ricordare almeno una volta all’anno, che si è tutti parte di un gran gruppo, con uguali obiettivi e modus operandi. E allora… a campeggiare tra bungalow e tende, ovviamente con tutti gli svaghi possibili ed immaginabili (leggete l’articolo dello Spy Magazine, dove si parla un po’ delle cifre esorbitanti che vengono spese durante il Grove, ndr). Non manca di certo il caviale, lo champagne e tutto il meglio del delicatessen mondiale (tra gli ospiti del Grove ci sono rinomiati cuochi, sommelier e via dicendo).

Il B.G. si svolge al centro del sacro territorio di Sonoma, abitato un tempo dalla tribù pellerossa dei Pomo. In questo bosco, le tribù dei nativi americani praticavano riti divinatori e di cremazione, perché era considerato un punto alchimisticamente molto importante, l’incrocio di linee ed energie esoteriche, che sembra propiziassero questa tipologia di rituali. Era chiamata la “Via della Morte” ed ancora oggi, Bohemian Club a parte, è una zona ben conosciuta dai seguaci del movimento neopagano e dell’esoterismo.

Oggi il Bohemian Grove conta circa ottanta accampamenti, ognuno col suo nome (vedi documento excel a fondo articolo) ed ognuno ospita decine di neo-boemi. Tra le svariate attività che queste persone praticano durante il “campeggio” ci sono gare di piroghe (tipica imbarcazione Pomo, ndr), grigliate, concentrazioni per ascoltare i cosiddetti “Discorsi sulla riva del lago”, dove si alternano vari oratori per discutere un po’ d’arte, filosofia, religione e, perché no, di politica, economia e di cosa poter fare col pianeta.

Il primo sabato del campo estivo si compie il tradizionale rito del “Cremation of Care“, una processione funebre dove uomini vestiti in stile druido, con tuniche, torce e pali appuntiti, portano in una piroga una bara contenente l’effige di un essere umano (il “Care”), fino ai piedi di una statua alta circa 15 metri che rappresenta un gufo, la divinità adorata dai membri del Bohemian Club. Sotto il gufo viene recitato un sermone, con tanto di musiche ed effetti speciali (sviluppati con il susseguirsi delle edizioni del Grove) ed alla fine viene bruciata quest’effige umana, al grido di:

“Great Owl of Bohemia, we thank thee for thy adjuration.
Well should we know our living flame Of Fellowship can sear
The grasping claws of Care, Throttle his impious screams
And send his cowering carcass From this Grove.
Begone, detested Care, begone! …Once again Midsummer sets us free!”
(a fondo articolo potete leggera la traduzione di tutta la cerimonia della cremazione).

“Cremation of Care” è stato tradotto da alcuni italiani come “cremazione dell’intento” ma personalmento preferisco e credo sia molto più chiaro tradurlo letteralmente come “cremazione di ciò che importa” di “quello che veramente importa nella vita”. Insomma, questi loschi figuri bruciano durante un rituale pagano, che ricorda i riti sacrifical-propiziatori delle antiche civiltà (tipo l’adorazione di Moloch, dio biblico dello stato di Ammon, l’odierna Giordania, a cui si dedicavano sacrifici di bambini).

L’anatema contro l’attuale Bohemian Club è doveroso: sono proprio i membri del Bohemian Club coloro i quali potrebbero dare una svolta al mondo in tutti gli ambiti, economico, medico e politico, non sono forse le persone più ricche, potenti ed influenti della Terra? Qualcosa di buono lo potrebbero fare, no? A parte creare fondazioni umanitarie fantoccio per lavare denaro sporco, ad esempio…

Se solo gli importasse, se solo mettessero da parte l’ego e pensassero alle altre persone che vivono su questo pianeta come una parte di se stessi, se solo volessero fare del bene, invece di “bruciare ciò che importa davvero”, prenderebbero a cuore la causa di questo martoriato pianeta e di tutti i suoi abitanti.

Se fossero buone persone, avrebbero chiaro che l’unica vera ricchezza è l’amore, l’empatia, la collaborazione e la cooperazione internazionale. Cominciando dal vicino di casa, fino alla giungla amazzonica, all’asia, all’africa, ovunque laddove si paga con la sofferenza, la miseria e la morte la spesa della grigliata e della festaccia di questi schifosi papponi, che di boemo, tra l’altro, non hanno proprio niente, se non la voglia di cazzeggio e di dominio.

Oggi, Luglio 2014, a poche ore dall’inizio del Bohemian Grove 2014, mentre il mondo sta morendo tra guerre ed epidemie, la gente si suicida vittima di un tracollo finanziario senza precedenti, i cittadini sono presi in giro da quelli che dovrebbero essere i propri rappresentati, i responsabili stanno facendo le valigie per andare a festeggiare per tutto il male ed il dolore che hanno creato.

Anche se può sembrare un Bilderberg estivo, il Bohemian Grove è ben più un paio di semplici e rilassati settimane nel bosco tra amici. Non è la documentazione che parla in questo caso (purtroppo, i vari giornalisti e spioni che hanno cercato di entrare sono stati arrestati, a parte Alex Jones che ha documentato tutta la cerimonia del Cremation of Care, vedi video a fondo articolo, Cathy O’Brien, una donna che afferma d’esser stata violentata durante le cerimonia del B.G., l’attivista Mary Moore e qualche anonimo lavoratore del catering/bus navetta del B.G., ndr) ma il senso comune.

Metti in un bosco mistico tutte le persone più importanti del mondo e chiamale a partecipare ad eventi rituali collettivi. Egiziani, Babilonesi, Romani, Greci, tutte le antiche civiltà lo facevano ed ora anche la nostra.

Invece di recitare un mea culpa e rinascere dentro, invece d’aiutare e riprogrammare le proprie agende, riconoscendo che non sono i nostri capi e che non è loro il pianeta Terra, come impiegano quei minuti preziosi che potrebbero salvare la vita di milioni di bambini africani, solo per fare un esempio? Un’allegra grigliata in costume da bagno. Che dura 15 giorni. Bravi, ben fatta.

Non c’è altro da aggiungere, credo. Non serve nemmeno seguire l’onda di chi crede che si svolgano, o si siano svolti in passato, sacrifici umani durante il Bohemian Grove o di chi punta l’attenzione solo sulle presunte feste orgiastiche con prostitute. Questo è puro folklore del Grove e con questo non dico che non sia vero ma, anche nell’eventualità, non mi stupirebbe affatto. Non perdiamo tempo con la forma, la sostanza dell’attuale Bohemian Club dev’essere il fulcro della nostra attenzione. Attenzione! Perché non se ne parla quasi mai ed invece è fondamentale per tutti noi sapere quello che succede nel boschetto di Sonoma, in California.

Viene bruciata un’effige di un essere umano durante la cerimonia della “Cremation of Care” ma i sacrifici umani avvengono soprattutto fuori dal Bohemian Grove, ogni giorno, centinaia di persone muoiono vittime delle guerre e di un sistema che è ben che crollato, perché fondato su pilastri completamente equivocati, primi tra tutti il denaro ed il potere.

I colpevoli di tutto ciò sono seduti oggi, e per quindici giorni consecutivi, su seggiole di legno con cappelli di paglia, sigari e coppe del miglior vino, praticando pseudo-rituali incappucciati. Che non hanno colpa a radunarsi al Bohemnia Grove? Avete perso il senso comune che vi permette di distinguere il bene dal male?

Spiegatemi cosa c’è da festeggiare e mi ci unisco anch’io al Bohemian Club.