CONTROINFORMAZIONE E PAGINE DI UTILITA' SOCIALE
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Gianni Rodari
"Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare"
Socrate
venerdì 30 novembre 2018
PERLA DI OGGI
Reddito di cittadinanza: ecco l'app stana furbetti
Il reddito di cittadinanza andrà solo a chi ne ha veramente diritto e per evitare che qualcuno ne approfitti arriva io.italia.it, l'app stana furbetti
L'app stana furbetti è in fase di test in piccoli e grandi comuni italiani. Definirla però come l'applicazione destinata a individuare solo coloro che hanno diritto al reddito di cittadinanza è riduttivo. Si tratta di un'app in realtà che assolverà a una molteplicità di funzioni, per mettere in contatto diretto il cittadino con la Pubblica Amministrazione. Uno strumento che, secondo l'idea del Governo in carica, ha l'obiettivo d'individuare chi ha veramente diritto al reddito di cittadinanza e prevenire che qualche furbetto possa macchiarsi del reato di truffa ai danni dello Stato.
Il reddito di cittadinanza promesso dal M5S sarà una realtà per molti italiani in difficoltà a partire da marzo-aprile 2019. L'opposizione teme che verrà sfruttato dai fannulloni come scusa per non cercare lavoro e vivere alle spalle dei contribuenti.
Ai dubbi e ai timori Di Maio risponde con la app io.italia.it, commissionata al Team Digitale per individuare chi ha realmente diritto a questa misura di sostegno e monitorarne l'utilizzo. Annunciata qualche giorno fa da Diego Piacentini, Commissario Straordinario per l'attuazione dell'Agenda Digitale, nel corso di un'intervista al Corriere.it, la app io.italia.it è già in fase di test in piccoli e grandi comuni come Milano, Torino, Cagliari e Palermo.
App io.italia.it: a cosa serve?
La app io.italia.it sarà impiegata per individuare i soggetti che hanno realmente bisogno del reddito di cittadinanza e controllare i passaggi di denaro. Del resto, come riportato nella nota aggiuntiva del Def, che definisce le misure del Walfare, il reddito di cittadinanzaè uno dei punti essenziali della politica dell'attuale Governo, la cui erogazione avverrà esclusivamente in forma digitale, per rendere le operazioni più rapide, ma anche per ridurre eventuali frodi.
Questa app però servirà anche per richiedere e conservare documenti e certificati, effettuare e ricevere pagamenti, comunicazioni, promemoria e messaggi. Una sorta di carta del cittadino, per essere sempre in contatto con la Pubblica Amministrazione.
Basta visitare il sito dedicato https://io.italia.it/ per vedere le multifunzionalità di questa app che, come dichiarato da Piacentini "permetterà di ridurre drasticamente i tempi degli adempimenti del cittadino verso la Pubblica Amministrazione."
Truffa lo Stato chi mente sulle proprie condizioni economiche
[Torna su]
Grazie alla app io.italia.it si vuole prevenire, in particolare, l'odioso reato di truffa, previsto dall'art. 640 c.p, che colpisce con pesanti sanzioni pecuniarie e la reclusione: "Chiunque con artifizi o raggiri, inducendo taluno in errore, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno (…) La pena è della reclusione da uno a cinque anni e della multa da trecentonove euro a millecinquecento quarantanove euro: 1) se il fatto è commesso a danno dello Stato o di un altro ente pubblico (…)".
Chi mentirà quindi sulle proprie condizioni economiche e con artifici o raggiri tesi a ottenere il reddito di cittadinanza, recherà un danno dello Stato, dovrà mettere in conto che questa bugia potrebbe costargli il carcere.
https://www.studiocataldi.it/articoli/32140-reddito-di-cittadinanza-ecco-l-app-stana-furbetti.asp
https://www.studiocataldi.it/articoli/32140-reddito-di-cittadinanza-ecco-l-app-stana-furbetti.asp
Reddito di cittadinanza: sarà sul bancomat
Il reddito di cittadinanza verrà erogato sul bancomat. L'annuncio del viceministro dell'economia Laura Castelli
Il reddito di cittadinanza sarà erogato sul bancomat. Lo ha annunciato il viceministro dell'economia Laura Castelli (M5S). Così come avviene per il reddito di inclusione, ha rivelato la pentastellata, anche per il reddito di cittadinanza lo strumento con cui i beneficiari potranno spendere il contributo riconosciuto sarà il bancomat.
Almeno per ora, in futuro, come riporta Adnkronos, si vedrà se esistono i presupposti per erogare il contributo sulla tessera sanitaria con chip come annunciato nelle scorse settimane dal vice premier Luigi di Maio.
Reddito di cittadinanza come funziona
Da quel che si è appreso sinora sul reddito di cittadinanza, l'importo sarà destinato tutto ai consumi e dovrà spendersi negli esercizi commerciali italiani in modo da far crescere l'economia del paese. Al titolare del reddito, al quale verrà riconosciuta mensilmente una somma fino al raggiungimento dei 780 euro, sarà sufficiente presentare il bancomat all'esercente, il quale a mezzo di un software apposito riconoscerà il codice e scalerà la cifra dell'acquisto effettuato.
In tal modo non ci sarà scambio di denaro e i pagamenti saranno completamente tracciati. Il negoziante riceverà in giornata la cifra spesa dal singolo come avviene già oggi per gli altri acquisiti, mentre le banche di "acquirente e venditore non avranno visionato nulla".
Questa, dunque, al momento la soluzione individuata dal governo secondo il quale il bancomat sarebbe lo strumento migliore per controllare in che modo vengono spese le somme del reddito di cittadinanza e garantire la tracciabilità dei pagamenti e il versamento delle imposte.
Legge 104: tutti i benefici per disabili e familiari e le novità per il 2018
Ecco tutte le agevolazioni attuali e in arrivo previste dal nostro ordinamento per tali categorie di soggetti disabili
Ai disabili e ai familiari che li assistono il nostro ordinamento riconosce diversi benefici, sia sui luoghi di lavoro che di carattere fiscale. Soffermandoci in particolare su questi ultimi, in questo articolo vedremo che la normativa di legge prevede attualmente diverse detrazioni ed esenzioni e che altre sono attese per il 2018.
Detrazione per l'acquisto di veicoli
Innanzitutto vi sono i benefici per l'acquisto di veicoli.
I disabili che decidono di acquistare un'auto, infatti, hanno innanzitutto diritto a unadetrazione Irpef del 19% su una spesa di importo massimo pari al 18.075,99 euro. Superata tale soglia, la detrazione è comunque di 3.434,44 euro.
L'Iva sull'acquisto dell'autovettura è inoltre ridotta al 4% e il bollo auto non è dovuto né per i primi anni né per quelli successivi.
Infine, i passaggi di proprietà non sono assoggettati all'imposta di trascrizione.
Gli incentivi non riguardano solo le autovetture ma anche gli autocaravan, le motocarrozzette e i veicoli o i motoveicoli per trasporto promiscuo o specifici.
Beneficiari: portatori di handicap grave ex legge 104 e altri disabili
Le agevolazioni per l'acquisto di un veicolo sono riservate solo a certe categorie di disabili, ovverosia ai sordi e non vedenti, a coloro che hanno capacità motorie ridotte o assenti e ai portatori di handicap grave ai sensi della legge 104 che sono disabili psichici o mentali titolari di indennità di accompagnamento, disabili affetti da pluriamputazioni o disabili con capacità di deambulazione notevolmente ridotta.
Esse spettano, poi, anche ai familiari che hanno il disabile fiscalmente a carico.
Figli disabili a carico
Coloro che hanno figli con handicap grave ai sensi della legge 104 a carico possono godere, poi, di ulteriori detrazioni.
In particolare, ci si riferisce alla detrazione Irpef per i figli a carico che, in tale particolare ipotesi, è aumentata di 400 euro rispetto a quella ordinaria. Resta in ogni caso fermo l'incremento della detrazione in caso di più di tre figli, pari a 200 euro per ciascun di essi.
Spese mediche
Spettano poi sia ai disabili che a coloro che li abbiano a carico la deduzione delle spese mediche generiche, come quelle per l'acquisto di medicinali, e la deduzione delle spese di assistenza specifica, come l'assistenza infermieristica a domicilio.
Oltre alla deduzione delle predette spese, il nostro ordinamento prevede anche la detrazione Irpef pari al 19% per le spese mediche specialistiche o l'acquisto di mezzi di ausilio per la deambulazione o di apparecchi correttivi o di ulteriori ausili specifici.
Abbattimento delle barriere architettoniche
Per i lavori di ristrutturazione edilizia utili per l'abbattimento delle barriere architettoniche è prevista, invece, la detrazione del 36%, che quindi si applica, ad esempio, per l'adattamento di un ascensore o per la costruzione di rampe specifiche e della quale possono beneficiare sia il disabile che chi lo ha in carico.
Tuttavia, va precisato che tale detrazione è applicabile solo per la parte eccedente della quota di spesa per la quale è stato eventualmente chiesto e ottenuto il bonus per la ristrutturazione edilizia (il cui tetto massimo è fissato in 96mila euro).
Costi di assistenza
I soggetti che si trovano in condizione di non autosufficienza comprovata da una specifica certificazione medica e i familiari che li hanno a carico possono beneficiare anche della detrazione del 19% per le spese di assistenza, purché il reddito non superi i 40mila euro annui e sino al tetto massimo annuale di 2.100 euro. Tale detrazione è cumulabile con la deduzione dei contributi versati ai lavoratori domestici.
Pc per portatori di handicap grave ex legge 104
I portatori di handicap grave ai sensi della legge 104 possono poi acquistare in maniera agevolata gli strumenti tecnici e informatici quali pc, tablet, modem, telefoni dotati di vivavoce, fax e così via.
L'agevolazione consiste nella detrazione Irpef del 19% e dell'applicazione dell'Iva in misura ridotta al 4%.
Ulteriori agevolazioni
Infine, ricordiamo che i disabili godono anche di ulteriori benefici fiscali, come la riduzione dell'IVA al 4% sull'acquisto di prodotti editoriali specifici, ad esempio quelli con scrittura braille; una franchigia di un milione e mezzo di euro per l'imposta sulle successioni e le donazioni; alcune agevolazioni specifiche per l'acquisto e il mantenimento di un cane guida e l'esenzione dalla tassa sulle imbarcazioni.
Nel 2018 in arrivo agevolazioni per i caregiver
Il 2018, poi, dovrebbe essere foriero di ulteriori novità circa gli aspetti di carattere fiscale legati all'assistenza.
Se dovesse essere approvato il Testo Unico sui caregiver familiari, infatti, per coloro che assistono parenti o affini entro il terzo grado di età uguale o superiore a ottanta anni dovrebbe essere riconosciuta, al ricorrere di determinate condizioni, una detrazione dell'imposta sul reddito delle persone fisiche pari al 19% delle spese sostenute per l'assistenza sino a massimo 10mila euro annui, nonché un assegno a carico dell'Inps, a titolo di rimborso spese, di importo non superiore a 1.900 euro annui.
A tal proposito leggi: "Caregiver: in arrivo fino a 1.900 euro per chi assiste un familiare disabile" e "Legge 104: fino a 1.900 euro e diritto al part-time per il caregiver"
114 – numero di pubblica utilità emergenza infanzia
Il Servizio di pubblica utilità 114 – Emergenza Infanzia, è una linea telefonica di emergenza accessibile da tutto il territorio nazionale, 24 ore su 24, gratuitamente, a disposizione di chiunque intenda segnalare situazioni di disagio o pericolo riguardanti i minori.
La gestione del numero di pubblica utilità 114 è attualmente affidato all’associazione S.O.S – «Il Telefono Azzurro Onlus».
Pensioni quota 100 a febbraio
Per il vicepremier Salvini: «Se la manovra passa, entro febbraio 2019 offriremo a oltre 600.000 italiani di andare in pensione a 62 anni di età e 38 anni di contributi, senza penalizzazioni»
Sedici miliardi di euro calcolati per il reddito di cittadinanza e la legge Fornero. Forse fondi che eccedono le spese da sostenere. Un dato è certo: quota 100 partirà da febbraio. E' il vicepremier Matteo Salvini a fare chiarezza su reddito di cittadinanza e pensioni, punti cardine di una manovra tutta da decidere.
Pensioni, Salvini: «Quota 100 a febbraio»
Per il ministro dell'Interno con le pensioni «quota 100 parte a febbraio. Se la manovra passa, entro febbraio 2019 offriremo a oltre 600.000 italiani di andare in pensione a 62 anni di età e 38 anni di contributi, senza penalizzazioni. La misura entrerà a pieno regime spero anche prima di aprile». Il vicepremier poi si è detto «orgoglioso perchè si tratta di un'altra promessa mantenuta. Il mio obiettivo è quota 41. Non riusciamo a fare tutto subito quindi per ora puntiamo a quota 100. E' immorale chiedere ad una persona di lavorare fino a 67 anni». Come riporta il Sole 24 Ore, si tratterebbe di una "quota 100" in versione ponte per i prossimi tre anni in vista dell'introduzione, già dal biennio 2022-23, di quota 41 per tutti. Prevista anche una proroga di "opzione donna" per un anno (e non più tre), così come per l'Ape sociale, con l'impegno di un eventuale rinnovo con la prossima legge di Bilancio. Scatta la conferma anche per il non adeguamento alla speranza di vita dei requisiti per l'uscita anticipata con 41 anni e 10 mesi per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini. Dal 2019 scattano solo i 67 anni per la vecchiaia, requisito destinato a rimanere tale fino al 2023, nel caso in cui saranno confermate le attuali stime Istat sulla speranza di vita, che nel prossimo triennio prevedono un'inversione di tendenza e quindi un calo e non più un aumento della aspettativa di vita.
Truffe agli anziani: fino a cinque anni di carcere
Il ddl ora all'esame della Commissione Giustizia prevede un trattamento sanzionatorio aggravato se si truffano ultrasessantacinquenni
Il disegno di legge di iniziativa parlamentare (promosso dall'on. David Ermini), presentato a novembre e recante "Modifiche al codice penale e al codice di procedura penale, quanto ai delitti di truffa e di circonvenzione di persona incapace commessi in danno di persone ultrasessantacinquenni", è giunto all'esame della commissione giustizia della Camera.
L'intervento normativo, come si legge nella proposta di legge (qui sotto allegata), nasce dall'esigenza di arginare il sempre più dilagante e allarmante fenomeno criminale delle truffe in danno di persone anziane, crimine "odioso" poiché "non si limita solo a colpire l'aspetto patrimoniale di persone deboli, ma le ferisce profondamente nell'animo, a volte con gravi conseguenze di carattere psicologico e sociale".
Il provvedimento propone dunque di aggiungere un aggravamento di pena rispetto alla fattispecie base del reato di truffa, ove tale delitto contro il patrimonio mediante frode sia perpetrato nei confronti di un soggetto ultrasessantacinquenne, ma che, ovviamente, non sia in stato di incapacità a causa di patologie di decadimento ovvero di indebolimento delle facoltà mentali, trovando in tal caso applicazione la fattispecie criminosa di circonvenzione di persone incapaci di cui all'articolo 643 del codice penale.
Reclusione da uno a cinque anni
L'aumento della pena base (fissata dal primo comma dell'art. 640 c.p. in reclusione da sei mesi a tre anni e multa da euro 51 a euro 1.032) farebbe si che laddove il fatto sia commesso in danno di persona ultrasessantacinquenne si rischierebbe la reclusione da uno a cinque anni e una multa da euro 309 a euro 1.549.
Il ddl propone altresì, a migliore tutela della vittima anziana e delle vittime incapaci del delitto di circonvenzione, l'introduzione di un nuovo articolo nel codice penale (643-bis) riguardante la sospensione condizionale della pena .
In sostanza, la sospensione condizionale della pena, nei casi di condanna per i delitti di cui agli articoli 640, secondo comma, numero 2-ter), e 643, sarebbe condizionata alle restituzioni e al risarcimento del danno, oltre che all'eliminazione delle conseguenze dannose o pericolose del reato, rendendo obbligatorio un meccanismo oggi previsto soltanto come discrezionale dall'articolo 165 del codice penale.
Contestualmente, stante l'aumento di pena edittale, si passerebbe a modificare l'art. 275 c.p.c. in materia di criteri di scelta delle misure cautelari personali, estendendo l'applicabilità per tale fattispecie criminosa della norma che deroga al principio generale per il quale il giudice non deve applicare la misura della custodia cautelare in carcere quando ritiene che, all'esito del giudizio, la pena irrogata non sarà superiore a tre anni di reclusione.
Il ddl vorrebbe inserire, infine, i due reati, di truffa in danno di anziani e di circonvenzione di persone incapaci, nel novero di quelli per i quali è previsto l'arresto in flagranza obbligatorio, prevedendo una modifica all'art, 380 del codice di procedura penale.
https://www.studiocataldi.it/articoli/24813-truffe-agli-anziani-fino-a-cinque-anni-di-reclusione.asp
Osservatorio per il contrasto della pedofilia e della pornografia minorile
Il Dipartimento partecipa alle attività dell'Osservatorio per il contrasto della pedofilia e della pornografia minorile, organismo strategico di studio e monitoraggio rispetto alla prevenzione e al contrasto dell’abuso e dello sfruttamento sessuale a danno dei minori.
L’Osservatorio è stato istituito ai sensi dell’articolo 17, comma 1-bis, della Legge 3 agosto 1998, n. 269 e ricostituito da ultimo con Decreto ministeriale del 30 agosto 2016 con il compito di acquisire e monitorare i dati e le informazioni relativi alle attività svolte da tutte le pubbliche amministrazioni per la prevenzione e la repressione dell’abuso e dello sfruttamento sessuale dei minori.
In particolare, l’Osservatorio:
Acquisisce dati e informazioni a livello nazionale e internazionale relativi alle attività svolte per la prevenzione e la repressione dell’abuso e dello sfruttamento sessuale dei minori e alle strategie di contrasto programmate e realizzate anche da altri Paesi;
Analizza, studia ed elabora i dati forniti dalle altre pubbliche amministrazioni;
Promuove studi e ricerche sul fenomeno;
Informa sull’attività svolta, anche attraverso il sito internet istituzionale del Dipartimento e la diffusione di pubblicazioni mirate;
redige una relazione tecnico-scientifica annuale a consuntivo delle attività svolte, anche ai fini della predisposizione della relazione che il Presidente del Consiglio dei Ministri presenta annualmente al Parlamento, ai sensi dell'articolo 17, comma 1, della legge 3 agosto 1998, n. 269;
Partecipa all’attività degli organismi europei e internazionali competenti in materia di tutela dei minori e di contrasto dell’abuso e dello sfruttamento sessuale dei minori;
Predispone il Piano nazionale di prevenzione e contrasto dell’abuso e dello sfruttamento sessuale dei minori, il quale costituisce parte integrante del Piano nazionale per l’infanzia e l’adolescenza, predisposto dall’Osservatorio nazionale per l’infanzia e l’adolescenza.
L’Osservatorio per il contrasto della pedofilia e della pornografia minorile è presieduto dal Capo del Dipartimento per le pari opportunità ed è composto da cinque componenti designati dalla Ministra per le pari opportunità, di cui un Coordinatore tecnico-scientifico, un rappresentante rispettivamente del Dipartimento per le politiche della famiglia, della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, dai rappresentanti del Ministero della Giustizia, nonché da quattro componenti designati dalle associazioni nazionali maggiormente rappresentative nel settore della lotta al fenomeno dell’abuso e dello sfruttamento sessuale in danno di minori, quali Telefono Azzurro, Save The Children, Terre des Hommes e Meter, nonché dalle organizzazioni sindacali Cgil Cisl e Uil.
Presso l’Osservatorio è inoltre istituita una banca dati volta ad organizzare in modo sistematico il patrimonio informativo proveniente dalle diverse amministrazioni per il monitoraggio del fenomeno e delle azioni di prevenzione e repressione ad esso collegate.
http://www.politichefamiglia.it/it/politiche-informazioni-e-servizi/politiche-informazioni-e-servizi/natalita-infanzia-ed-adolescenza/osservatorio-per-il-contrasto-della-pedofilia-e-della-pornografia-minorile/
http://www.politichefamiglia.it/it/politiche-informazioni-e-servizi/politiche-informazioni-e-servizi/natalita-infanzia-ed-adolescenza/osservatorio-per-il-contrasto-della-pedofilia-e-della-pornografia-minorile/
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“Dopo di noi” – Il provvedimento per l’assistenza e la cura dei disabili gravi senza genitori diventa legge
Il 14 giugno 2016 la Camera dei Deputati ha approvato, in via definitiva, il c. d. “DOPO DI NOI” che prevede disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone affette da disabilità grave e prive del sostegno familiare o che potrebbero essere in futuro prive di tale sostegno.
La legge è diretta a favorire il benessere, l'inclusione e l'autonomia delle persone, prive di sostegno familiare, con disabilità grave non determinata dal naturale invecchiamento o da patologie connesse alla senilità.
È prevista l’istituzione di un apposito Fondo la cui dotazione è di 90 milioni di euro per l'anno 2016, 38,3 milioni di euro per l'anno 2017 e di 56,1 milioni di euro annui a decorrere dal 2018.
Le risorse finanziare del Fondo saranno destinate, con apposito decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, in particolare ad: adottare e potenziare programmi di intervento volti a favorire percorsi di deistituzionalizzazione; realizzare interventi innovativi di residenzialità diretti alla creazione di soluzioni alloggiative di tipo familiare o di co-housing; realizzare interventi di permanenza temporanea in abitazioni extrafamiliari per far fronte ad eventuali emergenze e sviluppare programmi di accrescimento della consapevolezza, di abilitazione e di sviluppo delle competenze per la gestione della vita quotidiana e per il raggiungimento del maggior livello di autonomia possibile.
Il “DOPO DI NOI” prevede anche agevolazioni e sgravi fiscali per il patrimonio che i genitori decideranno di lasciare in eredità per la cura dei loro figli, affidandolo ai parenti, ad enti o ad Onlus.
Quando denunciare un insegnante
Quali sono i doveri e le responsabilità degli insegnanti nell’esercizio delle loro funzioni e quando le loro azioni possono trasformarsi in un illecito penale.
Con l’evolversi della società anche il ruolo dell’insegnante è cambiato e la sua trasformazione non sembra arrestarsi: i nostri genitori ed i nostri nonni ricordano di insegnanti che al primo errore non esitavano ad usare la bacchetta o a metterli in castigo mentre oggi (al contrario) la cronaca ci racconta di alunni che beffeggiano i professori o di genitori che, al primo voto negativo o rimprovero fatto al proprio figlio, prendono a schiaffi o denunciano gli insegnanti. Questo accade, però, in un contesto ormai degenerato nel quale si scoprono insegnanti che maltrattano i piccoli alunni (addirittura ancora in fasce) o che non adempiono con diligenza al proprio dovere. La domanda che ci poniamo è: quando un insegnante sbaglia che succede? Senza mai dimenticare che ogni situazione deve essere valutata con attenzione e cura, ci sono casi in cui denunciare un insegnante è l’unica soluzione possibile per la tutela degli alunni ed, in questo articolo, cercheremo di analizzarne alcuni. L’insegnante deve essere diligente, avere una condotta irreprensibile, deve trasmettere cultura ed essere di impulso alla formazione umana e critica della personalità dei propri alunni.Se pensi che tuo figlio abbia un professore non idoneo allo svolgimento di questo ruolo, che possa creare agli studenti danni di natura didattica oltre che psicologica, puoi inoltrare un esposto all’ex provveditorato agli studi; se, invece, ritieni che l’insegnante di tuo figlio lo maltratti puoi denunciarlo. Vediamo insieme quando denunciare un insegnante.
Indice
Quali sono i doveri degli insegnanti?
Gli alunni hanno il dovere di studiare, di essere diligenti ed educati e di rispettare le regole imposte loro dalla scuola e (più in generale) dalla società; ma in campo scolastico non sono gli unici ad avere dei doveri e delle responsabilità: anche i docenti ne hanno. Quali sono questi doveri? Oltre al dovere di insegnare, a cui possono adempiere liberamente (ovvero attraverso il materiale didattico e la metodologia che preferiscono), i docenti hanno anche un dovere di fedeltà, di buon andamento e di imparzialità, di diligenza: hanno, dunque, il dovere di avere una condotta irreprensibile. Gli insegnanti hanno, inoltre, l’obbligo di rispettare l’orario di servizio, di osservare i divieti e le incompatibilità stabiliti dalla legge e non possono avere un altro lavoro pubblico. Che succede se l’insegnante di tuo figlio non rispetta queste regole e, soprattutto, non trasmette cultura e non insegna nulla ai propri alunni? Vediamo se in questo caso puoi denunciare un insegnante.
Quando presentare un esposto al provveditorato?
Se ritieni che tuo figlio abbia un insegnante non idoneo allo svolgimento del proprio ruolo (per esempio perchè non spiega mai una lezione e lascia per ore i ragazzi da soli oppure perchè non interroga mai), se pensi che stia creando agli studenti danni di natura didattica oltre che psicologica, puoi inoltrare un esposto all’ex provveditorato agli studi. Il provveditorato agli studi, oggi sostituito dall’ Ufficio scolastico regionale, è l’ente regionale che:
- si occupa dei programmi scolastici, dei libri da adottare, degli insegnanti e dell’organizzazione didattica;
- vigila sulle scuole non statali, paritarie e non paritarie;
- assegna alle istituzioni scolastiche le risorse finanziarie ed umane;
- verifica e vigila al fine di rilevare l’efficienza delle istituzioni;
- dirime le controversie che si possono riscontrare nel sistema scolastico.
Il genitore che si ritiene insoddisfatto del lavoro dell’insegnante di suo figlio, può redigere una lettera in carta semplice in cui esprime le proprie perplessità ed inoltrarla al provveditorato agli studi competente. Sembra opportuno, prima di inoltrare la lettera al provveditorato, avere un colloquio con il preside dell’istituto per metterlo al corrente delle problematiche e dei propri propositi. Che succede, invece, se tuo figlio torna spesso a casa con i lividi o piangendo?
Quando denunciare un insegnante?
La decisione di sporgere una denuncia va sempre analizzata con cura perché comporta la possibile condanna penale di un soggetto e, in caso di insussistenza di reato, potrebbe divenire un’arma a doppio taglio (sempre che la denuncia sia stata fatta con dolo e consapevolezza della innocenza del soggetto che si denuncia). Se tuo figlio prende brutti voti a scuola o è stato bocciato o ha avuto una punizione dal suo insegnante non puoi certo denunciarlo: la denuncia non è uno strumento di vendetta, anzi se utilizzato impropriamente può farti incorrerre nel reato di calunnia. Se, però, tuo figlio ha dei lividi sul corpo, o è totalmente e inaspettatamente chiuso in se stesso e sempre spaventato (e sei sicuro che questo disagio gli sia stato creato dalla scuola), è forse il caso di denunciare l’insegnante, perché sta probabilmente commettendo qualche illecito penale che la procura della Repubblica deve approfondire.
Facciamo qui un elenco a titolo esemplificativo di quando puoi denunciare un insegnante:
- sicuramente in caso di lesioni [1], per esempio se tuo figlio torna a casa con dei lividi e dice che la maestra lo ha preso a schiaffi;
- oppure se percuote tuo figlio [2], senza procuragli una malattia nel corpo o nella mente;
- o ancora se, approfittando della propria autorità o delle condizioni di inferiorità di tuo figlio, lo costringe a compiere o subire atti sessuali [3].
Tanti altri (oltre a questi elencati) possono essere i casi in cui puoi denunciare un insegnante che commette un illecito penale: bisogna valutare le azioni caso per caso.
note
[1] Art. 582 cod. pen.
[2] Art. 581 cod. pen.
[3] Art. 609 bis cod. pen.
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