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sabato 20 giugno 2020

CONGIUNZIONI PERICOLOSE IN ARRIVO

Una nuova fase critica per la geologia terrestre è attesa per il periodo centrale estivo.


Vediamo ora le date e le zone a rischio:

22-23-24 giugno rischio medio alto eruzioni vulcaniche e terremoti di una certa entità.
Parametri osservati: Luna Nuova congiunta a Mercurio ed opposta a Saturno-Giove-Plutone, Marte congiunto con Nettuno.
Zone a rischio: Islanda, Sud America e Pacifico occidentale.

Eclissi solare il 21 giugno, ossia il giorno del solstizio, forte attrazione gravitazionale sulle placche litosferiche.

5-6-7 luglio rischio sismico-vulcanico molto elevato;
Parametri osservati: Luna Piena congiunta a Giove-Saturno-Plutone (congiunzione esatta Giove-Plutone); Sole- Mercurio congiunti, quest’ultimo quadrato a Marte.
Zone a Rischio: Nord America, Mediterraneo centro orientale e Sud Est asiatico.


20-21 luglio Luna Nuova opposta a Giove-Plutone-Saturno (con quest’ultimo l’opposizione sarà esatta a 28 gradi ).
Parametri osservati: Venere quadrata a Nettuno, Marte quadrato a Mercurio.
Zone a rischio: Mediterraneo orientale (area greco-turca), Nord Pacifico, Asia Centrale.

2-3 agosto, fase peggiore, tutti i pianeti in gioco, nessuno escluso (peggio della settimana di Pasqua):
Parametri osservati: Luna Piena e Sole esattamente quadrati ad Urano. Giove-Saturno-Plutone opposti a Mercurio e quadrati a Marte. Venere quadrata a Nettuno. Qui si rischia il botto grosso.
Zone a rischio: Stati Uniti, Pacifico Orientale, Islanda.

Con tale fase si conclude il rischio geologico maggiore per il 2020. Poi ci saranno una fase critica ristretta all’ultima decade di ottobre e intorno al solstizio di inverno, ma inferiori in potenziale.

Vedremo, vedremo quel che accadrà (con i tempi di ritorno per una colossale eruzione vulcanica ci siamo…).

A presto
Alessio D.G.



giovedì 30 aprile 2020

Elon Musk e la NASA alleati contro gli asteroidi: ne colpiranno uno per deviarlo

SPACE X DI ELON MUSK DOVREBBE DIFENDERE LA TERRA DAGLI ASTEROIDI DAL 2022. INTANTO IERI, 29 APRILE, A DEVIARE UN ASTEROIDE GROSSO COME L'EVEREST CI HA PENSATO DIO (QUELLO VERO), E CONTINUERA' A FARLO LUI....


La NASA ha commissionato a SpaceX di Elon Musk il lancio della sonda DART, che ha l’obiettivo di modificare la velocità di rotazione dell’asteroide di 165 metri Didimo B attraverso un impatto cinetico. Si tratta di un test per mettere a punto il sistema di difesa planetario, volto a proteggere la Terra da eventuali asteroidi puntati verso di noi.



SpaceX, la compagnia aerospaziale privata di Elon Musk, giocherà un ruolo fondamentale nella sperimentazione del sistema di difesa planetario della NASA, un progetto volto a verificare la fattibilità di deviare un asteroide in rotta verso la Terra scagliandogli contro una sonda. L'Agenzia aerospaziale americana ha infatti commissionato a SpaceX il lancio della DART (Double Asteroid Redirection Test), la sonda che proverà a deviare l'asteroide più piccolo del sistema doppio Didimo (Didymos), conosciuto anche come Didimo B o “Didymoon”. Pur essendo un oggetto NEO (Near Earth-Objetc), cioè vicino alla Terra, si tratta di un sasso spaziale considerato innocuo, che verrà utilizzato come banco di prova per capire se questa tecnica potrà essere efficace o meno contro gli oggetti pericolosi.

La missione. SpaceX fornirà alla NASA un razzo Falcon 9, il cui lancio, se tutto procederà secondo i piani, è previsto per giugno 2021 dallo Space Launch Complex 4E dalla base dell'aeronautica militare di Vandenberg (California). La sonda DART, che avrà le dimensioni di un frigorifero, dovrebbe colpire il piccolo Didimo B – con un diametro stimato di 165 metri – nell'autunno del 2022. L'impatto cinetico dovrebbe avvenire a circa 11 milioni di chilometri dal nostro Pianeta a una velocità di 6 chilometri al secondo. DART dovrebbe riuscire a modificare la velocità di rotazione del sasso spaziale quel tanto che basta (meno dell'1 percento) da essere rilevato da strumenti sulla Terra. Un piccola deviazione a milioni e milioni di chilometri dalla Terra può essere infatti sufficiente a far cambiare traiettoria a un asteroide eventualmente puntato verso di noi, ed è proprio questo che calcoleranno gli scienziati della NASA.

Sistema Didimo. Scoperto nel 1996, il sistema doppio di Didimo è composto da un grosso asteroide di circa 800 metri e da uno più piccolo, quello che sarà centrato dalla sonda DART. Il fatto che sia collegato gravitazionalmente al compagno più massiccio rappresenta un vantaggio per gli scienziati, che potranno così verificare le differenze orbitali in seguito all'impatto cinetico. La sonda sarà dotata di una telecamera e di un sistema di navigazione autonomo che terranno traccia del puntamento; il cratere su Didimo B e gli effetti dell'impatto potrebbero essere studiati direttamente anche da una missione dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA) chiamata Hera, anche se non è ancora sicuro se verrà messo a punto. Il lancio della sonda DART frutterà 69 milioni di dollari a SpaceX.



sabato 28 marzo 2020

Cos'è l'emolitina, la prima proteina extraterrestre



Un recente studio della Harvard University ha annunciato di averla scoperta nel meteorite Acfer 086, caduto in Algeria nel 1990

A livello del mare (o poco più) siamo tutti preoccupati a mantenere le distanze con una mascherina e a guardare in basso. Sopra le nostre teste si incrociano le traiettorie di milioni di asteroidi in orbita attorno alla terra (e non solo).

Gli asteroidi che colpiscono la superficie terrestre si chiamano meteoriti: state calmi e non svaligiate i supermercati. I meteoriti sono molto pochi perché la maggior parte degli asteroidi esplode o si polverizza nel passaggio attraverso l’atmosfera dando luce al fenomeno delle stelle cadenti. Noi esprimiamo desideri guardando dei sassolini che nella maggior parte dei casi si sono carbonizzati nel tentativo di attraversare l’atmosfera terrestre. Ok detta così fa star male anche me, ma vi prego di non fermarvi alle parole; insisto allora: anni e anni di desideri espressi guardando le stelle cadenti per poi ridursi a dei sassi che nell’attrito si infiammano? Scusate non è colpa mia se si chiamano anche “lacrime di San Lorenzo”. Ma la metafora di Gianni Morandi vale anche per gli oggetti inanimati: qualcuno ce la fa a toccare la terra, più o meno 5/6 meteoriti all’anno. Ogni meteorite che giunge sulla terra funziona come una piccola capsula del tempo. Guardare dentro quel piccolo volume roccioso è come guardare il primo episodio di una serie tv, forse la più affascinante di tutte: la serie tv sulla storia del nostro sistema solare che ha avuto inizio circa 4,5 miliardi di anni fa.

Oggi vi voglio parlare di Acfer 086 che – oltre ad un ottimo nome profilo, pensateci – è un meteorite di 173 grammi caduto in Algeria nel 1990. Un recente studio della Harvard University ha annunciato di aver scoperto una proteina nel meteorite caduto 30 anni fa. E se lo studio fosse confermato sarebbe la prima per un oggetto venuto – letteralmente – dallo spazio. Di natura extraterrestre la proteina è stata battezzata Hemolithin (tradotta in italiano con il termine “Emolitina”). Io l’avrei chiamata “Ufo-Proteina” ma va bene così, comunque è la prima proteina che sia mai stata scoperta all’interno di un meteorite.

Lo studio pubblicato di recente si basa su analisi fatte su campioni dell’ordine del micron (10-6m) di Acfer 086 attraverso uno spettrometro di massa di nuova generazione. Uno spettrometro di massa è la bilancia del mondo degli atomi. Vi basti sapere che – però – per essere “pesato” un campione di materiale deve essere in fase gassosa e ionizzato: oh mio dio cosa vorrà dire ionizzato? C’entra mica il coronavirus?

Ionizzato vuol dire che alle molecole del campione viene impartita una carica elettrica. Quindi il campione alla fine della catena di misura verrà distrutto, the end. La spettrometria di massa distrugge (ahimè) i campioni da analizzare ma fornisce moltissime informazioni: la massa molecolare, la formula chimica di composti non conosciuti, le concentrazioni di materia e molto altro.

Lo studio insiste sul fatto che la proteina extraterrestre non sia mai stata osservata prima. È una proteina composta da Litio, Ferro, Ossigeno certo - è emersa la presenza di glicina – tutto già noto: ma la sua configurazione non è strutturalmente riconducibile alle ben note proteine terrestri. Il fatto che manchi ancora la conferma ufficiale è il motivo per cui verranno effettuate nuove analisi per confermare o ribaltare il risultato annunciato in anteprima. La novità non si ferma qui. È risaputo (almeno dagli anni ’60) che i meteoriti che cadono sulla terra contengano composti organici (per esempio amminoacidi). Basandosi sul processo di formazione dell’Emolitina, gli studiosi ipotizzano che il meteorite sia addirittura antecedente alla formazione del sistema solare: stiamo parlando della nube interstellare da cui si sarebbe originato il nostro sole. Il meteorite Acfer 086 potrebbe essere stato un testimone oculare della primordiale sala parto stellare. E – dulcis in fundo – ci sarebbe un particolare ancora più interessante: da molti indizi la struttura della proteina (in particolare le sue estremità in ossido di ferro) permetterebbe di dividere la molecole dell’acqua nei suoi costituenti principali, idrogeno e ossigeno. Un processo che come sappiamo ha giocato un ruolo fondamentale per lo sviluppo della vita sul nostro pianeta.

mercoledì 25 marzo 2020

Il Sole e la quiete prima della tempesta, una sfida per gli scienziati




E' iniziato tutto con l’astronomy picture of the day pubblicata dalla NASA il 6 marzo 2019: la nostra stella preferita, il Sole, è apparsa tutta “pulita” durante il 2018, senza macchie solari se confrontata, ad esempio, con la sua versione del 2012. E ad oggi è ancora così.

Un Sole come non lo si vedeva da anni, più di 10 per l’esattezza, e che negli ultimi mesi ci ha regalato immagini affascinanti, mostrandosi come un disco uniforme e ben definito. Calma è quello che le fotografie astronomiche trasmettono a chi le guarda, eppure parlare di calma non è proprio corretto. Se infatti da un lato possiamo definire il fenomeno dell’assenza di macchie solari “la quiete prima della tempesta”, e cioè un momento di “calma” prima di un ritorno di attività solare visibile sulla superficie della nostra stella, dall’altro anche in questa quiete è presente un’attività più turbolenta di quanto si possa immaginare. 
E per gli scienziati, riuscire a prevedere questi comportamenti del Sole, è una nuova sfida.



Le macchie solari sono il riferimento per valutare l’attività del Sole. Sono regioni della fotosfera, la superficie della nostra stella, che presentano una forte attività magnetica e una temperatura inferiore di circa 2000 kelvin rispetto alle zone circostanti, risultando quindi più scure. Le si osserva da molto tempo, forse addirittura dagli astronomi cinesi del I secolo d. C., ma le prime osservazioni fatte con l’utilizzo di un telescopio risalgono al 1600 per opera di Johannes e David Fabricius, seguiti poi da Galileo Galilei, Christoph Scheiner e altri. Mentre è dal 1700 che si inizia a misurare il numero di macchie solari e a valutare l’attività del Sole. Quello che è emerso dagli studi è che il numero di macchie raggiunge un massimo ricco di macchie solari, per poi calare fino ad un minimo in cui le macchie “scompaiono”, per poi tornare ad un massimo e così via. Tra un minimo e l’altro passano 11 anni (o comunque un periodo compreso tra i 10 e i 12 anni) e per questo si parla di ciclo undecennale dell’attività solare. 

Video che mostra la formazione delle macchie solari e il loro andamento fino allo scorso minimo del 2008-2010



 

È del tutto normale, quindi, che ogni 11 anni si osservi un Sole come quello del 2019, dal momento che il minimo di attività precedente è stato nel 2008-2009. I minimi solari, però, non hanno tutti la stessa durata, qualcuno dura di più e qualcuno dura di meno. Infatti quello che ha destato curiosità per l’aspetto che ha oggi il Sole è che l’attuale minimo sta durando a lungo (circa cinque anni). 

Proprio perché ogni ciclo solare può essere diverso dal precedente e dal successivo, e poiché talvolta si registrano minimi più lunghi di altri, per gli scienziati è da sempre stato importante trovare i modelli per descrivere al meglio il comportamento del Sole con l'obiettivo di prevederne la sua attività. A inizio aprile 2019, ad esempio, si è tenuto l’annuale Space Weather Workshop organizzato dalla National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) presso il National Center for Atmospheric Research (NCAR), a Boulder in Colorado, un momento di discussione e di confronto tra esperti riguardo i modelli di previsione dell’attività solare. Il workshop è descritto in un articolo pubblicato su Science il 31 maggio scorso e mostra quanto ci siano ancora molti aspetti sconosciuti della nostra stella, quanto la sua attività sia difficile da prevedere e quanto a volte la si possa definire, scherzosamente, anche “capricciosa”. L’esito delle giornate passate a Boulder ha portato a concludere che l’attuale ciclo, il numero 24, che sta ormai arrivando a conclusione, è stato caratterizzato da un massimo debole e un minimo molto profondo che avrà una maggior intensità tra luglio 2019 e settembre 2020. Al nuovo massimo ci si avvicinerà gradualmente e lo si prevede tra il 2023 e il 2026. Il ciclo 25, per le previsioni attuali, si prospetterebbe molto simile al 24. 



Il Sole senza macchie del 1 luglio 2019 (Credits: NASA)


Ma perché tutto questo interesse? E perché tutto quest’interesse in un periodo di minimo di attività solare, quando si potrebbe pensare che il Sole stia attraversando un periodo di calma? Innanzi tutto c’è da sottolineare che nel periodo di minimo non si può parlare proprio di calma, anzi. Nel minimo di attività non mancano le tempeste geomagnetiche generate da veloci flussi di vento solare e possono verificarsi aumenti del flusso dei raggi cosmici con effetti sulle tecnologie spaziali. I periodi di massima attività, invece, sono noti per le forti tempeste solari.


Quindi gli effetti dei massimi e dei minimi su satelliti e altre tecnologie spaziali sono i primi a cui si pensa. Tant’è che Michael Martinez, vicepresidente della DigitalGlobe e attivo nel reparto Mission Operations Development & Engineering, durante lo Space Weather Workshop ha affermato:


“Se si progetta un satellite che duri 10 o 12 anni, è fondamentale tenere conto del ciclo del Sole


Le tempeste solari inoltre, se particolarmente intense, possono causare effetti e danni rilevabili anche sulla Terra. Un esempio fu l’evento di Carrington del 1859, evento che prende il nome dall’astronomo studioso delle macchie solari Richard Carrington. Si trattò della più grande tempesta geomagnetica mai osservata nella storia, un fenomeno che causò l’interruzione delle linee telegrafiche per quattordici ore e che generò un’aurora boreale visibile persino a Roma, oltre che in Giamaica, a Cuba o alle Hawaii, latitudini a cui normalmente questo fenomeno non si osserva. Quindi avere delle accurate previsioni sul comportamento del Sole avrebbero impatto immediato anche sulla nostra vita sulla Terra.

È quindi interessante vedere come un’immagine del Sole per noi così affascinante nasconda collegamenti molto diretti con la nostra vita e una vera e propria sfida per gli scienziati.

Cronobiologia. Secondo alcuni studiosi il nostro astro è responsabile di infarti, suicidi, epidemie e terremoti



Macchie solari ed epidemie, terremoti, salute, suicidi, infarti ecc.
Secondo alcuni studiosi il nostro astro è responsabile di infarti, suicidi, epidemie e terremoti

Il Sole non è solo apportatore di luce e calore, essenziali per la vita sulla Terra, ma interferisce pericolosamente con tutti i processi vitali del nostro pianeta. Studi molto seri attribuiscono all’attività solare effetti negativi sulla psiche umana; inoltre provocherebbe epidemie e perfino sconvolgimenti sociali.
Prima di tutto qualche dato essenziale per conoscere alcuni aspetti importanti del nostro sole. Dalla sua superficie, chiamata fotosfera, si diffondono sulla Terra luce, calore, onde di uguale frequenza di quelle radio e radiazioni corpuscolari.
Il peso di materia che il sole, ogni secondo, irradia nello spazio, sotto forma di luminosità, è di quattro milioni e mezzo di tonnellate. Sulla terra, ogni giorno, arrivano 160 tonnellate di luce. Vale la pena constatare, a questo punto, che l’energia utilizzata da tutti gli abitanti del nostro pianeta, in un secondo, non supera il miliardesimo di grammo.
Tutto ciò fa riflettere sull’imponenza dei processi nucleari all’origine dell’attività solare. Osservando con attenzione una foto del Sole in cui erano presenti delle macchie scure, l’astronomo Paul Muller, così descrisse il fenomeno, per altro già notato da tempi lontanissimi: "Si tratta... di buchi o di depressioni considerevoli, che vanno da qualche centinaio a diverse migliaia di chilometri; nel più grande di essi, tutta la terra entrerebbe agevolmente".
Sotto la cromosfera si estende la fotosfera, ben visibile durante le eclissi di Sole. Qui avvengono le eruzioni solari, getti di materia incandescente, che possono raggiungere altezze di molte centinaia di migliaia di chilometri. L’osservazione più antica delle macchie solari è dovuta ai cinesi e risale al 165 a.C. La scoperta della periodicità delle macchie solari, ciclo undecennale, fu documentata e descritta da un astronomo dilettante H.F. Schwabe, nel 1843. Le particelle elettrizzate scagliate dal sole sulla terra, suscitano vere e proprie tempeste magnetiche.
Oggi "sappiamo - scrivono H.J. Eysenck e D. K. B. Nias - che le macchie solari sono aree della superficie solare dove a un freddo anormale si associa un’intensità magnetica molto alta. ...emettono grandi quantità di altre radiazioni ed emanano anche particelle cariche. Le radiazioni impiegano circa otto minuti a raggiungere la terra e le particelle cariche un giorno o più.
Le macchie producono anche un aumento del ‘vento solare’, una corrente continua di gas ionizzato che esce dal sole.
Non si sa perché il sole abbia le macchie, né si sa per certo che cosa esse siano in realtà. ...Le macchie solari appaiono e scompaiono continuamente. La loro durata è soggetta a una grande variabilità, alcune durano solo un paio di giorni, mentre altre possono durare oltre un mese, ma prese nel loro insieme hanno un andamento ciclico che aumenta fino a un massimo di attività mediamente ogni 11,1 anni".
"Sulle macchie solari, nel frattempo, - dice Lorenzo Pinna su "Focus" (N. 58 - agosto 1997)) - si indaga con la tecnica dell’’eliosismologia’. Uno speciale telescopio, chiamata Michelson doppler Imager, tiene sotto controllo una griglia formata da un milione di punti sulla fotosfera. Gli astrofisici hanno così scoperto che i gas si propagano nella zona convettiva a oltre un Km al secondo, cioè più rapidi di un jet militare, e che forti campi magnetici si creano dove i flussi di gas convergono. Sarebbero cioè i gas, nel loro moto turbolento, a ‘comprimere’ le linee dei campi magnetici creando zone di magnetismo più intenso: le famose macchie".
Vi sono relazioni tra l’intensità delle macchie solari e certe perturbazioni psichiche? Sembrerebbe proprio di si. Per quanto riguarda i suicidi (e non solo) significative relazioni erano state ipotizzate già da molto tempo. B. e T. Dull, più di sessanta anni fa, comunicarono, dopo anni di studi, che avevano osservato sensibili aumenti di suicidi, l’8%, in giorni di grande attività solare. Un altro settore di ricerca ha individuato perturbazioni di questo tipo quale causa di incidenti. Due ricercatori Tromp (1963) e Lynn (1971) hanno pubblicato lavori del genere. Nel primo R. Reiter dopo aver studiato 362.000 incidenti accaduti, in 2 anni, nell’industria, aveva scoperto che questi avevano subito incrementi dal 20 al 25 % in periodi di intensa attività solare. Reiter in un secondo studio, relativo a 21.000 incidenti stradali, aveva ottenuto analoghi risultati.
Sono state trovate relazioni, anche, tra gli infarti cardiaci e le perturbazioni solari. Nel 1959, sul Bollettino dell’Accademia di Medicina del numero di marzo, il dott. M. Poumailloux, primario di cardiologia all’ospedale parigino Saint-Antoine scriveva: "le nostre constatazioni hanno fatto apparire una correlazione veramente impressionante tra l’aumento degli infarti al miocardio, in certi periodi di massima attività solare e di punte di agitazione geomagnetiche". Già nel 1945 era stato osservato che la curva della mortalità per malattie di cuore nell’ ex Unione Sovietica era stata in stretta relazione con l’indice delle macchie solari. (Fonte: Pejarskaia, citato da N. Schulz, Annales médicales de Nancy, maggio 1962, pag. 182).
In India uno studio in tal senso è stato condotto dai dottori Malin e Srivastava (1979). Il periodo preso in considerazione va dal 1967 al 1972. Furono studiati 5000 casi di ricovero per infarto avvenuti in due ospedali e studiati in relazione all’indice giornaliero di attività geomagnetica terrestre in rapporto all’intensità delle macchie solari. Il risultato a cui pervennero i due studiosi fu molto significativo.
Lo scienziato sovietico A.L. Tchijewsky (1897-1964), professore alla Facoltà di medicina dell’Università di Mosca, che aveva a lungo studiato il problema, raccogliendo dati da 72 paesi fin dal 600 a.C., scoprì un evidente parallelismo tra le epidemie in genere, le guerre, le grandi migrazioni e le rivoluzioni in rapporto al ciclo undecennale del sole.
La sua tesi è che tutte le epidemie e i grandi cambiamenti sociali mostrano una periodicità undecennale. Era conosciuta e da molto tempo una periodicità di circa undici anni per la difterite, ma se ne ignorava il motivo. Tchijewsky ne evidenziò il parallelismo col ciclo undecennale del sole. Identica relazione evidenziò lo studioso russo, per la meningite cerebrospinale, che studiò in diversi Paesi e i cicli delle macchie solari, negli anni 1800-1920. Il dott. B. Rudder, direttore della Clinica Pediatrica dell’Università di Francoforte, confermò con successive e più estese ricerche le conclusioni di Tchijewsky.
Altri lavori documentarono un rapporto tra il ciclo undecennale solare e l’infezione difterica e il numero dei casi avutisi a Vienna e a Budapest (osservazioni fatte sugli anni: 1885 - 1900 - 1905 - 1910 - 1915 - 1920 - 1925 - 1930 - 1935).
(Fonte: H. Berg, Io Symposium international sur les relations entre phénomènes slaires terrestres en chimie-physique et biologie, Presses Académiques Européennes, Bruxelles, 1960, pag. 160).
Nel 1915 Alexander Tchijewsky pubblicava un lavoro dal titolo: "Influenza periodica del Sole sulla biosfera", nel quale dimostrava la relazione tra i fenomeni di perturbazione solare e la vita sulla Terra. Lo scienziato scoprì, pure, una significativa coincidenza con le maggiori epidemie di peste e la periodicità delle macchie solari.
Per questo studio risalì fino al VI secolo della nostra Era. Studiò ottanta epidemie di peste, verificatesi tra il VI e il XIX secolo, in Europa, scoprendo che ben 52 di queste, il 65%, si erano scatenate in periodi di massima attività del Sole. La tesi di Tchijewsky è, in sostanza, che le epidemie, similmente al Sole, hanno una periodicità di circa undici anni.
Segue uno specchietto, tra epidemie di colera ed attività solare, riportato nel suo lavoro in lingua russa: "Trattato di climatologia biologica e medica" (1934), al capitolo: "Azione dell’attività solare sulle epidemie" (pagg. 1034-1041): 

ATTIVITA’ SOLARE EPIDEMIE di COLERA

MASSIMA MINIMA INIZIO MASSIMO FINE

1816 1823 1816 1817 1823

1830 1833 1827 1829-31 1833

1837 1837

1848 1856 1844 1848 1857

1860 1867 1863 1863-66 1875

1870 1878 1870-72

1883 1889 1883 1883-86 1889

1894 1900 1890 1892-94

Il mondo accademico si espresse molto positivamente sul lavoro dell’instancabile ricercatore. A tal proposito Lev Brovov scrisse che la: "commissione, presieduta dal prof. B. M. Kedrov, concluse che numerosi lavori e idee di Tchijewsky erano di un valore scientifico notevole".
Altri studiosi continuarono le ricerche di Tchijewsky ottenendo sempre risultati che dimostravano una effettiva influenza solare sulla vita della Terra. Per più di 20 anni il biologo giapponese Maki Takata (1951) lavorò sul test che serviva a misurare l’albumina del siero sanguigno. Il test denominato Reazione di Takata, consente il calcolo dell’Indice di flocculazione dell’albumina nel sangue. L’indice è piuttosto costante nei soggetti maschili sani, nella femmina, invece, è influenzato dalle mestruazioni.
L’Indice di flocculazione, in alcuni periodi, varia improvvisamente. Lo scienziato giapponese scoprì che queste improvvise impennate dell’indice avvenivano parallelamente su scala mondiale poiché si verificavano in più persone, pure, lontanissime tra loro. Takata pensò che il fenomeno avesse una relazione con l’attività solare. In una serie di lavori studiò e descrisse il fenomeno constatando, tra l’altro, che: "l’indice aumenta ogni qual volta che l’attività solare è massima o quando le eruzioni o le macchie appaiono al centro del disco solare...".
Il sangue è, pure, influenzato dai venti solari. Schulz aveva osservato che "la configurazione del sangue delle persone sane è sottoposta a continue modificazioni che dipendono... anche dalla variabilità delle radiazioni solari...". Indubbiamente quello che appare fin troppo chiaro, è che il Sole con le eruzioni è in stretta relazione con le epidemie più gravi quali il colera, la difterite, il tifo, ecc. Anche la malattia influenzale è più virulenta in anni di massima perturbazione solare. Nel 1918-19 l’influenza detta Spagnola, provocò quasi 400.000 morti. 
Il 1957, pure, anno di massima attività solare, vede alla ribalta l’Asiatica, che causò, solo in Italia 10.000 morti in eccesso, cioè in più rispetto alla media. L’Hong-Kong nel 1969-70 ne causò 20.000. Negli anni 1989-90 è stata la volta della Cinese, che, oltre a provocare una vera e propria ecatombe in Inghilterra, stese a letto non meno di 2 milioni di italiani ed in America milioni di persone. 
"<<L’influenza è spaziale>> dicono due scienziati inglesi". Così titolava un articolo su "la Repubblica" di venerdì 26 gennaio 1990. Nel pezzo si riproponeva quanto pubblicato dal prestigioso settimanale di scienza "Nature".
L’articolo precisava: "Secondo Fred Hoyle e Chandra Wickramasinghe il fatto che le ultime cinque epidemie d’influenza più gravi, compresa l’attuale, siano avvenute ogni undici anni, quando maggiore è stata l’attività del sole, non è una semplice coincidenza.
I due scienziati, infatti, sostengono che lo spazio è abitato da forme viventi primordiali come i virus, compreso quello che nell’uomo causa l’influenza. La grande intensità che raggiunge il vento solare ogni undici anni trasporterebbe molti più virus sulla Terra, causando le epidemie più gravi". 
A.L. Tchijewsky estese le sue ricerche anche ai grandi cambiamenti sociali, guerre, rivoluzioni ecc. e, nel 1926, disse: "Dobbiamo pensare che esista un potente fattore esterno alla nostra Terra che governa lo sviluppo degli eventi nelle società umane e li sincronizza con l’attività del sole; e dobbiamo anche pensare che l’energia elettrica del sole è il fattore extraterrestre che influenza i processi storici". Sembra un’affermazione alquanto azzardata, quella dello scienziato, eppure, con le sue ricerche, trovò ed elencò tutta una serie di fatti che gli danno ragione.
Eccone alcuni riportati da G.L. Playfair e S. Hill: "Nel 1917... la rivoluzione bolscevica si era verificata in coincidenza con un’insolita esplosione di attività solare, come avvenne per il tentativo fallito del 1905. Nel 1922, aveva disegnato un diagramma... che dimostrava che un periodo di almeno 2400 anni di ‘movimenti di masse’, comprese tutte le guerre più gravi, le battaglie e le rivoluzioni registrate nella storia di tutti i popoli, rivelava non solo dei cicli regolari, ma dei cicli in fase con quelli del Sole. (...) Le rivoluzioni francesi del 1789, 1830 e 1848, le agitazioni locali del 1870 e le due rivolte russe del 1905 e del 1917 ebbero luogo tutte vicino a periodi di massima attività solare. (Come, pure, lo scoppio della seconda Guerra Mondiale, i colpi di stato comunisti di molte nazioni dell’Est Europeo, l’invasione sovietica della Cecoslovacchia e il periodo di agitazioni studentesche del 1968)".
Le più importanti constatazioni di Tchijewsky lo portarono ad osservare che:
- In 2400 anni di storia del mondo, i grandi movimenti sociali (guerre, rivoluzioni, invasioni, ecc.) si verificano numerosi ogni 11 anni, in periodi di massima attività solare;
- Dall’anno 1000 al 1900 "il 72 % di tutte le epidemie psichiche coincide con i periodi di massima, e il 28 % con i periodi di minima dell’attività solare";
- In ultimo due esempi di Tchijewsky che chiariscono l’influenza del metronomo solare: le immigrazioni degli ebrei in America sono più massicce, particolarmente, in periodi di grande attività solare. L’alternarsi dei ministeri liberali e conservatori in Inghilterra, tra il 1830 e il 1930, seguirebbe la seguente regola: negli anni di massima attività delle macchie solari liberali al potere, conservatori negli anni di minima.
Tchijewsky nel 1926, in base alle sue teorie, fece delle previsioni per gli anni 1927-29 assicurando che in essi avremmo osservato "un’attività umana della più grande importanza storica" che avrebbe dato un nuovo volto al mondo. Non sbagliò affatto.
Una lunga dittatura fascista e corporativa fu iniziata da Antonio de Oliveira Salazar che in Portogallo arrivò al potere in quel periodo. In Cina a Pechino il generale Chiang Kaishek formò un governo nazionalista a Nanchino e condusse la guerra civile contro i comunisti. L’Italia sempre in quel periodo si dava un parlamento fascista e preparava la strada a Mussolini.
Hitler raggiungeva il potere in Germania. In Russia Stalin arrivava al vertice del potere dopo aver soppresso Trotsky. In America si verificò, nel 1929, il grande crollo di Wall Street, il più grande disastro economico della storia americana.
Eysenck e Nias sottolineano che "si è anche sostenuto che c’è un ciclo di guerre di 11, 1 anni, che è la lunghezza media del ciclo delle macchie solari...". Anche i terremoti sembrano essere influenzati dai capricci del Sole. Scrivono G. L. Playfair e S. Hill che "gli astronomi e i geofisici sovietici hanno affermato che l’attività sismica complessiva sulla Terra ubbidisce allo stesso ritmo dell’attività solare. Il portavoce più autorevole di questa teoria è A. D. Sytinsky dell’Istituto di ricerche Artiche e Antartiche di Leningrado, che si è spinto ad affermare che i fenomeni sismici sulla terra dipendono dall’attività solare". Lo stesso si può dire per i tornado, infatti, il flusso di energia che si produce dalle eruzioni solari contribuisce a originare le trombe d’aria, i cicloni. 
Siamo, indubbiamente, interagenti col nostro Sole, più di quanto immaginiamo.
Ed è innegabile la sua influenza su tutto ciò che vive e sulla stessa materia. Il professor Giorgio Piccardi dell’Università di Firenze affermò: "Tutti gli esseri viventi sono legati al mondo esterno molto più intimamente di quanto si potrebbe pensare".
Lo scienziato spiegò, anche, che "Per essere soggetto agli effetti cosmici, l’uomo non ha bisogno di essere lanciato nello spazio; non è neppure necessario che esca di casa". Il punto è ora sapere se le energie che scaturiscono dalle perturbazioni del nostro sole ci obbligano a fare determinate cose o se, più semplicemente, ci rendono inclini a fare qualche cosa. 
La risposta tocca alla scienza ma, malauguratamente, sebbene questo settore della ricerca sia oltremodo di grande importanza H. J. Eysenck e D. K. B. Nias scrivono che "fa rabbia rilevare che ricerche interessanti e ben condotte e che portano a conclusioni importanti non sono state replicate o approfondite, probabilmente perché gli scienziati temono di venir definiti ciarlatani creduloni se esaminano dei presunti fenomeni per i quali ancora non esiste nessuna spiegazione fisica". 
By Giuseppe Cosco (pubblicato su NEXUS NEW TIMES ed. italiana n°5)

BIBLIOGRAFIA
- Colqhoun W.P., Biological rihytms and human performance, Academic Press, New York 1971.
- Eysenck H.J. - Nias D.K.B., Astrologia, scienza o superstizione?, Astrolabio, Roma 1983.
- Gauquelin M., Ritmi biologici - ritmi cosmici, Faenza Editrice, Faenza 1976.
- Playfair G.L.- Hill S., Gli influssi del cosmo sulla via terrestre, Meb, Torino 1981.
- Tchijewsky A.L., "The terrestrial echo of solar storms, Moscow, Mysl 1973. (Russian). Seconda edizione, 1976.



Attività solare e pandemie

MINIMO SOLARE E PANDEMIE. QUALE CORRELAZIONE? CURIOSA L'ANALOGIA CHE SI PUO' FARE TRA IL NOME DEL VIRUS "CORONA" E LA MASSA CORONALE DEL SOLE.... 




Sono tornato perché la transizione del ciclo solare nel profondo minimo solare sta per innescarsi. Non starò qui a riportare link alle decine, centinaia, di documenti scientifici che evidenziano come ad esempio cambiamenti climatici e grandi eventi sismici e vulcanici sono legati a forzanti esterne al nostro pianeta.



E’ il momento! Andiamo alla cronaca di questi giorni e alla pandemia globale che si è innescata in questo inverno 2019/20 e cerchiamo di capire se esiste una possibile relazione con attività solare/raggi cosmici e mutageni.


Vi riporto alcuni grafici ripresi da questo lavoro scientifico.




Qu [9] ha studiato più attentamente la correlazione tra macchie solari e influenza e ha concluso che non solo i picchi nel ciclo delle macchie solari, ma i minimi sono anche più rilevanti. Si è concluso che l’inizio di pandemie e possibili pandemie coincidono con gli estremi delle macchie solari [massimi e minimi] entro ± 1 anno.



Le date dei gravi focolai di Ebola sono indicate dai triangoli rossi in Figura 3. I gravi focolai di Ebola nel 2000-2001, 2001-2002 e il 2014 si sono verificati nel massimo delle macchie solari ± un anno, mentre i focolai nel 1976, 1995 e 2007-2008 si sono verificati nel minimo delle macchie solari e ± un anno. È interessante notare che 3 delle 5 date di punta dell’Ebola corrispondono strettamente ai picchi dell’influenza pandemica.


Non dimentichiamo che durante il minimo di Wolf (1280-1350) si registró in Europa la peste nera o peste bubbonica. La peste nera durante il Minimo di Wolf provocò la morte di quasi un terzo della popolazione in Europa, ossia milioni di individui. E’ bastato un piccolo virus per mettere in crisi tutto globo…ricordo che siamo in un profondo minimo solare e che se “oggi” o “domani” si verificasse un evento Carrington [possibilità che non dobbiamo trascurare, vista l’irregolarità EM nell’eliosfera nei cicli a trifoglio (Charvatova) disarmoniosi], saranno dolori n° volte maggiori.





Continuiamo a trascurare la meteorologia spaziale.


Michele

http://daltonsminima.altervista.org/2020/03/12/attivita-solare-e-pandemie/

martedì 24 marzo 2020

Enorme UFO avvistato in prossimità del nostro sole (Video)



Il 7 marzo, abbiamo fatto una scoperta senza precedenti nel sistema solare, un gigantesco UFO è stato ripreso dalla sonda SOHO della NASA all’interno del nostro sistema solare.

Il video che vi abbiamo mostrato in quella data è stato davvero interessante e mostra un enorme oggetto circolare non identificato, con un centro a forma di diamante che si muove attraverso il sistema solare.

È noto a tutti che esiste un’inesorabile osservazione del cielo fatta da astronomi e dilettanti, telescopi e satelliti spaziali che registrano tutto ciò che accade nello spazio e trasmettono immagini sulla Terra in tempo quasi reale.

Sono arrivate nuove immagini dalla nostra stella dove sembra esserci un oggetto non identificato che si trova nelle sue vicinanze

Le immaginoi arrivano dal sito Web helioviewer.org della NASA, dove è possibile vedere l’enorme UFO, che è stato registrato il 13 marzo 2020. Le immagini sono state catturate dalla sonda spaziale STEREO.

Le immagini sono state analizzate dal ricercatore Scott Waring, che ha affermato di aver guardato alcune foto del Sole ed ha deciso di dare un’occhiata più da vicino all’enorme oggetto, “un triangolo nero che ha scoperto molti mesi fa”.

Come può questo UFO essere così vicino al Sole e non essere distrutto o attratto dalla stella?

Scott Waring è convinto che questa sia una nave aliena di qualche tipo. Forse è una specie di stazione spaziale, forse in attesa del momento di seguire il suo percorso … o al contrario, in attesa dell’apertura di un portale.

“Questo è chiaramente qualcosa che la NASA e il governo degli Stati Uniti non vogliono segnalarci, ma lo tengono sotto stretto controllo.”

La clip viene rivista attraverso un filtro NASA verde, dove si vede chiaramente che non si adatta alla struttura del sole e presumibilmente ci troviamo di fronte a un UFO chiaramente visibile.

“Questa è la prova assoluta che il triangolo nero non è un tipo di anomalia nello spazio. Se questo UFO fosse davvero un punto solare scuro, ruoterebbe con il Sole, ma ciò non accade. “

Cosa sarà?

lunedì 27 gennaio 2020

LA STELLA BETELGEUSE STA PER ESPLODERE? LA RISPOSTA E' NELLA BIBBIA

“Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle…” 

(Luca 21:25-28.34-36)

La stella Betelgeuse, vista dalla Terra dall’osservatorio ALMA in Cile.







VEDI!!: (L'AVVERTIMENTO: la fine del mondo è vicina?)


Orione e la Bibbia

La Bibbia, benché stigmatizzi l’astrologia, menziona Orione (Giobbe 9:9; Giobbe 38:31; Amos 5:8; Isaia 13:5-10). In Isaia è scritto: «Urlate, poiché il giorno dell’Eterno è vicino; esso viene come una devastazione dell’Onnipotente… Ecco, il giorno dell’Eterno giunge… Poiché le stelle e Orione non faran più brillare la loro luce».

In molte Bibbie, la parola Orione viene tradotta con «costellazioni», ma negli antichi testi della Settanta è correttamente riportato «Orione». Orione è associato al ritorno del Cristo sulla terra.

Ellen G. White, proprio allo scadere della profezia delle 2.300 «sere e mattine» di Daniele, ricalcando l’avvertimento di Isaia, scrive nel libro Early writings (Primi scritti): «Apparvero grosse nubi oscure e cozzarono le une contro le altre. L’atmosfera si squarciò e si arrotolò all’indietro, allora noi potemmo guardare attraverso lo spazio aperto in Orione, da dove proveniva la voce di Dio. La Santa Città scenderà attraverso questo spazio aperto».

In realtà, commentano gli scettici, tale informazione E. G. White l’avrebbe ricevuta da Joseph Bates; quindi, concludono, non vi si deve fare troppo affidamento. Il riferimento a Orione risulterebbe essere soltanto, per usare una espressione coniata all’occorrenza, una «leggenda avventista».

Ma se ciò risulta vero – ossia che sia stato Bates a parlare di Orione a Ellen G. White -, bisogna ringraziare lo stesso Bates, perché è stato sempre lui a informare i coniugi White che bisognava osservare il sabato biblico, e porlo a fondamento della fede riscoperta. A ogni modo nell’uno e nell’altro caso (Orione e sabato), il Signore stesso si è premurato di confermare e stabilire la veridicità delle due informazioni. 

Un indizio della possibile scientificità delle affermazioni a sostegno di una costellazione quale possibile teatro di eventi escatologici è quello della caratteristica peculiare di Orione: si trova lungo l’equatore celeste ed è quindi visibile a tutte le latitudini della terra. Gli studiosi hanno riconosciuto che pur essendo una delle costellazioni più maestose e riconoscibili del cielo notturno, non ha mai trovato posto nello zodiaco moderno.

Un altro indizio è l’etimologia della parola che individua la stella più luminosa della costellazione: Betelgeuse. Gli studiosi ci informano che è una parola di derivazione ebraica, ed è composta da bethel (casa di Dio) e jahase (fuoco divino). Quindi, Betelgeuse potrebbe significare all’incirca «Fuoco divino nella casa del Signore».

Che avessero ragione gli antichi quando, trasmettendoci informazioni su Orione, ci rivelavano una verità insieme scientifica e religiosa, anche se spesso paganizzata? Cioè che la costellazione è la porta d’accesso all’eternità, al regno dei cieli, alla casa del Padre?

Gesù, parlando ai suoi discepoli della sua morte (che è sempre un sonno, non una incarnazione tra le stelle), li preparava all’evento rincuorandoli con delle promesse; in una occasione menzionò proprio una dimora, delle case, che sarebbe andato a preparare, naturalmente dopo la sua ascensione. Leggiamo il testo nel Vangelo di Giovanni: «Il vostro cuore non sia turbato… nella casa del Padre mio ci sono molte dimore, io vado a prepararvi un luogo… E quando sarò andato e vi avrò preparato un luogo, tornerò, e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io siate anche voi» (Gv 14:1-3).
Da qualche parte, nell’universo fisico, esiste realmente una «dimora celeste». Che per andarci si debba passare o no per Orione, diventa assolutamente irrilevante. Ma se il Signore, padrone dei cieli, abbia stabilito così, è più che rilevante: è magnifico. “Le immagini di Betelgeuse mostrano sulla sua superficie caratteristiche luminose e scure, e di tanto in tanto queste non sono simmetriche”, dice Guinan. “La stella è gonfia e instabile, e ha anche delle pulsazioni”.
La costellazione di Orione è una delle costellazioni più riconoscibili nel cielo notturno, visibile in tutto il mondo. Ma se avete dato di recente uno sguardo a Orione e pensato che ci sia qualcosa di strano, non avete (del tutto) torto: la stella gigante Betelgeuse, che caratterizza la spalla destra del cacciatore, è la stella più luminosa che si sia vista nell’ultimo secolo.

Di solito Betelgeuse è tra le dieci stelle più brillanti del cielo. Eppure, la supergigante rossa ha iniziato ad affievolirsi a Ottobre 2019, e arrivati a metà Dicembre 2019 la stella era già così tanto offuscata da non essere più nemmeno tra le 20 stelle più luminose, come ha riportato su The Astronomer's Telegram l’astronomo Edward Guinan dell’Università di Villanova.
La stella, si sta avvicinando alla fine della sua vita e un giorno, esploderà evolvendosi in una supernova. Lo studio è focalizzato sull’analisi del movimento rotatorio dell’astro che dovrebbe essere più lento nel momento in cui la stella si evolve in una supergigante. Betelgeuse invece, non sta seguendo questo percorso ma al contrario, ruota in modo vorticoso ben 150 volte più velocemente di quanto previsto per una stella della sua classe. “Ora il profilo di Orione è nettamente diverso a causa dell’indebolimento luminoso di Betelgeuse” spiega l’astronomo. 

Per essere chiari, il solo offuscarsi non è così strano per una stella come Betelgeuse, dal momento che è quella che si dice una stella variabile, e i suoi cambiamenti di luminosità sono stati studiati con attenzione per decenni. In ogni caso è insolito che uno dei punti del cielo più prominenti si oscuri in maniera così evidente, il che induce gli scienziati a pensare che stia per accadere qualcosa di davvero sorprendente: Betelgeuse potrebbe esplodere e morire, divenendo per un attimo più splendente della luna piena prima di sparire per sempre dal nostro cielo notturno. 

Le supergiganti rosse come Betelgeuse hanno vita breve e muoiono violentemente, esplodendo in eventi stellari chiamati supernove, visibili a grandissime distanze. Così, anche se Betelgeuse è una stella relativamente giovane – ha solo circa 8.5 milioni di anni – gli astronomi sanno che si avvicina alla fine della sua vita. 

La supergigante rossa Betelgeuse potrebbe aver avuto un passato molto più tumultuoso di quanto ritenuto finora. In uno studio guidato da Craig Wheeler dell’Università del Texas e pubblicato su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, viene reso noto che Betelgeuse potrebbe essere nata insieme a una stella compagna che avrebbe inglobato circa 100.000 anni fa.

“Ora la domanda più grande è quando esploderà in una supernova” ha detto su twitter Sarafina Nance della UC Berkeley, che ha studiato Betelgeuse e le esplosioni stellari: “non credo che esploderà a breve”, ha poi aggiunto durante un’intervista con il National Geographic “ma sono emozionata per quando questo accadrà”. Cosa sappiamo di Betelgeuse?

Il nomignolo della supergigante deriva da un nome arabo mal-tradotto che significa “la mano di Orione” (yad al-jauza). Oggigiorno, molte persone pronunciano il nome della stella come il personaggio del titolo del film di Tim Burton Beetlejuice. Ci si riferisce alla stella anche con il nome di Alpha Orionis, una denominazione di solito riservata alla stella più luminosa della costellazione, anche se Rigel, il piede sinistro di Orione, è in effetti più luminosa. 

Betelgeuse è enorme e gonfia, con un peso pari a 20 volte quello del sole. Togliendo il sole e mettendo al suo posto Betelgeuse, infatti, la stella inghiottirebbe Mercurio, Venere, la Terra, Marte, la fascia degli asteroidi, un paio di astronavi, e forse Giove; Saturno diventerebbe improvvisamente piuttosto caldo.

Questa stella è anche relativamente vicina al nostro sistema solare, in termini cosmici, e si stima si trovi a circa 600 anni luce di distanza. E dunque, quando la stella scoppierà, l’esplosione sarà abbastanza luminosa da proiettare ombre sulla Terra durante la notte e da essere visibile durante il giorno per diversi mesi almeno. A quel punto, la stella svanirà dal nostro cielo. Cosa ci accadrà quando Betelgeuse esploderà? Niente. Anche se Betelgeuse è vicina in termini astronomici, non è in alcun modo prossima perché l’esplosione influenzi la vita sulla Terra. Gli astronomi calcolano che ci vorranno circa sei milioni di anni perché l’onda d’urto o perché qualunque detrito freddo e disperso possa raggiungere il sistema solare. E anche allora, la bolla protettiva del sole ci riparerà dalle viscere schizzate della stella.
Invece, quando gli astronomi annunceranno che Betelgeuse è in procinto di diventare una supernova, dovrete spostarvi il più velocemente possibile verso un cielo limpido del nord per godervi lo spettacolo.

“Sarà davvero incredibile!” dice Nance. “Sarà di gran lunga lo spettacolo più incredibile della mia vita”. E, quindi, accadrà davvero? Questo è il grande mistero, ed è uno dei motivi per cui l’attuale comportamento della stella è intrigante. Gli scienziati sospettano che un brusco calo di luminosità possa presagire la fine di una stella. 

“Tutte le stelle giganti sperimentano assurdi e violenti cali di massa, dice Nance. In teoria, tutta la polvere espulsa potrebbe avvolgere e oscurare la stella quasi morta, causandone la sparizione dalla nostra vista subito prima di diventare una supernova. In pratica, comunque, non è ancora certo se le stelle siano davvero così scure prima di esplodere – nessuno fino a ora è stato infatti in grado di studiare da vicino una stella “condannata”: prima, durante e dopo la sua morte. Ma è quindi normale che Betelgeuse si offuschi? Sì. Betelgeuse è classificata come una stella variabile semiregolare, il che significa che la sua luminosità ha delle variazioni semiregolari. Millenni fa gli aborigeni australiani ne osservarono la mutevole luminosità, e l’astronomo britannico John Herschel registrò il fenomeno nel 1836.

Più di recente, l’American Association of Variable Star Observers ha accumulato le osservazioni sull’andamento intermittente di Betelgeuse. Decenni di dati fotometrici mostrano come Betelgeuse si illumini e si offuschi ciclicamente, con un ciclo evidente che di solito ha una durata di circa sei anni, e un altro che inizia e finisce ogni circa 425 giorni. “La stella non è strettamente periodica, e la scala delle variazioni di luce varia da ciclo a ciclo”, dice Guinan, facendo notare come ora Betelgeuse sia al massimo stato di offuscamento da quando circa un secolo fa è iniziato questo monitoraggio; le altre osservazioni di stato di offuscamento più lieve risalgono alla metà degli anni ’20.

Le ragioni di questi cambiamenti quasi periodici sono in un certo senso poco chiare. Guinan e altri dicono che le stelle supergiganti come Betelgeuse abbiano superfici screziate contenenti enormi cellule convettive che si contraggono e si gonfiano, il che sarebbe la causa dell’illuminarsi e oscurarsi di queste stelle. Ma non è tutto qui.

Guinan sospetta che ora Betelgeuse sia drammaticamente più offuscata per via del sovrapporsi dei due cicli, il che determinerebbe una luminosità minima. In sostanza, la stella si sta avvicinando ai suoi punti meno luminosi di entrambi i suoi due cicli (quello dei sei anni e quello dei 425 giorni), un’intersezione che rende le normali fluttuazioni della stella molto più sinistre. Dopo aver analizzato 25 anni di precedenti e rilevanti dati, Guinan sospetta ora che la stella continuerà a sbiadire per altre due settimane circa prima di tornare gradualmente a brillare. Dice però anche che “se dovesse continuare a oscurarsi, inizieremo a fare scommesse”. 


Quanto dobbiamo aspettare per i fuochi d’artificio?

Studi recenti suggeriscono che la stella molto probabilmente esploderà entro il prossimo milione di anni, e forse “a breve” nei prossimi centomila anni. O forse Betelgeuse è già esplosa e non ce ne siamo ancora accorti.
La luce di questa stella impiega circa 600 anni per raggiungerci, il che vuol dire che stiamo effettivamente osservando la stella com’era 600 anni fa. Se dovessimo vederla detonare nel cielo nel prossimo futuro, significherebbe che la stella è di fatto scoppiata in qualche tempo durante il Medioevo europeo, e la luce dello scoppio sta raggiungendo solo adesso la Terra.


Quale che sia la verità, gli scienziati sono emozionati e continuano a tenere d’occhio Betelgeuse per vedere che sorta di sorprese ha in serbo per noi.

“È effettivamente piuttosto raro studiare una stella nella sua fase di pre-esplosione, in qualunque momento accada”, dice Nance. “Questo porterà senza dubbio delle idee davvero interessanti in merito a quello che accade alle stelle proprio prima della loro esplosione”.



Il giorno del giudizio è vicino? Con un articolo esclusivo vi sveliamo tutti i segreti sul corpo celeste che sta facendo tremare il mondo, accompagnandovi in un lungo viaggio alla ricerca dell’informazione perduta.

E’ la seconda stella più luminosa della costellazione di Orione dopo Rigel e una delle più brillanti del cielo notturno. Ad occhio nudo spicca per il suo colore arancione intenso che contrasta con l’azzurro tipico delle stelle attigue. Alpha Orionis, meglio nota come Betelgeuse inizia a scorgersi bassa all’orizzonte nei primi giorni di dicembre, ma è da gennaio a febbraio che l’astro conquista il primato di stella di colore rosso vivo più brillante della stagione invernale. Nel mese di maggio la si vede tramontare definitivamente sotto l’orizzonte ovest, tra le luci del crepuscolo, per poi tornare visibile a est, poco prima dell’alba, nel mese di agosto.

Betelgeuse è una supergigante rossa, un astro di dimensioni colossali, con un raggio mille volte superiore a quello del sole, una massa pari a 20 volte quella della nostra stella e 140 volte più luminosa, una delle pochissime stelle che i moderni telescopi spaziali sono in grado di risolvere come dischi e non come semplici puntini luminosi. Nonostante i numeri da capogiro, Alpha Orionis è una stella morente, che rimpicciolisce a vista d’occhio; secondo gli studi condotti dai ricercatori della University of California, a Berkeley, dal 1993 ad oggi il corpo celeste avrebbe ridotto il suo diametro di circa il 15%, sintomo che le sue riserve di idrogeno volgerebbero al termine.

Le stelle, infattli, Sole incluso, sono composte principalmente da idrogeno, uno degli elementi più diffusi nell’universo. La loro brillantezza è data dalle potenti reazioni nucleari che avvengono all’interno del loro nucleo e che trasformano continuamente l’idrogeno in elio. L’energia che si libera da tali reazioni oltre a rendere gli astri luminosi, genera la pressione necessaria per sostenere l’enorme peso degli strati superiori dell’atmosfera della stella impedendo che questi precipitino nel nucleo. Quando l’idrogeno nucleare esaurisce, lasciando il posto all’elio, gli strati esterni della stella iniziano a gonfiarsi e il corpo celeste diventa una gigante rossa. Dopo un certo periodo di tempo anche la temperatura e la pressione all’interno del nucleo di elio tendono a salire, innescando nuove reazioni che trasformano l’elio in elementi più pesanti. In corpi celesti come Betelgeuse si susseguono vari fasi in cui queste sostanze vengono bruciate, senza tuttavia durare a lungo come fonte di energia.
Ad un certo punto, nel nucleo non resta altro che il ferro e non c’è più modo di avviare nuove reazioni che diano vigore alla stella. La pressione scende improvvisamente e l’astro collassa su se stesso innescando una gigantesca esplosione. E’ così che il corpo celeste diventa una supernova e viene quasi completamente distrutto e disperso nello spazio interstellare. Nel caso di Alpha Orionis, la costante perdita di massa è il sintomo che la fase di implosione si sta avvicinando. Ne è convinto anche il dott. Brad Carter, astrofisico presso la University of Southern Queensland in Australia, secondo il quale Betelgeuse potrebbe scoppiare in qualsiasi momento. Per molto tempo le affermazioni del celebre ricercatore, sono state equivocate o fraintese, alimentando le fantasie e le paure, di complottisti e appassionati di misteri.
Basta girare un po su internet per rendersi conto delle notizie e dei numerosi post riguardo un evento astronomico catastrofico atteso per il prossimo anno e legato proprio ad Alpha Orionis. In realtà Carter ha semplicemente detto che il noto corpo celeste potrebbe esplodere domani come anche tra milioni di anni. Nessuno purtroppo può stabilirne la data precisa! Nell’istante in cui la stella diventerà supernova essa rilascerà quasi tutta l’energia prodotta sotto forma di luce, neutrini, e onde elettromagnetiche, che bombarderanno il nostro pianeta. Un’esplosione potentissima, equivalente all’effetto di qualche ottilione di testate nucleari (o se preferite un milione di triliardi o ancora un miliardo di miliardi di miliardi), che renderà il corpo celeste talmente brillante da far si che nel nostro cielo appaia come un secondo sole. Secondo altre correnti di pensiero, al contrario, data la distanza dell’astro, a oltre 600 anni luce dalla Terra, alzando gli occhi al cielo vedremmo solo un puntino luminoso e non una palla infuocata come il Sole. Una cosa è però certa: per circa una settimana o forse più, la supernova supererà in luminosità tutte le altre stelle della galassia per poi oscurarsi rapidamente.
Gran parte dell’energia sprigionata dall’astro collassante, produrrà un flusso considerevole di neutrini che attraverserà ogni cosa esistente sul nostro pianeta, senza provocare alcun danno. Ne sanno qualcosa gli scienziati che operano nel campo della fisica quantistica presso i Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare), che da anni studiano queste particelle elementari. I neutrini interagiscono debolmente con la materia e quando si muovono attraverso di essa, le loro possibilità di interazione sono ridottissime. Basta pensare che sarebbe necessario un ipotetico muro di piombo, spesso un anno luce per bloccare la metà dei neutrini che lo attraversano! Per evitare inutili allarmismi, è bene ricordare che queste particelle giungono sulla Terra dalla notte dei tempi. Vengono prodotte dalle reazioni di combustione stellare – il Sole è tra l’altro la principale fonte di alimentazione terrestre – e non hanno mai prodotto strane conseguenze o rischi per la salute. Nonostante queste cose siano ormai conosciute da un notevole numero di persone, il web continua a essere inondato da teorie irrazionali circa un imminente giorno del giudizio.
La preoccupazione non è tanto nell’evento di per se – al quale tra l’altro hanno assistito in più occasioni anche i nostri antenati, tra cui: i cinesi nel 1054, l’astronomo danese Tycho Brahe nel 1572, Keplero e Galileo Galilei nel 1604 – quanto all’associazione della supergigante rossa alle previsioni del calendario Maya sulla fine del mondo. Questa credenza è rafforzata inoltre da una profezia di Michel de Notre-Dame, in arte Nostradamus, uno dei più famosi e importanti scrittori di profezie della storia, nella quartina C2, Q41, delle sue “Centuries”:

La Crisi della Chiesa di Roma e l’Apocalisse finale

«La grande stella sette dì brucerà (la grande stella brillerà per sette giorni), la notte farà due soli apparire (la notte lascerà il posto a due soli),
il gran mastino tutta la notte urlerà (il gran maestro urlerà tutta la notte)
quando il papa si dovrà trasferire (quando il pontefice lascerà la sua terra)».

Se pensiamo che a Nostradamus viene attribuita la capacità di aver predetto un incredibile numero di eventi nella storia del mondo, tra cui: la rivoluzione francese, la bomba atomica, l’ascesa al potere di Adolf Hitler e gli attentati dell’undici settembre del 2011, possiamo immaginare il perché di tanta inquietudine. Le predizioni di Nostradamus tuttavia sono scritte in maniera così ambigua che chiunque, a posteriori, potrebbe leggere in esse ciò che meglio crede. Per il dottor Brad Carter, alla base di molte leggende metropolitane ci sarebbe il nome stesso della stella, associato dai complottisti a qualcosa di diabolico. Betelgeuse deriva infatti dalla parola araba “Al yad Jauza”, frase che significa “La mano di Al-Jauza”, una donna misteriosa che controllerebbe l’ordine dell’universo.

Secondo l’astrofisico australiano gli effetti della supernova saranno tutt’altro che malefici; essa fornirà alla Terra tutti gli elementi necessari per la sopravvivenza e la continuità della vita, in quanto i neutrini formano tutto ciò che è nell’Universo, inclusi gli elementi pesanti (oro, argento, ferro). In poche parole il nostro suolo verrebbe rifocillato da una doccia benefica di particelle elementari, ben lontane dall’essere un segno dell’apocalisse. Pericolo scongiurato verrebbe a questo punto da dire. E invece, no. C’è un ultima cosa da cui ci si aspetta una risposta plausibile da parte della scienza e riguarda gli eventuali danni che le radiazioni elettromagnetiche e la grande quantità di raggi cosmici e gamma potrebbero provocare al nostro pianeta. Voci di corridoio parlano di distruzione dei sistemi satellitari, danni ai reattori nucleari, senza parlare di un considerevole innalzamento della temperatura atmosferica che trasformerebbe il pianeta in una terra arida.

Gli studiosi però rassicurano: alla distanza di 640 anni luce – tale è la distanza stimata di Alpha Orionis dalla Terra – il campo magnetico e l’atmosfera terrestre riuscirebbero a garantire un’adeguata protezione dai raggi cosmici e dai loro potenziali effetti deleteri. Sarà vero? In un’intervista esclusiva rilasciata a Media Inaf, il notiziario on line dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, Massimo Turatto, direttore dell’Osservatorio Astronomico di Padova, afferma: «Qualche preoccupazione ce l’avrei, almeno nelle prime ore. Oltre alla luce visibile, innocua, saremmo investiti da un flusso di radiazioni elettromagnetiche non visibili, in particolare raggi X e ultravioletti, che potrebbero teoricamente modificare l’atmosfera terrestre, ionizzandola e abbassandola. Da Betelgeuse ci arriverebbe una quantità di energia di questo tipo tra le 5.000 e le 10.000 volte superiore rispetto al Sole, ma essendo protetti dall’atmosfera, è difficile fare una stima quantitativa dell’impatto sulla salute e l’ambiente. Quasi certamente, un evento del genere manderebbe in tilt le telecomunicazioni satellitari e potrebbe bruciare i sensori delle camere montate sui telescopi spaziali, non tarati per radiazioni così intense».
Ciò che seguirà all’esplosione sarà esclusivamente uno spettacolo affascinante e suggestivo nonché una grande opportunità di studio per la ricerca scientifica.

L'esplosione di Betelgeuse può essere associata all' "Avvertimento" divino?


L’AVVERTIMENTO universale sarà un evento cosmico senza precedenti nella storia dell’umanità, un fenomeno di natura sconosciuta per la scienza; secondo molti veggenti si manifesterà come una LUCE, accesa nelle profondità del Cosmo e proveniente direttamente da Dio, che impressionerà la terra per circa 20 minuti. Sarà visibile dall’occhio umano ma sarà anche una forza invisibile che scuoterà la coscienza degli uomini, provocando forte turbamento dell’essere a livello emotivo, psicologico e spirituale ma che non produrrà nessun danno fisico diretto; pertanto, si potrebbe ben definire come “l’ultimo sforzo del cielo” affinché l’umanità prenda piena coscienza di Dio e del peccato, ampliando la dimensione spirituale e la comprensione dell’ENORME GRANDEZZA della distanza che ci allontana da Dio a causa dei nostri peccati.

In altre parole, questo Avvertimento universale metterà a dura prova la coscienza dell’umanità; non sarà quindi qualcosa che modificherà il corso degli eventi catastrofici che dovremo affrontare, ma piuttosto ci verrà data la possibilità di cambiare la nostra prospettiva di fronte a questa realtà, sarà un’opportunità di ottenere grandi benefici spirituali. 

Questo evento, ampliamente rivelato da Dio tramite molti strumenti intorno al mondo, in realtà non è di gran conoscenza pubblica e a sua volta è poco credibile dagli altri; sicuramente il lettore si chiederà perché mai qualcosa di tale enorme importanza è rimasto nel silenzio? Forse la risposta è che questo evento non è mai stato associato né alla scienza (poiché non rientra tra gli elementi tangibili) né alla religione (poiché si tratta di rivelazioni private) rimanendo quindi legato solo agli uomini di fede.

Alcuni dei messaggi trasmessi da Gesù e da Maria Santissima tramite anime elette nel corso del tempo, spiegano o fanno conoscere alcuni dettagli della loro sostanza, a proposito degli effetti che avranno sul genere umano e del tempo in cui si verificherà questo grande Avvertimento di Dio all’umanità. 

Occorre notare che questa conoscenza è conferita agli strumenti eletti sotto forma di espressione interiore, molto spesso accompagnata da visioni, o anche in forma mistica, ossia sperimentando l’evento nella sua essenza umana – spirituale, sentendo in questo modo gli effetti che questo Avvertimento produrrà e dando così l’idea della sua reale grandezza.

Da molto tempo si è a conoscenza di diverse rivelazioni da parte di veggenti autentici in merito a questo AVVERTIMENTO di Dio all’umanità, ma fu con le apparizioni di Garabandal che questo argomento incominciò a diffondersi nei cinque continenti, integrandosi in un contesto più ampio. Vediamo di seguito una breve sintesi di una delle apparizioni Mariane più straordinarie della storia.
Garabandal è un piccolo e umile villaggio situato in una zona montagnosa al nord della Spagna, dove ancora oggi sono conservati i segni della presenza della Santissima Vergine Maria in quasi 3000 apparizioni pubbliche tra gli anni 1961 e 1965 a quattro bambine tra gli 11 e i 12 anni, Conchita, Jacinta, Mari Cruz e Mari Loli.



Le profezie e i messaggi rivelati all’umanità attraverso queste bambine sono stati molti, ma a quel tempo fu l’annuncio di tre grandi eventi di carattere universale ad avere il maggior impatto.
Questi eventi sono stati annunciati da altri veggenti e rettificati in altre apparizioni Mariane, ossia: L’ANNUNCIO, IL MIRACOLO E IL CASTIGO o Purificazione. 

In base alla visione delle bambine, questo castigo sarà il più grande che ci sia mai stato e che mai ci sarà nella storia della terra e affliggerà tutta l’umanità. Per questo motivo, l’AVVERTIMENTO universale e il MIRACOLO lo precedono, per prepararci e darci un’ultima opportunità di conversione.

Il MIRACOLO di Garabandal si manifesterà poco dopo l’AVVERTIMENTO per confermare al mondo che l’AVVERTIMENTO viene da Dio e che non ci sono dubbi circa la sua essenza. 

Riportiamo qui di seguito alcune dichiarazioni fatte dalla principale veggente, Conchita González, che a quel tempo aveva 16 anni: 


* Che questo Avvertimento è collegato ad un fenomeno naturale; che il suo nome esiste nel dizionario e inizia con la lettera “A”.

* Che l’Avvertimento è qualcosa che viene direttamente da Dio e che sarà visibile contemporaneamente in tutto il mondo.

* Che sarà come una confessione dei nostri peccati e sarà visto e sperimentato tanto dai credenti quanto dai non credenti e dalle persone di qualsiasi religione.
* Che l’Avvertimento è una sorta di purificazione che ci prepara al Miracolo.
* Che è anche una specie di catastrofe che ci farà pensare ai morti, perché preferiremo essere morti prima di provare l’esperienza dell’Avvertimento.
* Che questo Avvertimento rappresenterà una lezione per la coscienza del mondo e coloro che non conoscono Cristo, ossia coloro che non sono cristiani, crederanno che ad un Avvertimento di Dio.
* Che quel giorno la cosa più importante sarà che tutte le persone nel mondo vedranno un segno, una grazia o un castigo all’interno del proprio essere, in altre parole un Avvertimento.
* Che in quel momento gli uomini si sentiranno completamente soli nel mondo, indipendentemente da dove si troveranno, da soli con la propria coscienza e davanti a Dio. Allora vedranno tutti i loro peccati e ciò che con essi hanno provocato. 
* Che ognuno percepirà in modo diverso questo evento, perché dipenderà dalla coscienza di ognuno e perché i peccati sono distinti da una persona all’altra. 
* L’Avvertimento sarà collegato a un fenomeno astrale, come due stelle che si scontreranno; questo fenomeno non produrrà danno fisico ma ci spaventerà, perché in quel preciso istante vedremo nelle nostre anime il danno da noi stessi provocato; sarà come essere agonizzanti, ma non moriremo per questo, anche se potremmo morire di terrore o per l’effetto che produrrà in noi guardarci nell’anima.
Le rivelazioni fatte in quel piccolo villaggio si mescolano con tante altre che si sono verificate nel corso del tempo in tutto il mondo. Esse ci danno la possibilità di confermare che tale AVVERTIMENTO giungerà come l’ultimo rintocco per l’umanità, la quale si ritroverà immersa in una profonda crisi planetaria.

ESPERIENZA MISTICA DI LUZ DE MARIA

Riportiamo qui di seguito il racconto della veggente Luz de María de Bonilla, che da oltre 25 anni riceve messaggi da Nostro Signore Gesù Cristo e dalla Nostra Santissima Madre, profetizzando e avvertendo l’umanità in merito ad eventi drammatici, molti dei quali si sono verificati con puntualità. Fa affidamento su un gruppo di sacerdoti che la seguono, restando nell’anonimato per volontà di Gesù fino a quando Egli disporrà di far conoscere la sua identità, anche se, data la velocità degli eventi, molti dei messaggi vengono rivelati all’umanità per disposizione del Signore. Ecco il racconto da lei fornito in merito alla sua esperienza personale di cosa avverrà durante l’Avvertimento Universale.

In modo molto particolare, il Signore mi ha fatto capire che comparirà una cometa che si avvicinerà alla terra; tutta l’umanità assisterà a questo evento e ciò farà sì che molte persone si accosteranno alla confessione per panico e non per pentimento. Apparirà un segno nel cielo, “UNA CROCE” per diversi giorni, le persone di fede sentiranno la necessità di confessare i propri peccati, di pentirsi; gli altri diranno che ciò è opera dell’uomo e si leveranno contro la Chiesa Cattolica, affermando che si tratta di uno stratagemma per spaventare l’umanità.

In mezzo a questa confusione e a un terremoto, comparirà l’AVVERTIMENTO, di cui Nostro Signore mi ha permesso di vivere una parte durante la Quaresima del 2008, mercoledì delle ceneri, che descrivo qui di seguito:

Ho sentito dentro di me un’ansia, come per un evento che si avvicinava ma che non sapevo definire … era come sgomento, qualcosa di angosciante che non ero in grado di descrivere, pensai che stava per accadere qualcosa, era qualcosa che faceva palpitare il mio cuore velocemente.


Sono trascorsi così circa 20 minuti, dopodiché l’ansia è aumentata, finché ho cominciato ad avere l’impressione che l’anima mi lasciasse, poiché poco a poco ho sentito una solitudine spaventosa che colmava non solo il mio essere spirituale ma anche il mio corpo terreno. Fino a quando è perdurata la sensazione di terribile solitudine, l’ansia mi ha costretto a camminare avanti e indietro e, siccome la solitudine era sempre più forte, ero pienamente consapevole che il mio essere stava rimanendo senza Dio, la mia anima era sconsolata, afflitta, camminavo cercando conforto ma non lo trovavo, la solitudine, il vuoto si facevano sempre più grandi, fino al momento in cui mi sono sentita impazzire, la mia anima era rimasta senza Dio! E come in un film, davanti a me sono iniziati a sfilare tutti i peccati, forse i più grandi mai commessi dagli uomini: ho sentito o, per meglio dire, stavo vivendo, perché era come se le sensazioni fossero le mie, le vivevo, ho sentito quello che passa per la mente, per il cuore, all’interno delle persone che si tolgono la vita, ho vissuto quei momenti precedenti al suicidio che fanno soffrire coloro che si tolgono la vita, ho sentito quello che prova un bambino quando sta per essere abortito, ho vissuto gli abusi degli esseri umani che vengono oltraggiati, ho vissuto la tossicodipendenza, la prostituzione, ogni tipo di peccato ha iniziato a susseguirsi uno dopo l’altro nella mia anima, la disperazione era terribile, dentro di me sentivo di non poter uscire di casa, poiché Dio mi aveva abbandonata. Stavo vivendo “L’ASSENZA TOTALE DI DIO”, un vuoto spaventoso che nulla può riempire, “qui gli uomini peccano e si pentono, ma non si sente il peso dell’offesa che causa il peccato, perché qui Dio è presente”. Mentre camminavo disperata vivendo quell’abbandono di Dio, così terribile, mi ricordai che mio marito aveva ancora Dio in sé, così andai a cercarlo nella sua camera e gli dissi: Per favore imponi le mani sul mio capo, ho bisogno che tu mi trasmetta Dio, perché mi ha abbandonato! Mio marito, spaventato, non sapeva cosa fare, così mi chiese: Cosa ti succede? Ed io gli risposi disperata: Dio non è più con me, mi ha lasciato, ti prego, infondimelo; era evidente che i miei lamenti scaturivano dal profondo del mio essere ed egli mi chiese: come devo pregare? Ed io gli dissi quello che doveva fare, purché mi trasmettesse Dio!... tutto questo fu davvero triste, amaro.
Egli pregò, ma il vuoto persisteva, credo di essere stata tentata dal demonio ad uscire di casa, a prendere l’auto per andare a cercare uno dei sacerdoti, ma dentro di me sapevo che uscire dalla mia casa avrebbe potuto essermi fatale, così mi stesi a terra con le braccia aperte a croce, supplicando Dio di tornare da me. In quell’istante, quindi, la Mia anima mi parlò! Sapevo che era la mia anima, mi disse alcune parole che io ripetei così come mi venivano dette e percepii che lo Spirito Santo si stava infondendo in me, mi sentii invasa da una pace che non avevo mai sperimentato prima, una pace che mi colmò, si infuse in me, sentii il petto traboccare finché qualcosa di fisico mi placò, una presenza che sento ancora oggi e che cinge il mio cuore.
Questo sarà l’AVVERTIMENTO, per esso le persone che vivono nel peccato diverranno come pazze e il demonio, in attesa, le indurrà al suicidio per impossessarsene, come prede prima che giunga il tempo della misericordia. “Per coloro che non vivono in Dio l’AVVERTIMENTO sarà il momento più terribile, insopportabile, durante il quale finiranno per consegnarsi nelle mani del demonio”, le sue schiere demoniache circonderanno le anime per rimproverarle del peccato in cui vivono e diranno loro che non otterranno il perdono di Dio.
Per i miti sarà il momento del pentimento, della grazia, poiché comprendendo il loro errore essi chiederanno perdono e si convertiranno, mentre coloro che già vivono nella grazia si sentiranno pervasi della presenza dello Spirito Santo. 
Sappiamo che i miscredenti attribuiranno all’AVVERTIMENTO una spiegazione scientifica, affinché l’umanità continui a vivere nell’errore, il peccato crescerà e ci saranno persecuzioni.
Da quel giorno la mia vita non è più stata la stessa, con l’AVVERTIMENTO Dio ci renderà consapevoli del peccato, non dimenticherò mai quel giorno, ho pianto nei momenti in cui non sentivo più Dio, non riuscivo nemmeno a pensare, perché l’assenza di Dio superava qualunque cosa, sentivo solo il vuoto e vivevo attraverso la mia carne i peccati che giungevano in successione, aumentando l’ansia e la solitudine. 
Nel momento in cui scrivo e quando ne parlo piango, piango perché il solo ricordo mi fa talmente soffrire che chiedo sempre a Gesù Nostro di non farmi mai più provare nulla di simile, perché credo che non potrei sopportarlo di nuovo. 
Questa è stata la mia esperienza personale riguardo all’AVVERTIMENTO, la trascrizione di questa esperienza di vita, di questo soffrire insieme a Gesù. Egli mi ha rivelato che “QUESTO È CIÒ CHE PROVERANNO LE ANIME AL MOMENTO DELL’AVVERTIMENTO, MA È SOLO UN’INEZIA RISPETTO A QUELLO CHE EGLI HA PROVATO NEL GETSEMANÍ PER I NOSTRI PECCATI”.
Si ripete un’esperienza simile quando Luz de María riceve un messaggio dalla nostra Madre Santissima, in cui viene annunciato l’approssimarsi dell’AVVERTIMENTO. Ecco il suo racconto:
L’esperienza dell’AVVERTIMENTO, da me vissuta recentemente tramite il messaggio di Maria Madre, è stata simile alla precedente, però quella volta l’intensità fu tale che ogni peccato mi si era presentato davanti, col suo grado di offesa a Dio, con il dolore che provoca in Dio e con il peso che rappresenta per tutta l’umanità; è stato un abbandono TOTALE di Dio, non solo a livello personale, in quel momento ho sentito il dolore del cosmo nel suo insieme mentre guarda Dio allontanato dalla Sua Creazione a causa della volontà umana.
In quel momento Gesù mi aveva fatto sentire espressamente ciò che tutti proveranno durante l’AVVERTIMENTO “L’ABBANDONO DI DIO, NON PER DESIDERIO DI DIO, MA PERCHE' IN QUEL MOMENTO SARÀ DIO CHE, ESAUDENDO IL DESIDERIO DELL’UOMO DI FARE USO DEL SUO LIBERO ARBITRIO, LO ACCONTENTERÀ ANCORA UNA VOLTA”
Le due esperienze sono molto simili, ma so che quella della Quaresima proveniva dalla Santissima Trinità e l’intensità del dolore era molto più forte, anche se l’essenza era la stessa, mentre quella del messaggio più recente proveniva dal dolore della Madre Nostra, che so essere un solo dolore con quello di Dio, poiché la Santissima Madre abbraccia la Trinità, quindi allontanarsi da Dio significa allontanarsi dalla Madre. Le due esperienze sono state molto forti, anche se la prima lo è stata maggiormente, ma vorrei che nessuna delle due si ripetesse!
Forse proprio grazie a queste esperienze misericordiose, combatto per cercare di fare attenzione a non cadere nel peccato e mi confesso quando posso, ma mi da pena offendere Nostro Signore, perché non desidero incontrarlo sapendo di averlo offeso.
PER QUANTO RIGUARDA CIÒ CHE GESÙ MI HA RIVELATO, NELL’AVVERTIMENTO, CHE È UN EVENTO COMPLETAMENTE INTERIORE, A LIVELLO DELLA COSCIENZA, CI SARÀ ANCHE UNA PARTE CHE AVRÀ A CHE FARE CON IL LIVELLO COSMICO, POICHÉ TUTTO IL COSMO DESIDERA PURIFICARSI, ESSENDO STATO CONTAMINATO DAL PECCATO DELL’UOMO. LA CREAZIONE, CHE È IN COMPLETA ARMONIA CON LA SANTISSIMA TRINITÀ, VUOLE LIBERARSI DELLA CONTAMINAZIONE DI CUI L’UOMO L’HA GRAVATA. 
Quindi so bene che, siccome Nostro Signore ci concede sempre tre possibilità, la terza volta che proverò quest’esperienza sarà durante l’AVVERTIMENTO e prego il cielo affinché io sia preparata per questa grazia.
Dopo le due esperienze in merito all’AVVERTIMENTO, sebbene, come ho detto, la prima superi quella che ho condiviso con il messaggio di Maria Madre, la visione e l’esperienza si presentano sempre come se fosse la prima volta e, chissà perché, quella del 2008 è stato un sentire a livello cosmico, mentre quella attuale era più improntata su un piano umano. Quando guardo Gesù e Lui mi parla, ogni volta per me è come la prima volta e la vivo con la stessa intensità con cui mi rivolgo a Maria Madre, ogni rivelazione è come se fosse la prima, è un totale innamoramento Divino. 
Non ci si potrà mai abituare, per lo meno io non posso abituarmi a guardare, provare, vivere l’Amore della Trinità e quello Materno. In ogni occasione è come se fosse davvero la prima volta. Questo è ciò che Gesù mi ha permesso di vivere in riferimento alla grazia per l’umanità, in seguito ci sarà una parte visibile a tutti, con il segno nel primo cielo. (2)Ho visto anche la Luce Santissima sull’umanità, che verrà a disperdere le tenebre che ricoprono con tanto peccato la terra e il cosmo, toccherà la coscienza dell’uomo e Dio si ritirerà per qualche istante, questa forza Divina si scontrerà visibilmente con la terra, si rispecchierà nel cielo e la terra tremerà...
Come accennato in precedenza sul modo in cui il cielo dona la conoscenza a molte anime elette, Luz de María ci ha trasmesso la sua esperienza mistica in relazione all’ANNUNCIO, un’esperienza straordinaria, dolorosa se si vuole, ma che ci permette di comprendere la dimensione di questo evento universale che si manifesterà tra breve, che è opportuno approfondire e capire in noi stessi.
Coloro che sono consapevoli della delicata situazione planetaria in tutti gli ordini, sapranno, non solo per semplice logica ma anche percependolo interiormente, che giungere a una presa di coscienza universale tramite una forma convenzionale, umana, per invertire nel breve periodo il modo di pensare e di agire dell’uomo, in mezzo alla mancanza di controllo morale, all’assenza di valori altruistici, alla mancanza di fede e al considerevole livello di distrazione, oggigiorno sarebbe un’utopia di fronte agli eventi drammatici che stiamo vivendo, pertanto c’è la possibilità logica di un INTERVENTO DIVINO, che darà una grande opportunità a tutta l’umanità di sostare durante il suo cammino, in modo da poter levare lo sguardo verso il Creatore.

MESSAGGI DATO A LUZ DE MARIA


MESSAGGIO DELLA BEATA VERGINE MARIA


20.10.2019

CIASCUNO DEI MIEI FIGLI VEDRÁ QUELLO CHE HA FATTO E QUELLO CHE HA ATTUATO PER IL BENE E QUELLO CHE NON HA FATTO E CHE NON HA ATTUATO PER IL BENE, VEDRÁ IL BENE CHE HA TRALASCIATO DI FARE E QUELLO CHE HA COMPIUTO. VIVRETE UN ESAME INTERIORE E QUANTO VI PENTIRETE DI NON AVER OBBEDITO!

MESSAGGIO DI SAN MICHELE ARCANGELO


15.07.2019

La confusione non si è fatta attendere, viene diffusa a partire dalle case, dall’interno della Chiesa, nei grandi e nei minimi dettagli della vita e gli angeli del male non perdono nemmeno un istante per aumentare il loro bottino. Questa è la generazione che proverà il grandioso atto di Misericordia Divina: L’AVVERTIMENTO accompagnato dall’evento che vi ho descritto in precedenti rivelazioni (un evento cosmico), durante il quale nessuna anima potrà impedire che si esamini da sé stessa, tutte le anime verranno indotte ad esaminarsi, così come le api vengono indotte verso il miele.

In ogni caso bisogna prepararsi spiritualmente anche attraverso delle letture che ci facciano capire la Genesi dell'umanità e i segreti che ancora nasconde per imparare ad affrontare la vita presente e quella futura spirituale ed eterna. A tal proposito consiglio questo libro "Il segreto della Genesi: la stirpe messianica e la stirpe del serpente" che trovate qui: http://www.lulu.com/spotlight/cinziapalmacciautrice123 o qui: https://126.news.blog/2020/01/25/il-segreto-della-genesi-la-stirpe-messianica-e-la-stirpe-del-serpente-dagli-angeli-caduti-ai-signori-del-nuovo-ordine-mondiale/