giovedì 30 maggio 2019

Educano i figli "troppo cristiani". Il governo gli toglie i bimbi

NELL'EUROPA SEMPRE PIU' MASSONICA E' SUCCESSO ANCHE QUESTO:

Nel 2016 in Norvegia i servizi sociali hanno separato i bambini dai loro genitori perché accusati di educarli troppo cristianamente


Il succo della storia è semplice: una famiglia cristiana che vive in Norvegia è stata privata dell'amore dei propri figli perché li educava "troppo cristianamente".



Una storia di discriminazione "religiosa" nell'Europa che dovrebbe dirsi cristiana. La vicenda di Ruth e Marius Bodnariu, lui rumeno e lei norvegese, ha sollevato le proteste di mezzo mondo, con campagne di sestegno internazionale. Insieme hanno 5 figli: Eliana (9 anni), Noemi (7 anni), Matei (5 anni), Ioan (2 anni) e Ezekiel (4 mesi).

Tutto parte da una segnalazione fatta dalla direttrice della scuola frequentata dalle bambine. Dopo una lite a scuola, la preside gli aveva fatto alcune domande sulla loro famiglia. Poi, nella nota inviata ai servizi sociali, aveva espresso preoccupazione per l'educazione religiosa delle bambine, definendo i genitori e i nonni come "cristiani radicali". "In questi casi per legge la direttrice doveva avvertire l'autorità - spiega ailGiornale.it Daniel, che conosce bene la vicenda ed è in contatto con la rete che ora sostiene i Bodnariu - Lei è una brava donna, non voleva fare del male alla famiglia. Il problema viene dopo, con l'arrivo dei servizi sociali". Il Barnevernet, che dipende da organi statali, infatti, è intervenuto portando via i figli alla famiglia.


"La direttrice non aveva mai riscontrato alcun problema scolastico né relazionale", ha dichiarato a Tempi.it l'avvocato Peter Costea, presidente della Alliance for Romania’s Families. Ma non è bastato. Dopo vari interrogatori (illegali) ai genitori e ai figli, il 16 novembre scorso i bambinisono stati prelevati a scuola e allontanati dai genitori. Poi sono stati inviati in diverse case famiglia. "Al padre ora servono ore per andare a trovarli tutti", aggiunge Daniel. Il neonato viene visto e allattato solo due volte a settimana. Matei e Ioan vengono visitati dalla madre solo una volta ogni 7 giorni. E le bambine non possono vedere mai i genitori. Solo il 18 febbraio si sono incontrati finalmente di nuovo tutti insieme. Intanto, però, è partito l'iter di adozione.

Nelle motivazioni dei servizi sociali si legge che "Marius e Ruth sono cristiani radicali che stavano indottrinando i loro figli". Una discriminazione assurda, ma reale, basata sul fatto che credono nella "punizione divina".

Dagli interrogatori dei servizi sociali sarebbero emersi anche maltrattamenti. Ma in una nota, i nonni hanno scritto che "possiamo assicurare che non abbiamo mai visto usare violenza contro i bambini. Non hanno mai alzato la voce. I piccoli non ci hanno mai detto che i genitori sono stati cattivi con loro". Una delle figlie avrebbe "confessato" di aver visto "sbattere un fratello come un tappeto" dal padre. Ma era una esagerazione "come succede in molti casi: tutti sanno che spesso i bambini esagerano".

In molti poi accusano i servizi sociali di aver manipolato i bimbi. E non solo. "Durante l’indagine di polizia - scrivono ancora i genitori di Marius - al padre di Ruth è stato chiesto se era consapevole del fatto che i bambini fossero esposti ad alcune pressioni (indottrinamento collegato alla fede cristiana)", poi quando ha iniziato ad analizzare in maniera complessa il problema educativo "gli è stato imposto di parlare solo di argomenti che riguardano la questione" della fede. Insomma, doveva spiegare se i genitori obbligavano i figli a credere in Dio. "Questo dimostra - concludono i nonni - che l’educazione cristiana dei bambini è ciò su cui verte il caso. È anche questa un’invenzione?"

Non lo è. E così, dopo molti mesi, i bambini sono ancora separati dai loro genitori "troppo cristiani".





Dieudonné e le reti dell’orrore: bambini uccisi dai potenti




Fate tacere quel comico: svela l’esistenza di reti di pedofili satanisti dietro i massimi vertici del potere. E’ il caso del controverso Dieudonné, nome completo M’bala M’bala, umorista francese di origine camerunense, balzato anche in Italia agli onori delle cronache per il suo presunto antisemitismo dopo la strage di Charlie Hebdo. Mesi prima era finito nelle indagini della magistratura francese, che aveva ordinato il boicottaggio del suo spettacolo “Il muro” nei teatri delle più importanti città. Durante lo show, scrive Federica Francesconi sul blog “La strage degli innocenti”, Dieudonné «denunciava apertamente le reti dei pedofili che agiscono in Francia indisturbate grazie alle coperture della classe dirigente del paese». Dopo la circolare emanata dal ministero dell’interno, che imponeva lo stop allo spettacolo che il comico avrebbe dovuto recitare in tutta la Francia, i teatri transalpini gli hanno revocato uno dopo l’altro il permesso andare in scena. «Alcuni movimenti e gruppi hanno denunciato l’intervento delle autorità francesi come un vero e proprio attacco alla libertà di espressione sancita dalla Costituzione». A preoccupare i censori erano «le rivelazioni che Dieudonné aveva fatto durante i suoi show satirici sull’esistenza in territorio francese di radicate e pericolosissime reti pedofile».


Non è difficile mettere fuori gioco Dieudonné, che è «dichiaratamente antisemita». La stessa Francesconi premette: «Non condivido tutto quello che il comico sostiene sugli ebrei». Ma il punto è un altro: la questione non riguarda “gli ebrei”, o meglio i sionisti, ma i bambini. Spesso sequestrati, violati e abusati. Torturati, e infine “sacrificati”. «Durante i suoi spettacoli il comico francese ha parlato più volte dei bambini che vengono violati durante disgustosi rituali sessuali praticati dai “grandi” di questo mondo», avverte la blogger. Per cui, «vi è il legittimo sospetto che questa possa essere la vera ragione dell’interdizione dei suoi spettacoli». In particolare, Dieudonné si è occupato del caso dei fratelli Roche: un caso di malagiustizia che in anni recenti ha suscitato molto clamore in Francia e ha fatto venire allo scoperto le strette connessioni tra pedofilia e magistratura deviata. I due fratelli, Charles-Louis e Diane Roche, hanno denunciato il coinvolgimento di politici e magistrati francesi in pratiche pedofile “controiniziatiche”, a cui pare fosse legato anche il loro padre, il magistrato di Tolosa Pierre Roche. La rivelazione: il potere di una magistratura “nera”, incaricata di insabbiare le indagini e proteggere gli “orchi”, tutti insospettabili.

Poco prima di morire di cancro, l’uomo aveva confidato ai figli il terribile segreto che per anni aveva custodito: l’esistenza di una costola deviata della magistratura, «il cui obiettivo segreto è di insabbiare tutte le inchieste e le indagini che provano l’esistenza delle reti pedocriminali e che tentano di fare luce sulle coperture istituzionali di cui i pedofili godono». Bingo: nel suo spettacolo, Dieudonné aveva ospitato uno dei due fratelli, Charles-Louis, «che ha potuto esprimersi liberamente in una sorta di monologo durante il quale ha denunciato i loschi traffici di cui è a conoscenza e in cui pare fosse implicato anche il padre». Il comico ha bollato senza mezzi termini le reti pedofile dell’orrore, definendole «reti sataniste», a capo delle quali vi sarebbe un «gruppo segreto», meglio conosciuto come «élite mondialista». Che cosa ha rivelato di così destabilizzante per i poteri occulti il figlio del defunto magistrato Pierre Roche? Durante lo spettacolo di Dieudonné, «Charles-Louis ha testimoniato sulle confessioni fattegli dal padre che riguardavano i crimini di cui si era macchiato durante l’esercizio della sua carica».

In particolare, in punto di morte, Pierre Roche avrebbe «rivelato al figlio di aver partecipato a delle orge nella regione di Tolosa, in compagnia di altre personalità francesi altolocate». Durante queste orge «i partecipanti abusavano di prostitute, di vagabondi rapiti per strada e di bambini». Attenzione: erano «orge che finivano sempre con l’uccisione rituale delle piccole vittime, dopo averle sottoposte a ogni tipo di tortura». Federica Francesconi definisce quelle atroci serate «cerimonie controiniziatiche». Un’allusione precisa: viene chiamato “contro-iniziato” un soggetto che abbia ricevuto un’iniziazione esoterica (per esempio massonica) e che poi faccia un uso distorto, capolvolto, delle conoscenze che gli sono state trasmesse. Per la massoneria democratico-progressista sono “contro-iniziati” gli uomini del massimo potere, aderenti a superlogge internazionali che nei fatti rinnegano gli ideali della stessa tradizione massonica (libertà, uguaglianza, fratellanza) per “pervertire” in senso neo-oligarchico l’ordine mondiale, retto da una casta più o meno occulta di super-potenti, assolutamente reazionari, contrari cioè ai diritti, al benessere e al progresso del 99% della popolazione.

Per alcuni di essi si tratta di una vera e propria forma di religione, scrive Gianfranco Carpeoro nel saggio “Dalla massoneria al terrorismo”, in cui illustra la dottrina ottocentesca del marchese Saint-Yves d’Alveidre: in base alla teoria della “sinarchia”, l’élite (“illuminata” per auto-elezione) ha il diritto-dovere di governare le masse, visto che il popolo – rozzo e ignorante – non avrebbe gli strumenti per decidere da sé. In altre parole, la democrazia è una bestemmia. E proprio allo svuotamento sostanziale della democrazia si è dedicata l’élite eurocratica, che secondo Dieudonné è anche rigorosamente pedofila. Uccidere un bambino mediante un sacrificio rituale significa “uccidere” il futuro che non ti piace, quello degli altri, al tempo stesso propiziando il tuo: lo sostiene Giuseppe Genna, tra le pagine del romanzo “Nel nome di Ishmael” che svela una realtà abominevole: quella dell’omicidio “rituale” dei bambini, abusati dai pedofili, come viatico “magico” per sanguinosi attentati politici organizzati dall’oligarchia tramite settori deviati dei servizi segreti. Un incubo, simile a quello descritto da Charles-Louis Roche nello spettacolo di Dieudonné. E quelle orge francesi, dice il figlio del giudice, erano quasi sempre filmate, «verosimilmente per ricattare a vita i partecipanti», ne deduce la Francesconi.

«I partecipanti alle serate orgiastiche erano tutti membri della massoneria deviata francese la quale, tramite i filmati, teneva sotto scacco i suoi affiliati per obbligarli a lasciarsi manovrare nell’esercizio dei rispettivi ruoli pubblici», aggiunge la blogger. «La testimonianza dei due fratelli Roche è molto importante perché per la prima volta, tramite i suoi figli, un notabile, uno dei membri di questi gruppi occulti che governano i sistemi istituzionali di quasi tutti gli Stati, viola il voto di segretezza e omertà a cui è obbligato per rivelare al mondo i segreti inconfessabili dell’élite satanista». La terribile ricostruzione è proposta anche da un documentario su Dieudonné ripreso da YouTube. Il documento conferma che Charles-Louis Roche ha approfittato dell’ospitalità del comico per rendere pubblica la testimonianza del genitore, e quindi denunciare l’esisternza delle «reti dell’orrore» delle quali padre, magistrato di alto grado, è stato membro, prima di morire. O meglio: «Prima di essere assassinato», si afferma, sostenendo che il giurista non sarebbe morto in modo naturale. E dai media «silenzio totale», visto che gli organi di stampa «eseguono gli ordini».




Secondo Charles Louis-Roche, l’ideologia del gruppo cui aveva appartenuto il padre «consiste in un progetto culturale, a cominciare dalla legge, dalla morale e dalla discendenza che ha come scopo la violazione, la tortura e la morte di bambini di età compresa tra i pochi mesi di vita e i 10 anni». Ne parla anche la sorella, Diane Roche: «Reti pedofile, sataniste e mafiose all’interno delle quali dei bambini vengono filmati e contemporaneamente torturati, violati e uccisi». Nello spettacolo di Dieudonné, Charles-Louis Roche ha dichiarato che il padre gli aveva rivelato che a tali reti pedofile «appartengono esponenti del mondo della politica, gli editori, la finanza, i medici». Quali sono le attività di questi circoli? «Consistono nell’organizzare serate estreme, alcune delle vere e proprie rappresentazioni teatrali, che sono di due tipi». Il primo tipo consiste in una “storia della pesca di Cristo”, forse un rituale controiniziatico: «Per festeggiare la Natura, la serata degenera nel sadomasochismo e nel consumo di stupefancenti, che servono per aumentare il piacere dei partecipanti e che costituiscono un doppio premio». Vengono utilizzate anche prostitute e ragazze provenienti da famiglie disagiate: «Sono le candidate ideali per sparire senza lasciare traccia».


E chi sarebbero i protettori di queste reti pedofile? Charles-Louis Roche elenca i nomi di 71 magistrati francesi attualmente in carica: li definisce «corrotti» e sostiene che facciano «esattamente ciò che il potere politico ordina loro di fare». Dentro a queste reti esisterebbe un metodo comune di dissuasione, per evitare che troppe verità scomode vengano divulgate. «Questo metodo – denuncia il documentario – consiste nell’ostacolare e nel ricorrere a minacce molto dissuasive per ridurre al silenzio grandi uomini come Dieudonné, il belga Marc Vervloesem ed altri, che hanno rivelato alcune verità e che quindi costituiscono per questi mostri, questi assassini di bambini, un pericolo». Costoro avrebbero «minacciato di rapire i figli di Dieudonné, che ha contribuito a denunciare queste reti pedofile sataniche». Aggiungono gli autori del video: «Sono perfettamente al corrente che Dieudonné conosce l’esistenza di queste reti pedofile, che ha contribuito a denunciare». Si parla di personaggi potentissimi e protetti da impunità assoluta: «Sono coloro che attualmente detengono il potere sulla Terra». Le chiavi del potere, per loro, sarebbero «l’adorazione di Moloch, una delle rappresentazioni di Lucifero simboleggiato da un gufo o da una civetta», nonché il più prosaico «controllo privato della moneta».

«Secondo i loro precetti satanici – continuano i documentaristi francesi – l’adorazione del diavolo deve manifestarsi attraverso rituali e cerimonie che coinvolgono bambini, rituali che si rivelano alla presenza di alcuni simboli che li rappresentano». Il filmato accusa in particolare un prestigioso avvocato di origine ebraica, Alain Jacubowicz, che avrebbe minacciato Dieudonné, invitandolo (sinistramente) a «ridere bene con i suoi figli». Jacubowicz è il presidente della Licra, la Lega antirazzista francese, specializzata nella lotta contro l’antisemitismo, che «ha fatto di Dieudonné il bersaglio preferito di una diffamazione mediatica imbastita per screditare il comico e le sue denunce pubbliche contro i poteri occulti», scrive Federica Francesconi. «Jacubowicz è anche colui che ha difeso il B’nai B’rith e il Concistoro israelita durante i processi “Barbie”, “Touvier” e “Papon”, criminali e torturatori nazisti che durante la Seconda Guerra Mondiale si resero responsabili dell’uccisione di migliaia di ebrei». Il B’nai B’rith è un’associazione ebraica di stampo massonico, mentre il Concistoro israelita è l’istituzione rappresentativa degli ebrei di Francia.

Quindi Jacubowicz è uno dei massini rappresentanti della comunità ebraica francese, «ma non un personaggio esattamente limpido se, come denunciato da Dieudonné, in un’aula del tribunale, davanti a decine di persone, ha minacciato di nuocere ai suoi figli pronunciando quell’inequivocabile frase dal sapore satanista», aggiunge Francesconi: “ridere bene coi propri figli” può essere un’allusione ai riti infernali di chi “ride” uccidendo bambini? «Ma si sa: a certi personaggi è permesso dire di tutto», aggiunge Francesconi. Certi big «godono dell’immunità pressoché integrale della magistratura», quindi non temono che il loro prestigio sociale possano essere scalfito. «E’ curioso che pochi mesi prima della strage del presunto commando jihadista contro la redazione di Charlie Ebdo, in Francia un disegnatore satirico, Plantu, sia stato assolto in un processo che lo vedeva accusato di incitamento all’odio religioso e alla violenza», aggiunge la blogger, dopo aver disegnato in una vignetta l’allora pontefice Benedetto XVI nell’atto di sodomizzare un bambino. Palntu era stato assolto: quella vignetta «era soltanto una denuncia dell’omertà e del silenzio dei vertici ecclesiastici sul fenomeno sommerso della pedofilia nella Chiesa», e non già un atto di accusa indiscriminato contro tutti i cattolici. «Peccato che la stessa libertà di espressione non venga riconosciuta anche a Dieudonné, forse perché, a differenza di Plantu, punta il dito contro l’onnipotente e tentacolare comunità ebraica? A voi la risposta».

(N.b. Dieudonné tradotto significa "Dato da Dio". E Lui vuole sempre che la verità venga a galla per mezzo dei suoi strumenti)

VEDI PURE QUESTO VIDEO:



Orrore indicibile: la polizia ritrova 123 bambini scomparsi


BAMBINI RAPITI E SEGREGATI PER IL TRAFFICO DI ORGANI, RITI SATANICI E PORNOPEDOFILIA

Rapiti e poi “parcheggiati”, in attesa di essere massacrati. La polizia di Detroit li ha ritrovati tutti insieme: 123 bambini. Erano «in un grave stato di denutrizione e di sofferenza psicologica», scrive l’“Huffington Post”. Tuttavia, «dagli accertamenti svolti non sembrerebbe che siano stati vittime di violenze sessuali». Gli agenti hanno impiegato molte ore per rintracciare le loro famiglie e riconsegnare i piccoli, sequestrati nei giorni precedenti. Secondo il “New York Post”, gli inquirenti stavano indagando «su una rete di rapimenti di minori che poi venivano coinvolti in traffici sessuali». Quello che sorprende, di queste notizie – osserva Paolo Franceschetti – è che vengono date di sfuggita: «Poche righe, liquidate come se si trattasse di una notizia del tipo “Belen ha un nuovo fidanzato”. Il sindaco di Riace, reo di aver favorito (non si sa poi se vero o no) l’immigrazione clandestina, ce lo rifilano su tutti i giornali e in tutte le salse». E i bambini scomparsi, invece? E i nomi delle persone arrestate o coinvolte nella vicenda? In America, aggiunge Franceschetti, scompare un numero incredibile di minori. «Le pareti di autogrill e supermercati sono spesso tappezzate dalle foto e di persone scomparse nel nulla, da un momento all’altro, come se niente fosse».


I piccoli appena ritrovati a Detroit? «Destinati ad essere impiegati nel mercato del sesso, ma anche degli organi e dei riti satanici». Se da noi scompaiono ogni anno senza essere ritrovati centinaia di minori, in altri paesi europei la situazione è ancora peggiore: solo in Francia, quest’anno, i bambini spariti sono 1.238. Che fine fanno? Sul blog “Petali di Loto”, Franceschetti – avvocato, indagatore dei misteri italiani come quello del Mostro di Firenze – punta il dito contro il satanismo e le potentissime organizzazioni pedofile: nel mondo si calcola che ogni anno scompaiano circa 100.000 bambini. Un caso particolarmente doloroso riguarda i bambini figli di extracomunitari non registrati ufficialmente, e quelli che vengono “comprati” già da prima della nascita: «Si paga una coppia in difficoltà affinché faccia nascere un bambino e lo consegni all’organizzazione che lo richiede; è il modo più sicuro; non lascia alcuna traccia del delitto commesso e il bimbo scompare nel nulla e mai comparirà neanche nelle statistiche». Il loro destino? «Molti finiscono nel traffico di organi». Alcuni vengono utilizzati per i “giochi di morte” filmati negli abominevoli “snuff movies”, altri ancora diventeranno super-soldati, psicologicamente “riprogrammati”.

Ma il posto d’onore, nella strage silenziosa dei piccoli, è occupato proprio dalle reti pedofile: «Sono organizzate a livello internazionale e coperte da capi di Stato», sostiene Franceschetti: in alcuni casi, a tirare le fila di questa realtà sono proprio i soggetti istituzionali che dovrebbero invece tutelare la sicurezza dei bambini. Franceschetti allude a magistrati, autorità di polizia, funzionari dell’Onu. «Molte delle organizzazioni antipedofilia e dei centri che accolgono i bambini abbandonati, poi, non sono altro che trappole ben congegnate per accalappiare i malcapitati che cercano aiuto». Le prove? «Ce ne sono a bizzeffe, ma il quadro – sostiene Franceschetti – va ricostruito come un immenso puzzle». Fece epoca il caso del serial killer belga Marc Dutroux, ribattezzato “il mostro di Marcinelle”. Una storia dell’orrore, rievocata nel libro “Tutti manipolati”, pubblicato da “Stampa Alternativa” e scritto da un coraggioso gendarme belga, Marc Toussaint, che aveva partecipato alle indagini per poi esserne estromesso perché “troppo ligio al dovere”. Tentarono anche di farlo fuori, provocandogli un incidente in moto. Il libro, documentato e basato sugli atti dell’inchiesta, racconta di come nel caso Dutroux furono coinvolti cardinali, ministri, e addirittura il Re del Belgio, Alberto II.

Nel 1996 scomparve una bambina belga, Laetitia. Le indagini individuarono il rapitore: Dutroux. Il pedofilo aveva ucciso almeno sei bambine, ma ci vollero otto anni prima di giungere al processo. Nel frattempo, due bambine erano state rinchiuse in casa Dutroux, «ma i depistaggi della gendarmeria e della magistratura fecero sì che le bambine non venissero trovate durante le perquisizioni». La scoperta avvenne fuori tempo massimo: le piccole erano già morte. L’inchiesta, ricorda Franceschetti, portò ad individuare come mandanti personaggi di altissimo livello, che arrivavano fino al coinvolgimento personale del sovrano belga. L’organizzazione era dedita a “snuff movies” e ad attività come «il gioco del gatto e del topo, che a quanto pare è una costante di queste organizzazioni». Ma giornalisti e inquirenti che seguivano il caso persero la vita: «Incidenti e suicidi, ovviamente». E così, «tutto venne messo a tacere dalla magistratura e dalla gendermeria».

Dall’Europa agli Usa: un ex agente segreto ha salvato dagli abusi e dal controllo mentale una delle vittime di queste organizzazioni, Cathy O’Brien. Dopo essere sfuggiti più volte alla morte, lo 007 e la ragazza sono riusciti a scrivere due libri: “Accesso negato alla verità” (Macro edizioni) e “Trance-formation of America”. In quest’ultimo, spiega Franceschetti, si narra di come l’organizzazione che abusava la donna facesse capo addirittura al presidente degli Stati Uniti, George W. Bush. «Si narra dei legami di Bush e Clinton con i signori della droga, si narra dei legami con le organizzazioni pedofile e con quelle sataniche». In particolare si evidenziano i legami di Bush e Clinton con il “Tempio di Seth”, che è «la più potente organizzazione satanista ramificata a livello internazionale». La fondò Michael Aquino, un ex ufficiale dell’esercito statunitense molto amico di Bush. «Stupri, omicidi, pedofilia, droga, satanismo… tutto narrato nero su bianco, con nomi e cognomi».

Stati Uniti, Europa e anche Africa: tempo fa, aggiunge Franceschetti, in Ciad vennero arrestate per pedofilia e commercio di esseri umani alcune persone – appartenenti all’organizzazione “L’Arca di Zoe” – che stavano portando in Francia 103 bambini. «Che fine dovessero fare quei bambini non si sa», ma l’allora presidente Sarkozy andò personalmente a trattare la liberazione degli arrestati per riportarli in patria. Gli operatori fermati avevano dichiarato che i bambini erano orfani provenienti dal Darfur. «Poi si è scoperto che erano figli di famiglie del Ciad, e i genitori erano ancora viventi». Da notare che “L’Arca di Zoe” «era sotto inchiesta anche in Francia, sospettata di trafficare in bambini per scopi tutt’altro che leciti». Non che da noi non esistano, retroscena analoghi: anzi, «in Italia inchieste così eclatanti non sono neanche mai iniziate». O meglio: quelle avviate «non sono state divulgate», sostiene Franceschetti: «Nel 2006 venne arrestato un avvocato romano, Alberto Gallo, per pedofilia. I giornali riporteranno la notizia come se si trattasse di un pedofilo isolato, ma in realtà faceva parte di un’organizzazione internazionale». Lo stesso Dutroux, in Belgio, era solo una pedina di queste potenti reti senza frontiere.

Nel suo romanzo “La Loggia degli Innocenti”, il commissario Michele Giuttari – fermato a un passo dall’aver risolto il giallo del Mostro di Firenze – descrive un’organizzazione pedofila che fa capo al procuratore fiorentino, a cui (nella fiction) dà un nome non casuale: Alberto Gallo. «In altre parole, Giuttari lega chiaramente l’ex procuratore di Firenze Piero Luigi Vigna alla rete pedofila che era sotto inchiesta in quel periodo». E il nome della “loggia” allude chiaramente all’Ospedale degli Innocenti, «storico palazzo fiorentino dove da secoli è ospitato un centro che tutela i minori abbandonati». Un puzzle infinito, che coinvolgerebbe capi di Stato e ministri, teste coronate, ma anche «militari, magistratura e forze dell’ordine», senza contare i cardinali che negli Usa sono oggi al centro di un clamoroso scandalo, con migliaia di minori abusati. Il guaio, dice Franceschetti, è che il fenomeno “pedofilia internazionale” (con la variante del satanismo) è costantemente negato da quelli che sono «i massimi garanti del sistema in cui viviamo», alcuni dei quali poi finiscono in televisione, consultati come “esperti”. Franceschetti ricorda le parole che gli rivolse il figlio di un boss della ’ndrangheta: «Da noi c’è più legalità e giustizia. In Calabria e in Sicilia i bambini non si toccano; da voi al Nord, invece sì».

Quella che può sembrare una follia oggi può assumere un terribile significato. La gente comune, dice Franceschetti, non si stupisce più di tanto se scopre che i vertici della politica hanno contatti organici con la mafia, ma non potrebbe tollerare lo spettacolo dell’altro orrore – quello perpetrato ai danni dei minori scomparsi. «Siamo disposti ad accettare che si scatenino guerre da milioni di morti in Iraq, Afghanistan, in Africa. In fondo, quelli sono negri. Che ce ne importa? Basta che non ci tolgano la partita di calcio della domenica. Ma probabilmente – aggiunge Franceschetti – se si venisse a sapere la verità sui bambini scomparsi, nessuno potrebbe reggere ad un simile shock. E allora sì, forse qualcuno comincerebbe a capire che il mondo in cui viviamo non funziona esattamente come i giornali e i mass media in genere ce lo descrivono». Ecco perché, probabilmente, quella realtà resta avvolta in tanta, misteriosa segretezza. E se la polizia ritrova 123 bambini in un colpo solo, i media archiviano la notizia “en passant”, senza scavare per capire cosa si nasconde dietro quell’enormità.

PAPA FRANCESCO UN MASSONE ROTARY DAL 1999


"Il corpo mistico sulla terra oggi avrà il suo Giuda Iscariota e sarà il falso profeta, Satana lo recluterà tra i nostri vescovi " . 

-Venerabile Arcivescovo Fulton J. Sheen


L’ 11 gennaio 1951, il Vaticano emanava un decreto che vieta ai membri del clero di appartenere a un’associazione di club del Rotary. Secondo il Decreto, ai laici è permesso aderire purché aderiscano alle disposizioni stabilite nel Diritto Canonico, ma ai sacerdoti è esplicitamente vietato appartenere al Rotary o partecipare alle loro riunioni. The WILD VOICE continua a ricercare questo, ma al meglio delle nostre conoscenze in questo momento il Decreto non è mai stato ufficialmente revocato, annullato o annullato . Siamo più interessati a fornire informazioni veritiere e accurate e quindi ora di raggiungere e chiedere con rispetto eventuali parti qualificate (avvocati Canon, storici del Vaticano, ecc.) possono contattarci se sono a conoscenza di qualsiasi documentazione credibile che specifichi esattamente in quale data e dalla cui autorità questo decreto papale sia stato ufficialmente annullato o modificato, se mai lo fosse stato. Provvederemo all’aggiornamento e alla modifica immediata di questo articolo in base alle nuove informazioni verificabili.



Qui di seguito è riportato il testo integrale del decreto papale emesso l’11 gennaio 1951.


Decreto papale – Papa Pio XII 
11 gennaio 1951 
Pubblicato per la prima volta nell’Osservatore Romano, quotidiano della Città del Vaticano 
(traduzione inglese qui sotto dell’arcidiocesi di Chicago) 
“La suprema sacra congregazione del sacro ufficio: un decreto, mercoledì 20 dicembre 1950. 
“Alla Congregazione Suprema è stata posta la domanda se i cattolici possono essere membri dell’associazione comunemente chiamati” club del Rotary “. 
Dopo aver verificato l’opinione dei Rev. Rev. Padri Consultori, le loro Eminenze Cardinali, incaricate di salvaguardare la fede e la morale, decretarono nel loro incontro plenario di mercoledì 20 dicembre 1950 come segue:
I membri del clero non possono appartenere a un’associazione di club del Rotary o partecipare alle sue riunioni; i laici devono essere sollecitati ad osservare le disposizioni del canone 684 del diritto canonico. 
E il 26 dello stesso mese e anno, Sua Santità Papa Pio XII approvò la risoluzione e ordinò che fosse pubblicata, dopo averla ascoltata in un’udienza concessa a Sua Eccellenza l’Assessore al Sant’Uffizio. 
Dato a Roma negli uffici del Sant’Uffizio l’11 gennaio 1951. 
Marino Marani, Notaio della Suprema Sacra Congregazione del Sant’Uffizio. “


PAPA FRANCESCO, MEMBRO DEL ROTARY CLUB DAL 1999

Papa Francesco , mentre era ancora l’Arcivescovo Jorge Mario Bergoglio di Buenos Aires, è stato eletto e ha accettato l’iscrizione onoraria al Rotary Club nel 1999. Questo fatto è mostrato con orgoglio sul sito web del Rotary Club , e qui sotto vedrete una copia dell’Arcivescovo La lettera di riconoscimento e accettazione di Jorge Bergoglio a Juan Carlos Becciu, presidente del Rotary Club di Buenos Aires (insieme a una traduzione inglese del testo).



CATTOLICESIMO E ROTARY – ANCORA UNA DOMANDA APERTA?


Rotary International spiega la relazione del Rotary Club e della Chiesa cattolica in un articolo del sito Web intitolato “Cattolicesimo e Rotary” (sotto). In modo errato afferma che Papa Pio VI si rivolse al Rotary Club nel 1970 ( Papa Pio VI morì nel 1799 ). Abbiamo trovato un discorso pronunciato da Papa Paolo VI ai partecipanti alla conferenza del Rotary International in Italia il 20 marzo 1965 ( The rotarian , June, 1965 issue), e anche a Roma nel novembre del 1970 e ancora a Milano nel 1974. Tuttavia, non c’è alcuna prova in nessuno dei suoi discorsi che abbia effettivamente e formalmente invertito il decreto papale di Papa Pio XII che vieta i sacerdoti appartenenti al Rotary. 
Come sottolinea l’articolo, è vero che Papa Giovanni Paolo II ha parlato con i membri del Rotary International in Italia nel 1979 e (come parte di un più ampio incontro con altri gruppi) nel 2000. In nessun posto in questi discorsi, però, dice che il divieto dei preti cattolici di appartenere al Rotary International era mai stato revocato. Un’importante distinzione dovrebbe e deve essere fatta tra l’assegnazione di un discorso a un gruppo di persone e la detenzione o l’approvazione dell’appartenenza a un’organizzazione. Papa Giovanni Paolo II ha anche parlato alle associazioni bancarie e ai partecipanti alla conferenza sulla ricerca spaziale in un momento o nell’altro, ma questo ovviamente non lo rende né un banchiere d’investimenti né un astronauta.
Papa Francesco è il primo Papa conosciuto a ricevere e accettare l’ iscrizione al Rotary Club . 
L’articolo afferma inoltre che The Catholic Truth Society ha dichiarato che “il Rotary non è né segreto né sedizioso “.Tuttavia, The Catholic Truth Society è solo una casa editrice con sede a Londra e, naturalmente, non detiene un’autorità reale della Chiesa per invertire un decreto papale. 
Sarebbe logico presumere che, se davvero il Rotary Club fosse stato in grado di dimostrare concretamente che il decreto pontificio del 1951 che proibiva espressamente il clero dall’appartenenza al Rotary Club fosse mai stato ufficialmente ribaltato, allora certamente lo menzionerebbero. Non lo fanno.




Il problema sembra essere iniziato in Spagna nel 1928, quando un vescovo ha accusato il Rotary che non era altro che una nuova organizzazione satanica. La chiesa ha anche criticato e condannato il Rotary per aver mostrato un concetto di vita di servizio senza riferimento all’insegnamento della chiesa. In effetti, sembra che la chiesa credesse che fosse una società segreta con sfumature quasi religiose. Per qualsiasi motivo, il Vaticano prese le redini e nel 1929 emise un decreto che “non è opportuno” che il sacerdote cattolico partecipasse al Rotary come membri o ospiti. Questo decreto e la sua applicazione erano preoccupanti per molti cattolici del Rotary, non ultimo il presidente del RI Tom Sutton, che era cattolico.

Articoli critici e a volte dispregiativi apparivano regolarmente sui giornali cattolici. I tentativi di Sutton di convincere il Segretario di Stato in Vaticano erano infruttuosi e gli articoli anti-rotariani continuarono a essere pubblicati.

Gli errori fattuali si dimostrarono falsi e nel 1933 ci fu uno sbalzo d’umore in Vaticano. Ai preti veniva ora concesso di usare la loro discrezione per frequentare o addirittura aderire al Rotary. Ciononostante, uno dei risultati dell’atteggiamento della chiesa fu un lento sviluppo del Rotary in paesi prevalentemente cattolici come l’Irlanda.

La pace inquieta continuò fino al 1951, quando un altro decreto del Vaticano avvertì i sacerdoti che non avrebbero dovuto unirsi al Rotary e che i fedeli dovevano essere a conoscenza di organizzazioni sediziose e sospette.

Ma il mondo stava cambiando e il decreto provocò un’immediata reazione rabbiosa tra gli altri, dall’allora presidente cattolico e del RI Arthur Laqueux, e persino dal Rotariano, vescovo cattolico di Fort Wayne, che dichiarò pubblicamente il decreto “assolutamente incomprensibile”.

Ben presto, il Vaticano ha cominciato a reagire e alla fine del decennio la Catholic Truth Society è stata in grado di dichiarare che il Rotary non è né segreto né sedizioso. A poco a poco c’è stato un disgelo nel rapporto tra la chiesa e il Rotary. Nel 1970 Papa Pio VI si rivolse ai Rotariani in Italia e nel 1979 Papa Giovanni Paolo II parlò alla convention del Rotary International a Roma lodando molti dei programmi umanitari del Rotary. Successivamente, Papa Giovanni Paolo II accettò una borsa di studio di Paul Harris e un premio per la comprensione e la pace del mondo.

Infine, prima di diventare Papa Francesco, l’allora cardinale Jorge Bergoglio accettò l’iscrizione onoraria al Rotary Club di Buenos Aires.


‘GIUBILEO ROTARIANO’ – AL POPE FRANCIS INVITATION

Secondo la Radio Vaticana, quasi 9.000 membri del Rotary hanno partecipato all’udienza del Giubileo in Piazza San Pietro su invito di Papa Francesco. Il Rotary ha inaugurato il Giubileo Rotariano il giorno prima con una conferenza sulle sfide che i rifugiati stanno affrontando in tutto il mondo.

La conferenza è stata organizzata dal Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati – in collaborazione con Rotary, UNHCR e WFP – e intitolata “Aiutare i rifugiati a ricominciare”. 
Ravindran, presidente del Rotary International, ha definito Papa Francesco un modello per i Rotariani , dicendo ” sta facendo esattamente quello che ogni Rotariano dovrebbe fare, quindi vediamo una grande sinergia di pensiero con questo Papa, ed essere qui, ricevere la sua benedizione, Penso che per noi sia qualcosa di meraviglioso. “

Il Servizio dei Gesuiti per i Rifugiatiha anche riferito sul “Giubileo dei Rotariani” sul loro sito web: “Roma, 22 aprile 2016 – Il 29 aprile, presso l’Università LUMSA, don Thomas H Smolich SJ, Direttore Internazionale del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati (JRS) parlerà in una tavola rotonda ospitato dal Rotary International per discutere dei bisogni e delle sfide dei rifugiati e di soluzioni sostenibili. Fra Smolich interverrà con Carlotta Sami, portavoce dell’Ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati per l’Europa meridionale, e John Hewko e KR Ravindran, Segretario generale e Presidente del Rotary International rispettivamente, per discutere il tema “Aiutare i rifugiati a ricominciare”. La conferenza è l’evento di apertura del programma Giubileo dei Rotariani, organizzato per i Rotariani di tutto il mondo per l’Anno della Misericordia.Il programma proseguirà con un’udienza privata con il Papa sabato 30 aprile. “

I MASSONI E PAPA FRANCESCO

Padre Linus Clovis ha recentemente affermato quanto segue in un discorso su “L’effetto Francis”:
“Mi sono imbattuto in una citazione di qualcuno che lo ha conosciuto (Papa Francesco) in Argentina.” Apparentemente, ama essere amato da tutti e piacere a tutti, quindi un giorno potrebbe fare un discorso in TV contro l’aborto, e il giorno dopo, nello stesso programma televisivo, benedire le femministe pro-aborto in Plaza de Mayo, può fare un discorso meraviglioso contro i massoni e, poche ore dopo, cenare e bere con loro nel Rotary Club. “Allora, come si può prendere una decisione su un uomo come questo, che è amico di tutti?”


Papa Francesco sulla copertina del Times massonico

Va anche ricordato che in data 14 Marzo 2013 , proprio il giorno dopo l’elezione di Papa Francesco, il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia Loggia Massonica ha tenuto un discorso congratulandosi con Jorge Bergoglio sulla sua vittoria. Le parole del muratore di alto livello, un giorno dopo l’uscita di “Papa Francesco” nel mondo, sembrano altamente improbabili e persino misteriosamente profetiche, per usare un eufemismo:


”Un uomo dei poveri e lontano dalla Curia. Fraternità e dialogo sono le sue prime parole concrete: forse in nuova Chiesa niente sarà più come prima . E ‘nostro auspicio che il pontificato del Francesco, il papa che ‘deriva dal termine del mondo “può significare il ritorno della Parola-Chiesa contro l’istituzione-Chiesa, promuovendo un rapporto aperto con il mondo contemporaneo, con i non credenti e non attraverso la primavera del Vaticano II”. Il gesuita che è vicino all’ultima storia ha la grande opportunità di mostrare al mondo il volto di una Chiesa che deve recuperare l’annuncio di una nuova umanità, non il peso di un’istituzione protetta in difesa dei propri privilegi. Bergoglio conosce la vita vera e ricorderà la lezione di uno dei suoi teologi storici, Romano Guardini, che ha detto che la verità e l’amore non possono essere separati. La semplice croce che indossava sulla sua maglia bianca ci fa sperare che una Chiesa del popolo possa ritrovare la capacità di dialogare con tutti gli uomini di buona volontà e con la Massoneria libera che, come insegna l’esperienza dell’America Latina, lavora per il bene comune e il progresso dell’umanità , seguendo Bolivar, Allende e Jose ‘Marti’ per citarne alcuni. Questo è il “fumo bianco” che stiamo aspettando dalla Chiesa del nostro tempo “-Gustavo Raffi, Gran Maestro, Grande Oriente d’Italia, 14 marzo 2013 .


Sono anche molto curioso di trovare il cardinale Jorge Bergoglio che mostri questo segno massonico di “mano nascosta”facilmente riconoscibile mentre posa per una foto istantanea nel 2008 in Argentina. Massoni imparano questo segnale segreto mano come parte del completamento del 13° Grado (”The Royal Arch Grado“) della Massoneria di Rito Scozzese e la conoscenza permette l’iniziato a passare attraverso il ‘secondo velo’ durante la cerimonia. Altri famosi muratori e uomini potenti sono stati spesso conosciuti per esibire questo segno di mano nascosta nei ritratti nel corso della storia. Alcuni esempi includono: Joseph Stalin, Karl Marx, Napoleone Bonaparte, Salomon Rothschild e George Washington.

Una coincidenza molto strana è che il 12.13.14 la città di Bologna, in Italia, eresse una mostra di luce pubblica con evidente significato occulto e icone massoniche in parte in memoria del sinistro bombardamento di una stazione ferroviaria nella città nel 1980 da parte della P2 Massonica Loggia in città. Questa data, 13 dicembre 2014, coincide con il 45° anniversario del giorno in cui Jorge Mario Bergoglio è stato ordinato sacerdote ( 12.13.69 ). Per molto altro su questa storia, per favore vedi The Lights & Darkness of Christmas.



LA POSIZIONE DELLA CHIESA CATTOLICA SU FREEMASONRY

I massoni danno il benvenuto a Papa Francesco nelle Filippine

Non rientra negli scopi di questo articolo approfondire ciò che è veramente la massoneria e la sua storia con la Chiesa cattolica. Per ulteriori informazioni su questo argomento, per favore vedi The Church’s Enemies Within The Church
Ecco una breve sinossi di alcune delle recenti dichiarazioni posizionali della Chiesa cattolica sulla massoneria:

1980 – La Conferenza episcopale tedesca ha prodotto un rapporto sulla Massoneria con i seguenti risultati:
1) La Massoneria nega la rivelazione e la verità oggettiva
2) L’indifferenza religiosa è fondamentale per la Massoneria
3) La Massoneria è Deista e nega la possibilità della rivelazione divina
4) Il carattere sacramentale di I rituali massonici erano visti come indicativi di una trasformazione individuale, offrendo un percorso alternativo alla perfezione e avendo un reclamo totale sulla vita di un membro
5) Tutte le logge massoniche sono proibite ai cattolici, incluse “logge cattoliche”

1983 – Il prefetto Joseph Cardinal Ratzinger della Congregazione per la Dottrina della Fede, con l’approvazione personale di Papa Giovanni Paolo II , emette una Dichiarazione sulle Associazioni Massoniche, che ribadisce le obiezioni della Chiesa alla Massoneria. Afferma:
“I fedeli che si iscrivono alle associazioni massoniche sono in uno stato di grave peccato e non possono ricevere la Santa Comunione …”. e “… il giudizio negativo della Chiesa nei confronti delle associazioni massoniche rimane immutato poiché i loro principi sono sempre stati considerati inconciliabili con la dottrina della Chiesa e quindi l’appartenenza a loro rimane proibita”.

1985 – Il Comitato dei vescovi della Conferenza degli Stati Uniti sulla pastorale e le pratiche pastorali conclude in una lettera ai Vescovi degli Stati Uniti:
“i principi ei rituali fondamentali della Massoneria incarnano una religione naturalistica, partecipazione attiva in cui è incompatibile con la fede e la pratica cristiana”.

2007 – L’ arcivescovo Gianfranco Girotti, il reggente del penitenziario apostolico, ha affermato che l’appartenenza alle organizzazioni massoniche “rimane vietata” ai cattolici e ha invitato i sacerdoti che si sono dichiarati massoni a essere disciplinati dai loro superiori diretti.

* * * * * * * 
Ancora una volta, nell’interesse di una presentazione corretta e veritiera, invitiamo con entusiasmo eventuali parti qualificate (avvocati Canon, storici del Vaticano, ecc.) A contattarci se sono a conoscenza di qualsiasi documentazione credibile che specifichi esattamente su quali data e con la cui autorità il decreto papale emanato l’11 gennaio 1951 che bandiva il clero dall’appartenenza al Rotary Club fu ufficialmente annullato o modificato, se mai lo fosse stato. Saremo lieti di modificare e aggiornare questo articolo con qualsiasi informazione verificabile immediatamente al ricevimento e alla conferma. Grazie. (Movimento riscatto nazionale)











L’inganno della morte cerebrale svelato dal convegno della JAHLF


La cosiddetta morte cerebrale è un criterio di definizione della morte pseudo-scientifico, che consente l’omicidio delle persone in fin di vita e l’espianto dei loro organi vitali. Il criterio classico di definizione della morte, ovvero la cessazione definitiva di tutte le funzioni vitali di un organismo umano, è l’unico valido in quanto coglie l’essenza di un fenomeno che si verifica sempre con le stesse modalità e che possiede sempre le stesse caratteristiche.
È questa in estrema sintesi la tesi emersa durante i lavori di un convegno dal titolo “Brain death”, A medicolegal construct: Scientific&Philosophical Evidence che si è tenuto il 20 e 21 maggio a Roma presso l’hotel Massimo D’Azeglio. Il convegno, organizzato dalla John Paul II Academy for human life and the family, ha visto la partecipazione di figure di spicco del mondo scientifico ed accademico, tra cui il prof. Josef Seifert, il dott. Thomas Zabiega, il dott. Cicero Coimbra, il dott. Paul Byrne e la prof.ssa Doyen Nguyen. Tutti gli interventi sono stati di altissimo livello e inoppugnabili le prove portate a favore della non scientificità del criterio della morte cerebrale. In effetti, il comitato di Harvard che nel 1968 definì la nozione di morte encefalica o cerebrale non portò alcuna seria prova scientifica a favore della nuova definizione né la fondò su alcuna base filosofica ma, al contrario, venne costituito solamente allo scopo di risolvere la questione etica legata alla nascente pratica dei trapianti di organi. Il comitato era composto da 30 membri, tra cui un avvocato, uno storico e diversi professionisti, nessuno dei quali era favorevole alla concezione tradizionale di morte. Furono gli stessi membri del comitato ad ammettere candidamente quale fosse il loro vero obiettivo: “Criteri obsoleti di morte possono portare a controversie nell’ottenere organi a fini di trapianto“.
Alla base della nuova definizione vi è l’assunto secondo cui il cervello funzionerebbe come integratore somatico centrale e dunque la perdita irreversibile, o presunta tale, delle sue funzioni equivarrebbe alla fine dell’organismo umano come un tutto, un insieme integrato. Eppure, è sufficiente portare ad esempio i numerosi casi di donne incinte dichiarate cerebralmente morte che hanno portato avanti la gravidanza e partorito il loro bambino per sconfessare tale tesi: come può un corpo senza vita, un mero agglomerato di organi privo di coordinamento centrale gestire un evento così complesso come lo sviluppo e la nascita di un altro essere umano? Del resto, come ha ribadito il prof. Seifert, nello sviluppo embrionale l’encefalo si forma in una fase successiva. Come può dunque la perdita irreversibile delle sole funzioni cerebrali determinare la cessazione della vita dell’organismo se esse non lo precedono nello sviluppo? Inoltre, la non responsività agli stimoli, tipica del paziente con grave insulto cerebrale, non significa necessariamente che il suo cervello sia morto ma che esso sia silente: lo dimostra la capacità dell’organismo di mantenere le funzioni essenziali come la circolazione ematica e la respirazione. A tal proposito, l’incapacità di respirare autonomamente, uno degli indici principali che determinano la diagnosi di morte cerebrale, è ingannevole: il respiratore infatti permette semplicemente all’aria di entrare mentre il compito di distribuire l’ossigeno alle cellule ed ai tessuti viene svolto dall’individuo (un cadavere non può farlo).
Meritano una menzione a parte le problematiche legate al test di apnea, che è lo strumento utilizzato per verificare l’incapacità del comatoso di respirare in maniera autonoma e per un determinato lasso di tempo: uno studio del 1994 ha dimostrato che il 40 percento dei pazienti sottoposti a tale test ha subito una significativa riduzione della pressione ematica, dunque un peggioramento della condizione clinica, mentre in un certo numero di casi è subentrato addirittura un arresto cardiaco irreversibile. In realtà, come ha precisato il dott. Cicero Coimbra, i centri respiratori dei pazienti con gravi lesioni cerebrali non riescono a rispondere ai test di apnea proprio perché il flusso ematico cerebrale è scarso o quasi nullo a causa dell’ipotiroidismo. La prima cosa da fare per tali pazienti è somministrare loro ormoni tiroidei ma in nessuna parte del mondo ciò si verifica, dal momento che i medici seguono pedissequamente i protocolli. Per cui, anziché ricevere le cure adeguate alla loro condizione clinica i comatosi vengono sottoposti agli invasivi test mirati a diagnosticare la morte cerebrale, che sono essi stessi causa di lesioni irreversibili.
Per invalidare una tesi scientifica basterebbe un solo caso contrario: sono invece numerosi i casi di pazienti dichiarati cerebralmente morti che sono usciti dal coma grazie alla determinazione dei parenti. Particolarmente clamorosi quelli riportati nel corso del convegno, tra cui il caso di Zack Dunlap, 20 anni, dichiarato cerebralmente morto a causa di un incidente: i danni cerebrali erano considerati catastrofici e il malcapitato non aveva circolazione ematica tanto che la risonanza magnetica non rilevava alcun afflusso di sangue al cervello. Per fortuna di Zack, suo cugino infermiere ha preteso altri test perché aveva notato movimenti del corpo. Ora colui che in precedenza era stato considerato un cadavere è sposato e padre di una bambina.

Altro capitolo critico è quello del consenso ai trapianti, una vera e propria industria gestita, di fatto, dai governi: gli ospedali ricevono cospicue sovvenzioni e se non raggiungono un certo numero di trapianti perdono tali introiti e non vengono più classificati come centri trapianti. Il consenso deve essere esplicito, ossia chiaramente espresso. Ma cosa succede nella realtà? Nel test di apnea il paziente viene privato del respiratore per 10 minuti. Dov’è il consenso in questo caso? E’ quanto mai necessario che le persone si informino, che pretendano dal personale medico le cure adeguate per il loro congiunto, che abbiamo il coraggio di lottare per la sua vita, anche perché la nuova definizione di morte tocca molti ambiti, non solamente quello dei trapianti d’organi vitali. A rischio, infatti, sono molti pazienti senza responsività agli stimoli, che versano in stato comatoso: la presunta perdita irreversibile delle sole funzioni cerebrali, che per i fautori della morte encefalica costituirebbero l’essenza vitale dell’individuo, trasformerebbe l’uomo in un essere inanimato senza coscienza, una sorta di vegetale. Come ha fatto notare il prof. Seifert nel suo intervento di critica agli autori americani Lee e Grisez favorevoli alla nuova definizione, il cervello non è la persona ma è l’anima che possiede la natura razionale dell’uomo. Come può un essere spirituale trasformarsi magicamente in un vegetale con la distruzione di un organo? Se l’anima precede la formazione del cervello, come ammettono gli stessi Lee e Grisez, perché mai dovrebbe lasciare il corpo con la cosiddetta morte cerebrale? In conclusione, è possibile affermare senza timore di smentita che una persona realmente morta, un cadavere, non può fornire un cuore adatto ad un trapianto, ma solo una persona viva con un cuore sano e perfettamente funzionante. Tale è la realtà dei fatti, l’evidenza che la gran parte della comunità scientifica tende a negare e che lavora affinché intorno al tema della morte cerebrale si sviluppi una sorta di acritico consenso. Si tratta di una questione di estrema importanza che presenta molteplici ricadute nella società attuale, dominata dal relativismo etico e morale, dalla logica dell’utilitarismo e dal positivismo giuridico, che pretende di fondare il diritto sulla negazione della legge naturale e, in definitiva, della realtà. 
(Alfredo De Matteo)

LA POTENZA DEL SANTO ROSARIO



Si sta per chiudere maggio e in questo mese mariano 2019 sono accadute grazie incomprensibili a quel clero che ha perso l’aderenza sia con la fede, che con la realtà, indecifrabili a coloro che hanno scelto di abbandonare la funzione della cura delle anime per quella dirigenziale, volta ad occuparsi di questioni sociali e politiche in chiave immanentista. 


Il Cardinale rosso – per berretta, ma soprattutto per idee politiche – Michele Pellegrino, Arcivescovo di Torino negli anni Settanta, invitava i sacerdoti della sua diocesi, cito testualmente, a «strappare i rosari dalle mani delle vecchiette» perché bisognava finirla, nella nuova Chiesa, nata dall’euforico e rivoluzionario Concilio Vaticano II, con queste devozioni infantili, superstiziose e folkloristiche: il cattolico era diventato finalmente adulto, vicino ai «lontani», pronto ad «accogliere» tutto e tutti, atto ad occuparsi di cose pratiche; era ormai emancipato, senza perdere tempo a sgranare il ridicolo Rosario. Tuttavia le vie del Signore sono infinite. La civiltà d’Europa è stata edificata con il segno della Croce: «In hoc signo vinces», sotto questo segno religioso Costantino diffuse il Cristianesimo con la promulgazione dell’Editto di Milano del febbraio 313: le conseguenze di quel documento firmato dai due Augusti dell’Impero romano, Costantino per l’Occidente e Licinio per l’Oriente, in vista di una politica religiosa comune alle due parti, sono il fondamento dell’Occidente. 

Il Cardinale John Henry Newman dedicò la sua santa e lunga esistenza in terra alla lotta contro la privatizzazione della fede, ovvero contro lo spirito del liberalismo religioso, che relega il proprio credo nell’angolo intimo della persona, nel proprio cuore, non facendone più un atto manifesto, quindi pubblico. «Mai la santa Chiesa ha avuto maggiore necessità di qualcuno che vi si opponesse più di oggi, quando, ahimé! Si tratta ormai di un errore che si estende come trappola mortale su tutta la terra […] È contro qualunque riconoscimento di una religione come vera […] si tratta di una questione di opinioni. La religione rivelata non è una verità, ma un sentimento e una preferenza personale; non un fatto oggettivo o miracoloso; ed è un diritto di ciascun individuo farle dire tutto ciò che più colpisce la sua fantasia […] Si può fraternizzare e avere pensieri e sentimenti spirituali in comune, senza nemmeno porsi il problema di una comune dottrina o sentirne l’esigenza […]» (Biglietto Speech, 1879). Siamo, infatti, giunti alla Costituzione dell’Unione europea, dove in essa non si fa alcun riferimento alle sue radici cristiane e nella Chiesa non c’è né gioia, né orgoglio di appartenere e di trasmettere agli altri quelle radici, perché non vengono più riconosciuti i diritti né del Vignaiolo (Dio), né della Vite (Cristo) e si calpestano, anche pubblicamente, i segni della fede a vantaggio del rispetto umano, non ledendo, per esempio, la sensibilità degli atei o dei musulmani. In presenza di una Chiesa umana sciancata e scellerata, che si autodistrugge (nei contenuti, nella sterilità vocazionale, finanche nel buon nome), emerge sempre più forte un’esigenza nazionale di recuperare i riferimenti della Cristianità e di sbandierare con fierezza e pubblicamente, con segni visibili e devozionali, la fede: accade in Russia, nei Paesi dominati per decenni dalla spietata e persecutoria tirannia atea comunista, nelle Americhe, in Europa. Vangelo e Rosario apparvero già per la campagna delle politiche del 2018 e la Chiesa si era già indignata, ma ancor più in questo maggio delle elezioni europee, dove Salvini ha coraggiosamente esibito il Rosario in piazza del Duomo a Milano, durante la manifestazione del 18 maggio, come pure in Tv, sui social, alla conferenza stampa post elettorale. 

Famiglia Cristiana e Civiltà Cattolica, le testate liberali che portano soltanto più nel titolo il riferimento religioso; il «prete della strada» Luigi Ciotti, uomo di potere; il segretario di Stato Pietro Parolin, monsignor Domenico Mogavero… si sono sentiti sfregiare di fronte a quella che definiscono «strumentalizzazione» della fede, senza accorgersi che Salvini compie ciò che spetterebbe loro per primi, ovvero ricordare agli europei da dove si viene e assumersi pertanto la responsabilità di continuare a difendere e a trasmettere, come hanno fatto i ministri di Cristo per duemila anni, la Fede nella Santissima Trinità. 

La Chiesa partitica e interreligiosa si deve rassegnare alla potenza della preghiera, della testimonianza pubblica della fede, della Verità che s’impone per volere divino attraverso il Cuore Immacolato di Maria. Ed ecco che il presidente brasiliano Jair Bolsonaro ha partecipato il 21 maggio scorso ad una consacrazione del Brasile (Stato del mondo che ha più cattolici di qualsiasi altro Paese) proprio al Cuore Immacolato di Maria, celebrata dal vescovo Fernando Areas Rifan, amministratore apostolico di San Giovanni Maria Vianney. C’è un provvidenziale e dinamico fermento in attività che sollecita i popoli di questo secolo. La strada è ancora assai lunga e tortuosa, ma la Stella matutina sta forando le tenebre, non è certo un caso che le dodici stelle della bandiera europea riconducano proprio a Lei (nel 1955, il grafico alsaziano Arsène Heitz, cattolico, per realizzare il design si ispirò alla Medaglia miracolosa).

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«Spes contra spem». Continuiamo a pregare con il Rosario in mano, politicamente sdoganato. 

(Cristina Siccardi)

L’ombra della massoneria dietro il caso Lambert

A QUANTI ERA VENUTO IL SOSPETTO DI UN DISEGNO MASSONICO DIETRO IL CASO LAMBERT? PER LA MASSONERIA I DISABILI SONO VUOTI A PERDERE.... 



La memoria (e la coscienza) dei media si rivela spesso corta ed ha strane falle: lo dimostra il loro inaudito accanirsi contro chi, come Fondazione Lejeune, abbia contribuito economicamente alla battaglia dei genitori di Vincent Lambert, per consentire loro di pagarsi le spese legali per salvare la vita del figlio, ma, al contempo, l’assordante silenzio dei mezzi d’informazione circa gli aiuti ricevuti da Rachel, la moglie di Lambert, da sempre convinta fautrice dell’eutanasia nei confronti del proprio sposo. A finanziare i suoi avvocati, chiamati ad assisterla nella sua mortifera battaglia legale, contribuiscono i fondi raccolti dall’Admd ovvero l’Associazione per il Diritto a Morire con Dignità, un’associazione davvero particolare in Francia e diversa da molte altre. Perché?
Numerosi sono i blog e le testate giornalistiche, che denunciano gli stretti legami tra l’Admd e la massoneria, cui – non da ora – apparterrebbero molti dei suoi iscritti e dei suoi vertici, sino agli attuali: del resto, lo stesso presidente, Jean-Luc Romero, additato da molti organi d’informazione come massone, che lo sia o meno, ha sicuramente promosso negli anni un’azione politica del tutto compatibile e sovrapponibile ai programmi delle logge, dalla campagna pro-eutanasia a quella pro-Lgbt, tanto per citare un paio di esempi. E non a caso le cronache parlano di suoi strani incontri, come quello avuto l’8 novembre 2010 sul fine-vita con l’allora Gran Maestro del Grand’Oriente di Francia, Guy Arcizet.
Ma non è l’unica anomalia. Già otto anni fa l’agenzia ContreInfo precisò come l’allora presidente onorario dell’Admd, Henri Caillavet, esponente del Partito radicale di Sinistra morto nel 2013, fosse un «massone, figlio di massoni e padre di un massone. Iniziato nel 1935 [a soli 21 anni!-NdA], viene riconosciuto come una figura influente del Grand’Oriente. Secondo il socialista Jean-Pierre Masseret, “Caillavet è stato l’ultimo grande massone in politica”. Razionalista, ateo è stato per 38 anni deputato, senatore, ministro ed europarlamentare, e di tali cariche si è servito per portare avanti tutte le battaglie in favore dell’omosessualità, dell’aborto, dell’eutanasia, della riforma del divorzio, ecc. Ha sempre rivendicato d’aver agito soprattutto in quanto massone».
Ma ai vertici dell’Admd figura anche «Patrick Kessel, giornalista, ex-membro di diversi gabinetti ministeriali, presidente d’onore del Comitato Laicità Repubblica (come anche Henri Caillavet) ed ex-Gran Maestro del Grand’Oriente di Francia, noto per essersi a lungo battuto contro il viaggio di papa Giovanni Paolo II a Reims nel 1996». Inoltre, «Pierre Biarnès, membro del Grand’Oriente e senatore comunista dei Francesi d’Oltremare, promotore al Senato di due progetti di legge in favore dell’eutanasia nel 1997 e nel 1999, progetti che non sono però mai giunti in discussione».
L’elenco potrebbe proseguire ed evidenziare un’autentica azione di lobbying o di rete, che ha unito ed ancora unisce tra loro in modo sinergico numerose sigle, per promuovere un’autentica cultura di morte. Rete, di cui l’Admd rappresenta un tassello importante.

Da tutto questo emerge con chiarezza chi vi sia realmente dietro la campagna mediatica, che invoca la morte di Vincent Lambert, quali interessi siano in gioco e quali battaglie si stiano combattendo sulla pelle non solo sua, ma di tutti coloro che domani potrebbero trovarsi nelle sue stesse condizioni. (M. F.)

Basta gender in aula! Famiglie in rivolta nel mondo


Delle pretese gender ora la gente non ne può proprio più ed alza la voce nel mondo, pretendendo per i propri figli un’educazione davvero attenta alle loro esigenze, priva di fronzoli ideologici e di “esperimenti” Lgbt. Lo dimostra quanto accaduto in Spagna, ad esempio, nelle cui scuole sono stati introdotti in sordina programmi di genere, in grado di produrre solo confusione indebita nei ragazzi, oltre tutto in una fase particolarmente delicata del loro sviluppo.
«Non permetteremo alla Giunta di fare esperimenti con i nostri figli»: è questo quanto ha dichiarato la presidentessa dell’organizzazione spagnola degli Avvocati Cristiani, Polonia Castellanos. Che, conseguentemente, ha denunciato all’Alta Corte di Giustizia l’assessore all’Educazione di Castiglia e León, Fernando Rey. L’accusa nei confronti di quest’ultimo è quella di aver applicato per mesi in modo illegittimo in tutte le scuole della Comunità autonoma il «Protocollo di attenzione educativa e di accompagnamento per gli alunni transessuali o con orientamento di genere irregolare». Il protocollo non è mai stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e della sua applicazione non sono mai stati preventivamente informati né gli alunni, né tanto meno le famiglie, del tutto all’oscuro dell’accaduto.
Tale programma ha, ad esempio, incoraggiato un uso promiscuo dei bagni e dell’abbigliamento, favorendo artatamente non solo l’incertezza di genere, anche in chi magari nemmeno vi pensasse, bensì aumentando esponenzialmente anche il rischio di molestie ed abusi.
Così facendo, secondo la denuncia, sarebbero stati violati i diritti fondamentali riconosciuti dalla Costituzione. Un comportamento gravissimo, insomma, da parte di organi dello Stato, che hanno consapevolmente agito senza coinvolgere le famiglie in un percorso tanto problematico ed in scelte così azzardate: «I bambini affetti da disforia di genere meritano lo stesso rispetto di tutti gli altri, tuttavia da casi particolari non si possono trarre linee di condotta generale», ha dichiarato Castellanos. Ovvero, tanto per chiarire ulteriormente il discorso, «per cercare di aiutare questi ragazzi, non possiamo mettere a rischio tutti gli altri».
Non solo: il protocollo in questione ha comportato l’assunzione di «misure ancora più rischiose». Ad esempio, ha limitato la patria potestà e la primaria responsabilità educativa dei genitori, specie quando «dissentano dal modo di procedere della pubblica Amministrazione». Inoltre, i colloqui con gli alunni sono stati affidati ad associazioni come Dialogsexe Chrysallis(organizzazione delle famiglie di minori transessuali) ed impostati secondo discutibilissimi criteri di «totale indottrinamento con marcato pregiudizio ideologico», anziché – come dovrebbe essere per legge – essere gestiti semmai da professionisti accreditati ed in grado di garantire un punto di vista «imparziale».
Con l’assessore all’Educazione è stata denunciata anche la direttrice generale per l’Innovazione e per l’Eguaglianza Educativa, María del Pilar González, in quanto responsabile dell’applicazione di questo protocollo: incontrata dagli Avvocati Cristiani, non appena si è saputo dell’accaduto, ha cercato di giustificarsi, sostenendo che l’applicazione del protocollo fosse ancora in una «fase sperimentale», benché abbia dovuto ammettere che, in realtà, esso era già stato implementato in alcune scuole di Castiglia e León e di Valladolid.
Che, del resto, l’opinione pubblica non ne possa davvero più delle prepotenze, con cui la galassia Lgbt cerca di inculcare le proprie pretese nei soggetti minorenni, lo dimostra anche quanto accaduto in Perù: un’autentica rivolta popolare ha scatenato la decisione del Programma Nazionale d’Istruzione di Base di integrare in tutte le scuole le parole d’ordine dell’ideologia e dell’approccio gender, infischiandosene totalmente del rifiuto opposto dai genitori, dalle famiglie e da numerose organizzazioni di categoria.
Di fronte a tale prevaricazione è stata immediatamente organizzata una «Grande Marcia Nazionale» contro l’ideologia gender nelle scuole, promossa dai movimenti civici «Genitori in Azione» e «Dei miei figli non ti impicciare», cui hanno aderito anche numerose altre sigle e soprattutto moltissime famiglie.
Imponente è stata la partecipazione: dopo oltre due anni di “sperimentazioni”, del resto, la gente, ormai esasperata, intima il ritiro immediato di tutti i programmi di educazione di genere dalle aule del Paese sudamericano ed un rimpasto nei membri e nei piani del Consiglio Nazionale dell’Educazione.

Rodolfo Cortina, portavoce di «Genitori in Azione», ha dichiarato alla stampa che questa intende essere «la madre di tutte le Marce» contro qualsiasi dittatura ideologica: «Uniti più che mai, tutti i gruppi pro-family marciano in tutto il Paese per difendere l’innocenza dei figli e per chiedere un’educazione dignitosa per tutti i peruviani». Sarebbe ora.  Ovunque.  
(Mauro Faverzani)