giovedì 7 novembre 2019

Votare non serve, l'Ue è solo una farsa. Di Ida Magli



UN VECCHIO ARTICOLO DI IDA MAGLI MA ANCORA ATTUALISSIMO IN ITALIA CHE CI AIUTA AD EVITARE ERRORI FUTURI....

Votare non serve, l'Ue è solo una farsa. Di Ida Magli
il Giornale | 15.03.2014


Renzi “sfida l’Europa”, come afferma il Corriere della Sera, gridando ai quattro venti che l’Italia terrà fede ai parametri di Maastricht. Se non fosse che tali affermazioni riguardano sessanta milioni di cittadini italiani troveremmo paradossale o addirittura grottesca la situazione in cui si muove il capo del governo e le leggi che promette di mettere in atto entro i prossimi mesi. Sembra, infatti, che Renzi e tutti i politici insieme a lui, si siano dimenticati che la Consulta ha dichiarato incostituzionale la legge con la quale l’attuale Parlamento è stato eletto. Di che cosa parla, dunque, Renzi? Riformare la Costituzione mentre si è fuori dalla Costituzione? È così sproporzionato alla realtà il suo vagheggiare: ad aprile questo, a maggio quest’altro, che si finisce col lasciarsi trasportare nel mondo surreale dei suoi sogni.

È atrocemente squallido invece, e tuttavia altrettanto paradossale, l’affannarsi di tutti i politici per convincere gli italiani a votarli alle prossime elezioni europee, assicurandoli che combatteranno così contro l’euro, contro i tanto odiati burocrati di Bruxelles. Poveri italiani! Non si rendono conto che a coloro che perseguono la mondializzazione distruggendo i singoli Stati, ai veri unici Capi di cui non conosciamo il nome, l’unica cosa che serve è che i cittadini votino, riconoscendo così la validità dell’Unione europea. Non ha nessuna importanza a quale scopo votino: il “parlamento europeo” è una finzione visto che l’Unione europea non è uno Stato. Serve a fornire ricchissime poltrone ai politici, ma il trattato di Lisbona ha certificato l’impossibilità dell’Ue di diventare uno Stato. Soltanto uno Stato, ovviamente, può godere di un “parlamento”, tanto che perfino i costruttori dell’Unione europea non hanno riconosciuto al parlamento un’autonoma capacità di fare leggi. Siamo dunque, anche in Europa, nel mondo surreale di cui parlavamo a proposito di Renzi il quale infatti assicura, navigando a vele spiegate nel suo Superuranio, che si vedrà di che cosa l’Italia è capace quando assumerà con il prossimo semestre la guida dell’Europa.

In Italia, però, i politici somigliano tutti a dei piccoli e forse meno simpatici “renzi”. Mantenere la finzione rappresenta la parte più cospicua della loro attività. L’impero europeo deve continuare a esistere, o meglio a fingere di esistere agli occhi dei poveri cittadini che del trattato di Lisbona così come dei parametri di Maastricht non sanno nulla. La bandiera europea, che il trattato obbliga ad esporre soltanto nel giorno della festa dell’Europa, in Italia affianca sempre i governanti e sventola perfino sulla caserma del Comando generale dei Carabinieri, non si sa in base a quale precetto. Roma sembra la succursale di Bruxelles o di Strasburgo: è tutto uno sventolio di bandiere celesti piene di stelle che fingono l’esistenza di un Impero immaginario. Dato che non è uno Stato ma semplicemente un’organizzazione internazionale, l’Ue non può concedere nessuna cittadinanza, concessione che pertanto è illegittima; è illegittima la costituzione di una Banca estranea agli Stati come la Bce (che infatti appartiene per la sua massima parte ad azionisti privati) ed è illegittima, e dunque invalida, la cessione della sovranità monetaria ad una banca privata che i governanti italiani hanno fatto in nome dell’articolo 11 della Costituzione.

E i famosi parametri di Maastricht, quelli per i quali ci siamo svenati fin dall’inizio quando i cari Prodi, Ciampi, Amato ci esortavano a soffrire pur di poter entrare nell’eldorado dell’euro? Ebbene di quei parametri è stato detto di tutto. Ci si sono messi i maggiori economisti, banchieri, Premi Nobel d’Europa e d’America, a definirli: arbitrari, cervellotici, bislacchi, perfino “stupidi” (parola di Prodi, il quale non si vergogna mai di se stesso), ma Renzi insiste: “Dimostreremo che siamo capaci di tenervi fede”. Surreale, grottesca, folle? Non si trovano parole per descrivere la situazione di degrado logico, di straripamento da qualsiasi regola di ordine politico e sociale, di abbandono di ogni principio di realtà nel quale nuotano ormai senza sapere dove vanno politici, giornalisti, intellettuali. Esaltano l’Europa gridando: “Credo perché è assurdo”.

È indispensabile che almeno quei gruppi di cittadini che criticano le istituzioni europee, che vogliono la riappropriazione della sovranità sulla moneta e su tutto l’ambito che riguarda la Nazione e il suo territorio, non vadano a votare alle elezioni europee e convincano il maggior numero possibile di cittadini a non andarvi a causa della loro illegittimità. Bisogna che piuttosto si uniscano in un solo partito per ottenere al più presto il ritorno alla legalità con nuove elezioni e imporre nel parlamento italiano l’uscita dall’euro e dalle normative europee.

Ida Magli
Roma, 13 marzo 2014

LITURGIA DEL GIORNO

La Liturgia di Giovedi 7 Novembre 2019
Giovedì della XXXI settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)

Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde 

Antifona d'ingresso
Non abbandonarmi, Signore mio Dio, 
da me non stare lontano; 
vieni presto in mio aiuto, 
Signore, mia salvezza. (Sal 38,22-23) 

Colletta
Dio onnipotente e misericordioso, 
tu solo puoi dare ai tuoi fedeli 
il dono di servirti in modo lodevole e degno; 
fa’ che camminiamo senza ostacoli 
verso i beni da te promessi. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo... 

PRIMA LETTURA (Rm 14,7-12)
Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo del Signore.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani 

Fratelli, nessuno di noi vive per se stesso e nessuno muore per se stesso, perché se noi viviamo, viviamo per il Signore, se noi moriamo, moriamo per il Signore. Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo del Signore. Per questo infatti Cristo è morto ed è ritornato alla vita: per essere il Signore dei morti e dei vivi.
Ma tu, perché giudichi il tuo fratello? E tu, perché disprezzi il tuo fratello? Tutti infatti ci presenteremo al tribunale di Dio, perché sta scritto:
«Io vivo, dice il Signore:
ogni ginocchio si piegherà davanti a me
e ogni lingua renderà gloria a Dio».
Quindi ciascuno di noi renderà conto di se stesso a Dio.

Parola di Dio 

SALMO RESPONSORIALE (Sal 26)
Rit: Contemplerò la bontà del Signore nella terra dei viventi. 

Il Signore è mia luce e mia salvezza:
di chi avrò timore?
Il Signore è difesa della mia vita:
di chi avrò paura?

Una cosa ho chiesto al Signore,
questa sola io cerco:
abitare nella casa del Signore
tutti i giorni della mia vita,
per contemplare la bellezza del Signore
e ammirare il suo santuario.

Sono certo di contemplare la bontà del Signore
nella terra dei viventi.
Spera nel Signore, sii forte,
si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore. 

Canto al Vangelo (Mt 11,28) 
Alleluia, alleluia.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, 
e io vi darò ristoro, dice il Signore.
Alleluia. 

VANGELO (Lc 15,1-10
Vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte. 

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». 
Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione.
Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».

Parola del Signore 

Preghiera dei fedeli
Dio è nostra forza e baluardo, difesa nella tentazione, bontà nella sconfitta. A lui ci presentiamo, una volta ancora bisognosi del suo aiuto. Diciamo insieme:
Signore, ascolta ed esaudisci.

Perché nessun peccato diminuisca in noi la gioiosa certezza che Cristo è alla nostra ricerca per accoglierci tra le sue braccia, come la pecora smarrita. Preghiamo:
Perché nel nostro paese le risorse che Dio ci ha dato, siano investite nella costruzione di una società attenta agli ultimi e giusta con tutti. Preghiamo:
Perché i genitori e gli educatori sappiano trasmettere alle nuove generazioni il gusto d'una vita in armonia con Dio e con il prossimo. Preghiamo:
Perché i cristiani discriminati o perseguitati a motivo della fede, vivano la loro emarginazione con fortezza, umiltà e senza rancori. Preghiamo:
Perché la nostra comunità riesca a plasmarsi un cuore che non giudica e non cede a grettezze e parzialità. Preghiamo:
Per gli orfani e le vedove.
Per i ragazzi in cammino verso il sacramento della penitenza, dell'eucaristia, della cresima.

Tu conosci, Padre, ciò di cui abbiamo bisogno prima ancora che apriamo la bocca. A quanto qui espresso, aggiungi tu ciò che sai essere buono e utile per ciascuno di noi. Per Cristo Gesù nostro Signore. Amen. 

Preghiera sulle offerte
Questo sacrificio che la Chiesa ti offre, Signore, 
salga a te come offerta pura e santa, 
e ottenga a noi la pienezza della tua misericordia. 
Per Cristo nostro Signore. 



Antifona di comunione
Tu mi indichi il sentiero della vita, Signore, 
gioia piena nella tua presenza. (Sal 16,11) 

Oppure: 
Dice il Signore: “Come il Padre che ha la vita ha mandato me 
e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me”. (Gv 6,57) 

Preghiera dopo la comunione
Continua in noi, o Dio, la tua opera di salvezza, 
perché i sacramenti che ci nutrono in questa vita 
ci preparino a ricevere i beni promessi. 
Per Cristo nostro Signore. 

Commento
"In quel tempo dice il passo evangelico di oggi si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano:
Costui riceve i peccatori e mangia con loro". Manca ai farisei l'atteggiamento interiore della povertà spirituale, indispensabile per essere all'unisono con Gesù, per condividere i suoi sentimenti. La loro è invece l'attitudine contraria: questo è mio e non appartiene che a me, non può essere condiviso con altri. Scribi e farisei sono convinti che Dio è proprietà loro e di nessun altro: gli altri sono peccatori. Sono loro i padroni di Dio, i padroni della salvezza, i padroni della vita spirituale e mormorano contro Gesù che "riceve i peccatori e mangia con loro", perché hanno l'impressione che venga ingiustamente dato ad altri qualche cosa che è di loro esclusiva proprietà. Gesù vuole invece far loro capire che per essere uniti a Dio non devono rinchiudersi nel loro egoismo, ma aprirsi agli altri, accogliere gli altri, anche quelli che sembrano i più indegni, perché questo è l'atteggiamento di Dio. Dio è la generosità senza limiti, colui che si prende cura di tutti, si rallegra con tutti, si preoccupa in modo speciale dei più bisognosi, cioè di chi si trova in una condizione di mise4a spirituale che deve essere sostenuta, confortata.
Chi è povero in spirito desidera il bene degli altri, condivide con gli altri i doni che ha ricevuto, sapendo che sono doni che si moltiplicano distribuendoli; così è nella condizione privilegiata per essere unito al Signore.
Le ricchezze spirituali sono state paragonate alla fiamma. Una fiamma non perde nulla comunicandosi, anzi è accresciuta e diffonde più luce, diffonde più fuoco. Chi vuoi metterla al sicuro in un luogo chiuso, la fa morire per mancanza di ossigeno. Così è per le ricchezze spirituali.
Domandiamo al Signore di comprendere profondamente questa attitudine di spirito, che ci impedisce di inorgoglire, di appoggiarci su noi stessi, e ci fa abbandonare nelle mani del Signore tutto ciò che siamo, tutto ciò che facciamo, sapendo che tutto ci viene da lui e che, se li condividiamo, egli moltiplica in noi i suoi doni.