CONTROINFORMAZIONE E PAGINE DI UTILITA' SOCIALE
"Vorrei che tutti leggessero,
non per diventare letterati o poeti,
ma perché nessuno sia più schiavo"
Gianni Rodari
"Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare"
Socrate
venerdì 1 febbraio 2019
Il Messico respinge il golpe in Venezuela e diventa il baluardo contro l’imperialismo USA
La notte prima che il capo dell’opposizione venezuelana Juan Guaidó si autoproclamasse presidente ad interim, il vicepresidente degli Stati Uniti Mike Pence lo chiamò promettendogli il sostegno del governo degli Stati Uniti nel tentativo di prendere il potere. Abbastanza sicuro, il 23 gennaio, davanti a una grande manifestazione dell’opposizione, Guaidó si dichiarava presidente ad interim del Paese sudamericano avviando un complotto in gestazione da settimane. Gli Stati Uniti ancora una volta giocano col fuoco nell’ultimo sforzo per impegnarsi nel cambio di regime in Venezuela. Tuttavia, non solo gli Stati Uniti sono coinvolti nella cospirazione per scacciare il governo democraticamente eletto di Nicolas Maduro. Poco dopo la dichiarazione di Guaidó, in ciò che suggeriva un certo coordinamento , una serie di Paesi emise immediatamente dichiarazioni che lo sostenevano pubblicamente. Uno dopo l’altro i governi di destra nella regione, tra cui Colombia, Cile e Brasile, affermavano il loro sostegno a Guaidó. L’ondata del sostegno nelle ore successive alla proclamazione di Guaidó suggeriva che la trama golpista avesse avuto un impulso. Poi, in un varco in ciò che sembrava essere un fronte unito, il portavoce del governo messicano di Andres Manuel Lopez Obrador dichiarava che non riconosceva Juan Guaidó e manteneva le relazioni diplomatiche col governo di Nicolas Maduro. Con la dichiarazione del Messico, la facciata spacciata al pubblico, che tale transizione era legittima e non era un colpo di Stato, crollava. Numerosi altri Paesi, tra cui Russia e Cina, andavano contro il tentativo incostituzionale di Guaidó di prendere il potere, sventando i piani di Washington di installare un regime amico in Venezuela.
AMLO, come è noto il presidente messicano, è stato oggetto di pesanti critiche da parte di guru, molti dei quali affermavano di non essere al passo degli alleati del Messico nella regione e che il suo governo sarebbe stato trattato come un paria di conseguenza. L’amministrazione di sinistra di Lopez Obrador è già un po’ isolata, col voto nella regione negli ultimi anni che ha portato all’elezione di governi di destra filo-USA. L’elezione di AMLO nel 2018 contraddiceva tale tendenza, ma il Messico è ancora solo uno dei pochi Paesi dell’America Latina con una politica estera indipendente che rimane disposta ad andare contro la volontà di Washington. Tuttavia, AMLO presiede la seconda economia dell’America Latina ed è tradizionalmente considerata come una dei pesi massimi diplomatici, rendendo difficile ignorare le posizioni del suo governo.
Una politica estera di principio
Lopez Obrador ha difeso la decisione di continuare a riconoscere Maduro come legittimo presidente del Venezuela, indicando la costituzione messicana, che invita il Paese a perseguire una posizione non interventista negli affari esteri. Secondo Christy Thornton, assistente alla Johns Hopkins University, la cui ricerca riguarda storia e sociologia di Messico ed America Latina, la posizione di AMLO rappresenta “una posizione di principio nella politica estera” e “un importante baluardo”. Piuttosto che rappresentare un distacco dalla politica estera messicana, come sostenevano certi commentatori, Thornton sosteneva che la posizione non interventista di Lopez Obrador segna il ritorno alla posizione tradizionale messicana negli affari esteri, che affonda le radici nella rivoluzione messicana degli inizi del XX secolo. Questa posizione non interventista divenne nota come Dottrina Estrada, da Genaro Estrada, segretario degli Esteri durante la presidenza di Pascual Ortiz Rubio, che fece del rispetto per la sovranità pilastro della politica estera messicana per decenni prima che una serie di governi neoliberali allineassero la loro politica estera a quella di Washington. Il governo di Lopez Obrador lavora per evitare di provocare lo scontro diretto col governo Trump, nonostante vari problemi latenti e differenze ideologiche tra i due leader. Tuttavia, nel caso del Venezuela, Lopez Obrador si rifiutava di seguire Washington. Thornton aveva detto a MintPress: “AMLO cerca di ritagliarsi uno spazio autonomo per la politica estera che segnali agli Stati Uniti, in particolare, che il Messico non li seguirà assiduamente, ma cercherà anche di affermare quale sia la legittimità democratica in America Latina”. Invece di isolare il Messico, la posizione di AMLO ne alza il profilo, visto che Maduro ne accettava la proposta di dialogo tra il suo governo e l’opposizione.
Più che un suggerimento del “Prima sono venuti per..”
Con un vicino ostile al nord che si mostra disposto a perseguire il cambio di regime, il presidente messicano cerca anche di garantire che i principi del non intervento e del rispetto della sovranità siano mantenuti verso il suo governo. “C’è la lunga storia del Messico che interviene in ambito internazionale per segnalare non solo la propria posizione nella regione, ma anche ai propri collegi elettorali nazionali”, secondo Thornton. Rifiutando di abbandonare Maduro, AMLO ha anche chiarito al Messico e alla comunità internazionale che il suo governo non tollera interferenze negli affari interni del Messico. A una dimostrazione a sostegno di Maduro di fronte l’ambasciata nordamericana a Città del Messico, i relatori non solo respinsero gli sforzi di Washington per estromettere il presidente del Venezuela, ma anche elogiavano la posizione di AMLO. “Questo è solo un altro anello della catena di interventi e la storia degli Stati Uniti dimostra che quando i popoli non impediscono l’aggressione contro altri popoli, questo ha un effetto domino”, aveva detto a MintPress Jesus Escamilla, che parlava al raduno. Per Escamilla la difesa del Venezuela è anche la difesa del Messico. “Ciò che è in gioco qui è il diritto di un Paese a decidere il proprio destino, questo è ciò che vogliamo per il Messico, nient’altro”, aveva detto Escamilla.
Un colpo di stato bloccato ma non sconfitto
Nonostante le battute d’arresto, Stati Uniti di alleati di destra non abbandonavano l’intenzione di estromettere il governo Maduro in Venezuela. I funzionari statunitensi annunciavano un’altra serie di dure sanzioni, molte sull’industria petrolifera venezuelana, la principale fonte di reddito del Paese. È probabile che tali sanzioni puniscano ulteriormente l’economia già maltrattata del Venezuela, portando a ulteriori sofferenze per la popolazione. L’amministrazione Trump aveva anche presentato personaggi dal noto passato oscuro, come Elliot Abrams come inviato speciale in Venezuela. Abrams era l’uomo di punta di Washington in America Centrale quando gli Stati Uniti sostenevano regimi brutali, fornendo copertura diplomatica agli squadroni della morte che operavano col consenso degli Stati Uniti; si era persino dichiarato colpevole per aver mentito al Congresso sullo scandalo Iran-Contra. All’Organizzazione degli Stati americani (OAS), attualmente guidata da Luis Almagro, un accanito oppositore di Maduro, gli Stati Uniti non potevano ottenere voti sufficienti per convincere l’ente a riconoscere Guaidó presidente del Venezuela. Secondo Thornton, gli Stati Uniti “usano tali istituzioni multilaterali quando servono e li ignora quando bloccano l’azione degli Stati Uniti”. Invece, le pressioni internazionali sul governo di Maduro verranno dal gruppo di Lima, organismo ad hoc che non ha posizione legale nel diritto internazionale, creato dai governi di destra nella regione dopo ripetuti fallimenti nell’ottenere che l’OAS sostenesse formalmente il loro piano di cambio di regime. Il governo di Andres Manuel Lopez Obrador ha ereditato il posto nel gruppo di Lima dopo il cambio del potere a dicembre e portato la posizione non interventista anche lì, rifiutando di firmare le dichiarazioni anti-Maduro emesse dall’organismo. “La spaccatura che il Messico ha inflitto al gruppo di Lima… è una dimostrazione importante che ogni Paese ha la propria voce e il proprio voto in queste istituzioni multilaterali”, aveva detto Thornton a MintPress che sosteneva che il governo messicano rischia scommettendo su una risoluzione diplomatica della crisi venezuelana, ma che rafforzerà le istituzioni multilaterali nella regione in caso di successo: “Il Messico chiede che questo venga rallentato, perché sia negoziato diplomaticamente, è una mossa davvero importante ed è qualcosa che l’amministrazione AMLO coglie per dimostrare fiducia nella democrazia e nel sistema internazionale. C’è il pericolo che, man mano che la situazione si deteriori, la decisione del Messico di non essere d’accordo con gruppo di Lima e Stati Uniti nel non riconoscere Guaidó sia vista come emarginazione nella regione”.
Funzionari statunitensi, incluso lo stesso presidente Trump, insistevano sull’opzione militare rimanere sul tavolo. In effetti, il Consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton fu visto con note che suggerivano che gli Stati Uniti considerassero la possibilità d’inviare 5000 soldati dal confine della Colombia. L’intervento militare straniero rappresenterebbe una battuta d’arresto significativa nelle relazioni internazionali in America Latina; segnerà un ritorno a un’era oscura in cui golpe ed invasioni erano comuni; e costituirà un pericoloso precedente che minaccerà ogni governo della regione che rifiuta di inchinarsi a Washington, incluso il Messico. Come in Venezuela, tuttavia, tale interferenza sarà affrontata da una forte resistenza in Messico. Come Jesus Escamilla aveva detto a Mint Press: “In Messico c’è un popolo con memoria storica, nella sua storia ha subito vari interventi e il popolo del Messico ha sempre risposto correttamente, in modo patriottico, e non co sarà eccezione se gli Stati Uniti o qualsiasi altro Paese cercassero d’intervenire negli affari interni del Messico”.
José Luis Granados Ceja è uno scrittore e fotoreporter di Città del Messico. Ha scritto per teleSUR e Two Row Times e lavorato in radio come presentatore e produttore. Si è specializzato nell’analisi politica contemporanea e nel ruolo dei media nell’influenzare il pubblico. È particolarmente interessato a coprire il lavoro dei movimenti sociali e dei sindacati in America Latina.
Traduzione di Alessandro Lattanzio
La CIA finanziò la costruzione europea
Dal 1949 al 1959, in piena guerra fredda, gli statunitensi, tramite i loro servizi segreti e il Comitato per l’Europa unita, versarono l’equivalente di 50 milioni di dollari attuali a tutti i movimenti europeisti, tra cui quello inglese di Winston Churchill e del francese Henri Frenay. Scopo, contenere l’avanzata sovietica…
A 82 anni, Henri Frenay, pioniere della Resistenza interna, fondatore del movimento Combat, è ancora lucido, nonostante la sordità e una recente operazione allo stomaco e non più di tre mesi di vita. Nel 1988 mi parla dell’Europa nel suo appartamento a Boulogne-sur-Seine. Di questa Europa federale che sognò invano nel 1948-1954. Del debito che, in caso di successo, il vecchio continente avrebbe contratto con gli USA, quello del “Comitato”. E d’insistere una volta, due volte, dieci volte, finché mi domando: perché diavolo questo misterioso “Comitato” ritorna con tale frequenza nei nostri discorsi? Perché? Ma Frenay mi confidò, con infinite precauzioni di linguaggio, il suo ultimo segreto: l’aiuto finanziario occulto della CIA tramite l’American Committee for United Europe, il “Comitato”, all’Unione dei federalisti europei di cui fu il presidente. Per ricostruire tale inedita filiera, avrò bisogno di quindici anni. Un gioco che valeva la candela, poiché mi permette di aprire, ai lettori di Historia, la porta di uno degli aspetti più segreti della guerra fredda…
Tutto iniziò nell’autunno 1948. Già divisa in due, l’Europa viveva sotto la minaccia dell’invasione totale dell’armata rossa. Al “colpo di Praga” a febbraio seguì a giugno il blocco di Berlino. Un piccolo cenacolo di personalità nell’ombra gettò le basi dell’American Committee for United Europe, l’ACUE, la cui esistenza sarà ufficializzata il 5 gennaio 1949, alla casa della Fondazione Woodrow-Wilson di New York. Politici, giuristi, banchieri, sindicalisti si mescolarono in al suo consiglio di direzione. Alte figure governative come Robert Paterson, segretario alla Guerra; James Webb, direttore del bilancio; Paul Hoffman, capo dell’amministrazione del piano Marshall, o Lucius Clay, “proconsole” nella zona d’occupazione degli USA in Germania. Tranquilli questi statunitensi? No, poiché la vera ossatura dell’ACUE era costituita da uomini del servizio segreto. Prendete il suo presidente, William Donovan. Nato nel 1883 a Buffalo, questo avvocato irlando-americano dal fisico da bulldog, soprannominato “Wild Bill” dagli amici, conosceva bene l’Europa. Nel 1915 vi compì una missione umanitaria per conto della Fondazione Rockefeller. Due anni dopo, Donovan si ritrovò nel Vecchio Continente per farvi, questa volta, la magnifica Grande Guerra. Ritornato civile, “Wild Bill” divenne rappresentante del governo USA. I suoi passi da emissario ufficiale lo riportarono in Europa per degli incontri talvolta imprevisti. Nel gennaio 1923, mentre gustava un riposo ben meritato, sua moglie Ruth e lui subirono una intera serata di discorsi da un altro habitué della pensione Moritz di Berchtesgaden. Diciassette anni dopo, l’agitato, tale Adolf Hitler, era padrone della parte continentale dell’Europa, e fu “Wild Bill” che Franklin Roosevelt, inquieto, spedì a Londra per informarsi da Winston Churchill sul potenziale inglese di fronte all’avanzata nazista. Nel giugno 1942, Donovan, uomo di fiducia del presidente democratico per gli affari speciali, creò l’Office of Strategic Services (OSS), il servizio segreto degli USA nella Seconda Guerra mondiale di cui divenne il capo e che abbandonerà alla sua dissoluzione, nel settembre 1945, senza perdere i contatti con l’universo dello spionaggio: “Wild Bill” tessé legami privilegiati con la Central Intelligence Agency, la CIA, creata ufficialmente il 15 settembre 1947 con la legge sulla sicurezza nazionale firmata dal successore di Roosevelt, Harry Truman.
Prendete il vicepresidente dell’ACUE Walter Bedell Smith, ex-Capo di Stato Maggiore di Eisenhower durante la Seconda Guerra mondiale, poi ambasciatore degli USA a Mosca. Dall’ottobre 1950, colui che gli amici chiamavano “Scarabeo” assunse il comando della CIA. Il 1950 è proprio l’anno in cui universitari come Frederick Burkhardt e William Langer, storico di Harvard, lanciarono la sezione culturale dell’ACUE. Questi due collaboratori di Donovan avevano servito già nei ranghi dell’OSS. Langer diresse il servizio ricerche e analisi; eccellente conoscitore della politica francese, scrisse una opera tesa a giustificare, nel dopoguerra, il gioco degli USA con Vichy (Plon, 1948).
Prendete Allen Dulles. Nell’estate del 1948, “inventò” il Comitato con Duncan Sandys, il genero di Churchill, e George Franklin, diplomatico degli USA. Principale associato allo studio Sullivan&Cromwell, Dulles non impressionò, all’inizio, coi suoi occhiali raffinate, le eterne pipe e ii cappotti in tweed. Salvo che con questo cinquantenne, entrò in scena il direttore delle spie. Ritornando alla Seconda Guerra mondiale. Capo dell’OSS a Berna, Dulles annodò dei contatti, nel febbraio 1943, con la delegazione di “Combat” in Svizzera. Una volta assicurò i finanziamenti al movimento clandestino. “Pugnalata alle spalle del Generale de Gaulle”, insorse Jean Moulin a nome della Francia libera. “Salvataggio della Resistenza interna minacciata di strangolamento finanziario”, rispose Frenay. Pensando soprattutto ai suoi camerati privi di mezzi, ai maquisards in pericolo, non vide perché Combat dovesse privarsi dei soldi degli alleati, era conveniente e senza contropartite. Questo “affare svizzero” avvelenò ancor più i rapporti con Moulin.
Nel 1946, Dulles si dimise dai servizi segreti… per divenirne presto l’eminenza grigia, prendendo parte preponderante alla redazione del testo della legge presidenziale sulla sicurezza nazionale. Cofondatore a tal titolo della CIA (dalle iniziali, Agenzia, o meglio, Compagnia), Dulles pensava che in materia di azioni clandestine, private e pubbliche, si dovessero unire le forze. Fu lui che ispirò, col tramite degli amici del Brook Club di New York, il versamento di sussidi da grosse società USA alla DC minacciata di sorpasso dal PCI. Nel 1950, riprese ufficialmente servizio come braccio destro dello Scarabeo, prima, e come suo successore alla testa della CIA, dopo, dal febbraio 1953 al settembre 1961. Record di longevità, più impressionante del fratello John Foster Dulles, che restò ministro degli esteri dal 1953 alla morte per malattia nel maggio 1959.
Crogiolo meraviglioso l’ACUE, dove personalità dell’alta società e/o della CIA erano fianco a fianco coi dirigenti della potente centrale sindacale American Federation of Labor, AFL, con cui condividevano l’avversione per il Comunismo. Esempio: David Dubinsky, nato nel 1892 a Brest-Litovsk, in Russia, dirigeva il Syndicat international de la confection pour dames (ILGWU): 45000 aderenti al suo arrivo nel 1932, 200000 alla fine degli anni ’40! Nemico giurato dei nazisti, ieri (i sindacalisti vicini all’ACUE erano quasi tutti ebrei), ed ai comunisti, i “cocos”, che ora affrontava. Anche Jay Lovestone. Consigliere politico dell’AFL, questo Lituano sapeva di cosa parlava: prima della sua brutale espulsione e poi la lenta rottura col Marxismo, fu tra il 1925 e il 1929 il segretario generale del PC Americano! Altra recluta scelta dal Comitato, Arthur Goldberg, il capo giurista dell’AFL. Futuro segretario del Lavoro del presidente Kennedy. poi giudice della corte suprema, Goldberg, nato nel 1908, diresse l’ala sindacale dell’OSS. A tale titolo, ai suoi tempi fu il superiore di Irving Brown, rappresentante dell’AFL per l’Europa e gran dispensatore di dollari ai sindacalisti moderati del Vecchio Continente. Poggiando sui fondi segreti della CIA, che dal 1946 finanziava tutte le operazioni anticomuniste dell’AFL, non esitò a dare, per esempio, il suo sostegno a Force ouvrière, la centrale sindacale nata alla fine del 1947 dalla scissione della CGT (vedasi “Derrière Force ouvrière, Browne, l’ami américain” in Historia n°621, dicembre 1997). Puro e duro, la linea Brown contrastò con quella più sfumata della CIA. Alla Compagnia, si preferiva che i non-comunisti restassero nel girone della CGT, anche se controllata dal PCF…
Al di là degli uomini, c’era la strategia d’insieme. Di fronte all’Unione Sovietica, Washington sviluppò due concetti chiave: il containment (contenimento) e il piano Marshall. L’idea del contenimento era del diplomatico russofono George Kennan, che la sviluppò nel luglio 1947 coll’articolo per la rivista Foreign Affairs: “L’elemento maggiore della politica degli USA verso l’Unione Sovietica deve essere il contenimento a lungo termine, paziente ma fermo, delle tendenze espansioniste russe”. Il piano Marshall portava il marchio del suo inventore, il generale George Marshall, Capo di Stato Maggiore dell’US Army durante la guerra, e ora ministro degli Esteri del presidente Truman. In rapporto agli aiuti massicci all’Europa rovinata, gli USA dovevano, secondo lui, prendere due piccioni con una fava; uno, tagliare l’erba sotto i piedi dei partiti comunisti, aumentando il tenore di vita nei Paesi interessati; due, impedire alle proprie industrie di cadere in depressione aprendo nuovi mercati. Per il tandem Marshall-Kennan, il miglior strumento era la CIA (…) Naturalmente, un altro veterano dell’OSS, Frank Wisner Jr, fu incaricato di costituire un dipartimento autonomo specializzato nella guerra psicologica, intellettuale e ideologica, l’Office of Policy Coordination! Se questo bravo vecchio “Wiz” non faceva parte del Comitato, i suoi uomini gli diedero la logistica necessaria. Ma zitti! Era top secret…
L’ACUE univa, senza complessi, una certa forma di messianismo americano con le preoccupazioni della difesa ben compresa dagli interessi degli USA. Messianica, questa volontà ben ancorata di mandare il Vecchio Continente a scuola dal Nuovo Mondo. Faro della libertà minacciata, gli USA trovarono per primi la via della federazione di Stati, successo così splendente che l’Europa non doveva far altro che imitare… Tale europeismo made in Washington comporta la sua parte di sincerità: “Mi chiamavano il padre dell’intelligence centralizzato, ma io preferivo che si ricordino di me per il mio contributo all’unificazione dell’Europa”, sospirava così Donovan nell’ottobre 1952. Anche per i suoi calcoli. Poiché nel dicembre 1956, tre mesi prima la morte, lo stesso Donovan presentò l’Europa unita come “baluardo contro le minacce aggressive del mondo comunista”. In altre parole, un asso nella manica della strategia USA concepita da Marshall, Kennan e i loro successori: costruire l’Europa per riempire un vuoto continentale che avvantaggiava Stalin, dunque, al fine di proteggere gli USA. Aggiungiamo una terza dimensione. Nello spirito degli uomini della Compagnia, nulla è più nobile che un’azione clandestina al servizio della libertà. Gli ufficiali della CIA lo sapevano: gli USA sono nati per buona parte grazie al sostegno degli agenti di Luigi XVI, Beaumarchais in testa, agli insorti nordamericani. Così l’operazione American Committee, la più importante, e di lunga durata, dell’Agenzia in Europa durante la guerra fredda, si trovò giustificata dalla Storia. Per calorosa che sia, l’amicizia franco-americana non farebbe tuttavia sciogliere i legami speciali tra Gran Bretagna e USA, una volta che, Comitato e Compagnia volsero lo sguardo verso Londra. Ahime! Churchill, fu battuto alle elezioni del 1945, tolse le sue grinfie dall’opposizione. Il nuovo segretario di Stato inglese agli affari esteri, Ernest Bevin, proclamò il 2 gennaio 1948 ai Comuni: “Le nazioni libere d’Europa devono ora riunirsi”. Fu ostacolato dai suoi colleghi laburisti, inorriditi dalla prospettiva di una vera integrazione continentale. Non che Bevin temesse di affrontare i comunisti: due giorni dopo il suo discorso di gennaio, creò un organismo clandestino di guerra ideologica, l’Information Research Department. L’IRD stesso, giudicando la fattoria degli animali e 1984 più efficaci che mille opuscoli di propaganda, contribuì a diffondere dappertutto le opere di George Orwell. Ma la carta Europa unita, non ancora! Questa carta, Churchill la gioca per profonda convinzione o per avversione verso i rivali di sinistra? Il fatto è che il 19 settembre 1946 a Zurigo, il vecchio leone chiese l’asse anglo-franco-tedesco, elemento maggiore secondo lui di una “specie di Stati Uniti d’Europa”. Nel maggio 1948, Duncan Sandys, tagliò su misura dell’uomo di stato l’immagine di padrino del Congresso europeista dell’Aja. Nell’ottobre 1948, Churchill creò l’United European Movement, il Movimento europeo, di cui diviene presidente onorario assieme ai democristiani Alcide De Gasperi e Konrad Adenauer, e a due socialisti, il francese Léon Blum e il belga Paul-Henri Spaak. Purtroppo per gli “amici americani”, questa tendenza “unionista” non propose, tranne Spaak, che obiettivi limitati. Ricostruzione economica e politica su base democratica, d’accordo, ma senza trasferimento, anche parziale, della sovranità.
Il Comitato e la tendenze “federalista”, da cui Henri Frenay emerse come figura simbolica, volevano andare ancor più lontano. Nel periodo più buio della Seconda Guerra mondiale, Frenay, patriota mondialista, concepì l’idea di Vecchio Continente unito su base sovranazionale. Nel novembre 1942, rivelò quarant’anni dopo a Robert Belot, nel notevole lavoro su Frenay che gli valse la carica di ricercatore all’Università, che il capo di “Combat” scrisse al Generale de Gaulle che bisognava superare l’idea di Stato-nazione, riconciliarsi con la Germania nel dopoguerra e costruire una Europa federale. Coerente con se stesso, Frenay si gettò dal 1946 in questa crociata europeista a fianco di Alexandre Marc. Nato Lipianskij a Odessa nel 1904, questo teorico del federalismo incontrà Frenay a Lione nel 1941, poi nel dopoguerra. Nato dall’europeismo di destra ispirato dalle tesi monarchiche di Maurras o dal cattolicesimo sociale, i due amici si sforzarono di spostare a sinistra il federalismo francese, allora forte di “decine di migliaia di aderenti”, così come mi assicurò il vecchio capo di “Combat” nel 1988.
Orientato a sinistra, l’Union européenne des fédéralistes, l’UEF, fu creata alla fine del 1946. Tenne il suo congresso a Roma nel settembre 1948. Frenay ne divenne il presidente dell’Ufficio esecutivo, affiancato dall’ex-comunista italiano Altiero Spinelli, prigioniero di Mussolini tra il 1927 e il 1937 e poi assegnato al confino, e dall’austriaco Eugen Kogon, vittima, del nazismo (…) Questi tre dirigenti attenuarono il profondo malessere nato dalla partecipazione di molti membri dell’UEF al congresso dell’Aja, dove Churchill e suo genero Sandys li “impanarono” nella loro farina “unionista”. Bisognava scegliere tra il vecchio leone e i pionieri della Resistenza interna francese dall’internazionalismo così radicale? Perplessità al “Comitato”, dunque alla CIA. Per Churchill, la sua statura di statista, di alleato nella guerra, la sua preferenza per le “grandi taglie”, gli USA; contro, il suo rifiuto netto del modello federalista così caro agli europeisti statunitensi e, certo, le sue violente discussioni con l’assai atlantista Spaak. Nel marzo 1949, Churchill incontrò Donovan a Washington. A giugno gli scrisse per sollecitare il versamento dei fondi d’urgenza (assai ricco, il vecchio Primo ministro inglese non intendeva pagare di tasca propria). Qualche giorno dopo, Sandys appoggiò la domanda del suocero: soldi, e presto, o il Movimento europeo di Churchill scompariva. Il “Comitato” e la CIA, la principale erogatrice di fondi, sbloccarono una prima tranche di 2 milioni dei nostri attuali euro. Ciò permise di “preparare” le prime riunioni del Consiglio dell’Europa di Strasburgo, che associò una assemblea consultiva senza poteri reali a un comitato dei ministri che approvava all’unanimità. Per sostenere i loro partner del Vecchio Continente, ACUE e CIA crearono propri circuiti finanziari. I dollari dello zio Sam, pari a 5 milioni di euro nel 1949/1951, e così negli anni successivi, provenivano essenzialmente dai fondi speciali concessi alla CIA dal dipartimento di Stato USA. Furono ripartiti, all’inizio tra i capi del Movimento europeo: Churchill, suo genero, il segretario generale Joseph Retinge, e il tesoriere Edward Beddington-Behrens. Nell’ottobre 1951, il ritorno di Churchill a Downing Street, residenza dei primi ministri inglesi, non fermò tale flusso: tra il 1949 e il 1953, la CIA versò agli unionisti l’equivalente di più di 15 milioni d’euro, incaricandoli di distribuirne una parte anche ai rivali della Federazione, la tendenza di destra del federalismo francese, che poi in seguito riversò la propria quota all’UEF. (…)
Per Frenay, era chiaro: l’Europa federale costituiva ormai il solo scudo efficace contro l’espansionismo comunista. Ma come andare avanti quando la frusta della guerra fredda mancava così crudelmente? L’UEF non era ricca. Il suo presidente ancor meno, la cui onestà era nota a tutti, dopo il suo passaggio al ministero dei Prigionieri, Deportati e Rifugiati, Frenay, vecchio ufficiale di carriera senza fortuna personale, abbandonò l’esercito sulla base della legge Diethelm sul disimpegno dei quadri. Come ai tempi dell'”affare svizzero”, la salvezza finanziaria arrivò dall’alleato statunitense? Si, assicurarono nell’estate del 1950 gli uomini dell’ACUE a un rappresentante francese dell’UEF in visita a New York. Conforme alla posizione ufficiale del governo statunitense in favore dell’integrazione europea, il loro aiuto non venne sottomesso ad alcuna contropartita politica o altro, conditio sine qua non agli occhi di Henri Frenay. E di fatto, a partire da novembre 1950, l’ACUE finanziò segretamente con circa 600000 euro una delle iniziative maggiori di Frenay e dei federalisti di sinistra: la creazione a Strasburgo, in parallelo all’ufficiale Consiglio d’Europa, di un Congresso dei popoli europei, chiamato Comitato europeo di vigilanza. Vi si associarono dei socialisti (Edouard Depreux), religiosi (padre Chaillet, fondatore di Témoignage chrétien), sindacalisti, dei militanti della cooperazione, rappresentanti del patronato e anche… gaullisti come Michel Debré o Jacques Chaban-Delmas. Mal concepita mediaticamente, l’affare fallì poco. Ragione in più per accentuare il sostegno finanziario, opera del segretario generale dell’ACUE Thomas Braden. Noto per le sue opinioni liberali, questo amico del pittore Jackson Pollock non esitò quando Donovan, suo vecchio patrono all’OSS, gli domandò di lasciare la direzione del museo d’Arte moderna di New York.
Nel luglio 1951, Frenay viaggiò negli USA sotto gli auspici del Congresso per la libertà della cultura, un’organizzazione che ritroveremo presto. Occasione per incontrare i dirigenti del “Comitato” e della Fondazione Ford (ma non quelli della CIA con cui non avrà mai rapporti diretti) per informarli dei bisogni materiali dei federalisti. Messaggio ricevuto “5 su 5” dagli statunitensi… In quel momento Braden non comparve più tra i dirigenti ufficiali dell’ACUE. In virtù del principio dei vasi comunicanti, l’agente segreto esteta, infatti, raggiunse Dulles alla CIA. I due condivisero l’idea che di fronte ai comunisti non erano i conservatori da convincere, ma la sinistra antistaliniana europea, di cui Frenay costituiva uno dei maggiori rappresentanti. Braden andò lontano: “Come l’avversario organizzato nel Kominform, strutturiamo un piano mondiale per grandi settori di attività: intellettuali, giovani, sindacalisti riformisti, sinistra moderata..-” disse. D’accordo, rispose Dulles. Nacque così la Divisione delle organizzazioni internazionaliste della CIA. Diretta da Braden, tale direzione centralizzò, tra l’altro, l’aiuto della Compagnia via l’ACUE ai federalisti europei. Nel 1952, l’American Committee for United Europe finanziò così l’effimero Comitato d’iniziativa per l’assemblea costituente europea, di cui Spaak era presidente e Frenay segretario generale. Confusi con la “Federazione”, il loro rivale di destra che fungeva da intermediario per il versamento dei fondi CIA-ACUE tramite il movimento churchilliano, gli amici di Frenay collassarono. Per rispondere d’urgenza, Braden, virtuoso del finanziamento occulto tramite fondazioni private fasulle, questa volta attuò la procedura dei versamenti diretti ai federalisti di sinistra tramite dei terminali para-governativi statunitensi. A Parigi, perno delle operazioni della CIA in Europa assieme Francoforte, si operò coll’aiuto dell’Office of Special Representative, concepito in origine come interfaccia con la Comunità europea del carbone e dell’acciaio (Ceca), o dell’US Information Service (USIS). In seguito, un ufficio dell’ACUE propriamente detto venne aperto.
Come Jean Monnet, presidente della Ceca, Frenay accarezzò nel 1952 l’idea di un esercito europeo, passo decisivo verso l’Europa politica, secondo lui. L’ACUE approvò caldamente. Previsto dal trattato di Londra del marzo 1952, questa Comunità europea di difesa avrebbe compreso, punto spinoso, dei contingenti tedeschi. Restava da ratificare il trattato dai parlamenti nazionali. Frenay s’impegnò con entusiasmo nella nuova lotta. Per scontrarsi, ancora una volta con de Gaulle, che rifiutò la CED a nome della sovranità nazionale e, già, del programma ultrasegreto della forza atomica francese, così che coi comunisti, ostili per principio a tutto ciò che era contrario a Mosca. Altri elementi raccolti da Robert Belot, la biografia del capo di Combat doveva uscire per le edizioni Seuil, Frenay domandò all’ACUE di finanziare l’edizione di un opuscolo che rifiutava le… tesi gaulliste sulla CED. Stalin morì nel marzo 1953. L’anno dopo, Cord Meyer Jr, amico della famiglia Kennedy, sostituì Braden alla testa della divisione delle organizzazioni internazionali della CIA. Ma il 1954 vide lo scacco cocente degli europeisti: l’affossamento definitivo della CED. Scoraggiato, Frenay abbandonò allora la presidenza dell’Unione europea dei federalisti. Dall’ottobre 1955, gli “amici americani” affidarono le loro speranze su un nuovo venuto, il Comitato d’azione per gli Stati Uniti d’Europa di Jean Monnet. Legato a Donovan e soprattutto all’ambasciatore USA a Parigi, David Bruce, amico di Franck Wisner, Monnet era un fine conoscitore del mondo anglosassone per accettare direttamente i dollari della CIA. Tenuto conto della sua prudenza da sioux, l’aiuto statunitense alla sua corrente europeista seguì altre vie. Nel 1956, Monnet si vide così proposto l’equivalente di 150000 euro dalla Fondazione Ford. Una offerta che declinò, preferendo che i soldi venissero versati al professore Henri Rieben, economista e universitario svizzero europeista che fu incaricato della missione dagli Alti Studi di Losanna. Rieben utilizzò tali fondi con totale trasparenza finanziaria per creare un Centro di ricerche europeo.
Nel 1958, il ritorno del Generale de Gaulle, radicalmente ostile alle tesi federaliste, annichilì le ultime speranze dell’UEF e dei suoi amici nordamericani. Dissoluzione dell’ACUE dal maggio 1960 e poi cessazione dei finanziamenti occulti dalla CIA seguirono. In dodici anni, la Compagnia versò agli europeisti l’equivalente di 50 milioni di euro senza essere mai presa con le mani nel sacco! Ma poté preservare per molto il grande segreto? Il primo allarme suonò nel 1962. Troppo precisa sui finanziamenti statunitensi, una tesi universitaria sui movimenti europeisti fu “affossata” d’urgenza in Regno Unito. Questo notevole lavoro era opera di un compagno di lotta di Frenay, Georges Rebattet, creatore nell’aprile 1943 del Servizio nazionale dei Maquis. Georges Rebattet, il successore nel 1952 di Joseph Retinger a segretario generale do un movimento europeo che finanziava in buona parte.
Seconda scossa a metà degli anni ’60. Il New York Times e la rivista Ramparts si concentrarono su una delle filiazioni del “trust” Braden-Meyer, il Congresso per la libertà della cultura dove si riunivano gli intellettuali antitotalitari europei di alto profilo: Denis de Rougemont, Manhès Sperber, Franz Borkenau, Ignazio Silone, Arthur Koestler, Malraux e Raymond Aron. Finanziato dalla CIA attraverso la Fondazione Fairfield, il Congresso pubblicç una delle sue riviste più prestigiose, “Preuves”. Giocando alla trasparenza, Braden gettò la copertura; “Sono fiero che la CIA sia immorale”, dichiarò nel 1967 al giornale inglese Saturday Evening Post, cui affidò rivelazioni sensazionali sul finanziamento occulto della CIA al Congresso per la libertà e sul ruolo di Irving Brown nei sindacati. Silenzio radio, al contrario, sul sostegno ai movimenti europeisti, segreto dei segreti…
Ultima eco dal giugno 1970, quando il conservatore inglese europeista Edward Heath arrivò a Downing Street. Su sua richiesta, l’Information Research Department lanciò una vasta campagna per pubblicizzare, in modo occulto, l’europeismo nei media e presso i politici inglesi. Nel 1973, il Regno Unito entrò nel Mercato Comune; il 5 giugno 1975, il 67,2% degli elettori inglesi ratificò la decisione con un referendum. Su questo rovesciamento della tendenza in favore dell’Europa, un uomo si gettò anima e corpo: nientemeno che il capo della stazione della CIA di Londra, Cord Meyer Jr.; il buon vecchio Cord sostituì vent’anni dopo il compare Braden alla testa della Divisione delle organizzazioni internazionali della Compagnia.
*Specialista di Storia contemporanea, Rémi Kauffer è autore di molti testi e ultimamente di “OAS, histoire d’une guerre franco-française” (Seuil).
Traduzione di Alessandro Lattanzio
I TERRORISTI PRESENTI A IDLIB TRAMANO ANCORA ATTACCHI FALSE FLAG CHIMICI
I terroristi di Hayat Tahrir al-Sham (ex Jabhat al-Nusra, il ramo siriano di al-Qaeda), che controllano la maggior parte della zona di disallentamento Idlib della Siria, non rinunciano a mettere in scena attacchi falsi con armi chimiche contro civili, russi. La portavoce degli esteri Maria Zakharova ha comunicato:
"Le tensioni attorno alla zona di de-escalation di Idlib non sono in declino", ha detto. "I militanti dell'alleato di al-Nusra Hay'at Tahrir al-Sham, stanno conducendo uno show, non solo coprono gli insediamenti vicini quotidianamente, ma stanno anche costruendo attivamente i loro contingenti vicino alla linea di contatto con le forze governative siriane".
La Zakharova ha espresso serie preoccupazioni per le notizie in arrivo secondo cui i terroristi "non hanno abbandonato gli sforzi per inscenare un attacco chimico contro i civili". Ha aggiunto che secondo i rapporti, un gruppo di membri dei Caschi Bianchi ha preparato degli ospedali a Idlib per filmare queste provocazioni in anticipo.
Le preoccupazioni di Mosca, Damasco e Teheran sui preparativi di attacchi chimici nella zona de-escalation di Idlib sono su base costante. Tuttavia, questa minaccia non può essere rimossa finché l'area rimane nelle mani dei terroristi.
Gli avrebbe dato un pugno in faccia? Alla GMG di Panama blasfemia contro la SS. Vergine!
CHE SPETTACOLO ABERRANTE E DESOLANTE! SOPRATTUTTO IL CLERO COMPIACIUTO!!! DOVE SIAMO ARRIVATI?!!!!
Blasfemia allo stato puro: la Vergine Santa una di noi…. che DUBITA della chiamata di Dio e l’Arcangelo che intona un rep per convincerla…. la pagheranno cara che siano MALEDETTI!!! giocate pure coi fanti, ma lasciate stare i santi, non sono io a maledire nessuno, ma la loro blasfemia a far “dire-male” di ciò che hanno fatto e di un vescovo di Roma compiacente…. e soddisfatto. Però disse che se qualcuno avesse osato parlar male di sua madre gli avrebbe dato un pugno in faccia… Non sarebbe ora di mettere in pratica il suo insegnamento?
EBRAISMO E COMPLOTTO CONTRO LA CHIESA DI CRISTO (Parte 1)
La falsa interpretazione della Sacra Bibbia e l’origine del male
Ebraismo e complotto contro la Chiesa di Cristo
Gerusalemme, Roma, Parigi – A cura di di Massimo Mancinelli – Tratto da Maurice Pinay, Complotto contro la Chiesa – Roma 1962 – Un testo talmudico reca: «Partecipare qualcosa della nostra legge ad un “gentile” equivale alla morte di tutti gli ebrei, perché se i Goyim (gentili) venissero a conoscere ciò che noi insegnamo nei loro riguardi, senza dubbio ci sterminerebbero» (98).
Nota (98) Divre en « Dav ». fol. 37 Imperialismo ebreo
Eletto… per la venuta del Messia
Il popolo ebreo fu scelto da Dio, tra i tanti popoli idolatri, come depositario della vera religione, che gli venne affidata per tramandarla sino alla venuta del promesso Messia. Con questa venuta si compiranno — è scritto — le profezie dell’Antico Testamento. Ancor prima della venuta di Cristo, però, gli ebrei presero a tergiversare: incominciarono, cioè, a dare alle profezie stesse un’interpretazione falsa, razzista e imperialista. La promessa di un regno dell’unico e vero Iddio sulla terra — un regno unicamente spirituale, informato e sostanziato dall’autentica religione — venne, dagli ebrei, interpretata come promessa di un regno materiale della loro razza, come promessa fatta da Dio agli Israeliti di un loro dominio mondiale, da conseguirsi attraverso la schiavizzazione di tutti gli altri popoli della terra. Citiamo (di seguito – Ndr) alcuni esempi di queste false interpretazioni.
Due interpretazioni antitetiche
Nella Genesi, Capitolo XXII, Versetti 17 e 18, l’Angelo del Signore dice ad Abramo : «ti benedirò e moltiplicherò la tua stirpe come le stelle del cielo, e come la rena che è sul lido del mare: la tua progenie possederà la porta dei suoi nemici». «E nella tua progenie saranno benedette tutte le nazioni della terra, perché hai obbedito alla mia voce». I giudei imperialisti hanno dato a questi versetti una interpretazione completamente materiale. Essi hanno considerato unicamente il fatto che Dio offriva loro, in quanto discendenti e consanguinei di Abramo, di impadronirsi delle porte del nemico, essendo solo in loro, soltanto nella razza ebrea, che avrebbero potuto essere benedetti tutti i popoli della terra. Queste profezie vengono, invece, cosi interpretate dalla Santa Chiesa Cattolica: «Che per virtù di Gesù Cristo e con il dono di una giustizia perseverante i figli spirituali di Abramo dovranno conseguire la vittoria su tutti i nemici visibili e invisibili della sua salute». « Il compimento, alla lettera, di questa profezia si verificherà dopo l’avvento della Chiesa, quando cioè tutti i popoli della terra si saranno sottomessi a Gesù Cristo e, quindi, avranno ricevuto da Lui benedizione e salute» (86).
Nota (86) Annotazioni autorizzate della Sacra Bibbia. Ed. SCIO. Bibbia. Madrid, 1852. Tomo I.
False interpretazioni e movimenti eretici ebraici
Nel Deuteronomio, Capitolo Secondo, Versetto 25 il Signore dice : «Oggi comincerò a mandare il terrore e lo spavento sopra i popoli sotto ogni parte del cielo, sicché a sentire il tuo nome sian terrorizzati e tremino e sian presi dal dolore: a guisa di donne partorienti». Anche a questo passaggio la Santa Chiesa dà una interpretazione ristretta, completamente diversa da quella scaturita dal sentimento imperialista ebreo, estrinsecatosi attraverso la storia in fatti palpabili che dimostrano l’applicazione pratica di questa falsa interpretazione. Movimenti eretici diretti da ebrei si sono infatti formati un po’ dappertutto, nel corso dei secoli e sempre, anche quando il trionfo di tali movimenti ha avuto carattere puramente locale, ed è stato del tutto effimero, il crimine, il terrore ed il sangue hanno fatto la loro tremenda apparizione.
Rivoluzioni e Giudeo-Massoneria
Lo stesso è accaduto durante le rivoluzioni in cui la massoneria ha rivestito un ruolo determinante: quella scoppiata in Francia nel 1789, per esempio, quella del 1931-36 in Spagna. Senza parlare, poi, per spirito di misericordia, di quanto è occorso durante le rivoluzioni ebreo-comuniste! Nell’Unione Sovietica dove la loro dittatura totalitaria, è, purtroppo, una realtà, gli ebrei hanno seminato crudelmente la paura e la morte. Hanno tanto gravato la mano, che la loro attività e la loro presenza riescono oggi odiose ai russi schiavizzati. La falsa interpretazione ebrea del Versetto 16, Capitolo VII del citato Deuteronomio, ci fornisce un altro esempio di questo genere. Il versetto reca: «Tu divorerai tutti i popoli che il Signore Dio tuo sta per dare in tuo potere: non ne abbia pietà il tuo occhio non servire ai loro dei… » Nel mentre la Santa Chiesa dà a queste parole la loro giusta interpretazione, gli ebrei gliene danno una soggettiva e mostruosa: affermano di avere ottenuto da Dio il diritto di divorare tutti i popoli della terra e di impadronirsi delle loro ricchezze!
Baruch Levi e il discepolo Carlo Marx
Abbiamo visto nel quarto capitolo della prima parte di questa opera ciò che il Rabbino Baruch Levi scriveva al suo giovane discepolo ebreo, Carlo Marx, colui che doveva essere più tardi il fondatore del Socialismo a torto chiamato scientifico, e che ha fornito talune pretese fondamentalmente teologiche al diritto rivendicato dagli ebrei di impadronirsi delle ricchezze di tutti i popoli della terra: in quest’ultimo caso mediante i movimenti proletari comunisti controllati dall’ebraismo. Il versetto 24, dello stesso capitolo VII, recita : «Egli ti darà nelle mani i loro re: tu farai sparire i loro nomi di sotto il cielo: nessuno potrà resisterti finché tu non li abbia ridotti in polvere».
Un diabolico errore
Questa profezia, che la Santa Chiesa riferisce ai re peccatori che governavano la terra di Cana, viene dagli ebrei interpretata come di carattere universale. Ciò, è evidente, consente loro di considerare tutte le rivoluzioni e le cospirazioni contro i re, anche nei tempi moderni, come sante imprese, unicamente realizzate a compimento delle profezie della Sacra Bibbia.
Errata interpretazione della grande profezia di Daniele, Cap. VII
L’opera di continua tergiversazione di quello che è il vero spirito delle profezie contenute nella Bibbia, si riscontra leggendo il versetto 27 del Capitolo VII della Profezia di Daniele, che dice : «E il regno e la potenza e la magnificenza del regno che è sotto tutto il cielo, sarà data al popolo dei santi dall’Altissimo: il suo regno è regno eterno, tutti i re serviranno e obbediranno a lui». Mentre la Santa Chiesa mette questa profezia in relazione col regno eterno di N.S. Gesù Cristo, gli ebrei, viceversa, affermano che questo regno eterno sul mondo è quello della loro razza su tutti i popoli ; cosicché essi perverranno a formare un solo gregge, sotto un unico pastore, uscito, naturalmente, dall’ovile di Israele.
Errata interpretazione di Isaia e imperialismo ebraico-massonico
Nella profezia di Isaia, Capitolo 60, Versetti 10, 11 e 12, si legge: 10 – «E i figli degli stranieri edificheranno le tue mura, e i loro re ti serviranno… 11 – E le tue porte saranno sempre aperte, non saranno chiuse ne di giorno ne di notte, affinché ti sia condotta la forza delle nazioni e ti siano condotti i loro re. 12 – La nazione e il regno che non ti servirà perirà, quelle nazioni saranno interamente distrutte». Questa profezia che si riferisce al Regno di Nostro Signor Gesù Cristo e della sua Santa Chiesa (87 )
Nota (87) acquista nell’interpretazione ebrea un significato completamente differente, cristallizzato nei fatti e chiaramente riconoscibile dovunque abbia prevalso la dittatura ebreo-massonica. In tutti i paesi caduti sotto la tirannia suddetta, infatti, tutti coloro che non hanno voluto servire gli ebrei o hanno osato ribellarsi sono stati eliminati.
L’assassinio di molti profeti ebrei da parte di ebrei fedeli al Talmud
Sono molti nel mondo a sapere, ormai, che non v’è peggior padrone di quello ebreo ; e molti hanno anche esperimentato il tipico mezzo di cui gli ebrei si servono per prevalere: quello di espugnare, una dopo l’altra le cariche ed i posti chiave (specie attraverso il mezzo più potente della moneta-debito creata dal nulla: come denunciato dal grande Professor Giacinto Auriti – Ndr), sino a togliere alle nazioni ogni forza ed ogni possibilità di resistenza. Potremmo continuare a lungo, nella citazione dei versetti dell’Antico Testamento, che sono stati falsamente interpretati dall’imperialismo giudaico. A questo proposito non sarà male ricordare che molti Profeti caddero assassinati dagli stessi ebrei, in quanto tentarono di contrastare la loro perversità. La peggiore di queste false interpretazioni è, senza alcun dubbio, quella relativa alla venuta del Messia, Redentore del genere umano, Colui che avrebbe stabilito il regno del vero Dio sul mondo.
La falsa interpretazione sulla venuta del Messia
Questo è proprio il punto dal quale gli ebrei si sono allontanati nel modo più impudente dalla Verità Rivelata, dando alle sublimi promesse un carattere nettamente razzista e imperialista. La falsa interpretazione era già così diffusa tra gli ebrei, ancor prima della venuta di Nostro Signor Gesù Cristo, che essi attendevano un Messia simile ad un re terreno o ad un capo guerriero, cioè un condottiero che con l’aiuto di Dio avrebbe conquistato tutte le nazioni della terra, attraverso una serie di guerre sanguinose, che Israele avrebbe regolarmente vinto. In questo modo gli ebrei — essi ritenevano — sarebbero giunti a dominare materialmente il mondo.
Venne a portare Pace e Giustizia… non fu riconosciuto
Quando Nostro Signore Gesù Cristo, si oppose a queste pretese e proibì qualsiasi spargimento di sangue, e precisò inoltre che il Suo Regno non era di questo mondo, gli imperialisti ebrei sentirono naufragare tutte le loro speranze e ambizioni e dubitarono seriamente che la dottrina del Signore sarebbe riuscita a convincere tutti gli ebrei, e quindi a farlo riconoscere come il Promesso Messia.
il pericolo dell’uguaglianza
Quando il Signore incominciò a predicare l’uguaglianza di tutti gli uomini dinanzi a Dio, gli ebrei imperialisti si resero immediatamente conto del grave pericolo. Capirono cioè che Egli, con la Sua Dottrina e la Sua personalità sublime stava frantumando le loro equivoche credenze su Israele quale popolo scelto da Dio per dominare materialmente il mondo e annullando l’idea, a loro tanto gradita (e tanto preziosa) di un popolo a tutti superiore: per volontà d’Iddio. Un popolo — essi affermavano — destinato, del pari per volontà d’Iddio, a rendere schiavi tutti i popoli della terra ed impadronirsi delle loro ricchezze.
Gesù: una minaccia per i dirigenti del giudaismo
I dirigenti del giudaismo dell’epoca, sacerdoti, scribi, ecc., capirono che Gesù minacciava il brillante avvenire del popolo d’Israele quale futuro padrone dell’Universo. Essendo infatti i popoli della terra tutti eguali dinanzi a Dio — secondo quanto predicava Nostro Signor Gesù Cristo — a nessun popolo veniva concesso di prevalere sugli altri sino a diventare il padrone. E nessun popolo — affermava del pari Gesù — era stato scelto quale futura casta privilegiata che avrebbe dovuto dominate la umanità. Fu così che Caifa, il sommo pontefice di Israele, avverti la convenienza che un uomo morisse — Gesù Cristo ! — onde un popolo fosse salvo (vedi anche qui –Perchè Gesù Cristo è il Dio Vero – Riflessione del Prof. Giacinto Auriti). E salva fosse la tesi ebrea di tutto comodo: razzista e imperialista.
L’assassinio del Figlio di Dio fatto uomo e la nascita del Talmud
Dopo aver commesso il crimine più atroce e nefando di tutta la lunga storia dell’umana gente — l’assassinio del Figlio di Dio fatto Uomo — gli ebrei continuarono ostinatamente nelle loro ambizioni ; non solo, ma tentarono di giustificarle attraverso la compilazione di un libro sacro, che sarebbe stata la loro falsa interpretazione della Bibbia. Fu così che nacque il Talmud, una specie di Nuovo Testamento ebreo, un libro condannato dalla Santa Chiesa, nel quale, sempre secondo gli ebrei, per ispirazione divina, è contenuta l’interpretazione più perfetta dell’Antico Testamento.
La ricompilazione della Kabala ebrea
Successivamente si procedette anche ad una ricompilazione della Kabala ebrea, (vedi qui –Gli oscuri misteri della Kabbalah ebraica – 7 – La Bibbia Satanica del Nuovo Ordine Mondiale e i suoi comandamenti) che è come dire della tradizione, nella quale è consegnata, egualmente per ispirazione divina, si pretende, l’interpretazione esoterica, cioè pubblica e vera, della Sacra Scrittura. (87)
Nota (87) Opera citata. Tomo IV Seguitando nella nostra dimostrazione citiamo ora alcuni brani di questi Libri Santi dell’ebraismo moderno: e la citazione risulterà edificante.
Tutte bestie!?
«Solo voi Israeliti siete chiamati uomini. Le altre nazioni del mondo non meritano il nome di uomini, ma quello di bestie» (88). « La progenie di uno straniero è come progenie di animali » (89).
Note (88) (89) Nei passi precedenti, infatti, i falsi interpreti della Sacra Scrittura si erano esercitati vergando una massima d’importanza trascendentale: avevano privato i Cristiani ed i Gentili — e quindi tutti i popoli della terra — del loro carattere umano e li avevano collocati nella categoria delle bestie. Una cosa, come si vede, semplice e facile. Per rendersi esattamente conto dell’importanza di questo passo infame, occorre tenere presente quanto segue.
Rimanete uomini… non bestie!
Secondo la Rivelazione Divina dell’Antico Testamento, tutti gli animali e le bestie vennero creati da Dio per servire l’uomo, il quale può cosi mangiare la loro carne, utilizzare la loro pelle per farsene abiti, ammazzarli, scorticarli ecc ; fare, insomma, di loro tutto ciò che meglio gli convenga. In cambio di tutto ciò la Rivelazione Divina obbliga l’uomo ad osservare i comandamenti nei riguardi del suo simile, ossia del rimanente degli uomini. Ora, poiche per gli ebrei — secondo la loro falsa interpretazione della Sacra Scrittura — sia i Cristiani che i Gentili sono unicamente degli animali — e non sono quindi esseri umani — gli ebrei stessi non soltanto non sono obbligati a rispettare i Comandamenti di Dio nei loro riguardi, ma sono anche autorizzati a scorticarli ed a togliere loro ogni proprietà. Così come sono autorizzati a fare nei confronti di un altro animale qualsiasi.
L’imperialismo più deleterio e diabolico della Terra
Mai è esistito, come si vede, ne esiste, ne mai potrà esistere sulla terra, un imperialismo di un genere cosi tremendo e assoluto come l’imperialismo ebreo! Questo concetto trascendentale dell’appartenenza di tutti i popoli della terra, eccezion fatta per quello ebreo, al mondo animale, spiega chiaramente il contegno sprezzante, crudele e implacabile verso tutto il Diritto della Umana Gente, tenuto anche dai gerarchi ebrei del comunismo internazionale. Il disprezzo degli ebrei verso gli altri popoli giunge al colmo quando essi, ponendosi la domanda: «Che cos’è una prostituta?», rispondono : «Qualsiasi donna che non sia ebrea » (90).
Nota (90) Ciò spiega secondo quanto è stato anche ripetutamente denunciato da numerosi scrittori di diversa nazionalità, perche gli ebrei hanno esercitato, dovunque, senza scrupolo alcuno la tratta delle bianche, e sono i più assidui propagatori e difensori di tutte le dottrine dissolvitrici del libero amore e della promiscuità; nel mentre, al converso, mantengono le loro famiglie nella più assoluta disciplina e moralità.
Un’atroce forma mentis – Prostituzione e degrado dei Gentili (bestie)
Essendo i Cristiani e i Gentili, esclusivamente degli animali non c’è niente di strano che essi vivano nella prostituzione e nella più degradante promiscuità: tale e quale agli animali. Ma non basta. Gli istinti omicidi degli ebrei, infatti, si sono scatenati attraverso i secoli di pari passo con il diffondersi di questa atroce forma mentis. Anche in questo ultimo caso essi credono nell’ispirazione divina del Talmud e della Kabala che, invece, secondo la nostra Santa Madre Chiesa, sono opera del demonio. « Il migliore dei Gentili ammazzalo » (91)
Nota (91) – è scritto ! Dunque: avendo Dio ordinato agli ebrei tutto ciò come si pretende — e trattandosi di un popolo crudele e sanguinario, come abbondantemente rivelano la Passione e Morte di Nostro Signor Gesù Cristo e, recentemente, le torture e le uccisioni ad opera dei comunisti, capeggiati da ebrei, come abbiamo dimostrato (ad abundantiam) nel I capitolo, che c’è di strano se questo popolo, quando può, ammazzi tutti coloro che in qualche modo si oppongono alle loro perverse macchinazioni?
All’origine del male
L’odio diabolico, il sadismo, sempre dimostrato dagli ebrei nei confronti di tutti gli altri popoli della Terra hanno come abbiam visto origine nella falsa interpretazione della Rivelazione Divina, ossia nella Kabala e nel Talmud (vedi anchequi Il Dio dell’ebraismo moderno non è il Dio dei Cristiani. Chi è? qui Rivoluzione e Sionismo, Rivelazioni eccellenti – 2 – Le ammissioni dei rabbini Lior e Waton qui Il Sionismo e l’arma economico-finanziaria – Confessioni di un rabbino e qui Dichiarazioni e Rivelazioni eccellenti di Sionisti doc). E’ per loro cosa sacra perpetuarlo ed estrinsecarlo (88)
Nota (88) – Talmud, Baba Metzia fol. 114, col. 2. 89 Jebamoth, Fol. 94, col. 2. 90 Eben Ha Eser, 6 e 8. 91 Aboda Sara, 26 b Tosephot.
Che vuol dire Har Sinai?
Il seguente episodio può servire egregiamente da illustrazione. «Che vuol dire Har Sinai, ossia Monte Sinai?VuoI dire il Monte dal quale si è irradiato il ” Sina “, ossia l’odio contro i popoli”. Queste le loro dottrine. E’ forse necessario rammentare che fu proprio sul Monte Sinai che Dio dettò a Mosè quell’insuperabile capolavoro etico che sono i Suoi Dieci Comandamenti?
Contraddizioni dell’ebraismo moderno… odio satanico
Gli ebrei moderni affermano invece, che in quell’occasione venne loro rivelata la Religione dell’Odio; religione che essi hanno conservato sino ai nostri giorni. Odio satanico contro gli altri popoli, un odio che trova il suo maggiore appagamento nei tormenti e nelle stragi ; quelli che costituiscono il ben noto e consueto stile operativo del comunismo internazionale.
Iscriviti a:
Post (Atom)
-
IL CODACONS HA DECISO DI FARE CAUSA ALLA CINA E ALL'OMS, MA QUALCUNO DOVREBBE PENSARE DI INTENTARE UNA CAUSA ANCHE ALLA BILL E MELINDA ...
-
Premessa: Riporto questo articolo a puro titolo di curiosità. Ognuno in base al suo senso critico decida se è tutto falso, parzialmente...
-
Il punto di Giulietto Chiesa - Guerra all’Iran. L’Italia dica che non parteciperà È possibile che il conseguimento del cont...
-
LE PROVE STORICO-GEOGRAFICHE DELLA TIRANNIDE MONDIALE DEI SIONISTI CAZARI Dal libro del profeta Geremìa: Il Signore me lo ha mani...
-
DEDICATO A TUTTI QUELLI CHE METTONO IN DUBBIO L'ESISTENZA DEI PATRIOTI DI Q-ANON, FORSE PIU' PER TIMORE CHE PER VERA CONVINZIONE. G...
-
ASCOLTATE BENE IL VIDEO: (DESI) Pandemia mondiale CoronaVirus 2019-nCoV Cina Wuhan Hubei creato dal Nuovo Ordin e Mondiale ...
-
Plague inc. | Come vincere in ogni modalità. Quando giocare con la vita umana diventa un orrido gameE SE FOSSE TUTTO UN VIDEOGAME? SCATENARE PANDEMIE CON MIGLIAIA DI MORTI (VERI) E' DIVENTATO UN DIABOLICO GIOCO ELETTRONICO? I PLAYERS L...
-
IL PAPA ESPONE MOLOCH (BAAL) AL COLOSSEO! ASCOLTATE!! RICORDATE IL VITELLO D'ORO DELL'ESODO BIBLICO? ERA BAAL O MO...
-
Mentre il dibattito continua sul vero conteggio delle persone infette a causa dell'epidemia di coronavirus COVID-19, diverse agende...
-
Come preannunziato, la Commissione Ecclesia Dei è stata soppressa, e le sue competenze passano ora ad una costituenda sezione della Con...