martedì 25 febbraio 2020

LITURGIA DEL GIORNO

DOMANI SONO LE SACRE CENERI ANDATE A MESSA E FATE LA SANTA COMUNIONE PER PROTEGGERVI DALLE MALATTIE E DAGLI INGANNI DEL MALIGNO....

La Liturgia di Martedi 25 Febbraio 2020
Martedì della VII settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

Risultato immagini per Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti».

Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde 

Antifona d'ingresso
Confido, Signore, nella tua misericordia. 
Gioisca il mio cuore nella tua salvezza, 
canti al Signore che mi ha beneficato. (Sal 13,6) 

Colletta
Il tuo aiuto, Padre misericordioso, 
ci renda sempre attenti alla voce dello Spirito, 
perché possiamo conoscere 
ciò che è conforme alla tua volontà 
e attuarlo nelle parole e nelle opere. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo... 

PRIMA LETTURA (Giac 4,1-10)
Voi chiedete e non ottenete perché chiedete male.

Dalla lettera di san Giacomo apostolo

Fratelli miei, da dove vengono le guerre e le liti che sono in mezzo a voi? Non vengono forse dalle vostre passioni che fanno guerra nelle vostre membra? Siete pieni di desideri e non riuscite a possedere; uccidete, siete invidiosi e non riuscite a ottenere; combattete e fate guerra! Non avete perché non chiedete; chiedete e non ottenete perché chiedete male, per soddisfare cioè le vostre passioni. Gente infedele! Non sapete che l’amore per il mondo è nemico di Dio?
Chi dunque vuole essere amico del mondo si rende nemico di Dio. O forse pensate che invano la Scrittura dichiari: «Fino alla gelosia ci ama lo Spirito, che egli ha fatto abitare in noi»? Anzi, ci concede la grazia più grande; per questo dice:
«Dio resiste ai superbi,
agli umili invece dà la sua grazia».
Sottomettetevi dunque a Dio; resistete al diavolo, ed egli fuggirà lontano da voi. Avvicinatevi a Dio ed egli si avvicinerà a voi. Peccatori, purificate le vostre mani; uomini dall’animo indeciso, santificate i vostri cuori. Riconoscete la vostra miseria, fate lutto e piangete; le vostre risa si cambino in lutto e la vostra allegria in tristezza. Umiliatevi davanti al Signore ed egli vi esalterà.

Parola di Dio 

SALMO RESPONSORIALE (Sal 54)
Rit: Affida al Signore il tuo peso ed egli ti sosterrà. 

Chi mi darà ali come di colomba
per volare e trovare riposo?
Ecco, errando, fuggirei lontano,
abiterei nel deserto.
In fretta raggiungerei un riparo
dalla furia del vento, dalla bufera. 

Disperdili, Signore, confondi le loro lingue. 
Ho visto nella città violenza e discordia:
giorno e notte fanno la ronda sulle sue mura. 

Affida al Signore il tuo peso
ed egli ti sosterrà,
mai permetterà che il giusto vacilli. 

Canto al Vangelo (Gal 6,14) 
Alleluia, alleluia.
Quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore, 
per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, 
come io per il mondo.
Alleluia. 

VANGELO (Mc 9,30-37
Il Figlio dell’uomo viene consegnato. Se uno vuole essere il primo, sia il servitore di tutti. 

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.
Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti». 
E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».

Parola del Signore 

Preghiera dei fedeli
Cristo crocifisso e risorto, servo e salvatore di tutti, è la sapienza di Dio e la misura del suo amore per noi. Nel desiderio di uniformarci a lui, umile e giusto, invochiamo l'aiuto del Signore, dicendo:
Donaci, Padre, la sapienza di Cristo!

- Quando siamo tentati di imporre più che proporre la verità del vangelo:
- Quando il mondo ci affascina con le sue esibizioni di potenza e di vita facile:
- Quando dobbiamo prendere decisioni importanti per noi e per la collettività:
- Quando vorremmo primeggiare e servirci degli altri:
- Quando ci sentiamo impotenti di fronte alla sofferenza che colpisce gli innocenti:
- Quando avvertiamo sgomento di fronte alla morte dei nostri cari:
- Quando il carico dei sacrifici giornalieri ci spaventa:
- Quando chi è nell'angustia ha bisogno del nostro aiuto fraterno e gratuito:
- Quando i bambini hanno bisogno della nostra tenerezza:

O Dio onnipotente, il Signore Gesù, morto e risorto per noi, per primo e in modo sublime ci ha mostrato la via del servizio. Fa' che la percorriamo con amore, umili collaboratori del tuo regno. Te lo chiediamo per Cristo, servo dell'umanità, che ora siede con te nella gloria per i secoli dei secoli. Amen. 

Preghiera sulle offerte
Accogli, Signore, quest’offerta 
espressione della nostra fede; 
fa’ che dia gloria al tuo nome 
e giovi alla salvezza del mondo. 
Per Cristo nostro Signore. 



Antifona di comunione
Annunzierò tutte le tue meraviglie. 
In te gioisco ed esulto, canto inni al tuo nome, 
o Altissimo. (Sal 9,2-3) 

Oppure: 
Signore, io credo che tu sei il Cristo, 
il Figlio del Dio vivente, venuto in questo mondo. (Gv 11,27) 

Preghiera dopo la comunione
Il pane che ci hai donato, Signore,
in questo sacramento di salvezza,
sia per tutti noi pegno sicuro di vita eterna.
Per Cristo nostro Signore. 

Commento
Poveri discepoli! Quanto hanno bisogno ancora di “camminare” spiritualmente per essere degni di chiamarsi discepoli! 
Gesù parla loro di avvenimenti decisivi che riguardano la storia della salvezza e l’avvenire del mondo, ed essi non pensano che alla loro gloria! Come è prosaico il loro discorso! Cercano di essere apprezzati, lodati, gratificati in vita. Ma era davvero questo a cui miravano seguendo Gesù? Egli parlava di risurrezione, di vita eterna, ed essi pensavano ad essere elogiati sulla terra. Secondo un detto libanese, direi che lui era in una valle ed essi in un’altra. 
Ma Gesù non dispera: li accetta come sono; crede nella loro trasformazione. Sa che bisogna andarci piano e insegna loro con pazienza come a dei bambini, partendo da immagini, da parabole, da esempi a loro familiari. E, del tutto spontaneamente, prende in braccio un bambino: “Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino...”. Tutti sanno che un bambino ama senza riserve, senza calcolo, che è spontaneo e fiducioso, che si affida completamente alle braccia dei genitori e che non li cambierebbe per niente al mondo, che è attratto dal bello, che ciò che è meraviglioso gli sembra naturale. 
I discepoli capiranno così che la vera grandezza consiste nel ridiventare piccoli, nel donare tutto agli altri, nel soffrire per gli altri, nel dimenticare se stessi per gli altri e nel morire per gli altri. Non solo Cristo l’ha fatto per noi, ma, con lui, migliaia di cristiani hanno dato tutto fino alla loro vita. È questo che fa la santità della Chiesa.


La Liturgia di Martedi 25 Febbraio 2020
Martedì della VII settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)


Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde 

Antifona d'ingresso
Confido, Signore, nella tua misericordia. 
Gioisca il mio cuore nella tua salvezza, 
canti al Signore che mi ha beneficato. (Sal 13,6) 

Colletta
Il tuo aiuto, Padre misericordioso, 
ci renda sempre attenti alla voce dello Spirito, 
perché possiamo conoscere 
ciò che è conforme alla tua volontà 
e attuarlo nelle parole e nelle opere. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo... 

PRIMA LETTURA (Giac 4,1-10)
Voi chiedete e non ottenete perché chiedete male.

Dalla lettera di san Giacomo apostolo

Fratelli miei, da dove vengono le guerre e le liti che sono in mezzo a voi? Non vengono forse dalle vostre passioni che fanno guerra nelle vostre membra? Siete pieni di desideri e non riuscite a possedere; uccidete, siete invidiosi e non riuscite a ottenere; combattete e fate guerra! Non avete perché non chiedete; chiedete e non ottenete perché chiedete male, per soddisfare cioè le vostre passioni. Gente infedele! Non sapete che l’amore per il mondo è nemico di Dio?
Chi dunque vuole essere amico del mondo si rende nemico di Dio. O forse pensate che invano la Scrittura dichiari: «Fino alla gelosia ci ama lo Spirito, che egli ha fatto abitare in noi»? Anzi, ci concede la grazia più grande; per questo dice:
«Dio resiste ai superbi,
agli umili invece dà la sua grazia».
Sottomettetevi dunque a Dio; resistete al diavolo, ed egli fuggirà lontano da voi. Avvicinatevi a Dio ed egli si avvicinerà a voi. Peccatori, purificate le vostre mani; uomini dall’animo indeciso, santificate i vostri cuori. Riconoscete la vostra miseria, fate lutto e piangete; le vostre risa si cambino in lutto e la vostra allegria in tristezza. Umiliatevi davanti al Signore ed egli vi esalterà.

Parola di Dio 

SALMO RESPONSORIALE (Sal 54)
Rit: Affida al Signore il tuo peso ed egli ti sosterrà. 

Chi mi darà ali come di colomba
per volare e trovare riposo?
Ecco, errando, fuggirei lontano,
abiterei nel deserto.
In fretta raggiungerei un riparo
dalla furia del vento, dalla bufera. 

Disperdili, Signore, confondi le loro lingue. 
Ho visto nella città violenza e discordia:
giorno e notte fanno la ronda sulle sue mura. 

Affida al Signore il tuo peso
ed egli ti sosterrà,
mai permetterà che il giusto vacilli. 

Canto al Vangelo (Gal 6,14) 
Alleluia, alleluia.
Quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore, 
per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, 
come io per il mondo.
Alleluia. 

VANGELO (Mc 9,30-37
Il Figlio dell’uomo viene consegnato. Se uno vuole essere il primo, sia il servitore di tutti. 

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.
Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti». 
E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».

Parola del Signore 

Preghiera dei fedeli
Cristo crocifisso e risorto, servo e salvatore di tutti, è la sapienza di Dio e la misura del suo amore per noi. Nel desiderio di uniformarci a lui, umile e giusto, invochiamo l'aiuto del Signore, dicendo:
Donaci, Padre, la sapienza di Cristo!

- Quando siamo tentati di imporre più che proporre la verità del vangelo:
- Quando il mondo ci affascina con le sue esibizioni di potenza e di vita facile:
- Quando dobbiamo prendere decisioni importanti per noi e per la collettività:
- Quando vorremmo primeggiare e servirci degli altri:
- Quando ci sentiamo impotenti di fronte alla sofferenza che colpisce gli innocenti:
- Quando avvertiamo sgomento di fronte alla morte dei nostri cari:
- Quando il carico dei sacrifici giornalieri ci spaventa:
- Quando chi è nell'angustia ha bisogno del nostro aiuto fraterno e gratuito:
- Quando i bambini hanno bisogno della nostra tenerezza:

O Dio onnipotente, il Signore Gesù, morto e risorto per noi, per primo e in modo sublime ci ha mostrato la via del servizio. Fa' che la percorriamo con amore, umili collaboratori del tuo regno. Te lo chiediamo per Cristo, servo dell'umanità, che ora siede con te nella gloria per i secoli dei secoli. Amen. 

Preghiera sulle offerte
Accogli, Signore, quest’offerta 
espressione della nostra fede; 
fa’ che dia gloria al tuo nome 
e giovi alla salvezza del mondo. 
Per Cristo nostro Signore. 



Antifona di comunione
Annunzierò tutte le tue meraviglie. 
In te gioisco ed esulto, canto inni al tuo nome, 
o Altissimo. (Sal 9,2-3) 

Oppure: 
Signore, io credo che tu sei il Cristo, 
il Figlio del Dio vivente, venuto in questo mondo. (Gv 11,27) 

Preghiera dopo la comunione
Il pane che ci hai donato, Signore,
in questo sacramento di salvezza,
sia per tutti noi pegno sicuro di vita eterna.
Per Cristo nostro Signore. 

Commento
Poveri discepoli! Quanto hanno bisogno ancora di “camminare” spiritualmente per essere degni di chiamarsi discepoli! 
Gesù parla loro di avvenimenti decisivi che riguardano la storia della salvezza e l’avvenire del mondo, ed essi non pensano che alla loro gloria! Come è prosaico il loro discorso! Cercano di essere apprezzati, lodati, gratificati in vita. Ma era davvero questo a cui miravano seguendo Gesù? Egli parlava di risurrezione, di vita eterna, ed essi pensavano ad essere elogiati sulla terra. Secondo un detto libanese, direi che lui era in una valle ed essi in un’altra. 
Ma Gesù non dispera: li accetta come sono; crede nella loro trasformazione. Sa che bisogna andarci piano e insegna loro con pazienza come a dei bambini, partendo da immagini, da parabole, da esempi a loro familiari. E, del tutto spontaneamente, prende in braccio un bambino: “Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino...”. Tutti sanno che un bambino ama senza riserve, senza calcolo, che è spontaneo e fiducioso, che si affida completamente alle braccia dei genitori e che non li cambierebbe per niente al mondo, che è attratto dal bello, che ciò che è meraviglioso gli sembra naturale. 
I discepoli capiranno così che la vera grandezza consiste nel ridiventare piccoli, nel donare tutto agli altri, nel soffrire per gli altri, nel dimenticare se stessi per gli altri e nel morire per gli altri. Non solo Cristo l’ha fatto per noi, ma, con lui, migliaia di cristiani hanno dato tutto fino alla loro vita. È questo che fa la santità della Chiesa.

Marò, eroi nella lotta contro le scie chimiche?

RICORDATE I MARO' LATORRE E GIRONE ARRESTATI IN INDIA NEL 2012? QUESTA E' LA VERA RAGIONE DELLA LORO ODISSEA COSTATAGLI LA SALUTE DOPO ANNI DI COVER UP....

I nostri due marò, Latorre e Girone, sono detenuti in India da febbraio 2012 con l’accusa di avere sparato a due pescatori innocenti. Quello che tutti ci domandiamo è come mai in quasi tre anni non si sia mosso niente: i tribunali indiani stanno cercando di prendere tempo, il governo italiano sembra fregarsene, le corti d’appello internazionali sono immobili. È chiaro che c’è sotto qualcosa di più grosso di quello che i media vogliono farci credere, come noi stessi avevamo ipotizzato più di un anno fa quando circolavano strane voci sul perché i due marò avessero fatto fuoco contro un innocuo peschereccio. Il detective indipendente indiano Apu Shish si è recato sul posto per cercare di vederci chiaro, e dopo aver interrogato testimoni e colleghi è passato all’azione.

Riuscendo di notte a salire sull’imbarcazione indiana coinvolta nella sparatoria senza farsi scoprire, Apu ha scoperto al suo interno beute, centrifughe chimiche e distillatori, oltre a taniche di bario, alluminio e stronzio, gli elementi che più frequentemente vengono irrorati tramite scie chimiche. Quello che ad Apu appariva davanti agli occhi era una vera e propria raffineria clandestina mobile che, operante in acque internazionali e al di sopra della legge nel tentativo di non farsi scoprire, preparava le miscele destinate ad essere impiegate all’interno degli aerei tanker che spruzzano scie chimiche.


La ricostruzione dell’evento, secondo Apu, è la seguente: la petroliera italiana su cui viaggiavano i marò stava in realtà svolgendo attività clandestine di supporto a raffinerie mobili per la preparazione di composti chimici destinati ad aerei tanker. Massimiliano Latorre e Salvatore Girone decidono, per il bene della Patria e della salute pubblica, di disertare gli ordini e compiere un’azione eclatante per svelare il complotto delle scie chimiche al mondo. Qualcosa però nel loro piano va storto, i loro colleghi decidono di non stare dalla loro parte e li conducono in India, dove vengono detenuti in attesa di capire cosa farne. L’Italia si trova in una situazione imbarazzante, da un lato deve salvare le apparenze e cercare di riportarli a casa, ma dall’altra deve rispettare obblighi internazionali ed evitare che i due marò parlino: così finge davanti ai media di fare il possibile per la loro scarcerazione, mentre in realtà non sta facendo assolutamente niente. Nel frattempo i poteri forti cercano di mettere i marò a tacere per sempre: l’ischemia che ha colpito Latorre l’anno scorso sarà stata un caso?

Apu Shish sperava di trovare prove a favore dei suoi connazionali, ma davanti all’evidenza ha trovato il coraggio di divulgare la verità, anche se non depone a favore dell’India: questo è il codice d’onore dei ricercatori indipendenti! Noi ci domandiamo quante di queste raffinerie mobili esistano sul pianeta, e quando gli sforzi dei nostri marò per portare all’Italia la verità sulle scie chimiche verranno ripagati. La lotta contro i poteri forti purtroppo non è mai semplice.

Scie chimiche e cambiamenti genetici (terza parte)

LA PROSSIMA VOLTA CHE NEI TG SENTIRETE PARLARE DI ALLUVIONI CHE SI ALTERNANO A SICCITA' RICORDATEVI DI QUESTI VIDEO:





SCIE CHIMICHE. Leggi il cielo!










Le ammissioni dell'aeroporto di Bologna: "Sì, sono scie chimiche".

Secondo il Neodarwinismo, la speciazione è un meccanismo evolutivo che in natura porta alla formazione di due o più specie a partire da una sola. L’origine di una nuova specie è determinata dall’azione combinata dell’isolamento e delle mutazioni casuali (sic) che si accumulano in popolazioni rimaste separate per lunghi periodi. Quando le variazioni accumulate impediscono la formazione di ibridi fertili tra i due gruppi, anche in seguito alla rimozione della barriera che le separava, si dice che sono originate due specie distinte. Come si può constatare, il neodarwinismo non spiega quasi nulla, poiché elude le domande fondamentali (Che cosa provoca le variazioni genetiche? Non è forse vero che le mutazioni sono quasi sempre involutive o neutre?) ed in quanto si trincera sempre dietro il caso.[1]



Correttamente Will Hart, nel breve saggio intitolato “Darwin in soffitta”, osserva: “La selezione naturale (una delle espressioni magiche del neodarwinismo come “deriva genetica”, n.d.a.) non avrebbe mai imposto ad una gimosperma, per esempio, una felce, di mutare e di dotarsi di una nuova struttura che avrebbe richiesto gran parte dell’energia della pianta stessa, senza avere peraltro alcuno scopo. Ciò sarebbe, infatti, contrario alla stessa legge di selezione naturale, ovvero la sopravvivenza della specie meglio adattata. … Inoltre, perché nei reperti fossili si trovano numerosi esempi di gimnosperme e di angiosperme, senza che appaia mai una specie di transizione?” Hart nota anche: “La mutazione deve cominciare con una pianta che si dotò di fiori, ma non esistevano insetti o altri animali specificamente adattati ad impollinare i fiori, perché precedentemente non sbocciavano fiori”. Insomma, non se ne esce, a meno che non si introducano concetti nuovi.


Le mutazioni si distinguono in tre tipi: geniche, cromosomiche e genomiche.

Le prime coinvolgono un solo gene e ne esistono di due tipologie: quelle che non implicano un cambiamento nella quantità di D.N.A. che costituisce il gene, e quelle che provocano una variazione quantitativa.

Le mutazioni cromosomiche coinvolgono la struttura di un cromosoma, con o senza variazione quantitativa del materiale genetico.

Le ultime alterano la struttura del genoma, l’insieme delle sequenze nucleotidiche del D.N.A. Possono comportare l’aggiunta o la perdita di un cromosoma oppure la variazione dell’intero corredo cromosomico. La perdita di un intero cromosoma, definita monosemia, è generalmente letale. L’aggiunta di un intero cromosoma è condizione denominata trisomia: tra le più note trisomie nell’uomo si annovera quella del cromosoma 21 che determina la sindrome di Down.

Gli agenti in grado di indurre mutazioni sono i mutageni: possono essere fisici o chimici. Come si è visto, questi agenti causano quasi sempre mutazioni neutre o svantaggiose. Recentemente sono stati segnalati insetti mostruosi: si tratta di esemplari la cui descrizione affidiamo alle eloquenti immagini. E’ possibile che, poiché esistono milioni di specie di insetti, si tratti di specie fino a poco tempo fa ignote, ma si è tentati di pensare che siano la conseguenza o di esperimenti genetici o – ipotesi più plausibile – il risultato della contaminazione ambientale legata all’uranio ed altri elementi radioattivi.

Animali terrificanti: cos'è quest’insetto misterioso che sta invadendo il web?
Insetto mostruoso risultato di una mutazione genica?

Dunque, se intendiamo scartare l’ipotesi del disegno intelligente e la teoria dell’intervento esterno, guardata con interesse anche da alcuni biologi, dobbiamo supporre che un presumibile salto è correlato ad energie particolari e non ad agenti noti. Potrebbero essere energie – si pensi ai i campi di torsione – studiate e riscoperte solo da alcuni scienziati pionieristici, per lo più russi. Queste energie potrebbero essere irradiate dal centro della Galassia, come pensa qualcuno.

Le élites oscure che, senza dubbio non limitano le loro competenze alla “scienza” ufficiale di stampo ottocentesco e la cui tecnologia si fonda su acquisizioni inimmaginabili e nascoste all’opinione pubblica, sanno come agire per stornare gli eventi che potrebbero portare alla loro definitiva disfatta. Ecco perché le scie chimiche e tutto ciò che ruota attorno ad esse sono la chiave per comprendere molti fenomeni attuali e futuri e per gettare uno sguardo dietro le quinte.

[1] Sul Darwinismo ed il Neodarwinismo, si legga C. Penna, Cosa ci raccontano realmente i fossili? 2009, con i riferimenti ivi contenuti.

Fonti:

Enciclopedia delle Scienze, Milano, 2005, s.v. neodarwinismo, mutageni, mutazione, speciazione
Enciclopedia di Astronomia e Cosmologia, Milano, 2005, s.v. raggi cosmici
J. D. Kenyon, La storia proibita, Diegaro di Cesena, 2008
Kether, Il colpo di coda del Drago, 2009
L. Pauwels, J. Bergier, Il mattino dei maghi, Milano, 1963

Si ringraziano S. e J. per la documentazione fotografica.

Umano, poco umano …fatto di virus e batteri!

UN INTERESSANTE STUDIO DANESE CI FA CAPIRE COME NON TEMERE I VIRUS CHE CONTRIBUISCONO AL MIGLIORAMENTO DI UNA SPECIE ATTRAVERSO IL SISTEMA IMMUNITARIO, CHE IMPARA A RICONOSCERE LE MINACCE E A DIFENDERSI DA QUELLE FUTURE. NON DIMENTICHIAMO ANCHE LA NOSTRA NATURA DI ESSERI SPIRITUALI....

Il filosofo francese Pierre Teilhard de Chardin nella sua celebre dichiarazione affermò che: "Il corpo fisico non è veramente nostro, appartiene al pianeta Terra. Possiamo chiamarlo nostro mentre risiediamo in esso, ma non appartiene a noi...Noi non siamo esseri umani che vivono un'esperienza spirituale. Noi siamo esseri spirituali che vivono un'esperienza umana".


In uno studio condotto circa una decina d’anni fa da alcuni ricercatori danesi, consistito nella minuziosa analisi di un metro cubo di terreno fertile, è emerso che esso contiene circa cinquantamila macrorganismi (tra insetti di vario genere). Un singolo grammo di tale terra contiene all’incirca trentamila protozoi, cinquantamila alghe, quattrocentomila funghi e ben un miliardo di batteri (ripartiti tra dieci/centomila differenti specie, di cui la maggior parte risulta ancora sconosciuta all’uomo. Una nuova stima, eseguita nel 2016, indica in mille miliardi le specie di batteri presenti sul nostro pianeta; di cui l’uomo ne conosce solo lo 0,001%!). Ogni specie si sviluppa grazie ad un’interazione permanente con altre specie. Quando una specie scompare, tutti i legami interattivi fino a quel punto mantenuti con altre specie, contribuiranno a compensare la sua perdita. A causa della sua natura biologica, ovviamente l’intera umanità risulta essere del tutto dipendente dal tessuto vivente del suo pianeta. Nel momento in cui un essere umano è tenuto a definire la propria identità, dunque, ad un’attenta analisi della sua totalità costitutiva, si accorge inesorabilmente che il concetto di essere “unico ed inalterabile”, viene meno. L’uomo infatti rappresenta, nel suo insieme, un raggruppamento costituito da una moltitudine di varie specie, che convivono tutte assieme nella più perfetta delle collaborazioni. La vita di un essere umano funziona grazie a decine di migliaia di esseri microscopici, che vivono sopra e dentro al suo corpo. Il microbioma umano è composto da circa cinquemila specie di batteri, che catalogano oltre 154.000 genomi; ogni individuo possiede fino a diverse centinaia di queste specie, che fino all’inizio del 2019, erano per il 77% del loro totale, del tutto sconosciute! (E.Pasolli, F.Asnicar, S.Manara, C.Quince, C.Huttenhower, N.Segata; 2019. Confr.: cell.com). Senza tali microrganismi, l’uomo non potrebbe sopravvivere!


Staphylococcus epidermidis (Wikipedia)

Per quanto possa essere “pulita”, tutta la superficie della pelle di un individuo sano qualsiasi, è coperta da un “tappeto” di “batteri buoni”, che agiscono come una barriera protettrice contro le infezioni (stimolando il nostro sistema immunitario e innescando una naturale risposta fisiologica contro gli agenti nocivi esterni); si tratta del cosiddetto microbiota cutaneo, costituito da oltre cinquecento specie di batteri! L’odore corporale di un essere umano, individuale e personale, altro non è che quello generato dal miscuglio dei suoi particolari batteri (senza i quali il nostro corpo non emanerebbe alcun odore, sia sgradevole che piacevole!). La maggior parte dei batteri dimora nel tratto intestinale. All’interno del corpo umano, il miscuglio di batteri intestinali (il cui compito è quello di consentire la digestione del cibo ingerito), caratterizza l’identità biologica di ogni individuo. Tuttavia, proprio la digestione, influenza lo stato di salute generale di ogni essere umano; essa infatti, come un “secondo cervello”, caratterizza i suoi comportamenti, i suoi stati d’animo, nonché i suoi gusti e la sua personalità. I suoi effetti, sono dunque di natura fisica, psichica e biologica. In un uomo “medio” (20-30 anni di età, 1,70 m di altezza per 70 kg di peso), ci sono circa 30 trilioni di cellule e 39 trilioni di batteri! (R.Milo, R.Sender, S.Fuchs; 2016. Confr.: biorxiv.org). Tuttavia, anche le cellule del corpo umano, non si possono definire “puramente umane”. Infatti, durante il corso della nostra evoluzione, dei batteri sono stati integrati, “addomesticati” e “naturalizzati”, affinché non lasciassero più l’intimità delle cellule umane, divenendo in tal modo essenziali per il loro funzionamento.

Scendendo in profondità a scale ancora più ridotte, troviamo i cromosomi; delle lunghe molecole di DNA e proteine associate, in cui si trovano le loro unità funzionali: i geni. Fin dalla notte dei tempi, l’uomo ha regolarmente incorporato nel suo genoma, centinaia di geni “estranei”. In totale, si tratta di più di centomila frammenti di virus, che vanno a costituire circa l’8% dell’intero genoma umano; in pratica quindi, circa l’8% del nostro DNA, è di origine virale! Si tratta di virus endogeni (resti di antiche battaglie tra il sistema immunitario dei nostri antenati e i virus patogeni presenti nei vari periodi storici in cui hanno vissuto; sequenze genetiche che testimoniano infezioni avvenute cento milioni di anni fa), che l’evoluzione umana, in alcuni casi, ha trasformato in vere e proprie armi contro gli attuali virus moderni.

Questi frammenti di DNA virale (incorporati nel nostro genoma), regolano dei geni che sono parte integrante del nostro sistema immunitario innato. Ma la cosa più sorprendente è che, nel momento in cui questi frammenti virali vengono rimossi sperimentalmente, l’intero sistema immunitario ne risente e si paralizza! (E.B. Chuong, N.C. Elde, C.Feschotte; 2016. Confr.:science.sciencemag.org). Questi “virus fossili” sono ospiti fissi del genoma umano e di quello di moltissime specie di mammiferi. In uno studio di circa dieci anni fa su questi virus fossili, sono state rilevate tracce di ben dieci famiglie di virus differenti; tra cui lontani parenti del virus Ebola e di quello dell’epatite B. Alcune di tali famiglie di virus, sono riuscite ad integrare (in un dato momento dell’evoluzione) il proprio materiale genetico nel DNA delle cellule germinali della specie che hanno infettato, permettendo così ai geni virali di essere trasmessi di generazione in generazione fino ad oggi. (A. Katzourakis, R.J. Gifford; 2010. Confr.: ncbi.nlm.nih.gov). L’essere umano quindi, nella sua integrità, altro non è che il risultato di una perfetta collaborazione intra ed interspecifica tra microrganismi di ogni genere. Tutti gli esseri viventi sono organizzati secondo una gerarchia di livelli (molecole, cellule, organismi, popolazioni, ecosistemi) all’interno dei quali si stabilisce una fitta rete di interazioni che concorrono a determinare l’adattamento del livello superiore. Tuttavia, solo certe combinazioni di interazioni sono possibili e compatibili con la vita e fra le combinazioni possibili in ogni dato momento storico e in ogni ambiente, alcune sono capaci di riprodursi più di altre. In sintesi quindi gli esseri viventi potrebbero essere definiti come sistemi aperti e interattivi, capaci di dare ordine utilizzando energia secondo programmi variabili e quindi di riprodursi adattandosi; ovvero modellandosi secondo le esigenze ambientali e temporali. Secondo il biologo e genetista americano Richard Charles Lewontin: “Esiste, e già da molto tempo, un’ampia serie di prove a dimostrazione del fatto che l’ontogenesi di un organismo è la conseguenza di un’interazione unica tra i geni di cui è portatore, la sequenza di ambienti esterni con cui entra in contatto nella sua vita e le interazioni molecolari casuali all’interno delle singole cellule. È di queste interazioni che va tenuto conto, per spiegare come si forma un organismo”.

Nel regno vegetale soprattutto (ma anche in quello animale), quelle leggi della natura che mettono in relazione il fenotipo di organismi di un particolare genotipo con l’ambiente, sono dette norme di reazione. Un modello di reazione è la mappatura dell’ambiente in fenotipi, caratteristica di una particolare conformazione genetica. Quindi un genotipo non dà luogo a un unico tipo di sviluppo, ma a una norma di reazione; ovvero a uno schema di diversi tipi di sviluppo in ambienti diversi. Se prendiamo ad esempio in considerazione la Drosophila melanogaster (il comune “moscerino della frutta”), notiamo che, per ceppi genetici diversi (isolati dalle popolazioni naturali di tale insetto), messi a confronto in ambienti diversi, senza specificare le temperature che la specie incontrerà nel corso della sua evoluzione, risulta impossibile prevedere quale genotipo risulterebbe favorito dalla selezione naturale, a causa delle sue maggiori probabilità di sopravvivere. Tra gene e ambiente si verificano interazioni uniche tali che l’ordinamento dei fenotipi non trova corrispondenza in alcun ordinamento separato a priori, di genotipi o di ambienti.


Il tardigrado Hypsibius dujardini (Wikipedia)

Come forma di vita terrestre, quella umana è sicuramente una delle più fragili. Se pensiamo ad esempio al tardigrado, un piccolo organismo eutelico (ovvero con un numero costante di cellule durante tutto il suo percorso di vita) le cui dimensioni lineari variano da meno di 0,1 mm fino a circa 1,5 mm, esso è in grado di sopravvivere quasi un decennio in condizioni di totale mancanza d’acqua (disidratazione), di resistere per molti giorni a temperature estremamente basse (fino a meno duecento gradi Celsius) come pure per qualche minuto a temperature estremamente alte (fino a 151°C). Essi sembrano inoltre indifferenti alle radiazioni ionizzanti (anche a dosaggi iper elevati, di cui una piccola percentuale, sarebbe già letale per un essere umano!); uno studio di pochi anni fa (2016) condotto da alcuni ricercatori dell’Università di San Diego (UCSD), ha dimostrato che una proteina esclusiva di questi animali chiamata Dsup (1), è in grado di ridurre i danni da radiazioni sul DNA umano del 40%. Questi minuscoli e ultra resistenti esseri viventi, possono persino sopravvivere nello spazio aperto, in mancanza di ossigeno e di tutti gli altri gas presenti nell’atmosfera terrestre (dunque anche in mancanza di una determinata pressione atmosferica; il fatto più sorprendente però, è che essi riescono a sopravvivere anche a pressioni estremamente elevate, maggiori di quelle presenti su diversi fondali marini).

Definire la specie umana come una forma di vita contraddistinta da una innata fragilità biologica, che fin dalla notte dei tempi accompagna il suo percorso evolutivo, è sicuramente una conclusione piuttosto evidente. Fortunatamente però, il nostro percorso evolutivo ci ha portati a sviluppare un’intelligenza tale da farci scoprire in che modo (grazie alle scienze biomediche in primis, ma anche alla psicologia) affrontare e combattere, tutti quegli agenti fisici e psicologici che minano la nostra salute sin dai primi giorni in cui veniamo alla luce. Il vero grande problema dell’uomo, oggi, non è quello di trovare il modo di restare in vita il più a lungo possibile (visto che statisticamente, la durata media della vita è aumentata costantemente negli ultimi duecento anni); bensì quello di capire come ridurre la velocità con cui si invecchia. Come giustamente ci ricorda il biochimico inglese Guy Brown: “La durata media di vita è aumentata perché abbiamo rimosso specifiche cause di morte, ma i processi molecolari di invecchiamento all’interno del corpo umano sono inesorabilmente continuati. Dato che l’aspettativa media di vita è cresciuta, ma la velocità di invecchiamento è rimasta invariata, stanno aumentando gli anni passati in uno stato di malattia e di dipendenza e le persone muoiono sempre più di ‘vecchiaia’. È stato calcolato che se ci liberassimo delle principali cause di morte odierne (malattie cardiovascolari, cancro e ictus), l’aspettativa di vita crescerebbe di soli quindici anni. Non siamo neppure sicuri di che cosa debbano morire gli anziani in assenza di malattie cardiovascolari, cancro e ictus. Il certificato di morte registra una qualche causa di morte prossima all’evento, come una polmonite, ma questa costituisce l’esecutore della morte, non il regista che si cela dietro di essa. La causa ultima è l’invecchiamento, ma fra causa ultima e causa prossima c’è in mezzo, verosimilmente, qualche disfunzione o qualche processo patologico specifico che conduce a una specifica forma di morte. Nel caso della polmonite, la ragione per cui l’anziano diventa suscettibile a un’infezione, che pochi anni prima avrebbe facilmente debellato, deve risiedere in una disfunzione polmonare o del sistema immunitario, o di qualche altro sistema che controlla quest’ultimo. Quando le persone vivranno più a lungo e pochi moriranno per cause conosciute, scopriremo inevitabilmente nuovi processi patologici associati all’invecchiamento avanzato, proprio come l’aumento della longevità ha già rivelato le malattie neurodegenerative”.

Concludo questo articolo accostandomi al pensiero di uno dei più autorevoli biologi e naturalisti contemporanei, Edward O. Wilson, che in uno dei suoi libri più fortunati (“The Social Conquest of Earth”, 2012), a proposito del futuro del sapere scientifico, si espresse così: “(…) i futurologi tendono a soffermarsi sulle strade che, a loro avviso, l’umanità dovrebbe imboccare. Ma data la vergognosa mancanza di auto-comprensione della nostra specie, l’obiettivo migliore al momento potrebbe essere quello di scegliere dove non andare. (…) L’umanità è una specie biologica in un mondo biologico. In ogni funzione del nostro corpo e della nostra mente e a ogni livello, siamo finemente adattati a vivere su questo particolare pianeta. Apparteniamo alla biosfera fin dalla nostra nascita. Pur essendo stati incensati in mille modi, restiamo una specie animale della fauna globale”.

Fausto Intilla,
16 febbraio 2020

Note:

1- Questa proteina (Dsup – damage suppressor) si lega al materiale genetico all’interno di ciascuna cellula, per poi formare uno scudo protettivo che scherma il DNA dai radicali idrossili. Le radiazioni (come pure l’esposizione a sostanze chimiche altamente nocive) possono scindere le molecole d’acqua all’interno delle cellule e formare particelle patogene (radicali idrossili), in grado di danneggiare il DNA. La barriera protettiva creata dalla proteina Dsup, impedisce che ciò accada. Dalle notevoli proprietà di tale proteina, emerge dunque la capacità dei tardigradi di tollerare sostanze chimiche assai nocive che ucciderebbero qualsiasi altro essere vivente.