martedì 25 febbraio 2020

Marò, eroi nella lotta contro le scie chimiche?

RICORDATE I MARO' LATORRE E GIRONE ARRESTATI IN INDIA NEL 2012? QUESTA E' LA VERA RAGIONE DELLA LORO ODISSEA COSTATAGLI LA SALUTE DOPO ANNI DI COVER UP....

I nostri due marò, Latorre e Girone, sono detenuti in India da febbraio 2012 con l’accusa di avere sparato a due pescatori innocenti. Quello che tutti ci domandiamo è come mai in quasi tre anni non si sia mosso niente: i tribunali indiani stanno cercando di prendere tempo, il governo italiano sembra fregarsene, le corti d’appello internazionali sono immobili. È chiaro che c’è sotto qualcosa di più grosso di quello che i media vogliono farci credere, come noi stessi avevamo ipotizzato più di un anno fa quando circolavano strane voci sul perché i due marò avessero fatto fuoco contro un innocuo peschereccio. Il detective indipendente indiano Apu Shish si è recato sul posto per cercare di vederci chiaro, e dopo aver interrogato testimoni e colleghi è passato all’azione.

Riuscendo di notte a salire sull’imbarcazione indiana coinvolta nella sparatoria senza farsi scoprire, Apu ha scoperto al suo interno beute, centrifughe chimiche e distillatori, oltre a taniche di bario, alluminio e stronzio, gli elementi che più frequentemente vengono irrorati tramite scie chimiche. Quello che ad Apu appariva davanti agli occhi era una vera e propria raffineria clandestina mobile che, operante in acque internazionali e al di sopra della legge nel tentativo di non farsi scoprire, preparava le miscele destinate ad essere impiegate all’interno degli aerei tanker che spruzzano scie chimiche.


La ricostruzione dell’evento, secondo Apu, è la seguente: la petroliera italiana su cui viaggiavano i marò stava in realtà svolgendo attività clandestine di supporto a raffinerie mobili per la preparazione di composti chimici destinati ad aerei tanker. Massimiliano Latorre e Salvatore Girone decidono, per il bene della Patria e della salute pubblica, di disertare gli ordini e compiere un’azione eclatante per svelare il complotto delle scie chimiche al mondo. Qualcosa però nel loro piano va storto, i loro colleghi decidono di non stare dalla loro parte e li conducono in India, dove vengono detenuti in attesa di capire cosa farne. L’Italia si trova in una situazione imbarazzante, da un lato deve salvare le apparenze e cercare di riportarli a casa, ma dall’altra deve rispettare obblighi internazionali ed evitare che i due marò parlino: così finge davanti ai media di fare il possibile per la loro scarcerazione, mentre in realtà non sta facendo assolutamente niente. Nel frattempo i poteri forti cercano di mettere i marò a tacere per sempre: l’ischemia che ha colpito Latorre l’anno scorso sarà stata un caso?

Apu Shish sperava di trovare prove a favore dei suoi connazionali, ma davanti all’evidenza ha trovato il coraggio di divulgare la verità, anche se non depone a favore dell’India: questo è il codice d’onore dei ricercatori indipendenti! Noi ci domandiamo quante di queste raffinerie mobili esistano sul pianeta, e quando gli sforzi dei nostri marò per portare all’Italia la verità sulle scie chimiche verranno ripagati. La lotta contro i poteri forti purtroppo non è mai semplice.

Nessun commento: