POSSIBILE CHE A NESSUNO SIA SEMBRATO SOSPETTO CHE TUTTE LE AZIENDE PRODUTTRICI DI VACCINI SIANO ANCHE AZIENDE CHE FANNO RICERCA SULLE BIOTECNOLOGIE?....(ES. PFIZER/BIONTECH)
ANTONIETTA MORENA GATTI NUOVE FRONTIERE DELLA BIOLOGIA 2 MARZO 2018 ROMA
Se abbiamo avuto i vaccini anti covid-19 così presto – mesi invece degli anni di solito necessari per un vaccino – lo dobbiamo anche all’Intelligenza Artificiale, sorretta da super-potenza di calcolo.
L’hanno dichiarato in varie occasioni i produttori dei vaccini covid, come Moderna e Pfizer.
Lo sviluppo di nano-microchip è una delle cose su cui maggiormente spingono i governi e le industrie farmaceutiche che vogliono il potere definitivo per influenzare la popolazione ed avere un maggiore profitto ed un maggiore controllo. Doug Dorst, un microbiologo e oppositore dei vaccini del Galles del Sud, dice che questi progressi hanno un fascino immenso per i creatori di vaccini. “Le aziende biotecnologiche e i loro ricercatori hanno rapidamente spostato la maggior parte delle iniziative di finanziamento verso le nanotecnologie per aumentare la potenza dei loro vaccini“, Dorst sostiene che la tecnologia odierna del nanobot potrebbe facilmente essere utilizzata per promuovere le armi biologiche o per promuovere la salute umana. “Qualunque sia la paura che viene instillata dalla propaganda biotech sulle malattie mortali e sui vaccini per prevenirle, si tratta solo di un’altra menzogna per convincere ancor più le masse che i vaccini siano efficaci.” La preoccupazione per Dorst è che "un giorno i vaccini arriveranno a fare quello per cui sono sempre stati destinati...il controllo della popolazione mondiale".
La nanotecnologia si occupa di strutture più piccole di un micron (meno di un trentesimo della larghezza di un capello umano), e prevede lo sviluppo di materiali o dispositivi all'interno di tale dimensione. Per fare un paragone, la dimensione di un nanometro è 100.000 volte più piccola della larghezza di un capello umano. In uno studio di ingegneria biomedica pubblicato sulla rivista Nature Nanotechnology il 27 settembre del 2009, si era inserito con successo il nucleo di un nanomotore modificato, una macchina biologica microscopica, all'interno di una membrana lipidica. Il canale risultante ha permesso di muovere filamenti di DNA, sia singoli che doppi, attraverso la membrana. Il professor Peixuan Guo, che ha condotto lo studio, ha dichiarato che il passato lavoro sui canali biologici è stato focalizzato su canali grandi abbastanza da spostare solo un singolo filamento di materiale genetico.
Egli dice: "Dal momento che il DNA genomico di umani, animali, piante, funghi e batteri è a doppia elica, lo sviluppo di un sistema a singolo poro che può sequenziare la doppia elica del DNA è molto importante." Tali canali ingegnerizzati potrebbero avere applicazioni nella nano-sensibilità, nel sequenziamento del DNA, nel caricamento di farmaci, incluso tecniche innovative per l'attuazione di meccanismi di impacchettamento del DNA di nanomotori virali e del rilascio di vaccini. Guo ha detto: "L'idea che una molecola di DNA viaggia attraverso un nanoporo, avanzando nucleotide per nucleotide, potrebbe portare ad uno sviluppo di un apparato di sequenziamento del DNA a singolo poro, un settore di forte interesse nazionale." Il corpo umano è molto resistente alle nanoparticelle che tentano di invadere le cellule umane. Gli scienziati stanno intensamente indagando dei metodi per perturbare gli enzimi umani che possono degradare le nanoparticelle. Esperti dell'Università di Liverpool hanno trovato un modo per aggirare questo ostacolo, che potrebbe significare farmaci topici più efficaci nel futuro, che potrebbero agire nel complesso più velocemente di quelli attualmente in uso. Tutti questi progressi delle nanotecnologie sollevano molte questioni e preoccupazioni circa la tossicità e l'impatto ambientale dei nanomateriali, e dei loro effetti potenziali sia sulla medicina, che sull'economia globale, così come sulle speculazioni circa la sorveglianza da parte del governo.
Queste preoccupazioni hanno portato ad un dibattito tra i gruppi di difesa e il governo circa la giustificazione di una speciale regolamentazione sulla nanotecnologia. L'Environmental Protection Agency ha pubblicato un comunicato stampa la scorsa settimana dicendo che "oggi aveva delineato una nuova strategia di ricerca per capire meglio come i nanomateriali prodotti possano nuocere alla salute umana a all'ambiente." Interessante, perché questo documento strategico è fresco di stampa. Infatti, molte aziende pubblicizzano l'uso di tali componenti su scale di un miliardesimo di metro come metodi validi consolidati, il che implica che gli ingredienti ultra-piccoli sarebbero una cosa intrinsecamente buona. Essi non lo sono. Né le dimensioni fanno necessariamente questi materiali peggiori di altri. A questo punto è proprio esasperatamente imprevedibile ciò che le nanotecnologie faranno.
Nel 2005, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha sviluppato un regolamento sanitario internazionale che vorrebbe unire tutti i 194 paesi membri verso linee guida sulle emergenze pandemiche, che potrebbe imporre queste come un mandato. In assenza di tali procedure di sanità pubblica (e di campagne che propagandano la vaccinazione) in atto, ci sarebbe poca o nessuna collaborazione volontaria da parte del pubblico nel rimboccarsi le maniche e accettare le vaccinazioni. La partecipazione del pubblico è uno strumento essenziale che presto permetterà alle grandi case farmaceutiche di iniettare i più efficaci strumenti di sorveglianza mai concepiti in miliardi di persone. Nel 2005 l'OMS preparava l'attuale pandemia da covid 19 nella pedissequa sequela del più grande piano per il controllo globale mai finora concepito?
Anche se la produzione di nanotecnologie è attualmente disponibile su scala globale, prima che le imprese biotech siano in grado di avviare la produzione in massa e la sperimentazione dei nano-microchip all'interno dei vaccini, esse dovranno vendere l'idea al pubblico. Attraverso differenti "scenari di accrescimento della salute" essi potranno incoraggiare la partecipazione e annunciare pubblicamente l'approvazione di regolamentazioni da quegli stessi enti sulle linee di condotta e sulle regolamentazioni che hanno contribuito a creare.
A metà estate del 2009, l'OMS e il Center of Disease Control (CDC) montarono efficacemente una falsa influenza pandemica e convinsero il mondo a sottoporsi a vaccinazione. Ulteriori dosi di propaganda ed eventualmente un evento biologico, possono ugualmente convincere le popolazioni ad accettare consapevolmente i microchip all'interno dei vaccini, con il pretesto del "bene superiore" per l'umanità. Quando le nostre funzioni cerebrali saranno già connesse ai supercomputer tramite impianti radio e microchip, sarà troppo tardi per protestare. Questa minaccia può essere sconfitta solo educando il pubblico, utilizzando la letteratura disponibile sulla biotelemetria, la nanorobotica e le informazioni scambiate ai congressi internazionali. I nano-microchip invisibili all’occhio nudo sono una realtà già utilizzata in un’ampia gamma di applicazioni. La nanotecnologia si occupa di strutture più piccole di un micron (meno di 1/30 del diametro di un capello umano), e comporta lo sviluppo di materiali e dispositivi di tale dimensione. Per fare un esempio, un nanometro è 100.000 volte più piccolo della larghezza di un capello umano. Novartis AG, una delle più grandi compagnie farmaceutiche al mondo, ha annunciato un piano per iniziare a impiantare microchip nelle medicine per creare una tecnologia “smart pill”. La tecnologia del microchip è stata autorizzata dal Proteus Biomedical di Redwood City, California. Gli scienziati che lavorano alla Queen Mary University di Londra, hanno sviluppato capsule graduate micro-metricamente per trasportare in sicurezza i farmaci all’interno di cellule viventi. Queste “micro” navette potrebbero ipoteticamente essere caricate con un microchip specifico che controlli la dose di farmaco e aprirle a distanza, rilasciando il loro contenuto. Oltre a monitorare il dosaggio, il microchip stesso potrebbe essere usato per la sorveglianza del paziente in collaborazione con vari sistemi di monitoraggio. Una volta attivato dai succhi gastrici, il microchip inserito inizia il rilevamento e la trasmissione dei dati ad un ricevitore indossato dal paziente. Il ricevitore è anche una trasmittente che può mandare i dati al dottore attraverso internet. L’idea dietro tutto ciò è di creare “smart pills” che possano rilevare cosa sta accadendo nel corpo e mandare questa informazione al dottore del paziente. La Novartis programma di iniziare a inserire microchip nei farmaci anti-rigetto che si assumono dopo il trapianto d’organi e quindi espandere potenzialmente il “microchipping” ad altri farmaci della loro linea di prodotti. Questa stessa tecnologia potrebbe presto portare a pillole prodotte anche da altre case farmaceutiche. “La Novartis non si aspetta di dover portare prove cliniche su larga scala per provare che i nuovi prodotti funzionano”, riporta la Reuters. “Invece, punta a fare i cosiddetti test di bioequivalenza per mostrare che sono uguali agli originali”.
Quali prodotti chimici o metalli pesanti sono contenuti nel microchip stesso? Un microchip che trasmette dati dovrà avere per forza una fonte d’energia, il che vuol dire che ha bisogno di una batteria molto piccola, o di un qualche tipo di condensatore. I materiali usati nei condensatori e nelle batterie sono tossici per il corpo umano e non dovrebbero mai essere ingeriti. I microchip non sono cibo, e ingoiarli è pericoloso per la vostra salute, in particolare se ne state prendendo parecchi al giorno. Un’altra enorme preoccupazione riguardante i microchip che trasmettono dati è la privacy degli stessi. Se questi microchip stanno trasmettendo un’informazione, allora ovviamente quest’informazione potrà essere captata da qualsiasi cosa nelle vicinanze, inclusi potenziali individui senza scrupoli o da organizzazioni che potrebbero suggerirne un uso malvagio. Per esempio, supponiamo che una locale farmacia installi un rilevatore del segnale dei microchip nel loro ingresso principale per scoprire le persone che stanno trasmettendo dati medici. Potrebbero allora in teoria decifrare quei dati e in quale condizioni di salute è il cliente e quindi promuovere i farmaci generici in competizione come sostituti. Agenti governativi potrebbero essere dotati di “scanner di microchip di farmaci” che stabiliscono quali pillole state assumendo in quel momento. Ciò potrebbe essere usato per violare la vostra privacy condividendo questi dati con altre agenzie governative o potrebbero addirittura essere venduti a terzi quali le agenzie di marketing. I dati trasmessi dal microchip in queste pillole non saranno criptati perché criptarli richiederebbe una fonte d'energia veramente elaborata, e non ci sarebbe spazio per più di una CPU o una fonte d’energia dentro questi piccoli microchip. Più probabilmente, trasmetteranno un semplice segnale di dati che potrà essere rilevato e decifrato abbastanza facilmente.
Ma la parte davvero spaventosa di queste medicine col microchip è che questa tecnologia sarà usata per assicurarsi che la gente stia prendendo le sue medicine. Le compagnie farmaceutiche hanno perso miliardi di dollari all’anno (secondo loro) a causa di pazienti che non si ricordano di prendere i farmaci. In realtà, una parte di ragione per la quale non riescono a ricordare di prendere le loro pillole è perché molti farmaci danneggiano le funzioni cognitive, ma questa è un’altra storia. Dunque questa tecnologia di microchip “smart pill” sarà probabilmente utilizzata per scovare quali pillole hanno preso i pazienti in modo tale da poter loro “ricordare gentilmente” di prendere più pillole di quante possano aver dimenticato. Nel business del marketing viene chiamato “continuity program”. E’ un modo per assicurarsi regolarmente continue vendite. In questo contesto, inserire dei microchip nelle pillole giova alle compagnie farmaceutiche, non necessariamente ai pazienti. Ciò è vero in particolare quando consideriamo quei farmaci che sono dannosi per la salute umana e noi tutti sappiamo che il mercato farmaceutico è pieno di pillole che in seguito sono risultate essere estremamente pericolose o addirittura mortali (il Vioxx, ricordate?)
Ora, ci può essere un interessante effetto collaterale in tutto questo. I datori di lavoro che stanno intervistando i candidati all’eventuale lavoro possono essere in grado di comprare (o creare), semplici dispositivi rilevatori di farmaci che rivelano la presenza di un microchip farmaceutico che trasmette un segnale. Potrebbe essere molto utile per i datori di lavoro che non vogliono assumere persone che prendono farmaci. Ti invitano per un’intervista e silenziosamente cercano i dati trasmessi dal farmaco. Una luce rossa dice loro che stai trasmettendo dati medici, e vi dicono con calma che l’intervista è finita e che “vi faremo sapere“. Con datori di lavoro che affogano nei costi dell’assicurazione medica, ciò potrebbe fornire un semplice, facile modo di evitare di assumere chiunque possa (dal loro punto di vista) creare un aggravio del costo sui loro piani d’assicurazione sanitaria.
La ricercatrice Rene Faber, della società farmaceutica Sartorius Stedim Biotech, ha affermato che vi è la necessità di utilizzare queste “innovazioni pratiche” al più presto. Citando l’esempio delle tecnologie “monouso”, la Faber ha affermato che queste soluzioni possono aiutare a sviluppare rapidamente le capacità di produzione dei vaccini. Nelle “tecnologie monouso”, ha affermato la Faber, l’intero processo di produzione è composto di plastica; la stessa plastica che viene utilizzata una sola volta (usa-e-getta) dall’utente finale. La Faber, intervenendo ad una sessione della Falling Walls Foundation, ha affermato che l’utilizzo di un tale processo “veloce” permetterebbe la costruzione di impianti di produzione di vaccini in maniera celere, risparmiando un anno o anche più di un anno per costruire il processo di produzione dei vaccini. E una volta costruito un impianto basterà fare un (relativamente semplice) “copia-incolla” ed esportare il medesimo in Europa e in Asia.
La ricercatrice della Sartorius ha affermato che un’altra tecnologia importante nella ricerca di un vaccino contro il Covid-19 è l’automazione. Quando i clienti sviluppano un processo di produzione, gli stessi devono eseguire un gran numero di esperimenti per restringere i parametri di processo. Secondo la Faber, i produttori devono anche capire come il processo di produzione può influire sulla qualità del vaccino, trovando al contempo il modo di ottimizzarne la resa. E questo è un lavoro molto importante, che deve essere fatto pur richiedendo molto tempo; tuttavia, vi sono strumenti molto innovativi che consentono una produttività molto elevata (e l’automazione è tra questi).
La digitalizzazione e gli strumenti come l’Intelligenza Artificiale sono utilizzati per l’analisi dei dati in tempo reale, nonché per prevedere o modificare il processo prima che qualcosa vada storto. Quindi – tirando le somme – vi sono una serie di innovazioni che oggi sono a disposizione dei ricercatori, innovazioni che gli stessi ricercatori possono utilizzare per accelerare lo sviluppo dei vaccini e costruirne la loro produzione (pre-durante-post).
E ancora, secondo Rene Faber, la produzione della maggior parte dei prodotti di biologia si basa sul comportamento delle singole cellule e l’Intelligenza Artificiale viene utilizzata per decifrare come questi elementi costitutivi della vita agiscono, come ad esempio nella produzione di proteine e altre molecole, nonché nella stessa produzione dei vaccini. Per la Faber, strumenti come l’Intelligenza Artificiale, i modelli meccanicistici, gli strumenti statistici, l’analisi statistica dei dati, sono tutti fondamentali – anche combinati tra loro – nella corsa al vaccino. Corsa al vaccino? Tenete a mente che quando le case farmaceutiche parlano di "corsa" al vaccino non lo fanno perché hanno a cuore la nostra salute che hanno premura di tutelare, ma parlano di una corsa in termini puramente concorrenziali. Chi prima immette un farmaco sul mercato batte la concorrenza sul tempo.
Se i microrganismi all'interno dei vaccini possono essere indotti a prendere come bersaglio o a invadere specifiche cellule, potrebbero raggiungere il loro obiettivo ad un tasso accelerato più dei dei vaccini convenzionali. Per questo il paragone che si sente spesso fare dai politici e da sedicenti ricercatori con i vaccini di cinquant'anni fa come il vaiolo, non calza affatto. Erano altri tempi quando prima di sperimentare un vaccino si rispettavano i tempi richiesti per la loro sicurezza ed efficacia. Ora la scienza si affida all'Intelligenza Artificiale ma non per avere un prodotto migliore, ma solo per immetterlo prima sul mercato. La corsa ai vaccini è una corsa ai profitti. E' tempo di agire ora con il dissenso, con un'informazione corretta sui pro e i contro dei vaccini, con un'azione coraggiosa ed etica contro la logica dell'interesse a difesa della salute umana.
Cinzia Palmacci