mercoledì 8 maggio 2019

LA NUOVA MINACCIA DI UNA GUERRA ALL’IRAN: IL DESIDERIO IRRESISTIBILE DEI NEOCON USA DI DISTRUGGERE L’IRAN



di Luciano Lago


Il pretesto di una presunta minaccia iraniana, ventilando la possibilità di un attacco contro le proprie forze in Medio Oriente, ha spinto l’Amministrazione USA ad inviare una possente forza d’attacco contro l’Iran costituita da portaerei , unità navali e bombardieri strategici.
Gli analisti internazionali si domandano cosa spinga gli USA a muovere una guerra contro l’Iran in questo momento quando già altri fronti sono aperti, dal Venezuela, alla Siria, all’Afghanistan, All’Ucraina.
Le risposte a questo interrogativo che spiegano la mossa di Washington sono quelle che riguardano la completa subordinazione di Washington agli interessi di Israele e la aspirazione dell’Impero USA di cancellare per sempre l’esistenza di un paese indipendente e non subordinato alla dominazione americano sionista, come lo sono invece i paesi alleati del Golfo e i paesi europei. Un’altra spiegazione è quella della necessità dell’Amministrazione Trump di inviare un segnale di intransigenza, destinato proprio ai suoi alleati europei, alcuni dei quali recalcitranti ad obbedire ai diktat trasmessi da Washington sull’Iran, in particolare di bloccare tutti gli acquisti di petrolio e qualsiasi rapporto economico con la Repubblica Islamica dell’Iran. 
Un grosso favore questo per la dirigenza israeliana che non aspettava altro dal presidente Trump, considerato ormai il miglior benefattore di Israele per i passi da lui fatti su Gerusalemme capitale ed il riconoscimento dell’annessione del Golan. La guerra all’Iran corrisponde all’ultima pressante richiesta fatta da Netanyahu a Trump e di cui Kushner (genero ultra sionista di Trump) ed i neocon come Bolton e Pompeo sono strenui sostenitori.
La politica di espansione della propria influenza, condotta dall’Iran in questi ultimi anni (conseguenza delle guerre fallite nella regione da parte degli anglo USA) e la sua funzione di perno, assieme alla Siria di Assad, nell’asse della Resistenza anti sionista ed anti imperialista, non viene tollerata da Washington e da Tel Aviv che cercavano un pretesto per l’attacco e lo strangolamento economico del paese persiano. Poichè quest’ultima non si dimostra una strada efficace, viste le relazioni costruttive che Teheran mantiene con Cina, Russia, Turchia, India ed un certo numero di paesi, gli Stati Uniti ricorrono al loro consueto linguaggio della forza, quello di presentarsi con una flotta d’attacco e minacciare l’aggressione armata. Il diritto internazionale e la carta dell’ONU non contano nulla per la dirigenza neocon di Washington che piuttosto presenta il comportamento tipico dei Gangster: non accetti la nostra “protezione”? Ti puniremo.


Forza al-Quds iraniana

Potrebbe essere un bluff ? E’ quello che si chiedono in molti.
L’attacco contro l’Iran “sarebbe implacabile”ha detto John Bolton, si può interpretare questo messaggio dei super falchi USA con la loro volontà di riaffermare l’egemonia degli USA sul Medio Oriente e sui paesi che non vogliono piegarsi al dominio neo-coloniale americano.
Un fatto è certo: la sete di guerra e di sangue che manifestano i neocon statunitensi è la stessa che dimostrano i loro soci israeliani nella loro costante aggressione contro la Palestina, a Gaza in particolare, non a caso Trump ha solidarizzato al 100% con Netanyahu, cercando di far credere che gli aggrediti siano sempre gli israeliani e gli aggressori i palestinesi, nonostante la evidente sproporzione di mezzi e di vittime fra le due parti.
L’Iran in questo momento è sottoposto ad una pressione ed un assedio senza precedenti da parte degli USA e dei sui alleati e le sanzioni e l’embargo sono l’ultimo gradino prima di una guerra diretta.
Questa sete di aggressione e di sangue da parte dei neocon USA si dimostra e si esprime anche con le altre azioni aggressive patrocinate dagli USA e dai loro alleati e soci Sauditi e Israeliani, dallo Yemen alla Palestina, con le stragi ed i bombardamenti contro civili, case, scuole e ospedali, in spregio a qualsiasi regola umanitaria.
In questo contesto gli USA spostano questa flotta possente per minacciare l’Iran con una serie di messaggi fuori da qualsiasi tono diplomatico e con un atteggiamento arrogante che dimostra la loro totale inclinazione ad aggredire qualsiasi paese sovrano che non dimostri di essere obbediente alla linea dell’egemonia americana. Chiunque non obbedisce loro diventa un nemico da colpire e da punire, prima con il tentativo di strangolamento economico mediante il blocco e le sanzioni, poi, se questo non basta, con l’aggressione miltare diretta.
Non esistono altre considerazioni per la dirigenza USA e tanto meno quelle di carattere umanitario, i responsabili di Washington hanno riguardo soltanto per i loro interessi economici ed egemonici, come per quelli dei propri alleati in una regione che subisce guerre ed aggressioni continue da parte del trio USA-Israele-Arabia Saudita. 
Il gruppo di potere neocon negli USA disprezza qualsiasi regola internazionale e manifesta in tutta evidenza quello che si potrebbe definire un “comportamento sociopatico” ispirato dall’ideologia messianica che è una mescola tra sionismo ed evangelismo cristiano, la confessione prevalente fra i personaggi che siedono alla Casa Bianca.
Non esiste una razionalità di calcolo che abbia cura di prevedere quali possano essere le conseguenze di queste azioni che possono determinare effetti pregiudizievoli per gli stessi Stai Uniti e per il mondo occidentale, che sono facili da intuire. Fra questi, tutti gli analisti anticipano che ci sarà una drastica inpennata dei prezzi del crudo che potrebbero derivare da una nuova guerra nella regione ed ancora peggio dalla minaccia di chiusura (ventilata dall’Iran) dello Stretto di Hormuz. , in rapresaglia per il blocco della esportazione del petrolio iraniano. Fattori che determinerebbero una crisi economica di enormi proporzione per i paesi occidentali e che inducono all’allarme fra gli operatori economici. 
Inoltre si prevede che l’aumento della produzione di greggio del principale alleato degli USA, l’Arabia Saudita, non potrà soddisfare la domanda totale di crudo nel caso in cui vengano impedite le esportazioni iraniane.
La politica USA in questa fase si dimostra del tutto illegale ed arbitraria, manifestandosi in una forma di aggressione sfacciata che mette allo scoperto la volontà di sopraffazione e di dominio della superpotenza americana in modo tale da mettere in difficoltà anche i rapporti degli USA con i propri alleati. 
L’Iran in tale frangente ha il pieno diritto di ricorrere alla sua difesa contro i provvedimenti degli USA ed a reagire ad una aggressione che sarebbe del tutto immotivata e pretestuosa. 
Non si può escludere un intervento della Russia che considera l’Iran un suo alleato strategico e questo potrebbe essere il fattore dissuasivo per le intenzioni belicose di Washington.

Arrivati a questo punto, soltanto la Russia potrebbe scoprire il “bluff” di Washington. Ancora una volta il pallino della situazione per fermare una prossima guerra distruttiva si trova nelle mani di Vladimir Putin.

GLI STATI UNITI INVIANO UNA PORTAEREI E BOMBARDIERI VERSO LE COSTE DELL’IRAN


Gli Stati Uniti stanno inviando un gruppo di attacco di portaerei e una task force con i bombardieri in Medio Oriente con un messaggio “chiaro e inconfondibile” all’Iran, ha dichiarato John Bolton, il falso consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti.


“Gli Stati Uniti stanno schierando l’USS Abraham Lincoln Carrier Strike Group e una task force per i bombardieri nella regione del Comando Centrale degli Stati Uniti”, ha detto Bolton in una dichiarazione domenicale.

La mossa, ha detto, è finalizzata a inviare un messaggio “chiaro e inconfondibile” all’Iran secondo cui “qualsiasi attacco agli interessi degli Stati Uniti o su quelli dei nostri alleati sarà incontrato con una forza inesorabile”.

Bolton ha detto che la decisione è stata “in risposta a un numero di indicazioni e avvertimenti preoccupanti e intensificanti”.

Bolton ha continuato dicendo che gli Stati Uniti “non cercano la guerra” con l’Iran, ma sono “pienamente preparati a rispondere a qualsiasi attacco”, sia per procura, il Corpo delle guardie della rivoluzione islamica (IRGC) che con le forze iraniane regolari, ha detto Bolton in una dichiarazione.

Bolton non ha fornito ulteriori dettagli, ma un funzionario USA ha detto che “le forze sono state ordinate nella regione come deterrenza per quelli che sono stati visti come potenziali preparativi da parte delle forze iraniane e i loro delegati che potrebbero indicare possibili attacchi alle forze statunitensi nella regione “.

Il funzionario, parlando a condizione di anonimato, ha detto che gli Stati Uniti non si aspettavano alcun imminente attacco alle forze statunitensi, secondo quanto riferito da Reuters .

La mossa degli Stati Uniti arriva come aveva promesso in precedenza di ridurre le esportazioni di petrolio dell’Iran fino a zero, spingendo Teheran ad avvertire che non permetterà ad alcun altro paese di esportare petrolio attraverso lo Stretto di Hormuz se Teheran non può vendere il suo greggio.

Nel frattempo, il dispiegamento sembra essere stato “programmato regolarmente” dalla Marina degli Stati Uniti, e Bolton ha appena provato a parlarne.

L’8 aprile, il portavoce della USS Abraham Lincoln Carrier Strike Group (ABECSG) aveva annunciato che lo Strike Group ha lasciato una stazione navale in Virginia il 1 aprile per “uno spiegamento regolarmente programmato”.


Petroliera iraniana nel Golfo Persico

Pertanto, quello che Bolton descrive come una “risposta” all’avvertimento iraniano non sembra essere autentico, poiché l’ABECSG aveva iniziato la sua missione molto prima dell’avvertimento iraniano.

Sabato, il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif ha detto che l’Iran non cerca di aumentare le tensioni con gli Stati Uniti, ma non permetterà a Washington di interrompere la sicurezza del Golfo Persico, la “linea vitale dell’Iran”.

“Siamo stati molto chiari sul fatto che non abbiamo alcun interesse per l’escalation”, ha detto Zarif in un’intervista esclusiva con Al Jazeera TV.

“Siamo stati chiari che il Golfo Persico e lo Stretto di Hormuz sono la nostra ancora di salvezza. Dipendiamo da loro per il nostro sostentamento e li vogliamo sicuri, funzionali e gratuiti per la navigazione di tutti i paesi, compreso l’Iran “, ha affermato.

“Come abbiamo detto prima, l’Iran non permetterà agli Stati Uniti di minacciare il Golfo Persico”, ha aggiunto il ministro degli Esteri.

Domenica scorsa, il principale comandante militare iraniano aveva detto che l’Iran vuole che lo stretto – attraverso il quale quasi un terzo di tutto il petrolio scambiato per mare – rimanga aperto e sicuro, avvertendo che il paese non permetterà a nessuno di destabilizzare le acque del Golfo Persico.

“Mentre il petrolio e le merci di altri paesi stanno attraversando lo Stretto di Hormuz, anche il nostro si sta muovendo attraverso di questo”, ha detto il Presidente del Capo di Stato maggiore Mohammad Baqeri, generale delle forze armate iraniane.

L’Iran “affronterà sicuramente chiunque tenti di destabilizzare lo Stretto di Hormuz, e se il nostro greggio non dovesse passare attraverso lo Stretto di Hormuz, anche il [greggio] degli altri non lo supererà”.

Il comandante iraniano ha spiegato: “Questo non significa [che stiamo per] chiudere lo Stretto di Hormuz. Non intendiamo chiuderlo a meno che gli atti ostili dei nemici non ci lascino senza altra opzione. Saremo pienamente in grado di chiuderlo in quel giorno “.
Il 22 aprile l’amministrazione americana ha dichiarato in un comunicato che gli acquirenti di petrolio iraniano devono interrompere i loro acquisti entro il 1 ° maggio o affrontare sanzioni. La mossa ha messo fine a sei mesi di esoneri, che hanno permesso agli otto maggiori acquirenti iraniani – Turchia, Cina, Grecia, India, Italia, Giappone, Corea del Sud e Taiwan – di continuare a importare volumi limitati. Diversi stati, fra i quali la Russia, la Cina, l’Iraq e la Turchia, hanno dichiarato che non terranno conto delle minacce USA e continueranno ad incrementare la cooperazione con l’Iran ed a acquistare il petrolio iraniano.

Nei prossimi giorni è previsto l’arrivo di unità navali russe nel Golfo Persico per esercitazioni navali congiunte assieme alla Marina iraniana.




PUTIN, XI, ASSAD E MADURO, TUTTI CONTRO L’EGEMONIA AMERICANA

CATTIVE NOTIZIE PER GUAIDO' E & CO.....


di Ted Galen Carpenter 
Nella politica estera americana l’ultima preoccupazione di Blob è che il governo di sinistra radicale del Venezuela sta raggiungendo il Medio Oriente per sostenere la crescente pressione di Washington.

In particolare, il presidente Nicolás Maduro sta cercando di stabilire ampi legami politici e finanziari con il presidente siriano Bashar al-Assad e il suo alleato in Libano, Hezbollah . Quest’ultimo ha ripetutamente condannato la politica statunitense nei confronti di Maduro , e sembra già avere legami economici oscuri con Caracas. Ci sono indicazioni che il regime di Maduro potrebbe utilizzare Hezbollah per riciclare fondi dal commercio illegale di droga.
La paura di Washington è che, in agguato dietro un’alleanza Assad-Hezbollah-Maduro, ci sia l’arcinemico americano, l’Iran, che ha stretti rapporti sia con Assad che con Hezbollah. L’obiettivo apparente di Teheran sarebbe quello di rafforzare il regime venezuelano, aumentare il sentimento anti-americano nell’emisfero occidentale e forse acquisire alcuni soldi riciclati da un’operazione congiunta di Maduro-Hezbollah per alleviare il dolore delle sanzioni economiche statunitensi reintrodotte dopo il ripudio dell’amministrazione Trump dell’accordo nucleare.

Sebbene Iran, Assad e Hezbollah continuino a preoccuparsi principalmente degli sviluppi nella propria regione, la paura che vogliano minare il potere di Washington nel proprio “cortile di casa” non è infondata. Ma i leader statunitensi dovrebbero chiedersi perché queste diverse fazioni stiano raggruppando le forze fra loro per raggiungere quell’obiettivo.
Non è il solo esempio di questo che è emerso negli ultimi anni, e la causa principale sembra essere la politica eccessivamente belligerante e aggressiva di Washington. Questo approccio sta facendo convergere insieme regimi che hanno poco in comune tranne la necessità di resistere alla pressione degli Stati Uniti. La posizione minacciosa di Washington mina piuttosto che rafforzare la sicurezza americana, e specialmente in un caso, provocando un’intesa sempre più salda tra Russia e Cina, che rappresenta un grave pericolo per il dominio USA.

Guardia d’onore cinese per Putin

L’attuale flirt tra Caracas e le fazioni anti-americane in Medio Oriente non rappresenta il primo caso in cui i leader americani si preoccupano della collaborazione tra avversari eterogenei. Le agenzie di intelligence degli Stati Uniti e gran parte della comunità politica estera hanno avvertito per anni sulla cooperazione tecnologica tra l’Iran e la Corea del Nord nell’approntamento in corso di missili sia a capacità nucleare che balistica. Durante la Guerra Fredda, una successione di amministrazioni statunitensi aveva espresso frustrazione e rabbia per l’alleanza di fatto tra l’Unione Sovietica totalitaria e l’India democratica. Eppure la causa alla base di quell’associazione non era difficile da capire. Entrambi i paesi si sono opposti al primato globale degli Stati Uniti. L’India era particolarmente a disagio per l’appoggio militare e diplomatico di Washington con il Pakistan, nonostante la storia del governo dittatoriale e dell’aggressione di quel paese.

L’alienazione dell’India era una politica profondamente imprudente. Allo stesso modo, è stata l’ossessione di Washington per l’indebolimento e l’isolamento dell’Iran e della Corea del Nord. Questi due paesi non hanno quasi nulla in comune, ideologicamente, politicamente, geograficamente o economicamente. Uno è uno strano regime dell’Asia orientale basato sullo stalinismo dinastico, mentre l’altro è una teocrazia islamica reazionaria del Medio Oriente. Senza l’incentivo che l’implacabile ostilità Stati Uniti forniscono, ci sarebbero poche ragioni per credere che Teheran e Pyongyang sarebbero alleati. Ma la veemente politica anti-nucleare di Washington nei confronti di entrambi i regimi e le brutali sanzioni economiche che sono seguite hanno contribuito a cementare un’alleanza di fatto tra due bizzarri compagni di letto.

Sembra che i leader iraniani e nordcoreani abbiano concluso logicamente che il modo migliore per scoraggiare i leader statunitensi dal prendere in considerazione il cambio di regime forzato verso i loro paesi era quello di cooperare per rafforzare i rispettivi programmi nucleari e missilistici. Le guerre di cambiamento del regime di Washington , che hanno soppiantato Saddam Hussein in Iraq e il Moammar Gheddafi in Libia – e il tentativo fallito di rovesciare la Siria con asserzioni assurde – hanno rafforzato tali timori.

Putin da il benvenuto ad Assad a Sochi

Il caso più inquietante e potenzialmente letale in cui il comportamento aggressivo degli Stati Uniti ha spinto insieme due alleati improbabili è l’approfondimento delle relazioni tra Russia e Cina. Le pattuglie di “libertà di navigazione” di Washington nel Mar Cinese Meridionale hanno antagonizzato Pechino, che ha ampie rivendicazioni territoriali all’interno e intorno a quella zona di mare. Le proteste cinesi sono cresciute sia in numero che in intensità. 
Le relazioni bilaterali sono anche peggiorate a causa del crescente atteggiamento aggressivo di Pechino nei confronti di Taiwan e del crescente sostegno di Washington all’indipendenza di fatto dell’isola. La guerra commerciale in corso tra Stati Uniti e Cina ha solo contribuito all’animosità. I leader cinesi considerano la politica americana come una prova della determinazione di Washington a continuare il suo status di primato nell’Asia orientale e cercano modi per indebolirlo.

Le rimostranze della Russia contro gli Stati Uniti sono ancora più pronunciate. L’espansione della NATO ai confini della Federazione Russa, il ripetuto calpestamento degli interessi russi nei Balcani e nel Medio Oriente da parte di Washington, l’imposizione di sanzioni economiche in risposta all’incidente della Crimea, il ritiro dell’amministrazione Trump dal trattato delle Forze armate intermedie, Stati Uniti le vendite di armi in Ucraina e altre provocazioni hanno portato a una nuova guerra fredda . La Russia si è mossa per aumentare la cooperazione diplomatica, economica e persino militare con la Cina. Pechino e Mosca sembrano coordinare le loro politiche su una serie di problemi, complicando le opzioni di Washington .

La stretta cooperazione tra Russia e Cina è tanto più notevole, data l’estensione dei loro interessi in competizione con l’Asia centrale e altrove. Una reciproca paura e rabbia nei confronti degli Stati Uniti, tuttavia, sembra aver messo in ombra tali potenziali conflitti, almeno per ora.

Sembra persino esserci una “grande collusione” di più avversari statunitensi che si stanno formando. Sia la Russia che la Cina stanno aumentando i loro legami economici con il Venezuela e anche il coinvolgimento militare della Russia con il regime di Maduro è in aumento. Il mese scorso, Mosca ha inviato due bombardieri strategici a Caracas insieme a circa 100 militari. La missione del secondo contingente era di riparare e ristrutturare il sistema di difesa aerea del Venezuela alla luce della minacciosa retorica di Washington. Questa mossa ha suscitato una forte risposta da parte del presidente Trump.

Anche la politica di Mosca nei confronti del governo di Assad, Teheran e Hezbollah è diventata sempre più attiva e di supporto militare e strategico. In effetti, l’intervento militare della Russia in Siria, a partire dal 2015, è stato un fattore cruciale nel far cadere la guerra a favore delle forze di Assad, che ora hanno riacquistato il controllo su gran parte della Siria. Washington sta quindi assistendo alla Russia che si trova dietro a due dei suoi principali avversari: il Venezuela e una coalizione guidata dall’Iran in Medio Oriente.

Questo è un classico esempio di comportamento equilibrato da parte dei paesi preoccupati per un potere più forte che persegue l’aggressione. Storicamente, i concorrenti più deboli affrontano una scelta quando affrontano un tale potere: un carrozzone o un tentativo di equilibrio contro l’aspirante egemone. Alcune nazioni molto deboli possono avere poca scelta se non quella di rannicchiarsi e accettare lo stato di dipendenza, ma la maggior parte dei poteri di media taglia (e anche alcuni piccoli) sceglieranno la via della sfida. Come parte di questa strategia di bilanciamento, tendono a cercare eventuali alleati che potrebbero rivelarsi utili, indipendentemente dalle differenze. Quando la minaccia percepita è abbastanza grande, tali fattori vengono ignorati o sommersi. Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna lo fecero quando formarono la Grande Alleanza con l’Unione Sovietica totalitaria nella Seconda Guerra Mondiale per sconfiggere la Germania nazista. In effetti, i rivoluzionari americani fecero causa comune con due autocrazie reazionarie, la Francia e la Spagna, per ottenere l’indipendenza dalla Gran Bretagna.

L’attuale politica statunitense ha prodotto una serie di risultati spiacevoli, e grida di rivalutazione. Washington ha creato il dolore inutile per se stesso. Comporta notevoli inettitudine nel favorire la collaborazione tra Iran e Corea del Nord, per non parlare dell’alleanza del governo secolare di Assad e del regime quasi comunista di Maduro. Ancor peggio sono gli errori politici che hanno spinto la Russia a sostenere clienti così eterogenei e a stringere legami economici e militari sempre più stretti con un rivale naturale come la Cina. È estremamente imprudente per qualsiasi paese, anche una superpotenza, moltiplicare inutilmente il numero dei suoi avversari e portarli insieme in un fronte comune. Eppure questo è lo svarione che gli Stati Uniti stanno commettendo attivamente.

Fonte: The American Conservative


Il cambiamento climatico porta alla violenza, crimine e aggressività, migranti i più colpiti


Uno studio dell’Università di Padova, ha rilevato che l’inquinamento e il cambiamento climatico portano alla violenza, crimine e aggressività, i migranti più colpiti.

Lo dice anche il Cielo.....

IL CLIMA NON SARÁ PIÚ LO STESSO 22 Ottobre PROFEZIA GESÙ CRISTO

Nuovi studi mettono in relazione il cambiamento climatico con patologie come psicosi, depressione e solastalgia. Sul nostro pianeta il clima sta cambiando e questo ha conseguenze dirette sul modo in cui viviamo, ci muoviamo e sulla nostra salute. L’Università di Padova fa un elenco degli effetti di questa metamorfosi: eventi catastrofici, cambiamenti subacuti, come la desertificazione, o cronici, come l’innalzamento delle temperature. I disastri naturali, purtroppo hanno un impatto diretto sulla mortalità, meno capiamo invece come le alterazioni del clima, possano far aumentare le patologie cardiovascolari e respiratorie, e diffondere malattie come la dengue.


Il cambiamento climatico influisce sullo stato fisico

Si è arrivato a determinare come il cambiamento climatico influisca negativamente sullo stato fisico, mentre non è ancora chiaro su quello mentale. Gli eventi catastrofici hanno un impatto immediato sulla psiche provocando disturbi post traumatici da stress e disturbi da lutto persistente e complicato.

È stato studiato che l’innalzamento delle temperature porta all’aggressività, violenza, crimine e instabilità sociale. Da dire anche che circostanze estreme, hanno un’azione immediata sulla biologia cellulare, alterando ritmi biologici, neurotrasmettitori e ormoni.

È stato studiato che dove il cambiamento climatico è molto alto, favorisce l’abuso di sostanze stupefacenti e di alcol. Questo fenomeno è chiamato, solastalgia: le persone non riconoscono più il Mondo che hanno intorno, che a causa dei rapidi cambiamenti, gli risulta totalmente diverso da dove sono nati e cresciuti.

I migranti sono i più colpiti da psicosi

Sono stati fatti studi su migranti arrivati dai Paesi africani, ed è emerso che nel lungo periodo, trovandosi in una realtà completamente diversa dalla loro, si determina un deterioramento nella salute mentale. È stato documentato che nelle popolazioni emigrate, il numero di soggetti colpiti da psicosi, è tre volte superiore alla media. Un cambio di ambiente drastico e la perdita di supporto sociale, accentua problemi già presenti. Un programma adeguato di accoglienza, può migliorare in parte questa situazione.


L’Italia è tra i Paesi a bassa esposizione e di conseguenza si è attrezzata poco per questi problemi. Gli effetti del cambiamento climatico sulla salute mentale saranno maggiori in quei Paesi che non potranno predisporre adeguati servizi sociali e sanitari di supporto.

Gli anziani sono quelli che maggiormente vengono devastati, mentre per quanto riguarda i bambini, si riprendono meglio perché hanno una maggiore elasticità.

Una volta che gli studi saranno ad uno stadio più avanzato, la prevenzione sarà una delle armi da mettere in campo, e formando del personale che lavora nell’ambito della salute mentale, preparare le comunità ad essere consapevoli, di che cosa si va incontro.

Fondamentale sarà anche predisporre un’accoglienza programmata, anche qui con personale specializzato, per i migranti.

PROPONIMENTO DEL GIORNO



Nella relazione con le persone cercherò di dare più spazio all'ascolto senza imporre sempre il mio parere.


8 MAGGIO E PRIMA DOMENICA DI OTTOBRE SUPPLICA ALLA SANTA VERGINE DI POMPEI


8 MAGGIO

MADONNA DI POMPEI
Risultati immagini per immagini della madonna di pompei

SUPPLICA ALLA MADONNA DI POMPEI
(da recitarsi l'8 maggio e la prima domenica di ottobre a mezzogiorno)
I. - O Augusta Regina delle vittorie, o Vergine sovrana del Paradiso, al cui nome potente si rallegrano i cieli e tremano per terrore gli abissi, o Regina gloriosa del Santissimo Rosario, noi tutti, avventurati figli vostri, che la bontà vostra ha prescelti in questo secolo ad innalzarvi un Tempio in Pompei, qui prostrati ai vostri piedi, in questo giorno solennissimo della festa dei novelli vostri trionfi sulla terra degl'idoli e dei demoni, effondiamo con lacrime gli affetti del nostro cuore, e con la confidenza di figli vi esponiamo le nostre miserie.
Deh! da quel trono di clemenza ove sedete Regina, volgete, o Maria, lo sguardo vostro pietoso verso di noi, su tutte le nostre famiglie, sull'Italia, sull'Europa, su tutta la Chiesa; e vi prenda compassione degli affanni in cui volgiamo e dei travagli che ne amareggiano la vita. Vedete, o Madre, quanti pericoli nell'anima e nel corpo ne circondano: quante calamità e afflizioni ne costringono! O Madre, trattenete il braccio della giustizia del vostro Figliuolo sdegnato e vincete colla clemenza il cuore dei peccatori: sono pur nostri fratelli e figli vostri, che costarono sangue al dolce Gesù, e trafitture di coltello al vostro sensibilissimo Cuore. Oggi mostratevi a tutti, qual siete, Regina di pace e di perdono.

Ave, o Maria...

II. - È vero, è vero che noi per primi, benché vostri figliuoli, coi peccati torniamo a crocifiggere in cuor nostro Gesù, e trafiggiamo novellamente il vostro Cuore. Sì, lo confessiamo, siamo meritevoli dei più aspri flagelli. Ma Voi ricordatevi che sulla vetta del Golgota raccoglieste le ultime stille di quel sangue divino e l'ultimo testamento del Redentore moribondo. E quel testamento di un Dio, suggellato col sangue di un Uomo-Dio, vi dichiarava Madre nostra, Madre dei peccatori. Voi, dunque, come nostra Madre, siete la nostra Avvocata, la nostra Speranza. E noi gementi stendiamo a Voi le mani supplichevoli, gridando: Misericordia!
Pietà vi prenda, o Madre buona, pietà di noi, delle anime nostre, delle nostre famiglie, dei nostri parenti, dei nostri amici, dei nostri fratelli estinti, e soprattutto dei nostri nemici, e di tanti che si dicono cristiani, e pur dilacerano il Cuore amabile del vostro Figliuolo. Pietà, deh! pietà oggi imploriamo per le nazioni traviate, per tutta l'Europa, per tutto il mondo, che torni pentito al cuor vostro. Misericordia per tutti, o Madre di Misericordia.

Ave, o Maria...

III. - Che vi costa, o Maria, l'esaudirci? Che vi costa il salvarci? Non ha Gesù riposto nelle vostre mani tutti i tesori delle sue grazie e delle sue misericordie? Voi sedete coronata Regina alla destra del vostro Figliuolo, circondata di gloria immortale su tutti i cori degli Angeli. Voi distendete il vostro dominio per quanto son distesi i cieli, e a Voi la terra e le creature tutte che in essa abitano sono soggette. Il vostro dominio si estende fino all'inferno, e Voi sola ci strappate dalle mani di Satana, o Maria.
Voi siete l'Onnipotente per grazia. Voi dunque potete salvarci. Che se dite di non volerci aiutare, perché figli ingrati ed immeritevoli della vostra protezione, diteci almeno a chi altri mai dobbiamo ricorrere per essere liberati da tanti flagelli.
Ah, no! Il vostro Cuore di Madre non patirà di veder noi, vostri figli, perduti. Il Bambino che noi vediamo sulle vostre ginocchia, e la mistica corona che miriamo nella vostra mano, c'ispirano fiducia che noi saremo esauditi. E noi confidiamo pienamente in Voi, ci gettiamo ai vostri piedi, ci abbandoniamo come deboli figli tra le braccia della più tenera fra le madri, ed oggi stesso, sì, oggi da Voi aspettiamo le sospirate grazie.

Ave, o Maria...

Chiediamo la benedizione a Maria.

Un'ultima grazia noi ora vi chiediamo, o Regina, che non potete negarci in questo giorno solennissimo. Concedete a tutti noi l'amore vostro costante, e in modo speciale la vostra materna benedizione. No, non ci leveremo dai vostri piedi, non ci staccheremo dalle vostre ginocchia, finché non ci avrete benedetti.
Benedite, o Maria, in questo momento, il Sommo Pontefice. Ai prischi allori della vostra Corona, agli antichi trionfi del vostro Rosario, onde siete chiamata Regina delle vittorie, deh! aggiungete ancor questo, o Madre: concedete il trionfo alla Religione e la pace alla umana società. 
Benedite il nostro Vescovo, i Sacerdoti e particolarmente tutti coloro che zelano l'onore del vostro Santuario.
Benedite infine tutti gli Associati al vostro novello Tempio di Pompei, e quanti coltivano e promuovono la divozione al vostro Santo Rosario.
O Rosario benedetto di Maria; Catena dolce che ci rannodi a Dio; Vincolo di amore che ci unisci agli Angeli; Torre di salvezza negli assalti d'inferno; Porto sicuro nel comune naufragio, noi non ti lasceremo mai più. Tu ci sarai conforto nell'ora di agonia; a te l'ultimo bacio della vita che si spegne. E l'ultimo accento delle smorte labbra sarà il nome vostro soave, Regina del Rosario della Valle di Pompei, o Madre nostra cara, o unico Rifugio dei peccatori, o sovrana Consolatrice dei mesti. Siate ovunque benedetta, oggi e sempre, in terra e in cielo. Così sia.

Salve Regina...
(vero testo della Supplica scritta dal beato Bartolo Longo)


NOVENA ALLA MADONNA DI POMPEI
(dal 29 aprile al 7 maggio)

O Dio, vieni a salvarmi.
Signore, vieni presto in mio aiuto.

Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, come era nel principio , ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.

1. O Vergine Immacolata, Regina del Rosario, in questi tempi di morta fede e di empietà trionfante hai voluto piantare il tuo seggio di Regina e di Madre sull'antica terra di Pompei. Da quel luogo dov'erano adorati idoli e demoni, Tu oggi, come Madre della divina grazia, spargi i tesori delle celesti misericordie. Da quel trono, o Vergine pietosa, rivolgi, o Madre, sopra di me gli occhi tuoi ed abbi pietà: ho tanto bisogno del tuo soccorso. Mostrati a me come a tanti altri vera Madre di misericordia: "Monstra te esse Matrem"; mentre con tutto il cuore Ti saluto e Ti invoco mia Sovrana e Regina.
Salve, o Regina...

2. Ai piedi del tuo trono, gloriosa Signora, l'anima mia Ti venera tra gemiti ed affanni… In queste angustie ed agitazioni in cui mi trovo, alzo confidente gli occhi a Te, che Ti sei degnata di eleggere per dimora le campagne di poveri e abbandonati contadini. Là Tu come Regina delle Vittorie levasti la tua voce potente per chiamare d'ogni parte d'Italia e del mondo i devoti tuoi figli ad erigerti un tempio. Muoviti a pietà: Tu che sei l'aiuto dei cristiani, liberami da queste tribolazioni in cui verso, Tu che sei la vita nostra, trionfa della morte che minaccia l'anima mia in questi pericoli in cui si trova esposta; ridonami la pace, la tranquillità, l'amore, la salute.
Salve, o Regina...

3. Il sentire che tanti sono stati da Te beneficati perché ricorsi a Te con fede, m'infonde coraggio d'invocarti a mio soccorso. Tu promettesti a San Domenico che chi vuole le grazie con il tuo Rosario le ottiene; ed io con il Rosario in mano Ti chiamo, o Madre, all'osservanza se. Tu stessa operi continui delle tue materne promesse. Tu stessa operi continui prodigi per chiamare i tuoi figli ad onorarti nel tempio di Pompei. Tu vuoi tergere le nostre lacrime, vuoi lenire i nostri affanni! Con il cuore sulle labbra con viva fede Ti chiamo e T'invoco: Madre mia, Madre cara, Madre bella, Madre dolcissima, aiutami! Madre e Regina del Santo Rosario di Pompei, non tardare ancora a stendermi la mano tua potente per salvarmi: il ritardo, mi porterebbe alla rovina.
Salve, o Regina...

4. A chi dovrò ricorrere, se non a Te che sei sollievo dei miserabili, conforto degli abbandonati, consolazione degli afflitti? Lo confesso, sono indegno di ricevere grazie. Ma Tu sei Speranza di chi dispera, grande Mediatrice tra l'uomo e Dio, potente nostra Avvocata presso il trono dell'Altissimo, Rifugio dei peccatori! Di' una parola in mio favore al tuo Figliolo: egli ti esaudirà. Chiedigli, Madre, questa grazia di cui tanto ho bisogno... Tu puoi ottenermela: Tu, Speranza mia, mia Consolazione, mia Dolcezza, Vita mia. Così spero e così sia.
Salve, o Regina...

5. Vergine e Regina del Santo Rosario, Figlia del Padre Celeste, Madre dei Figlio divino, Sposa dello Spirito Santo, Tu che tutto puoi presso la Santissima Trinità, impetra questa grazia a me necessaria, purché non sia di ostacolo alla mia salvezza eterna…; Te la domando per la tua Immacolata Concezione, per la tua divina Maternità, per i tuoi gaudii, per i tuoi dolori, per i tuoi trionfi: Te la domando per il Cuore dei tuo Gesù, per quei nove mesi che lo portasti in seno, per la sua morte di croce, per il suo Nome santissimo, per il suo Preziosissimo Sangue. Te la domando per il Cuore tuo dolcissimo, nel Nome tuo glorioso, o Maria, Stella del mare, Signora potente, Madre di dolore, Porta del Paradiso, Madre di ogni grazia. In Te confido, da Te tutto spero. Tu mi hai da salvare. Amen.
Salve, o Regina....

LITURGIA DI OGGI



LITURGIA DEL GIORNO
- Rito Romano -
  
  



 PRIMA LETTURA 

At 8,1-8
Dagli Atti degli Apostoli

In quel giorno scoppiò una violenta persecuzione contro la Chiesa di Gerusalemme; tutti, ad eccezione degli apostoli, si dispersero nelle regioni della Giudea e della Samarìa.
Uomini pii seppellirono Stefano e fecero un grande lutto per lui. Sàulo intanto cercava di distruggere la Chiesa: entrava nelle case, prendeva uomini e donne e li faceva mettere in carcere.
Quelli però che si erano dispersi andarono di luogo in luogo, annunciando la Parola.
Filippo, sceso in una città della Samarìa, predicava loro il Cristo. E le folle, unanimi, prestavano attenzione alle parole di Filippo, sentendolo parlare e vedendo i segni che egli compiva. Infatti da molti indemoniati uscivano spiriti impuri, emettendo alte grida, e molti paralitici e storpi furono guariti. E vi fu grande gioia in quella città.


  SALMO  

Sal 65
Acclamate Dio, voi tutti della terra.

Acclamate Dio, voi tutti della terra,
cantate la gloria del suo nome,
dategli gloria con la lode.
Dite a Dio: «Terribili sono le tue opere!».

«A te si prostri tutta la terra,
a te canti inni, canti al tuo nome».
Venite e vedete le opere di Dio,
terribile nel suo agire sugli uomini.

Egli cambiò il mare in terraferma;
passarono a piedi il fiume:
per questo in lui esultiamo di gioia.
Con la sua forza dòmina in eterno.


 VANGELO 

Gv 6,35-40
Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù alla folla:
«Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai! Vi ho detto però che voi mi avete visto, eppure non credete.
Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.
E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».