di Luciano Lago
Il pretesto di una presunta minaccia iraniana, ventilando la possibilità di un attacco contro le proprie forze in Medio Oriente, ha spinto l’Amministrazione USA ad inviare una possente forza d’attacco contro l’Iran costituita da portaerei , unità navali e bombardieri strategici.
Gli analisti internazionali si domandano cosa spinga gli USA a muovere una guerra contro l’Iran in questo momento quando già altri fronti sono aperti, dal Venezuela, alla Siria, all’Afghanistan, All’Ucraina.
Le risposte a questo interrogativo che spiegano la mossa di Washington sono quelle che riguardano la completa subordinazione di Washington agli interessi di Israele e la aspirazione dell’Impero USA di cancellare per sempre l’esistenza di un paese indipendente e non subordinato alla dominazione americano sionista, come lo sono invece i paesi alleati del Golfo e i paesi europei. Un’altra spiegazione è quella della necessità dell’Amministrazione Trump di inviare un segnale di intransigenza, destinato proprio ai suoi alleati europei, alcuni dei quali recalcitranti ad obbedire ai diktat trasmessi da Washington sull’Iran, in particolare di bloccare tutti gli acquisti di petrolio e qualsiasi rapporto economico con la Repubblica Islamica dell’Iran.
Un grosso favore questo per la dirigenza israeliana che non aspettava altro dal presidente Trump, considerato ormai il miglior benefattore di Israele per i passi da lui fatti su Gerusalemme capitale ed il riconoscimento dell’annessione del Golan. La guerra all’Iran corrisponde all’ultima pressante richiesta fatta da Netanyahu a Trump e di cui Kushner (genero ultra sionista di Trump) ed i neocon come Bolton e Pompeo sono strenui sostenitori.
La politica di espansione della propria influenza, condotta dall’Iran in questi ultimi anni (conseguenza delle guerre fallite nella regione da parte degli anglo USA) e la sua funzione di perno, assieme alla Siria di Assad, nell’asse della Resistenza anti sionista ed anti imperialista, non viene tollerata da Washington e da Tel Aviv che cercavano un pretesto per l’attacco e lo strangolamento economico del paese persiano. Poichè quest’ultima non si dimostra una strada efficace, viste le relazioni costruttive che Teheran mantiene con Cina, Russia, Turchia, India ed un certo numero di paesi, gli Stati Uniti ricorrono al loro consueto linguaggio della forza, quello di presentarsi con una flotta d’attacco e minacciare l’aggressione armata. Il diritto internazionale e la carta dell’ONU non contano nulla per la dirigenza neocon di Washington che piuttosto presenta il comportamento tipico dei Gangster: non accetti la nostra “protezione”? Ti puniremo.
Potrebbe essere un bluff ? E’ quello che si chiedono in molti.
L’attacco contro l’Iran “sarebbe implacabile”ha detto John Bolton, si può interpretare questo messaggio dei super falchi USA con la loro volontà di riaffermare l’egemonia degli USA sul Medio Oriente e sui paesi che non vogliono piegarsi al dominio neo-coloniale americano.
Un fatto è certo: la sete di guerra e di sangue che manifestano i neocon statunitensi è la stessa che dimostrano i loro soci israeliani nella loro costante aggressione contro la Palestina, a Gaza in particolare, non a caso Trump ha solidarizzato al 100% con Netanyahu, cercando di far credere che gli aggrediti siano sempre gli israeliani e gli aggressori i palestinesi, nonostante la evidente sproporzione di mezzi e di vittime fra le due parti.
L’Iran in questo momento è sottoposto ad una pressione ed un assedio senza precedenti da parte degli USA e dei sui alleati e le sanzioni e l’embargo sono l’ultimo gradino prima di una guerra diretta.
Questa sete di aggressione e di sangue da parte dei neocon USA si dimostra e si esprime anche con le altre azioni aggressive patrocinate dagli USA e dai loro alleati e soci Sauditi e Israeliani, dallo Yemen alla Palestina, con le stragi ed i bombardamenti contro civili, case, scuole e ospedali, in spregio a qualsiasi regola umanitaria.
In questo contesto gli USA spostano questa flotta possente per minacciare l’Iran con una serie di messaggi fuori da qualsiasi tono diplomatico e con un atteggiamento arrogante che dimostra la loro totale inclinazione ad aggredire qualsiasi paese sovrano che non dimostri di essere obbediente alla linea dell’egemonia americana. Chiunque non obbedisce loro diventa un nemico da colpire e da punire, prima con il tentativo di strangolamento economico mediante il blocco e le sanzioni, poi, se questo non basta, con l’aggressione miltare diretta.
Non esistono altre considerazioni per la dirigenza USA e tanto meno quelle di carattere umanitario, i responsabili di Washington hanno riguardo soltanto per i loro interessi economici ed egemonici, come per quelli dei propri alleati in una regione che subisce guerre ed aggressioni continue da parte del trio USA-Israele-Arabia Saudita.
Il gruppo di potere neocon negli USA disprezza qualsiasi regola internazionale e manifesta in tutta evidenza quello che si potrebbe definire un “comportamento sociopatico” ispirato dall’ideologia messianica che è una mescola tra sionismo ed evangelismo cristiano, la confessione prevalente fra i personaggi che siedono alla Casa Bianca.
Non esiste una razionalità di calcolo che abbia cura di prevedere quali possano essere le conseguenze di queste azioni che possono determinare effetti pregiudizievoli per gli stessi Stai Uniti e per il mondo occidentale, che sono facili da intuire. Fra questi, tutti gli analisti anticipano che ci sarà una drastica inpennata dei prezzi del crudo che potrebbero derivare da una nuova guerra nella regione ed ancora peggio dalla minaccia di chiusura (ventilata dall’Iran) dello Stretto di Hormuz. , in rapresaglia per il blocco della esportazione del petrolio iraniano. Fattori che determinerebbero una crisi economica di enormi proporzione per i paesi occidentali e che inducono all’allarme fra gli operatori economici.
Inoltre si prevede che l’aumento della produzione di greggio del principale alleato degli USA, l’Arabia Saudita, non potrà soddisfare la domanda totale di crudo nel caso in cui vengano impedite le esportazioni iraniane.
La politica USA in questa fase si dimostra del tutto illegale ed arbitraria, manifestandosi in una forma di aggressione sfacciata che mette allo scoperto la volontà di sopraffazione e di dominio della superpotenza americana in modo tale da mettere in difficoltà anche i rapporti degli USA con i propri alleati.
L’Iran in tale frangente ha il pieno diritto di ricorrere alla sua difesa contro i provvedimenti degli USA ed a reagire ad una aggressione che sarebbe del tutto immotivata e pretestuosa.
Non si può escludere un intervento della Russia che considera l’Iran un suo alleato strategico e questo potrebbe essere il fattore dissuasivo per le intenzioni belicose di Washington.
Arrivati a questo punto, soltanto la Russia potrebbe scoprire il “bluff” di Washington. Ancora una volta il pallino della situazione per fermare una prossima guerra distruttiva si trova nelle mani di Vladimir Putin.