martedì 18 giugno 2019

CITAZIONE TIPO CONTRO SIGNORAGGIO E FISCO

SE TUTTI I POPOLI EUROPEI FACESSERO LO STESSO A COMINCIARE DALL'ITALIA GLI EUROCRATI DELLA FINANZA USUROCRATICA NON AVREBBERO PIU' SCAMPO

L'ATTO DI CITAZIONE DEL SIGNORAGGIO BANCARIO E DEL FISCO DELL'AVVOCATO ALFONSO LUIGI MARRA

Atto di citazione ‘tipo’ contro: 
-1) il Governo per la condanna alla restituzione dei tributi pagati negli ultimi dieci anni e la declaratoria delle loro non debenza, stante l’incostituzionalità delle norme che li prevedono dato il signoraggio; -2) la Banca d’Italia (BI) e la BCE, per la condanna al pagamento di una somma pari all’importo del debito pubblico diviso il numero degli italiani.



Poiché le Procure archiviano le denunce contro il signoraggio e i tributi (uno dei suoi frutti più velenosi) ho valutato di agire con citazione civile. Cause civili nelle quali il Governo, la Banca d’Italia (BI) e la BCE dovranno costituirsi e difendersi, pena la contumacia, e la magistratura dovrà pronunciarsi, in tre gradi e lungo un arco temporale in cui le risulterà sempre più difficile – per quel poco che ho appreso creando cause d’avanguardia per 46 anni – continuare a coprire crimini così noti ed efferati. Tributi e signoraggio entrambi illeciti con la differenza però che i tributi sono previsti dalle leggi – leggi anticostituzionali, oltre che vergognose ed incredibili – mentre il signoraggio non è previsto da alcuna legge perché è un reato occultamente commesso da sempre, ma di dominio pubblico dal 1.1.2007, anche se l’Illustre Prof. Auriti, di cui parleremo, lo ha denunciato già nel 1983. Ne deriva che – mentre si può chiedere direttamente la restituzione delle somme truffate con il signoraggio primario dalla BI e dalla BCE (per il signoraggio secondario bisogna agire contro le banche di credito) – per ottenere invece la restituzione dei tributi e la declaratoria della loro non debenza occorre (potrebbe occorrere) che il giudice rimetta prima le leggi che li prevedono alla Corte Costituzionale perché le dichiari illegittime. Cause che si vinceranno per il semplice fatto che il sistema signoraggistico è andato così in crisi che nemmeno i poteri che se ne sono fin qui giovati lo vogliono più ed inoltre, senza il denaro che gli Stati, abolito il signoraggio, potranno creare liberamente, non sarebbe possibile finanziare la grande riconversione necessaria per tentare di fronteggiare la catastrofe climatica. Magistratura e politica che dovranno ora smettere di arroccarsi dietro le loro falsità, perché anch’io, fino al 1.1.2007, quando non ero al corrente del signoraggio, consideravo i tributi eccessivi ma legittimi, ma da allora è delinquenziale continuare ad imporli. 1.1.2007 che è il momento in cui inizia a divulgare in ogni dove, a partire dai Tribunali, milioni di copie del mio documento sul signoraggio (trascritto di seguito) per poi, attraverso i video, molti in nove lingue, renderlo noto al mondo, sicché oggi lo danno tutti per scontato. • ATTO DI CITAZIONE Richiesta di declaratoria di non debenza dei tributi e di restituzione di quelli pagati nel decennio nonché della propria quota di signoraggio primario. Il Sig .., espone quanto segue.. (descrivere il fatto). La richiesta di cui al titolo poggia su quanto ho scritto il 1.1.2007 nel documento sul signoraggio riportato di seguito (nell’edizione del 12.3.2019) e sul quale ho basato le molte iniziative con le quali in 12 anni ho forse un po’ contribuito a creare il movimento antisignoraggistico in Italia e nel mondo. Ed è positivo a riguardo che di recente un leader di una forza politica di rilievo (la sig. Giorgia Meloni), in riferimento al signoraggio, abbia dichiarato: «Dobbiamo fare chiarezza sulla proprietà dell’euro perché, se è nostro, come noi pensiamo debba essere, non si capisce perché dobbiamo prenderlo in prestito a strozzo dalle banche». Cose che fanno ritenere mature queste azioni restitutorie da parte sia delle partite IVA sia degli impiegati, pensionati ecc (anche contro i tributi di Enti locali ed altri, quali l’INPS). Signoraggio che non sono il primo ad aver contrastato, perché il sig. Beppe Grillo ha fondato la sua carriera di politico sostenendo le tesi e la lotta del Professor Giacinto Auriti, morto l’11.8.2006, docente di economia presso l’Università di Teramo, il quale – emarginato, perseguitato dalle Istituzioni – già nel marzo 1983 denunciò vanamente per il signoraggio la Banca d’Italia e le fece causa civile. Signoraggio che Grillo denuncia clamorosamente e descrive accuratamente in un suo video da decine di milioni di visualizzazioni del 1998. Illiceità del signoraggio e dei tributi notissima in internet ma finora tabù nelle grandi reti televisive, anche presso le quali però da ultimo, a partire dalla RAI, sta emergendo prepotentemente a proposito sia del signoraggio francese in Africa, sia del signoraggio della BCE in Europa ed in Italia. Argomenti esposti – hainoi! – in maniera errata in un ricorso al Giudice di Pace di Lecce del 2004 (ma i tempi non erano maturi) di cui le Sezioni Unite hanno avuto facilmente modo, nel 2006, di fare strame adducendo tra l’altro che «al giudice non compete sindacare il modo in cui lo stato esplica le proprie funzioni sovrane, tra le quali sono indiscutibilmente comprese quelle di politica monetaria». Affermazione destinata a divenire proverbiale per la sua elusività. Sempre fermo restando che comunque il ricorso del 2004 descrive una fattispecie lontana e diversa da quella reale e da quella di cui a questa citazione. Elusività perché le SU dimenticano che il signoraggio non è previsto da alcuna norma ed è in contrasto con molte perché è un delitto: delitti e loro esiti civilistici sui quali è indubbio la magistratura abbia giurisdizione. Ma veniamo al documento del 1.1.2007. • Il signoraggio primario e secondario. L’illiceità dei tributi. L’inveramento del denaro e la corretta definizione di inflazione. Coperte dalla magistratura, le banche centrali, tra cui la Banca d’Italia (BI) e la BCE, incredibilmente private (sotto mentite spoglie pubbliche), praticano il crimine del signoraggio primario, mentre le banche di credito praticano il ben più grave signoraggio secondario. Signoraggio che la cupola bancaria ricicla mediante le sue centrali. Dopo averlo infatti segretato già dalla nascita della Repubblica fin negli atti del Parlamento (con gli omissis), si è ‘scoperto’ che la BI è di privati (circa 85% banche, 10% assicurazioni, 5% dell’INPS), come gran parte delle altre banche centrali; fra cui la BCE, che è al 15% circa della BI. Privatezza gravissima di cui, da quando la si è scoperta, si cerca di sminuire la rilevanza. Signoraggio primario delle banche centrali che consiste in quanto segue. 1) Nel creare il denaro al costo tipografico o con un click (dal 1929 non occorre alcun corrispettivo in oro, ma è una favola che prima occorresse). Banconote la cui quantità è ignota, perché i numeri che recano non sono progressivi e non ne consentono la quantificazione. 2) Usarle (al valore ‘facciale’) per ‘comprare’ (è più uno Atto di citazione ‘tipo’ contro: -1) il Governo per la condanna alla restituzione dei tributi pagati negli ultimi dieci anni e la declaratoria delle loro non debenza, stante l’incostituzionalità delle norme che li prevedono dato il signoraggio; -2) la Banca d’Italia (BI) e la BCE, per la condanna al pagamento di una somma pari all’importo del debito pubblico diviso il numero degli italiani. ‘sconto’, ma in realtà è una frode) dagli Stati un pari importo in titoli del debito pubblico. 3) Realizzare un faraonico falso in bilancio iscrivendo al passivo l’importo ‘facciale’ delle banconote create dal nulla per così ‘pareggiare’ iscrivendo all’attivo i titoli. Falso attraverso il quale la cupola che controlla e ‘sta dietro’ le banche realizza due ulteriori obiettivi: uno, rubare persino agli azionisti dei soci privati delle banche centrali i proventi dello stesso signoraggio; due, un’evasione fiscale ben maggiore delle tasse sia pagate che evase dal resto della società; perché (detto che le tasse sono, come vedremo, illecite), all’aliquota del 50%, ammonta alla metà del denaro creato. Signoraggio primario e secondario che sono la causa sia dell’inflazione che dei tributi, funzionali anche al dominio sui cittadini, criminalizzati quali evasori, riciclatori ecc. Signoraggio primario che rende responsabile del ‘debito pubblico’ la cupola, avendone essa (non lo Stato) riscosso il corrispettivo. Fenomeni catastrofici tra cui l’inflazione, che è tutt’altro da ciò che si ritiene, perché è la conseguenza del mancato verificarsi di quel fenomeno che ho definito «inveramento del denaro». Inveramento che non avviene quando il denaro è creato da un falsario (è un falsario chiunque crei denaro ma non sia lo Stato: il Totò del noto film o la BCE in questo senso sono uguali). Se infatti il denaro lo crea lo Stato non causa inflazione perché lo ‘invera’, lo rende vero, lo copre, mettendolo in circolazione ogni volta a corrispettivo di un qualche bene (beni tra i quali anche retribuzioni, pensioni, diritti ecc), per cui cresceranno insieme sia la ricchezza reale che il denaro. Se invece il denaro lo crea un falsario omette l’inveramento, perché lo mette in circolazione attribuendolo a se stesso a corrispettivo di nulla, facendo così aumentare solo il denaro, ma non anche la ricchezza reale. Fenomeno dell’inveramento che è necessario capire o non si può realmente capire il signoraggio. Definisco quindi inflazione il fenomeno che si verifica quando, avendo dei falsari messo in circolazione del denaro spendendolo, abbiano così causato un aumento del denaro e della percentuale di ricchezza di loro proprietà, ed una corrispettiva diminuzione del potere di acquisto del denaro e della ricchezza di proprietà della collettività. Un contesto delittuoso in cui il fatto che le banche siano pubbliche è una condizione necessaria ma non sufficiente per eliminare il signoraggio perché occorre anche impedire il predetto falso in bilancio. Falso in bilancio del resto frutto della ‘vendita’ allo Stato del denaro, per cui, se lo Stato il denaro lo crea da sé, quest’operazione non c’è più. Signoraggio la cui eliminazione renderà ricchissimo lo Stato debellando la drammatica demonetizzazione pilotata per dominarci. Perché la sofferenza sociale è frutto dell’avere la cupola – madre del consumismo – reso obbligatorio avere denaro e spenderlo come essa vuole (tributi), pena le varie forme di espulsione sociale. Crimini che violano gli artt. del codice penale n. 241 e 283 (la prevista violenza è negli esiti), 648 bis, 501, 501 bis, 416, 61 e molte altre. Mentre, se il denaro è prodotto dallo Stato senza causare inflazione, ne va creato quanto occorre, incrementando così gli scambi e l’economia. Signoraggio primario a cui si aggiunge il ben più grave secondario, con cui le banche di credito, attraverso il ‘moltiplicatore monetario’, secondo prassi che una prona e scellerata dottrina di regime dà per scontate, ma sono il massimo della criminalità, realizzano prestiti per un ammontare decine di volte multiplo del denaro che possiedono. In sostanza, se Tizio versa su una banca 100.000 euro, essa tratterrà diciamo il 2% (conta il concetto) come riserva, e presterà il 98% che, una volta depositato in un’altra banca, sarà prestato, a cascata, al 98% . Finché la cosca bancaria, attraverso prestiti ogni volta minori del 2%, farà prestiti per circa 5.000.000 per così lucrare interessi anch’essi cinquantuplicati, anziché il solo compenso per il servizio. Interessi che devono andare ai proprietari dei soldi, e allo Stato per i prestiti frutto della cinquantuplicazione, mentre ora costituiscono una creazione di denaro a vantaggio delle banche che consegue ad ogni prestito, ma anche ad ogni operazione di qualsiasi genere facciano. Signoraggio secondario i cui proventi non vanno nemmeno essi agli azionisti, ma vengono di nuovo sottratti dalla cupola attraverso complessi falsi in bilancio e trucchi il cui effettivo accertamento richiede che la magistratura entri finalmente nel profondo del sistema e lo scalzi, anziché coprirlo. Denaro falso che provoca una continua inflazione in gran parte assorbita dalla parallela diminuzione dei costi produttivi e commerciali. Ciò mentre il fisco rastrella denaro che usa per la più parte per continuare a ‘comprare’ dalla BCE altro denaro che dovrebbe invece essere prodotto dallo Stato a costo zero o per pagare gli interessi sul debito. Tributi che, quando lo Stato il denaro lo creerà da sé, si dovranno eliminare anche per eliminare l’attuale anomala forma di controllo sociale che su essi si basa, perché il pur necessario controllo può avvenire in molti modi, ma giusti e civili, non già funzionali solo agli interessi bancari. Signoraggio che, siccome è un crimine, non è previsto da alcuna norma, per cui si può eliminare semplicemente: -a) perseguendo i crimini bancari, quali il descritto falso in bilancio; -b) confiscando penalmente le quote di proprietà privata della BI, e quindi anche quel 15% circa della BCE che è della BI; -c) pareggiando i tassi passivi e attivi affinché vadano ai proprietari dei soldi, e allo Stato quelli frutto del moltiplicatore. Interessi bancari sovente usurai. Usura che è la forma estrema di signoraggio secondario. Signoraggio e tributi con i quali il potere bancario ha avvelenato l’umanità e creato il tipo di economia che ha causato la catastrofe climatica. • Tutto ciò premesso, l’istante CITA il Governo Italiano, la BI e la BCE, in persona dei legali rappresentanti pro tempore, per sentire così provvedere con sentenza generica e somme da quantificarsi in separato giudizio: -dichiarare l’illiceità del signoraggio e condannare la BI e BCE in solido al pagamento, ciascuna per quanto di sua competenza, di una somma pari all’importo del debito pubblico diviso il numero dei cittadini italiani; Dichiarare il suo diritto a non pagare alcun tributo e condannare governo alla restituzione di quelli pagati nel decennio, in subordine previa rimessione, ove non ritenga che all’illiceità del signoraggio consegua automaticamente l’illiceità dei tributi, alla Corte Costituzionale, per la declaratoria di incostituzionalità stante la non manifesta infondatezza della questione della loro illegittimità e della illegittimità di ogni altra legge in materia che riterrà, del DLgs n. 344\12.12.2003 (IRES), TU 22.12.1986 n. 917, DLgs n. 446\15.12.1997 (IRAP), DPR n. 633 del 26.10.1972 (IVA), L n. 388\23.12.2000, art 116 co. 8 lett. a (INPS), per contrasto del loro presupposto con la C. art. n. 1, 2, 3, 4, 35, 41, 42 e 47. Sempre con gli interessi dalla maturazione dei diritti e vittoria di spese. 19.3.2019, 

Alfonso Luigi Marra

VEDI PURE:

L’euro, il denaro che usiamo, è privato!



GLI ABBIAMO CONSEGNATO LE NOSTRE VITE?....

State buoni, si lo so che molti che leggono hanno ben chiaro ciò che scriverò, spero che il messaggio arrivi a qualcuno che questi concetti non ha ben chiari.

Quando si dialoga con un condizionato sociale, ammaestrato dalla televisione e dai giornali si fa una fatica enorme nel cercare di scalfire la sua granitica convinzione che l’euro e come diretta conseguenza l’UE non siano in realtà dei gioghi che schiavizzano le nazioni sottraendo Sovranità ai popoli e allo stesso tempo sottraggano beni materiali in cambio di foglietti colorati chiamati soldi. Sembra incredibile, ma riuscire a fargli capire che il denaro che ha in tasca è un bene di diritto privato e non pubblico è un’impresa titanica. La cosa incredibile è che se anche riesci ad insinuare un dubbio, prove alla mano, non riescono a capire, o almeno percepire, le conseguenze del problema moneta. Qualcuno arriva a dire: vabbè e allora? Che cambia se la moneta è privata? Che cambia se il potere è in Europa? Tanto eleggiamo il Parlamento Europeo! Non riescono a comprendere la differenza fra una moneta emessa in nome del popolo e una emessa in nome… di chi? Non comprendono che eleggere un Parlamento esautorato del potere di legiferare rispetto ad altri 13 organi non eletti è un assurdo democratico.





























13 organi su cui il popolo non esercita ne controllo elettivo ne ha la possibilità legale di destituirli ed uno solo organo eletto che praticamente non ha nessun potere diretto. Ed ai popoli europei ciò sembra normale!

Non divaghiamo, di dittatura oligarchica parleremo in seguito dedichiamoci al mezzo usato per ottenere una dittatura economica mezzo che determina il potere oligarchico.

Il denaro e questo mezzo.

Un tempo il controllo delle materie prime e dell’energia permetteva alle multinazionali di influenzare la politica, poi la politica se la sono comprata con il controllo del denaro.


Come diceva Thomas Jefferson: ” Io credo che le istituzioni bancarie siano più pericolose per le nostre libertà di quanto non lo siano gli eserciti permanenti. Se il popolo americano permetterà mai alle banche private di controllare l’emissione del denaro, dapprima attraverso l’inflazione e poi con la deflazione, le banche e le compagnie che nasceranno intorno alle banche priveranno il popolo dei suoi beni finché i loro figli si ritroveranno senza neanche una casa sul continente che i loro padri hanno conquistato.“

Leggetevi a questo LINK che cosa è l’euro e le varie curiosità che lo caratterizzano, prima emissione (2002), seconda emissione (2013), numeri di serie, ecc, tanto per prendere confidenza.

La differenza fra un bene di diritto pubblico e uno di diritto privato è nella proprietà del bene stesso.

Proviamo a mettere giù alcuni punti; come capiamo che l’euro è privato?


Stabilirne la proprietà giuridica cioè a chi appartiene. Se il risultato è che appartiene a soggetti o aziende private significa evidentemente che non appartiene alla comunità, popolo, cittadini, insomma a tutti noi 500 milioni di europei.


Stabilire se l’euro è un bene di diritto pubblico o privato. Se il risultato è che si tratta di un bene di diritto privato significa che il proprietario non risponde agli stati che ne fanno uso, ma gli concede la possibilità di adoperarlo.


Stabilire che l’uso dell’euro, bene privato è concesso da un proprietario privato ed ha un costo. Se il risultato è che sussiste un costo nell’uso dell’euro significa che paghiamo dei privati per usare una moneta comunemente accettata dagli stati che dovrebbero essere soggetti pubblici.


Stabilito tutto questo domandarci perchè gli stati non producono lo stesso denaro lasciando la proprietà al popolo europeo, secondo un diritto pubblico e a costo zero.
Primo assioma:


Stabilirne la proprietà giuridica cioè a chi appartiene. Se il risultato è che appartiene a soggetti o aziende private significa evidentemente che non appartiene alla comunità, popolo, cittadini, insomma a tutti noi 500 milioni di europei.

E a chi appartiene?

Una piccola digressione. Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea o Trattato di Maastricht SONO LA STESSA COSA; il trattato di Maastricht per l’Italia è stato firmato 7 febbraio 1992 dal Presidente del Consiglio GIULIO ANDREOTTI, il Ministro degli Esteri GIANNI DE MICHELIS e il Ministro del Tesoro GUIDO CARLI. Finita la digressione.

L’articolo 128 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea il cui comma 1 recita: “La Banca centrale europea ha il diritto esclusivo di autorizzare l’emissione di banconote in euro all’interno dell’Unione. La Banca centrale europea e le banche centrali nazionali possono emettere banconote. Le banconote emesse dalla Banca centrale europea e dalle banche centrali nazionali costituiscono le uniche banconote aventi corso legale nell’Unione.”

Al comma 2 recita: “Gli Stati membri possono coniare monete metalliche in euro con l’approvazione della Banca centrale europea per quanto riguarda il volume del conio. Il Consiglio, su proposta della Commissione e previa consultazione del Parlamento europeo e della Banca centrale europea, può adottare misure per armonizzare le denominazioni e le specificazioni tecniche di tutte le monete metalliche destinate alla circolazione, nella misura necessaria per agevolare la loro circolazione nell’Unione.”

Quindi possiamo affermare con certezza che l’euro, potendo essere emesso in forma cartacea solo dalla BCE e solo su autorizzazione della BCE coniato in forma metallica dagli stati, ed essendo le uniche banconote a corso legale nell’Unione, appartiene legalmente alla BCE, La Banca Centrale Europea. L’euro appartiene ad una banca. Sarebbe un problema questo se la banca appartenesse ai 500 milioni di europei? No non credo in quando la BCE sarebbe una banca pubblica di proprietà del popolo e quindi l’euro sarebbe di proprietà del popolo. E’ cosi? E’ di proprietà dei 500 milioni di europei? NO, vediamo allora a chi appartiene la BCE e quindi l’euro.

Per sapere a chi appartiene l’euro si deve sapere a chi appartiene la BCE. Ovvio no?

Per ora possiamo solo affermare con certezza che la sovranità monetaria di ogni singolo stato dell’Unione è stata ceduta alla BCE. I singoli stati non possono più stampare nessun tipo di denaro se non gli euro in moneta e solo su autorizzazione della BCE. Questo dice l’art 128.

Le Banche Centrali Nazionali (nel caso italiano la Banca d’Italia) sono le uniche autorizzate alla sottoscrizione ed alla detenzione del capitale sociale della BCE, questo è scritto nell’art. 28 comma 2 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea.

Quindi possiamo affermare con certezza che le banche centrali dei vari paesi sono le proprietarie della BCE. Questo dice l’art 28.

Per darvi un’idea il capitale sociale della BCE è così ripartito:


Banca Centrale Nazionale 

% Capitale sottoscritto 

Capitale versato (€)


Belgio – Nationale Bank van België 

2,4708 

142.334.199,56


Germania – Deutsche Bundesbank 

20,5211 

1.182.149.240,19


Grecia – ΤρÜπεζα της ΕλλÜδος 

1,8168 

104.659.532,85


Spagna – Banco de España 

7,5498 

434.917.735,09


Francia – Banque de France 

14,3875 

828.813.864,42


Irlanda – Central Bank & Financial Services 

0,8885 

51.183.396,60


Italia – Banca d’Italia 

12,5297 

721.792.464,09


Cipro – Banca centrale di Cipro 

0,1249 

7.195.054,85


Lussemburgo – Banque centrale du Luxembourg 

0,1575 

9.073.027,53


Malta – Bank Ċentrali ta’ Malta 

0,0622 

3.583.125,79


Paesi Bassi – De Nederlandsche Bank 

3,8937 

224.302.522,60


Austria – Österreichische Nationalbank 

2,0159 

116.128.991,78


Portogallo – Banco de Portugal 

1,7137 

98.720.300,22


Slovenia – Banka Slovenije 

0,3194 

18.399.523,77


Finlandia – Suomen Pankki 

1,2448 

71.708.601,11


Totale 

69,6963 

4.014.961.580,45


Perfetto, quindi stabilito che la BCE appartiene alle banche centrali delle varie nazioni, non rimane che sapere a chi appartengano le banche centrali. Questo diventa più complesso e lungo, ma se vi accontentate della Banca d’Italia sapendo che tutte le altre banche centrali sono alla stessa stregua possiamo non perderci, almeno spero…

La Banca d’Italia trae in inganno con il nome, un tempo era pubblica e dipendeva direttamente dal Ministero del Tesoro, poi è stata trasformata in un istituto di diritto pubblico. Questo trae ancora in inganno in quanto si presuppone che un istituto di diritto pubblico faccia gli interessi pubblici e sia controllato da leggi pubbliche. Invece risponde a delle leggi pubbliche, ma alla fine chi controlla le leggi pubbliche può cambiarne la destinazione d’uso che poi è quello che è successo. Ha quindi un senso affermare che si tratta di un istituto di diritto pubblico se non esercita più interessi pubblici? O peggio se li esercita, ma in realtà non sono interessi (vantaggi) per il pubblico inteso come popolo? Non solo, ma sussiste un consiglio d’amministrazione che è in buona parte è eletto dai “proprietari” della banca. Quindi chi sono questi proprietari? Chi possiede le quote societarie di Banca d’Italia? La ricerca è lunga sul sito ufficiale, ma con un poco di pazienza si trova il file che indica la proprietà, questo è il LINK, vi facilito la ricerca.

Il capitale sociale della Banca d’Italia è così ripartito:

Ente partecipante – Numero quote

Intesa Sanpaolo SpA 93.661

Unicredit SpA 66.342

Generali Italia SpA 19.000

CR in Bologna SpA 18.602

Inps 15.000

Banca Carige SpA 11.869

BNL 8.500

Banca MPS 7.500

Cassa di Risparmio di Biella e Vercelli SpA 6.300

Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza SpA 6.094

UnipolSai Assicurazioni SpA 6.000

Cassa di Risparmio di Firenze SpA 5.656

Allianz SpA 4.000

Banco Popolare S.c. 3.668 Cassa di Risparmio del Veneto SpA 3.610 Cassa di Risparmio di Asti SpA 2.800 Banca delle Marche SpA 2.459 INAIL 2.000 CR del Friuli Venezia Giulia SpA 1.869 CR di Pistoia e della Lucchesia SpA 1.126 CR dell’Umbria SpA 1.106 CR di Ferrara SpA 949 Banca Popolare di Milano Scarl 873 CR di Ravenna SpA 769 Banca Popolare dell’Emilia Romagna S.c. 759 Banca Regionale europea SpA 759 CR di Fossano SpA 750 Banca Popolare di Vicenza Scpa 687 CR di Cesena SpA 675 Banca dell’Adriatico SpA 653 CR di S. Miniato SpA 652 Cassa dei Risparmi di Forlì e della Romagna SpA 605 Banca Carime SpA 500 Società Reale Mutua Assicurazioni 500 Veneto Banca Scpa 480 Banca CARIM SpA 393 CR di Bolzano SpA 377 CR di Cento SpA 311 CR della Spezia SpA 266 CR della Provincia di Viterbo SpA 251 CR di Orvieto SpA 237 Banca CR di Savigliano SpA 200 CR di Volterra SpA 194 CR della Provincia di Chieti SpA 151 CR di Fermo SpA 130 Cassa di Risparmio di Savona SpA 123 CR della Provincia di Teramo SpA 115 CR di Civitavecchia SpA 111 Credito Valtellinese S.c. 101 CR di Carrara SpA 101 CR di Loreto SpA 100 CR della Repubblica di S.Marino SpA 36 Banca CARIPE SpA 8 Banca Monte Parma SpA 8 CR di Rieti SpA 8 CR di Saluzzo SpA 4 Banca del Monte di Lucca SpA 2

Totale quote 300.000

Le azioniste evidenziate in blu sono sufficienti, anzi abbondantemente sopra la sufficienza, a gestire il 51% delle quote, sono quindi le padrone di Banca d’Italia, l’unico ente pubblico (INAIL) è evidenziato in rosso nel buglione di tutte le altre aventi quote minori.

Questo evidenzia che non è il popolo italiano ad avere le azioni di Banca d’Italia nel proprio portafoglio titoli e nemmeno società o apparati pubblici hanno queste azioni, ma la proprietà è di S.P.A, cioè società per Azioni. Tutte queste società essendo S.P.A. sono private quindi a loro volta hanno degli azionisti privati che le controllano, un poco come le scatole cinesi; arriveremo mai a sapere chi è la persona o le persone fisiche proprietarie della BCE e quindi dell’euro? Non ci sperate!

Cominciamo dalla prima: Intesa San Paolo, a chi appartiene?

Alla data del 4 agosto 2015 l’azionariato di Intesa Sanpaolo risulta così composto (titolari di quote superiori al 2%):



AZIONISTAAZIONI ORDINARIE% DI POSSESSO
Compagnia di San Paolo 1.486.372.075 9,374%
BlackRock Inc. (1) 775.978.889 4,894%
Fondazione Cariplo 767.029.267 4,838%
Ente C.R. Firenze 414.655.221 2,615%
Norges Bank (2) 331.386.184 2,090%
People’s Bank of China 317.642.846 2,003%


Osservando la tabella si nota innanzi tutto che circa il 70.8% delle azioni sono sul mercato, proprietà di piccoli, medi o grandi azionisti, ma non fatevi ingannare, il 70% disperso in un mare non è la vera forza di controllo, il controllo è sempre esercitato da chi mette insieme il consiglio di amministrazione e per far questo non servono tanti azioni, ma un numero sufficiente rispetto a quelle disgregate fra tanti piccoli azionisti. Quindi i proprietari di Intesa San paolo sono in quella tabella, cioè altre S.P.A. e fondazioni.

La prima: La Compagnia di San Paolo è una fondazione di diritto privato, occhio, non pubblico ma privato. Saltando tutta la chiosa degli scopi culturali o meno andiamo a vedere a chi appartiene? A nessuno, una fondazione di diritto privato non appartiene a nessuno; ma qualcuno sceglierà il consiglio di amministrazione nel caso in oggetto chiamato Consiglio Generale e il presidente? Chi sceglie gli organi dirigenziali?

Dunque, leggendo lo statuto non possono essere Presidente ne far parte del Consiglio Generale persone che sono in cariche istituzionali varie, dal Parlamento ai Comuni, cioè uomini eletti dal popolo, loro non possono accedere. Per ora sappiamo solo chi non può essere a decidere presso La Compagnia di San Paolo.

Tutti gli organi dal Presidente ai Revisori dei Conti sono eletti dal Consiglio Generale. (da wikipedia) IlConsiglio Generale è formato da 21 membri, 17 membri nominati e 4 membri eletti dagli stessi 17 nominati tramite cooptazione e nomina il presidente. La nomina dei consiglieri spetta a vari enti: 2 al Comune diTorino, 1 alla Regione Piemonte, 1 alla Provincia di Torino, 1 al Comune di Genova, 2 alla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Torino, 1 alla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Genova, 1 alla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Milano, 1 alla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Roma, 1 alla Unione Regionale delle Camere di Commercio del Piemonte, 1 al Consiglio Regionale del Volontariato (legge della Regione Piemonte 29 agosto 1994, n. 38), 1 alla Accademia delle Scienze di Torino, 1 alla Accademia Nazionale dei Lincei, 1 ad un Ente europeo indicato dal Consiglio Generale della fondazione, 1 al Presidente pro-tempore della Commissione della Comunità Europea e 1 alla Commissione Nazionale per la Parità e le Pari Opportunità tra Uomo e Donna presieduta dal Ministro per le Pari Opportunità.

Capite il senso di quando scrivo che non appartiene a “nessuno” è solo un gioco di potere politico e privato che gestisce la fondazione, fondazione che però ha il pacchetto azionario più grosso in Intesa San Paolo, prima azionista della Banca d’Italia.

Possiamo comunque dedurre che la fondazione non appartiene al popolo italiano, questo si può affermare; possiamo affermare che è una fondazione di diritto privato ed anche questo è certo; che il Consiglio Generale è quello che la dirige e incarica gli altri organi ivi compreso il Presidente e che questo Consiglio Generale è eletto da altre entità riconducibili a strutture pubbliche sia italiane che europee dove si consuma il gioco politico/economico del potere nella Compagnia di San Paolo. Una scatola cinese.

Veniamo alla seconda: BlackRock Inc . Si tratta di una società finanziaria di investimento per conto terzi. Capire a chi appartiene non è facile e non certo favorito dalla stessa società che per farti accedere a determinate aree ti pone difronte ad una accettazione di responsabilità, questa:

“CONFERMO DI ESSERE UN INTERMEDIARIO O UN INVESTITORE QUALIFICATO, COME DEFINITO DAL REGOLAMENTO CONSOB IN MATERIA DI EMITTENTI, E DESIDERO CONSULTARE LE INFORMAZIONI, OPINIONI E RICERCHE SUI MERCATI PUBBLICATE NELLA PRESENTE SEZIONE DEL SITO. TALI INFORMAZIONI POTRANNO ESSERE RESE DISPONIBILI ANCHE SOLTANTO IN LINGUA INGLESE.

Le informazioni contenute nella presente sezione del sito non sono destinate al pubblico, ma sono riservate a Intermediari e a Investitori Professionali, che le utilizzeranno unicamente come propria informazione e non le potranno divulgare a terzi.
Se un soggetto diverso da un Intermediario o un Investitore Qualificato ottiene accesso a questa pagina, a seguito di dichiarazione erronea o falsa, dovrà astenersi dall’utilizzo delle informazioni, opinioni e ricerche presenti nelle pagine che seguono, né potrà richiedere a BlackRock ulteriori le predette informazioni, opinioni e ricerche.
E’ responsabilità del soggetto che accede alla presente sezione del Sito verificare la propria qualità di intermediario o di investitore qualificato. BlackRock non potrà essere ritenuta responsabile per accessi alla presente sezione del Sito da parte di soggetti diversi da Intermediari e Investitori Professionali.
La richiesta di accesso alla presente sezione del Sito sarà considerata da BlackRock come una richiesta spontanea e autonoma, che non integra attività pubblicitaria, sollecitazione all’investimento, offerta di acquisto di strumenti e/o servizi finanziari, prestazione del servizio di consulenza in materia di investimenti o formulazione di raccomandazioni.

Prima dell’adesione leggere il Prospetto e il KIID, disponibili sul sito www.blackrock.com/it”

Alla faccia della trasparenza, un povero cristo qualsiasi non deve sapere a chi appartiene la BlackRock ed infatti io mi son guardato bene da approfondire, questi signori usano le leggi da loro stessi volute per non farti sapere, per spaventarti. Andiamo a vedere su yahoo perchè sul sito della BlackRock la gente normale non può guardare!

Ecco qua a chi appartiene la BlackRock:


I titolari Top istituzionali




Titolare

Azioni

% Out

Valore *

Segnalato


Gestione Norges Bank Investment 

11.788.018 

7.16 

4214923692 

31 dic 2014


Wellington Management Company, LLP 

10.404.483 

6.32 

3806376019 

Mar 31, 2015


FMR, LLC 

7.237.592 

4.40 

2647800628 

Mar 31, 2015


Vanguard Group, Inc. (The) 

6.633.023 

4.03 

2426625107 

Mar 31, 2015


State Street Corporation 

5.450.518 

3.31 

1994017483 

Mar 31, 2015


PNC Financial Services Group, Inc. 

34.609.564 

21.02 

11974217333 

30 giugno 2015


BlackRock Institutional Trust Company, NA 

3.204.645 

1.95 

1108743112 

30 giugno 2015


JP Morgan Chase & Company 

3.096.708 

1.88 

1132899642 

Mar 31, 2015


Massachusetts Financial Services Co. 

3.083.959 

1.87 

1128235548 

Mar 31, 2015


Mizuho Financial Group, Inc. 

3.067.485 

1.86 

1061288494 

30 giugno 2015



Da perdersi no…. non ci si arriva in fondo, però si può affermare che il secondo azionista di Intesa San Paolo la BlackRock non è certo una società pubblica, ma di proprietà di altre società private di investimento ed S.P.A; chi non ha subito notato la JP Morgan Chase & Company?

Altre scatole cinesi.

Vi invito a leggervi questi articoli, molto interessanti sulle proprietà ed azioni della Blackrock.


http://sinistrainrete.info/finanza/5018-maria-grazia-bruzzone-fu-davvero-blackrock-a-ispirare-il-qcambio-di-scenaq-del-2011-in-italia.html

http://www.lastampa.it/2015/04/13/blogs/underblog/fu-davvero-blackrock-a-ispirare-il-cambio-di-scena-del-in-italia-ej5SJuX0LL9ZyFoWYPOmbL/pagina.html

http://www.senzasoste.it/nazionale/blackrock-la-societa-di-investimento-che-in-italia-conta-pi-di-mattarella

http://www.libreidee.org/2015/04/fa-crollare-litalia-poi-se-la-compra-ma-chi-e-blackrock/

Proviamoci con la Fondazione Cariplo, a chi appartiene?

Guardando lo statuto all’art. 2 si legge: – Natura e disciplina 1. La Fondazione, persona giuridica privatasenza fine di lucro, dotata di piena capacità e di piena autonomia statutaria e gestionale, è disciplinata, conformemente alle vigenti disposizioni di legge, dalle norme del presente Statuto in armonia con la Carta delle Fondazioni adottata dall’Associazione di Fondazioni e Casse di Risparmio spa.

Stessa cosa della Fondazione San paolo, non appartiene a nessuno, ma è certamente un soggetto giuridico privato e non pubblico, quindi non appartiene di certo al popolo italiano. Appartiene ai soliti giochi di potere finanziario e politico, cioè coloro che hanno la forza di stabilire presidente e consiglio d’amministrazione.

Andiamo oltre. Fondazione C.R. Padova e Rovigo solita storia, solita fondazione, solito discorso. Non siete convinti a voi lo statuto.

Signori con Intesa Sanpaolo SpA ci abbiamo provato e ci perdiamo in soggetti sicuramente privati ma che rimangono sconosciuti nella proprietà, ci vorrebbe un cane da tartufi e non a caso. Vogliamo provarci conUnicredit SpA?

Azionariato, dopo qualche ricerca…:


Maggiori azionisti

Azioni ordinarie

% di possesso (1)


1. Aabar Luxembourg S.A.R.L. 

296.417.767 

5,041% (2)


2. BlackRock Inc. 

273.722.470 

4,655% (2)


3. Fondazione Cassa di Risparmio Verona, Vicenza, Belluno e Ancona 

206.864.640 

3,467%


4. Central Bank of Libya 

174.765.354 

2,929%


5. Fondazione Cassa di Risparmio di Torino 

150467668 

2,522%


6. People’s Bank of China 

119.657.792 

2,005%


La BlackRock Inc è la stessa di Intesa San Paolo, ma tu guarda, poi ci ritroviamo banche Lybiche e Cinesi, ma tu guarda, Lybia (a cui or ora è stata esportata la democrazia da Stati Uniti e Francesi, popoli altamente democratici) e Cina, il grande pericolo asiatico. Le solite fondazioni di nessuno, insomma ancora scatole cinesi, nel vero senso della parola, ma sicuramente nessun soggetto pubblico, solo soggetti privati, e nemmeno privati italiani, ma stranieri, extracomunitari!

Privato, sempre tutto privato, lo possiamo dedurre che banca d’Italia è un soggetto di proprietà privata o no? Qualcuno può ancora sostenere il contrario?

Se volete potete continuare all’infinito; la proprietà di Banca d’Italia è in mano a chi comanda alla fine delle scatole cinesi e queste società non sono dei popoli, ma di investitori privati. Fra l’altro società private anche straniere, non italiane, il che fa pensare e molto, a quanto in realtà è assurdo il nome Banca d’Italia.

I Detentori del potere finanziario, loro posseggono Banca d’Italia e quindi attraverso essa il 12,5297% della BCE, Banca Centrale Europea e quindi la proprietà dell’euro, della moneta che comunemente utilizziamo.

Non vi sbagliate, le altre banche centrali dei paesi europei sono nella stessa situazione anzi anche peggio, per esempio la FED, Deutsche Bundesbank, per legge prevede che i nomi degli azionisti siano segreti e fra l’altro la sede operativa e amministrativa è a Washington DC e la sede legale è in Porto Rico.

In realtà qualche anno fa i nomi degli azionisti sono emersi:

Banca Kuhln Loeb di New York
Banca Rothschild di Berlino
Banca Warburg di Amburgo
Lazard Brothers di Parigi
Banca Rothschild di Londra
Banca Warburg di Amsterdam
Banche Israel Moses Seif in Italia
Chase Manhattam Bank di New York
Goldman Sachs di New York

fonte 2013

Insomma anche qua tutti azionisti privati anche se i dati nel frattempo sembrano cambiati come si legge daRepubblica 2014.

Quindi il primo assioma:


Stabilirne la proprietà giuridica, cioè a chi appartiene. Se il risultato è che appartiene a soggetti o aziende private significa evidentemente che non appartiene alla comunità, popolo, cittadini, insomma a tutti noi 500 milioni di europei.

Possiamo dire che è stato soddisfatto? O qualcuno ha ancora dubbi?

La BCE e L’euro sono di proprietà privata.

A questo punto, di solito, l’interlocutore tira fuori lo Statuto di Banca d’Italia e cita l’art. “1 comma 1: “La Banca d’Italia è istituto di diritto pubblico.” deducendone che fa l’interesse pubblico e non quello privato. Anche Pinocchio ha creduto al gatto e la volpe cedendogli le monete d’oro, ma una persona assennata sa che non esistono i campi dei miracoli. Nel comma 2 infatti c’è scritto: “Nell’esercizio delle proprie funzioni e nella gestione delle proprie finanze, la Banca d’Italia e i componenti dei suoi organi operano con autonomia e indipendenza nel rispetto del principio di trasparenza, e non possono sollecitare o accettare istruzioni da altrisoggetti pubblici e privati.” Come a dire che nessuno, nemmeno lo Stato può intervenire sulle decisioni prese all’interno di Banca d’Italia escludendo di fatto il “diritto pubblico”. Non è chiaro? Se anche lo Stato, cioè noi, non possiamo mettere bocca che istituto di diritto pubblico è? Se poi leggiamo il comma 3 dell’art. 1 c’è da sganasciarsi: “Quale banca centrale della Repubblica italiana, è parte integrante del Sistema europeo di banche centrali (SEBC). Svolge i compiti e le funzioni che in tale qualità le competono, nel rispetto dellostatuto del SEBC. Persegue gli obiettivi assegnati al SEBC ai sensi dell’art. 127.1 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (Trattato).“. In pratica, chi controlla chi? e soprattutto chi decide il proprietario o la proprietà? Ricordo che il trattato sul funzionamento dell’Unione europea è sempre il trattato di Maastricht.
Veniamo al secondo assioma:


Stabilire se l’euro è un bene di diritto pubblico o privato. Se il risultato è che si tratta di un bene di diritto privato significa che il proprietario non risponde agli stati che ne fanno uso, ma gli concede la possibilità di adoperarlo.

Per definizione una moneta (le nostre vecchie lire) è un istituto di diritto pubblico, che significa?

Il termine istituto giuridico indica, nel diritto, il complesso di norme che regolano una medesima fattispecie, se ci aggiungiamo pubblico significa che la fattispecie in oggetto è pubblica, non privata, cioè appartiene ad un organismo (Stato) che è di proprietà di tutti.

La moneta è un istituto di diritto pubblico?

Dipende da chi è emessa, se è emessa da uno Stato, come le nostre vecchie lire (antecedenti 1981), direi di si, ma se è emessa da un ente privato come la BCE non è più un istituto di diritto pubblico, ma privato.

Come è possibile provare che l’euro è una moneta riconducibile ad un istituto di diritto privato? Semplicemente osservandola. Se ricordate le vecchie lire (antecedenti al 1981) riportavano: REPUBBLICA ITALIANA, oppure BANCA D’ITALIA quando ancora la banca d’Italia era un istituto di diritto pubblico legata al Ministero del Tesoro, poi dopo il 1981 e a seguire è divenuta un istituto di diritto pubblico ma di proprietà privata e modificando questa posizione si predisponeva l’avvento dell’euro. Riportavano inoltre ” BIGLIETTO DI STATO A CORSO LEGALE”, a significare che era emesso dallo Stato e lo Stato stesso ne garantiva la legalità.



Osserviamo adesso l’euro entrato in sostituzione di quasi tutte le monete europee nel 2002, dico quasi tutte perchè alcuni paesi come l’Inghilterra sono nell’Europa Unita ma hanno mantenuto la propria moneta, da notare che questi paesi subiscono molto meno i problemi economici che invece affliggono soprattutto i paesi mediterranei.


Prima di tutto non si nota nessuna scritta tipo “pagabili a vista al portatore” dato che la BCE non ha una riserva aurea e quindi non è in grado di convertire a richiesta la moneta in un altro bene durevole e non esiste nemmeno la scritta “la legge punisce gli spacciatori e fabbricanti di moneta falsa” o ancora “Unione Europea”. Ci sono gli acronimi della BCE in varie lingue, la bandierina europea ma nessun riferimento ad un’unione di stati.

Poi piccolo piccolo davanti agli acronimi della BCE c’è un simboletto, questo: ©. Sapete certamente che cosa è, il simbolo del copyright.

Questo simbolo secondo il dizionario ha questo significato: “Diritto d’autore su un’opera letteraria, scientifica, artistica ecc, implicante il divieto di ogni riproduzione e vendita abusiva per un determinato numero di anni stabilito dalla legge. Estens. La menzione di questo diritto rappresentata dal simbolo © seguito dal nome del titolare e dall’indicazione dell’anno di decorrenza di tale diritto.

Come vediamo sull’euro è correttamente indicato, il simbolo seguito dal nome del titolare (la BCE) e l’anno di decorrenza di tale diritto. © BCE ECB EZB EKT EKP 2002.

Il copyright o diritto d’autore è l’istituto di Diritto Privato, cioè ha lo scopo di tutelare i proventi dell’attività intellettuale attraverso il riconoscimento di una serie di diritti all’autore dell’opera. L’autore esercita in forma esclusiva i diritti cioè permette a lui stesso di remunerarsi per un periodo limitato nel tempo attraverso lo sfruttamento commerciale dell’opera. Chi viola il diritto d’autore deve pagare una sanzione. In particolare, il diritto d’autore è una figura propria degli ordinamenti di civil law (tra i quali la Francia e l’Italia), mentre in quelli di common law (come gli Stati Uniti e la Gran Bretagna), esiste un istituto parzialmente diverso del copyright.

Ovvio che una banca privata non può tutelare la riproduzione indiscriminata di una moneta privata come farebbe uno Stato e si deve affidare al diritto privato; appunto il copyright.

Uno Stato non userebbe mai il copyright su una moneta di sua emissione, ne vieterebbe la riproduzione semplicemente per legge. Infatti avete mai visto il simbolo del copyright su un francobollo o una marca da bollo?

Da notare infatti che ogni foglio di carta-finta-moneta euro stampata dal 2002 ad oggi è sempre uguale a quello stampato per la prima volta nel 2002. Tutte riportano la stessa data 2002 che non è l’anno di stampa ma l’anno di deposito del copyright. Nei nuovi fogli dei 5 euro l’anno cambia, 2013 anno di deposito del nuovo copyright. Per il nuovo taglio dei nuovi 10 euro, 2014 anno di deposito del nuovo copyright.

Qualcuno potrebbe obbiettare stupidamente che sono stati tutti stampati nel 2002, che già di per se è un assurdo dato che se fossero tutti stati stampati nel 2002 non si spiegherebbero i bilanci della BCE dove ogni anno c’è scritto quanti euro sono stati emessi e quanti ritirati, ma soprattutto non si spiegherebbe come su tante banconote c’è la firma di Draghi che non era certo in carica nel 2002.

A questo proposito guardatevi questo video del Prof. Giannuli che è dirimente.

Come dice il Prof. Giannuti la moneta vera, come le vecchie lire, è un istituto di diritto pubblico a corso forzoso che non puoi rifiutare di accettare in pagamento; l’euro non è a corso forzoso in quanto moneta privata emessa da una banca privata che come specifica il Prof. Giannuti è sbagliato anche chiamare banca in quanto è un accordo internazionale fra istituti privati.

Quindi il secondo assioma:


Stabilire se l’euro è un bene di diritto pubblico o privato. Se il risultato è che si tratta di un bene di diritto privato significa che il proprietario non risponde agli stati che ne fanno uso, ma gli concede la possibilità di adoperarlo.

Possiamo dire che è stato soddisfatto!

L’euro non è un istituto di diritto pubblico che che ne dicano i trattati, ma è un istituto di diritto privato in quanto protetto da leggi sul diritto privato.
Veniamo al terzo assioma:


Stabilire che l’uso dell’euro, bene privato è concesso da un proprietario privato e ha un costo. Se il risultato è che sussiste un costo nell’uso dell’euro significa che paghiamo dei privati per usare una moneta comunemente accettata dagli stati che sono o dovrebbero essere soggetti pubblici.

Ha importanza se poi questo plus-valore, questo guadagno, è ridistribuito fra i paesi che usano l’euro? Tralasciamo il fatto che questo “guadagno” è distribuito anche a nazioni che l’euro non lo usano ma fanno parte dell’unione europea, come il Regno Unito, ma è nel modo in cui questa moneta viene fatta arrivare agli stati che si presenta il trucco.

Il trucco si divide in più parti:

1° L’euro stampato, o anche digitalizzato, non arriva direttamente dalla BCE agli stati, bensì viene inserito nel circuito bancario, cioè un circuito privato. Le banche a cui viene dato sono ovviamente banche private i cui proprietari, sempre occulti dato le scatole cinesi di cui abbiamo parlato, ne traggano un beneficio. Il beneficio sta nel fatto che queste banche private per far arrivare l’euro agli stati acquistano titoli di stato del paese corrispondente. L’acquisto di titoli di stato produce a loro un reddito dato dagli interessi che questi titoli di stato onorano. Un esempio per capire:

La BCE inserisce nel circuito bancario 1000 euro e chiede alle banche 1% di interesse. Le Banche acquistano titoli di stato che hanno un rendimento del 4%, si ritrovano quindi in cassa un surplus del 3%. I Cittadini pagano il 4% di interesse per usare l’euro.

Appare chiaro che il sistema studiato è costruito appositamente per dare un profitto a dei privati e quindi ci si dovrebbe domandare perchè questi privati sono privilegiati rispetto a tutti gli altri cittadini privati.

2° La BCE stampa o digitalizza una moneta che ha costo vicino allo zero, nel senso che la crea dal nulla, esattamente come farebbe uno Stato Sovrano, però la immette sul mercato al valore nominale della moneta stessa. Quindi gli interessi chiesti sia dalla BCE, sia dal circuito bancario dopo, sono ovviamente sul valore nominale. Lo Stato che quindi emette i titoli di stato che sono acquistati paga interessi profumatissimi su una moneta che non è tale, ma diventa un bene prodotto e venduto. Perchè dei privati hanno il grande vantaggio di produrre e utilizzare un bene che è stato reso unico e irrinunciabile per 500 milioni di europei?

3° Appare ovvio a questo punto che qualsiasi Stato europeo che vende i propri titoli di stato si indebita verso le banche che li acquistano e quindi il costo pagato per un denaro che è creato dal nulla va a gravare sul proprio debito pubblico. Più titoli di stato riesce a vendere più crescono gli interessi che deve pagare.

4° Il circuito bancario non è sottoposto a nessun vincolo di quali titoli di stato acquistare, quindi acquista i titoli di stato che danno un rendimento migliore in quel momento, a quell’asta. Se un paese emette dei titoli di stato a basso interesse perchè è in difficoltà economica, magari per un alto debito pubblico, è probabile che gli invertitori privati del circuito bancario non acquistino i titoli di stato di quel paese, ma di altri che invece danno interessi maggiori. Questo determina che uno Stato già in difficoltà si ritrovi con minor liquidità circolante. Inoltre diventa un parametro fondamentale lo spread, parametro che prima dell’avvento dell’euro nessuno sapeva neanche che esistesse. Se non ricordo male un governo nel 2011 è caduto a causa dello spread, ne sono derivati libri e inchieste, ma tutto sembra come un sogno… un nebuloso fatto che non indigna nessuno, anche alla luce del fatto che a quel colpo di stato su base spread si sono susseguiti tre governi senza nessuna elezione popolare. Scusate la digressione.

Veniamo alla conclusione:

Stabilito tutto questo domandarci perchè gli stati non producono lo stesso denaro lasciando la proprietà al popolo europeo, secondo un diritto pubblico e a costo zero.

Lascio a voi capire che l’intero sistema è un corto circuito tale che nessun Stato europeo ne trae realmente vantaggio, ma solo svantaggi, e i vantaggi sono riservati a privati che non fanno altro scegliere dove investire del denaro che non è loro, ma della BCE che però è controllata da loro.

Vi rendete conto dell’enormità e assurdità di come è stato costruito il sistema?

Se poi fate un passo oltre e unite a questo sistema economico criminale altre imposizioni come il pareggio di bilancio richiesto dall’Europa agli stati membri, vi accorgerete che gli unici sistemi che rimane ad uno Stato per far quadrare i conti sono tre:


Ridurre il più possibile le spese pubbliche


Aumentare le tasse per far fronte alle spese pubbliche


Vendere il patrimonio dello Stato

Tutto questo infatti è quello che è in atto da tutti questi anni. Si riducono le spese pubbliche chiamandole sprechi, ma che in realtà sono soldi che entrano nel circuito economico della nazione, cioè denaro con cui si paga i dipendenti, si costruiscono ospedali, si paga le scuole, si onorano le pensioni, si rifanno le strade ecc. ecc, cioè denaro che finisce nelle tasche dei Cittadini stessi. Oltre che ridurre le spese si aumentano le tasse, dirette o indirette che siano, sempre per far fronte a spese che lo Stato non può tagliare se non a fronte di un’implosione del sistema stesso. Lo Stato vende aziende e beni di proprietà di tutti i Cittadini che fanno parte dello Stato stesso e quindi sottraggono beni reali ai Cittadini in cambio di denaro creato dal nulla.

Per concludere a chi conviene questo sistema economico architettato fin dall’inizio della costruzione dell’Europa Unita? Non sembra che sia un sistema gran che vantaggioso per i Cittadini europei, ne per i loro stati. Perchè allora, ci si dovrebbe domandare, i politici di tutti questi stati hanno firmato dei trattati dove il sistema è evidentemente cosi vantaggioso solo per dei privati che progressivamente acquistano la proprietà di beni reali a fronte di moneta da loro stessi prodotta e controllata?

Perchè i media e gli economisti si genuflettano in massa a questo sistema e non ne denunciano la mendacità in essere?

Insomma se le persone, i Cittadini, non comprendono questa assurdità economica che è stata inventata scientemente e che ha come unico sopo la schiavizzazione dei popoli sottraendoli progressivamente i loro beni sono destinati all’oblio e nessun Cittadino può contare ne sulle istituzioni ne sull’informazione per cercare di capire.