giovedì 20 dicembre 2018

BUONANOTTE BIMBI

Angelo custodisci la nostra notte, la tua calda coperta d'amore avvolge la terra!!!

ANGELI CUSTODI DELL'ANIMA



ANGELI AMICI VERISSIMI

ANGELI PORTATORI DI FELICITA' E PROSPERITA'

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ANGELI MAESTOSI

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ANGELO CUSTODE DEI BIMBI

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ANGELO CUSTODE CON SPADA

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S. RAFFAELE ARCANGELO E TOBIA

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GLI ANGELI DELLA NATIVITA'

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ARCANGELO S. MICHELE



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DOLCISSIMA ANGELICA NOTTE A TUTTI


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Natale sull’abisso: useranno la recessione per annientarci

Inverno 2018: è incominciata una flessione globale dell’economia in un quadro pericolosissimo, e non solo per i 2,2 milioni di miliardi di titoli potenzialmente tossici in giro per il mondo, 33 volte il prodotto mondiale (“Il Sole 24 Ore” del 6 dicembre), ma soprattutto per l’attuale struttura sociopolitica del genere umano nel suo complesso. Da un lato, la popolazione generale avrebbe l’interesse a rilanciare l’economia e uscire dalla recessione, ma non sa come, e nel mondo globalizzato e finanziarizzato il suo peso sociale è divenuto pressoché nullo, come pure la sua forza di contrattazione col potere; essa non ha più alcuna capacità politica di farsi valere, e del resto le istituzioni politiche sono sottomesse ai potentati finanziari apatridi. I leader ‘populisti’ vengono sistematicamente stoppati o piegati. Per giunta, il popolo non ha le basi per capire le dinamiche economico-monetarie e fondamentalmente beve lo story-telling ufficiale; anche le contestazioni dei movimenti sé-credenti antisistema restano all’interno del sistema, che non capiscono, prendendosela soltanto con aspetti marginali di esso.
Dall’altro lato, abbiamo una global class che detiene il potere politico reale e possiede gli strumenti per rilanciare facilmente la crescita economica ma non ha alcun interesse a farlo, anzi essa ha l’interesse opposto, essendosi oramai accaparrata le Marco Della Lunaricchezze e le fonti di reddito primarie del pianeta e avendo oramai indebitato verso di sé in modo indissolubile gli Stati stessi – gli emissari di questi interessi sono i vari Macron, Juncker, Merkel, Moscovici, Draghi. Oggi la global class si concentra piuttosto sul rafforzamento del suo controllo della società e sui relativi strumenti tecnologici, mediatici e legislativi. Per queste ragioni, l’incipiente recessione ha un potenziale distruttivo abissale, senza precedenti per la società e, prima che essa sia finita, potremmo ritrovarci a vivere in condizioni molto diverse dalle attuali, e non solo economicamente: questa recessione potrebbe essere portata avanti e usata, in congiunzione con la montante crisi del cambiamento climatico, per risolvere il problema ecologico e demografico.
Questa volta la recessione è cominciata in modo graduale, ma diverrebbe un crollo ingovernabile e dagli effetti imprevedibili qualora esplodesse, per cominciare, la bomba dei circa 6.700 (si stima) miliardi di “junk bonds” e crediti irrecuperabili nei bilanci delle banche dell’Eurozona, soprattutto di quelle francesi e tedesche, e principalmente nella Deutsche Bank. Fino ad ora le crisi sono state governate e ammortizzate, e le rotture di sistema sono sempre state evitate, mediante gigantesche creazioni e iniezioni di denaro (palesi o sottobanco) da parte delle banche centrali. Potenza della sovranità monetaria, elasticità del capitalismo finanziario. Ma non si può dar per certo che lo facciano anche questa volta. Buon Natale.
(Marco Della Luna, “Natale sull’abisso”, dal blog di Della Luna dell’8 dicembre 2018).

Enrico Caldari spiegava al mondo la truffa monetaria: trovato morto

UN'ALTRA VITTIMA DEI ROTHSCHILD?


Enrico Caldari era scomparso a metà novembre ed è stato ritrovato morto, la scorsa settimana, a San Marino, sotto una rupe.


Come leggiamo su Il Resto del Carlino, Enrico aveva 42 anni, non era sposato, e partiva spesso per lunghi viaggi, sia in Italia sia all’estero.


Talmente spesso che i suoi famigliari, inizialmente, non si erano neanche preoccupati per la sua mancanza e hanno dato l’allarme solo dopo qualche settimana, quando la durata dell’assenza è iniziata a essere anomala.

Il cadavere è stato ritrovato ai piedi del Passo delle Streghe, in avanzato stato di decomposizione. Sono partite delle indagini sulla causa della morte e, al momento, non escludono il suicidio.
Chi era Enrico Caldari?

Enrico non era una persona qualsiasi. Sul sito ricchezzaquantica.com c’era una pagina con la sua biografia che al momento risulta cancellata. Però è ancora visibile la cache della pagina, risalente al 5 dicembre 2018.

Enrico, che parlava quattro lingue, si era laureato con lode in Scienze Statistiche, aveva un dottorato in Sociologia e Ricerca Sociale ed è stato ricercatore universitario e giornalista, per poi diventare imprenditore e formatore.

È autore del libro Liberi dal Sistema, bestseller nel 2015, e co-fondatore del Q Institute, insieme a Marco Fincati. A giudicare dalle persone presenti alle conferenze, sembra che il Q Institute avesse un buon successo:



Considerando il successo di Caldari, anche come motivatore, bisogna ammettere che l’ipotesi del suicidio stride un po’… Ma ovviamente non si può sapere cos’avesse nel profondo.



Invece sappiamo con precisione quali fossero le sue idee in campo monetario. Ed erano idee rivoluzionarie, sulla scie delle scoperte del professor Giacinto Auriti.


Nel video che segue, girato al simposio del Movimento Zeitgeist, Enrico viene intervistato proprio sull’argomento monetario:


Ma non solo in Italia. Enrico si permetteva di spiegare la truffa della moneta debito e le soluzioni per uscire dal sistema anche all’estero.

In quest’altro filmato Enrico era a Londra, alla Positive Money Conference, e viene intervistato dal canale Vision on Tv.



Insomma, Enrico era un competente attivista che combatteva il sistema in giro per il mondo ed è stato trovato morto a 42 anni nel Passo delle Streghe.



Gli Stati Uniti ci “bombarderanno” con 12.000 satelliti per telefonia



La decisione è stata presa, per il mondo intero, dalla Commissione Federale per le Comunicazioni degli Stati Uniti (FCC) venerdì scorso, senza chiedere il permesso a nessuno. Lo spazio non è di loro proprietà, ma non importa.

Lo dichiara esplicitamente il presidente delle FCC, Ajit Pai, repubblicano ma nominato alla importante carica da Barack Obama e confermato da Donald Trump nel maggio del 2017, dicendo: “il nostro approccio riflette la missione della Commissione: incoraggiare il settore americano a investire e innovare e permettere alle forze del mercato di distribuire valore ai consumatori americani”.

A noi, come ai russi, ai cinesi, e agli africani resta la distribuzione dell’inquinamento da campi elettromagnetici. “La recente autorizzazione — scrive in una nota il fisico Livio Giuliani — che aggiunge ai 4425 satelliti già autorizzati nel marzo scorso, altri 7518 satelliti per telefonia in molto bassa orbita terrestre, è motivata dalla ‘Space X’ con l’obiettivo di incrementare la capacità e di ridurre la latenza della telecomunicazione nelle aree del mondo ad alta densità di popolazione“.

Dunque, di fronte al redditizio (per gli americani) obiettivo, “si ignorano tutti gli interrogativi assai gravi circa l’impatto ambientale ed ecologico dell’operazione”. Ma chi è la “Space X”, cui la FCC obbedisce così prontamente? E’ la società di Elon Musk, il miliardario statunitense proprietario della “Tesla”, che produce macchine elettriche sportive e per super ricchi.

Che, dunque viene autorizzata a violare non solo la salute degli abitanti della Terra, ma anche la sovranità nazionale di tutti i paesi del mondo, perché in quel modo la rete satellitare americana coprirà, anche mediante il roaming, tutto lo spazio. I satelliti verranno portati in orbita per la metà entro i prossimi sei anni e per l’altra metà nei successivi tre anni. Opereranno con frequenze tra 37,5 GHz per le trasmissione dallo spazio alla Terra e con frequenze tra 47,2 e 51,4 GHz per quelle Terra-spazio. E nel 2027, tutto il mondo dovrebbe “parlare americano”, almeno al telefono cellulare.


Comunque la FCC ha autorizzato anche la “Kepler Communications” a lanciare altri 140 satelliti, la “Telesat Canada” per altri 117 e la “LeoSa”t per 78: tutte imprese che operano sul mercato nord-americano. In sintesi — scrive ancora Livio Giuliani — assisteremo a un balzo enorme passando dagli attuali circa 1900 satelliti ai 14.200 satelliti al 2027.

L’autorità statunitense si muove dunque, tra l’altro, senza tenere in alcun conto il principio di precauzione. Si calcola infatti che, a prescindere dai satelliti di telecomunicazioni, è già previsto un enorme incremento del numero di satelliti per le più varie funzioni di controllo, incluse quelle militari, da qui al 2050. Aumenterà cioè a dismisura il rischio provocato dai detriti dei satelliti non più operativi che metteranno a repentaglio i veicoli spaziali in funzione. Un affollamento sempre più pericoloso, cosa per altro ben riconosciuta dalla stessa FCC che, in un documento dello scorso 25 ottobre, ha ammesso che detriti anche di poco più grandi di un centimetro di diametro, possono “provocare danni catastrofici a un veicolo spaziale”.

Resta da capire come sia possibile che nessuno affronti il problema, della totale disinvoltura con cui gli USA decidono per tutti senza consultare nessuno. Ben al di là della stessa politica illegale, che applicano infliggendo sanzioni a tutti coloro che rifiutano di farsi trattare come vassalli.

Articolo di Giulietto Chiesa

L’opinione dell’autore può non coincidere con la posizione della redazione.

Fonte: 


Orrore in campo medico scientifico: conviene economicamente di più produrre farmaci che non curano piuttosto che guarire la gente



La notizia agghiacciante proviene dal Premio Nobel per la Medicina Richard J. Roberts: “le case farmaceutiche orientano le proprie ricerche verso medicinali che invece di curare la malattia, determinano stadi cronici avanzati nel tempo“. Dunque, al posto di garantirci cure appropriate, i nostri ministeri della salute, ben sapendo quale sia il gioco infame che si cela dietro alla finta ricerca, fingono di ignorare il problema.

È una affermazione pesantissima, che grida vendetta! Ogni essere vivente è visto, da questi infami mercanti di medicinali inutili, come una fonte di guadagno e non come un/una paziente bisognoso/a di cure efficaci. Dall’isola di Cuba, feudo di Castro, giungono, nel frattempo, rincuoranti annunci scientifici, annunci capziosamente tenuti nascosti al giro dell’informazione pubblica. Lì, dove parrebbe che la ricerca scientifica faccia veramente sul serio, sono stati messi a punto alcuni ritrovati contro il cancro, la febbre dengue, l’epatite, aids, epatite B… Sin dal 1985 la battaglia di Fidel, volta alla ricerca di cure mediche in grado di guarire e non di protrarre il male, ha dato ottimi risultati, persino sul cancro al polmone, uno dei più aggressivi in assoluto.

Dal veleno dello scorpione azzurro, si sono ottenuti veri e propri ritrovati capaci di imprimere mutamenti rigeneratori nel fisico di chi è stato/a colpito dal male. E non è tutto: anche per il diabete (malattia che causa una serie sterminata di complicazioni, financo amputazioni e modificazioni dello stile di vita aberranti), Cuba produce un miracoloso Heperprot P. che azzera ogni effetto della malattia.

In Spagna ed in Canada, questi ritrovati sono ampiamente consumati con benefici riscontrabili. Ma come mai proprio a Cuba e non altrove si riescono a produrre queste panacee? La risposta è presto data. Come leggiamo in un articolo della prestigiosa rivista Science, i ricercatori dell’Università di Stanford (California) Paul Drain e Michele Barry, affermano che Cuba ottiene migliori indici nella salute rispetto agli Stati Uniti, con un costo venti volte inferiore. La ragione: l’assenza – nel modello cubano – di pressioni e stimoli commerciali da parte delle aziende farmaceutiche, e una riuscita strategia di educazione della popolazione nella prevenzione.

Proprio così: è la mancanza di pressioni lobbistiche a determinare i successi che qui, nella nostra porzione di Mondo Occidentale, non ci sogniamo nemmeno. Le lobby sono sempre le uniche responsabili: così affermano notissimi Premi Nobel e grandi centri di ricerca internazionali. Riprova ne è che “Numerosi analisti vedono dietro il colpo di Stato in Honduras, nel 2009, la grande industria farmaceutica internazionale, dato che il governo del deposto Manuel Zelaya, nel quadro degli accordi ALBA, pretendeva sostituire l’importazione di medicamenti delle multinazionali con farmaci generici cubani”.

Qualora ciò non fosse bastante, allora non resta che rifarsi alle parole di un altro Premio Nobel (per la chimica stavolta), Peter Agre, il quale ha affermato che “Cuba è un magnifico esempio di come si possa integrare la conoscenza e la ricerca scientifica”. (ibid). Anche la direttrice dell’UNESCO, Irina Bokova, ha espresso grande ammirazione per i successi scientifici cubani, tuttavia, qui in Italia ed altrove, non se n’è avuta notizia, nemmeno col binocolo!

Rivisto da  Conoscenzealconfine.it

Fonte: http://www.signoraggio.it/orrore-in-campo-medico-scientifico-conviene-economicamente-di-piu-produrre-farmaci-che-non-curano-piuttosto-che-guarire-la-gente/

Lo studio che incolpa l’erbicida Roundup per l’intolleranza al glutine e l’epidemia di celiachia




“La celiachia e, più in generale, l’intolleranza al glutine, è un problema crescente in tutto il mondo, ma soprattutto nel Nord America e in Europa, dove attualmente ne soffre il 5% della popolazione”, hanno scritto i ricercatori in una meta-analisi di circa 300 studi.

“Qui, noi proponiamo che il glifosato, il principio attivo nell’erbicida, Roundup, sia il fattore causale più importante in questa epidemia”, aggiungono.

Lo studio, pubblicato sulla rivista Interdisciplinary Toxicology nel 2013, è stato completamente ignorato dai media ad eccezione di Mother Earth News e The Healthy Home Economist.

Ora che il glifosato sta ottenendo l’attenzione che merita, essendo stato nominato colpevole di una causa di cancro da 280 milioni di dollari ed etichettato come cancerogeno dall’Organizzazione mondiale della sanità e dallo stato della California, potrebbe essere il momento di considerare il ruolo della sostanza chimica in un malattia:

I sintomi della cosiddetta “intolleranza al glutine” e della celiachia sono sorprendentemente simili ai sintomi negli animali da laboratorio esposti al glifosato, sostengono gli autori dello studio Anthony Samsel , uno scienziato indipendente che è stato consulente dell’EPA sull’inquinamento da arsenico e la guardia costiera statunitense sulla risposta ai pericoli chimici, e Stephanie Seneff , una ricercatrice senior del MIT.

I due ricercatori Indicano un recente studio sul modo in cui il glifosato agisce sui sistemi digestivi dei pesci. Riducendo enzimi digestivi e batteri, disgrega le pieghe della mucosa, distrugge la struttura dei microvilli nella parete intestinale e aumenta la secrezione di mucina.

“Queste caratteristiche ricordano molto la celiachia”, scrivono Samsel e Seneff.

Inoltre, il numero di persone con diagnosi di intolleranza al glutine e celiachia è aumentato in tandem con l’aumento dell’uso del glifosato in agricoltura, specialmente con la recente pratica di inzuppare i cereali nell’erbicida subito prima del raccolto , iniziato negli anni ’80 e diventato di routine in gli anni ’90:



Mentre alcuni suggeriscono che il recente aumento della celiachia sia dovuto semplicemente a migliori strumenti diagnostici (che come potete vedere sopra è accaduto intorno al 2000), uno studio recente suggerisce che ci sia più di questo.

Nel 2009, i ricercatori hanno cercato anticorpi per il glutine nel siero immuno congelato ottenuti tra il 1948 e il 1954 per gli anticorpi contro il glutine e li hanno confrontati con campioni presi dalle persone di oggi. Hanno trovato un aumento di 4 volte dell’incidenza della malattia celiaca nelle giovani generazioni.

Come ulteriori prove i ricercatori fanno i seguenti punti:

“La celiachia è associata a squilibri nei batteri intestinali che possono essere pienamente spiegati dagli effetti noti del glifosato sui batteri intestinali”.

“La celiachia è associata alla compromissione degli enzimi del citocromo P450. Il glifosato è noto per inibire gli enzimi del citocromo P450. “

“Carenze di ferro, cobalto, molibdeno, rame e altri metalli rari associati alla malattia celiaca possono essere attribuiti alla forte capacità del glifosato di chelare questi elementi”.

“Le carenze di triptofano, tirosina, metionina e selenometionina associate alla malattia celiaca corrispondono al noto esaurimento di questi aminoacidi da parte del glifosato.”

“Anche i pazienti con malattia celiaca presentano un rischio aumentato noto per il linfoma non-Hodgkin, che è stato anche implicato nell’esposizione al glifosato.”

“L’incidenza del linfoma non Hodgkins è aumentata rapidamente nella maggior parte dei paesi occidentali negli ultimi decenni. Le statistiche dell’American Cancer Society mostrano un aumento dell’80% dall’inizio degli anni ’70, quando il glifosato è stato introdotto per la prima volta sul mercato. “

“Problemi riproduttivi associati alla malattia celiaca, come infertilità, aborti e difetti alla nascita, possono essere spiegati anche con il glifosato.”

I residui di glifosato in cereali, zucchero e altre colture sono in aumento di recente probabilmente a causa della crescente pratica di essiccazione delle colture appena prima del raccolto, dicono i ricercatori. La pratica segreta e illegale è diventata di routine tra gli agricoltori convenzionali dagli anni ’90.

Ironia della sorte, la pratica aumenta i rendimenti uccidendo le colture. Poco prima che le piante muoiano, rilasciano i loro semi per propagare la specie:

“Rilascia il seme come muore. Al suo ultimo sussulto, rilascia il seme”, ha detto Seneff a The Healthy Home Economist .

Morale della storia? Dobbiamo andare senza glifosato, non senza glutine. E questo significa diventare organici, specialmente quando si tratta di cereali e animali che mangiano quei cereali.

Un nuovo Studio descrive il legame tra alti livelli di pesticidi nelle donne incinte e il rischio di autismo nei loro bambini




La scienza ha fornito ulteriori indizi sul motivo per cui i tassi di autismo nei bambini continuano a salire alle stelle in tutto il mondo occidentale.

Un nuovo studio innovativo, recentemente pubblicato sull’American Journal of Psychiatry, ha rilevato che l’esposizione ai pesticidi nelle donne in gravidanza è direttamente correlata all’aumentato del rischio di autismo nei bambini, sottolineando che l’agricoltura industriale è una delle principali cause di danno cerebrale nei bambini esposti.

Un team di ricercatori della Mailman School of Public Health della Columbia University di New York si è unito ai ricercatori dell’Università di Turku e dell’Istituto nazionale per la salute e il benessere, entrambi in Finlandia, per esaminare più da vicino se i pesticidi e in particolare il DDT (diclorodifeniltricloroetano), svolgono un qualsiasi ruolo nel causare l’autismo.


Utilizzando i dati raccolti dallo studio prenatale finlandese sull’autismo, questo studio di coorte investigativo ha analizzato campioni di siero di oltre 750 bambini con autismo. Hanno cercato specificamente DDE (p, p’-diclorodifenil dicloroetilene), una decomposizione sottoprodotto del DDT, e questi campioni di siero li hanno confrontati con altri campioni di bambini non autistici.

Quello che hanno scoperto è che il rischio di sviluppare autismo è circa del 33% più alto quando le madri hanno livelli elevati di DDE nel sangue. Quel rischio salta a circa al doppio quando i livelli di DDE rilevati risultano piu alti, suggerendo una relazione di corollario tra aumento dell’esposizione ai pesticidi e aumento del rischio di autismo.

Questi risultati rivoluzionari, il team di ricerca scrive, “forniscono la prima prova basata sui biomarcatori che associa l’esposizione materna agli insetticidi all’autismo tra la prole.”

“Pensiamo ormai a queste sostanze chimiche come al passato, relegate in un’era ormai lontana di pericolose tossine del 20° secolo”, ha dichiarato il dottor Alan. S. Brown, autore principale dello studio. “Sfortunatamente, sono ancora presenti nell’ambiente e sono nel nostro sangue e nei tessuti”.

via Il Blog di Iside

Un informatore racconta la vera ragione della chiusura dell’Osservatorio solare da parte dell’FBI

In quella che può essere considerata una delle fughe di informazioni più bizzarre del 2018, un presunto informatore DARPA noto solo come “Sam” è apparso sul programma radiofonico di Ground Zero di Clyde Lewis, mercoledì, dove ha affermato che i “cattivi attori cinesi”sono probabilmente i responsabili per l’hackeraggio del National Solar Observatory (NSO) a Sunspot, nel New Mexico, e potrebbe aver usato o voleva utilizzare, la struttura come un’arma solare, che è ciò che ha spinto l’FBI a prendere in consegna la struttura lo scorso giovedì insieme ad un vicino ufficio postale ed a diversi case, segnala Intellihub .
La ragione per cui vogliono hackerarlo è perché l’NSO in Sunspot fa parte di una intranet che include anche HAARP, HAMMER e SMACC “, ha spiegato. “Attraverso questa rete abbiamo avuto molto successo nella manipolazione della superficie solare al punto che possiamo effettivamente innescare eiezioni di massa coronali di dimensioni controllate, durata, densità e intensità.”
L’informatore disse a Lewis “stanno usando onde scalari per innescarli “che sono” trasmessi attraverso HAARP “a livelli di potenza” inauditi “.
“Comprendi che HAARP è in grado di trasmettere intensità di segnale superiori a 50 gigawatt”, ha affermato. “Richiedono così tanta energia che deve essere di così alta qualità che può essere fornita solo da SMACC.”
“SMACC ha i suoi reattori nucleari e tu devi controllare la qualità dell’elettricità, la frequenza esatta con valori micro estremamente precisi mentre fornisce una tensione inaudita.”
“Con l’hacking nei computer dell’NSO ora hanno accesso a una rete intranet – la intranet collega NSO, HAARP, HAMMER e SMACC perché si nutrono e si usano reciprocamente “, ha spiegato.
“Devi avere una rete perché ci sono così tante migliaia di gigabyte di informazioni in flusso costante per fare questo lavoro … è delicato.”
La loro missione è il controllo principale della superficie solare e la configurazione meteorologica della terra – hanno bisogno di controllare il tempo – Hanno bisogno di controllare il sole – e ci sono molto vicini. ”
HAARP sta per Programma di ricerca aurorale attiva ad alta frequenza.
HAMMER è l’acronimo di High Altitude Manipulation Meteipulation Energy Reseach.
SMACC è l’acronimo di Scalar Magnetic Amplification Cognizant Configuration.7

’’Integrity Initiative’ – Un’operazione di intelligence militare mascherata da istituzione di beneficenza per creare la “minaccia russa”



Integrity Initiative, finanziata dal governo britannico, ha il compito di diffondere propaganda anti-russa e di influenzare, in questo modo, il pubblico, i militari e i governi di un certo numero di paesi. Quella che segue è un’analisi contestuale del terzo lotto dei documenti interni dell’Iniziativa che sono stati resi pubblici ieri da una persona rimasta anonima.


Christopher Nigel Donnelly (CND) è il co-direttore dell’Institute for Statecraft e il fondatore della sua emanazione, Integrity Initiative. L’Iniziativa sostiene di “Difendere la democrazia contro la disinformazione“.

L’Integrity Initiative lo fa diffondendo disinformazione sulla presunta influenza russa tramite gruppi scelti di giornalisti in tutta Europa e negli Stati Uniti.
Sia l’Istituto che l’Iniziativa affermano di essere organizzazioni non governative indipendenti. Entrambe sono finanziate dal governo britannico, dalla NATO e da altri enti statali.
Tra i documenti prelevati dai server dell’Istituto da una persona rimasta anonima, troviamo diversi articoli su Donnelly e anche alcuni appunti di suo pugno. Quella che [questi appunti] mettono in luce è una mentalità russofoba, caratterizzata da una totale mancanza di pensiero strategico-realistico.
C’è anche un file (pdf) con una copia del suo passaporto:


Dal suo curriculum vitae (pdf) apprendiamo che Donnelly aveva prestato servizio per molto tempo nel British Army Intelligence Corps, dove aveva fondato e guidato il Centro di Ricerca Studi Sovietici presso la Royal Military Academy Sandhurst. Successivamente, era stato coinvolto nella creazione del Foreign Military Studies Office (FMSO) dell’esercito americano a Fort Leavenworth. Aveva lavorato presso il Ministero della Difesa Britannico e poi come consulente di diversi Segretari Generali della NATO. È direttore dal 2010 dell’Institute for Statecraft. Donnelly  è anche consulente del Ministero degli Esteri della Lituania. È “Mentore Anziano per Sicurezza e Giustizia” dell‘Unità di Stabilizzazione del Regno Unito, che ha il compito di destabilizzare diversi paesi. E’ Colonnello Onorario del Gruppo Speciale dell’Intelligence Militare (SGMI).
Durante il suo periodo di analista di intelligence militare, negli anni’80, Donnelly aveva scritto diversi libri ed articoli sull’Unione Sovietica e sul suo esercito.
Donnelly sembra essere ossessionato dalla ‘minaccia russa’ ed è determinato a combatterla con tutti i mezzi. La sua paranoia è evidente in un rapporto “privato e confidenziale” dello Statecraft Institute dal titolo: The Challenge of Brexit to the UK: Case study – The Foreign and Commonwealth Offices (pdf):
Il nostro problema è che, negli ultimi 70 anni, circa, nel Regno Unito e in Europa abbiamo vissuto in un sistema sicuro e regolamentato che ci ha permesso di goderci una vacanza dalla storia.

Sfortunatamente, questo stato di cose viene ora messo in discussione. Un nuovo paradigma di conflitto sta sostituendo il paradigma del 19° e 20° secolo.
In questo nuovo paradigma, la netta distinzione che la maggior parte delle persone era stata in grado di fare tra guerra e pace, la loro aspettativa di stabilità e un certo grado di prevedibilità nella vita, sono state sostituite da una volatilità imprevedibile e da un permanente stato di instabilità, in cui guerra e pace diventano sempre più difficili da districare. Il concetto “classico” di un conflitto tra due giocatori o tra gruppi di giocatori distinti sta cedendo il passo ad un mondo di competizione darwiniana, dove tutti i partecipanti (stati-nazione, attori sub-statali, grandi multinazionali, gruppi etnici o religiosi, e così via) sono costantemente in lotta l’uno con l’altro in una “guerra di tutti contro tutti”. Il sistema basato sulle regole occidentali, che la maggior parte degli Occidentali dà per scontato e che ha finito per credere “normale”, è sotto attacco da parte di paesi e di organizzazioni che desiderano sostituire il nostro sistema con il loro. Quella che dobbiamo affrontare non è una crisi, è una sfida strategica, [che proviene] da più direzioni contemporaneamente.
In realtà, il “sistema basato sulle regole occidentali“, attuato integralmente dopo la scomparsa dell’Unione Sovietica, è un concetto in base al quale “l’Occidente” stabilisce arbitrariamente le regole e minaccia di far fuori chiunque non le segua. Ne sono una testimonianza le guerre contro la Serbia, la guerra all’Iraq, la distruzione della Libia, il colpo di stato pilotato dall’Occidente in Ucraina e l’aggressione dei mercenari jihadisti contro il popolo della Siria e dell’Iraq. Nessuna di queste azioni era legale secondo il diritto internazionale. Chiedere il ritorno ad una stretta osservanza del diritto internazionale, come fanno ora Russia, Cina ed altri paesi, non è un tentativo di sostituire “il nostro sistema con il loro“. È un ritorno alle normali funzioni della diplomazia mondiale. Non è di certo una “competizione darwiniana“.
Nell’ottobre del 2016, Donnelly aveva avuto una discussione privata con il Generale Sir Richard Barrons (pdf), contrassegnata come personale e confidenziale. Barrons è un ex comandante del British Joint Forces Command. La prima riga [del documento] è assolutamente priva di senso: “Il modello di difesa del Regno Unito sta fallendo, il Regno Unito corre un rischio reale”.
Ci sono alcune chicche interessanti, indici, ancora una volta, di una mentalità paranoica. Il discorso è anche abbastanza fedele, in modo realistico, alla postura militare britannica che Barrons ed altri avevano creato:
C’è stata una smobilitazione progressiva e sistematica della capacità militare della NATO ed un abbassamento delle difese di tutti i suoi membri.

Stiamo assistendo a modi di guerra nuovi/reinventati, ibridi, oltre al ritorno in auge della forza bruta nelle attività belliche.
Le portaerei possono essere utili in numerose occasioni, ma non per una guerra contro la Cina o la Russia, perciò dovremmo riequipaggiarle di conseguenza. …
L’Occidente non ha più un vantaggio militare sulla Russia. …
Il nostro programma nucleare prosciuga risorse dalle forze convenzionali e le svuota. … 
La brigata britannica in Germania non è un buon deterrente contro la Russia. … 
Il nostro battaglione in Estonia è un ostaggio, non un deterrente. …
Il generale lamenta la mancanza di influenza che l’esercito ha sul governo britannico e sulla popolazione. Chiede inoltre più ricerca finanziata dal governo che possa poi essere ritrasmessa al governo:
Perciò, se non arriva nessuna catastrofe a dare la sveglia alle persone e a chiedere una risposta, dobbiamo allora trovare un modo per far sì che il nucleo del governo si renda conto del problema e lo sottragga allo spazio politico. Dovremo imporre cambiamenti che vadano oltre gli interessi acquisiti. NB Lo abbiamo già fatto negli anni ’30.
La mia conclusione è che dobbiamo essere noi a dare il via al dibattito o aspettare che capiti qualcosa di terribile che ci costringa all’azione. Dobbiamo generare un dibattito indipendente al di fuori del governo.

Dobbiamo chiederci: quando e come inizieremo a rimettere tutto a posto? Abbiamo le capacità/capacità nazionali per farlo? In tal caso, come possiamo migliorare l’utilizzo delle risorse per fare ciò? Abbiamo bisogno di questo dibattito ORA. Non c’è un momento da perdere.
Si trattava di un ordine, proveniente dal cuore stesso del potere britannico, impartito a Donnelly per impegnarlo ancora più a fondo nel business della manipolazione dell’opinione pubblica britannica. Esaltare Russia come una minaccia, in modo che ancora più soldi potessero essere sottratti agli “interessi acquisiti” della gente e gettati nella macchina militare.
Quel particolare consiglio del generale Barrons era stato accettato. Nel 2017, l’Integrity Initiative aveva chiesto finanziamenti al Ministero della Difesa (pdf) per vari progetti volti ad influenzare la popolazione, il parlamento, l’esercito e il governo, nonché le forze di paesi stranieri. La richiesta riporta alcuni “indicatori di performance” che avrebbero dovuto misurare il successo delle sue attività. L’indicatore principale di successo per l’attività proposta dall’Iniziativa al Ministero della Difesa era una “posizione più ferma nella politica di governo nei confronti della Russia“.


Chiedere un finanziamento governativo per influenzare il governo in modo che assuma una “posizione più dura nei confronti della Russia” sembra una argomentazione leggermente circolare. Ma è coerente con l’operato di altri gruppi di studio ed organizzazioni politiche anglo-americane, in cui un settore del governo, di solito quello dei falchi guerrafondai, utilizza segretamente le ONG e i think tank per fare pressioni su altri settori del governo, per indurli a sostenere il proprio progetto e lo stanziamento relativo.
Ed ecco come era stato fatto. Gli “esperti” del “benefico” Institute for Statecraft and Integrity Initiative avevano testimoniato davanti al Parlamento Britannico. Mentre venivano a tutti gli effetti pagati dal governo, avevano esercitato pressioni sul parlamento sotto la copertura della loro ONG. Questa circolarità aveva consentito anche l’uso di intermediari internazionali. I membri del gruppo spagnolo (pdf) dell’Iniziativa avevano riferito al Parlamento Britannico sul referendum catalano e sulle relative accuse contro l’editore di Wikileaks, Julian Assange. (È probabile che questa testimonianza abbia portato al cambiamento della posizione del governo ecuadoriano nei confronti di Assange).
Sfortunatamente, o fortunatamente, queste operazioni di lobbismo sono per lo più gestite da persone incompetenti, proprio nel campo specifico in cui stanno facendo pressioni. Chris Donnelly, nonostante una lunga esperienza nell’intelligence militare, ha ovviamente zero competenze come stratega militare o come pianificatore.
Nel marzo 2014, subito dopo la separazione della Crimea dall’Ucraina, Donnelly aveva suggerito alcune misure militari (pdf) che l’Ucraina avrebbe dovuto adottare per quanto riguardava la Crimea:
Se io fossi al comando, il prima possibile:
1. Istituirei un cordone sanitario sull’istmo di Crimea e sulla costa nord della Crimea con truppe e mine.
2. Minerei il porto di Sebastopoli e la relativa baia. Si può farlo facilmente utilizzando un traghetto, in mancanza di un posamine. Non occorrono molte mine per avere un’azione efficace. Le mine potrebbero facilmente anche essere acquistate.
3. Farei alzare in volo la loro forza aerea e attiverei tutte le loro difese aeree. Se non riescissero a far volare i Mig sugli aereoporti della Crimea, questi dovrebbero essere distrutti, per far capire che fanno sul serio.  Attivare le contromisure elettroniche preoccuperebbe i Russi, dal momento che gli Ucraini dispongono della stessa elettronica. Se i Russi creassero interferenze, danneggerebbero anche i loro stessi sistemi.
4. L’Ucraina disponeva di armamenti importanti, come un grosso dispositivo anti-satellite a microonde. Se lo hanno ancora dovrebbero usarlo.
5. Il governo ha bisogno di una campagna di comunicazione strategica che affermi che tutto viene da Mosca. Devono articolare una visione a lungo termine che ispiri le persone, per quanto difficile questo possa essere. Senza di essa, per cosa combatterebbe la gente?
6. Dovrebbero chiedere, adesso, all’Occidente di iniziare a rifornirli di petrolio e di gas. Ce n’è una grossa disponibilità, visto che l’inverno è stato mite.
Sto cercando di diffondere questo messaggio.
Pensate per un momento a come la Russia avrebbe risposto alla posa di mine davanti al porto di Sebastopoli, alla messa fuori uso dei suoi satelliti o alla distruzione dei suoi caccia in Crimea. Quei “gesti” sarebbero stati atti illegali di guerra contro le forze di una potenza nucleare, legalmente dispiegate in Crimea. E come avrebbe fatto l’Occidente a fornire immediatamente gas all’Ucraina, visto che la rete dei gasdotti ucraini era stata progettata per ricevere gas dalla Russia [esclusivamente] in modo unidirezionale?
Questo modo di pensare sconclusionato è tipico dell’Istituto e del suo modo di creare propaganda.
Uno dei suoi impiegati/appaltatori è Hugh Benedict Nimmo, che l’Iniziativa aveva pagato per produrre propaganda anti-russa che era stata poi diffusa attraverso varie pubblicazioni occidentali. (Nimmo attualmente lavora presso il Digital Forensic Research Lab dell’Atlantic Council, un altro centro di lobbismo di falchi guerrafondai. Nessuno degli altri ricercatori che si occupano di ’Ricerca Digitale’ ha esperienza nel campo della tecnologia informatica, sono tutti hackers politici).
Secondo gli (ancora molto incompleti) files dell’Iniziativa, Ben Nimmo aveva ricevuto commissioni mensili per consulenze, pari a 2.500 sterline, fra il dicembre 2015 e il marzo 2016. Nel mese di agosto 2016 aveva mandato una fattura (pdf) di 5.000 sterline per il suo “lavoro di agosto a favore di Integrity Initiative“. Un calendario produzione (pdf) da marzo a giugno 2016 elenca i seguenti risultati e attività di Nimmo:

• 17 marzo, Atlantic Council: Sì, Putin crede veramente alla sua stessa propaganda, Ben Nimmo
• 21 marzo, Newsweek: La paranoia di Putin sta guidando le sue avventure straniere, Ben Nimmo
• 22 marzo, Camera dei Comuni Britannica: La guerra russa dell’informazione: una realtà aerografata, Jonathan Eyal e Ben Nimmo 
• Metà maggio, Consiglio Atlantico: Distrarre, ingannare, distruggere: Putin in guerra in Siria. Ben Nimmo e altri (studio importante) 
• Calendario di inizio maggio: La penetrazione russa in Germania, Harold Elletson, Ben Nimmo e altri – 10.000 parole 
• Calendario di giugno: Atlantic Council, importante rapporto sulla teoria della cospirazione e sulla politica estera russa, Ben Nimmo (potenziali eventi di lancio a Londra e/o Washington) 
• Fine giugno: La mappatura dell’intera macchina russa per il condizionamento, Ben Nimmo: 10.000 parole 
Ci si potrebbe chiedere quanto spesso Ben Nimmo abbia fatturato due volte i suoi vari sponsor per questi opuscoli di fantasia fatti con il copia-incolla. Verso la fine del 2017, Ben Nimmo e la “giornalista” del Guardian Carole Cadwalladr avevano diffuso voci secondo cui la Russia avrebbe usato le pubblicità di Facebook per influenzare la decisione sulla Brexit. La Cadwalladr era anche stata premiata per il suo lavoro. Sfortunatamente, il pezzo non era stato rimosso quando Facebook aveva rivelato che gli accounts “collegati alla Russia” avevano speso un totale di 97 centesimi in pubblicità a favore della Brexit. È inspiegabile come ciò sia stato sufficiente per farli arrivare al loro (presunto) scopo.
La Cadwalladr è presentata come relatrice (pdf) in una conferenza sulla “condivisione delle competenze,” organizzata dall’Istituto per l’1-2 novembre, sotto il titolo: “Affrontare gli strumenti dell’influenza maligna – Sostenere il giornalismo del 21° secolo”.
Quest’anno, Ben Nimmo è diventato famoso per aver affermato che diverse persone reali, con opinioni individuali, erano “troll russi”. Come avevamo fatto notare:
Nimmo e molti altri idioti citati nel pezzo erano arrivati alla conclusione che Ian56 fosse un troll pagato dal Cremlino, non una persona reale. Accanto a Ian56 Nimmo “aveva identificato” altri account di “troll russi”:
Ben Nimmo @benimmo – 10:50 UTC-24 Mar 2018
Un retweeter particolarmente influente (a giudicare dal numero di account che poi lo hanno ritwittato) era @ValLisitsa, che posta in inglese e in russo. L’anno scorso, questo account era entrato a far parte della campagna trollistica #StopMorganLie.
Se Nimmo, un ex portavoce della NATO, avesse avuto un’educazione decente, avrebbe saputo che @ValLisitsa, alias Valentina Lisitsa, è una famosa pianista ucraino-americana. Sì, a volte tweetta in russo per i suoi numerosi fan in Russia e in Ucraina. È diventato crimine? I video su Youtube delle sue performance in tutto il mondo hanno più di 170 milioni di visualizzazioni. È assurdo affermare che sia un “troll russo” e insinuare che stia prendendo soldi dal Cremlino per condizionare le opinioni dei “troll russi”.
L’ultima sciocchezza di Ben Nimmo è l’affermazione che la Russia di Putin ha trasformato l’umorismo in un’arma. Abbiamo documentato molto tempo fa come, secondo i media occidentali, la Russia abbia “trasformato in armi” … di tutto, dagli scarafaggi-robot ai trucchi mentali dello Jedi. Far diventare l’umorismo un’arma è un’affermazione nuova e idiota:
Ben Nimmo, un ricercatore del Consiglio Atlantico sulla disinformazione russa, ha detto alla BBC che i tentativi di creare meme divertenti facevano parte della strategia della “disinformazione per l’era informatica”.
C’è qualcuno che possa aiutare il tizio a crescere?
L’Institute for Statecraft Expert Team (pdf) elenca diverse persone con background in intelligence militare, insieme a molti “giornalisti”. Uno di loro è:
Mark Galeotti
Specialista in dottrina strategica russa; sull’applicazione della disinformazione russa e della guerra ibrida; sull’uso della criminalità organizzata come arma di guerra ibrida. Competenze educative e di tutoraggio, anche in ambienti statunitensi ed est-europei, e nel mondo aziendale.
Linguista russo
Galeotti è l’infame inventore della “Dottrina Gerasimov” e della propaganda sulla presunta guerra “ibrida” della Russia.

Nel febbraio 2013 il generale russo Valery Gerasimov, all’epoca Capo di Stato Maggiore della Russia, aveva pubblicato un documento dove analizzava il modo in cui l’Occidente stava portando avanti un nuovo tipo di guerra, mescolando propaganda, eserciti mercenari e forze militari [vere e proprie] in operazioni unificate.
Galeotti aveva sostenuto che l’analisi di Gerasimov sulle operazioni “occidentali” fosse [in realtà] una nuova dottrina russa di “guerra ibrida”. Aveva inventato il termine ‘dottrina Gerasimov,’ che poi aveva preso il volo nel regno della propaganda. Nel febbraio 2016, la rivista militare dell’esercito statunitense Military Review aveva pubblicato un’analisi più approfondita (pdf) del documento di Gerasimov, che aveva smentito tutte queste assurdità. [Military Review] aveva concluso senza riserve che:
L’articolo di Gerasimov non propone una nuovo tipo di guerra russa o una guerra ibrida, come è stato dichiarato in Occidente.
Ma i propagandisti anti-Russi avevano continuato a ripetere le sciocchezze di Galeotti. Solo nel marzo 2018, cinque anni dopo aver inventato la “dottrina Gerasimov” e due anni dopo essere stato completamente smentito, alla fine,[Galeotti] aveva ritrattato:
Dovunque, troverete studiosi, esperti e politici che parlano della minaccia che la “dottrina Gerasimov,” dal nome del Capo di Stato Maggiore della Russia, pone all’Occidente. È un nuovo genere di guerra, “una teoria ampliata della guerra moderna” o anche “una visione di guerra totale”.
C’è solo un piccolo problema. Essa non esiste. E, più a lungo fingiamo che esista, più a lungo fraintendiamo la, reale ma diversa, sfida della Russia.
Sento di poterlo dire perché, con mio immenso dolore, ho creato io questo termine, che, da allora, ha acquisito una sua propria vita distruttiva e barcolla goffamente nel mondo, spandendo nella sua scia paura e disgusto.
Lo “specialista in pensiero strategico russo” dell’Institute for Statecraft, un esperto in “disinformazione e guerra ibrida“, aveva creato dal nulla una inesistente dottrina russa e l’aveva usata per sollecitare misure anti-russe. Come Ben Nimmo, è un ottimo esempio della qualità degli esperti e del lavoro dell’Istituto.
Uno dei documenti appena rilasciati, intitolato CND Gen list 2 (pdf) (CND = Chris Nigel Donnelly) comprende nomi ed indirizzi email di un certo numero di militari, persone di governo e appartenenti a gruppi di studio. L’anonimo che ha fornito ii documenti afferma che l’elenco riguarda “impiegati che hanno partecipato ad una riunione a porte chiuse con i caschi bianchi“. (Non è stato ancora pubblicato nessun documento che lo confermi). Un nome nell’elenco è di particolare interesse:


Pablo Miller era il referente e l’amico di Sergej Skripal, l’agente doppio britannico che era stato “novichokizzato” a Salisbury. Quando il nome di Miller era stato menzionato nella stampa, il governo britannico aveva emesso una D-Notice [ordine di non divulgazione] per impedirne ulteriori pubblicazioni.


Come avevamo scritto nel mese di aprile:
Pablo Miller, un agente britannico dell’MI6, aveva reclutato Sergej Skripal. Anche l’ex agente dell’MI6 a Mosca, Christopher Steele, era stato coinvolto nel caso. Skripal era stato catturato dai servizi di sicurezza russi ed era finito in prigione. Pablo Miller, il reclutatore del MI6, era diventato il responsabile di Sergej Skripal dopo il suo rilascio dalla Russia in uno scambio di spie. Secondo quanto riferito, anche lui vive a Salisbury. Sia Christopher Steele che Pablo Miller lavorano per la Orbis Business Intelligence, quella che aveva creato il “Dossier Sporco” su Donald Trump.
Nel 1979, prima di diventare una spia, Pablo Miller aveva prestato servizio nel 4° Royal Regiment Tank. (Il giornalista della BBC Newsnight, Mark Urban, che ha di recente pubblicato un libro basato su interviste con Skripal, ha militato insieme a Miller nello stesso reggimento.) Il motto del 4 ° reggimento è “Fear Nought”. L’indirizzo email di Pablo Miller, indicato nell’elenco di Chris Donnelly, è “fearnaught4rtr@hotmail.com”.
A marzo, proprio all’inizio della vicenda Skripal e prima che si parlasse di “Novichok”, ci eravamo chiesti se Skripal fosse stato coinvolto nella creazione del “Dossier Sporco”, rivelatosi poi privo di fondamento, e se questa fosse stata una motivazione sufficiente per alcuni manovratori dietro le quinte britannici per toglierlo di mezzo:
Qui ci sono alcune domande:
• Skripal ha aiutato Steele a fabbricare il “dossier” su Trump?

• Erano stati utilizzati i vecchi contatti di Skripal per contattare altre persone in Russia e per chiedere loro informazioni sulle ‘porcherie’ di Trump?
• Skripal aveva minacciato di parlarne?
Se c’è un collegamento fra il dossier e Skripal, il che mi sembra molto probabile, allora esiste un certo numero di persone e di organizzazioni con potenziali motivi per ucciderlo. Un sacco di personaggi e di funzionari ambigui, su entrambe le sponde dell’Atlantico, erano stati coinvolti nella fabbricazione e nella conduzione della campagna anti-Trump/anti-Russia. Ci sono diverse indagini in corso e un giorno potrebbe venire alla luce un bel mucchio di biancheria sporca. Rimuovere Skripal e darne la colpa alla Russia sarebbe potuto sembrare un modo conveniente per liberarsi di un potenziale testimone.
La divulgazione più recente dei documenti di Integrity Initiative include numerose relazioni particolareggiate (pdf) sulle reazioni dei media stranieri all’affare Skripal. Ci si chiede come mai l’Iniziativa abbia commissionato e pagato una tale ricerca (pdf).
Dopo due anni, l’inchiesta di Muller non ha trovato nessuna prova della presunta “collusione” fra la Russia e la campagna di Trump, come era stato suggerito dal falso dossier di Steele. Tutte le affermazioni sulla presunta collusione si sono rivelate una creazione di “ex” agenti dell’intelligence britannica che probabilmente avevano agito su richiesta dei capi dell’intelligence americana, Clapper e Brennan. Fino a che punto sono stati coinvolti in questo tentativo lo specialista della Russia Chris Donnelly e il suo Institute for Statecraft?
Dopo aver letto tutti i documenti e gli elenchi dell’Iniziativa divulgati al pubblico, si ha l’impressione che si sia trattato di un’operazione segreta di intelligence militare, camuffata da ONG pubblica. Con finanziamenti milionari da parte del governo, l’Institute for Statecraft e l’Integrity Initiative operano sotto l’etichetta di istituzioni di beneficenza per creare e diffondere disinformazione verso il pubblico e, di ritorno, verso il governo e lo stesso esercito.
La paranoia sulla Russia, che, oggettivamente, è meno dannosa di quella creata del “sistema di regole” “occidentale, è illogica e non basata su un’analisi fattuale. Fa della Russia un “nemico” quando non lo è. Si inventa una “minaccia” dal nulla. Le uniche persone che traggono profitto da questo sono gli stessi propagandisti, nonchè le aziende e le persone che li sostengono.
Il motto dell’Iniziativa: “Difendi la democrazia contro la disinformazione” è un vero costrutto orwelliano. Diffondendo la propaganda e usandola per influenzare il pubblico, il parlamento, l’esercito e i governi, l’Istituto mina attivamente il processo democratico, che dipende dalla libera disponibilità di informazioni veritiere. Dovrebbe essere chiuso immediatamente.
Note:

• Ci sono già stati tentativi per cancellare da Internet i files rilasciati. Un archivio completo di tutti i files di Integrity Initiative pubblicati fino ad ora è qui. Se i collegamenti pubblici cessassero di funzionare, potete contattare l’autore di questo blog per accedere ai backup privati.
• Tim Hayward fornisce un elenco (scorrere verso il basso) di tutti gli articoli scritti fino ad ora sull’Integrity Initiative, qui ed altrove.
• La copertura completa di Moon of Alabama di Integrity Initiative:

Moon of Alabama

15.12.2018