martedì 2 luglio 2019

Nei "Protocolli dei savi di Sion" i massoni dicono... E San Massimiliano Kolbe risponde!...


NON SI CREDE AI PROTOCOLLI DEI SAVI DI SION? SI CREDERA' ALMENO A SAN MASSIMILIANO MARIA KOLBE! 


Satana c’è: è scritto nel Vangelo, lo attesta la Chiesa, lo predicano i santi. San Massimiliano Maria Kolbe, come persona intelligente, come buon cristiano, come santo della chiesa cattolica, credeva ed esperimentava la presenza e la potenza di satana: lo testimonia in ogni rigo dei suoi innumerevoli scritti, come questo che riportiamo, indirizzato a fra Vittore Pawlowki.



“Caro figliolo, è fuori di ogni dubbio che satana - e nessun altro - si sforza di porre ostacoli e di accaparrarsi gli strumenti per la sua azione. E sarà sempre così. Dove c'è l’Immacolata, ivi c’è pure il serpente, benché sotto i suoi piedi. Pertanto, occorre pregare affinché egli non riesca ad ingannare le anime, particolarmente religiose, soprattutto nella sua città [Niepokalanòw]. In questo campo opera assai di più la preghiera che i lunghi colloqui e la persuasione”.


Si chiedeva padre Kolbe:


“Di fronte a questi dati di fatto, si può ancora essere dubbiosi nell’individuare la guida sotto la quale combattono, consapevolmente o meno, i nostri nemici?... Di fronte agli attacchi tanto duri dei nemici della chiesa di Dio ci è lecito rimanere inattivi? Ci è lecito forse lamentarci e versare lacrime soltanto? No affatto! Ricordiamoci che al giudizio di Dio renderemo stretto conto non solamente delle azioni compiute, ma Dio includerà nel bilancio anche tutte le buone azioni che avremmo potuto fare, ma che in realtà avremo trascurato. Su ciascuno di noi pesa il sacrosanto dovere di metterci in trincea e di respingere gli attacchi del nemico con il nostro petto. Spesso si possono udire frasi di questo genere: «Che posso fare io?», «è un’organizzazione tanto forte», «essi possiedono dei grossi capitali», e via di questo passo. Costoro hanno sicuramente dimenticato quel che dice san Paolo: «Tutto posso in colui che mi dà forza!» (Fil 4,13)”.


Ma qual è questa «organizzazione tanto forte» e che possiede dei grossi capitali che mette a disposizione di satana per rovinare le anime e sconfiggere - se lo potesse — la chiesa di Dio? Padre Kolbe non aveva dubbi: la massoneria.


“Siamo un esercito con un’arma sola: l’amore.



Nei Protocolli dei savi di Sion così i massoni dicono di sé: «Chi o che cosa è in grado di far crollare una forza invisibile? La nostra forza è appunto di questo genere. La massoneria esterna serve per nascondere i suoi scopi, ma il piano d’azione di questa forza e perfino il luogo in cui essa si trova, saranno sempre sconosciuti alla gente».


Signori, per vostra fortuna noi siamo in grado di far crollare addirittura una forza invisibile! Dico: per vostra fortuna, poiché non avete l’idea di quanto sia dolce servire fedelmente Dio e l’Immacolata. Io sostengo che noi siamo in grado di farvi crollare e vi faremo crollare. Forse siete curiosi di sapere chi siamo noi che nutriamo una simile fiducia nella nostra potenza. Ebbene, noi siamo un esercito, il cui condottiero vi conosce ad uno ad uno, ha osservato e osserva ogni vostra azione, ascolta ogni vostra parola, anzi... nemmeno uno dei vostri pensieri sfugge alla sua attenzione. Dite voi stessi se in tali condizioni sì può parlare di segreto nei piani, di clandestinità e di invisibilità? E il peggio (ma, per l’esattezza, il meglio per voi) è che siete messi così bene in scacco che potete fare soltanto quei movimenti che il nostro condottiero vi permette in vista dei suoi scopi sapienti, e già da molto tempo sareste dovuti essere ridotti in polvere se il nostro condottiero avesse fatto solamente un cenno con la mano in segno di consenso, anzi soltanto a lui siete debitori del fatto che la terra vi stia ancora sopportando sulla sua superficie.


Ecco quanto è misericordioso egli con voi. E sapete il perché? Perché il nostro condottiero vi ama. Potreste voi stessi supporlo? Egli vi ama assai e non vuole la vostra perdizione, ma indugia e attende che riflettiate su voi stessi e... quanto prima vi arruoliate nelle sue schiere. Tuttavia, verrà tra poco per ciascuno di voi il momento in cui sarà troppo tardi!!!... Sapete come si chiama questo nostro condottiero? E’ l’Immacolata, il rifugio dei peccatori, ma anche la debellatrice del serpente infernale. Dite: dove riuscirete a nascondervi davanti al suo sguardo? Quale azione, parola, piano o pensiero riuscirete a nascondere davanti a lei? Voi siete polvere della terra! Pur con tutti i vostri tesori non ricevete, forse, in ogni istante la vostra esistenza dalla mano di Dio? Egli, che è giusto, non sarebbe, forse, capace di ridurvi in polvere? Ma ecco, il nostro condottiero, l’Immacolata, chiede per voi misericordia, il prolungamento della vostra vita, affinché abbiate ancora la possibilità di rientrare in voi stessi. Tra breve, però, verrà il momento in cui anche voi chiuderete gli occhi per sempre e, se durante questa vita non avrete regolarizzato i vostri rapporti con Dio, sarà un momento terribile! In quell’istante non gioveranno a nulla i rimpianti, le lacrime e la penitenza! Pensate serenamente e seriamente a tutto questo e... fate ciò che la coscienza vi indicherà…”.



***


L’unica creatura umana totalmente vittoriosa sul male e sul maligno è stata ed è la Vergine Immacolata: schierarsi con lei e per lei vuol dire acquistare la sicurezza di vincere e di salvarsi. Questa convinzione era intimamente e profondamente radicata nel nostro santo e non perdeva occasione per inculcarla ai suoi fratelli vicini e lontani. Ed è quel che leggiamo in questa lettera che scrisse ai confratelli missionari di Mugenzai no Sono (Nagasaki) per ringraziarli degli auguri per il suo onomastico nel novembre del 1937.


Ma io che cosa debbo augurare a voi in cambio? Innanzi tutto che non vi turbiate mai, che non vi spaventiate mai, che non abbiate mai timore di nulla. L’Immacolata, infatti, non è forse al corrente di tutto? Se così non fosse, sarebbe un gran bel pasticcio. Nessuno ci può far del male, se Dio non lo permette, cioè se ella non lo permette. Tutto, comunque, è nelle sue materne mani. Di conseguenza, lasciamoci soltanto condurre da lei ogni giorno di più, ogni istante di più. Questa è tutta la nostra filosofia. E se ella potrà disporre di noi in modo sempre più perfetto, allora anche l’attività missionaria, la conquista delle anime a Gesù attraverso lei sarà sempre più efficace. Il lavoro, la sofferenza e soprattutto la preghiera produrranno frutti abbondanti. E non preoccupiamoci di operare di più o più in fretta di quanto ella desidera, poiché se agiremo secondo la sua volontà, faremo sicuramente il massimo e nel modo più rapido.



Solo al giudizio di Dio verremo a conoscere quanti misteri di grazia si saranno avverati attorno a noi e quante persone si saranno salvate per mezzo nostro, senza che noi ce lo fossimo minimamente immaginato. Perciò, prima e dopo e alla fine giungiamo sempre alla stessa conclusione: preoccupiamoci di appartenere ogni giorno di più, ogni istante di più a lei, di lasciarci condurre da lei in modo sempre più perfetto, in modo sempre più sereno, con fiducia e confidenza sempre maggiori, attraverso tutto ciò che ella permette, sia in noi che attorno a noi e in confronto a noi, sicché possiamo diventare in tal modo uno strumento sempre più perfetto nelle sue mani immacolate.



È evidente che dobbiamo stare in guardia, perché più di una volta l’amor proprio, il nostro io, si ribellerà. Le più svariate difficoltà, tentazioni, contrarietà, qualche volta saranno in grado quasi di sopraffarci. Ma se le radici affonderanno sempre più nella terra e l’umiltà si radicherà sempre più profondamente in noi in modo da fare sempre minore affidamento su noi stessi, allora l’Immacolata farà sì che ogni cosa sia per noi soltanto un accrescimento di meriti. Tuttavia, sono indispensabili le prove e queste verranno certamente, perché l’oro dell’amore deve purificarsi nel fuoco delle afflizioni (cf. Sir 2,5; 1 Pt 1,7), anzi la sofferenza è l’alimento che rafforza l’amore”.


Tratto da: Gerlando Lentini, Massimiliano Maria Kolbe. Senza limiti. Itinerario spirituale del Santo attraverso gli scritti, Edizioni Messaggero Padova, Padova 1984, pp. 113-115; 106-107.

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