lunedì 21 ottobre 2019

SPACEX: PRONTO IL LANCIO DI 30.000 SATELLITI STARLINK PER INTERNET


Space X aveva chiesto alla International Telecommunication Union la possibilità di mettere in orbita 12.000 satelliti per le telecomunicazioni. Gli è stato concesso. Non basta. Ora ha chiesto la possibilità di mettere in orbita altri 30.000 satelliti!

SpaceX ha depositato presso l’International Telecommunication Union la richiesta per lanciare fino a 30mila satelliti che andranno ad espandere la costellazione Starlink. A riferirlo SpaceNews, secondo cui nel documento la società americana sottolinea la necessità di aumentare la disponibilità della propria rete.

Ovviamente il fatto che SpaceX abbia depositato la richiesta non significa che il lancio dei 30.000 satelliti sia imminente, ma dimostra come il progetto della compagnia stia andando a gonfie vele. A quanto pare il prossimo anno saranno lanciati in orbita solo poche centinaia di satelliti, ma SpaceX ha messo in preventivo un importante aumento della richiesta soprattutto nei paesi sottosviluppati in cui la disponibilità di internet è praticamente inesistente.

Probabile che la richiesta sia da intendere anche come un passo in avanti nei confronti della concorrenza. Il settore infatti ha registrato il crescente interesse da parte di ricchi imprenditori, che lo vedono come possibile fonte di guadagno per il futuro.

L’ITU e la Federal Communications Commission degli Stati Uniti hanno già approvato la richiesta della società di accesso allo spettro per quasi 12mila satelliti, a cui si aggiunge questo nuovo fascicolo da 20 documenti, ognuno dei quali richiede l’autorizzazione per 1.500 satelliti in varie orbite terrestri basse. La società intende piazzarli ad un’altitudine tra i 328 ed i 579 chilometri, il che ha già provocato qualche malumore in quanto si tratta di una zona in cui le agenzie spaziali spesso fanno volare i veicoli con equipaggio, compresa la Stazione Spaziale Internazionale.

A riguardo, Roger Thompson ha affermato che questa vera e propria inondazione potrebbe avere “un impatto sui futuri voli spaziali con gli umani”.

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