A detta
della stampa francese, i mercati e Bruxelles mostrano nervosismo verso il nuovo
governo italiano. Basti pensare che il
debito quinquennale dell'Italia è esploso di oltre l'1%, lo spread è aumentato
di oltre 20 punti base in una settimana. I mercati stanno cercando di
spaventare il governo incaricato dell'Italia al fine di ottenere un’attenuazione
delle loro posizioni sulla riforma e di mantenere uno status quo che però
rischierebbe di distruggere un grande paese e una grande cultura. La Lega e il
Movimento cinque stelle hanno chiesto una riduzione del debito di 250 miliardi
di dollari dalla BCE. Questo quanto percepito dalla stampa francese. Non solo.
Di tutti i punti che compongono l’accordo di governo Lega-5 stelle, secondo gli
osservatori francesi, quello più clamoroso riguarda il ritiro delle sanzioni
alla Russia. Se
l'Italia riuscisse ad ottenere dall’UE l’eliminazione delle sanzioni russe, lavorasse
ad un ripensamento dell’attuale fallace politica di immigrazione e fornisse un
piano convincente per affrontare l’insolvenza bancaria, sarebbe una vittoria
titanica. Il contratto di coalizione fra i “due partiti più populisti ed
euroscettici italiani aumenta i rischi per il profilo di credito sovrano”
dell’Italia, “in particolare attraverso un allentamento fiscale e il potenziale
danno alla fiducia”. “Le posizioni dei due partiti populisti “aumentano il
rischio sia di un ulteriore aumento del debito pubblico sia di una reazione
destabilizzante da parte degli attori economici e dei mercati finanziari”. E’
netto il giudizio dell’agenzia di rating Fitch in una nota sulla situazione
politica italiana, ricordando come nell’aprile 2017 proprio “il rischio
politico era stato un fattore chiave nel downgrade dell’Italia a ‘BBB’”. “Italia:
questa nuova alleanza che preoccupa l’Europa”: questo il titolo di apertura del
quotidiano Le Monde, che sta dedicando ampio spazio al nuovo contratto di
governo M5S-Lega. “L’Europa – dice Le Monde – si preoccupa di questo governo
che non conta più di uscire dall’euro, ma che difende un
programma ritenuto ‘delirante’ da numerose capitali. I
populisti italiani prevedono una cancellazione di 250 miliardi di euro di
debito pubblico e oltre 100 miliardi di nuove spese. I progetti della nuova
coalizione fanno pesare il rischio di una crisi del debito
sui mercati“, avverte Le
Monde, ricordando inoltre che né Luigi Di Maio né Matteo Salvini “dovrebbero
diventare premier”. Un ampio articolo sulla Matinale du Monde spiega inoltre i
motivi per i quali “gli europei tremano dinanzi al prossimo governo italiano”.
“La prospettiva di una coalizione anti-sistema – continua La Matinale du Monde
– lascia temere a Bruxelles che Roma infranga le regola di bilancio dell’Ue”. Secondo il quotidiano
britannico "The Guardian" la reazione degli italiani rispetto alla
prospettiva che un partito anti-istituzionale come i 5 Stelle si unisca a un
rivale di destra come la Lega, per formare un nuovo governo, è piuttosto
scettica. Non ci si domanda come questo governo che si va a formare, possa
cancellare gli obiettivi di bilancio dell'Italia, tagliare le tasse, introdurre
un reddito di cittadinanza e possibilmente contestare Bruxelles su una serie di
trattati firmati. Per quanto concerne la politica estera dei paesi UE, la politica di pressione
di Donald Trump su Iran e Russia crea il tipo di incertezza che nessuno può
prevedere. Costringe i leader europei a riunirsi e dichiarare la loro
opposizione ai dettami di Washington e a forgiare un'identità indipendente
mentre cercano di porre fine alle divisioni e alla sfiducia culturale che hanno
portato a questo momento, per mancanza di unanimità fiscale. Tutto ciò che i
nuovi leader italiani hanno ben chiaro in mente. Ma la stampa francese è
scettica sulla capacità del nuovo governo di poter riallineare la politica
interna dell'Italia a proprio favore, costringendo però Bruxelles ad affrontare
la responsabilità di far avanzare l'Europa in un modo molto più equo che in
passato. Il gas russo e il petrolio iraniano sono necessari alla Germania per
mantenere la sua competitività. La
minaccia dei dazi all’Europa di Trump come ricatto alla Germania sul gas russo,
rischia di ripercuotersi sull’euro. Questo dovrebbe spingere la BCE a prendere
finalmente provvedimenti sul debito. I popoli europei vogliono relazioni
standardizzate con la Russia e il commercio aperto, in particolare l'industria
tedesca. Ci sono decine di miliardi di opportunità di investimento in Russia e
Crimea in attesa della fine delle sanzioni. L'Italia prevede di porre fine alle
sanzioni russe a luglio. La Merkel, "riluttante" è tuttavia
d'accordo. Nel 2017, durante un vertice bilaterale con Putin, Angela Merkel ha
ribadito come “la Russia sia un partner importante del G20”. “Vorrei ci fossero
le condizioni per togliere le sanzioni” alla Russia, che passano per
“l’attuazione degli accordi di Minsk” sull’Ucraina, ha detto la cancelliera,
sottolineando “l’importanza” del lavoro del Formato Normandia, “molto
difficile” e che ha registrato anche “passi indietro”, ma nonostante tutto il
processo va avanti. Ovviamente la soluzione della crisi è legata al processo
politico di Minsk che si rivolge al futuro accordo, ha concluso. Vorremmo
garantire che l’Ucraina abbia accesso al suo confine statale”. Donbass e
Ucraina sono stati anche al centro del recente incontro bilaterale di Putin e
Merkel a Sochi. Del resto, ammorbidire la politica sanzionatoria europea,
creare spaccature tra i paesi membri dell'Ue per tornare a trattare in forma
bilaterale, arginando Bruxelles e indebolendo la Nato, promuovere i propri
interessi politici, assicurare che l'Ue rimanga dipendete dal gas russo e, non
ultimo, promuovere l'idea della Russia e dell'Eurasia come modello culturale e
politico alternativo al predominio dei "valori occidentali", sono
alcuni dei motivi per cui, da alcuni anni, il Cremlino strizza l'occhio ai
partiti anti-establishment in Europa, tra cui vi sono anche gli italiani Lega
Nord e Movimento Cinque Stelle. Il
fenomeno è diventato cosí esteso, che c'è chi ha parlato di una "potente
associazione pro-Cremlino" al Parlamento europeo, dopo la nascita del
gruppo politico "Europa delle Nazioni e della Liberta'" (Enf),
formato da alcuni partiti nazionalisti, euroscettici, che chiedono l'uscita dei
propri paesi dall'Euro e che guardano al presidente russo Vladimir Putin come
un modello. Tra i leader dell'Enf: Marine Le Pen, del francese Fronte
Nazionale e Geert Wilders, leader dell'olandese Party for Freedom. Ma
l'"associazione pro Cremlino" in Europa ha sostenitori anche in altri
paesi. Come la Spagna, dove il leader di Podemos, Pablo Iglesias, ha accusato
l'Occidente di una "doppia morale" sulla Russia; oppure la Grecia,
dove Alba Dorata e il partito del premier, Siryza, hanno rapporti non solo con
Mosca, ma anche con il controverso Aleksandr Dugin, ideologo del neo-eurasismo
russo. Secondo le indiscrezioni di Wikileaks, il partito bulgaro Ataka ha
stretti legami con l'ambasciata russa a Sofia e non nasconde la sua simpatia
per Putin. La formazione politica bulgara sostiene la necessità di riconoscere
la Crimea come Russia. In Bulgaria il presidente è il filo-russo Rumen Radev,
conservatore e fan di Donald Trump, favorevole all'abolizione delle sanzioni a
Mosca. Contemporaneamente, in Moldova è stato incoronato presidente un altro
putiniano, Igor Dodon, leader dei socialisti che si ispira apertamente al capo
del Cremlino, di cui dice di ammirare il suo potere autoritario. Radev si
oppone all'ingresso del suo paese alla Nato e promette di aderire all'Unione
euroasiatica, guidata dalla Russia. I venti stanno cambiando e, con la sferzata
italiana di questo nuovo governo, quanto pensate che ci mettano gli altri
partiti europei anti-establishment a capire e a premere per voler seguire la
stessa scia patriottica? L’unione di intenti e il coraggio possono smuovere
montagne.
CINZIA PALMACCI
Nessun commento:
Posta un commento