Da quando il Presidente Donald Trump ha
ufficialmente riconosciuto Gerusalemme come capitale di Israele, alcuni si
staranno chiedendo perché proprio ora questo pronunciamento e che cosa si cela
dietro questa presa di posizione di Trump. Innanzitutto c’è da considerare il
fatto che il genero del presidente americano (il marito della figlia Ivanka) è
di origini ebraiche, e che gran parte dell’establishment americano è sionista
da almeno “qualche lustro”. Si sa, non “non si muove foglia che l’élite ebraica
non voglia” parafrasando un noto proverbio. Ma la parentela di Trump con
l’élite sionista è solo uno dei motivi, perché la ragione fondante di tutto sta
nelle profezie che ruotano intorno alla ricostruzione del Terzo Tempio di Gerusalemme
e al trasferimento dell’ONU nella capitale con a capo l’anticristo. Per ora, nonostante
il ruolo centrale che avrà nel futuro di Gerusalemme, l’ONU si è schierata
contro la decisione di Trump di proclamare Gerusalemme capitale di Israele, e
con lei anche l’Italia, la Francia e la Germania che stanno facendo la voce
grossa accusando The Donald di
minacciare la pace mondiale. Decisamente una bella scusa affinché qualcuno si
offenda brandendo questa offesa come arma di ritorsione di massa. E’ il caso di
ricordare che fu proprio l’ONU che nel 1947 ha riconosciuto Israele come Stato
ebraico al posto della Palestina, quella che un tempo occupava il più ampio
territorio, e che ora è ridotta ad una striscia che altro non è che un campo di
concentramento a cielo aperto. La Palestina è sempre stata un fulcro importante
nel Medio Oriente e oggi, come luogo di nascita del cattolicesimo, è il punto focale
di grandi forze antagoniste. Una di queste è rappresentata dalla comunità
ebraica dei Neturei Karta
(i guardiani della città) in seno ad Israele che si oppongono in
maniera pacifica al sionismo che si è indebitamente appropriato dei territori
palestinesi. E sappiamo anche che ad opporsi ad Israele vi è la forza armata di
Hamas, che non lesina aggressioni a mano armata ottenendo di tutta risposta la
reazione di Israele, a prescindere da chi inizia prima le provocazioni. Ma
anche altro è stato detto su questi territori e su Gerusalemme in particolare
ed è una affermazione di circa 1800 anni fa, a opera di Sant’Ireneo (130 d.C. –
200 d.C.): L’Anticristo, nel tempo del suo regno, trasferirà la sede del
suo impero nella Gerusalemme terrestre…il tempio di Gerusalemme che sarà, in
parte o tutto, rifabbricato dalle ruine dall’Anticristo, e dove egli si farà
rendere onori divini. Un sito ebraico it.chabad.org,
scrive: “Uno tra i principali compiti del Messia sarà la ricostruzione del Bet
Hamikdàsh a Gerusalemme. Si tratta del terzo Santuario che rimarrà edificato in
eterno, secondo la profezia di Ezechiele” (37, 26-28). “E stabilirà con loro un
patto di pace, che sarà patto stabilito con loro per sempre, li collocherà nel
loro paese, li accrescerà e metterà in mezzo a loro il mio Santuario per
sempre. Il mio Santuario si eleverà sopra di loro, Io sarò il loro Dio ed essi
saranno il mio popolo. Chi ricostruirà il Santuario? Alcune fonti dicono
che il Santuario scenderà dai cieli, poichè D-o stesso lo costruirà e
l'edificio sarà eterno a differenza dei due che lo hanno preceduto. Rashi, nel
commento a Talmud Sukkà 41a scrive che il terzo Bet Hamikdàsh scenderà dai
cieli, poichè è scritto: "il Santuario,
o Signore, che hanno preparato le tue mani" (Esodo 15, 17). In Vayiqrà
Rabba (9, 7) e Bemidbar Rabbà (13, 2) è detto, invece, che sarà l'uomo a
costruire il terzo Santuario.
Il
progetto per la ricostruzione del Tempio è iniziato nel 2015
Già due anni fa, in seguito ad una nuova e
cruenta escalation di incursioni, violenze e provocazioni, di cui ovviamente i
mezzi d’informazione hanno dato le consuete versioni “di regime”, si nascondeva
qualcosa di ben preciso e anche di inquietante. Infatti, da diversi anni sta
crescendo esponenzialmente l’attività di organizzazioni ebraiche (ampiamente
finanziate dalla municipalità di Gerusalemme e da vari ministeri di Stato) che
si ricollegano al cd. “attivismo del
Tempio”, il cui obiettivo finale è porre le condizioni per la costruzione
del cd. Terzo Tempio ebraico, profetizzato da Ezechiele, proprio sul luogo
dover sorgono attualmente la moschea di al-Aqsa e la Cupola della Roccia,
edifici sacri della Tradizione Islamica, che dovrebbero essere pertanto distrutti.
Dopo due anni, alla luce dei fatti recenti, in molti temono che le incursioni e
le provocazioni di matrice ebraica siano finalizzate ad ingenerare reazioni da
parte palestinese, che rappresenterebbero a loro volta il “casus” che
giustificherebbe l’emissione di provvedimenti ad hoc da parte delle autorità
israeliane (modifiche dello status giuridico dell’area, emissioni di ordini di
allontanamento contro i componenti dei presidi palestinesi sulla Spianata,
ecc.) che sarebbero prodromici a successivi passi ben più “invasivi”. È
importante ricordare che secondo alcune interpretazioni di ambito cristiano di
ben precisi passi delle Sacre Scritture, il Terzo Tempio di Gerusalemme
potrebbe essere quello su cui siederà l’Anticristo, falsa incarnazione del Messia:
Daniele (11) descrivendo le azioni di un re “spregevole”, presumibilmente
l’Anticristo, rivela che “al tempo della fine”, tra le altre cose, egli “pianterà le tende del suo palazzo fra i
mari ed il glorioso Monte Santo; poi giungerà alla sua fine, e nessuno gli darà
aiuto”(11:45). Matteo (24:15), rifacendosi esplicitamente al profeta
Daniele, parla dell’“abominio della desolazione” che starà nel “luogo santo”.
San Paolo (seconda lettera ai Tessalonicesi, 2:3-4) parla del tempo dell’”apostasia”
in cui “l’uomo iniquo”, “il figlio della perdizione”, additerà sé stesso come
Dio, innalzandosi al di sopra di chiunque altro, ed arriverà a “sedere nel
tempio di Dio”. Ricordiamo che il Primo Tempio (detto anche “di Salomone”),
edificato intorno all’826 a.C., che secondo la tradizione custodiva la
celeberrima Arca dell’Alleanza ed il miracoloso bastone di Aronne, fu distrutto
dai babilonesi di Nabucodonosor II nel 586 a.C.. Dopo il periodo della cd.
“cattività babilonese”, fu costruito intorno al 515 a.C. il Secondo Tempio (di
cui il successivo Tempio di Erode fu un ampliamento), distrutto poi nel 70 d.C.
dai Romani (di quest’ultimo rimane oggi il muro occidentale, il famoso “muro
del pianto”). L’Istituto del Tempio, l’organizzazione di punta dell’intero
movimento ebraico per l’edificazione del nuovo tempio, fornisce aggiornamenti
periodici circa le varie attività “preparatorie”. Le informazioni che sono
state rese note finora descrivono un quadro impressionante. Qualche esempio: nel
2015 è stato completato l’altare per il futuro Tempio (riprodotto in modo
identico, per misure e caratteristiche, a quello che esisteva al tempo di
Gesù), per opera del celebre architetto Shmuel Balzam che si sta occupando
anche di elaborare i piani progettuali del Santuario. I migliori orafi
d’Israele stanno inoltre riproducendo copie fedelissime degli arredi e degli
attrezzi sacri d’epoca (palette, bacini, trombe, corone, coppe, incensieri,
candelabri, ecc.); si stanno preparando abiti ed ornamenti fedeli alla
tradizione; nel 2013 è sorto il “Comitato per il Velo”, cioè una squadra di
donne ebree che stanno tessendo il velo che adornerà il Tempio. Sono stati poi
portati avanti studi approfonditi per replicare con estrema esattezza i riti
sacri degli antenati, e sembra che grazie a sofisticatissimi studi sul DNA, gli
scienziati ebraici al servizio della causa siano riusciti a rintracciare la
discendenza maschile di Aronne, in modo da individuare gli unici uomini in
grado di poter esercitare la funzione sacerdotale, nonché a far rinascere già
nel 2002 il famoso “vitello rosso”, usato nell’antichità per la produzione
della cd. “acqua di purificazione” per i riti (come prescritto nel capitolo 19
del libro dei Numeri) e ritenuto adatto per il servizio nel Terzo Tempio: la
sua ricomparsa dopo secoli e secoli (difficilmente pensare che non sia stata in
qualche modo “indotta”), secondo la tradizione ebraica, viene considerata un
segno anticipatorio della prossima venuta del Messia. Insomma, siamo sempre più
addentrati nei Tempi Ultimi, e ogni più piccolo dettaglio, se adeguatamente
interpretato, ci rivela verità sempre più inquietanti. Una figura di spicco del
“Movimento del Tempio” è Yehuda Glick, un colono americano che è stato colpito
e ferito da un uomo armato non identificato. Dopo la sparatoria, le forze
israeliane, senza nessuna prova, hanno arrestato Mutaz Hijazi, un palestinese
di 32 anni. Molti palestinesi temono che le continue incursioni nei luoghi di
culto musulmani siano finalizzate, in via preliminare, a cambiare lo status quo
permanente della grande moschea. Già in passato, le forze di occupazione
israeliane hanno precluso l’ingresso alla moschea ai fedeli musulmani durante
le festività ebraiche. Una tattica che Israele ha utilizzato frequentemente per
agevolare le incursioni è quella di emettere ordini di allontanamento contro
volontari palestinesi, conosciuti come murabitoun,
il cui obiettivo è quello di mantenere una presenza costante nella Spianata
spodestando i palestinesi. Già durante la presidenza Obama, il Dipartimento di
Stato americano si diceva “profondamente preoccupato per le violenze e le crescenti
tensioni”. La frase “profondamente preoccupato” è una formula gli Stati Uniti
utilizzano di routine per criticare le azioni di Israele, come l’espansione
delle colonie sui territori palestinesi occupati. In ogni caso passato ha
significato, in pratica, che gli Stati Uniti non fanno assolutamente nulla per
trattenere le aggressioni israeliane che condannano. Oggi come oggi, con una
politica dichiaratamente pro Israele del Presidente Trump, l’escalation della
situazione è chiaro sentore che le profezie stanno subendo un’evidente e
percepibile accelerazione affinché tutto si compia nella Seconda Venuta di Gesù
Cristo, il vero e unico Messia.
CINZIA PALMACCI