venerdì 21 settembre 2018

PROSSIMA MOSSA: IL TERZO TEMPIO DI GERUSALEMME DIMORA DELL’ANTICRISTO



Da quando il Presidente Donald Trump ha ufficialmente riconosciuto Gerusalemme come capitale di Israele, alcuni si staranno chiedendo perché proprio ora questo pronunciamento e che cosa si cela dietro questa presa di posizione di Trump. Innanzitutto c’è da considerare il fatto che il genero del presidente americano (il marito della figlia Ivanka) è di origini ebraiche, e che gran parte dell’establishment americano è sionista da almeno “qualche lustro”. Si sa, non “non si muove foglia che l’élite ebraica non voglia” parafrasando un noto proverbio. Ma la parentela di Trump con l’élite sionista è solo uno dei motivi, perché la ragione fondante di tutto sta nelle profezie che ruotano intorno alla ricostruzione del Terzo Tempio di Gerusalemme e al trasferimento dell’ONU nella capitale con a capo l’anticristo. Per ora, nonostante il ruolo centrale che avrà nel futuro di Gerusalemme, l’ONU si è schierata contro la decisione di Trump di proclamare Gerusalemme capitale di Israele, e con lei anche l’Italia, la Francia e la Germania che stanno facendo la voce grossa accusando The Donald di minacciare la pace mondiale. Decisamente una bella scusa affinché qualcuno si offenda brandendo questa offesa come arma di ritorsione di massa. E’ il caso di ricordare che fu proprio l’ONU che nel 1947 ha riconosciuto Israele come Stato ebraico al posto della Palestina, quella che un tempo occupava il più ampio territorio, e che ora è ridotta ad una striscia che altro non è che un campo di concentramento a cielo aperto. La Palestina è sempre stata un fulcro importante nel Medio Oriente e oggi, come luogo di nascita del cattolicesimo, è il punto focale di grandi forze antagoniste. Una di queste è rappresentata dalla comunità ebraica dei Neturei Karta (i guardiani della città) in seno ad Israele che si oppongono in maniera pacifica al sionismo che si è indebitamente appropriato dei territori palestinesi. E sappiamo anche che ad opporsi ad Israele vi è la forza armata di Hamas, che non lesina aggressioni a mano armata ottenendo di tutta risposta la reazione di Israele, a prescindere da chi inizia prima le provocazioni. Ma anche altro è stato detto su questi territori e su Gerusalemme in particolare ed è una affermazione di circa 1800 anni fa, a opera di Sant’Ireneo (130 d.C. – 200 d.C.): L’Anticristo, nel tempo del suo regno, trasferirà la sede del suo impero nella Gerusalemme terrestre…il tempio di Gerusalemme che sarà, in parte o tutto, rifabbricato dalle ruine dall’Anticristo, e dove egli si farà rendere onori divini. Un sito ebraico it.chabad.org, scrive: “Uno tra i principali compiti del Messia sarà la ricostruzione del Bet Hamikdàsh a Gerusalemme. Si tratta del terzo Santuario che rimarrà edificato in eterno, secondo la profezia di Ezechiele” (37, 26-28). “E stabilirà con loro un patto di pace, che sarà patto stabilito con loro per sempre, li collocherà nel loro paese, li accrescerà e metterà in mezzo a loro il mio Santuario per sempre. Il mio Santuario si eleverà sopra di loro, Io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo. Chi ricostruirà il Santuario? Alcune fonti dicono che il Santuario scenderà dai cieli, poichè D-o stesso lo costruirà e l'edificio sarà eterno a differenza dei due che lo hanno preceduto. Rashi, nel commento a Talmud Sukkà 41a scrive che il terzo Bet Hamikdàsh scenderà dai cieli, poichè è scritto: "il Santuario, o Signore, che hanno preparato le tue mani" (Esodo 15, 17). In Vayiqrà Rabba (9, 7) e Bemidbar Rabbà (13, 2) è detto, invece, che sarà l'uomo a costruire il terzo Santuario.
Il progetto per la ricostruzione del Tempio è iniziato nel 2015
Già due anni fa, in seguito ad una nuova e cruenta escalation di incursioni, violenze e provocazioni, di cui ovviamente i mezzi d’informazione hanno dato le consuete versioni “di regime”, si nascondeva qualcosa di ben preciso e anche di inquietante. Infatti, da diversi anni sta crescendo esponenzialmente l’attività di organizzazioni ebraiche (ampiamente finanziate dalla municipalità di Gerusalemme e da vari ministeri di Stato) che si ricollegano al cd. “attivismo del Tempio”, il cui obiettivo finale è porre le condizioni per la costruzione del cd. Terzo Tempio ebraico, profetizzato da Ezechiele, proprio sul luogo dover sorgono attualmente la moschea di al-Aqsa e la Cupola della Roccia, edifici sacri della Tradizione Islamica, che dovrebbero essere pertanto distrutti. Dopo due anni, alla luce dei fatti recenti, in molti temono che le incursioni e le provocazioni di matrice ebraica siano finalizzate ad ingenerare reazioni da parte palestinese, che rappresenterebbero a loro volta il “casus” che giustificherebbe l’emissione di provvedimenti ad hoc da parte delle autorità israeliane (modifiche dello status giuridico dell’area, emissioni di ordini di allontanamento contro i componenti dei presidi palestinesi sulla Spianata, ecc.) che sarebbero prodromici a successivi passi ben più “invasivi”. È importante ricordare che secondo alcune interpretazioni di ambito cristiano di ben precisi passi delle Sacre Scritture, il Terzo Tempio di Gerusalemme potrebbe essere quello su cui siederà l’Anticristo, falsa incarnazione del Messia: Daniele (11) descrivendo le azioni di un re “spregevole”, presumibilmente l’Anticristo, rivela che “al tempo della fine”, tra le altre cose, egli “pianterà le tende del suo palazzo fra i mari ed il glorioso Monte Santo; poi giungerà alla sua fine, e nessuno gli darà aiuto”(11:45). Matteo (24:15), rifacendosi esplicitamente al profeta Daniele, parla dell’“abominio della desolazione” che starà nel “luogo santo”. San Paolo (seconda lettera ai Tessalonicesi, 2:3-4) parla del tempo dell’”apostasia” in cui “l’uomo iniquo”, “il figlio della perdizione”, additerà sé stesso come Dio, innalzandosi al di sopra di chiunque altro, ed arriverà a “sedere nel tempio di Dio”. Ricordiamo che il Primo Tempio (detto anche “di Salomone”), edificato intorno all’826 a.C., che secondo la tradizione custodiva la celeberrima Arca dell’Alleanza ed il miracoloso bastone di Aronne, fu distrutto dai babilonesi di Nabucodonosor II nel 586 a.C.. Dopo il periodo della cd. “cattività babilonese”, fu costruito intorno al 515 a.C. il Secondo Tempio (di cui il successivo Tempio di Erode fu un ampliamento), distrutto poi nel 70 d.C. dai Romani (di quest’ultimo rimane oggi il muro occidentale, il famoso “muro del pianto”). L’Istituto del Tempio, l’organizzazione di punta dell’intero movimento ebraico per l’edificazione del nuovo tempio, fornisce aggiornamenti periodici circa le varie attività “preparatorie”. Le informazioni che sono state rese note finora descrivono un quadro impressionante. Qualche esempio: nel 2015 è stato completato l’altare per il futuro Tempio (riprodotto in modo identico, per misure e caratteristiche, a quello che esisteva al tempo di Gesù), per opera del celebre architetto Shmuel Balzam che si sta occupando anche di elaborare i piani progettuali del Santuario. I migliori orafi d’Israele stanno inoltre riproducendo copie fedelissime degli arredi e degli attrezzi sacri d’epoca (palette, bacini, trombe, corone, coppe, incensieri, candelabri, ecc.); si stanno preparando abiti ed ornamenti fedeli alla tradizione; nel 2013 è sorto il “Comitato per il Velo”, cioè una squadra di donne ebree che stanno tessendo il velo che adornerà il Tempio. Sono stati poi portati avanti studi approfonditi per replicare con estrema esattezza i riti sacri degli antenati, e sembra che grazie a sofisticatissimi studi sul DNA, gli scienziati ebraici al servizio della causa siano riusciti a rintracciare la discendenza maschile di Aronne, in modo da individuare gli unici uomini in grado di poter esercitare la funzione sacerdotale, nonché a far rinascere già nel 2002 il famoso “vitello rosso”, usato nell’antichità per la produzione della cd. “acqua di purificazione” per i riti (come prescritto nel capitolo 19 del libro dei Numeri) e ritenuto adatto per il servizio nel Terzo Tempio: la sua ricomparsa dopo secoli e secoli (difficilmente pensare che non sia stata in qualche modo “indotta”), secondo la tradizione ebraica, viene considerata un segno anticipatorio della prossima venuta del Messia. Insomma, siamo sempre più addentrati nei Tempi Ultimi, e ogni più piccolo dettaglio, se adeguatamente interpretato, ci rivela verità sempre più inquietanti. Una figura di spicco del “Movimento del Tempio” è Yehuda Glick, un colono americano che è stato colpito e ferito da un uomo armato non identificato. Dopo la sparatoria, le forze israeliane, senza nessuna prova, hanno arrestato Mutaz Hijazi, un palestinese di 32 anni. Molti palestinesi temono che le continue incursioni nei luoghi di culto musulmani siano finalizzate, in via preliminare, a cambiare lo status quo permanente della grande moschea. Già in passato, le forze di occupazione israeliane hanno precluso l’ingresso alla moschea ai fedeli musulmani durante le festività ebraiche. Una tattica che Israele ha utilizzato frequentemente per agevolare le incursioni è quella di emettere ordini di allontanamento contro volontari palestinesi, conosciuti come murabitoun, il cui obiettivo è quello di mantenere una presenza costante nella Spianata spodestando i palestinesi. Già durante la presidenza Obama, il Dipartimento di Stato americano si diceva “profondamente preoccupato per le violenze e le crescenti tensioni”. La frase “profondamente preoccupato” è una formula gli Stati Uniti utilizzano di routine per criticare le azioni di Israele, come l’espansione delle colonie sui territori palestinesi occupati. In ogni caso passato ha significato, in pratica, che gli Stati Uniti non fanno assolutamente nulla per trattenere le aggressioni israeliane che condannano. Oggi come oggi, con una politica dichiaratamente pro Israele del Presidente Trump, l’escalation della situazione è chiaro sentore che le profezie stanno subendo un’evidente e percepibile accelerazione affinché tutto si compia nella Seconda Venuta di Gesù Cristo, il vero e unico Messia.

CINZIA PALMACCI
        
       

UN PIANO INQUIETANTE SULL’ITALIA



Professionisti sempre più poveri secondo l’ultima analisi de Il Sole 24 Ore.  Secondo l’Istat in tanti sono al di sotto della soglia di povertà fissata a 1000 euro: 985 euro mensili è lo stipendio stimato dall’istituto di statistica. Ma quanto guadagnano i professionisti italiani? A fronte di pochi privilegiati che guadagnano tanto, infatti, avanza una massa di giovani sottopagati: c’erano una volta i “ricchi” architetti, veterinari e psicologi. Oggi gli stipendi, in molti casi, non ripagano anni di studi e sacrifici. Questa la situazione attuale. Ma il fatidico jobs act ha migliorato o ha finito per peggiorare la situazione di precariato di tanti giovani ed esodati? Già, esodato da Esodo il libro della Bibbia in cui si racconta il viaggio degli Ebrei verso la “Terra Promessa”, che nel caso dei disoccupati cronici italiani vuol dire lasciare l’Italia paese di pianto e stridore di denti verso un paese straniero per portare lì la propria professionalità e, in alcuni casi, vera e propria genialità made in Italy. E certo. E’ meglio che le persone preparate e intelligenti lascino il paese altrimenti fanno sfigurare gli incapaci che ci restano e che, tra privilegi e caste, ci sguazzano. Ma ironia realista a parte, la situazione è davvero critica per tutti quei disoccupati giovani e meno giovani, laureati e non che si trovano costretti ad accettare condizioni di lavoro che rasentano la schiavitù pur di non rimanere fuori dal circuito, seppure spietato e ingiusto, che le politiche messe in atto incoraggiano e consolidano. E, sebbene le statistiche ci mostrano un andamento simile in altri paesi europei, quello che accade in Italia è ben più preoccupante perché il precariato sta scivolando sempre più in vere e proprie situazioni di sfruttamento, povertà ed emarginazione con le conseguenze sociali ed economiche che possiamo immaginare. Da quando è partito il Jobs Act, ovvero nel 2015, i lavoratori “stabili” erano 14 milioni e 550 mila. Fanno 23 mila in meno. A dicembre 2014 i contratti a tempo determinato erano 2.308 milioni, a marzo 2.296; a ottobre scorso erano 2.486 milioni. Gli autonomi, quelli per cui il governo studia un apposito Jobs Act: tra gennaio e ottobre sono calati di 97 mila unità. E come non parlare delle “false partite Iva” che sono passate da una forma di precariato a un’altra. Occupazione? Il dato peggiore soprattutto per i giovani. Ferma la fascia 24-34 anni, quella 35-49 perde 175 mila occupati, mentre gli over 50 aumentano di 226 mila unità. Riassumendo il tasso di occupazione è fermo al 56,3%, e la disoccupazione giovanile è al 39,8%, nei primi 10 mesi dell’anno ci sono 178 mila lavoratori precari in più rispetto a fine 2014 e 190 mila in più rispetto al mese di esordio del Jobs Act. L’effetto della distruzione dello Statuto dei Lavoratori si è esaurito, o riassorbito, in meno di un anno. La riforma di Renzi ha assicurato 3 miliardi di euro in sgravi alle imprese ed ha trasformato solo i vecchi contratti nei nuovi rapporti di lavoro a termine. In una parola: stabilmente precari che scadono alla fine degli incentivi di Stato. I lavoratori anziani lavorano, i giovani sono disoccupati. Un fallimento. E l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori che fine ha fatto con la famigerata “Legge Fornero”? La disciplina dei licenziamenti illegittimi, finora disciplinata dal famoso articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, ha subito una profonda trasformazione. In particolare, la norma più contestata riguarda l’abolizione del reintegro "automatico" e la sua sostituzione in alcuni casi con un semplice risarcimento economico pari alla retribuzione da 15 a 24 mesi. Un contentino che annienta completamente la dignità del lavoro e del lavoratore. Per non parlare dell’umiliazione costante di giovani e meno giovani laureati che non si vedono riconosciuto il giusto valore del titolo di studio sudato e a prezzo di grossi sacrifici! Ormai i mille euro di stipendio mensile sono diventati una chimera per milioni di persone, costrette a lavorare gratis o ad accontentarsi di paghe minime. Avvocati, medici, giornalisti, artisti, archeologi, ricercatori universitari, partite Iva: la lista dei professionisti sottopagati e sfruttati è lunga, e aumenta con l’avanzare della crisi, anche se i politici continuano a parlare disinvoltamente di “ripresa”. Quella del lavoro precario e sottopagato è una doppia condanna. La prima è per i giovani, che in questo modo non riescono mai a rendersi indipendenti e a progettarsi un futuro. La seconda, forse ancora più grave, è per l’Italia stessa, perché il diffondersi della piaga mette in difficoltà le famiglie, che sono costrette a sobbarcarsi il mantenimento di figli e nipoti, strozza i consumi e impedisce al Paese di crescere e di uscire dalla recessione.

Un agente del Sisde rivela un piano inquietante sull’Italia
In un video interessante che gira in rete (non si sa fino a quando), un agente del Sisde racconta i retroscena di una preparazione di dittatura che esiste ormai da circa 20 anni in Italia, dalla creazione della seconda repubblica, ma che probabilmente è in atto a livello mondiale da parecchi anni. Parecchi uomini, singolarmente avevano scoperto i piani dittatoriali di una classe altolocata, che detiene il patrimonio dell’umanità, possiamo chiamarli Massoni, Illuminati, facenti parte del Gruppo Bilderberg, ma la sostanza non cambia, e che sono stati uccisi , e quello che questi uomini di “affari” vogliono, è creare dapprima il caos, poi trovare le soluzioni, e successivamente in maniera graduale e sostanziale introdurre leggi ad personam per annullare definitivamente la libertà di scelta delle persone stesse. Come l’agente del sisde racconta, questi potenti della terra, si sono riuniti insieme per creare un impero globale, e utilizzare il genere umano solo ed esclusivamente a loro piacimento, mantenendo il controllo e sfruttando al massimo le risorse della terra. In un video l’agente del sisde racconta (anonimo) e descrive quello che in Italia si sta facendo piano piano e ormai da parecchi anni: La prima cosa è stata prendere il controllo dei sindacati, pagati bene per nascondere ai lavoratori i veri problemi legati al lavoro. Non ti sembra strano che un presidente sindacale percepisca uno stipendio milionario e sia lì per tutelare i salari miseri di un lavoratore? E’ come se al ministero dell’ambiente mettessero un petroliere.
Secondo punto da attuare è stata l’eliminazione dell’articolo 18, in questo modo, le grosse multinazionali, che piano piano stanno prendendo il controllo anche degli stati, visto che ormai il controllo dell’economia è stato preso, possono decidere di lincenziare una persona immediatamente anche solo se questa deciderà di scioperare per le sue condizioni di sfruttamento, con l’eliminazione dell’articolo 18 le persone ci penseranno 1000 volte prima di scioperare e perdere il posto di lavoro. Così facendo si annullerà del tutto il diritto di sciopero, e le aziende avranno il controllo totale della vita di un essere umano, potendo decidere orario di lavoro, guadagni e soprattutto tenore di vita della gente.
Terzo punto è quello di far passare il titolo di studio come superfluo, è già da tempo che molte persone nel proprio curriculum decidono di non mettere un titolo di studio o una laurea, perchè spesso le aziende rispondono con un secco “no” per un profilo troppo alto per l’impiego. Tutto questo parte già dagli anni settanta, quando gli universitari rappresentavano davvero uno scoglio insormontabile per i potenti, la troppa cultura danneggia i piani di queste canaglie.
Quarto punto, come l’agente del Sisde racconta è quello di far diventare il superfluo alla portata di tutti e il necessario fuori portata della maggior parte della gente, ti sembra normale che una bottiglia d’acqua costi 2 euro e una coca cola 1 euro? Oppure che un biglietto aereo per Londra oggi lo puoi pagare 20 euro e un kilo di pane anche 5 euro? Il superfluo sta diventando la merce di scambio perchè la gente possa accettare anche di lavorare la domenica e durante le feste con turni massacranti. Quello che sta capitando in Italia è qualcosa di drammatico. Perfino l’eliminazione “a tavolino” della nazionale di calcio ai prossimi mondiali suona come un sinistro presagio.
CINZIA PALMACCI







POVERA PATRIA



In un’Italia intossicata dai continui roghi di spazzatura di ogni tipo appiccati continuamente nei campi Rom dagli stessi occupanti, tra furti, rapine e stupri, ci chiediamo ancora perché l’Italia e il resto d’Europa dovrebbe emanare leggi speciali per il riconoscimento di un’etnia come quella Rom diversa dalla nostra cultura per usi e costumi, tradizioni, religione e ordinamento sociale. In Italia quelli che prima si chiamavano “zingari” (definizione nella quale non si vede alcunché di offensivo ma di distintivo), sono presenti sin dal XV secolo. Ma da allora la permanenza di questi gruppi etnici seguiva regole precise che ben si adattavano al carattere nomade tipico di questa gente. Il nomadismo è sempre stato il loro tratto distintivo, perché i Rom non rimanevano mai su un territorio troppo a lungo. Ora non si sa come mai, forse perché in un paese che gli permette tutto si trovano bene, da nomadi sono diventati stanziali, cioè fissi. Oggi i Rom sono liberi di non seguire alcuna regola, alcuna legge anche perché quelle in vigore sono state emanate, da una certa parte politica, a loro esclusiva tutela e salvaguardia come una “specie protetta”. Già, protetta. Ma da chi? E perché? Lo capiremo proseguendo la disamina della questione. Ora consideriamo quali sono i tratti distintivi che rendono impossibile ogni forma di convivenza civile con queste etnie a causa dei loro usi e costumi non proprio fondati sul rispetto dei diritti della persona umana. Tratto caratteristico di tutti i gruppi Rom è l'organizzazione sociale basata sulla famiglia allargata: la donna dipende completamente dal marito e dalla famiglia di cui è entrata a far parte al momento del matrimonio. Essa subisce quotidianamente la pressione della comunità che la spinge ad assumere abitudini e comportamenti degradanti. La donna è dunque vittima di violenza da parte del marito: si tratta di una violenza mai denunciata per paura di essere isolata dalla comunità. I bambini si sposano frequentemente, consistendo il matrimonio stesso in una sorta di vendita della ragazza alla famiglia del marito. Tale situazione genera l'abuso sessuale in danno alle bambine che devono infatti ripagare quanto per loro è stato versato dalla famiglia del marito. Il tasso di scolarizzazione tende allo zero perché questo facilita la perpetuazione dei comportamenti della comunità. Le donne e i bambini vengono addestrati da subito all'accattonaggio, al furto e indirizzati alla tratta di persone.
Una questione politica, sociale e morale
L’enfasi sui Rom e Sinti è un odio alimentato poiché gli zingari non si piegano al sistema schiavistico di lavoro-tasse-banche. Gli zingari non si adattano a timbrare il cartellino, contrarre il mutuo, guardare Sanremo e non fotte niente loro del PIL.
Queste popolazioni hanno compreso la colossale truffa del lavoro, del consumismo compulsivo alimentato dal “credito al consumo”. Prendono direttamente ciò che serve loro senza chiedere il permesso ai legittimi proprietari, nella maggior parte dei casi. I nomadi non si fidano giustamente delle banche, non inoltrano richieste di licenze edilizie. Il vero scopo per cui regalano le case popolari ai Rom è di rieducarli persuadendoli a pagare imposte e bollette. Non riconoscono la proprietà privata altrui che è una delle fondamenta del sistema socio-economico occidentale, perciò li odiano. Tuttavia, la verità va detta tutta. Le istituzioni proteggono e coccolano i nomadi per scopi subdoli. Alcune frange di zingari sono implicate nei furti di bambini. I sequestrati finiscono in giri di pedofilia d’alto “bordo”, delitti rituali a sfondo esoterico e prelievo di organi. Avete mai sentito di un figlio di potente in lista d’attesa per un trapianto d’organo? Ai giornali è stato tassativamente vietato attraverso le “associazioni equo-solidali” di riportare la notizia di rapimenti di minori da parte di famiglie nomadi, su commissione di entità altolocate. I Centri Sociali, antagonisti sono impiegati per spalleggiare l’attività degli zingari intimidendo chiunque si chieda quale sia il vero motivo per cui queste tribù sono così amate dalle istituzioni antifasciste. Con ciò, non si vuole affermare che tutte le famiglie Rom sono dedite al furto di bambini nemmeno che tutte le scomparse di minori siano attribuibili ai nomadi. Si stima che, grazie all’operazione Mare Nostrum oggi Triton, siano entrati finora in Italia 20 mila bimbi non accompagnati e clandestini che, di norma, svaniscono nel nulla. La ragione per la quale è stata messa in piedi l’operazione Mare Nostrum è facilmente intuibile. Una drammatica realtà che nemmeno i politici più critici nei confronti dei Rom vi sveleranno mai. Andate a verificare chi, negli alti seggi delle Istituzioni si straccia le vesti in favore dei ‘bimbi migranti’ e dei ‘Rom’ e troverete anche gli orchi, gli amici degli orchi e pure gli orchi degli amici. Ci inculcano l’odio verso gli zingari al tempo stesso. La verità sui traffici che coinvolgono i bambini Rom fa parte di un’indagine più ampia svolta dal magistrato (allontanato dalla Magistratura) Paolo Ferraro, che con il fascicolo “Fiori nel fango” ha svolto un ottimo lavoro scoperchiando un calderone di porcherie, pedofilia e traffici vari che coinvolgono i più alti vertici politici, militari e non solo (liberamente consultabile via web). Allora, avete inteso perché queste etnie possono fare il bello e il cattivo tempo in Italia senza che le forze dell’ordine possano muovere un dito? E ancora. Avete capito perché gli alloggi popolari vengono assegnati a tutti fuorché agli Italiani in difficoltà e in attesa da anni? E avete capito perché se un magistrato lavora bene viene allontanato e considerato da Trattamento Sanitario Obbligatorio? E avete capito perché certa parte politica preferisce il male minore dei soliti partiti pur di non lasciare spazio alle vere forze di destra, che sono le uniche finora ad aver dimostrato vicinanza e comprensione a quella parte di popolazione autoctona (non i cittadini italiani acquisiti) costretta a vivere in auto o in un freddo e umido garage? Ma allora c’è da chiedersi: come mai pur sapendo questo Paese rimane statico trascinandosi a forza di inerzia in una situazione che si ripete all’infinito, e che la prova delle urne ineluttabilmente conferma? Senza la forza di un cambiamento radicale di passo l’Italia è destinata al baratro, sia a livello di politica interna che internazionale.

CINZIA PALMACCI



LA GLOBALIZZAZIONE COME STRUMENTO MASSONICO PER ANNIENTARE LA CHIESA CATTOLICA



La riflessione sulle religioni e la religiosità mostra bene come il fenomeno della globalizzazione si riduce alla mera costituzione di un unico mercato globale. Unico mercato globale con un’unica religione globale. La globalizzazione implica l'esistenza di contatti sempre più importanti con membri di altre religioni, e si fa strumento per il raggiungimento di un unico fine: cancellare il Cristianesimo e le radici cristiane soprattutto in Europa, terra di conversioni al Vangelo di Cristo durante la predicazione degli apostoli. In questa prospettiva, la religiosità stessa dell'uomo è reinterpretata alla stregua di un agnosticismo tipicamente moderno ed occidentale fino alla banalizzazione e allo svilimento della tradizione cristiana millenaria opera del sacrificio estremo di Cristo. La sfida della globalizzazione esige che le religioni possano comunicare le proprie ricchezze spirituali per un incontro e un dialogo ragionevole tra di loro al fine della convivenza pacifica in una società globalizzata. In altre parole, i fautori della famigerata globalizzazione vorrebbero farci credere che il loro è un agire a fin di bene non mettendo in dubbio la religiosità, ma mostrando l’impraticabilità di una posizione scettica o agnostica, razionalista, incapace di accedere alle ricchezze proprie della vita degli uomini e dei popoli. Insomma, un gran minestrone dentro un gran calderone. Ora, poiché il presupposto fondamentale della globalizzazione è il multiculturalismo espresso da un melting pot di lingue, culture e fedi religiose, ne consegue che l’unica religione in grado di supportare e agevolare la transizione verso tale caotica tendenza possa essere il protestantesimo, tanto caro alla massoneria. E' facile comprendere, quindi, perché la massoneria predilige il protestantesimo: entrambi demonizzano e combattono la Chiesa Cattolica, entrambi hanno come nemico il papato di Roma, entrambi si prefiggono il superamento del sacrificio eucaristico della Messa nella liturgia cattolica. Il fine dei rosacroce e poi dei massoni è quello di confondere i cristiani per poi porli contro la Chiesa di Cristo. A questo punto non si capisce come il protestantesimo possa rientrare nell’alveo del Cristianesimo, inteso come dottrina di Cristo, sconfessandolo concettualmente in una ritualità nella quale viene negata la centralità e l’importanza del sacrificio eucaristico.
Le prove che la massoneria predilige il culto protestante
Chissà perché si sente sempre parlare della Chiesa Cattolica e dei suoi mali all'interno della società, mentre mai si fa menzione delle sette protestanti diffuse in tutto il mondo, con le denominazioni più svariate, con i crimini di plagio mentale e violenza psicologica e fisica che molto spesso avvengono all'interno. Sicuramente, i preti cattolici che commettono reati di pedofilia o d'altra natura sono da condannare secondo la legge vigente, ma una cosa è cercare di fare giustizia, un'altra è costruire una enorme impalcatura mediatica anticattolica tale da far intendere che tutta la Chiesa è malefica, cancerogena per la società. Il cattolicesimo è diventato una specie di capro espiatorio in Italia ma anche all'estero: ogni male è colpa del Vaticano, che protegge i suoi ministri deviati, che possiede la banca più corrotta del mondo, lo IOR, e che si infiltra negli affari politici ed economici non di sua competenza, fino ad arrivare alla tesi secondo cui la massoneria è d'origine gesuita e quindi a comandare la politica mondiale (e non solo) è proprio la Chiesa Cattolica, e non il Sionismo, grande Innominato. Esaminando tuttavia i paramenti e i documenti massonici si scopre qualcosa di "inatteso": la massoneria predilige il protestantesimo, anziché il cattolicesimo. In Scandinavia, addirittura, esiste un Rito massonico particolare, il Rito detto Norvegese, che accetta nelle sue logge solo persone di fede cristiana protestante. Anche la storia ci presenta eventi che fanno riflettere: a parte la manipolazione che vi è stata in epoca illuministica delle fonti storiche medievali, significativo è l'attentato compiuto dalla massoneria ai danni del presidente ecuadoriano Gabriel Garcia Moreno nel 1875, che osò consacrare la nazione al Sacro Cuore di Gesù, scatenando le ire della massoneria anticlericale. Il sicario sparò colpi di revolver contro il presidente, nei pressi del monastero di Quito, dove due secoli circa prima la Vergine stessa aveva profetizzato a Madre Mariana de Jesùs Torres l'assassinio di un presidente cattolico ecuadoriano. Il sicario urlò "Muori, carnefice della libertà!", ma il presidente ebbe la forza di rispondergli: "Dio però non muore!". Alcuni protestanti potrebbero controbattere adducendo pretestuosamente di rapporti instauratisi tra massoneria e clero cattolico. A queste accuse si può ribadire che invece è proprio la Chiesa Cattolica il nemico numero uno della sinagoga di Satana, quale è appunto la massoneria. A sostegno si possono riportare sempre eventi riscontrabili nella storia e nella letteratura, loro invece non fanno altro che attaccare la Chiesa sopra ogni cosa, quasi fosse essa stessa la massoneria che tanto dicono di combattere. Confondono la vittima col carnefice e non sanno di essere essi stessi vittime dell'inganno massonico dato che non
parlano neanche per un istante del legame che esiste tra l'ideologia luterana e la setta dei rosacroce, tanto cara al culto massonico. Quello che non si legge mai nei libri di storia è il legame che unisce la figura di Martin Lutero, monaco d'istruzione cattolica ormai scomunicato da papa Leone X con la bolla Decet Romanum Pontificem (1520), alla setta ebraizzante dei Rosacroce, una comunità di alchimisti, cabalisti, ermetisti, astrologi e carpentieri diffusa in tutta Europa, sotterranea e clandestina, di fede gnostica, che poi confluirà insieme ad altri gruppi qualche secolo più tardi nella formazione della Massoneria, nel 1717, a Londra. Infatti la dottrina portante della Riforma protestante, la giustificazione per fede, è essenzialmente una gnosi: ci si salva solo attraverso un cammino di consapevolezza personale; da qui l'inutilità del Magistero ecclesiale e l'esaltazione del libero esame della Scrittura. Sola Scriptura diviene il motto protestante. La bimillenaria tradizione apostolica viene gettata a mare, con tutti i padri della chiesa e i testi teologici di santi, mistici e dottori, definendola una "inutile filosofia umana". Dopo Lutero, molti cristiani si allontanarono dalla sana dottrina, scatenando aspre lotte in Europa. Si formarono numerose chiese protestanti: non solo luterani, ma poi anche pietisti, calvinisti, anabattisti, presbiteriani, congregazionalisti, battisti, fino ai più recenti movimenti dei mormoni, avventisti e dei testimoni di Geova, dove la potestà rosacruciana e massonica è evidentissima nei fondatori, Charles Russel per i TdG e Joseph Smith per i mormoni. Questo è ciò che si può dedurre alla fine di tutto: se siete cristiani e non siete cattolici, non siete cristiani.
L’anelito della massoneria ad un ecumenismo in salsa protestante
Quelle che seguono sono parole di Gioele Magaldi, massone iniziato e cresciuto nel Grande Oriente d’Italia dove ha raggiunto lo status di Maestro Venerabile, fondatore del movimento massonico di opinione Grande Oriente Democratico, parole da lui dette in una intervista fattagli da Alfredo Lissoni su Radio Padania l’8 febbraio 2013: “La Massoneria nasce proprio come risposta, se vuole, nel seicento, nel settecento, come risposta all’intolleranza religiosa. Cioè nell’Europa sei – settecentesca, nell’Europa seicentesca soprattutto, ci sono buone religioni sanguinosissime, tra confessioni cristiane protestanti e cattoliche. La massoneria mette insieme innanzi tutto negli stessi ambiti, protestanti di varie confessioni e cattolici, e cerca di spingere in amicizia, in un nome di principi metareligiosi, cioè la Massoneria dice: “Guardate che vi è una spiritualità comune, per esempio nel Cristianesimo, per cui non vale la pena litigare o lacerarsi per questioni minimali, c’è una spiritualità cristiana comune e quindi facciamola valere”. Che cosa vuol dire questo nella pratica? Che l’ecumenismo tra cattolici romani e protestanti è nato proprio nelle logge massoniche per poi diffondersi all’esterno. C’è dunque la massoneria dietro il movimento ecumenico che ha praticamente fatto fare pace e amicizia tra cattolici e moltissimi protestanti. Massima attenzione dunque all’ecumenismo che va sempre più diffondendosi anche in ambito pentecostale, perchè è opera della massoneria. Non solo. E’ interessante notare come la massoneria sia diffusa in tutto il mondo ed ai più alti livelli del potere, tanto che le Nazioni Unite, i cui maggiori rappresentanti sono tutti o quasi esponenti massoni, non riconoscono ufficialmente nessuna religione, se non la Società Teosofica, e la teosofia si configura essenzialmente come scienza esoterica che poco ha a che fare con la fede in Dio, ma molto con l’occultismo.  

CINZIA PALMACCI

RIVENDICARE UNA SOVRANITA’ NAZIONALE UNICA E INDIVISIBILE SI PUO’



Il MUOS, è un sistema militare di controllo e comunicazione composto da satelliti e stazioni di terra posti nei quattro angoli del mondo dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti che ha pensato di collocare l’ultimo nodo di questo sistema proprio a Niscemi in Sicilia, dove già dal 1991 è presente il NRTF, Naval Radio Transmitter Facility, che si compone di ben 41 antenne militari. Decine e decine di studi hanno dimostrato come queste strumentazioni – sia il MUOS che il NRTF – hanno un impatto devastante sull’ambiente e sulle persone, essendo comprovatamente causa di tumori e leucemie. Dalla Val di Susa a Niscemi, da Aviano a Sigonella fino in Sardegna, dire a piena voce no al Muos e no alle basi americane vuol dire opporsi con forza all’ennesimo tentativo di stupro della nostra terra: significa non solo difendere la salute e l’ambiente, ma rivendicare autodeterminazione e sovranità popolare sulla Sicilia e sull’Italia. Vuol dire rifiutare l’ennesimo strumento di morte e distruzione con il quale il Capitale, sotto le mentite spoglie dell’“intervento umanitario” e delle “missioni di pace” massacra terre, culture e popoli sull’altare del Profitto. Si tratta di  una questione centrale nella lotta per la riconquista della sovranità nazionale, verso una consapevolezza collettiva sul ruolo di questa in funzione dell’emancipazione delle classi popolari, quelle capaci di fare “massa critica”, per intenderci.
L’alleato “traditore”
Arriveremo davvero al punto di doverci liberare dei “liberatori”? In effetti, dalla fine della II guerra mondiale ad oggi, molte cose sono cambiate. L’Italia da paese liberato si trova di nuovo in uno stato di soggezione non solo psicologica, ma fattuale verso chi avevamo creduto un alleato storico affidabile. Purtroppo i fatti ci pongono davanti un’altra verità. Nel 2009, Roberto Fiore presidente di Forza Nuova, presentò al Parlamento europeo un’interpellanza, ispirata dall’Ambasciata Serba, in cui si mettevano in luce gli strettissimi rapporti fra la più grande base militare USA fuori dal territorio americano, Camp Bondsteel in Kosovo, la raffinazione della droga ed il suo smercio in Europa: la risposta fu pilatesca e ridicola e non fugò affatto l’idea che la base e l’emergente Stato islamista Kosovaro ci avrebbero riservato delle brutte sorprese. Oggi, in piena emergenza ISIS, un coraggioso report dell’Espresso ci racconta, con dovizia di particolari, di come le basi del sedicente Stato Islamico, che spuntano come funghi proprio a ridosso di Bondsteel, siano in piena maturazione e si apprestino ad essere operative anche in direzione dell’Italia, come già dimostrato dall’individuazione di una cellula jihadista a Brescia i cui capi provenivano dal Kosovo. Basi Isis a due passi dalle basi Nato che dovrebbero combatterle, basi Isis che sorgono a due passi dal “nemico” che dovrebbero temere? Proprio così. Ma c’è di più: Camp Bondsteel, che copre con radar, intelligence e militari (7000 più spioni vari) una fetta enorme di territorio, è la stessa base in cui si sono addestrati molti capi jihadisti kosovari. Questi due dati sarebbero sufficienti ad uno Stato serio per aprire una crisi urgente con gli USA per minacciare e avviare l’uscita dalla Nato. L’opinione pubblica deve sapere che l’Italia fa parte di un’alleanza militare in cui due Paesi (Usa e Turchia, il primo ed il terzo per forza militare) sono in realtà all’origine del terrorismo, faremo il nostro dovere per informarla. Se vogliamo evitare attacchi terroristici in Italia dobbiamo muoverci: intervenire sul piano interno con energia, ma anche, all’esterno, mettere in mora l’“alleato” traditore, collegandoci con intelligenza e tramite la nostra intelligence ai russi e agli europei che hanno ben chiara quale sia la realtà.
Positivo, in quest’ultima direzione, quanto fatto dal capo dei servizi segreti Manenti nel 2016. Il generale ha incontrato Assad e i suoi servizi di sicurezza, chiedendo loro le liste dei terroristi “europei” schedati dai siriani. Forza Nuova l’aveva chiesto esattamente 16 mesi fa, evidentemente il partito non è più tanto una vox clamans in deserto. Se il Governo italiano non interviene con forza per difendere il territorio, la salute della popolazione e l’ambiente circostante che cosa dovremmo pensare? Dovremmo forse giustificare e comprendere le ragioni profonde di un malcontento generale attraverso le rivendicazioni di indipendenza che serpeggiano in Italia? Del resto, quando uno Stato abdica le sue funzioni di tutela e salvaguardia della popolazione il diritto all’autodeterminazione appare non solo giustificato ma sacrosanto, tuttavia con il rischio di un effetto domino dagli esiti incerti e potenzialmente devastanti. Ma chiunque creda nell’unità della Patria e la rivendica con orgoglio, perché non dimentica i sacrifici di migliaia di soldati che hanno dato la vita per questo ideale, non può accettare supinamente lo sfaldamento di una Nazione senza nemmeno provare a cercare una soluzione. Il consenso plebiscitario del referendum per l’autonomia in Veneto e Lombardia è stato un risultato prevedibile sull’onda emotiva dei fatti in Catalogna, e dello scoramento verso una politica nazionale incapace di un vero cambiamento. Ma cambiare verso ancora si può se si ha il coraggio di mandare in soffitta vecchi schemi attraverso una rivoluzione non solo politica, ma anche concettuale. Ricordiamo sempre che la storia che ci hanno inculcato sui banchi di scuola è il risultato di un lavaggio del cervello di massa che ancora ci impedisce di giudicare gli eventi con lucidità e apertura mentale. La storia, quella vera, possiamo riscriverla noi.
CINZIA PALMACCI






















SI APRE UN NUOVO ANNO DIFFICILE PER IL CRISTIANESIMO NEL MONDO



E’ singolare il fatto che proprio all’alba del nuovo anno 2018, dopo anni di ricerche, siano emerse due importanti scoperte il cui merito va allo storico Pier Luigi Guiducci della Pontificia Università Laterana. Questi reperti, entrambi risalenti al terzo secolo d. C., riguardano il ritrovamento di una Croce al Colosseo, segno della persecuzione dei cristiani nell'Anfiteatro Flavio, e quello di un Chrismon in un criptoportico dell'ambasciata americana a Roma, testimonianza della presenza dei seguaci di Cristo anche nelle classi più agiate. Con questa sensazionale scoperta, che testimonia e certifica la persecuzione dei cristiani, si apre il nuovo anno quasi a rammentarci il flagello delle persecuzioni cristiane che ancora oggi affliggono i credenti sparsi in tutto il mondo come testimoni del Vangelo di Cristo, moderni apostoli. «Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto» (Lc 21,17-18). Luca scrive il suo Vangelo quando le persecuzioni contro i primi cristiani sono già cominciate. Ma, come ogni parola di Dio, è diretta ai cristiani di tutti i tempi e alla loro quotidiana esistenza. Essa contiene un monito e una promessa. L’uno riguarda più la vita presente, l’altra più la futura. Ambedue puntualmente si verificano nella storia della Chiesa e nelle vicende personali di chi cerca di essere un discepolo fedele a Cristo. E’ normale, per chi segue lui, essere odiati. E’ il destino del cristiano coerente, in questo mondo. Non c’è da illudersi e Paolo ce lo ricorda: “Tutti quelli che vogliono vivere piamente in Cristo Gesù saranno perseguitati”. Gesù spiega il perché: “Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia”. Ci sarà sempre un contrasto fra il modo di vivere del cristiano e quello di una società che rifiuta i valori del Vangelo. Contrasto che può sbocciare in una persecuzione più o meno larvata oppure in una indifferenza che fa soffrire.  
La situazione in Russia
La Russia ha proprio vietato virtualmente tutti i tipi di evangelizzazione al di fuori di una chiesa o di un sito religioso. E la Cina sta abbattendo migliaia di croci e demolendo decine di chiese in un rinnovato giro di vite sulla crescita del Cristianesimo in quella nazione. Nel complesso, secondo una recente relazione, ci sono 53 paesi che attualmente hanno leggi che limitano la fede cristiana. Quando pensiamo di svegliarci e di renderci conto di quanto sta accadendo? La fede cristiana è stata brutalmente repressa dal regime sovietico per decenni. Purtroppo, la Russia ha deciso di tornare ai vecchi metodi sovietici (non se ne sono mai distaccati!). Questa nuova legge che Vladimir Putin ha voluto rappresenta quasi un divieto completo e totale sulla condivisione del Vangelo. La legge, entrata in vigore il 20 luglio 2016, ha vietato l’evangelizzazione ovunque al di fuori di una chiesa o di un sito religioso – comprese le abitazioni private e on-line – e quelli che violeranno tale decisione, saranno multati (per il momento). Solo determinati membri di organizzazioni religiose (ortodosso-sioniste probabilmente) saranno in grado di poter condividere la loro fede: perfino anche la sola testimonianza informale tra gli individui è proibita. Secondo il New York Times, tale divieto comprende anche la “predicazione e la preghiera” che verranno fatte al di fuori dei confini delle istituzioni religiose “ufficialmente riconosciute”. Nelle apparizioni di Fatima la Russia è menzionata ben due volte nel segreto. La conversione della Russia richiesta dalla Vergine Maria è condizionata a un cambiamento spirituale: “se si ascolteranno le mie richieste...”. Senza alcun dubbio la Russia giocherà un ruolo cardine per il futuro del mondo, perché la sua è una missione della quale è stata investita direttamente dal Cielo. Una missione così trascendentale che non riusciamo ancora a capirne tutta la portata. La Russia è nominata ben due volte nel segreto di Fatima. Menzionata prima come strumento dei castighi – gli “errori della Russia”, cioè il comunismo sovietico, del quale la Russia, andando contro le proprie radici, si trasformò in focolaio e portabandiera – è invece poi celebrata come il Paese la cui conversione, una volta consacrato dal Romano Pontefice alla Madonna, apre l’era del trionfo del Cuore Immacolato di Maria. Perché questa importanza della Russia nei disegni della Divina Provvidenza? In cosa consiste esattamente la “conversione della Russia”, che la fa passare da flagello di Dio ad antesignana del trionfo del Cuore Immacolato? Due domande che dovranno trovare risposta venendo incontro alle parole della stessa Madonna: “Se si ascolteranno le mie richieste, la Russia si convertirà”. Tutto dipende, dunque, dalla fedeltà al messaggio della Madre di Dio.
La situazione in Cina
Anche in Cina i funzionari del governo hanno lanciato un ben rinnovato giro di vite sui cristiani, poiché la chiesa sotterranea continua a crescere e ad espandersi a macchia d’olio. Secondo alcuni rapporti, negli ultimi mesi, il governo ha abbattuto più di 2.000 croci nella sola provincia di Zhejiang. Ora, più di duemila croci sono state rimosse a forza dalle chiese, come parte di una campagna governativa che vuol regolare gli eccessivi siti religiosi”. Quasi due anni fa, la leadership della nazione ha lanciato una crociata per sradicare il Cristianesimo nella provincia costiera di Zhejiang. Da allora, diversi membri del pubblico sono stati arrestati per aver tentato di fermare il rozzo tentativo del governo al fine di sopprimere la fede cristiana. Ma spesso i funzionari governativi non si fermano qui, decidendo di abbattere un’intera chiesa. Infatti, dall’inizio di quest’anno, almeno 49 chiese sono state distrutte nella provincia di Zhejiang. I fedeli cristiani si riuniscono per il culto tra le rovine della loro chiesa demolita, sfidando il governo cinese di direzione anticristiana comunista. I congreganti di WenzhouCina – provincia di Zhejiang – conducono un servizio di preghiera nonostante l’edificio della chiesa sia stato demolito dai funzionari del governo. La Chiesa di Zhuyang – una chiesa sanzionata dal governo – è stata una demolizione iniziale di chiese senza precedenti. Ma anche le chiese rimaste ancora in piedi nella provincia di Zhejiang stanno sentendo il dolore della repressione. Secondo China Aid, c’è una nuova legge che sta costringendo molte chiese a consegnare tutte le loro decime e donazioni alle autorità statali”. Il governo comunista della Cina in provincia di Zhejiang vuol far rispettare una nuova legge che impone alle numerose chiese di consegnare tutte le loro decime e donazioni alle autorità statali. Secondo un’organizzazione no-profit cristiana dedicata al servizio della Chiesa perseguitata in Cina, i funzionari di Pingyang a Wenzhou stanno convincendo i membri allo scopo di consegnare tutti i redditi delle loro chiese alle autorità statali. Per tanto tempo, la maggior parte degli americani hanno considerato il governo cinese come un amico.  Ma questo non è affatto vero. I comunisti cinesi sono in un sistema corrotto, un regime malvagio che è sempre stato profondamente anticristiano, questo vale per il comunismo cinese come per altri, poiché è un sistema ideologico-dottrinale univoco. Chiunque lo ritenga essere altrimenti è stato semplicemente illuso e ingannato.
La situazione in Africa
Nel frattempo, la persecuzione dei cristiani continua ad intensificarsi in molte parti dell’Africa.  In Nigeria una madre di sette figli è stata “condannata a morte” dai radicali islamici per aver predicato apertamente il vangelo di Gesù Cristo, e il suo corpo mutilato è stato scoperto in una pozza di sangue con in mano una Bibbia e un megafono che usava per predicare ogni mattina. Fin dal primo secolo, i cristiani sono stati martirizzati per predicare pubblicamente il Vangelo, ma oggi la persecuzione è divenuta ancora più crudele e incessante proprio nel tempo profetizzato degli Ultimi Giorni.
La situazione in Medio Oriente
In Medio Oriente i cristiani vengono torturati, decapitati e crocifissi da gruppi terroristici radicali quali l’ISIS e in altre zone stanno imponendo la persecuzione a livello nazionale da parte dei governi. Per esempio, è sufficiente osservare ciò che sta accadendo in questo momento in Pakistan. “Il governo del Pakistan ha annunciato l’intenzione di forzare l’Islam sui giovani rendendo obbligatorio lo studio coranico in tutte le scuole e collegi universitari, il quale che è contrario alla costituzione del paese oltre che al precetto islamico per cui non ci dovrebbe essere costrizione nella religione. Questa è l’ultima escalation discriminatoria del paese nei confronti dei cristiani, delle altre fedi minoritarie e dei non credenti. I cristiani pakistani, compresi i bambini, sono a rischio di sequestro di persona, di matrimonio forzato e della costrizione alla conversione religiosa all’Islam. Alcuni sono anche vittime di blasfemia, che portano alla pena di morte. Ci sono regolari aggressioni violente sulle famiglie cristiane, sulle case, sui negozi e sulle chiese.
La persecuzione della Fine dei Tempi è qui.
In tutto il pianeta, la fede cristiana è sotto attacco. Nel mondo occidentale dobbiamo affrontare  una persecuzione molto violenta, dal momento che la nostra fede viene inesorabilmente derisa, ridicolizzata e demonizzata: in televisione, nei film e su Internet. Le leggi che sono anti-cristiane nel tono e nella sostanza, passano regolarmente e molti dei nostri uomini politici non fanno nemmeno più finta di essere onesti con noi. Proprio come in gran parte del resto del mondo, stiamo iniziando a scoprire che c’è un prezzo da pagare per seguire Gesù Cristo. E’ normale, per chi segue Lui, essere odiati. E’ il destino del cristiano coerente, in questo mondo. Non c’è da illudersi e Paolo ce lo ricorda: “Tutti quelli che vogliono vivere piamente in Cristo Gesù saranno perseguitati”. Gesù spiega il perché: “Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia”. Ci sarà sempre un contrasto fra il modo di vivere del cristiano e quello di una società che rifiuta i valori del Vangelo. Contrasto che può sbocciare in una persecuzione più o meno larvata oppure in una indifferenza che fa soffrire.
 
CINZIA PALMACCI




ISRAELE E IRAN TRA SCENARI DI GUERRA ATOMICA E PROFEZIE



La prospettiva israeliana
«Noi possediamo varie centinaia di testate atomiche e missili, e siamo in grado di lanciarli in ogni direzione, magari anche su Roma. La maggior parte delle capitali europee sono bersagli per la nostra forza aerea…le nostre forze armate non sono la trentesima forza mondiale, sono la seconda o la terza. Abbiamo la capacità di trascinare giù il mondo con noi. E posso assicurarvi che questo accadrà, nel caso si crolli nell’abisso». Questa minaccia è stata pronunciata nel febbraio 2003, da Martin Van Creveld, allora docente di storia militare all’Università Ebraica di Gerusalemme, e tutto fa credere che quattordici anni dopo nulla sia cambiato nelle intenzioni di Israele nonostante l’avvicendarsi dei governanti. Ora, azioni arbitrarie di una potenza nucleare, sono tollerabili nel mondo? Israele non solo non ha mai rivelato quante testate nucleari possiede (fra 200 e 300, si calcola), ma nemmeno ha mai reso esplicita la sua «dottrina militare» riguardo all’uso delle armi atomiche.  Il 6 giugno 2002, su Haaretz, due scienziati israeliani, Moshe Gelman dell’Asher Institute presso l’Israel Institute of Technology e Avi Har-Even, direttore dell’Israel Space Agency, parlarono del recente lancio in orbita del satellite Ofek 5. Il quale, spiegarono, ha «due obbiettivi strategici». Il primo, dare ad Israele una capacità di spionaggio satellitare delle attività militari di tutto il Medio Oriente. La seconda, disse Har-Even, «riguarda le capacità di lancio israeliane». «Dal momento in cui Israele può lanciare un satellite in orbita a centinaia di chilometri dalla terra», spiegò Gelman, «ha stabilito la sua capacità di lanciare, con un suo missile, un carico attivo sopra ogni luogo sulla faccia del pianeta». Dagli anni ’80, e forse anche prima, la marina israeliana ha premuto parecchio sull’idea che Israele deve costruirsi una piccola flotta di moderni sottomarini diesel per ‘finalità strategiche’, un eufemismo israeliano per indicare la capacità di lancio subacqueo di missili nucleari. Si ritiene (ma non ce n’è conferma) che l’aspetto più delicato del progetto, la tecnologia missilistica da crociera che rende i sottomarini diesel piattaforme di lancio atomico, sia stato sviluppato e fabbricato in Israele. Secondo un articolo del Sunday Times di Londra, Israele ha compiuto il primo lancio sperimentale dei suoi Cruise all’inizio del 2000. Tutto indica che Israele ha strutturato le sue forze nucleari a triade, come gli Stati Uniti. E’ la triade atomica: missili intercontinentali, bombardieri nucleari (quelli che hanno acquisito le capitali europee come bersaglio), e missili lanciati da sottomarini. Si tratta del più importante sviluppo nelle capacità nucleari di Israele. Israele ha acquistato la capacità di sopravvivenza per un secondo colpo nucleare. Una flotta di tre sottomarini è ritenuta il minimo che Israele esige per avere in mare in ogni momento almeno un sommergibile con armi nucleari. Il fatto è che pochi Stati possono essere minacciati nella loro stessa esistenza. Israele sì. E si è esposto volontariamente a questo rischio: dotatasi di armi nucleari, si è reso responsabile di una corsa all’armamento atomico. Ed ora deve preventivamente attaccare qualunque nemico potenziale che provi a fornirsi di un’atomica, come l’Iran. A proposito dell’Iran, alcune profezie della S. Vergine ad Anguera in Brasile parlano chiaro circa il coinvolgimento dell’Iran in una guerra devastante contro Israele: Arriverà il giorno in cui il leone furioso si inchinerà ai piedi del dragone. L'unione delle fiere porterà grande sofferenza ai Miei poveri figli. Un uomo arrogante farà un patto con l'Iran. Sembrerà che lui voglia pace, ma in verità sarà una spina per molte nazioni. I terroristi, guidati da colui che sembra un profeta, porteranno sofferenza e pena al nido dell'aquila e alla Terra del Salvatore. Il leone furioso attaccherà la Chiesa e causerà grandi sofferenze ai Miei poveri figli. Le teste si uniranno e pianificheranno il grande attacco. I figli del leone agiranno con grande furia contro la casa di Dio. Un grave conflitto causerà grande distruzione. Israele vivrà l'agonia di un condannato, e per questo sarà sorpresa dai terroristi. La Siria tradirà, ma alla fine berrà il suo stesso veleno.
Gerusalemme e molte città vicine proveranno pesante croce. Grande sarà la
devastazione. La città di Gerusalemme sarà distrutta e quando la grande tribolazione sarà passata non sarà riconoscibile, tutto ciò che rimarrà sarà un grande deserto.
La terra del Salvatore deve soffrire molto, ma quando si sentirà sconfitta difenderà
se stessa con armi che spanderanno il fuoco nel cielo. Il Medio oriente tremerà con il grande olocausto atomico. La terra sarà agitata e tremerà con un grande olocausto atomico. L'Iran sarà devastata da Israele”. Secondo il commentatore, il leone furioso è l’IRAN, mentre il dragone è la CINA. L’aquila è l’AMERICA.
Questa profezia concorda con una simile ricevuta dalla stimmatizzata Teresa Musco nel 1973 secondo la quale "la grande guerra, il grande castigo dal Cielo e dalla Terra inizierà dalla terra del Mio Figlio Gesù", ed entrambe concordano con quella ricevuta dal veggente polacco Domanski. Kasimir Domanski nato nel 1934 e deceduto nel 2002 ed è stato protagonista di una vicenda molto significativa che ha segnato la sua vita per sempre. Venne infatti guarito improvvisamente dalla Madonna alla vigilia di un’operazione alla quale si era dovuto sottoporre dopo essere stato investito da un autocarro ed essere stato gravemente ferito. La Madonna gli apparve e gli disse: “Alzati, figlio, sei guarito, e ora guarirai tu i malati per grazia di mio figlio Gesù Cristo e mia”. Kasimir si alzò subito dopo ed era realmente guarito. Da quel giorno, Domanski ricevette messaggi ed è stato testimone di apparizioni vicino ad Ohlau, in provincia di Breslau (Wroclaw) fino al 2001 anno della sua morte. Interessante il particolare rivelatogli, che la guerra avrà inizio da Israele.

La prospettiva iraniana
L’Iran, per parte sua, ha costruito le sue strutture di ricerca nucleare un po’ dappertutto sul territorio, in modo che se anche una di queste andasse distrutta, le altre continuerebbero a funzionare. Malgrado questo, Israele ha cercato diverse volte di ottenere l’appoggio degli USA per colpire i reattori nucleari in Iran, ma sotto l’amministrazione Obama c’è sempre stato un rifiuto degli USA. E, per quanto possa sembrare incredibile, l’Arabia Saudita ha dato il libero accesso dei suoi spazi aerei per questo tipo di missione. I Sauditi hanno più motivi di temere le armi nucleari Iraniane che Israele, poiché la guerra più grande ora nel mondo è in Medio Oriente tra l’Islam Sunnita e l’Islam Sciita. I Sauditi sono a capo dell’Islam Sunnita e l’Iran è a capo dell’Islam Sciita. E questo spiega il miglioramento delle relazioni tra Israele e i Sauditi. Il punto è questo. Se leggiamo attentamente le profezie bibliche vediamo che sarà Damasco a venire distrutta, non Teheran; l’Iran (Persia) lancerà un attacco contro Israele unendosi alla Russia (Rosh, Mescek, Tubal) e alla Turchia (Gomer, Togarmah). Quindi quello che stiamo vedendo mette fine alla prospettiva di un attacco preventivo di Israele in Iran. Infatti possiamo vedere la possibilità di uno scontro nucleare in Medio Oriente, se leggiamo attentamente tra le righe della profezia di Ezechiele, per esempio riguardo al tipo di armi che dovranno essere seppellite per un certo numero di anni. I passi da gigante sono stati fatti in due direzioni:
1- il rafforzamento della collaborazione tra Iran e Russia, che alla fine attaccheranno insieme Israele;
Forse la Russia non parla ancora apertamente contro Israele, ma l’Iran minaccia giorno e notte di distruggerci
2- La Russia non andrà mai a contrastare l’Iran per un sistema missilistico che gli ha venduto, e con questo gesto è come se avesse avvisato Israele di non cercare di accattare il programma nucleare iraniano. Dobbiamo capire che l’alleanza tra l’Iran e la Russia è momentanea e spinta dai loro interessi personali; la Russia ha bisogno di soldi perché a causa del crollo dei prezzi del petrolio ha un economia in frantumi, e l’Iran ha bisogno di quelle armi.
Queste due nazioni sono più vicine che mai. E il fatto che l’Iran annunci che il sistema S-300 è operativo rappresenta una minaccia verso chiunque voglia opporsi al suo programma nucleare, soprattutto verso Trump che potrebbe dare il consenso degli USA ad Israele per attaccare in Iran. Oramai Israele stessa non ha più intenzione di farlo poiché sarebbe una missione suicida. Infatti il motivo che ha spinto l’Iran ad accelerare enormemente la corsa per avere questo sistema operativo il prima possibile (sapendo che inizialmente avevano annunciato che sarebbe stato fatto entro il 2018), è stata l’elezione di Trump alla Casa Bianca. Se fosse stata eletta la Clinton avrebbero preso le cose con più calma, sapendo che gli USA avrebbero continuato a bloccare i tentativi di Israele di fermare il programma nucleare iraniano, come ha fatto Obama. Ma visto la posizione di Trump contro le violazioni dell’Iran dell’accordo sul nucleare e il suo grande supporto per Israele, hanno fatto un grande sforzo per avere il sistema operativo prima che Israele, gli USA e i Sauditi potessero agire. Oramai è un fatto certo: l’Iran riuscirà sicuramente ad avere le armi nucleari e nessuno potrà fermarla da un punto di vista militare. Siamo entrati in una nuova fase per il Medio Oriente, e sappiamo che a questo punto l’appoggio degli USA non potrà avere alcuna incidenza, poiché la Russia si trova fisicamente in Medio Oriente e se permetterà all’Iran di fare quello che vuole, significa che Israele sarà esposto ad una grande minaccia. Infatti Ezechiele 38 non parla di un aiuto dell’America, né dell’Arabia Saudita, né dell’Europa, ma di una semplice protesta verso un attacco contro Israele, niente di più. Il Pastore J.D. Farag ha detto che l’elezione di Trump ha accelerato le cose verso il compimento delle profezie ed è esattamente quello che sta succedendo. Infatti è proprio a causa di Trump che l’Iran ha accelerato i test dei suoi sistemi operativi nella realizzazione del programma nucleare, per evitare che Trump permetta ad Israele di agire. Sono notizie di capitale importanza riguardo alla realizzazione delle profezie di Ezechiele 38. Tenete presente che Netanyahu sta lavorando per creare una coalizione con gli stati intorno, l’Arabia Saudita, l’Egitto, il Qatar… perché questi paesi Sunniti si sentono minacciati dall’accrescimento del potere militare dell’Iran e oramai vedono Israele più come un alleato che come un nemico: il nemico del mio nemico è mio amico. La Bibbia non parla affatto di una Soluzione a due stati, né di uno stato Palestinese, ma la Bibbia parla chiaramente dell’Iran che attacca Israele, parla di un sicuro attacco nucleare, parla della Russia coinvolta in Medio Oriente. Le profezie bibliche di Ezechiele collimano in modo impressionante con i messaggi profetici della S. Vergine Di Anguera al veggente Pedro Regis quando parlano di un’alleanza tra “l’orso feroce”, la Russia con il “leone divoratore”, l’Iran che potrebbe trovare un ottimo pretesto per scagliarsi anche contro la religione cattolica colpendo la Chiesa: “La Russia inciamperà e l'uomo orgoglioso (secondo alcuni è Vladimir Putin) agirà con la forza del demonio. Da San Pietroburgo (città di nascita di Vladimir Putin) verrà fuori una spina che ferirà i miei poveri figli. L'albero del male nacque lì ed i suoi rami si diffusero in tutto il mondo. Il seme del male ancora esiste e l'orso feroce di esso si alimenta. Un fuoco veloce (missili?) incrocerà i cieli di vari paesi d'Europa. Cadrà sopra un famoso tempio e gli uomini piangeranno e si lamenteranno. Un fuoco veloce arriverà sul palazzo, ma la roccia non si romperà. Un fuoco veloce cadrà su una grande città. L'umanità vivrà la angoscia di un condannato. Un grave conflitto finirà in una grande catastrofe.
Arriverà il giorno in cui l'Orso feroce si unirà al Leone divoratore. La furia degli animali cadrà
sulla Chiesa e i Miei figli consacrati caricheranno pesante croce.
La Russia calpesterà molte nazioni e l'umanità vivrà momenti di grande panico.
L'orso feroce attaccherà e porterà sofferenza e dolore alla casa di Dio. Il seme del male ancora esiste e l'orso feroce di esso si alimenta. L'orso feroce andrà alla ricerca del suo spazio.
Tre grandi Sassi dall'Est (sono le tre armate russe di cui parlano altre profezie?) cadranno su varie nazioni, causando distruzione e morte”. 

CINZIA PALMACCI





  

IL MICROCHIP E’ IL PROSSIMO PASSO VERSO LA TOTALE SCHIAVITU’



L’insidia del famigerato chip sottocutaneo si fa più concreta da quando circa 3.000 cittadini svedesi si sono fatti installare un microchip nei loro corpi per semplificare la vita quotidiana, a detta loro. Questa della semplificazione della vita quotidiana è un mantra che ricorre già da anni nei media asserviti, ed ora il lavaggio del cervello ha tristemente prodotto i suoi frutti in alcuni paesi europei come Svezia, Francia, Gran Bretagna e Germania, ed extraeuropei come gli Usa. In Germania, gli unici autorizzati a impiantare (ed espiantare) i chip oltre ai medici sono proprio i piercer professionisti: tutta l'operazione dura meno di cinque minuti, e in un paio di settimane la piccola ferita di circa un millimetro si rimargina completamente. Anche i prezzi sono in linea con il cyberfashion. Dai 40 ai 70 euro, per chi desidera acquistare il "comfort kit" con tutto il necessario per l'operazione, siringa e guanti inclusi. Le persone con gli impianti installati possono passare la loro mano vicino a una macchina per entrare nel loro ufficio o in palestra, invece che dover estrarre una chiave elettronica. Il cosiddetto biohacking è in crescita visto che sempre più persone dipendono dalla tecnologia indossabile e dai dispositivi interconnessi. Per il momento la maggior parte degli utenti che si è fatta installare dei microchip nel corpo non temono, ingenuamente, possibili hackeraggi o i dispositivi di sorveglianza. Ma chi conosce bene il mondo del cyberspionaggio, sa benissimo che nulla di tecnologico può essere esente dal sabotaggio di hacker ben addestrati e agguerriti. Stavolta però ad essere hackerati non sarebbero dei personal computers, ma dei corpi umani con conseguenze potenzialmente devastanti per la salute di chi si fa impiantare tale diabolico congegno. Impiantare dei chip nel corpo potrebbe causare infezioni o reazioni nel sistema immunitario, ha detto all’Agenzia di stampa francese Ben Libberton, un microbiologo del Max IV Laboratory, nel sud della Svezia.  Non solo. L’élite ha pensato a tutto in caso di “disobbedienza” e rimozione dell’impianto: un computer centrale potrebbe letteralmente far esplodere il microchip nel corpo del “disobbediente” e causargli una morte atroce e lenta. I primi ad essere cascati nella trappola sono stati migliaia di svedesi, circa 3.000 persone in Svezia, che negli ultimi tre anni, hanno inserito un microchip – piccolo come un chicco di riso – sotto la pelle, ha riferito Agence France-Presse, l’Agenzia di stampa francese, con malcelata soddisfazione. Gli impianti hanno già contribuito a sostituire il bisogno di una serie di oggetti quotidiani. Il microchip di Ulrika Celsing, installato nella sua mano, ha sostituito la sua tessera della palestra e la chiave elettronica dell’ufficio. Quando entra nel suo posto di lavoro, la ventottenne passa semplicemente la mano vicino a una piccola scatola e digita un codice in modo che le porte si aprano, ha detto alla stampa francese. In Italia, nel 2016 cominciano ad apparire alcune boutade sull’argomento, prima al TG1 e poi su alcuni importanti quotidiani come La Repubblica che titola: “Chip dermali, siamo già cyborg: ecco come si vive con il corpo connesso-Low cost, invisibili, veloci e sicuri. Arrivano sul mercato i chip dermali NFC, per dire addio a password, pin e chiavi. Al costo di un piercing”, un concetto a dir poco inquietante. Molti anni fa, in tempi non sospetti, un santo sacerdote-servo leale di Dio cominciò a parlare apertamente di questo piccolissimo strumento innestato all’interno dell’epidermide identificandolo col ”marchio della bestia” di cui si parla nell’Apocalisse, ma non solo lui, tutti i teologi e i rappresentanti di ciascuna comunità, cattolica, protestante, ortodossa, evangelica o di qualsiasi altra definizione, confermano questo: ”Inoltre obbligò tutti piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi, a farsi mettere un marchio sulla mano destra o sulla fronte, nessuno poteva comprare o vendere se non portava il marchio cioè’ il nome della bestia o il numero che corrisponde al suo nome” (Apocalisse 13,16). Questa fuga di massa dalla vera dottrina, questa cieca fede nella propaganda complice dei poteri deviati, questo abbandono totale (o quasi) dei sacramenti, questo modernismo fallace e distruttivo, questo falso benessere che tiene incatenate le famiglie alle oscillazioni della borsa, porteranno conseguenze gravissime non solo ai credenti, ma anche e soprattutto a chi non lo è. Conseguenze non solo fisiche ma soprattutto spirituali: ci si gioca il destino eterno dell’anima. La gente viene indotta a pensare che farsi impiantare un “innocuo” microchip risolverà tutti i problemi della vita quotidiana perché non è più capace di meritarsi quella ultraterrena. Ma impiantare dei chip nel corpo potrebbe causare infezioni o reazioni nel sistema immunitario, ha detto a Afp Ben Libberton, un microbiologo del Max IV Laboratory, nel sud della Svezia.

CINZIA PALMACCI

MONITO ALLA NATO: NESSUN DIKTAT AL NUOVO GOVERNO ITALIANO



Dopo la velata minaccia di Jens Stoltenberg e della NATO, il neonato governo italico pare aver assunto subito un atteggiamento più cauto nei riguardi dell’abolizione delle sanzioni alla Russia. Del resto, il premier Conte aveva comunque rassicurato lo storico alleato yankee circa la solida alleanza militare che l’Italia avrebbe continuato a rispettare, nonostante l’apertura alla Russia di Putin. Ma si sa, il nostro Paese ha una lunga tradizione in fatto di cerchiobottismo, quell’atteggiamento a metà tra il pavido e il precauzionale che ci impedisce di essere considerati credibili nei contesti internazionali. L’aver ceduto il nostro territorio alle basi militari americane è stata una mossa non certo ascrivibile al governo attuale, ma risale almeno al dopoguerra in concomitanza con la nascita della NATO. Tuttavia, è stato un atto palesemente in contrasto con la nostra Costituzione che, come si sa, ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. Le basi militari americane in Italia sono diventate particolarmente invasive e pericolose, a causa degli impianti MUOS che non pochi problemi di salute stanno procurando alla popolazione siciliana, oltre al continuo stoccaggio di ordigni nucleari su un suolo come quello italiano che già presenta notevoli criticità dal punto di vista sismico. L’adesione dell’Italia alla NATO, avvenne in circostanze di particolare vulnerabilità per il nostro Paese e per l’Europa. Il nuovo governo che si formò dopo le elezioni del '48 dovette prendere atto che l'Europa era ormai divisa in due blocchi contrapposti, e che la sicurezza di un paese dipendeva dall'appartenenza all'uno o all'altro schieramento. Era da poco stata formulata la cosiddetta "dottrina Truman" (marzo 1948), in base alla quale gli Stati Uniti proponevano di aiutare economicamente i paesi europei in difficoltà attraverso il Piano Marshall, ed in questo contesto iniziò una serie di contatti con gli USA per ottenere garanzie di sicurezza in caso di attacco, essendo le Forze Armate nazionali tuttora lontane da una reale credibilità. Il governo di Washington, spinto da motivazioni di carattere politico ma al tempo stesso interessato a mantenere proprie basi nella penisola, d'importanza strategica per il controllo aeronavale del Mediterraneo, convinse l'Italia - già incline ad una scelta in senso occidentale -ad intavolare colloqui per l'inserimento in un'alleanza difensiva. L'Italia aveva scarse possibilità di partecipare attivamente ad un sistema militare integrato, a causa dalla precaria situazione economica e delle perduranti clausole restrittive del Trattato di Pace; la conseguenza più immediata dei contatti con gli Stati Uniti fu perciò un allentamento dei vincoli del Trattato e l'inserimento delle forze armate nazionali nel programma MDAP (Mutual Defense Assistance Programme) di aiuti militari americani. Ma dal 1948 l’Italia, grazie all’assistenza e all’esperienza militare americana, è riuscita a camminare sulle proprie gambe. Dal 1948 ad oggi, il nostro Paese è pronto ad emanciparsi da quella sudditanza psicologica verso i “liberatori” di un’America che si presentava ben diversa da come si presenta oggi. Grazie alla tecnologia e alla preparazione strategico-militare, i nostri ufficiali e soldati non hanno più nulla da invidiare ad altre potenze militari mondiali. Altri paesi europei quali la Francia e la Germania, hanno cominciato a proiettarsi in un futuro di “sganciamento” dalla NATO e dai suoi condizionamenti. La ragione principale sembra essere stato il cambio di leadership alla Casa Bianca con Trump. Le cancellerie europee hanno iniziato a comprendere che il futuro delle relazioni bilaterali fra Stati europei e Washington è giunta a un bivio. Trump non è uscito dal cilindro come in un gioco di prestigio, ma è il frutto di un’idea che da anni si cerca di concretizzare negli Stati Uniti, e cioè liberarsi da un eccesso di impegno delle forze americane in ogni settore del mondo concentrandosi esclusivamente sugli interessi degli Stati Uniti. Si dirà che in fondo questo è stato sempre lo scopo di ogni potenza, occuparsi dei propri interessi, e che gli Stati Uniti lo hanno sempre fatto coinvolgendo i propri alleati, tuttavia, è cambiato il metodo di approccio: con Trump non c’è più interesse a costruire un sistema liberale internazionale, ma c’è solo l’idea di salvaguardare il benessere degli Stati Uniti, quasi perdendo la forza messianica. Questo concetto è ben diverso da quelli perorati negli ultimi decenni e significa, traducendolo in concreto, che gli Stati Uniti non garantiscono più per i loro alleati storici, in particolare per l’Europa. Proprio sotto il profilo militare Trump ha iniziato a dire in maniera chiara ai suoi alleati che la musica è cambiata per tutti. La scelta di imporre il versamento di almeno il 2% di spese militari a favore dell’Alleanza Atlantica va proprio nella direzione di far comprendere a tutti che è iniziato un nuovo corso nelle relazioni fra Usa e alleati. In Europa, Francia e Germania hanno immediatamente colto l’occasione per iniziare a rendere effettiva quella proposta che da tempo latita nelle cancellerie europee: l’integrazione militare continentale. L’Unione europea ha fatto affidamento per decenni sulle capacità degli Stati Uniti e nel Regno Unito evitando di fare alcun passo in avanti per una struttura militare europea in grado di abbandonare la dipendenza dall’alleanza anglo-americana. La Francia quantomeno ha mantenuto un proprio arsenale nucleare e una capacità operativa importante come potenza regionale in grado di confrontarsi con i conflitti moderni, ma il resto dell’Europa, in primis la Germania, ha un deficit importante che però colmerebbe con un’eventuale alleanza francese. Il messaggio lanciato da Parigi e Berlino è abbastanza chiaro ed ha numerosi significati. Innanzitutto, la rinascita di un asse franco-tedesco comincia a diventare una realtà: l’elezione di Macron in fondo aveva questo obiettivo. È inoltre una presa d’atto importante che siamo di fronte ad un cambiamento epocale nelle relazioni atlantiche, che deve essere compresa e guidata prima di essere travolti dal corso degli eventi, che nell’ultima decade sembrano accelerarsi verso un mondo di instabilità e di conflittualità costante e latente. L’Europa, in sostanza, non può dimenticarsi di dover trattare anche il tema militare, senza pregiudizi ideologici o utopie umanitarie: anche la difesa è una questione centrale nel dibattito politico. Infine, altro dato da non sottovalutare, è che la Germania abbia deciso di essere qualcosa di più di una “semplice” potenza economica, ma di voler costruirsi anche una sua autonoma forza politica e militare. La Germania è la quarta potenza mondiale quanto a PIL ed è il nono Stato al mondo quanto a investimenti nel settore della difesa. Quanto all’Italia, per non essere da meno, conviene seguire la scia indipendentista intrapresa da Francia e Germania, magari con uno sguardo verso Est. La superiorità militare della Russia di Putin rispetto alla NATO è innegabile almeno da un triplice punto di vista: vantaggio geografico: la Russia è storicamente abituata a combattere a terra e dato il massiccio dispiegamento delle forze armate nella parte occidentale del Paese, Mosca può concentrare rapidamente i suoi militari; difesa aerea: la Russia ha un grande potenziale nella difesa aerea; armi: le armi russe stanno diventando sempre più potenti e i militari russi sempre più professionali. Non solo. La Russia ha introdotto diverse armi convenzionali avanzate, mentre gli USA e i suoi alleati investono poco nelle nuove tecnologie. Considerato inoltre che, in Europa, sia l’Austria che l’Ungheria sono già orientate pro Russia, l’Italia potrebbe giocare un ruolo importante nel totale cambiamento di paradigma degli attuali assetti geopolitici. Il risparmio di 72 milioni di euro al giorno che destiniamo per restare nella NATO, potremmo impiegarli per il potenziamento e l’addestramento dei nostri militari, e per recuperare qualche punto di PIL in più. D’ora in poi, la NATO non provi più a dettare la nostra agenda politica.
CINZIA PALMACCI


IL GOVERNO DEL CAMBIAMENTO CHE PUO’ TRAINARE I PATRIOTI D’EUROPA



A detta della stampa francese, i mercati e Bruxelles mostrano nervosismo verso il nuovo governo italiano.  Basti pensare che il debito quinquennale dell'Italia è esploso di oltre l'1%, lo spread è aumentato di oltre 20 punti base in una settimana. I mercati stanno cercando di spaventare il governo incaricato dell'Italia al fine di ottenere un’attenuazione delle loro posizioni sulla riforma e di mantenere uno status quo che però rischierebbe di distruggere un grande paese e una grande cultura. La Lega e il Movimento cinque stelle hanno chiesto una riduzione del debito di 250 miliardi di dollari dalla BCE. Questo quanto percepito dalla stampa francese. Non solo. Di tutti i punti che compongono l’accordo di governo Lega-5 stelle, secondo gli osservatori francesi, quello più clamoroso riguarda il ritiro delle sanzioni alla Russia. Se l'Italia riuscisse ad ottenere dall’UE l’eliminazione delle sanzioni russe, lavorasse ad un ripensamento dell’attuale fallace politica di immigrazione e fornisse un piano convincente per affrontare l’insolvenza bancaria, sarebbe una vittoria titanica. Il contratto di coalizione fra i “due partiti più populisti ed euroscettici italiani aumenta i rischi per il profilo di credito sovrano” dell’Italia, “in particolare attraverso un allentamento fiscale e il potenziale danno alla fiducia”. “Le posizioni dei due partiti populisti “aumentano il rischio sia di un ulteriore aumento del debito pubblico sia di una reazione destabilizzante da parte degli attori economici e dei mercati finanziari”. E’ netto il giudizio dell’agenzia di rating Fitch in una nota sulla situazione politica italiana, ricordando come nell’aprile 2017 proprio “il rischio politico era stato un fattore chiave nel downgrade dell’Italia a ‘BBB’”. “Italia: questa nuova alleanza che preoccupa l’Europa”: questo il titolo di apertura del quotidiano Le Monde, che sta dedicando ampio spazio al nuovo contratto di governo M5S-Lega. “L’Europa – dice Le Monde – si preoccupa di questo governo che non conta più di uscire dall’euro, ma che difende un programma ritenuto ‘delirante’ da numerose capitali. I populisti italiani prevedono una cancellazione di 250 miliardi di euro di debito pubblico e oltre 100 miliardi di nuove spese. I progetti della nuova coalizione fanno pesare il rischio di una crisi del debito sui mercati“,  avverte Le Monde, ricordando inoltre che né Luigi Di Maio né Matteo Salvini “dovrebbero diventare premier”. Un ampio articolo sulla Matinale du Monde spiega inoltre i motivi per i quali “gli europei tremano dinanzi al prossimo governo italiano”. “La prospettiva di una coalizione anti-sistema – continua La Matinale du Monde – lascia temere a Bruxelles che Roma infranga le regola di bilancio dell’Ue”. Secondo il quotidiano britannico "The Guardian" la reazione degli italiani rispetto alla prospettiva che un partito anti-istituzionale come i 5 Stelle si unisca a un rivale di destra come la Lega, per formare un nuovo governo, è piuttosto scettica. Non ci si domanda come questo governo che si va a formare, possa cancellare gli obiettivi di bilancio dell'Italia, tagliare le tasse, introdurre un reddito di cittadinanza e possibilmente contestare Bruxelles su una serie di trattati firmati. Per quanto concerne la politica estera dei paesi UE, la politica di pressione di Donald Trump su Iran e Russia crea il tipo di incertezza che nessuno può prevedere. Costringe i leader europei a riunirsi e dichiarare la loro opposizione ai dettami di Washington e a forgiare un'identità indipendente mentre cercano di porre fine alle divisioni e alla sfiducia culturale che hanno portato a questo momento, per mancanza di unanimità fiscale. Tutto ciò che i nuovi leader italiani hanno ben chiaro in mente. Ma la stampa francese è scettica sulla capacità del nuovo governo di poter riallineare la politica interna dell'Italia a proprio favore, costringendo però Bruxelles ad affrontare la responsabilità di far avanzare l'Europa in un modo molto più equo che in passato. Il gas russo e il petrolio iraniano sono necessari alla Germania per mantenere la sua competitività.  La minaccia dei dazi all’Europa di Trump come ricatto alla Germania sul gas russo, rischia di ripercuotersi sull’euro. Questo dovrebbe spingere la BCE a prendere finalmente provvedimenti sul debito. I popoli europei vogliono relazioni standardizzate con la Russia e il commercio aperto, in particolare l'industria tedesca. Ci sono decine di miliardi di opportunità di investimento in Russia e Crimea in attesa della fine delle sanzioni. L'Italia prevede di porre fine alle sanzioni russe a luglio. La Merkel, "riluttante" è tuttavia d'accordo. Nel 2017, durante un vertice bilaterale con Putin, Angela Merkel ha ribadito come “la Russia sia un partner importante del G20”. “Vorrei ci fossero le condizioni per togliere le sanzioni” alla Russia, che passano per “l’attuazione degli accordi di Minsk” sull’Ucraina, ha detto la cancelliera, sottolineando “l’importanza” del lavoro del Formato Normandia, “molto difficile” e che ha registrato anche “passi indietro”, ma nonostante tutto il processo va avanti. Ovviamente la soluzione della crisi è legata al processo politico di Minsk che si rivolge al futuro accordo, ha concluso. Vorremmo garantire che l’Ucraina abbia accesso al suo confine statale”. Donbass e Ucraina sono stati anche al centro del recente incontro bilaterale di Putin e Merkel a Sochi. Del resto, ammorbidire la politica sanzionatoria europea, creare spaccature tra i paesi membri dell'Ue per tornare a trattare in forma bilaterale, arginando Bruxelles e indebolendo la Nato, promuovere i propri interessi politici, assicurare che l'Ue rimanga dipendete dal gas russo e, non ultimo, promuovere l'idea della Russia e dell'Eurasia come modello culturale e politico alternativo al predominio dei "valori occidentali", sono alcuni dei motivi per cui, da alcuni anni, il Cremlino strizza l'occhio ai partiti anti-establishment in Europa, tra cui vi sono anche gli italiani Lega Nord e Movimento Cinque Stelle. Il fenomeno è diventato cosí esteso, che c'è chi ha parlato di una "potente associazione pro-Cremlino" al Parlamento europeo, dopo la nascita del gruppo politico "Europa delle Nazioni e della Liberta'" (Enf), formato da alcuni partiti nazionalisti, euroscettici, che chiedono l'uscita dei propri paesi dall'Euro e che guardano al presidente russo Vladimir Putin come un modello. Tra i leader dell'Enf: Marine Le Pen, del francese Fronte Nazionale e Geert Wilders, leader dell'olandese Party for Freedom. Ma l'"associazione pro Cremlino" in Europa ha sostenitori anche in altri paesi. Come la Spagna, dove il leader di Podemos, Pablo Iglesias, ha accusato l'Occidente di una "doppia morale" sulla Russia; oppure la Grecia, dove Alba Dorata e il partito del premier, Siryza, hanno rapporti non solo con Mosca, ma anche con il controverso Aleksandr Dugin, ideologo del neo-eurasismo russo. Secondo le indiscrezioni di Wikileaks, il partito bulgaro Ataka ha stretti legami con l'ambasciata russa a Sofia e non nasconde la sua simpatia per Putin. La formazione politica bulgara sostiene la necessità di riconoscere la Crimea come Russia. In Bulgaria il presidente è il filo-russo Rumen Radev, conservatore e fan di Donald Trump, favorevole all'abolizione delle sanzioni a Mosca. Contemporaneamente, in Moldova è stato incoronato presidente un altro putiniano, Igor Dodon, leader dei socialisti che si ispira apertamente al capo del Cremlino, di cui dice di ammirare il suo potere autoritario. Radev si oppone all'ingresso del suo paese alla Nato e promette di aderire all'Unione euroasiatica, guidata dalla Russia. I venti stanno cambiando e, con la sferzata italiana di questo nuovo governo, quanto pensate che ci mettano gli altri partiti europei anti-establishment a capire e a premere per voler seguire la stessa scia patriottica? L’unione di intenti e il coraggio possono smuovere montagne.
CINZIA PALMACCI