martedì 8 gennaio 2019

IL SUPPORTO DI DI MAIO AI GILET GIALLI E' PURA PROPAGANDA POLITICA

Risultati immagini per Di Maio e gilet gialli


Vogliamo parlare di quanto sia furbo questo ragazzotto campano salito alla ribalta guidando un movimento che lui stesso e tutti i pentastellati definiscono "post ideologico"? Perché vedete, il problema è proprio questo. Un movimento che fa politica e si definisce post ideologico è non solo paradossale, ma soprattutto pericoloso. Un partito o movimento politico che sia non può non avere alcuna ideologia alla base, perché ne verrebbe a mancare il fondamento stesso, la ragione d'essere. In effetti, quanti di noi non hanno percepito una sensazione di vacuo smarrimento nel constatare l'atteggiamento spesso ondivago dei pentastellati che prima dichiarano una cosa e poi fanno esattamente il contrario? Diciamo che la coerenza non è proprio il loro forte. E la ragione per cui avviene questo è proprio perché manca un'ideologia precisa che faccia da bussola al movimento, che sembra più seguire interessi di parte mascherati da buoni propositi parafrasando quel proverbio che dice che la via per l'inferno è lastricata da buone intenzioni. I movimenti post ideologici oggi nascondono un'insidia: il globalismo del Nuovo Ordine Mondiale. Perché il globalismo è esso stesso la fine delle ideologie, dove i confini tra bene e male diventano labili e sfumati per cui si rischia di scambiare il bene con il male e il male con il bene. 
Il supporto di Di Maio ai gilet gialli con un tweet è una mossa strategico-politica molto furba, peccato solo che Di Maio ignori che quello francese è un movimento davvero spontaneo che esprime l'esasperazione e il malcontento della gente, un vero movimento dal basso. Cosa che non si può dire del M5 stelle che deve le sue origini alla Casaleggio e associati, un'azienda nel settore informatico che da quando ha dato vita al movimento ha sicuramente triplicato il fatturato. Non è un caso che i pentastellati stiano legiferando soprattutto in materia di nuove tecnologie, vedi le riforme della Pubblica Amministrazione in tema di digitalizzazione, il 5G (insidioso per la salute di uomini e ambiente), e una serie di provvedimenti tutti rivolti all'informatizzazione capillare. 
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Inoltre, i gilet gialli protestano contro le misure prese da Macron che penalizzano lavoratori e pensionati. Anche in Italia, il M5stelle rispetto alla Lega, è il partito che più ha messo in atto una politica aggressiva contro pensionati e lavoratori. Infatti, un'altra furbata di Di Maio e soci è stata quella di tenere buono il malcontento in Italia attraverso il miraggio del reddito di cittadinanza che non ha coperture sufficienti e che, a causa di un mercato del lavoro praticamente immobile in Italia, mirerebbe ad essere più una cassa integrazione forzata che un aiuto ai lavoratori o aspiranti tali. E quando tutti i lavoratori li abbiamo lasciati a casa che si fa? Li si sostituisce con i robot? Altro abominio tecnologico della globalizzazione. 
Per quanto riguarda l'immigrazione di massa, altro problema e causa scatenante della protesta dei gilet jaunes, è recente la polemica sulla presa di posizione di Di Maio che, contravvenendo completamente alle disposizioni di un ministro del suo governo e vice premier quale Salvini, ha deciso di continuare ad accogliere gli immigrati che le ONG sradicano dai loro territori, gli rifiutano il cibo facendolo passare per un patetico "sciopero della fame" per non dover rinunciare ad un traffico di esseri umani che prima di Salvini gli assicurava lauti proventi. Con questo atteggiamento Di Maio, non solo si allontana anni luce dalla posizione dei gilet gialli francesi, ma si mostra anche compiacente verso un traffico odioso di carne umana. Per non parlare del mancato rispetto del lavoro e degli sforzi di un suo collega di governo che, a differenza del vice premier pentastellato, sta dimostrando maggiore coerenza verso l'elettorato e con le sue stesse convinzioni politiche. Papa Ratzinger ha più volte dichiarato che, prima di riconoscere il diritto ad emigrare, bisognerebbe riconoscere e tutelare il diritto a non emigrare dal proprio paese, attraverso politiche solidali e aiuti volti ad assicurare risorse e cibo in quei paesi in cui è forte la spinta ad emigrare per trovare condizioni di vita più umane. 
Il M5stelle e Macron hanno molte cose in comune. Innanzitutto, sono entrambi creature Rothschild. Non solo. Il M5stelle può "vantare" anche legami con Soros il quale ne influenzerebbe fortemente la politica sull'immigrazione. Se volete saperne di più, alcuni link molto interessanti potete trovarli di seguito:




Insomma Di Maio sente odore di elezioni europee, e dovendo riconoscere che i gilet gialli si fanno portatori di istanze che trovano piena solidarietà soprattutto a destra, sente mancargli la terra sotto i piedi. A voi giovani, pensionati e lavoratori che avevate riposto tutte le vostre speranze in un movimento "post ideologico", rivolgo un augurio sincero: che per questo nuovo anno prendiate in mano le redini della vostra vita per non dover più delegare il vostro futuro a nessuno.  

CINZIA PALMACCI

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