martedì 8 gennaio 2019

Fra devastanti ci s'intende!

Onu: così importante, così devastante


Il tradizionale discorso del Papa al Corpo diplomatico è stato centrato sulla diplomazia multilaterale e le minacce dei nazionalismi, ma papa Francesco ha anche accennato alle lobby che impongono visioni e idee contrarie alla identità dei popoli. Ed è proprio quello che dimostra una analisi riferita al 2018 sulle spinte pro Lgbt e per l'aborto che vengono dai vari Comitati Onu.



                            Il Papa al Corpo diplomatico


In un passaggio del discorso al Corpo diplomatico, dedicato principalmente alla necessità di rafforzare la diplomazia multilaterale con riferimento all’Organizzazione delle Nazioni Unite, papa Francesco ha toccato un punto critico molto importante. Nell’elencare alcuni fattori che stanno provocando reazioni di singoli stati e conseguente crisi del sistema multilaterale, ha fatto esplicito riferimento alla «accresciuta preponderanza nelle Organizzazioni internazionali di poteri e gruppi di interesse che impongono le proprie visioni e idee, innescando nuove forme di colonizzazione ideologica, non di rado irrispettose dell’identità, della dignità e della sensibilità dei popoli».

È proprio qui il nodo cruciale delle organizzazioni internazionali. Per quanto il Papa auspichi una «tensione positiva fra l’identità di ciascun popolo e Paese e la globalizzazione stessa», la storia degli ultimi decenni ci insegna che il sistema delle Nazioni Unite è servito e serve ad alcune élite per imporre la propria ideologia anti-umana. È stato così per il controllo delle nascite, continua ad esserlo oggi anche con il catastrofismo ecologico e l’allarmismo sui cambiamenti climatici. C’è una chiara tendenza a una sorta di governo mondiale – o, più precisamente, di global governance – che si vuol fondare su una etica globale che includa anche tutte le religioni. Purtroppo, da qualche anno anche la Santa Sede sembra condividere questo progetto, evidente soprattutto nell’affronto delle questioni ecologiche (a cui ieri papa Francesco non ha mancato di fare riferimento nel discorso al Corpo diplomatico).

Per avere una idea del meccanismo e dei contenuti di questa spinta globalista, presentiamo la sintesi di una ricerca, riferita al solo 2018, che mostra come i Comitati Onu che devono vigilare sul rispetto dei singoli trattati firmati dagli Stati siano stati lo strumento per fare pressione su singoli paesi per adottare leggi più permissive sull’aborto e in favore del gender. È solo uno spaccato di una realtà ben più ampia che definisce il lavoro di tante agenzie dell’Onu.

Di fronte a questa realtà è riduttivo e fuorviante bollare come “nazionalismo” qualsiasi forma di resistenza a questa ideologia mondialista. Basti pensare alla nostra Unione Europea, dove Ungheria e Polonia vengono continuamente “bastonate”, sia dalla Ue sia dall’Onu, per la determinazione a non volere svendere la propria identità e rivendicare le radici cristiane. Purtroppo anche la Chiesa si associa spesso alla loro condanna, sulla base dell’accusa di chiusura alla immigrazione. Un atteggiamento che, alla luce anche dal rilievo fatto ieri del Papa, dovrebbe essere totalmente ripensato.

di Francesco Boezi
Partendo dal centenario dell'istituzione della Società delle Nazioni, nel suo discorso al Corpo Diplomatico papa Francesco si è soffermato sul tema della diplomazia multilaterale, necessaria per la pace mondiale, oggi minacciata da «pulsioni nazionaliste».

di Ermes Dovico
Nel 2018 sono continuate le interferenze nelle politiche dei Paesi membri da parte dei comitati che dovrebbero monitorare l’osservanza dei trattati multilaterali. Si spinge soprattutto su aborto e «diritti gay», malgrado questi temi esulino dall’oggetto degli stessi trattati.

Riccardo Cascioli



Francesco afferma che c'è piena comunione con "tutti" i vescovi del regime cinese

Durante il suo discorso annuale ai corpi diplomatici accreditati presso la Santa Sede (7 gennaio), papa Francesco ha salutato con favore il suo accordo segreto col regime cinese, come una delle sue iniziative più importanti del 2018.

Esprimendo la sua soddisfazione, ha affermato che per la prima volta dopo così tanti anni tutti i vescovi in Cina sono in piena comunione col Papa.

Tuttavia, secondo l'accordo col Vaticano, solo sette vescovi di regime sono stati accettati, di cui due sono notoriamente sposati e con figli.

Esistono circa 65 vescovi di regime in Cina.

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