martedì 8 gennaio 2019

Il misterioso stemma di Via Panicale

Alla scoperta della formula di un antico esorcismo


Firenze


Sulla facciata di un edificio adiacente all’ex-convento di Sant’Orsola ed ex-manifattura tabacchi a Firenze in via Panicale, si può ammirare uno stemma antichissimo e misterioso non supportato da alcuna cartellonistica o segnalazione che ne spieghi l’origine e il significato.

La Basilica di San Lorenzo e via Panicale


Il complesso edilizio, compreso fra le attuali via Panicale, Guelfa, Sant’Orsola, Taddea, nasce nel 1309 come appendice della basilica di San Lorenzo ed ospita primariamente, in qualità di monastero, le suore benedettine dal 1327 al 1435. Il loro fondatore San Benedetto da Norcia (480-547 circa) è patrono degli esorcisti, oltre che dell’ Europa. Alla medaglia, che porta il suo nome, sono attribuiti effetti prodigiosi contro le insidie del demonio. Ogni lettera dell’iscrizione presente sulla medaglia è parte integrante di un esorcismo antichissimo, apparso in un manoscritto del XIV secolo, a testimonianza della fede nella potenza di Dio e di San Benedetto. Il monastero nasce in un periodo storico che decreta la fine dei Templari ed esalta l’esorcismo. Sobillato dal re di Francia Filippo il Bello, il papa Clemente V aveva inviato ordini segreti sigillati che dovevano essere aperti contemporaneamente dai suoi soldati in tutta Europa il venerdì 13 ottobre del 1307. All’alba del giorno 13, i documenti vennero aperti ed il loro stupefacente contenuto fu rivelato.

Clemente V, al secolo Bertrand de Got, originario della Guascogna, fu arcivescovo di Bordeaux e divenne papa nel 1305 col sostegno di Filippo il Bello re di Francia. Fu lui a trasferire la sede papale ad Avignone e fu ricordato dai cronisti come pontefice avido e simoniaco, dedito alla lussuria; si oppose al tentativo di restaurazione imperiale in Italia operato da Arrigo VII di Lussemburgo (1310-1313). Morì nel 1314. Dante ne profetizza la dannazione per simonia in Inf., XIX, 79 ss. Difficile stabilire chi tra Clemente V e i Templari fosse più meritevole di tortura e morte.
Clemente V passò alla storia anche per una presunta visione di Dio, che pare lo avesse avvertito che i Templari erano eretici, colpevoli di adorazione del diavolo, omosessualità, vilipendio della croce, sodomia ed altri comportamenti blasfemi. Clemente V si sentì incaricato da Dio stesso di ripulire la terra catturando tutti i Templari e facendo confessare con la tortura i loro crimini contro Dio. Quel giorno innumerevoli cavalieri furono catturati, torturati spietatamente ed infine bruciati come eretici.

Filippo IV e i Templari


Dunque Filippo IV tramò insieme al Papa Clemente V per distruggere l’ordine. Il 13 Ottobre del 1307, Filippo IV fece arrestare il Gran Maestro Jacques de Molay ed altri 140 cavalieri nel tempio di Parigi. Seguirono poi molti altri arresti in tutta la Francia. I Templari furono torturati. La Chiesa Cattolica insieme ai suoi inquisitori li accusò di essere adoratori del Diavolo, di blasfemia, sodomia e idolatria. I loro incontri erano segreti e si diffusero voci riguardo a bizzarri riti di iniziazione, che contribuirono moltissimo a diffondere sospettosità da parte del pubblico verso l’ordine. In effetti, sotto tortura, i membri dell’ordine ammisero di aver rinunciato al nazareno, sputando e urinando sul crocifisso, e di essersi messi in contatto con i demoni, di essersi lasciati andare a “perversione sessuale” e di aver adorato l’idolo del Bafometto. Molti dei Templari vennero bruciati e massacrati dall’Inquisizione, di tutti loro il più noto era il Gran Maestro Jacques de Molay. Dopo essere stato imprigionato e torturato per sette anni, venne bruciato vivo in pubblico.
L’Ordine fu soppresso con la bolla “Vox in excelso” del 3 aprile 1312 ed i suoi beni trasferiti ai Cavalieri Ospitalieri il 2 maggio seguente con la bolla “Ad providam”. Jacques de Molay, l’ultimo gran maestro dell’Ordine, fu arso sul rogo il 18 marzo 1314, davanti alla cattedrale “Notre Dame” di Parigi, sull’isola della Senna detta “dei giudei”. Lo stemma di via Panicale riscontrato sulla facciata dell’edificio, tondo e bipartito da un diametro verticale, rappresenta due croci benedettine, caratterizzate dalla presenza di tre gemme ad ogni estremità, che simboleggiano Cristo con i dodici apostoli. Da un punto di vista generale i simboli hanno significati diversi a seconda della loro collocazione, la duplicazione di un simbolo è il modo più semplice per rafforzarne il significato e il cerchio è ritenuto un simbolo femminile di protezione.

Lo stemma di via Panicale, unico per tutto il complesso immobiliare, indica che il sottostante portone rappresentava l’ingresso al monastero, la duplicazione della croce serve a rafforzarne e a completarne il significato e la forma di cerchio vuole sottolineare la presenza femminile nel monastero. In alto sono incise le lettere “I” e “N”, perchè si riferiscono ad entrambe le croci, mentre negli angoli della prima croce sono incise le lettere “S-C-R-D” e della seconda croce le lettere “C-O-I-A”.
Complessivamente le iscrizioni dovrebbero significare: In Nomine Sanctae Crucis Rejecta Daemonum e In Nominae Crucis Observationis Induce Amorem, cioè “In Nome della Santa Croce Ripudia il Demonio” e “In Nome dell’Osservanza della Croce Induci l’Amore”, quindi si tratta di un invito a rifiutare il Male e a perseguire il Bene, dunque un esorcismo in piena regola.

di Cinzia Palmacci

Fonte: gonews.it

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