Di seguito riportiamo il testo della Lettera Aperta appena inviata al Dott. Antonio Raschi, Direttore dell’Istituto di Biometeorologia del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IBIMET-CNR) di Firenze, in merito alle sue dichiarazioni alla trasmissione Porta a Porta del 6 Novembre 2018, a cura dell’Associazione Riprendiamoci il Pianeta – Movimento di Resistenza Umana.
Gent.mo Dott. Antonio Raschi,
Noi dell’associazione Riprendiamoci il Pianeta siamo rimasti felicemente sorpresi nel sentire, durante la trasmissione di Porta a Porta del 6/11/2018, un Direttore del CNR parlare finalmente in TV di meteorologia, al posto dei soliti meteorologi o delle avvenenti lettrici di veline, ma ci siamo proprio sbalorditi nel sentirne parlare in termini di:
“esperimento planetario di cambiamento del clima del quale non sappiamo bene gli effetti sul lungo periodo”.
Condividiamo il sospetto della sperimentazione, di cui anche lei parla, dal 2007. In quegli anni ci siamo accorti di una trasformazione giornaliera, costante e continua, dei nostri cieli, interessati da attività mai viste con quella intensità nei decenni precedenti. Abbiamo quasi tutti una età che può testimoniare con sicurezza questa osservazione. Mentre scoprivamo queste attività, abbiamo saputo del Convegno Bilaterale sulla Ricerca Congiunta sui Cambiamenti Climatici a Roma, del 22 gennaio 2002, e della firma di Bush e Berlusconi del Trattato di Cooperazione Italia-USA su Scienza e Tecnologia dei Cambiamenti Climatici (1). Abbiamo letto il Piano di dettaglio dei lavori del Progetto, venendo a conoscenza dei partecipanti e della struttura di detto trattato, con descrizione delle Commesse e dei Work Package, tra cui quelli assegnati a diversi Istituti del CNR tra cui l’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima (ISAC).
Le riporto alcuni titoli che, come sostiene anche lei, hanno tutta l’aria di essere delle vere e proprie sperimentazioni sulla pelle dei cittadini ignari, non informati, anzi sbeffeggiati perché si fanno delle legittime domande:
“Cambiamenti della composizione della troposfera: impatti sul clima, qualità dell’aria e salute umana” TA.P02.010.005 (2)
“Valutazione critica e proposta di studio epidemiologico e tossicologico su effetti a breve termine di esposizione a PUF e frazione organica solubile dell’aerosol” INT P03.003.004 (3)
“Particolato ultrafine (PUF) e effetti cardiopolmonari” INT.P03.003 (4)
WP10: Esperimenti di manipolazione degli ecosistemi terrestri. (5)
WP11: Sviluppo di scenari sanitari futuri. (5)
Per molto tempo non riuscivamo a capire proprio niente di questo PUF fino a quando non ci è piovuto addosso in grande quantità, imbiancando tutto l’ambiente con una poltiglia biancastra appiccicosa, come documentano le foto.
Poi, come si conviene ad una esercitazione, queste ricadute si sono progressivamente assottigliate fino a diventare effettivamente un “puf ultrafine” quasi invisibile, ma tuttora costantemente presente sia fuori che dentro casa e respirato in abbondanza, senza che però si abbia avuto ancora notizia degli effetti “cardiopolmonari” prodotti. Quello che invece abbiamo visto negli ultimi decenni, è l’innegabile aumento indiscriminato delle malattie, soprattutto tumorali, un aumento del 40% di alunni disabili nelle scuole in un decennio 2003/04 – 2013/14, documentato dal Miur (6, 7, 8) e un numero record di decessi ogni anno in aumento esponenziale (9, 10).
E siamo rimasti sconvolti dalla moltiplicazione dei disastri ambientali come conseguenza di eventi atmosferici anomali e ingiustificati. Risparmiamo l’elenco di questa lunga sequenza di immani disgrazie, basta la visione apocalittica dell’ultimo disastro:14 milioni di alberi abbattuti nel Triveneto!
E se un vento di quella portata si fosse abbattuto su di una città?
Una qualunque guerra dichiarata, come si faceva una volta, avrebbe prodotto meno danni economici e un numero di vittime probabilmente molto vicino ai decessi esagerati registrati in questo ultimo decennio di finta pace.
Ma, dopo aver ascoltato la sua successiva smentita, sappiamo che tutto questo non è dovuto agli esperimenti scientifici, a cui il CNR, insieme alle Università, alle Fondazioni, a tutto il mondo scientifico/culturale Italiano, ha collaborato e probabilmente collabora tuttora. Assolutamente no!
Lei sostiene che il popolo ignorante e complottista si lascia distrarre da queste ipotesi e non vede il vero problema, quello dei gas serra che surriscaldano l’atmosfera!
Abbiamo approfondito le ricerche e ci siamo imbattuti in un consulente militare del governo Lyndon Johnson (1963/1969), il fisico nucleare Gordon Mac Donald che insegnava all’esercito americano “Come distruggere l’ambiente” utilizzando le forze della natura (“A meno che non scoppi la Pace” il testo in dotazione alle forze armate), sperimentando il tutto nella guerra del Vietnam, di cui avrà sentito parlare anche lei.
In seguito, il Generale Mini, capo di stato maggiore del Comando Nato per il Sud Europa, ci ha edotti sul progetto delle Forze Armate Americane “The Weather as a force Multiplier Owning the Weather in 2025” (11).
Se per caso non lo avesse letto le riportiamo l’agghiacciante tabella di marcia descritta in questo progetto:
Cap 2 Capacità richiesta – Perché sarebbe desiderabile giocare con il tempo atmosferico?
Cap 5 Come possiamo arrivarci partendo dal presente?
Tabella di marcia della capacità di base di modificazione del meteo entro il 2025:
modificazione delle precipitazioni – modificazione dei temporali – modificazione del meteo spaziale – modificazione delle nebbie e delle nubi – tempo atmosferico avverso – tempo atmosferico artificiale.
A guardarsi intorno, caro dottor Raschi, l’obiettivo pare proprio raggiunto. Non sarà che in tutto questo c’entrino le false scie di condensa?
E se le scie, come le ipotizziamo noi non esistono, come mai dal dopoguerra sono stati inventati centinaia di brevetti di inseminazione delle nuvole con ogni sorta di porcheria chimica? I brevetti sono registrati e sono di dominio pubblico.
Ma vediamo di rimanere sul problema concreto e reale, come lei ha ripetutamente ribadito:
“i gas serra presenti nell’atmosfera e immessi dal lavoro dell’uomo che si è volutamente trasformato in cavia di sé stesso, sperimentando volutamente su di sé le conseguenze della produzione dei gas serra. Questa massa di persone (dice lei, ndr) non sa che cosa c’è dentro le scie, non ha dati. Quando qualcuno mi darà dei dati…”
Cogliamo l’occasione per farLe sapere che le associazioni questi dati ormai li hanno prodotti. Anche noi nel nostro piccolo, non essendo dotati di air force personale, abbiamo comunque raccolto una serie di dati che dimostrano che sorta di schifezze chimiche vengono utilizzate per modificare il tempo e rilasciate quindi nell’aria, nell’acqua e nel terreno. Se effettivamente le interessano, possiamo farle vedere analisi di acqua piovana con valori elevatissimi di alluminio e bario, prelevata in diverse zone d’Italia, e terreni agricoli, lontani da qualunque impianto industriale, impregnati delle medesime sostanze.
Il problema è che la cosa non interessa a nessuno e, semplicemente, non viene colta e continua ad essere negata. Il generale Mini ci ha spiegato che questo ripetuto diniego in gergo militare si chiama
“denial” ed è semplicemente un atto di guerra equivalente a quelli che conosciamo meglio, tipo bombardare o sparare.
E già che ci siamo la vogliamo documentare in merito ad un’altra questione di non secondaria importanza: questi gas serra, sicuramente presenti in atmosfera, sono responsabili dell’inquinamento dell’atmosfera, non del surriscaldamento, perché sporcano, ma non riscaldano. Lo dice una scienziata americana, nove lauree honoris causa, incaricata a presiedere la commissione medica dopo il disastro chimico sia di Bophal che quello nucleare di Cernobil, Rosalie Bertell, il cui libro “Pianeta Terra, Ultima Arma di Guerra” è stato appena tradotto anche in Italia. La tesi che dimostra la Bertell, avendo le competenze per poterlo fare, è che le forze naturali vengono sfruttate dal punto di vista militare e utilizzate come armi, con la collaborazione costante della scienza che è al servizio dei progetti militari. Lei e i suoi colleghi non avrete percezione, forse, di avere raggiunto questo traguardo, ma le vogliamo ricordare le parole di Tesla, il più grande scienziato dell’era moderna, che non si studia né a scuola né all’Università:
“La scienza è soltanto perversione se non ha come fine ultimo il miglioramento delle condizioni di vita dell’Umanità”. (autobiografia di Nikola Tesla)
Lei pensa che oggi la scienza contribuisca al miglioramento delle condizioni del Pianeta e dell’Umanità?
La Bertell, di cui abbiamo parlato, è comprensiva nei confronti delle difficoltà del mondo scientifico attuale e sostiene che: “Il pubblico, la maggior parte della scienza civile, i movimenti sociali e la maggior parte dei politici non hanno ancora capito come funzionano le nuove armi di guerra climatica, armi al plasma e geoingegneria. Essi mancano di qualsiasi comprensione del perché dovrebbe essere possibile produrre terremoti, eruzioni vulcaniche, tempeste, siccità, alluvioni, tsunami, influenzare il tempo di intere regioni, riscaldare e raffreddare, il tutto come menzionato nella Convenzione delle Nazioni Unite del 1977.” (12)
ENMOD, la Convenzione sul divieto dell’uso di tecniche di modifica dell’ambiente a fini militari, è stata abilmente aggirata, poiché i militari si sono alleati con l’industria civile e hanno creato un enorme apparato di industria militare con cui la società civile collabora, forse anche senza sapere del tutto quello che fa.
Noi oggi comunque la ringraziamo di cuore dott. Raschi, sappiamo che sicuramente si sarà pentito di essersi lasciato sfuggire una enunciazione così veritiera sull’argomento, ed è per questo che la ringraziamo. Confidiamo che la vostra Coscienza di Uomini Liberi sia più forte dei condizionamenti, che vi sfugga il controllo imposto, che vi lasciate condurre da quel desiderio profondo in ognuno di noi di rispettare la Vita e di essere dalla parte della Verità. La posta in gioco è molto alta ed è nelle vostre mani.
Sarà ancora possibile per i nostri figli realizzare progetti di Vita su questa terra?
Giovedì, 22 novembre 2018
Fonti:
PDF Originale: Lettera Aperta – Dott Antonio Raschi, Giovedì 22-11-18
Nessun commento:
Posta un commento