DOPO LA STRAGE DI PIANTE DEL CICLONE DISASTROSO CHE HA COLPITO L'ITALIA DA NORD A SUD, ECCO UNA LISTA DI ALBERI UTILI ALLO SMALTIMENTO DELLA CO2 E ALL'ABBATTIMENTO DELLO SMOG IN CITTA'
Nelle nostre città ci sono degli infaticabili alleati che, senza farsi prendere dallo sconforto, continuano a smaltire le sostanze inquinanti che affollano l’aria che respiriamo: sono gli alberi. Purtroppo, la poca manutenzione del verde spesso costringe ad eliminarli del tutto per evitare che possano costituire un pericolo, ma non ci dobbiamo dimenticare della loro importanza.
Quattromila chili di anidride carbonica“mangiata” in vent’anni di vita, una barriera anche per le pericolosissime PM10, le particelle di smog responsabili di migliaia di morti premature ogni anno. Sono solo alcuni dei dati che emergono dal documento rilasciato dalla Coldiretti sugli alberi, che ci ricorda quanto vadano tutelati e piantati di nuovi!
Ecco la lista dei 10 alberi “mangia-smog” più efficaci che possiamo piantare nel nostro giardino, o fare in modo che vengano piantati nelle città.
1. Acero riccio
immagine: pexels.com
È l’albero che si pone in cima alla classifica, con i suoi 3800 chili di CO2 smaltita in vent’anni di vita di un singolo esemplare. L’acero riccio raggiunge anche i 20 metri di altezza e le foglie grandi svolgono un ruolo principale nell’assorbimento delle sostanze inquinanti. La sua chioma consente di abbattere le cosiddette “isole di calore”, le zone calde delle città in cui le temperature raggiungono soglie invivibili in alcuni periodi dell’anno.
2. Betulla verrucosa
immagine: pixabay.com
Anche la betulla verrucosa fa la sua parte nella lotta all’inquinamento, con i suoi 3100 chili di anidride carbonica aspirate dall’aria. Rispetto ad altre specie, la betulla è capace di crescere sana anche sui terreni più difficili.
3. Cerro
immagine: Wikimedia commons
Questo enorme esemplare, alto anche oltre i 30 metri, è un vero eroe nella battaglia all’inquinamento. Quest’albero cresce tipicamente nella fascia mediterranea, avendo bisogno di climi non troppo rigidi.
4. Ginkgo Biloba
immagine: Miguel durán/Wikimedia
Si tratta di una specie antichissima, risalente a circa 250 milioni di anni fa. Con i suoi 2800 chili di CO2 assorbita, si posiziona al quarto posto della classifica. Rispetto ad altri alberi, però, è molto efficace come barriera contro i gas e polveri.
5. Tiglio nostrano
immagine: pixabay.com
Il tiglio è un albero molto longevo, che può arrivare a spegnere anche 250 candeline. Il fusto è slanciato e la chioma molto larga, ecco perché è un’ottima barriera contro le sostanze inquinanti presenti nell’atmosfera.
6. Bagolaro
immagine: Fraxinus/wikimedia
Anche il bagolaro è un albero molto longevo: le sue radici sono note per la capacità di andare molto in profondità nel terreno. La sua capacità di catturare la CO2 nell’aria si aggira attorno alle 2,8 tonnellate.
7. Tiglio selvatico
immagine: Dinesh Valke/Wikimedia
Come per il tiglio nostrano, anche quello selvatico assorbe grandi quantità di CO2 (circa 2,8 tonnellate in 20 anni). A differenza dell’albero nostrano, il tiglio selvatico ha foglie più piccole e tollera maggiormente l’esposizione ombreggiata.
7. Olmo
immagine: pixabay.com
L’olmo è l’albero per eccellenza della solidità, avendo delle radici estremamente ramificate e profonde nel terreno.
8. Frassino comune
immagine: Matthieu Sontag/Wikimedia
Ecco un altro gigante verde; gli esemplari più vecchi arrivano a misurare anche 40 metri di altezza!
10. Ontano nero
immagine: pixabay.com
L’ontano nero chiude la classifica, essendo l’albero di minori dimensioni. Arriva fino a 10 metri di altezza ma, in proporzione, la sua capacità di smaltire l’anidride carbonica è comunque altissima: circa 2,6 tonnellate.
Investire nel verde cittadino è un’urgenza che interessa tanto il pubblico quanto il privato: c’è bisogno di alberi, di filtri diminuiscano per quanto possibile la pericolosità dell’aria che respiriamo.
Torniamo a regalare alberi: donare una creatura che vivrà per secoli è qualcosa di molto prezioso che non ha eguali in altri oggetti materiali.
Fonte: www.coldiretti.it
Fonte:www.curioctopus.it
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